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Dipendenza da gioco e altre dipendenze comportamentali

Aggiornata a settembre 2023 – a cura di Paola Moriondo

I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Centro Studi, Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Sono presenti anche pubblicazioni scaricabili on line o in PDF. 

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

 Studi e ricerche sulle dipendenze da comportamento e i servizi preposti alla cura

dfd 1 23Sabrina Costantini, Il trauma e la dipendenza, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 50-56
L’articolo affronta il tema dell’impatto del trauma sulla dipendenza patologica, con o senza sostanze. Dopo una disamina teorica sul tema, l’autrice riporta i dati di un piccolo campione di pazienti appartenenti al SerD di Pisa, relativi alle pregresse esperienze traumatiche, stili di attaccamento e successive esperienze autodistruttive e delinea l’ipotesi e la necessità di modulare gli interventi terapeutico-riabilitativi all’interno dei servizi, con strumenti e modalità più specifici e orientati.

Marzia Rovetta, Pensare la cura: modello di intervento nella presa in carico psicoterapeutica di pazienti con patologie di addiction. Un trattamento combinato con EMDR e Mindfulness, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 33-35
In questo lavoro viene presentato un quadro di lettura e terapia “sensibile all’attaccamento” dei disturbi da dipendenze, proposto negli ambulatori del Ser.D. di Bergamo. Questo approccio nasce dall’integrazione tra il modello di terapia intersoggettiva-costruttivista e altre tecniche psicoterapeutiche (EMDR, mindfulness).

Stephanie S. Merkouris … [et al.], Affected other interventions. A systematic review and meta-analysis across addictions, in Addiction, vol. 117, n. 9 (sett. 2022) – on line, pp. 2393 – 2414
Le persone colpite dai problemi di alcol, droghe illecite, gioco d’azzardo, dipendenza da videogiochi, in quanto coinvolte con persone che hanno questi disturbi (terzi interessati) soffrono di danni estesi. Questa è probabilmente la prima rassegna sistematica e meta-analisi a determinare l’efficacia di interventi psicosociali erogati a terzi interessati per tutte le dipendenze. Sono stati esaminati esiti relativi a depressione, soddisfazione nella vita e coping dei terzi coinvolti, gli esiti del trattamento delle persone dipendenti e il funzionamento relazionale (discordia coniugale) tra dipendenti e terzi e si è rilevato che gli interventi possono essere efficaci nel migliorare alcuni, ma non tutti. La conclusione rimane incerta a causa della scarsità di studi e delle limitazioni metodologiche.

9788874669134_0_536_0_75Felice Alfonso Nava, Francesco Sanavio, Il trattamento integrato per le dipendenze patologiche. Percorsi basati sulle evidenze, Carocci, Roma, 2022, 177 p.
Il volume presenta le più aggiornate basi neurobiologiche delle dipendenze patologiche, degli interventi psicoterapeutici e delle cure farmacologiche. I moderni orientamenti diagnostico-terapeutici fondati sulle evidenze scienti­fiche sono descritti seguendo la storia dell’evoluzione del trattamento cognitivo e comportamentale a partire dalla comprensione delle tecniche di base (di prima e seconda generazione) per arrivare agli attuali approcci processuali (di terza generazione). Tra le terapie di terza generazione troviamo anche l’utilizzo della metacognizione e della Mindfulness e la Schema Therapy. Ampie esempli­ficazioni operative permettono di tradurre in maniera efficace i contenuti teorici nella pratica clinica. Il testo propone un punto di vista unitario sulla presa in carico della persona con dipendenza patologica offrendo una metodologia efficace e flessibile per le fasi di valutazione, diagnosi e scelta del percorso terapeutico. In­fine, sono compendiate le più autorevoli linee guida internazionali sul trattamento dei consumatori di sostanze e con dipendenza comportamentale.
Collocazione Biblioteca: 20107

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. Anno 2022 (dati 2021), Dipartimento Politiche Antidroga, Roma, 2022, 556 p.
La Relazione, frutto del lavoro di coordinamento assicurato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga, si compone di 7 parti suddivise in 10 capitoli. La prima parte analizza il mercato delle sostanze stupefacenti, fornendo dati sui sequestri, sulle variazioni di prezzo e sulle analisi qualitative delle sostanze sequestrate. Inoltre, espone strategie mirate alla riduzione dell’offerta e si sofferma sulle denunce penali per i reati droga-correlati. La seconda e la terza parte analizzano la diffusione e le tendenze di consumo nella popolazione, nonché le attività di prevenzione del fenomeno delle dipendenze messe in atto da tutti gli attori istituzionali del panorama nazionale. Si para inoltre per la prima volta del fenomeno degli ikikomori. La quarta parte è dedicata ai servizi di trattamento delle persone che presentano dipendenza da sostanze. La quinta parte tratta i danni correlati al consumo di sostanze stupefacenti a partire dall’incidentalità stradale. Le ultime due parti, infine, riguardano le attività promosse dal Dipartimento e i lavori svolti durante la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze dal titolo “Oltre le Fragilità”, conclusa a Genova il 27 e 28 novembre 2021.

Andrea Valdevit … [et al.], La camaleonticità delle addictions tra territorio e carcere. L’esperienza presso i Servizi per le Dipendenze della ASL Caserta, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 38-48
L’obiettivo di questo lavoro è proporre una visione globale e complessa del fenomeno delle dipendenze, con un occhio riservato a quelle senza sostanze, attingendo all’esperienza viva della pratica clinica quotidiana in un Servizio specificamente progettato per trattare le nuove dipendenze. Gli autori, pur consapevoli della tragedia che sottende le nuove dipendenze, vanno oltre la mera manifestazione fenomenica: esse sono quindi considerate nella loro ampiezza bio-psico-sociale, nel tentativo di non perdere il senso di quello che non è solo un disturbo ma anche una crisi epidemiologica contemporanea, che si diffonde più velocemente di qualsiasi trattamento attuale messo in campo, sia esso operativo o preventivo.

A cura di Federica Vigna-Taglianti, Luca Acierno, L’utenza piemontese dei Servizi per le Dipendenze Patologiche durante la pandemia da Covid-19. Report sull’utenza dei servizi pubblici per le dipendenze patologiche in Piemonte nel 2020 e 2021 rispetto al 2019: analisi dei dati di sorveglianza epidemiologica dell’OED Piemonte e sintesi dei dati nazionali e internazionali, OED, Grugliasco, 2022, 33 p.
Gli obiettivi principali del report proposto sono: 1) Fornire una panoramica di sintesi dei dati internazionali e nazionali sull’uso di sostanze e sull’assistenza sanitaria fornita ai soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti durante la pandemia da SARS CoV-2; 2) Sintetizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti sul territorio nazionale nel 2020 e 2021, e confrontarli con quelli del 2019, con particolare attenzione per la regione Lazio e l’AUSL Toscana Centro per le quali è reperibile reportistica specifica; 3) Analizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti in Piemonte nel 2020 e 2021, confrontarli con quelli del 2019 e fornire possibili interpretazioni e raccomandazioni.

5174322_FCOVMattia Mazzarese, Caterina Primi, Maria Anna Donati, La peer education è efficace per la prevenzione dei comportamenti di addiction in adolescenti e giovani adulti? Una rassegna sistematica, in Psicologia della Salute, n. 1 (2022), pp. 61-90
La peer education è un approccio molto diffuso a livello internazionale nell’ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio negli adolescenti. Tuttavia, un solo studio ha valutato in modo sistematico l’efficacia di questo approccio nella prevenzione dell’uso di sostanze. Lo scopo della presente rassegna sistematica consiste nel sopperire a questa carenza, valutando l’efficacia degli interventi di peer education rivolti alla prevenzione di comportamenti di addiction negli adolescenti, tra cui anche il gioco d’azzardo.

Alberto Arnaudo, Servizi per le dipendenze e riforma della sanità territoriale del PNRR: una storia (ancora) da scrivere, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 9-11
La Missione 6 del PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) contiene tutti gli interventi a titolarità del Ministero della Salute previsti per la riforma della sanità territoriale. L’autore fa brevemente il punto sulla stato di avanzamento dei progetti. Si veda inoltre, nel medesimo numero della rivista l’articolo di Icro Maremmani … [et al.], Proposta di attivazione di un percorso formativo in Medicina delle Dipendenze ad uso delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università italiane, pp. 21-24.

Alberto Arnaudo, Augusto Consoli, Angelo Giglio, L’ottimismo della ragione, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 8-12
L’articolo racconta e commenta la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze – Oltre la fragilità, che si è tenuta a Genova, il 27 e 28 novembre 2021. La conferenza viene indetta dopo 12 anni dalla precedente ed è stata preceduta da sette tavoli preparatori e da una “Fuoriconferenza”, indetta il giorno prima dalla Rete per la Riforma delle Politiche sulle Droghe. Il dibattito è stato molto influenzato dalle sollecitazioni della Fuoriconferenza e dalle esperienze e riflessioni estere, pertanto si è esteso oltre le dipendenze da sostanze illegali e ha toccato anche le dipendenze da comportamento e l’opportunità della legalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis. Si è parlato anche del progressivo impoverimento delle risorse messe a disposizione del pubblico e del privato sociale e l’intervento di Luigi Ciotti ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prevenzione, di qualificazione e potenziamento dei servizi e non tanto di penalizzazione. Il potenziamento dei servizi per le dipendenze e l’adeguamento ai nuovi bisogni dell’utenza è stato un altro tema fondante della conferenza, così come l’importanza di una prevenzione efficace, moderna e a lungo termine e della sinergia tra pubblico e privato sociale. Sono infine state delineate nuove prospettive nel campo della lotta alle dipendenze anche in riferimento ai contesti di reclusione, alle pene alternative, alle questioni di genere, ai minori e ai migranti. Nel medesimo n. della rivista anche la riflessione di Fabio Lugoboni sullo stato attuale dei servizi per le dipendenze: Parlando di vino in casa dell’oste. Una possibile roadmap per i (poco) ruggenti anni ’20, pp. 31-35.

9788835138273_0_536_0_75Paola Di Nicola, Debora Viviani, Felicità tra libertà e dipendenza: la via impervia per il Paradiso, Franco Angeli, Milano, 2022, 138 p.
Nel nostro immaginario sociale, fatto di idee, pensieri, ideologie, teorie e pratiche, è sorta da pochi decenni una nuova costellazione: felicità, libertà, emozioni, alla quale l’attore sociale guarda con interesse crescente. Tale costellazione indica la via da prendere per arrivare al Paradiso: un nuovo Eden in cui trascorrere l’esistenza senza l’assillo delle premure, delle preoccupazioni e delle inquietudini che il vivere tra gli altri e con gli altri necessariamente comporta. La promessa della felicità si basa su una contraddizione che, in realtà, l’ideologia corrente non ha risolto: il dilemma tra libertà e dipendenza, ovvero pensare e teorizzare che l’esercizio della libertà sia possibile solo se la dipendenza viene annullata. In realtà la dipendenza non si può sopprimere, perché la vita quotidiana è fatta di intrecci, relazioni, connessioni, positive o negative, felici o infelici, gioiose o tristi che costituiscono la rete di un sistema di interdipendenza di cui nessuno può fare a meno, a meno che non si decida di vivere da soli, su un’isola deserta.
Collocazione Biblioteca: 19913

Stefano Canali … [et al.], Linguaggio, narrazione e dipendenze: dalle scienze cognitive alla clinica, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 44 (dic. 2021), pp. 4-56
Si segnalano in questa monografia: “La dipendenza e il sé” di Hanna Pickard sulla concezione della dipendenza come malattia neurobiologica; “Narrative del disturbo da gioco d’azzardo e del disturbo da uso di sostanze. Una analisi multidimensionale per la caratterizzazione dei possibili marcatori narrativi e linguistici delle dipendenze” di Stefano Canali et al.; “Raccontare storie differenti, creare nuove realtà: l’ontologia politica delle biografie sulle dipendenze” di Kiran Pienaar.

Francesco Melozzi, La dipendenza e le dipendenze, in Pedagogika.it, a. 25, n. 3 (lug. – set. 2021), pp. 64-69
La dipendenza è comunemente intesa come un bisogno del soggetto a livello psichico che lo porta a ricercare in maniera compulsiva una certa sostanza. Recentemente, accanto alla dipendenza da sostanze, sono state approfondite anche le dipendenze del comportamento, che portano il soggetto a reiterare in maniera spasmodica uno stesso comportamento. L’autore si interroga su quale possa essere il ruolo della pedagogia in queste problematiche e trova una risposta nella pedagogia di Freire, che propone modelli di intervento educativo, formativo e sociale, basati sul ruolo attivo del soggetto e sulla liberazione personale e collettiva.

9788836250349_0_536_0_75Oliver J. Morgan, Dipendenza, attaccamento, trauma e recovery. Il potere della connessione, Giovanni Fioriti, Roma, 2021, 268 p.
La cornice teorica esposta nel libro, il cui autore è terapeuta e docente universitario, permette di comprendere la dipendenza, integrando la neurobiologia personale e l’ecologia sociale, culminando in un approccio terapeutico che possiamo chiamare “terapia sensibile all’attaccamento”. Il tema centrale del libro è costituito dalla dipendenza e dal recovery, anche attraverso la presentazione di casi clinici. La dipendenza è vista come un esito e un sintomo di condizioni più generali, per cui può essere risolutivo un approccio integrato.
Collocazione Biblioteca: 19056

Alberto Arnaudo, Il mondo delle dipendenze ai tempi del coronavirus. La seconda estate, in Dal fare al dire, a. 30, n. 3 (2021), pp. 8-14
Con questo articolo prosegue la raccolta di contributi sulle conseguenze dell’epidemia da Covid-19 sul mondo delle dipendenze patologiche (n. 1, pp. 7-15 e n. 2 pp. 10-15). Viene descritta l’influenza della pandemia sul piano del mercato e dei consumi a partire dai report dell’EMCDDA e del Dipartimento per le Politiche antidroga e dell’IIS. Altri argomenti trattati nell’articolo sono: la prossima Conferenza Nazionale sulle Droghe (27-28 novembre 2021), le dipendenze nelle carceri, l’alcolidendenza, il gioco d’azzardo patologico, disagio e dipendenza tra gli adolescenti, In conclusione l’autore si chiede che insegnamenti possiamo trarre dalla crisi pandemica, in particolare per quanto riguarda l’approccio telematico in medicina.Sull’argomento si consulti inoltre l’articolo di Paolo Jarre … [et al.], COVID-19 e dipendenze 2, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 10, n. 40 (dic. 2020), pp. 4-52.

Antonietta Grandinetti, Francesco Grieco, Psicoterapia e dipendenze. Dal trattamento supportivo alla cura fenomenologica, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 40-44
Gli autori propongono una riflessione sulla psicoterapia delle dipendenze. Partendo dall’analisi delle caratteristiche complesse e problematiche di questa peculiare psicopatologia, gli autori cercano di ricondurre il canone fondamentale del processo di guarigione al trattamento supportivo. In seguito, ampliando l’argomento, prendono in considerazione la possibilità di un trattamento fenomenologicamente orientato, inserendolo nel novero di quelle psicoterapie più adatte a rispondere agli aspetti tipici di queste condizioni cliniche.

9788874668588_0_536_0_75A cura di Luciano Pasqualotto, Paola Carozza e Mauro Cibin, ICF, salute mentale e dipendenze. Strumenti per la riabilitazione orientata alla recovery, Carocci Faber, Roma, 2020, 242 p.
Il libro traccia le linee per un moderno approccio riabilitativo nella salute mentale e nelle dipendenze basato sulle evidenze internazionali e sulla Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF). In particolare vengono approfonditi alcuni temi che accomunano i contributi dei diversi autori: innanzitutto il focus si sposta dalla condizione patologica verso l’obiettivo della riabilitazione, sintetizzata nel concetto di recovery, che implica il convolgimento attivo della persona nel suo processo di cura, affermando anche la necessità che i percorsi riabilitativi siano orientati all’inclusione sociale. La proposta culturale e metodologica è supportata dagli strumenti ICF-Recovery, sviluppati sulla base di quelli già diffusamente sperimentati nelle dipendenze, atti anche a sostenere in modo appropriato adulti fragili e in situazione di marginalità sociale.
Collocazione Biblioteca: 19054

A cura di Paolo Girardi, Massimo Di Giannantonio, Psicopatologia delle dipendenze, Pacini Editore, Pisa, 2020, 323 p.
Da almeno venti anni si è diffusa una precisa consapevolezza sull’importanza della comorbidità psichiatrica nelle tossicodipendenze, ovvero la copresenza di disturbi psichici e di disagio psicologico in questi pazienti. L’abuso di sostanze può essere alla base di patologie e disturbi psichiatrici. La dipendenza, sovrapponendosi ad altri disturbi, può compromettere il quadro psichiatrico rendendo difficile la valutazione del paziente. Scopo di questo manuale è fornire, attraverso i contributi di autori impegnati da tempo nella ricerca e nella clinica, gli strumenti e le conoscenze utili per individuare un disturbo da abuso di sostanze e facilitare la diagnosi clinica. In quest’ottica il volume costituisce una guida pratica e concisa rivolta a studenti, medici e ad altre figure professionali.
Collocazione Biblioteca: 19014

Gianni Morandi, L’esperienza modenese di valutazione delle dipendenze, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n. 2 (primavera 2020), pp. 33-37
Nell’articolo si intende stimare adeguatamente esiti ed effetti dell’esperienza valutativa introdotta nella cartella regionale dipendenze dell’Emilia-Romagna dal 2008. L’utilizzo dello strumento valutativo, che ci permette comparazioni misurabili dei cambiamenti intervenuti nel tempo sull’utenza trattata terapeuticamente, ha fornito risultati positivi, supportando la validità del lavoro degli operatori anche nelle situazioni meno credibili (interruzioni o abbandoni).

www.mondadoristore2Maurizio Frisina, Sul bordo del caos. Complessità, terapia sistemica e dipendenze, Mimesis, Milano ; Udine, 2020, 253 p.
Questo libro, frutto di diversi anni di esperienza nel campo della clinica delle dipendenze e di insegnamento, propone delle mappe innovative per orientarsi nel paesaggio delle dipendenze. La teoria del caos, la terapia narrativa, la teoria dei sistemi complessi e una visione ricorsiva del tempo sono il filo rosso che guiderà il passaggio dalla teoria alla pratica, dalla classificazione ai modelli di intervento, dall’epistemologia ai numerosi casi clinici. L’autore è psicoterapeuta e co-direttore della Clinique La Ramée, centro d’eccellenza per la terapia delle dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 18984

Francesca Andronico, Lo psicologo clinico e la Prevenzione delle Dipendenze. Un progetto di intervento nella scuola, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 50-54
L’articolo racconta un’attività di prevenzione del disagio giovanile e delle dipendenze, condotta da un’equipe di psicologi clinici presso il liceo statale Orazio di Roma (I e II classi). Il progetto è nato dal convincimento che la scuola, nella società attuale, debba assumere un ruolo diverso da quello esclusivo della didattica, configurandosi come un’istituzione a tutto tondo che diventa luogo di formazione in relazione ai bisogni e alle necessità dei ragazzi, integrando la propria vocazione educativa con l’intervento di esperti esterni. L’intervento è stato formulato secondo i principi della Psicologia di Comunità e attuato attraverso la metodologia della ricerca-azione e della psicoeducazione.

Dipendenza da gioco

Si veda anche la bibliografia “Il gioco d’azzardo e il trattamento“.

Roberto Fiorini … [et al.], Prevenzione al Centro, Il nuovo Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute del Piemonte, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 54-58
L’articolo presenta il Progetto Prox Experience, sulla prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo patologico. Il progetto è nato nel 2014 all’interno delle attività di Promozione della Salute previste nel Piano Locale delle Dipendenze, sviluppatosi poi all’interno del Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute. Nel medesimo numero si segnala anche l’articolo di Sabrina Rizzo, Luca Rossi, Silvia Rosina, Il tema della sfida nei pazienti con disturbo da gioco d’azzardo. Confronto con altre dipendenze e prospettive di intervento, pp. 59-64

cover_issue_1248_it_ITLuca Rossi, Silvia Miceli, Il disturbo da gioco d’azzardo online: buone prassi ed ipotesi di trattamento, in Mission, a. 16, n. 60 (mag. 2023) – on line, pp. 45-48
Il DSM V ha concettualizzato per la prima volta il “Disordine da gioco d’azzardo patologico”, che viene inquadrato tra le dipendenze, all’interno della categoria delle dipendenze “non correlate a sostanze”; mentre nella precedente versione di DSM era classificato come “disturbo del controllo degli impulsi”. C’è un crescente interesse per l’argomento tra clinici e studiosi per migliorare la concettualizzazione, la comprensione e quindi l’identificazione delle migliori opzioni di trattamento. È quindi essenziale considerare il disturbo del gioco d’azzardo in tutta la sua complessità; prestando attenzione anche alla recente crescita del gioco d’azzardo online. Lo scopo di questo articolo è quello di introdurre il fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo, con la dovuta attenzione alla sua declinazione online, e successivamente postulare un percorso di trattamento in considerazione delle sue peculiarità.

Heather Wardle, Sarah Tipping, The relationship between problematic gambling severity and engagement with gambling products. Longitudinal analysis of the Emerging Adults Gambling Survey, in Addiction, vol. 118, n. 6 (giu. 2023) – on line, pp. 1127–1139
Attraverso un’analisi longitudinale su 2080 giovani adulti (età 16-26 anni), lo studio esplora la relazione tra gioco problematico e coinvolgimento in 19 diverse forme di gioco, comprese le attività collegate (come l’acquisto di forzieri virtuali e le scommesse con le “skin” ( sito di gioco online affiliato ad un concessionario autorizzato). Sono state considerate le caratteristiche socio-demografiche e socio-economiche, l’impulsività secondo la scala di Eysenck e il numero di attività di gioco intraprese. Ne emerge che la partecipazione ad alcune attività non è di per sé associata a problemi futuri di gioco, mentre lo è fortemente il coinvolgimento in alcune specifiche forme di gioco, come le macchinette per il gioco elettronico o il gioco online di scommesse con le “skin”.

La nuova campagna di comunicazione della Regione Piemonte sui pericoli da gioco d’azzardo, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 57-59
Presentazione della nuova campagna informativa della Regione Piemonte per contrastare il gioco d’azzardo patologico. Lo slogan scelto è “Perdere tutto non è un bel gioco”.

Immagine 2023-08-24 113853Lucia Coco, Il modello della terapia di coppia focalizzata sulle emozioni applicata al trattamento delle coppie con una problematica di DGA, in Alcologia, n. 49 (2022) – on line, pp. 115-119
All’interno della coppia, l’evento traumatico della scoperta del comportamento di dipendenza è spesso paragonato ad un vero e proprio tradimento e pone i partner davanti alla sfida di ritrovare la loro connessione emotiva. L’articolo propone l’applicazione dell’EFT (la terapia di coppia focalizzata sulle emozioni) e del modello AIRM per la riparazione delle ferite d’attaccamento,per il trattamento di coppie con una problematica di disturbo da gioco d’azzardo (DGA). L’autrice, psicologa psicoterapeuta, descrive l’esperienza all’interno del gruppo multicoppiale del Centro per il trattamento del DGA di Foligno. L’articolo si trova anche sulla rivista Alea Bulletin (coll. Bibl. 3620E).

Marzia Di Girolamo, Andrea Lazzara, Buone prassi nel trattamento del Disturbo da Gioco D’Azzardo, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 57-63
Dopo aver delineato a partire dalla letteratura il concetto di guarigione nelle dipendenze e in particolare nel Disturbo da Gioco D’Azzardo (DGA), l’articolo descrive una ricerca che ha intervistato operatori di 17 équipe di SerT del Piemonte che si occupano di DGA riguardo alla loro rappresentazione di “buone prassi” nel trattamento del DGA (obiettivi, metodi, figure professionali necessarie e variabili che lo influenzano). Vengono descritti i risultati della ricerca.

Luca Biffi … [et al.], Il coinvolgimento dei locali nella prevenzione del gioco d’azzardo: un’azione di corresponsabilità attraverso un codice etico, in Psicologia della Salute, n. 2 (2022), pp. 129-144
Il gioco d’azzardo si è notevolmente diffuso negli ultimi anni in Italia e conseguentemente sono aumentate le preoccupazioni sulle conseguenze negative su salute, economia e società. Lo studio presenta la valutazione di un’azione di coinvolgimento dei locali che offrono gioco d’azzardo in ambito preventivo, attraverso l’adesione ad un codice etico. Sono stati coinvolti 24 esercenti ed è stata realizzata un’analisi del comportamento e dell’atteggiamento differente tra chi ha aderito al Codice etico e chi no.

addLia Nower, Alex Blaszczynski, Wen Li Anthony, Clarifying gambling subtypes: the revised pathways model of problem gambling, in Addiction, vol. 117, n. 7 (lug. 2022) – on line, pp. 1-9
Il “pathways model” è un modello eziologico molto citato del gioco d’azzardo problematico. Negli ultimi due decenni, numerosi studi hanno trovato supporto per l’utilità del modello nella classificazione dei sottotipi di gioco. Gli obiettivi di questo documento erano di perfezionare empiricamente i sottotipi del modello e di rivedere e aggiornare il modello sulla base di tali risultati. E’ stato compiuto uno studio osservazionale in Canada, Australia e U.S.A., che ha utilizzato i dati raccolti da giocatori problematici in cerca di trattamento con il Problem Gambling Severity Index (PGSI) e il Questionario sui percorsi di gioco. (GPQ). Il “pathways model” del gioco problematico rivisto include tre classi di giocatori simili ai tre sottotipi nel modello originale, ma in quest’ultimo modello la classe 3 è distinta dalla classe 2, mostrando un maggior livello di assunzione dei rischi, tratti antisociali e gioco d’azzardo motivato dal desiderio di un significato/scopo e/o di alleviare lo stress. La classe 2 nel modello rivisto dimostra alti livelli di maltrattamento infantile e gioco d’azzardo per far fronte allo stress. Questo studio viene commentato in modo critico nell’articolo di Joël Billieux, … [et al.] e in quello di Anna E. Goudriaan e Marleen M. de Waal.

A cura di Giuseppe Masengo, Valentino Merlo, Il gioco infinito, La media education per contrastare l’azzardo: l’esperienza del progetto Steadygap, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 57-62
Nella programmazione delle attività di contrasto al gioco d’azzardo della Regione Piemonte per gli anni 2021-2022, un’area importante è stata individuata negli interventi di prevenzione realizzati all’interno del setting scolastico. In implementazione e integrazione con le attività territoriali delle singole ASL, la Regione Piemonte ha messo in campo un progetto regionale offerto alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Il progetto è stato affidato al Dipartimento dell’ASL CN2 che lo ha realizzato all’interno delle attività del Centro Steadycam.

A cura di Maurizio Esposito, Lucio Meglio, Sicurezza sociale e gioco d’azzardo, in Sicurezza e scienze sociali, a. 10, n. 1 (gen.-apr. 2022), pp. 7-134
In questo numero della rivista il gioco d’azzardo viene approfondito e osservato attraverso il prisma delle sensibilità, degli approcci e delle visioni differenziate di autori, ricercatori ed esperti del settore. Lo scopo è quello di mostrare i vari volti di uno stesso fenomeno, le sfaccettature di una dipendenza comportamentale che influisce sulla vita degli adulti e dei più giovani e che ha trovato nel web un canale di chiaro e preoccupante sviluppo con innesti e ramificazioni in altri fenomeni di dipendenza, oltre alla lettura che ne viene data dai nuovi media.

9788895425191_0_536_0_75A cura di Amelia Fiorin, Daniela Capitanucci, Manuale operativo di presa in carico clinica nel disturbo da gioco d’azzardo, Publiedit, Cuneo ; Roma, 2022, 426 p.
Il Manuale mira a recuperare e mettere a disposizione modelli competenti e consolidati, buone prassi operative dettate dall’esperienza e dalla ricerca internazionale, in un percorso guidato rivolto ai professionisti per supportarli a muoversi nella complessità della presa in carico del paziente con Disturbo da Gioco d’Azzardo.
Collocazione Biblioteca: 18829

Loredana Acquadro, Alessandro Ganci, La legge “Salva Suicidi” per il sovraindebitamento da gioco d’azzardo. Un Case Report, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 61-63
Le persone affette da DGA non possono usufruire delle misure alternative alla detenzione previste da DPR 309/90 in quanto dipendenti patologicamente da un comportamento, e non, come previsto specificatamente dal DPR, da droghe o alcol. Possono, però, beneficiare, in caso di sovraindebitamento, della cosiddetta Legge “salva-suicidi”, n. 3/22, per la ristrutturazione del debito, purchè dimostrino l’esistenza della dipendenza e la volontà di sottoporsi ad un trattamento. Questa possibilità, nel tempo, sta trovando sempre più applicazione nei tribunali italiani. Nell’articolo è presentato un case report esemplare in merito dalla ASL di Biella.

Sara Rolando, Chiara Ferrari, Gap e accesso al trattamento. La necessità di contrastare i processi di stigmatizzazione, in Dal fare al dire, a. 31, n. 1 (2022), pp. 57-62
L’articolo è tratto dal report “Per me era soltanto un vizio“, frutto di una ricerca-azione finalizzata ad approfondire la comprensione dei fattori che ostacolano o facilitano la richiesta d’aiuto da parte dei giocatori problematici, per fornire al Servizi informazioni utili a incrementare l’accesso al trattamento. La ricerca è stata promossa dall”Asl To3 nell’ambito del Piano Locale Dipendenze ed affidato ad Eclettica. Il progetto prevedeva 30 interviste individuali semi-strutturate a giocatori in trattamento e la realizzazione di un workshop in ciascuno dei territori coinvolti (Cuneo, VCO, To4). Vengono esposti e discussi i risultati che suggeriscono che i tipi di intervento prioritari per fare emergere la richiesta d’aiuto sono quelli orientati a ridurre lo stigma: interventi preventivi ed educativi e interventi di advocacy volti a svelare le tattiche dell’industria del gioco d’azzardo e le proprietà assuefacenti del gambling.

cop2201Anna Ravera … [et al.], Contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 52, n. 1 (2022), pp. 37-40
L’articolo descrive un’esperienza pilota di attivazione di comunità per la promozione della salute, dove enti pubblici e terzo settore hanno stipulato un accordo operativo per il contrasto al gioco d’azzardo, nel Municipio 4 del Comune di Milano.

A cura di Giuseppe Licari, Indagini antropologiche e psico-pedagogiche nella formazione di adolescenti e nel contesto socio-sanitario, in Narrare i gruppi, vol. 17, n. 2 (dic. 2021) – on line, pp. 157-235
Questo numero monografico affronta, con un taglio antropologico e psico-pedagogico, temi e riflessioni che si pongono l’obiettivo d’indagare problematiche legate allo sviluppo dell’identità, personale e professionale, degli adolescenti. Si segnala in particolare l’articolo di Antonino Giorgi e altri, “Il gioco d’azzardo: comportamenti e percezioni in un campione di adolescenti”, una ricerca svolta in tempi di Covid che si rivolge anche, e soprattutto, alla realtà scolastica e coinvolge attivamente i docenti a fini preventivi.

Alberto Arnaudo, La nuova legge per il contrasto al gioco d’azzardo patologico in Piemonte. Legge Regionale n. 19 del 15 luglio 2021, in Dal fare al dire, a. 30, n. 3 (2021), pp. 57-64
L’articolo presenta il disegno di legge (DDL) per il contrasto del gioco d’azzardo in Piemonte e il relativo dibattito nella società civile. La legge in particolate propone, tra l’altro, nuove regole per il distanziamento dai luoghi sensibili, fasce orarie di apertura unificate e azioni di contrasto e prevenzione della dipendenza. Si consulti inoltre l’articolo a cura del medesimo autore, Revisione della legge n. 9/2016 per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. I Risultati della prima discussione in Consiglio Regionale del Piemonte, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 50 – 51 e il documento Le politiche di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico in Piemonte- L’evoluzione del fenomeno, l’attuazione della legge regionale n. 9/2016 e le attività del piano triennale, Iamma.it, [s. l.], 2021, 43 p.

downloadGraziano Bellio, Le curve di rischio dell’azzardo; perché è importante studiarle e definirle, in ALEA Bulletin, a. 9, n. 2 (2021) – on line, pp. 20-24
Quando si parla di “curve di rischio” per il gioco d’azzardo si intende la realizzazione di grafici che mettono in relazione l’andamento del rischio o la problematicità azzardo correlata con consumi crescenti di azzardo. Tali studi servono al fine di comprendere se sia effettivamente possibile giocare d’azzardo in modo moderato e sicuro, a quale livello di consumo inizi a evidenziarsi un rischio e quale rischio esista in corrispondenza alle diverse entità di consumo, in modo da definire programmi di prevenzione e politiche protettive sull’azzardo. Non c’è accordo tra i ricercatori attualmente su quale forma abbia la curva del rischio per il gambling e se il rischio sia presente sin dai livelli più bassi di consumo, perchè le variabili da prendere in considerazione sono molteplici, tuttavia secondo l’autore e gli ultimi studi presi in considerazione l’azzardo è un comportamento a rischio ad ogni livello che si aggiunge ad altri comportamenti a rischio socialmente accettabili quali il fumo e il consumo di alcol. Sta dunque ai decisori politici decidere decidere quali siano livelli di rischio socialmente accettabili, mentre è compito della comunità scientifica mantenere alta l’allerta su questi temi. Nel medesimo numero della rivista si segnala anche l’articolo di Mauro Croce, Offerta di gioco e sviluppo di problematicità: quale relazione?, pp. 25-33

Loredana Acquadro, Manuela Vinai, Osservazione all’interno delle sale gioco: considerazione sui primi dati qualitativi emersi da una ricerca. Azione sul territorio biellese, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 54-60
Sul territorio biellese è presente il Tavolo Provinciale Gioco d’azzardo che riunisce tutte le realtà pubbliche e del privato sociale che attuano azioni di prevenzione e cura del Gioco d’azzardo Patologico. Nonostante le ingenti forze e i finanziamenti messi in campo si è rilevata una forte difficoltà da parte di questo tipo di utenza nel chiedere aiuto, pertanto si è pensato di fare ricerca sul campo, nelle sale gioco. La ricerca, affidata alla società cooperativa QRS, si proponeva di individuare e caratterizzare la rete territoriale che a vario titolo “intercetta” giocatori patologici; individuare le principali caratteristiche dei giocatori presenti sul territorio e i percorsi di vita ricorrenti; definire strategie comunicative efficaci per incrementare sia l’emersione del fenomeno, sia la richiesta d’aiuto. La metodologia adottata, una ricerca-azione prevalentemente di tipo qualitativo, prevedeva interviste, visite informali e osservazioni sistematiche. Nell’articolo vengono descritte le sale-slot “da dentro”, le regole di comportamento, il punto di vista dei gestori, la relazione dei gestori con le istituzioni e le proposte di intervento.

Pekka Sulkunen … [et al.], Limitare l’azzardo. Gioco, scienza e politiche pubbliche, Carocci, Roma, 2021, 302 p.
Il libro offre una riflessione sistematica sul gioco d’azzardo in un’ottica di salute pubblica. E’ rivolto in particolare ai decisori politici, chiamati a prevenire e ridurre i problemi provocati dalla crescita esponenziale dell’offerta di gioco avvenuta in gran parte del mondo nel XX secolo. Gli autori, appartenenti a un gruppo di ricerca internazionale sul tema, descrivono il contesto storico in cui l’industria del gioco d’azzardo si è sviluppata e la sua diffusione a livello globale e discutono alcune delle attuali forme di regolamentazione sulla base delle evidenze scientifiche disponibili. L’analisi delle politiche pubbliche mette in evidenza gli ostacoli politici ed economici a una buona regolamentazione, ma porta anche solide ragioni a supporto dell’introduzione di interventi atti a proteggere la salute della popolazione. La postfazione contiene l’articolo “La regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia e il “caso Piemonte”: un’efficace policy di contenimento dell’offerta di Sara Rolando e Paolo Jarre, che integra le evidenze internazionali presentando i risultati di una valutazione multidisciplinare dell’impatto della legge piemontese e della sua efficacia nella riduzione dell’offerta.
Collocazione Biblioteca: 18829

C9788865164082_0_536_0_75laudio Forleo, Giulia Migneco, La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma, Altra Economia, Milano, 2021, 160 p.
La patologia di disturbo da gioco d’azzardo produce effetti devastanti sulle persone, inoltre il settore legale dell’azzardo è pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata che alimenta un mercato parallelo di gioco clandestino. Lo stato incassa oltre 10 miliardi di euro all’anno, ma le entrate sono inferiori ai costi sociali e sanitari. Con il contributo di esperti, addetti ai lavori, questo libro affronta tutti gli aspetti della “pandemia da azzardo”, offrendo a Stato ed Enti locali indicazioni concrete per attuare riforme ed azioni per prevenire il fenomeno. Il testo si avvale di una prefazione di Federico Cafiero de Raho, Procuratore nazionale antimafia.
Collocazione Biblioteca: 18955

A cura di Sara Rolando, Chiara Ferrari. Per me era soltanto un vizio- Lo stigma e altre barriere all’accesso al trattamento per gioco problematico, Eclectica, Torino, 2021, 54 p.
La ricerca è partita dalla premessa che solo una minima parte delle persone che presentano un profilo di gioco problematico si rivolge a un servizio di trattamento, dato rilevato dalle ricerche internazionali. Attraverso la realizzazione di trenta interviste in profondità nelle aree di competenze di tre ASL piemontesi, si è indagato su quali siano queste barriere dal punto di vista di giocatori in trattamento presso il SerD o altri servizi (terapeuti privati, comunità terapeutiche, G.A.) e di giocatori non in trattamento. I dati analizzati sembrano indicare che i processi di stigmatizzazione che riguardano sia i giocatori problematici sia i servizi pubblici dedicati, costituiscono la barriera principale. Risulta evidente che il gioco d’azzardo è ancora concepito da molti come un “vizio” e dunque attribuito alla responsabilità dell’individuo, mentre fatica ad affermarsi pienamente il concetto di gioco quale problema di salute. Per giunta il giudizio morale è introiettato dai giocatori stessi, che finiscono per auto-stigmatizzarsi, Lo stigma che investe servizi per le dipendenze è un problema di vecchia data. Lo studio prospetta infine alcuni interventi da fare per agire sullo stigma.

Mauro Croce, Andrea Gnemmi, La peer education in epoca di coronavirus. Prevenire i nuovi rischi: gambling online, abuso dei device (e contagio), in Animazione Sociale, n. 1/342 (2021), pp. 32-38
L’epidemia da coronavirus e le conseguenti chiusure sono state buone alleate di tante forme di dipendenza che passano dall’uso intensivo dei device digitali, tra cui il gioco d’azzardo online. Si comprende quindi l’attualità della prevenzione e soprattutto l’importanza di utilizzare un metodo quale la peer education. Questa infatti è un modo di favorire l’elaborazione autonoma del pensiero critico che emerge proprio dal gruppo dei pari che, se adeguatamente formato e informato, può rappresentare una sorta di controcultura in grado di superare le insidie che il modello consumistico pone. La stessa modalità si potrebbe utilizzare per fare prevenzione del contagio da coronavirus.

9788813376550Sarah Grieco, Gli strumenti giuridici nella cura delle nuove dipendenze: il disturbo da gioco d’azzardo, Cedam, Padova, 2021, 144 p.
Lo spunto per un testo interdisciplinare nasce dalla recente attività di formazione svolta, nel gennaio 2020, nell’ambito del “Piano locale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico” della ASL di Frosinone. Questo lavoro intende essere uno strumento fruibile anche per gli operatori a cui è affidato il compito di indirizzare i giocatori patologici e le loro famiglie, nel fronteggiare le questioni giuridiche più frequentemente connesse alle situazioni vissute. Dopo un approfondito esame della normativa vigente in tema di gioco d’azzardo, l’analisi si concentra sui principali istituti forniti dal codice civile, utili alla gestione dei debiti in essere e ad arginare il dissesto, apprestando una tutela anche alle famiglie. Vengono, poi, affrontate le questioni più rilevanti in ambito di crisi coniugale e genitorialità, fino a giungere ai più recenti approdi giurisprudenziali in termini di imputabilità e continuazione dei reati.
Collocazione Biblioteca: 18949

Marinella Cimatoribus, Rolando De Luca, Storie d’azzardo in terapia di gruppo, ACLI, Gorizia, 2021, 161 p.
Questo libro-memoriale racchiude le storie personali di donne e uomini giocatori d’azzardo e delle loro loro famiglie Sono state dedotte dalla consultazione di oltre ottocento verbali (scrittura collettiva fuori regola) redatti a turno dai partecipanti ad un gruppo terapeutico per giocatori e loro familiari. Marinella Cimatoribus ha frequentato la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari; Rolando De Luca, Psicologo Psicoterapeuta è fondatore e responsabile del Centro di Terapia di Campoformido/Faedis per giocatori d’azzardo e le loro famiglie dove conduce dieci gruppi terapeutici.

Serena Corio, Alessio Giampà, Simona Paciotti, Il gioco d’azzardo patologico. Perdersi e perdere tutto, L’asino d’oro, Roma, 2021, 142 p.
Gli autori, psicoterapeuti, spiegano come il gioco d’azzardo possa diventare una vera e propria dipendenza senza sostanza, che è in grado di rovinare la vita di una persona e di quelle che le sono vicine, con gravissime conseguenze psicologiche, ma anche sociali, economiche e legali. Il gioco patologico che ha acquistato una sempre maggiore diffusione tra i giovani e tra le donne, è una conseguenza di un malessere sottostante e più profondo che va affrontato e curato, soprattutto con la psicoterapia, per poter uscire dalle maglie della dipendenza.
Collocazione Biblioteca: 19720

9788835114765_0_536_0_75A cura di Massimo Corti, Emiliano Monzani, Gioco d’azzardo e giocatori tra rete territoriale e sviluppo scientifico, Franco Angeli, Milano, 2021, 248 p.
Quando dobbiamo parlare di gioco d’azzardo e quando di ludopatia? Quali sono gli interventi di cura? È possibile fare prevenzione? Il volume, a cura di un medico specialista in tossicologia e di uno psichiatra e psicoterapeuta, offre una visione d’insieme sul fenomeno del gioco d’azzardo, sui giocatori e sui possibili disturbi, partendo da una narrazione storico-culturale e trattando i diversi aspetti da differenti punti di osservazione. Il libro vuole essere un utile strumento non solo per i professionisti del settore ma anche per quanti, interagendo nella più ampia rete territoriale, siano interessati al fenomeno in ambito preventivo, di ascolto o di cura.
Collocazione Biblioteca: 19864

Paolo Jarre, Filippo Torrigiani, I dati dell’anno 2020 del gioco d’azzardo in Italia e in Piemonte, in Dal fare al dire, a. 30 n. 1 (2021), pp. 54-58
I dati sul gioco d’azzardo in Italia e in Piemonte nel 2020 erano particolarmente attesi per capire quanto il confinamento e le restrizioni imposte per il Covid-19 avessero influito sul comportamento dei giocatori d’azzardo. Sarebbe dunque stato più interessante avere dati disaggregati per mese o per settimana, ma non è stato così. Tuttavia è possibile comunque trarre insegnamento dal quadro emerso, che sembrerebbe indicare una generale diminuzione del gambling nel primo anno di pandemia, sia per quanto riguarda la situazione italiana, sia per il Piemonte.

Ginetta Fusi … [et al.], Covid-19 e giocatori d’azzardo patologici: osservazioni su fattori di rischio e di protezione, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 87-96
Lo studio GAPS#iorestoacasa condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa ha rilevato il cambiamento dei comportamenti di gioco nel periodo di lockdown. È stata registrata una generale diminuzione del gioco fisico, con più del 35% dei giocatori che ha ridotto le puntate e quasi il 23% che ha smesso, mentre un intervistato su tre ha dichiarato di aver aumentato le giocate online. Tra gli habitué del gioco fisico il 12% ha continuato anche durante l’isolamento e circa il 10% ha puntato sul web. All’interno dell’articolo sono trattati sia i fattori di rischio che quelli protettivi osservati durante il confinamento per la pandemia da Covid-19 nei pazienti giocatori; viene presentato il gruppo motivazionale proposto agli utenti e ai loro familiari, e infine condivisi gli elaborati prodotti mediante una tecnica autobiografica proposta come strumento di espressione e gestione dei vissuti emotivi fortemente destabilizzanti di tale periodo.

9788864435954_0_536_0_75Emanuela Atzori … [et al.], Gaming patologico. Quando il gioco diventa pericoloso, L’asino d’oro, Roma, 2021, 146 p.
Gli autori indagano su quando e perché il gioco diventa pericoloso, come questo possa rappresentare un rischio per la salute, e come si può riconoscere e affrontare un disturbo da gaming patologico. Nel volume proposto viene tracciato un quadro delle caratteristiche peculiari del gioco e dei video­giochi in particolare, del cui utilizzo, ormai diffuso a ogni età, sono evidenziati i rischi. Emerge chiara­mente che la responsabilità dello sviluppo del “gaming disorder” non può essere imputata allo strumento tecnologico in sé e che non è sufficiente intervenire con divieti e regole per affrontare il problema. Le cause della dipendenza da videogiochi, così come di altre dipendenze patologiche, vanno individuate nella ricerca compulsiva di stimolazioni sensoriali, dovuta a una perdita di sensibilità, che va ricreata in uno specifico rapporto di cura, la psicoterapia.
Collocazione Biblioteca: 19698

Antonio Musio, Gioco autorizzato e rimedi civilistici, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2020, 236 p.
Il volume tratta il tema del gioco d’azzardo. Partendo da un excursus storico di come il gioco sia passato dall’essere immorale e illegale alla sua regolamentazione in quanto contratto, il libro studia l’evoluzione del fenomeno dall’ottica della legislazione, e quali sono i limiti entro cui il gioco, oltre ad essere autorizzato, sia anche rispettoso delle leggi a tutela del cittadino, concentrandosi in particolare sui temi degli obblighi informativi verso il giocatore, dell’incapacità d’intendere nel giocatore patologico, e dei minori come soggetto particolarmente a rischio. L’autore è docente di Diritto privato presso l’Università di Salerno.
Collocazione Biblioteca: 18836

Adriana Iozzi, Laura Angelica Berni, Paola Trotta, Le Giocatrici. Dalle grandi donne della storia alle moderne gamblers dei tempi attuali. Gioco d’azzardo patologico nei servizi per le dipendenze patologiche nell’ottica della differenza di genere, in Alcologia, n. 41 (2020) – on line, pp. 67-80
Nei nostri Servizi per le Dipendenze ora si ragiona anche di soldi e di debiti oltre che di sostanze d’abuso e controlli urinari; già questo cambia le cose, rivoluziona per molti operatori il modo di accogliere e valutare le persone che accedono ai Ser.D. e impone di rivolgere un differente sguardo alla Dipendenza. Quando si tratta di donne e gioco d’Azzardo Patologico l’intreccio si complica, i confini si allargano, poiché si parla anche di storia, di società, di condizione femminile, di famiglie e di idee. Quello che proveremo ad esplorare è una differenza di genere che dobbiamo tenere a mente e che ci deve guidare nelle risposte che siamo chiamati a dare alle giocatrici che a noi si rivolgeranno in numero sempre maggiore. Per quento riguarda le più giovani si consulti l’articolo di Maria Anna Donati … [et al.], Il gioco d’azzardo nelle adolescenti: analisi del comportamento e dei fattori di rischio attraverso la Gambling Behavior Scale for Adolescents (GBS-A), in Psicologia della Salute, n. 2 (2020), pp. 97-119

9788891790088_0_536_0_75Fabio Lucchini, Il gioco d’azzardo problematico. Politiche e impatti sociali, Franco Angeli, Milano, 2020, 91 p.
E’ ormai riconosciuto quanto siano rilevanti le ripercussioni economiche, psicologiche e relazionali dei comportamenti di gioco eccessivo sull’individuo e il suo ambiente sociale, specialmente con l’aumento delle occasioni di gioco a partire dagli anni Duemila. Il volume intende pertanto approfondire l’impatto del gioco d’azzardo problematico, riflettendo sulla associazione tra indicatori di posizione sociale e fenomeni connessi alla salute. Dopo un’attenta descrizione delle politiche sul gambling e un’analisi sociologica del profilo dei giocatori problematici, viene presentata la più recente ricerca italiana sui costi sociali del fenomeno (sanitari, di disoccupazione e mancata produttività, suicidi, rotture familiari e problemi legali). L’autore è dottore di ricerca in Sociologia applicata.
Collocazione Biblioteca: 18751

Alessandra Faraudello, Gioco d’azzardo e la sua dipendenza: evoluzione del fenomeno ed impatti economici, Pearson Italia, Milano, 2020, 160 p.
Il volume intende approfondire il tema del gioco d’azzardo e della sua dipendenza, nonché gli effetti collaterali e le conseguenze dirette e indirette che colpiscono i soggetti coinvolti. Importante è anche analizzare i flussi economici assai significativi generati dal gioco d’azzardo, anche come incasso per l’Erario. L’autrice è docente in Economia Aziendale presso l’Università del Piemonte Orientale.
Collocazione Biblioteca: 18967

Manuela Vinai, I giocatori. Etnografia nelle sale slot della provincia italiana, Meltemi, Milano, 2020, 153 p.
L’autrice, tramite un affascinante racconto etnografico, svela i falsi miti del giocatore dannato e irrazionale, accompagnando il lettore in un viaggio nelle sale slot della provincia italiana con sguardo lucido, partecipante e privo di pregiudizi. In questi luoghi si perdono le prerogative delle gerarchie sociali e tutto si annulla, resta solo il gioco.
Collocazione Biblioteca: 18956

9788833002064_0_536_0_75Adolfo Antonio Bonforte … [et al.], Ludopatia. Aspetti psicologici, sociologici, penali e amministrativi con annotazioni giurisprudenziali e prontuario, Primiceri, Padova, 2020, 198 p.
Nel presente volume vengono analizzate le complesse sfaccettature e problematiche legate alla dipendenza da gioco d’azzardo, anche in relazione ad altre patologie come la dipendenza affettiva, il ritiro sociale (sindrome Hikikomori). La ludopatia viene qui affrontata dal punto di vista antropologico, sociologico e psicologico e da quello normativo, spaziando dal diritto penale al diritto amministrativo e parlando diffusamente anche di riciclaggio e usura . L’obiettivo è consentire al lettore di muoversi agevolmente tra i vari argomenti, approfondendo la propria conoscenza rispetto alla complessa dimensione del fenomeno, fornendo supporti e indicazioni utili a tutti coloro che, per interesse personale, motivi di studio o per esigenze di pratica professionale, siano interessati all’argomento.
Collocazione Biblioteca: 19277

Paolo Jarre, Le attività del Piano Regionale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico e il punto sugli effetti protettivi della Legge Regionale 9 del 2016, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 55-58
Nel presente articolo il Coordinatore Servizi per il Disturbo da Gioco D’Azzardo della Regione Piemonte illustra le attività del Piano Regionale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico previste per gli anni 2016-2020. Espone inoltre i risultati dello studio GAPS del CNR di Pisa per il Piemonte nel 2018 e nel 2019. Si veda anche, dello stesso autore l’articolo L’intesa Stato-Regioni sul gioco d’azzardo di stato. Tutto a posto e niente in ordine, in Dal fare al dire, a. 26, n.3 (2017), pp. 8-12 e, sul medesimo argomento, l’articolo di Gaetano Manna, Legge Regionale n. 9 del 2016 sul gioco d’azzardo patologico. Il punto sulle attività di interesse sanitario in corso in Piemonte, in Dal fare al dire, a. 28, n. 2 (2019), pp. 59-64

Dipendenza affettiva

Paolo Antonelli, Le dipendenze affettive. Quando amare fa male, Giunti Psychometrics, Firenze, 2022, 240 p.
Il volume fornisce una disamina della dipendenza affettiva basata sulla letteratura scientifica, per spiegare cosa sia, come venga concettualizzata e come si possa manifestare; inoltre, ne analizza le cause e descrive le strategie e tecniche di intervento per affrontarla e superarla. In questa condizione, sempre più diffusa nel mondo contemporaneo, l’amore si trasforma in abitudine a soffrire, portando gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali. La relazione di coppia viene vissuta come un prerequisito indispensabile per la propria esistenza e ciò rappresenta l’antitesi dell’amore verso sé stessi. L’autore è psicologo e psicoterapeuta esperto di nuove dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 19852

9788859034827_0_536_0_75 Antonella Lebruto … [et al…], Dipendenza affettiva. Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo-comportamentale, Erickson, Trento, 2022, 246 p.
La Dipendenza affettiva è comparabile alle dipendenze comportamentali e si caratterizza peculiarmente per il timore della perdita relazionale. Partendo dal suo inquadramento nosografico e dalla sua eziopatogenesi, questo lavoro propone un modello di funzionamento del disturbo e il corrispondente protocollo di valutazione e trattamento. Nel volume sono presenti numerosi esempi di schede che possono essere utili al terapeuta nel processo di costruzione della concettualizzazione cognitivo-comportamentale dei casi e nel loro trattamento. Al fine di consentire una valutazione che tenga conto della complessità degli aspetti clinici di questa condizione, e data la carenza in letteratura scientifica di strumenti specifici, il libro include un nuovo strumento clinico per la valutazione e la diagnosi: l’INLOAD (Inventory for Love Addiction, a cura di Antonella Lebruto).
Collocazione Biblioteca: 19861

Paolo Antonelli … [et al.], La dipendenza affettiva oggi: concettualizzazione, valutazione e trattamento, in Rivista di sessuologia clinica, a. 27, n. 1 (2021), pp. 45-65
L’articolo intende fare il punto sulla dipendenza affettiva, una forma di amore ossessivo ed esasperato nei confronti del partner, che nuoce al benessere della persona. Nella prima parte vengono trattate la definizione, la fenomenologia e la prevalenza di questa condizione, esponendo anche le principali teorie e le considerazioni diagnostiche per differenziarlo da altre patologie simili. La seconda parte riporta le varie ipotesi sull’eziologia della dipendenza affettiva, le principali misure per il suo assessment e i trattamenti finora proposti.

9788843096930_0_536_0_75A cura di Elena Cabras e Valeria Saladin, La dipendenza affettiva. Testimonianze e casi di manipolazione e violenza, Carocci, Roma, 2020, 101 p.
Il testo analizza le tante facce dell’affettività al di là del genere e dell’orientamento sessuale attraverso le testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto in prima persona storie di dipendenza affettiva e che descrivono come una relazione amorosa possa trasformarsi in uno spazio fertile per la prevaricazione e la violenza. Rapporti interpersonali in cui la vittima, che non sempre o immediatamente percepisce di esserlo, mette in atto condotte autodistruttive in nome di un amore che non esiste se non nel proprio immaginario. Comportamenti che mantengono, anche per lungo tempo, una relazione malata grazie a un circuito co-costruito fatto di sudditanza, insicurezza e bisogno di conferme da un lato e di coercizione psicologica e fisica dall’altro. L’introduzione dà particolare spazio al tema dell’uomo maltrattato e della dipendenza affettiva al maschile.
Collocazione Biblioteca: 19051

Simonetta Vernocchi, Stalking. Un fenomeno sommerso, Lupetti, Milano, 2020, 232 p.
Lo stalking è un fenomeno sommerso che difficilmente viene denunciato, soprattutto se si verifica in ambito familiare. I centri d’ascolto, le interviste anonime, i data-base dei servizi di emergenza-urgenza ci offrono un quadro più complesso rispetto ai dati delle fonti ufficiali. Parlare di stalking è parlare di controllo, anzi di ipercontrollo, di gelosia, di possesso e non ultimo di violenza. La violenza domestica è spesso preceduta da anni di stalking, sopportato e tollerato dalle vittime. Nella prima parte il testo analizza i dati della letteratura, nella seconda il comportamento iper-controllante alla luce delle recenti classificazioni, la psicodinamica dell’ipercontrollo, della gelosia, del possesso e dell’evoluzione violenta dello stalker. Infine, il testo si occupa della psicodinamica della vittima, per cercare di capire come mai alcune relazioni familiari, amicali, sentimentali veramente tossiche si protraggono per anni nonostante la sofferenza di chi ne resta invischiato.
Collocazione Biblioteca: 18929

Dipendenza da internet

Si veda anche la bibliografia su “Nuove generazioni e tecnologie – Aspetti patologici.” e “Hikikomori e ritiro sociale

Elle Larsen … [et al.], Excessive smartphone use and addiction: When harms start outweighing benefits, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 586-588
L’uso eccessivo dello smartphone può diventare un problema serio per alcuni individui e dovrebbe essere indagato all’interno e all’esterno del quadro della dipendenza, con un’attenta considerazione dell’equilibrio tra effetti positivi e negativi dell’uso, nonchè delle dinamiche individuali nel tempo. L’aumento dell’uso dello smartphone va in parallelo con l’aumento delle preoccupazioni riguardanti il potenziale effetto negativo del suo uso eccessivo sulla salute mentale, l’attività lavorativa e scolastica e le relazioni interpersonali.

Jessika Robiolo, … [et al.], Centro di Prevenzione Regionale e Promozione della Salute. Un’esperienza condivisa, in Dal fare al dire, n. 2 (2023), pp. 61-63
Il Dipartimento Dipendenze dell’Asl Città di Torino ha ricevuto dal Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute del Piemonte il mandato di realizzare un percorso “Virtual Reality”, rivolto a bambini e ragazzi dai 6 ai 19 anni e agli adulti per loro significativi (genitori, insegnanti e educatori). Il gruppo di lavoro era costituito da operatori del servizio pubblico e del privato sociale (tra cui l’associazione Aliseo). In questo percorso, progettato per promuovere stili di vita sani e consapevoli, all’interno di una cornice ludico-didattica, vengono affrontate tematiche quali l’alcol, il gioco d’azzardo, le tecnologie e i social network. In questo articolo i referenti degli enti del privato sociale raccontano la loro esperienza nella progettazione e realizzazione di questa attività di prevenzione.

psico obbCaterina Parisio … [et al.], Hikikomori. Tra isolamento sociale e nuove solitudini, in Psicobiettivo, a. 42, n. 2 (mag.-ago. 2022), pp. 25-187
In questo numero monografico della rivista sono raccolti numerosi contributi, esperienze cliniche e di ricerca, riguardanti il fenomeno dell’hikikomori e delle nuove forme di ritiro sociale. Gli autori mettono in risalto la centralità del ritiro sociale vissuto e sperimentato in casa, confrontandolo con aspetti di contesto peculiari delle diverse fasi del ciclo vitale, dalla preadolescenza al giovane adulto, passando dalla scuola al mondo del lavoro. Si consulti anche l’intervista a Marco Crepaldi nell’articolo di Caterina Fazion, Chi sono gli Hikikomori?, Fondazione Umberto Veronesi – Magazine, Milano, 2022, 11 p.

IAD: Smart guide, Centro Nazionale dipendenze e doping, Roma, 2022, 15 p.
Prevenire la dipendenza da internet promuovendo percorsi educativi e favorire il trattamento dei comportamenti compulsivi. Sono questi i due obiettivi del progetto Rete senza fili. Salute e Internet Addiction Disorder (IAD): tante connessioni possibili, coordinato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute e il coinvolgimento di 7 Regioni. La dipendenza da Internet si riferisce a qualsiasi comportamento compulsivo correlato alla rete che provoca difficoltà nello svolgimento dell’attività lavorativa, nei rapporti affettivi, interferendo con lo svolgimento delle attività quotidiane. Il progetto si propone di informare sul pericolo dell’uso eccessivo di Internet e degli strumenti tecnologici (social media, videogiochi, Internet), migliorando le competenze dei ragazzi (life skill) e favorendo l’accesso dei soggetti a rischio ai servizi sociosanitari. Le attività per la ricognizione delle risorse territoriali che si occupano della presa in carico e trattamento delle problematiche legate all’uso di internet, attraverso una mappatura dei centri in Italia hanno consentito al gruppo di lavoro di individuare anche un gap informativo su questa tematica, colmato con la realizzazione di tre opuscoli informativi: definizioni, prevenzione e trattamento. Il presente opuscolo è quello sulle definizioni. Al medesimo link si trovano gli opuscoli su prevenzione e trattamento (con metodologia cognitivo-comportamentale), che hanno il medesimo numero di pagine.

A cura di Adele Minutillo … [et al.], Dipendenze da Internet, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2022, 125 p.
Lo scopo di questo rapporto è fornire una panoramica sulle principali problematiche legate all’uso di Internet come contributo per la creazione di definizioni condivise e studi confrontabili. La prima parte illustra la sintesi della letteratura scientifica di riferimento con particolare attenzione alla definizione dei costrutti, alle principali evidenze sui trattamenti e sulle strategie di prevenzione della dipendenza da Internet; un capitolo è dedicato alla presentazione del fenomeno emergente del ritiro sociale (hikikomori) e delle sue implicazioni con la dipendenza da Internet. La seconda parte descrive il progetto “Rete senza fili. Salute e Internet Addiction: tante connessioni possibili” e le attività di alcune Unità Operative del progetto. Infine, la terza parte sintetizza alcune esperienze pratiche delle risorse territoriali sociosanitarie che hanno partecipato al Tavolo Tecnico per la mappatura e censimento delle risorse territoriali per le dipendenze da Internet.

61bvqUCfkHL._AC_UF1000,1000_QL80_Luca Bernardelli, Guida psicologica alla rivoluzione digitale. I pericoli delle tecnopatologie, le opportunità delle psicotecnologie, Giunti, Firenze, 2022, 187 p.
La rivoluzione digitale ha da tempo innescato una silenziosa e dirompente rivoluzione psicologica. Le nuove tecnologie hanno, infatti, modificato il funzionamento del nostro cervello, trasformando comportamenti e stili di vita. I professionisti della salute mentale (e figure di riferimento quali genitori, insegnanti, manager e politici) sono quindi chiamati a sviluppare una nuova consapevolezza sui rischi psicofisici, relazionali e sociali e, al tempo stesso, sulle opportunità benefiche per la mente, derivanti dalle piattaforme e dai dispositivi digitali odierni. Storicamente, discipline come la psicologia e la psichiatria hanno tenuto a debita distanza la tecnologia, spesso considerata disumanizzante e antitetica al rapporto d’aiuto, ma l’impulso delle neuroscienze, le nuove lauree a tema psicodigitale, l’ampia disponibilità di device, gli ingenti investimenti nel settore della salute mentale digitale, impianti normativi che spingono verso innovative terapie digitali e, non ultima, la pandemia, stanno contribuendo a trasformare definitivamente questo rapporto.
Collocazione Biblioteca: 19699

Graziano Bellio, Il disturbo da videogioco nel nuovo ICD-11, in ALEA Bulletin, a. 10, n. 1 (2022) – on line, pp. 28- 32
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, delinea le differenze dei due sistemi nosografici ICD e DSM e illustra le linee guida diagnostiche del Disturbo da Videogioco nel nuovo ICD-11. Riporta inoltre le principali perplessità e i disaccordi in merito. Sottolinea soprattutto che la letteratura sulla epidemiologia e sui trattamenti ha basi empiriche piuttosto deboli ed è possibile scivolare facilmente verso una inappropriata medicalizzazione dei comportamenti eccessivi. Importante è dunque rilevare la eventuale presenza di una compromissione personale e sociale significativa, uno dei pochi elementi che può aiutare a distinguere un consumo intensivo normale da un consumo patologico di videogiochi.

A cura di Silvia Biagioni, Simone Sacco, Sabrina Molinaro, I comportamenti a rischio tra gli studenti. Italia. Rapporto di Ricerca sui comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca attraverso lo studio ESPAD®Italia 2021, CNR, Pisa, 2022, 298 p.
Lo studio ESPAD®Italia viene condotto annualmente dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (IFC-CNR) a partire dal 1999. Questo permette, attraverso un questionario anonimo e auto-somministrato, il monitoraggio dei comportamenti a rischio e delle abitudini degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Le tematiche affrontate sono molteplici: l’utilizzo di sostanze psicoattive legali e illegali, l’utilizzo di Internet, il cyberbullismo, il gioco d’azzardo o ai videogame e altri fenomeni come il ritiro scolastico e l’isolamento sociale. Per quanto riguarda il trend dei consumi, nel 2020, anno della pandemia da COVID-19, si è osservata una generale diminuzione del consumo di tutte le sostanze psicoattive. Nell’ultima rilevazione le percentuali sono invece tornate a crescere pur non raggiungendo, nella maggior parte dei casi, i livelli pre-pandemici. Il cyberbullismo, nel 2021, ha coinvolto il 46% degli studenti come vittima e il 29% come autore. Poco diffuso è il fenomeno dell’internet challenge, mentre molto diffuso è l’uso di videogames ed anche il gioco d’azzardo. In crescita i comportamenti violenti. Viene inoltre per la prima volta preso in considerazione il ritiro sociale.

SU_283_copertina_page-0001-768x1087Giulia Bini, Ilaria Piaggesi, Stefania Bargagna, Videogame, come diventa una dipendenza?, in La Salute umana, n. 283 (lug. – set. 2021), pp. 15-22
Il tempo passato sui videogiochi è sempre più in aumento, specialmente con il lockdown del 2020, con numerosi casi in cui si possono riconoscere i segni di una vera e propria dipendenza. L’articolo esplora la letteratura scientifica dedita a riconoscere e analizzare l'”Internet Gaming Disorder”. Si interroga inoltre sugli effetti dell’evoluzione della tecnologia e dell’appeal dei giochi, sui vantaggi e sui punti di forza dei videogiochi, sugli effetti in ambito socio-relazionale, sulle caratteristiche di personalità di chi ha maggior rischio di sviluppare una dipendenza da videogioco.

Li Lin, … [et al.], The Influence of Interpersonal Sensitivity on Smartphone Addiction, A Moderated Mediation Model, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 2787 (2021) – on line, pp. 1-9
La dipendenza da smartphone è una dipendenza comportamentale caratterizzata da un uso eccessivo o compulsivo di internet e la preoccupazione della perdita di controllo su tale uso, che interferisce con il funzionamento quotidiano della persona e può avere un impatto negativo su molti aspetti relativi alla salute fisica, mentale e relazionale. Sulla base della teoria compensativa sull’uso di Internet, questo studio esplora la relazione fra la sensibilità interpersonale e la dipendenza da smartphone in studenti universitari. I risultati hanno indicato che il timore di una perdita e l’auto-costrutto relazionale hanno un effetto di mediazione moderato sulla relazione fra dipendenza da smartphone e sensibilità interpersonale. I rilevamenti hanno fornito alcune implicazioni teoriche. In modo particolare, oltre a proporre un nuovo approccio per lo studio della dipendenza da smartphone, è stata anche introdotta una base teorica per la psicoterapia e l’intervento relativi alla dipendenza da smartphone. Inoltre, questo studio fornisce anche alcune idee interessanti per gli educatori.

Wenbo Wang, … [et al.], Perceived Stress and Smartphone Addiction in Medical College Students. The Mediating Role of Negative Emotions and the Moderating Role of Psychological Capital, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 2621(2021) – on line, pp. 1-10
Molti studi hanno confermato l’esistenza di una relazione strettissima fra la dipendenza da smartphone e lo stress percepito. Tuttavia i meccanismi di mediazione e moderazione sottostanti lassociazione fra stress percepito e dipendenza da smartphone negli studenti universitari rimangono largamente inesplorati. E’ stato distribuito un questionario fra un totale di 769 studenti di medicina nella provincia di Heilongjiang in Cina. I partecipanti hanno fornito indicazioni su: misure di stress percepito, dipendenza da smartphone, emozioni negative e capitale psicologico. I risultati indicano che emozioni negative giocano un ruolo di mediazione fra lo stress percepito e la dipendenza da smartphone e il capitale psicologico ha un importante ruolo moderatore nel primo stadio del processo di mediazione.

downloadHiroaki Kubo … [et al.], Development of a 3-Day Intervention Program for Family Members of Hikikomori Sufferers, in Japanese Psychological Research, vol. 25, n. 2 (giu. 2021) – on line, pp. 1-10
Gli Hikikomori, una grave forma di ritiro sociale, sono un grave problema di salute mentale per il quale è indicato l’approccio terapeutico familiare. In Canada è stato recentemente sviluppato un programma di intervento familiare di 5 giorni (120 minuti a settimana) basato sul pronto soccorso per la salute mentale (MHFA), sul rinforzo comunitario e sulla formazione familiare (CRAFT). Nel presente studio, è stato modificato il programma di 5 giorni in un programma di 3 giorni (180 minuti ogni quindici giorni) e ne è stata misurata l’efficacia . Nell’articolo vengono presentati e discussi i risultati.

Vincenzo Lamartora, Z Houses. Nuovi servizi dedicati ai giovani nel Dipartimento Dipendenze della ASL Napoli2Nord, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 19-25
Lo studio si concentra sulle caratteristiche della Generazione Z (i giovani nati dal 2000 a oggi). Sono nativi digitali, che possiedono vari dispositivi e li usano per diverse ore al giorno. L’utilizzo dei social non è solo finalizzato allo scambio di contenuti, ma anche per strutturare relazioni emotive e per reagire a tensioni ed emozioni. Si è osservato che un’alta percentuale di giovani possessori di smartphone soffre di nomofobia: il giovane vive un vero e proprio stato di ansia quando perde il cellulare, esaurisce la batteria o il credito residuo e non ha copertura di rete. Questi ragazzi sono notoriamente distanti dagli attuali Servizi Pubblici di Dipendenza, che percepiscono come vecchi e inadeguati. Non si sentono tossicodipendenti, non capiscono perché dovrebbero essere guariti, o da cosa dovrebbero essere guariti. A seguito di questi cambiamenti antropologici e tecnologici, l’autore propone una serie di riflessioni sui cambiamenti da apportare nei Servizi per le Dipendenze (per diventare attrattivi per questi giovani “abusers”) e porta come esempio le Z House, ideate dal Dipartimento Dipendenze Patologie dell’ASL Napoli2Nord.

Andrea Costa, Alberto Rebacini, Dipendenza da Internet e sensation seeking negli adolescenti: uno studio descrittivo, in Psicologia della Salute, n. 2 (2021), pp. 54-75
Gli obiettivi di questo studio erano quelli di valutare il grado di dipendenza da internet nella popolazione adolescente e la relazione esistente tra questo costrutto e la ricerca di sensazioni forti. Lo studio ha coinvolto 155 adolescenti frequentanti i Centri di Aggregazione Giovanile di Brescia che hanno compilato il questionario sull’uso, abuso e dipendenza da internet (UADI-2) e la Brief Sensation Seeking Scale (BSSS). I risultati hanno dimostrato che un sempre crescente numero di adolescenti, senza differenze di genere, abusa degli strumenti informatici o ne è dipendente per un tempo sempre maggiore nell’arco della giornata e si è confermata la correlazione con le dimensioni della sensation seeking riferita alla suscettibilità alla noia e alla disinibizione.

9788835110019_0_536_0_75Mario G. L. De Rosa, Disagio esistenziale e dipendenze patologiche, Franco Angeli, Milano, 2021, 156 p.
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, descrive la fenomenologia della dipendenza da sostanze psicoattive a da internet. Nel mondo occidentale l’individuo viene educato a operare soprattutto nella realtà esterna, considerata fonte della propria sopravvivenza e benessere, trascurando l’armonia interna e le funzioni psichiche essenziali per l’equilibrio personale. La soluzione al proprio disagio emotivo viene sempre cercata fuori di sé e gli oggetti tecnologici contribuiscono a stimolare la distrazione dall’interiorità. Il testo descrive come da un funzionamento psichico fisiologico, in potenza, volto a realizzare il benessere della persona, possa svilupparsi una disfunzionalità della mente. Tra i fattori che determinano questa deviazione problematica viene evidenziato il ruolo dell’odierno modello estetico-edonista, che favorisce lo sviluppo di personalità onnipotenti orientate solo all’affermazione assoluta di se stesse, senza regole né limiti. In seguito analizza l’influenza dello strumento tecnologico, pervasivo tra giovani e adulti, a livello psichico. La problematicità del modello citato viene espressa oggi frequentemente dal ritiro sociale o dal consumo di sostanze. Infine, i due capitoli finali del libro trattano la valutazione diagnostica del disagio esistenziale e la sua terapia.
Collocazione Biblioteca: 18965

Karin Bagnato, I diversi volti della dipendenza da smartphone, in Orientamenti pedagogici, n. 1 (gen.-mar. 2021), vol. 68, pp. 31-46
L’articolo descrive la dipendenza da smartphone e presenta alcune riflessioni pedagogico-educative. Obiettivo dell’autrice è analizzare i diversi volti di questa dipendenza al fine di individuare le azioni educative più funzionali per abilitare le nuove generazioni a utilizzare le tecnologie digitali in modo critico e consapevole. Un esempio di tali azioni è costituito da percorsi di alfabetizzazione digitale che coinvolgano non solo i giovani, ma anche genitori e insegnanti, i quali devono divenire consapevoli dell’importanza dell’educazione tecnologica e digitale come un aspetto dei propri compiti educativi.

Maurizio Fiasco, La convergenza Gambling – Gaming, in ALEA Bulletin, a. 9, n. 1 (2021) – on line, pp. 3-8
La dipendenza da videogiochi è entrata ufficialmente nell’elenco dei profili clinici riconosciuti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 26 maggio 2019. Il confinamento collettivo domiciliare, imposto per frenare i contagi da Covid-19, ha poi determinato l’improvviso e totalitario irrompere del digitale nella vita quotidiana dell’umanità e recentemente l’OMS ha richiamato l’attenzione sul Gaming Disorder e sulla Gaming addiction. L’industria dei videogiochi è in continua espansione e con essa il rischio di patologie associate. L’articolo spiega le somiglianze (tra cui la gamification) e le differenze tra gambling e gaming e i meccanismi che nei videogiochi possono indurre alla dipendenza.

9788821453205_0_536_0_75A cura di Claudio Mencacci, Giovanni Migliarese, ADHD nell’adulto. Dalla diagnosi al trattamento, Edra, Milano, 2021, 329 p.
Il libro raccoglie numerosi contributi di specialisti, dedicati al tema del disturbo da deficit di attenzione e iperattività nell’età adulta. La ricerca scientifica ha fornito numerose evidenze su questo disturbo, sottolineando la necessità di riconoscerlo e trattarlo, anche nell’adulto. Il testo si rivolge a tutti gli operatori della salute mentale e intende essere una base di partenza per acquisire informazioni sul disturbo, sulle sue manifestazioni, sulle procedure e le difficoltà diagnostiche, sull’impostazione di un programma terapeutico multidisciplinare. Di particolare interesse i capitoli 23 e 24 che collegano il disturbo alla dipendenza da videogiochi e internet e alla dipendenza da gioco d’azzardo.
Collocazione Biblioteca: 18965

Rosaria Giordano, Hikikomori e dipendenze digitali, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 12-21
L’articolo è un’introduzione al fenomeno degli hikikomori e alla relazione tra questo fenomeno e le dipendenze digitali, senza tralasciare le differenze e le assonanze che intercorrono tra i fenomeni, nonchè le possibilità di aggancio e di intervento terapeutico. Di particolare interesse l’associazione con il Disturbo da gioco su Internet (DGI) e la lettura della realtà come inter-realtà che rede possibile concepire il mondo off-line e on-line come interagenti e integrati e favorisce una concettualizzazione dell’esperienza dei ragazzi al passo coi tempi.

Dipendenza da sesso e altre dipendenze

Per quanto riguarda la dipendenza da cibo si veda la bibliografia sui disturbi alimentari.

Esmeralda Greco, Cyberspazio e addiction, in Dal fare al dire, n. 2 (2023), pp. 27-34
L’uso della tecnologia è inscindibile dal nostro vivere quotidiano: abbiamo incorporato il mondo dell’artefatto digitale e l’abbiamo anche incarnato in quanto i confini extracorporei sono diventati quelli dell’artefatto. Anche la comunicazione è cambiata con lo sviluppo delle tecnologie digitali e così il nostro modo di lavorare, interagire, educare… Il cyberspazio permette l’interazione tra persone che non si conoscono e la creazione di comunità virtuali, che hanno regole proprie (neyiquette, privacy, …). In questi spazi vengono provate emozioni forti ma disincarnate, esperienze virtuali che possono, specialmente nelle nuove generazioni, sviluppare abilità nuove come il multitasking, ma anche difficoltà di relazione. Inoltre impulsività e ricerca estrema di sensazioni (sensation seeking) e di novità (novelty seeking) possono facilmente indurre alla dipendenza. L’articolo parla in particolare della cybersex addiction e del neoporn. Descrive le tappe del tragitto che porta alla cybersexaddiction secondo Kimberly Yung e quali sono i fruitori a rischio. Inoltre accenna ad alcuni particolari settori del neoporn legati al voyerismo e spiega gli effetti deleteri di questo fenomeno, Infine auspica una maggiore attenzione a questi temi da parte del mondo dell’educazione e della politica affinché venga attuata una prevenzione primaria secondaria e terziaria efficace.

9788835138006_0_536_0_75Cesare Guerreschi, Pornodipendenza: la sofferenza dietro l’apparenza. Un approccio alla valutazione e al trattamento della dipendenza da pornografia, Franco Angeli, Milano 2022, 125 p.
La dipendenza da pornografia è più diffusa di quanto si pensi e necessita di una maggiore attenzione da parte degli specialisti. L’obiettivo del libro è proprio quella di esplorare e definire i molteplici e differenti aspetti legati a questo tema. Vengono analizzate sia l’evoluzione della pornografia che il suo ruolo nella società moderna nonché l’influenza sulle nuove generazioni che spesso approcciano alla pornografie in età preadolescenziale. Il libro si avvale anche di storie vissute. L’autore è psicoterapeuta, pioniere in Italia dei programmi di prevenzione e trattamento per le new addiction.
Collocazione Biblioteca: 19859

Andrea Costa, Anna Bugatti, Giuseppe Lucchini, Il fenomeno del Binge Watching tra gli adolescenti: uno studio osservazional e descrittivo, in Psicologia della Salute n. 2 (2022), pp. 80-108
Gli obiettivi di questo studio erano di osservare e descrivere il fenomeno del Binge Watching nella popolazione adolescente durante il periodo di emergenza sanitaria provocata dalla pandemia, individuando le variabili socio-demografiche maggiormente correlate a tale comportamento. Lo studio ha coinvolto 376 adolescenti frequentanti un istituto scolastico superiore di Brescia. I risultati hanno dimostrato che gli adolescenti, in larghissima parte, dedicano parte del loro tempo alle serie TV, più femmine che maschi. Pratica solitaria generalmente condotta sul cellulare nelle ore del dopo cena.

Luca Rossi, Sex addiction: fenomeno in evoluzione, in Mission, a. 15, n. 56 (dic. 2021), pp. 21-23
Da circa una quindicina di anni diversi Servizi sul territorio hanno intrapreso il trattamento dei giocatori d’azzardo patologici, che solo dal 2017 è rientrato nei LEA, venendo riconosciuta come patologia di cui il SSN deve occuparsi. Progressivamente negli ultimi anni alcuni Servizi hanno preso in carico pazienti con problemi collegati al sesso, comprese forme di dipendenza o abuso.

COP_Counseling_2-2021_300-725x1024Yura Loscalzo, Costanza Ramazzotti, Marco Giannini, Studyholism e Study Engagement in relazione alle conseguenze sullo studio dovute alla pandemia da Covid-19. Uno studio pilota quali-quantitativo su studenti universitari, in Counseling, vol. 14, n. 2 (giu. 2021) – on line, pp. 79-91
La pandemia da Covid-19 ha richiesto l’adozione di misure governative volte a contenere la diffusione del virus, tra cui la chiusura delle università. Questo studio pilota quali-quantitativo ha l’obiettivo di analizzare, in un campione di 202 studenti universitari italiani (Metà = 24.60±5.50), se sono stati vissuti effetti positivi e negativi (oltre che neutrali) sullo studio a causa dell’emergenza sanitaria e se il livello di Studyholism (ossessione da studio) e Study Engagement (piacere/motivazione nei confronti dello studio) differisce in base alla presenza/assenza di questi effetti. Nell’articolo sono riportati commentati i risultati della ricerca.

Roberta Rossi … [et al.], Pornografie. Tra opportunità e patologie, in Psicobiettivo, a. 41, n. 2 (mag.- ago. 2021), pp. 35-190
La monografia è dedicata al fenomeno della pornografia di massa, nelle sue dimensioni antropologiche, sociali, culturali e cliniche. I contributi raccolti esplorano diverse dimensioni di questo fenomeno: le implicazioni sociali e psicologiche che ne sostengono l’attuale diffusione, la correlazione con l’espansione del mondo digitale, l’evoluzione delle sue forme nel tempo della pandemia di Covid-19, la pornografia come sintomo o come risorsa, le eventuali strategie terapeutiche. Si segnala in particolare l’articolo di Luca Tornatola, Dipendenza sessuale nel DSM-5. Andrebbe riconsiderata la sua inclusione?

Donatella Marazziti … [et al.], I comportamenti gratificanti e le loro proprietà tossicomanigene, in Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 41 (mar. 2021), pp. 6-64
Le dipendenze ‘senza sostanza’ rappresentano una delle più rilevanti sfide della psichiatria contemporanea. L’auspicio per il futuro è la costruzione di un approccio standardizzato, omnicomprensivo e multidisciplinare, in grado di coordinare la ricerca neurobiochimica e genetica, il riassetto cognitivo-comportamentale, l’analisi dei fattori socioambientali condizionanti (di rischio o di resilienza), la programmazione e l’organizzazione dei sistemi sociosanitari, i necessari atti politici e le opportune modifiche legislative. I contributi proposti nella presente monografia sono i seguenti: “Le proprietà tossicomanigene dei comportamenti gratificanti ” di Valeria Serra, Francesco Tracis, Miriam Melis; “L’uso problematico di Internet: tra eterogeneità nosografica e clinica” di Stefania Palermo … [et al.]; “Aspetti psicopatologici dell’uso problematico di Internet” di Angelo GI Maremmani …[et al.]; “Shopping compulsivo” di Silvio Presta … [et al.]; “La dipendenza affettiva: stato dell’arte” di Samuele Torrigiani … [et al.]; “Sindrome da overtraining” di Silvia Presta … [et al.]; “Food addiction: una questione controversa” di Salvatore Amadori … [et al.]; “Sex addiction” di Elisabetta Parra … [et al.].

9788869928239_0_536_0_75Pierluigi De Pascalis, Ortoressia. Quando il cibo diventa ossessione, Armando, Roma, 2020, 207 p.
L’autore descrive le tappe di individuazione e definizione di una condizione nota come ortoressia, che si manifesta quando la ricerca del cibo buono o sano diventa un’ossessione che compromette la sfera sociale e la salute dell’individuo. Il testo descrive i test diagnostici, i principali fattori di rischio, le strategie terapeutiche e preventive, il ruolo della famiglia e dell’ambiente riguardanti questo disturbo ossessivo compulsivo. Inoltre, presenta uno studio che delinea la situazione in Italia in merito al tema, individua i soggetti più a rischio e i regimi alimentari più facilmente coinvolti. Il volume è rivolto ai professionisti della nutrizione, ai terapeuti e ai famigliari di soggetti a rischio o con diagnosi di ortoressia.
Collocazione Biblioteca: 18989

Ravi Philip Rajkumar, A biopsychosocial Approach to Understanding Panic Buying. Integrating Neurobiological, Attachment-Based, and Social-Anthropological Perspectives, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 184 (2021) – on line, pp. 1-10
La pandemia globale del COVID-19 ha focalizzato l’attenzione sul fenomeno degli “acquisti dettati dal panico” caratterizzati da acquisti eccessivi di specifici materiali – in particolare cibo e prodotti di igiene – in previsione di una possibile carenza. Questo fenomeno è stato ben documentato in risposta a diversi disastri naturali e causati dall’uomo, ma la sua portata e gravità globale nel contesto del COVID-19 sono senza precedenti. Questa risposta può avere un impatto negativo su salute, sicurezza del cibo e sforzi di prevenzione dalle malattie. Questo documento analizza il fenomeno da una prospettiva biologica, evolutiva, psicologica e sociologica, si fa il tentativo di integrare queste tre prospettive e formulare in tal modo un modello bio-psico-sociale degli acquisti dettati dal panico in risposta a questa crisi sanitaria globale.

Gaëlle Challet-Bouju, Typology of buyers grounded in psychological risk factors for compulsive buying (impulsivity, self-esteem, and buying motives). Latent Class Analysis Approach in a Community Sample, in Frontiers in Psychology, vol. 11, art. 3389 (2020) – on line, pp. 1-9
L’obiettivo di questo studio è stato individuare sottogruppi significativi di compratori di acquisti compulsivi sulla base di fattori psicologici di rischio. Un campione di comunità di 242 donne adulte ha completato un sondaggio online che esplorava le abitudini e i motivi degli acquisti, l’impulsività, l’autostima e la gravità degli acquisti compulsivi. I risultati presentano analogie con il modello di dipendenza “Interazione di Persona – Sentimento – Consapevolezza – Esecuzione” (Interaction of Person-Affect-Cognition-Execution =I-PACE) e il modello negativo di rafforzamento di dipendenza dalla droga, entrambi i quali suggeriscono che i sentimenti negativi giocano un ruolo centrale nel motivare e mantenere la dipendenza. Queste analogie di profili psicologici con altri comportamenti di dipendenza, con sintomi ed espressioni cliniche comuni, sono ulteriori argomentazioni da considerare, che concettualizzano gli acquisti compulsivi come un disturbo di dipendenza.

9788891791290_0_536_0_75Franco Riboldi, Enrico Magni, Cybersex addiction. Cause, sintomi, percorsi di autoterapia, Franco Angeli, Milano, 2020, 144 p.
Il volume indaga la cybersex addiction e mostra quanto sia attuale e incredibilmente diffusa in persone di ogni età. Il rischio è una sessualità appiattita, esaltata solo nei suoi lati più oscuri, incapace di contenere un desiderio di piacere ossessivo e fuori controllo. In tale disturbo del vissuto sessuale, non ancora contemplato nei manuali diagnostici, si rinviene tutta l’ambivalenza del cyberspazio, dove tutti possono accedere e spostarsi da un capo all’altro del mondo con un semplice “click”. Nel fotografare la complessità del rapporto tra sessualità e Internet, il testo illustra le motivazioni che possono portare a questa prigione virtuale e le diverse forme in cui si può sviluppare. Fornisce esempi di natura clinica, con personaggi della letteratura come protagonisti. Seguono esercizi di distensione immaginativa per chi – operatore o paziente – è alle prese con questo tipo di dipendenza. Riboldi è medico, criminologo e direttore dell’UOC Rete Dipendenze di Lecco; Enrico Magni è psicologo, psicoterapeuta e sessuologo.
Collocazione Biblioteca: 19066

Emiliano Lambiase, La dipendenza sessuale. Diagnosi e strumenti clinici, Carocci, Roma, 2019, 197 p.
La dipendenza sessuale è un disturbo di cui molto si parla e spesso, in modo inadeguato, vi si ricorre per giustificare condotte patologiche o immorali. Dopo anni di dibattiti scientifici è stata ufficialmente inserita nell’undicesima versione della classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione mondiale della sanità (ICD-11), all’interno della categoria dei disturbi del controllo degli impulsi, col nome di “compulsive sexual behaviour disorder”. Il libro, dopo aver presentato i più recenti sviluppi diagnostici e le attuali ipotesi psicologiche (attaccamento, funzionamento metacognitivo e meccanismi di apprendimento) e neurologiche, illustra un protocollo terapeutico basato su una lunga esperienza e impostato in modo da poter essere utilizzato da professionisti di qualunque approccio terapeutico. Le spiegazioni teoriche e pratiche sono affiancate dalla descrizione di alcuni casi clinici. L’autore è psicologo e psicoterapeuta.
Collocazione Biblioteca: 18612

Sardegna

CAGLIARI

ATS Cagliari Ser.D Cagliari
Via dei Valenzani – 09131 Cagliari
Tel: 070 6096329 / 6522 / 6523

Ser.D Cagliari
Via Liguria, Pad. A – 09127 Cagliari
Tel: 070 47444306 / 4310

Ser.D Quartu Sant’Elena
Via Cavour 34 – 09045 Quartu Sant’Elena
Tel: 070 6097667 / 651

 

NUORO

ASL Nuoro Dipartimento della Salute mentale e delle Dipendenze Servizio per le dipendenze
Via Manzoni, 29 – 08100 Nuoro
Tel: 0784 240976
Email: sert.nuoro@atssardegna.it

Ser. D Macomer
Località Nuraghe Ruiu – 08015 Macomer
Tel: 0785 222358
Mail: sert.macomer@atssardegna.it

Ser. D Lanusei
Piazza Mameli c/o Poliambulatorio – 08045 Lanusei
Tel: 0782 470465

Ogliastra U.O. Ser.D Tortolì
Via Monsignor Carchero 3 c/o poliambulatorio – 08048 Tortolì
Tel: 0782 624725 / 623532

 

SUD SARDEGNA

Ser.D Iglesias 
Via Trexenta, 1 – 09076 Iglesias
Tel: 0781 22330 / 392271
Email: serd.iglesias@aslcarbonia.it

Ser.D Carbonia Assl Carbonia
Via Trento, 28 – 09013 Carbonia
Tel: 0781 660206 / 671435

ASL Sanluri – Guspini Ser.D Guspini Dipartimento della Salute mentale e delle Dipendenze Ambulatorio Gioco d’azzardo patologico
Via Montale – 09036 Guspini
Tel: 070 97611800

 

ORISTANO

Ser.D Oristano
Via Pira, 46 – 09170 Oristano
Tel: 0783 317539
Email: serd@asloristano.it

 

SASSARI

Ser.D Sassari – Sorso Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici correlati ad alcol e gioco azzardo
c/o Villaggio San Camillo – Piano Terra – 07100 Cagliari
Tel: 079 2490002
E mail: graziellaboi@asl8cagliari.it

Ser.D Sassari- Zanfarino
Via Zanfarino– presso Poliambulatorio – 07100 Sassari
Tel: 079 2062486

Ser.D Alghero
Via degli Orti c/o Poliambulatorio – 07041 Alghero
Tel: 079/9951614

Ser.D Ozieri
Via Trento – 07014 Ozieri
Tel: 079 78s10704

ASL Olbia – Ser. D Olbia
Via Ghiberti, 54 – 07026 Olbia
Tel: 0789 552296 / 0789 51474
Email: serd.olbia@aslolbia.it

Ser.D Tempio Pausania
Via Sardegna 7 – 07029 Tempio Pausania
Tel: 079 678334
Email: serd.tempio@aslolbia.it

Campania

AVELLINO

Ser.T Avellino 
Corso Europa, 203 – 83100 Avellino
Tel: 0825 36474

Ser.T Grottaminarda
Via Fontanelle, 17 – 83035 Grottaminarda
Tel: 0825 426326
Email: sert.grottaminarda@mail.aslavellino.it

 

BENEVENTO

Ser.D Benevento 
Via delle Puglie, 1 c/o ex Cpa – 82100 Benevento
Tel: 0824 317423
Email: dipendenzepatologiche.b1@aslbenevento1.it

Ser.D Montesarchio
Via Ignazio Silone, 1 – 82016 Montesarchio
Tel: 0824 890352   -46 – 44
Email:
dipendenzepatologiche.ms@aslbenevento1.itdipendenzepatologiche.ms@pec.aslbenevento.it

Ser.D Telese Terme
Via Roma, 161 – 82037 Telese Terme
Tel: 0824 308786
Mail: dipendenzepatologiche.tt@aslbenevento1.it

 

CASERTA

Dipartimento Dipendenze Patologiche Caserta UOS Unità mobile
Via Paul Harris, 79 c/o Palazzo della Salute, 79 – 81100 Caserta
Tel: 0823 445068
Email: uosd.unitamobile@aslcaserta.it

SerD Caserta
Via Feudo di San Martino 10 – 81100 Caserta
Tel: 0823 350904
Email: giuseppina.marra@aslcaserta1.it

Dipartimento dipendenze Aversa
Via Santa Lucia, 10 – 81031 Aversa
Tel: 081 5001216

Ser.D Capua 
Via R. Mariani, 12 – 81043 Capua
Tel: 0823 961783
Email: sertcapua@gmail.com

Ser.D Santa Maria Capua Vetere
Via Melorio (int, parcheggio ospedaliero) –  81055 Santa Maria Capua Vetere
Tel: 0823 891549 – 802
Email: sertsmcv@gmail.com

Ser.D Maddaloni
Via Libertà c/o Presidio Ospedaliero – 80124 Maddaloni
Tel: 0823 400846
Email: sert.maddaloni@alice.it

Ser.D Marcianise 
Via Gandhi, 52 – 81025 Marcianise
Tel: 0823 518463
Email: sert.marcianise@aslcaserta1.it

Ser.D Teano
Via XXVI Ottobre ex Macello Corso Italia, 22 – 81057 Teano
Tel: 0823 506240
Email: sert.teano@gmail.com

Ser.D Piedimonte Matese
Via Nuova Monte Muto –  81016 Piedimonte Matese
Tel: 0823 543058
Email: sert.piedimonte@aslcaserta1.locale.it

 

NAPOLI

Ser.D NapoliChiaiano Piscinola-Scampia
Viale della Resistenza, 25 – 80145 Napoli Scampia
Tel: 081 2546571 / 584
Email: 3sert48@gmail.com

Ser.D NapoliColli Aminei S. Carlo Arena
Via Fontanelle, 66 – 80136 Napoli
Tel: 081 2545174

Ser.D Napoli Miano Secondiglianoa S. Pietro
Polo area nord Centro DIURNO “ARTETECA” Struttura intermedia Sovradistrettuale VII Municipalità
Via Janfolla, 446 – 80145 Napoli Miano
Tel: 081 2546805 / 824 / 6826

Ser.D NapoliBarra Ponticelli S. Giovanni A. T. Polo Est
Centro diurno “Lilliput” Struttura sovradistrettuale VI Municipalità
Via dei Mosaici, Lotto 0 – 80147 Napoli Ponticelli
Tel: 081 2543916- 17 – 21
Email: sert.ds32@aslnapoli1centro.itcdlilliput@libero.it

Ser.D Napoli Arenella Vomero 
Via Mario Fiore c/o Ospedale Cardarelli – 80129 Napoli
Tel: 081 2549774 / 9775/ 9773
Poliambulatorio sul Gioco d’Azzardo patologico
Tel: 081/2549824 – 775
Email: gennaro.pastore@aslnapoli1centro.it

Ser.D Napoli Chiaia Posillipo S. Ferdinando
Via Manzoni, 249 – 80123 Napoli
Tel: 081 2547688 / 7645

Ser.D Napoli Bagnoli Fuorigrotta
La Piramide – 80125 Napoli
Tel: 081 2548105 / 8118

Ser.D Pianura Soccavo
Via Canonico Scherillo 12 – 80126 Napoli Soccavo
Tel: 081 2548425 / 8426

Ser.D Napoli Poggioreale S. Lorenzo Vicaria 
Vico I Casanova 24 – 80141 Napoli
Tel: 081 2549244 / 49

 

Poli Gioco Azzardo Patologico
(servizi presa in carico/accompagnamento del giocatore e familiari in percorso pedagogico riabilitativo)

ASL Napoli 1 Centro U.O. Ser.T DS31 Servizio Gap
Via Salita Tarsia 93c/o Ospedale Gesù e Maria – 80135 Napoli
Tel: 081 2542420 – 07 – 35 – 18
Email: sert.ds31@aslnapoli1centro.it

ASL Napoli 2 Nord Dipartimento Dipendenze Patologiche
Via Corrado Alvaro, 8 – 80078 Monteruscello Pozzuoli
Tel: 081 3196605 – 09

Ser.D Acerra
Via Flavio Gioia, 1 – 80011 Acerra
Tel: 081 3196605 – 09

Ser.D Ischia
Via A. Sogliuzzo 60 – 80077 Ischia
Tel: 081 5070223 – 218

Ser.D Giugliano in Campania
Via Fortunato del Forno 26 – 80014 Giugliano in Campania
Tel: 081 3307911
Mail: sertgiugliano@asl2.napoli.it

Ser.D Pozzuoli
Via Lucilio, 19 – 80078 Pozzuoli
Tel: 081 3000610

ASL Napoli 2 Nord-Afragola Distretto Sanitario 41
Via De Gasperi, 43 – 80021 Afragola
Tel: 081 8520215
Email: dipendenzecomportamentali@aslnapoli2nord.it

Distretto Sanitario 41
Via San Domenico 75 – 80028 Grumo Nevano
Tel: 081 18840281
Email: dipendenzecomportamentali@aslnapoli2nord.it

Ser.D Sant’Antimo
Viale delle Primule, 18 – 80029 Sant’Antimo
Tel: 081 3983121

Ser.D Casavatore
Via Marconi 181 – 80020 Casavatore
Tel: 081 7052314 – 20

Ser.D Somma Vesuviana
Via Pomigliano, 8 – 80049 Somma Vesuviana
Tel: 081 5318191 – 523

Ser.T Pomigliano d’Arco Servizio Gap
Viale Impero, 1 – 80038 Pomigliano d’Arco
Tel: 081 8842569
Mail: sert.pomigliano@aslnapoli3sud.it

ASL Napoli 3 Sud-Nola Ser.T Servizio Gap
Via Anfiteatro Laterizio, 260 – 80035 Nola

Ser.T Nola
Via Seminario 78 c/o Ospedale S. Maria della Pietà – 80035 Nola
Tel: 081 8233757 / 081 8236722
Email: sert.psicosociale@aslnapoli3sud.it

Ser.D ASL Napoli 3 SudCastellamare di Stabia Ser.T Servizio Gap
Via A. De Gasperi, 217 – 80053 Castellamare di Stabia
Tel: 081/8729798

Ser.D ASL Napoli 3 SudTorre Annunciata Ser.T Servizio Gap
Via Pier Delle Vigne, 4 – 80058 Torre Annunziata
Tel: 081 5352305
Email: sert.tann@aslnapoli3sud.it

Ser.D ASL Napoli 3 Sud – Torre del Greco UOC Ser.T Torre del Greco
Via Marconi, 66 – 80059 Torre del Greco
Tel: 081 8490593
Mail: sert.tdg@aslnapoli3sud.it

 

SALERNO

Asl Salerno Dipartimento Dipendenze Progetto “Rete Ipib”
Via M. L. King – 84133 Salerno
Tel: 0893 076317
Email: dip.dipendenze@aslsalerno.it

Ser.D Salerno 
Viale M. De Marco – 84131 Salerno Località Torre Angellara
Tel: 089 695820  -173

Ser.D Nocera Inferiore
Via Giordano, 7 – 84014 Nocera Inferiore
Tel: 081 9212668
Email: c.acconcia@aslsalerno.it

Ser.D Cava de’ Tirreni
Villa Agnetti, Piazza Galdi, 4 III Piano – 84013 Cava de’ Tirreni
Tel: 089 4455432 / 451

Ser.D Vallo Della Lucania – Agropoli
Via Salvo D’Acquisto, 1 – 84043 Agropoli
Tel: 0974 828283

Ser.D Battipaglia Dipartimento delle Dipendenze
Via Fiorignano c/o Ospedale Civile – 84091 Battipaglia
Tel: 0828 674251 / 68
Email: ds65.sert@aslsalerno.it

Ser.D Sala Consilina – Polla
Via Pozzillo – 84036 Sala Consilina
Tel: 0975 373638 – 39 – 40

Ser.D Sapri
Via Verdi c/o Distretto Sanitario 71 – 84073 Sapri
Tel: 0973 391033

Febbraio 2023

RCS Mediagroup

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(2023) Francesco Ferasin
I baby boss

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(2023) Tommaso Ricciardelli
Joe Pistone, alias Donnie Brasco

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(2023) Aaron Pettinari
La ‘ndrangheta stragista

mafie-storie-della-criminalita-organizzata-milano-cronache-di-criminalita-organizzata_1

(2023) Salvatore Garzillo, Sergio Nazzaroi
Milano
Cronache di criminalità organizzata

 

Da Fuoriluogo

9791281176249_0_536_0_75

 .

(2023) Peter Cohen ; a cura di Franco Corleone e Grazia Zuffa
Dalla parte della ragione
Scritti sulle droghe per Fuoriluogo e altri saggi
Menabò , 2023

9791280133472_0_536_0_75

 

(2021) Leonardo Fiorentini
L’onda verde
La fine della guerra alla droga
Officina di Hank

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(2018) Stefano Anastasia, Franco Corleone, Andrea Pugiotto
Costituzione e clemenza
Futura

 

CLaD onlusMedicina delle dipendenze

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(2023) Anna Paola Lacatena
Tagliate male
Donne e eroina: lo stigma nella moderna narrazione italiana

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(2023)
Storie di dipendenze
Dieci racconti sull’alcol

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(2022)
Storie di dipendenze
Dieci racconti sul gioco d’azzardo

cover-ADHD

(2021) A cura di Fabio Lugoboni … [et al.]
ADHD e dipendenze

 

Copertina-in-sostanza

(2018) A cura di Fabio Lungoboni e Lorenzo Zamboni
In sostanza
Manuale sulle dipendenze patologiche vol. 1

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(2018) A cura di Fabio Lungoboni e Lorenzo Zamboni
In sostanza
Manuale sulle dipendenze patologiche vol. 2

 

Fondazione Moressa

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(2024) Fondazione Leone Moressa
Rapporto annuale sull’economia dell’imigrazione 2023
Talenti e competenze nell’Europa del futuro
Il mulino

 

Dall’ autore Sergio Segio

9791280682710_0_536_0_75

(2023) Sergio Segio
Globalizzare I Diritti
Una memoria critica per comprendere e cambiare il mondo

9791280682727_0_536_0_75

(2023) A cura di Associazione Società INformazione Onlus, Sergio Segio
Rapporto sui diritti globali 2023. 
Le guerre in corso contro popoli, diritti umani, ambiente, lavoro, diritti sociali, migranti

 

Luglio 2021

Sloow Food/ Giunti

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(2019) Stefania Grando, Salvatore Ceccarelli,
Seminare il futuro

Come on! Come fermare la distruzione del pianeta

(2020) Ernst Ulrich von Weizsäcker, Anders Wijkman
Come On!
Come fermare la distruzione del pianeta

9788809877160_0_536_0_75

(2018) Aurelio Peccei
Cento pagine per l’avvenire

imperativo-sostenibilita-pensare-e-governare-lo-sviluppo-umano-e-ambientale-9788809870925

(2018) Pamela Matson, William C. Clark, Krister Andersson
Imperativo sostenibilità
Pensare e governare lo sviluppo umano e ambientale

 

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(2014) Piercarlo Grimaldi e altri
Carlo Petrini: la coscienza del cibo

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(2014) Carlo Petrini
Voler bene alla terra
Dialoghi sul futuro del pianeta

 
 

Dagli autori

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(2021) Roberto Albano, Cesare Bianciardi. Marilena Dellavalle
Metodologia della ricerca e servizio sociale
Giappichelli

 

 

Altri

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(2020) Teresa Bertotti
Decidere nel servizio sociale
Metodo e riflessioni etiche

 

 

 

Ritiro sociale

Aggiornata a  marzo 2023 – a cura di Paola Moriondo

I materiali, elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Centro Studi, Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in Biblioteca sul tema in oggetto. . Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico e nelle altre Bibliografie, in particolare quella su Giovani e adolescenti e quella su Nuove generazioni e tecnologie.

Il percorso bibliografico proposto si articola in:

Il fenomeno hikikomori in Giappone

9781351260800Nicolas Tajan, Mental Health and Social Withdrawal in Contemporary Japan. Beyond the Hikikomori Spectrum, Taylor & Francis Group, London, 2021, 272 p.
Questo libro esamina il fenomeno del ritiro sociale in Giappone che spazia dalla mancata frequenza della scuola sino alle forme estreme di isolamento e confinamento conosciute come hikikomori. Incentrato su un’ampia ricerca originale, il testo si basa su interviste con una serie di professionisti coinvolti nell’affrontare il fenomeno e delinea come l’hikikomori si esprime, come viene trattato e affrontato e come è stato percepito e considerato in Giappone nel tempo. L’autore, uno psicologo clinico con una vasta esperienza pratica, sostiene che il fenomeno, sebbene socialmente inaccettabile, non è omogeneo e può essere visto non come un disturbo mentale, ma come un linguaggio di disagio, un modo passivo ed efficace di resistere alle tante grandi pressioni della scuola giapponese e della società giapponese più in generale.
Collocazione Biblioteca: P0156

Takahiro A. Kato, Facing and treating hikikomori (pathological social withdrawal), in Quaderni di Psicoterapia Cognitiva, n. 48 (2021) – on line, pp. 11-19
L’hikikomori è una forma di ritiro sociale o isolamento sociale patologico la cui caratteristica essenziale è l’isolamento fisico nella propria casa. Le linee guida giapponesi del 2010 definiscono che una persona deve soddisfare i seguenti criteri per essere diagnosticata come hikiikomori: a) isolamento sociale marcato nella propria casa; b) durata dell’isolamento sociale continuativo di almeno 6 mesi; c) significativa compromissione funzionale o disagio associato all’isolamento sociale. Nell’articolo vengono discussi i progressi nella concettulizzazione e nel piano di trattamento.

Marialuisa Mazzetti, Hikikomori. Il viaggio bloccato dell’eroe. Un punto di vista sociologico, Temperino Rosso, Brescia, 2020, 182 p.
L’hikikomori è una persona che taglia i rapporti con il mondo esterno vivendo esclusivamente all’interno della propria casa. Solitamente adolescente, è stato identificato per la prima volta in Giappone e associato alla rigidità della società giapponese con alcune causali tipiche: bullismo, competizione, padre assente e madre iperprotettiva. Finché non è comparso in Italia. Nonostante le profonde differenze tra le due società, si è continuato a definire il fenomeno italiano da un punto di vista psicologico con le stesse causali di quello giapponese, solo leggermente modificate lasciando molti aspetti ancora in sospeso. L’autrice si chiede, ad esempio, che cosa abbiano davvero in comune due società tanto diverse per generare lo stesso fenomeno e perché maschi e femmine lo subiscono in modo diverso. Lo scopo del testo proposto è quello di presentare un punto di vista ex novo sul fenomeno, cercando di fornire nuovi strumenti per comprenderlo, prevenirlo e affrontarlo.
Collocazione Biblioteca: 19037 

71TZfxwDTdL._AC_UL750_SR750,750_Carla Ricci, La volontaria reclusione. Italia e Giappone: un legame inquietante, Aracne, Roma, 2014, 143 p.
Il testo tratta il tema delle persone in volontaria reclusione, definiti hikikomori. L’antropologa Carla Ricci ce svela i tanti aspetti e la complessità di questo fenomeno, ponendosi come caposcuola di una indagine fuori dai confini nipponici, tramite una innovativa analisi comparativa della realtà italiana con il fenomeno giapponese, da cui emergono inquietanti affinità. L’evidenza sottolineata dall’Autrice è che hikikomori, anche in Italia, non può essere considerato l’esito di problemi personali, ma il risultato di molte concause determinate anche da un modo di procedere incauto e confuso che appartiene agli uomini contemporanei e che inevitabilmente influenza bambini e adolescenti.   Il testo è in sola consultazione ma è disponibile a prestito un altro libro di Ricci, Hikikomori: adolescenti in volontaria reclusione, Franco Angeli, Milano, 2008, 88 p.  (Coll. Bibl.14060). Altri scritti di questa ricercatrice si trovao nel testo a cura di Giulia Sagliocco, Hikikomori e adolescenza: fenomenologia dell’autoreclusione. Seminario di studi e approfondimenti per un’ipotesi di cura, Mimesis, 2011, 150 p. (Coll. Bibl. 17527).
Collocazione Biblioteca: P0029

E. Aguglia … [et al.], Il fenomeno dell’hikikomori: cultural bound o quadro psicopatologico emergente?, in Giornale Italiano di Psicopatologia, vol. 2, n. 2 (2010) – on line
Quello degli Hikikomori è un fenomeno unico ed esclusivo, caratterizzato da grave ritiro sociale, che si verifica tipicamente in Giappone. I pazienti Hikikomori sono per lo più adolescenti e giovani adulti che si rinchiudono dentro le case dei genitori per mesi o addirittura anni. Si ritirano evitando qualsiasi contatto con la famiglia, raramente hanno amici, non frequentano lezioni scolastiche né fanno alcun tipo di lavoro o attività. L’attuale nosologia del DSM non riesce a rendere adeguatamente il concetto di hikikomori. La diagnosi differenziale comprende i disturbi d’ansia, i disturbi della personalità e la schizofrenia. Le strategie di trattamento comprendono la riabilitazione, la psicoterapia familiare e cognitivo-comportamentale, ma la loro efficacia non è ancora supportata da dati di ricerca sufficienti. In questo lavoro è stato studiato il fenomeno in relazione agli aspetti socio-culturali giapponesi, sebbene possa trovarsi anche in altri contesti.

Michael Zielenziger, Non voglio più vivere alla luce del sole. Il disgusto per il mondo esterno di una nuova generazione perduta  = Shutting out the sun. How Japan created its own lost generation, Elliot, Roma, 2008, 408 p.
L’autore, ricercatore all’Università di Berkeley, dove si occupa dell’impatto della globalizzazione nei paesi asiatici, dal 2003 è stato corrispondente da Tokyo per un’agenzia di stampa. Egli ha fatto conoscere per primo ai lettori occidentali il fenomeno “hikikomori” (cioè “confinato”, “chiamato fuori”), che dal Giappone si sta espandendo e viene ora studiato da team internazionali di psichiatri e sociologi come sindrome dello “shut-in” (il “recluso”). Si tratta di giovani, soprattutto maschi, che, di fronte a un mondo sempre più veloce e a una società sempre più competitiva, provano una sorta di disgusto e si chiudono in un bozzolo che porta frequentemente all’ospedalizzazione coatta o al suicidio. Tale fenomeno sta arrivando anche in America e in Europa, a partire dai paesi del nord (Svezia, Finlandia, Danimarca).
Collocazione Biblioteca: 14257

Étienne Barral, Otaku. Les enfants du virtuel, Denoël, Paris (FR), 1999, 314 p.
Libro del giornalista Etienne Barral è un viaggio sorprendente nel Giappone del terzo millennio alla scoperta della cultura Otaku. Otaku è un termine che in origine in giapponese indicava l’abitazione, l’ambiente in cui si vive, ma è anche un pronome di seconda persona onorifico poco comune, un po’ come il “voi” in italiano; attualmente indica la nuova generazione di giovani giapponesi che sono poco interessati alle relazioni e che si dedicano in modo ossessivo alle proprie passioni, in particolare ai manga, alle anime, e ad altri prodotti ad essi correlati. In occidente si parla spesso a questo proposito anche di hikikomori o, per altri versi, di nerd, ma i temini non sono equivalenti. I giovani giapponesi toccati da questo fenomeno culturale sembrano esprimere un malessere profondo, ma anche presentare un enorme potenziale, un rapporto nuovo col mondo.
Collocazione Biblioteca: 17728

Il ritiro sociale volontario in Italia e nel resto del mondo

downloadA cura di Sonia Cerrai, Silvia Biagioni, Sabrina Molinaro, Hikikomori: indagine sul ritiro sociale volontario dei giovani italiani. Fuori di casa, dentro il mondo Nove ¾, Consiglio Nazionale delle Ricerche, IFC – Istituto di Fisiologia Clinica ; Gruppo Abele, Pisa ; Torino, 2023, 58 p.
Il comportamento di auto reclusione nella propria stanza è causato da un forte sentimento di vergogna sociale nei confronti dei propri pari e da un senso di inadeguatezza prestazionale rispetto alle richieste del contesto. Oggi il fenomeno non è più strettamente legato alla cultura giapponese, ma si è diffuso in molti Paesi compresa l’Italia. Risulta dunque importante indagare la prevalenza e i fattori associati al ritiro sociale, al fine di individuare i soggetti più fragili e individuare approcci terapeutici adeguati per migliorarne trattamento e prognosi. Attualmente nessuno studio ha fornito dati esaurienti riguardo alla prevalenza del ritiro sociale volontario fra gli adolescenti italiani. Nell’ultimo decennio l’Associazione Gruppo Abele ha rilevato l’aumento di richieste di aiuto da parte di genitori per situazioni che definiscono di “dipendenza da internet”, spesso male interpretata come causa dell’autoisolamento, e/o di abbandono scolastico. Trattandosi di un fenomeno giovanile in aumento l’Associazione ha avviato nel giugno 2020 un progetto, “Nove ¾”, che cerca di rispondere concretamente alle famiglie che non riescono a trovare risposte alla chiusura e all’isolamento dei loro figli. Il progetto attua interventi domiciliari e laboratoriali, è sperimentale e ha come obiettivo la validazione di una strategia di intervento che possa qualificarsi come “prassi percorribile” e poi generalizzabile in altri contesti territoriali. Risultava quindi importante mappare il fenomeno in Italia nei ragazzi tra i 15 e 19 anni e a tal fine si è contattato il CNR per svolgere l’indagine della quale qui si riporta materiali e metodi e si discutono i risultati. Esiste un report più breve sulla ricerca: a cura di Leopoldo Grosso, Sonia Cerrai, Vite in disparte. Prima indagine sul ritiro sociale volontario nella popolazione scolastica italiana, Consiglio Nazionale delle Ricerche – IFC Istituto di Fisiologia Clinica ; Gruppo Abele, Pisa ; Torino, 2023, 16 p.

A cura di Presidio primaverile per una Scuola a scuola, L’onda lunga. Effetti psicologici e sociali della pandemia sul mondo non-adulto, Erickson, Trento, 2023, 173 p.
Il “Presidio primaverile per una Scuola a scuola” è un gruppo informale di studio e azione, costituito dai docenti del liceo “Leonardo da Vinci” di Casalecchio di Reno nel marzo del 2021 durante il secondo anno della pandemia da covid-19.e nell’aprile 2021 ha scritto una “Lettera al Presidente del consiglio” per chiedere la riapertura delle scuole, firmata da molti illustri educatori e studiosi, tra cui Luigi Ciotti. A distanza di tre anni dall’inizio della pandemia è ormai appurato il sollevamento di “una diversa ondata” di stampo psicologico e sociale. I testi qui raccolti, testimonianze del lavoro di medici, psicoterapeuti, insegnanti ed educatori, descrivono le forme con cui i suoi flutti hanno trascinato le menti e i corpi di bambini, adolescenti e giovani.  Si segnalano in particolare un articolo di C. Stancari. “«Lasciatemi così / come una / cosa (p  90). Sul tema si consulti inoltre: Marianna Coppola, Giuseppe Masullo, Autoisolamento sociale volontario ed emergenza Covid-19: uno studio etnografico tra i giovani Hikikomori italiani durante la pandemia, CAMBIO – UniFi : Laboratorio sulle Trasformazioni Sociali, Firenze, 2021, 16 p.
Collocazione Biblioteca: 18838

L’allarme dei pediatri di famiglia: “Un tentativo di suicidio al giorno tra gli adolescenti. Isolamento sociale per 100mila Hikikomori”, in Quotidiano della Sanità, 13/10/2022 – on line, pp. 1-2
Secondo il Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Antonio D’Avino, fra gli adolescenti italiani sarebbe in atto un netto aumento sia di disturbi di tipo psichiatrico, in particolare legata a disturbi depressivi e a tentativi suicidiari, che di gravi forme di isolamento sociale, fino al ritiro sociale. Per queste gravi forme di disagio, il numero di richieste di aiuto o consulenza, di ospedalizzazioni e di segnalazioni è letteralmente esploso a partire dal post-pandemia. Il tema è stato oggetto di ampie discussioni durante i lavori del Congresso della Federazione Italiana Medici Pediatri, di cui il Quotidiano della Sanità offre una sintesi.

800x800A cura di Pamela Magda Di Renzo, Hikikomori. Ritirati, ma non troppo, Magi, Roma, 2022, 248 p.
Il testo è frutto di un progetto attivato in piena pandemia da un gruppo di esperti (psicologi, psichiatri e psicoterapeutici) che si occupa del ritiro sociale di adolescenti e giovani adulti, i cosiddetti “hikikomori”. Il lavoro ha la finalità specifica di offrire un supporto alle famiglie che si ritrovano a fronteggiare questa problematica molto complessa. In appendice il testo presenta il videogioco gratuito “Nostalgici anonimi”, che il gruppo di lavoro vorrebbe portare nelle scuole per cercare di prevenire il fenomeno.
Collocazione Biblioteca: 20089

Andrea Marchesi, Adolescenti alla ricerca del nome proprio. Come leggere in chiave educativa il malessere di ragazze e ragazzi, in Animazione Sociale, n. 08/358 (2022), pp. 30-43
Quando si parla di – e con – adolescenti oggi, ci si trova di fronte a un catalogo di sintomi: ritiro sociale, fobia scolare, self cutting, disturbi alimentari, disturbi di ansia e crisi di panico, dipendenza, disorientamento sessuale e depressione. L’autore, pedagogista e responsabile di una cooperativa sociale, propone una riflessione su questa “collezione” di sintomi e sulla richiesta di aiuto che questi rappresentano.

Caterina Parisio … [et al.], Hikikomori. Tra isolamento sociale e nuove solitudini, in Psicobiettivo, a. 42, n. 2 (mag.-ago. 2022), pp. 25-187
In questo numero monografico della rivista sono raccolti numerosi contributi, esperienze cliniche e di ricerca, riguardanti il fenomeno dell’hikikomori e delle nuove forme di ritiro sociale. Gli autori mettono in risalto la centralità del ritiro sociale vissuto e sperimentato in casa, confrontandolo con aspetti di contesto peculiari delle diverse fasi del ciclo vitale, dalla preadolescenza al giovane adulto, passando dalla scuola al mondo del lavoro.

downloadXinyue Hu, Danhua Fan and Yang Shao, Social withdrawal (hikikomori) conditions in China: A cross-sectional online survey, in Frontiers in Psychology, vol. 13, art. 227965 (mar. 2022) – on line, pp. 1-9
In Cina è stata dimostrata l’esistenza di una forma di ritiro sociale patologico chiamata anche hikikomori. Ma la prevalenza e le caratteristiche degli hikikomori in Cina rimangono sconosciuti. Studi precedenti avevano indagato sul fenomeno degli hikikomori in tre città della Cina. Lo scopo di questo studio è quello di scoprire la prevalenza di hikikomori in un campione online in Cina e la differenza nelle caratteristiche demografiche e in altri possibili tratti tra gli hikikomori e la popolazione generale. La ricerca si è avvalsa di questionari on line e ha coinvolto 1.066 giovani (età media = 22,85 anni) Dei 1.066 giovani, 980 (91,9%) sono stati identificati come appartenenti al gruppo A (non isolati sociali né ritirati), 46 (4,3%) al gruppo B (marcato isolamento sociale presso il proprio domicilio o ritirati con durata di almeno 3 mesi), e 40 (3,8%) al gruppo C (contrassegnato sia dall’isolamento sociale nella propria abitazione che dal ritiro con una durata di almeno 3 mesi). Il gruppo hikikomori (combinato gruppo B e gruppo C) rappresentava l’8,1%. il criterio di raggruppamento in questo studio è ragionevole e tale criterio di raggruppamento può escludere potenziali popolazioni di hikikomori. Quando le persone si trasformano in hikikomori nel presente, i loro comportamenti di ritiro sociale e la sensazione di solitudine sono entrambi molto più gravi rispetto al passato. Il possibile rapporto tra hikikomori e solitudine riflettono la necessità di dare ai giovani maggior sostegno sociale, per aiutarli a entrare in contatto con la società.

Grégoire Cornet, Théo Marie-Courtois, Les hikikomori, ces reclus sociaux venus du Japon encore mal cernés en France, in Le Figaro, 18/12/2021, pp. 1-7
In Francia la discussione pubblica e il sistema d’intervento attorno alla questione hikikomori è ancora allo stato iniziale. Prima di tutto non vi è affatto accordo, fra i pochi specialisti della materia, sui criteri di identificazione del fenomeno. Secondo Marie-Jeanne Guedj, psichiatra dell’ospedale Sainte-Anne à Paris e fondatrice dell’Association francophone pour l’étude et la recherche sur les hikikomori, non esiste una definizione sulla quale vi sia consenso, salvo per la durata della reclusione, che deve essere almeno di sei mesi e il fatto che in prevalenza coinvolga giovani. Uno degli interrogativi centrali sui quali si discute in maniera accesa è a partire da quale grado di reclusione si può definire tale condotta riconducibile in modo proprio a hikikomori. Ugualmente, la distinzione fra casi primari e casi secondari (presenza di disturbi di tipo psichiatrico) è soggetta a discussioni. Le persone auto-confinate che soffrono di depressione, ansia o disturbi di personalità non si isolano volontariamente. Secondo Marie-Jeanne Guedj «la maggioranza degli hikikomori non se ne lamentano, al contrario, in quanto scelgono deliberamente tale comportamento». Un’attitudine che non è riconosciuta sul piano medico perché non vi è associata alcuna diagnosi. Anche nell’ultima classificazione americana delle malattie, hikikomori non compare. Per Guedj hikikomori non rappresenta uno stato, ma una condotta, nella quale numerosi e instabili parametri entrano in gioco. In definitiva, l’assenza di un quadro classificatorio chiaro pone forti limiti rispetto a un censimento o a una stima del numero di hikikomori in Francia, cosa provata dall’assenza di studi nazionali sulla quantificazione del fenomeno. L’articolo viene spiegato in Italiano sul sito del CeSda dove viene anche citato un altro articolo sulla realtà francese.

Rita Cerutti, … [et al.], Hikikomori: la sofferenza silenziosa dei giovani = Hikikomori: the silent suffering among young people, in Rivista di Psichiatria, vol. 56, n. 3 (mag. – giu. 2021) – on line, pp. 129-137
Il termine giapponese hikikomori è usato per descrivere i giovani che vivono una condizione caratterizzata da isolamento e ritiro sociale per un prolungato periodo di tempo. È un fenomeno particolarmente diffuso in Giappone, soprattutto tra adolescenti e giovani adulti, ed è oggetto di attenzione crescente da parte dei professionisti della salute mentale di molti altri Paesi, tra cui l’Italia. Lo scopo del presente lavoro è quello di approfondire il costrutto di hikikomori inquadrandolo all’interno del contesto socioculturale di riferimento, analizzando contemporaneamente gli aspetti epidemiologici, i fattori di rischio e le caratteristiche cliniche. Inoltre, vengono discussi alcuni modelli teorici che consentono possibili interpretazioni di tale condizione che caratterizza i giovani che veicolano sempre più silenziosamente la loro sofferenza. Pur fornendo una lettura piuttosto articolata del fenomeno, si sottolinea la mancanza di una chiara definizione che possa inquadrarlo al fine di pianificare interventi preventivi.

TDCN_22_1_online cover.inddDaiki Setoyama, … [et al.], Blood metabolic signatures of hikikomori, pathological social withdrawal, Dialogues in Clinical Neuroscience, vol. 23, n. 1 (2021) – on line, pp. 14-28
Una grave forma di ritiro sociale patologico, “Hikikomori”, è stata riconosciuta in Giappone, poi si è diffusa in tutto il mondo ed è diventata un problema di salute globale. La fisiopatologia dell’hikikomori non è stata chiarita e i suoi tratti biologici rimangono inesplorati. In questa ricerca sono stati reclutati pazienti hikikomori non trattati con farmaci e soggetti sani. Sono state condotte valutazioni psicologiche per la gravità dell’hikikomori e della depressione ed eseguite analisi del sangue. Sulla base delle informazioni integrate, sono stati creati modelli per discriminare i casi di hikikomori dai soggetti sani, prevedere la gravità dell’hikikomori, stratificare i casi e identificare i marcatori metabolici che caratterizzano ciascun modello. I risultati svelano i marcatori metabolici del sangue dell’hikikomori, che sono fondamentali per chiarirne la fisiopatologia e utili anche come indice per monitorare il corso del trattamento per la riabilitazione.

A cura di Silvia Biagioni, Simone Sacco, Sabrina Molinaro, I comportamenti a rischio tra gli studenti. Italia. Rapporto di Ricerca sui comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca attraverso lo studio ESPAD®Italia 2021, CNR, 2022, 298 p.
Lo studio ESPAD®Italia, viene condotto annualmente dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (IFC-CNR) a partire dal 1999. Questo permette, attraverso un questionario anonimo e auto-somministrato, il monitoraggio dei comportamenti a rischio e delle abitudini degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Le tematiche affrontate sono molteplici: l’utilizzo di sostanze psicoattive legali e illegali, l’utilizzo di Internet, il cyberbullismo, il gioco d’azzardo o ai videogame e altri fenomeni come il ritiro scolastico e l’isolamento sociale. Per quanto riguarda il trend dei consumi, nel 2020, anno della pandemia da COVID-19, si è osservata una generale diminuzione del consumo di tutte le sostanze psicoattive. Nell’ultima rilevazione le percentuali sono invece tornate a crescere pur non raggiungendo, nella maggior parte dei casi, i livelli pre-pandemici. il Cyberbullismo che, nel 2021, ha coinvolto il 46% degli studenti come vittima e il 29% come autore. Poco diffuso è il fenomeno dell’internet challenge, mentre molto diffuso è l’uso di videogames ed anche il gioco d’azzardo. In crescita i comportamenti violenti. Viene inoltre per la prima volta preso in considerazione il ritiro sociale.

Duilio Traversari … [et al.], Il corpo che ci abita, in Pedagogika.it, a. 23, n. 3 (lug.-set. 2019), pp. 9-72
Il dossier di questo numero raccoglie numerosi contributi sul tema della corporeità, con l’intento di approfondire l’importanza della relazione tra mente e corpo nei processi educativi. In particolare si segnala l’articolo “Il corpo recluso dei giovani. Adolescenze hikikomori”, di Laura Pigozzi (pp. 47-50).

Immagine 2023-03-13 115758Takahiro A. Kato, Norman Sartorius, Naotaka Shinfuku,  Forced social isolation due to COVID-19 and consequent mental health problems, Lessons from hikikomori, in Psychiatry an Clinical Neurosciences, vol. 74, n. 9 (set. 2020) – on line, pp. 506-507
La pandemia di COVID-19 ha costretto un numero enorme di cittadini a restare confinati nelle loro case, spesso con conseguente isolamento sociale, che può portare a problemi di salute mentale. Uno dei migliori esempi di conseguenze di un grave isolamento sociale è la condizione nota come hikikomori, una forma di grave ritiro sociale originariamente descritta in Giappone alla fine del 20° secolo e più recentemente trovata in tutto il mondo. Nelle linee guida del 2010 su hikikomori dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese, la definizione di hikikomori è stata descritta come un evitamento della partecipazione sociale, che in linea di principio è continuata per un periodo superiore a 6 mesi. Il breve articolo esamina somiglianze e differenze delle due forme di isolamento. Takahiro A. Kato è il maggior studioso giapponese del fenomeno degli hikikomori.

Alice Scavarda, Franca Beccaria, Hikikomori: ragazzi chiusi alle relazioni sociali. Una ricerca sul benessere degli adolescenti cuneesi, in Dal fare al dire, a. 28, n. 2 (2019), pp. 39-48
Il progetto proposto, realizzato dal Comune di Cuneo, nasce per sperimentare prassi di prevenzione di comportamenti a rischio e di promozione della salute degli adolescenti, in particolare dei soggetti più fragili, vulnerabili a episodi di chiusura relazionale (Hikikomori). Nell’ambito del progetto è stata realizzata una ricerca finalizzata ad approfondire lo stato di benessere e malessere dei ragazzi, attraverso la somministrazione di questionari a scuola, ed è stato esplorato il ruolo di Internet e dei social media all’interno della loro vita quotidiana. Nell’articolo proposto sono riportati e commentati i risultati dell’indagine. La relazione completa del progetto è disponibile a questo link.

A cura di Rosalba Morese con Sara Palermo e Raffaella Fiorella; Rosalba Morese … [et al.], Social Isolation. An interdisciplinary view, IntechOpen, London, 2020, 113 p.
Il ritiro sociale è definito come un isolamento volontario prolungato nel tempo che comporta la cessazione di ogni forma di relazione sociale e di contatto con le persone e l’esterno. Questo libro offre un punto di vista interdisciplinare con una visione ampia e, allo stesso tempo, approfondita dei vari aspetti che possono contribuire a comprendere meglio l’isolamento sociale, un comportamento che può causare grandi danni alla salute. Dopo i primi due capitoli, teorici e clinici, vengono presentate alcune ricerche: una su alcuni anziani di età superiore ai 65 anni in un contesto insulare, le Maldive; un approccio integrato per affrontare il problema delle violenze sessuali con gli studenti maschi di un college americano; uno studio delle strutture di rete elementari della segmentazione della società nell’era tecnologica, che provoca isolamento; uno studio su come la privazione sociale in adolescenza nei mammiferi (roditori) può influenzare il comportamento e provocare autismo. Il libro è ad accesso libero sul web, ma non è scaricabile interamente in PDF.

41mtZbXSHEL._SX359_BO1,204,203,200_Marco Crepaldi, Hikikomori. Giovani che non escono di casa, Alpes, Roma, 2019, 124 p.
Il termine giapponese hikikomori significa “stare in disparte” e viene utilizzato per riferirsi a coloro che si isolano dal mondo sociale per mesi e anni, autoescludendosi nella propria abitazione e tagliando ogni contatto con l’esterno. Si tratta soprattutto di giovani maschi, fragili a livello relazionale e ipercritici nei confronti di una società nella quale arrivano a non riconoscersi più come parte integrante. In Giappone tale fenomeno ha assunto dimensioni allarmanti, con oltre mezzo milione di casi accertati, ma i numeri sembrano essere in crescita in molte nazioni economicamente sviluppate, tra cui l’Italia, dove si stima ci siano centinaia di migliaia di casi. Nonostante la sua diffusione, il fenomeno è ancora poco conosciuto e coloro che ne soffrono si sentono spesso soli e incompresi nel loro disagio. Nel libro vengono discussi gli ultimi studi in tutto il mondo, elaborando una prima definizione di hikikomori e cercando di offrirne un’interpretazione critica. Inoltre, vengono presentati i risultati della prima indagine statistica nazionale con il coinvolgimento di oltre trecento partecipanti.
Collocazione Biblioteca: 18546

Andrea Pozza … [et al.], La sindrome “Hikikomori”: prevalenza nella popolazione generale e psichiatrica, Una systematic review con meta-analisi, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 48, n. 1 (2019) – on line, pp. 6-17
La Sindrome Hikikomori è una condizione, osservata nel corso dell’ultimo decennio in adolescenti giapponesi, caratterizzata da completo e prolungato ritiro sociale e permanenza in ambiente domestico in attività ripetitive quali l’utilizzo del PC, associato a perdita di interesse nei confronti di scuola o lavoro. Non è chiaro in che misura il fenomeno esista in altri contesti culturali. Nella letteratura internazionale è assente una revisione sistematica con meta-analisi, che ne sintetizzi la prevalenza. Il presente lavoro descrive il primo studio di systematic review con meta-analisi sulla prevalenza della Sindrome Hikikomori nella popolazione generale e quella psichiatrica. È stata condotta una ricerca sistematica con l’utilizzo dei database elettronici PubMed e Scopus. Sono stati inclusi 9 studi (n = 8598), 7 dei quali condotti in Paesi asiatici. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Luigi Zoja, Jung, I neet e gli hikikomori. E se la rinuncia fosse ricerca di individuarsi?, in Animazione Sociale, a. 47, n. 4/309 (2017), pp. 11-22
L’autore, psicoanalista junghiano, già presidente dell’Associazione Internazionale di Psicologia Analitica, si sofferma sul comportamento di alcuni giovani: gli hikikomori in Estermo Oriente, che vivono ritirati dalla società e i neet in Europa, giovani autoesclusi perché sempre più estranei al circuito economico e sociale. Secondo l’autore, questi comportamenti possono essere compresi utilizzando alcuni concetti di Jung, in particolare quello di individuazione, cioè il distaccamento dai modelli convenzionali per sviluppare il proprio potenziale.

618n0PjtYBLA cura di Roberta Spiniello, Antonio Piotti, Davide Comazzi, Il corpo in una stanza. Adolescenti ritirati che vivono di computer, Franco Angeli, Milano, 2015, 300 p.
Di solito gli adolescenti vorrebbero essere sempre fuori casa con gli amici, ma ce ne sono alcuni che invece si muovono in una direzione opposta: sono gli adolescenti ritirati. Ragazzi che smettono di andare a scuola e non riescono a esibirsi sul palcoscenico sociale; passano i pomeriggi e le serate chiusi nella loro stanza perché soffrono di bruttezza immaginaria, si vergognano, si sentono inadeguati, deboli e goffi. Molti di loro, tuttavia, pur confinati nella loro camera, riescono a oltrepassarne le pareti: si collegano alla Rete ed entrano in mondi lontani. Il fenomeno del ritiro sociale – degli “hikikomori” – viene da anni studiato in Giappone. In Italia, invece, è ancora poco conosciuto, ma sempre più diffuso. Il gruppo degli autori appartiene al Consultorio Gratuito del Minotauro, e presenta in questo libro l’esito di un lavoro che, per la sua completezza e organicità, rappresenta uno strumento indispensabile per tutti coloro – psicologi, psichiatri, insegnanti e genitori – che desiderano avere un quadro esaustivo sulla teoria e sul trattamento del ritiro sociale in Italia.
Collocazione Biblioteca: 17178

Antonio Piotti, Il banco vuoto. Diario di un adolescente in estrema reclusione, Franco Angeli, Milano, 2012, 127 p.
I fatti descritti in questo libro sono frutto dell’immaginazione dell’autore, che tuttavia intende, attraverso tali fatti, presentare un caso clinico. Lo fa scegliendo la forma dell diario di un adolescente che non ce la fa a vivere nel nostro contesto sociale. Si tratta di una forma di disagio mentale definita come “ritiro sociale acuto” (già individuato in Giappone dove si usa il termine “hikikomori”, cioè i reclusi). Enrico, il protagonista di questo diario, si è confinato per anni, giorno e notte, nella sua stanza, connesso continuamente al computer e immerso in un’esistenza virtuale. Il libro vuole analizzare i perché di questi comportamenti estremi e le modalità di interazione con il contesto familiare e scolastico. L’autore è psicoterapeuta e docente presso la scuola di psicoterapia ARPAD Minotauro.
Collocazione Biblioteca: 15856

Dipendenza da internet e altre patologie correlate

A cura di Adele Minutillo … [et al.], Dipendenze da Internet, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2022, 125 p.
Lo scopo di questo rapporto è fornire una panoramica sulle principali problematiche legate all’uso di Internet come contributo per la creazione di definizioni condivise e studi confrontabili. La prima parte illustra la sintesi della letteratura scientifica di riferimento con particolare attenzione alla definizione dei costrutti, alle principali evidenze sui trattamenti e sulle strategie di prevenzione della dipendenza da Internet; un capitolo è dedicato alla presentazione del fenomeno emergente del ritiro sociale (hikikomori) e delle sue implicazioni con la dipendenza da Internet. La seconda parte descrive il progetto “Rete senza fili. Salute e Internet Addiction: tante connessioni possibili” e le attività di alcune Unità Operative del progetto. Infine, la terza parte sintetizza alcune esperienze pratiche delle risorse territoriali sociosanitarie che hanno partecipato al Tavolo Tecnico per la mappatura e censimento delle risorse territoriali per le dipendenze da Internet.

9788874668953_0_424_0_75A cura di Riccardo Bertaccini e Furio Lambruschi, Psicologia cognitiva dell’adolescente. Setting clinico e strategie di intervento, Carocci, Roma, 2022, 399 p.
L’adolescenza rappresenta uno snodo evolutivo cruciale nel complesso percorso di strutturazione del Sé. Gli adolescenti del terzo millennio sono esposti a un incremento massiccio nella quantità e nell’intensità di fattori di rischio sociali, familiari, educativi e affettivi, con importanti ricadute psicopatologiche. Il volume è un manuale pensato per i professionisti della salute mentale, che presenta le più efficaci procedure di assestment e intervento terapeutico per le deviazioni psicopatologiche nei giovani d’oggi (principalmente procedure derivanti dall’ambito cognitivo-comportamentale). Nella seconda parte del libro, particolarmente interessanti il cap. 5 sui disturbi dello spettro ansioso, che tratta anche dell’ansia  sociale e il cap. 6: Il ritiro sociale e l’isolamento. Gli autori sono psicologi e psicoterapeuti.
Collocazione Biblioteca: 19588

Mario G. L. De Rosa, Disagio esistenziale e dipendenze patologiche, Franco Angeli, Milano, 2021, 156 p.
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, descrive la fenomenologia della dipendenza da sostanze psicoattive a da internet. Nel mondo occidentale l’individuo viene educato a operare soprattutto nella realtà esterna, considerata fonte della propria sopravvivenza e benessere, trascurando l’armonia interna e le funzioni psichiche essenziali per l’equilibrio personale. La soluzione al proprio disagio emotivo viene sempre cercata fuori di sé e gli oggetti tecnologici contribuiscono a stimolare la distrazione dall’interiorità. Il testo descrive come da un funzionamento psichico fisiologico, in potenza, volto a realizzare il benessere della persona, possa svilupparsi una disfunzionalità della mente. Tra i fattori che determinano questa deviazione problematica viene evidenziato il ruolo dell’odierno modello estetico-edonista, che favorisce lo sviluppo di personalità onnipotenti orientate solo all’affermazione assoluta di se stesse, senza regole né limiti. In seguito analizza l’influenza dello strumento tecnologico, pervasivo tra giovani e adulti, a livello psichico. La problematicità del modello citato viene espressa oggi frequentemente dal ritiro sociale o dal consumo di sostanze. Infine, i due capitoli finali del libro trattano la valutazione diagnostica del disagio esistenziale e la sua terapia.
Collocazione Biblioteca: 18965

Adolfo Antonio Bonforte … [et al.],  Ludopatia. Aspetti psicologici, sociologici, penali e amministrativi con annotazioni giurisprudenziali e prontuario, Primiceri, Padova, 2020, 198 p.
Nel presente volume vengono analizzate le complesse sfaccettature e problematiche legate alla dipendenza da gioco d’azzardo, anche in relazione ad altre patologie come la dipendenza affettiva, il ritiro sociale (sindrome Hikikomori). La ludopatia viene qui affrontata dal punto di vista antropologico, sociologico e psicologico e da quello normativo, spaziando dal diritto penale al diritto amministrativo e parlando diffusamente anche di riciclaggio e usura . L’obiettivo è consentire al lettore di muoversi agevolmente tra i vari argomenti, approfondendo la propria conoscenza rispetto alla complessa dimensione del fenomeno, fornendo supporti e indicazioni utili a tutti coloro che, per interesse personale, motivi di studio o per esigenze di pratica professionale, siano interessati all’argomento.
Collocazione Biblioteca: 19277

1250_328A cura di Katia Aringolo, I disturbi depressivi in età evolutiva. Riconoscerli, prevenirli, trattarli, Franco Angeli, Milano, 2021, 394 p.
Nelle diverse fasi dello sviluppo, l’inserimento a scuola, i mutamenti del corpo, le relazioni familiari e quelle tra pari sono alcune delle esperienze di crescita che può essere ostico fronteggiare, soprattutto se l’ambiente e gli eventi di vita sono sfavorevoli. Il disagio depressivo può così essere considerato una risposta al difficile adattamento del ragazzo al proprio contesto di vita. Il testo affronta i disturbi depressivi in età evolutiva in un’ottica clinica orientata a integrare i pattern sintomatologici che giungono all’osservazione del clinico con i concetti di adattamento, resilienza, stress e vulnerabilità. Il testo tratta quindi la diagnosi e l’assessment dei disturbi depressivi infantili e adolescenziali, proponendosi di offrire un approfondimento aggiornato sui percorsi di prevenzione e cura.Il sottoparagrafo 3.3 è dedicato allla comorbilità col fenomeno degli hikikomori, le “depressioni moderne.Uno spazio importante è riservato all’approccio cognitivo tradizionale così come a quelli più innovativi: Theraplay, Mindfulness, EMDR, Role Play e Tecniche Corporee, ponendo anche attenzione all’approccio farmacologico. La curatrice è psicologa clinica.
Collocazione Biblioteca:19089

Danilo Lazzaro, Nuove dipendenze. Da chi dipenderai domani?, Epoké, Novi Ligure, 2020, 228 p.
Binge drinking, drunkoressia, hikikomori, incel. Sono alcuni dei termini che compongono il vocabolario delle nuove dipendenze, quelle che spesso non hanno bisogno di sostanze e non ci restituiscono l’immagine stereotipata del tossico. Si nutrono di atteggiamenti, di dita che scrollano su bacheche virtuali. L’autore, docente e ricercatore all’Istituto di Scienze Forensi di Milano, ne descrive origini e rischi avvalendosi del contributo di esperti nei settori coinvolti.
Collocazione Biblioteca: 19053

Rosaria Giordano, Hikikomori e dipendenze digitali, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 12-21
L’articolo è un’introduzione al fenomeno degli hikikomori e alla relazione tra questo fenomeno e le dipendenze digitali, senza tralasciare le differenze e le assonanze che intercorrono tra i fenomeni, nonchè le possibilità di aggancio e di intervento terapeutico. Di particolare interesse l’associazione con il Disturbo da gioco su Internet (DGI) e la lettura della realtà come inter-realtà che rede possibile concepire il mondo off-line e on-line come interagenti e integrati e favorisce una concettualizzazione dell’esperienza dei ragazzi al passo coi tempi.

9788832852707_0_536_0_75Matteo Lancini … [et al.], L’adolescente. Psicopatologia e psicoterapia evolutiva, Raffaello Cortina, Milano, 2020, 302 p.
Il libro, i cui autori sono psicologi e psicoterapeuti della Fondazione Minotauro, presenta un modello di consultazione e presa in carico dell’adolescente che coniuga teoria psicoanalitica e teoria evolutiva. Un intervento clinico che guarda alla crisi del giovane paziente come al segnale di un blocco nella realizzazione dei compiti evolutivi fase-specifici. Attraverso la presentazione di diversi casi e manifestazione sintomatiche (ansia, gesti autolesivi, disturbi alimentari, aggressività e antisocialità, insuccesso scolastico e ritiro sociale, dipendenze da sostanze e da Internet …) emergono il modello teorico, che sostiene l’intervento di psicoterapia psicoanalitica dell’adolescente in una prospettiva evolutiva, e la metodologia applicata di un lavoro clinico che prevede anche il coinvolgimento dei genitori del giovane paziente.
Collocazione Biblioteca: 19085

Giusy Manca, La grande bellezza. L’adolescente e il proprio corpo. La cura del corpo in adolescenza tra ricerca di identità e prove di debutto sociale, Pensa Multi Media, Lecce, 2015, 236 p.
Gli adolescenti trascorrono molto del loro tempo a curare il proprio corpo non solo per abbellirlo e per conformarlo ai trend della moda, ma soprattutto per raccontare attraverso il corpo una possibile rappresentazione di se stessi. Alle prese con il principale compito evolutivo che è la costruzione dell’identità, avviano una serie di sperimentazioni funzionali a comprendersi, ma anche ad entrare in relazione con gli altri per suscitare gradimento e accettazione. Il corpo è dunque considerato come “un ponte” tre sé e il contesto, una sorta di “lavagna” su cui scrivere di sé per rileggersi o essere letti. Queste attività accomunano tutti gli adolescenti, ma per alcuni di loro risulta particolarmente difficile trovare un modo coerente per rappresentarsi e per intraprendere il debutto sociale, perciò dalle manipolazioni di un corpo ritenuto “amico” passano agli attacchi di un corpo “nemico”, poiché non risponde alle attese, non cambia con la crescita nel modo sperato, non piace agli altri e quindi è la prevalente fonte di angoscia. Quando ciò avviene molti adolescenti pongono in essere condotte bizzarre e pericolose, apparentemente incomprensibili agli occhi degli adulti, condotte che spesso attentano all’incolumità fisica fino a comprometterla gravemente. Accade pertanto che aggrediscano il corpo con digiuni o abbuffate, con piercing e tatuaggi dolorosi, attraverso “giochi pericolosi” come il parkour, il binge drinking, il planking, ecc. mirati a scoprire il limite fino al quale il corpo si può spingere e reggere la sfida. Oppure si ritirano da tutte le relazioni sociali in un esilio volontario ed esclusivo che può durare anni (gli Hikikomori) o arrivano all’autolesionismo continuato come gli EMO (Emotional Hardcore) su cui si concentra un capitolo del libro.
Collocazione Biblioteca: 18588

Federico Tonioni, Psicopatologia web-mediata. Dipendenza di internet e nuovi fenomeni dissociativi, Springer, Milano, 2013, 182 p.
La crescita inarrestabile delle relazioni internet-mediate, destinate nel tempo a prevalere sui contatti “dal vivo”, ha moltiplicato le possibilità di comunicazione tra i giovani e complicato invece le relazioni con la generazione precedente. Il volume esplora la complessità dei quadri psicopatologici che ne scaturiscono, analizzando la dipendenza da internet nel contesto allargato di altre dipendenze comportamentali, come quella del gioco d’azzardo e varie forme di perversione delle condotte sessuali. Una parte del 3° capitolo è dedicata al fenomeno hikikomori.
Collocazione Biblioteca: 17141

Prevenzione e trattamento

downloadPaolo Petrosillo, L’intervento educativo domiciliare nel ritiro sociale, in Animazione Sociale, n. 08/358 (2022), pp. 64-68
L’autore, educatore e pedagogista, descrive la propria esperienza in campo educativo con adolescenti e giovani in situazione di ritiro sociale (hikikomori). Egli racconta in forma narrativa i passaggi di come si potrebbe articolare un intervento domiciliare educativo nell’ambito del ritiro sociale concludendo con un ritorno al mondo.

Regione Emilia Romagna ; Coordinamento a cura di Mariateresa Paladino, Stefano Costa, Maria Corvese, Linee di indirizzo su ritiro sociale. Prevenzione, rilevazione precoce ed attivazione di interventi di primo e secondo livello. Allegato A alla Deliberazione della Giunta regionale n. 1016/2022, Regione Emilia Romagna, Bologna, 2022, 38 p.
Il ritiro sociale è un quadro in aumento con un esordio sempre più precoce che comporta una interruzione del percorso evolutivo e un importante rischio per lo sviluppo di bambini, bambine, ragazzi e ragazze. Nell’Introduzione del documento sono riportati una analisi del contesto ed una definizione del fe­nomeno, una descrizione dell’insorgenza e delle prime manifestazioni ed un riferimento all’uso di internet e videogiochi. Sono riportate considerazioni sui dati (l’aspetto epidemiologico ad oggi è carente in mancanza di una codificazione condivisa) e i principali riferimenti normativi sia dell’ambito della scuola, sia di quelli sociale e sanitario. Le linee d’indirizzo si focalizzano poi sulle azioni da mettere in atto in materia di prevenzione, rilevazione precoce, attivazione tempestiva di azioni di primo e secondo livello. Le Linee di indirizzo regionali sono state presentate in occasione del seminario “Vicini ma lontani. Approcci per prevenire ed intercettare il ritiro sociale di ragazze e ragazzi”, che si è tenuto il 27 giugno 2022.

Giovanna Borsetto, Tra connessione e individuazione. Riflessioni psicoanalitiche sulla sindrome «hikikomori»: l’adolescenza e il ritiro sociale, libreriauniversitaria.it, Padova, 2022, 186 p.
Partendo dal presupposto che il ritiro sociale si configuri come l’espressione di un arresto dello sviluppo adolescenziale, l’autrice indaga le diverse aree coinvolte, evidenziandone le dinamiche intrapsichiche, interpsichiche, familiari e gruppali. In un’ottica psicoanalitica e gruppoanalitica, si sostiene che, per comprendere la patologia hikikomori, sia necessario considerare una pluralità di vertici osservativi: dal soggetto al suo gruppo di appartenenza e viceversa. L’autrice postula che alla base dell’hikikomori vi sia la presenza di un’identità impossibile da raggiungere che fa sostare in una dimensione sospesa al confine tra l’essere vivi e l’essere morti. Tale sospensione, che sostiene il ritiro, genera un vissuto di vuoto dal sapore depressivo e uno svuotamento pulsionale che impone il silenzio relazionale. Dunque la perturbazione della relazione tra l’individuo e il gruppo sembra essere la chiave per poterne interpretare il significato.
In arrivo in Biblioteca.

Hiroaki Kubo … [et al.], Development of a 3-Day Intervention Program for Family Members of Hikikomori Sufferers, in Journal of Clinical Psychology, 2 Giugno 2021 – on line, pp. 1-10
Gli Hikikomori, una grave forma di ritiro sociale, sono un grave problema di salute mentale per il quale è indicato l’approccio terapeutico familiare. In Canada è stato recentemente sviluppato un programma di intervento familiare di 5 giorni (120 minuti a settimana) basato sul pronto soccorso per la salute mentale (MHFA), sul rinforzo comunitario e sulla formazione familiare (CRAFT). Nel presente studio, è stato modificato il programma di 5 giorni in un programma di 3 giorni (180 minuti ogni quindici giorni) e ne è stata misurata l’efficacia . Nell’articolo vengono presentati e discussi i risultati.

51d8+-R7PpS._SX371_BO1,204,203,200_Haim Omer, Daniele Piacentini, Resistenza non violenta, Un approccio innovativo ai problemi comportamentali e psicologici di ragazzi e adolescenti, Alpes, Roma, 2021, 203 p.
Il libro descrive una tecnica di intervento ispirata alla resistenza non violenta di Ghandi nelle sue applicazioni al contesto familiare, scolastico e sociale. Questo modello d’intervento si basa sull’autocontrollo, la perseveranza, la prevenzione dell’escalation e la costruzione di una rete di sostegno. Numerose ricerche hanno dimostrato la sua efficacia nel prevenire e affrontare moltissime problematiche comportamentali e psicologiche di bambini, adolescenti e giovani adulti (comportamenti violenti, ansia, ADHD, problemi scolastici, dipendenza da internet e smartphone, guida pericolosa, dipendenza dai genitori anche raggiunta l’età adulta, ecc.). Tra le problematiche affrontate in modo particolare in questo volume: i comportamenti nei confronti dei fratelli, quello dei figli che tiranneggiano gli altri componenti della famiglia, il ritiro sociale di bambini e adolescenti, i problemi nel frequentare la scuola e gli utilizzi in ambito sociale e comunitario. Gli autori sono psicologi e psicoterapeuti.
Collocazione Biblioteca: 19789

A cura di Giuseppe Pellizzari, Angelo Antonio Moroni, Una stanza tutta per me. Manuale di Psicoterapia psicoanalitica dell’Adolescente, Mimesis, Milano ; Udine, 2021, 622 p.
Giuseppe Pellizzari ha avuto l’idea originale di pubblicare sotto forma di manuale i frutti del lavoro del gruppo “Centro Milanese di Psicoanalisi”, da lui voluto e a lungo coordinato, costituito da analisti interessati a prendere privatamente in cura adolescenti con difficoltà economiche, collocati in comunità o provenienti da famiglie multiproblematiche. Lo scopo del manuale è quello di proporre il lavoro del gruppo, rendendolo fruibile, grazie ai numerosi esempi clinici, per tutti gli operatori che, specie nelle strutture pubbliche, si trovano a fronteggiare un’emergenza difficile e complessa e presentare lo studio delle problematiche tecniche e teoriche che si incontrano in questi territori periferici e marginali della psicoanalisi.
Collocazione Biblioteca: 19614

A cura di Simona Tripaldi, Marika Ferri, Clarice Mezzaluna, Comprendere l’adolescente. Indicazioni cliniche in ottica Cognitivo Comportamentale, Alpes Italia, Roma, 2021, 189 p.
L’adolescenza ha dei compiti di sviluppo ben definiti e che per il soggetto comportano impegno, stress e fatica, che a volte possono essere interpretati come una difficoltà nell’assolvimento di questi compiti. Per questo in adolescenza il rischio psicopatologico aumenta a causa del disagio evolutivo vissuto. Il testo presenta le linee teoriche basate sulla più recente letteratura che guidano il lavoro clinico con gli adolescenti secondo la prospettiva cognitivo-comportamentale (CBT). Ogni capitolo affronta il tema dell’adolescenza da diversi punti di vista: il cambiamento neurocognitivo, psicologico e sociale. Mette in evidenza inoltre il legame di attaccamento genitore-adolescente e le strategie più efficaci che possono aiutare entrambi. Gli ultimi capitoli affrontano aspetti di rilevanza clinica, dai più frequenti quadri psicopatologici ai trattamenti evidence-based in ottica CBT. Tra questi quadri clinici sono citati: il disturbo da ansia generalizzata, la depressione, gli hikikomori, le somatizzazioni, i disturbi ossessivi, i disturbi dell’alimentazione, i disturbi della condotta,  le dipendenze patologiche i disturbi psicotici e disturbi del neuro sviluppo quali l’autismo e l’ADHD. Le autrici sono psicologhe e psicoterapeute.
Collocazione Biblioteca:19090

Davide Fant, Dare valore al “sottrarsi” degli adolescenti. Linguaggi&tecniche/3 : animare spazi dell’educare come rifugi trasformativi, in Animazione Sociale, n. 7/339 (2020), pp. 48-60
L’autore, formatore e ricercatore, riflette sull’aumento, negli ultimi anni, di comportamenti riconducibili alla fuga di tanti adolescenti, come gli hikikomori. Questo enigmatico sottrarsi di ragazze e ragazzi può essere letto come “fuga da” ma anche come “ricerca di”. Adottare questa chiave di lettura porta a ridisegnare i setting educativi e il modo di stare con gli adolescenti. Viene qui proposta la creazione di “gruppi rifugio” in cui i ragazzi possano trovare serenità con persone con cui si trovano a proprio agio, per poi lentamente introdurre “perturbazioni generative”, atte ad aiutarli nel crescere e reggere anche contesti meno protetti.

51WAUw6msQL._SY264_BO1,204,203,200_QL40_ML2_A cura di Michele Procacci e Antonio Semerari, Ritiro sociale. Psicologia e clinica, Erickson, Trento, 2019, 346 p.
I pazienti che soffrono di ritiro sociale sono allo stesso tempo poco capiti e mal curati. Questa psicopatologia è la risultante di un complesso di componenti che si combinano fra loro in misura differente e possono includere: ansia, depressione, anedonia, rejection sensitivity, problemi neurocognitivi, problemi nella mentalizzazione e nella social cognition, tendenza all’ideazione paranoide, disturbi del pensiero, sentimenti cronici di non appartenenza e non condivisione, carenza di abilità sociali. I primi cinque saggi di questo volume si propongono di fornire un quadro d’insieme di questa complessità. I cinque saggi della seconda parte sono invece maggiormente rivolti ai clinici e approfondiscono l’individuazione e la valutazione del ritiro sociale in differenti disturbi mentali. In appendice gli strumenti di valutazione utilizzabili nel processo di diagnosi.
Collocazione Biblioteca: 18334

Takahiro A. Kato, Shigenobu Kanba, Alan R. Teo, Hikikomori: Multidimensional understanding, assessment, and future international perspectives, in Psichyatry and Clinical Neurosciences, n. vol. 73, 8 (ago. 2019) – on line, pp. 427-440
L’hikikomori, una grave forma di ritiro sociale, è stata a lungo osservata in Giappone, principalmente tra i giovani e gli adolescenti dagli anni ’70 circa; è stata poi particolarmente evidenziata dalla fine degli anni ’90. Inoltre, casi simili a hikikomori sono stati recentemente segnalati in molti altri Paesi. Lo stato di Hikikomori influenza negativamente non solo la salute mentale e la partecipazione sociale dell’individuo, ma anche l’istruzione e la stabilità della forza lavoro, e come tale è un nuovo problema globale urgente. In questa recensione, vengono introdotte la storia, la definizione, la valutazione diagnostica e gli interventi per l’hikikomori e anche la prevalenza internazionale dell’hikikomori al di fuori del Giappone. Si propone un’ipotesi sulla globalizzazione dell’hikikomori basata su prospettive nazionali e internazionali. Inoltre, si introduce l’ultimo sistema di valutazione per hikikomori (compresa l’ultima versione dei “criteri diagnostici proposti per hikikomori per i futuri sistemi diagnostici DSM/ICD”) e vengono proposte strategie terapeutiche, inclusi approcci familiari e terapie individualizzate. Infine si presentano le sfide future che potrebbero portare a soluzioni a livello internazionale.

Francesca Perrone, Tommaso Civiero, Psicologo fuori studio e ritiro sociale estremo: un intervento per la sindrome di Hikikomori, in Terapia familiare, a. 42, n. 119 (mar. 2019), pp. 39-61
Nell’articolo viene presentato il progetto Psicologo Fuori Studio, una modalità di intervento domiciliare per casi di grave ritiro sociale, sindrome Hikikomori e altre forme di ritiro dalle relazioni, che sempre più si manifestano durante l’adolescenza e la prima età adulta. Gli autori descrivono, dopo un breve excursus storico, il processo terapeutico, che coniuga diversi livelli di intervento. Con visite domiciliari lunghe e frequenti, lo Psicologo Fuori Studio si mette in relazione con il ragazzo o la ragazza ritirati, con un intervento basato sulla logica del “fare insieme” e condividere esperienze, per creare una alleanza terapeutica solida, necessaria per il cambiamento e lo sviluppo del giovane, restituendogli il senso delle proprie esperienze e riavviandone il percorso evolutivo. Nell’articolo sono presentate le possibili e preziose interazioni tra psicologo fuori studio e terapeuti familiari, che, nei casi più riusciti, costituiscono una vera e propria équipe. Vengono, inoltre evidenziate le differenze con il lavoro dell’educatore e dello psicoterapeuta a domicilio.

9f3ba8d9-e54a-46aa-9d7e-aa2b7503763aStefano Costa … [et al.], Bambini e adolescenti. Identità, rischio e patologia: buone prassi, in Sestante, n. 07 (giu. 2019) – on line, pp. 1-80
Il numero monografico prevede una prima parte saggistica ed una sui servizi. Si segnala in particolare l’articolo di Stefano Costa e altri, “Hikikomori, ritiro sociale: analisi psicopatologica di un quadro comportamentale, aspetti diagnostici e di trattamento”, pp. 50-53.

A cura di Matteo Lancini, Il ritiro sociale negli adolescenti. La solitudine di una generazione iperconnessa, Raffaello Cortina, Milano, 2019, 334 p.
Il libro traccia il profilo di una generazione cresciuta “nella rete”, inducendo gli adulti a interrogarsi su come distinguere un uso adattivo dei social e dei videogiochi da un sintomo di malessere o dipendenza. Cyberbullismo, sexting, gioco d’azzardo e, in modo particolare, il ritiro sociale sono alcuni dei comportamenti affrontati in questo testo, ricco di indicazioni sui motivi della loro diffusione e sulle modalità di intervento. La rivoluzione digitale ha creato ambienti espressivi nei quali gli adolescenti non solo sperimentano nuove possibilità di realizzazione ma si rifugiano in occasione di gravi crisi evolutive, in una forma di autoricovero che esprime sia il dolore sia un tentativo di risolverlo, come avviene nel ritiro sociale, la più significativa manifestazione del disagio giovanile odierno. A partire dall’esperienza maturata negli ultimi quindici anni, gli autori inquadrano la psicodinamica del ritiro sociale e presentano gli orientamenti clinici che guidano la presa in carico dell’adolescente in una prospettiva evolutiva.
Collocazione Biblioteca: 18439

Takahiro A. Kato … [et al.], Harnessing Social Media to Explore Youth Social Withdrawal in Three Major Cities in China. Cross-Sectional Web Survey, in JMIR Mental Health, vol. 5, n. 2 (mag. 2018) – on line, pp. 1-10
I giovani socialmente ritirati (hikikomori) appartengono a un sottogruppo emergente di giovani che non hanno un lavoro, un’istruzione o una formazione e che hanno intenzioni e opportunità di interazione sociale limitate. L’utilizzo di internet e dei social media possono essere un modo alternativo e fattibile per raggiungere questo gruppo di giovani a causa della loro natura solitaria. Lo scopo di questo studio è di esplorare la possibilità di utilizzare varie piattaforme di social media per indagare sull’esistenza del fenomeno del ritiro sociale giovanile. Da ottobre 2015 a maggio 2016 è stato condotto un sondaggio trasversale aperto sul Web per identificare e raggiungere giovani socialmente ritirati in 3 città metropolitane della Cina: Pechino, Shanghai e Shenzhen. In conclusione emerge che le piattaforme social sono strumenti praticabili ed economici per raggiungere i giovani socialmente ritirati e quelle specializzate in una determinata cultura o tipo di intrattenimento sembrano essere più efficaci.

Takahiro A. Kato, Shigenobu Kanba and Alan R. Teo, Hikikomori: experience in Japan and international relevance, in World Psychiatry, vol. 17, n.1 (feb. 2018) – on line, pp. 105-106
Il fenomeno giapponese dei giovani (in gran parte uomini) che smettono di andare a scuola o al lavoro e si ritirano nelle loro case per mesi o anni, viene chiamato Shakaiteki hikikomori (ritiro sociale) ed è in aumento dalla fine del secolo scorso. Questo fenomeno, che inizialmente sembrava strettamente legato alla cultura giapponese si è poi diffuso in molti Paesi industializzati nel mondo. Nell’articolo gli autori, tra i massimi esperti del fenomeno, propongono il loro modello diagnostico e terapeutico. Ora si ritiene che gli hikikomori possano presentare diversi disturbi mentali concomitanti, e si ipotizza che alcuni comuni meccanismi psicopatologici possano esistere nell’atto di “chiudersi” indipendentemente dalla diagnosi psichiatrica. Gli autori propongono un intervento complesso che comprende anche un programma educativo per i genitori, perché nella maggior parte dei casi la consultazione è fatta inizialmente da loro e ciò avviene anche dopo molti anni dall’esordio. In conclusione si auspica che i criteri diagnostici siano inclusi nell’ICD-11 e nel futuro DSM e che vengano incrementati studi evidence based su vasta scala.

41Yqgy7BexL._SY264_BO1,204,203,200_QL40_ML2_Anna Maria Caresta, Generazione Hikikomori. Isolarsi dal mondo fra web e manga, Castelvecchi, Roma, 2018, 115 p.
L’autrice conduce una ricerca su casi clinici in Giappone e in Italia sul fenomeno della dipendenza da internet negli adolescenti. Affronta il problema dal punto di vista sociale e psicologico nei suoi rapporti con l’aggressività, il bullismo, il ritiro sociale e scolastico. Si considerano anche gli aspetti terapeutici di questo tipo di dipendenza, con particolare riguardo all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, ad esempio il laboratorio dei fumetti che viene condotto in collaborazione con cooperative sociali esterne.
Collocazione Biblioteca: 18004

Karin Bagnato, L’ Hikikomori: un fenomeno di autoreclusione giovanile, Carocci, Roma, 2017, 106 p.
Ultimamente anche in Italia si parla molto di hikikomori. Solitamente si tratta di adolescenti che decidono di isolarsi completamente nella loro stanza per lunghi periodi di tempo, addirittura anni, rifiutando qualsiasi forma di contatto con il mondo esterno e mettendo fine a ogni forma di comunicazione, anche con i propri familiari. Questa particolare manifestazione di autoreclusione ha origine in Giappone, ma negli ultimi decenni sta prendendo piede anche nei paesi non asiatici, tra cui l’Italia. È un fenomeno allarmante che colpisce un gran numero di giovani, che non sono in grado di rispondere alle continue e pressanti aspettative sociali e ai quali l’isolamento sembra l’unico modo per sopravvivere. Il volume inquadra l’hikikomori nella società contemporanea soffermandosi sulle differenze e le similitudini del fenomeno in Italia e in Giappone e analizzando le variabili individuali e contestuali che possono favorirne l’insorgenza e il mantenimento. Infine, viene illustrata la proposta di un programma di intervento che agisca a più livelli e che implichi il coinvolgimento delle principali agenzie educative. L’autrice è ricercatrice di Pedagogia generale e sociale all’Università di Messina.
Collocazione Biblioteca: 18083

Takahiro A. Kato … [et al.], Can Pokémon GO rescue shut-ins (hikikomori) from their isolated world?, in Psychiatry an Clinical Neurosciences, vol. 71, n. 1 (gen. 2017) – on line, pp. 75-76
Un’indagine epidemiologica di comunità ha suggerito che la prevalenza di hikikomori (una grave forma di ritiro sociale) è di circa l’1,2% in Giappone, ma questa statistica non tiene conto delle persone di mezza età che sono considerati un nuovo problema emergente. Il fenomeno si è inoltre diffuso in altri Paesi del mondo anche a causa della diffusione dei videogiochi, che hanno tolto a molti giovani la motivazione ad uscire di casa. Nuove prospettive di cura si presentano con il gioco di realtà aumentata Pokemon GO, che ha dimostrato di poter aumentare l’automotivazione ad uscire di casa ed è in corso di sperimentazione il suo utilizzo terapeutico.

i__id7566_mw600__1xA cura di Giulia Sagliocco, Hikikomori e adolescenza: fenomenologia dell’autoreclusione. Seminario di studi e approfondimenti per un’ipotesi di cura, Mimesis, Milano ; Udine, 2011, 150 p.
Ragazzi che si isolano dal mondo, auto-reclusi tra le pareti della loro stanza, circondati da videogiochi, computer e fumetti. Tra i comportamenti adolescenziali che creano disagio psichico in chi li pratica e in chi sta loro vicino, senza dubbio l’“Hikikomori” – che in giapponese significa “isolarsi, ritirarsi” – e, più in generale, l’Autoreclusione, stanno diventando, negli ultimi anni, oggetto di riflessione e di studi. Questo studio rilegge la sintomatologia Hikikomori non solo come forma di lotta contro il male di vivere, ma anche in un’ottica trans-culturale, inquadrandolo nelle complesse coordinate dell’onore e della vergogna della cultura giapponese. Il libro è articolato in tre parti: nella prima sono riportati gli atti di una giornata seminariale in cui l’antropologa Carla Ricci, che lavora a Tokyo, ha illustrato i suoi approfonditi studi sull’Hikikomori; la seconda parte analizza il fenomeno con una prospettiva teorica e clinica; la terza parte contiene il racconto di esperienze cliniche e di intervento. Giulia Sagliocco è psichiatra, psicoterapeuta, docente e ricercatore di psicologia dell’età evolutiva.
Collocazione Biblioteca: 17527

A cura di Michele Procacci, Raffaele Popolo, Nicola Marsigli, Ansia e ritiro sociale. Valutazione e trattamento, Cortina Raffaello, Milano, 2011, 396 p.
Il volume propone una chiara descrizione clinica dell’ansia e dell’evitamento sociale, delineando modelli che spiegano come si producono tali disturbi. Vengono inoltre indicati i trattamenti, sia psicologici sia farmacologici, considerati oggi più efficaci. A partire da un’ottica cognitivista, i differenti temi sono affrontati in capitoli specifici: introduzione e aspetti epidemiologici, genesi e sviluppo dell’ansia e del ritiro sociale, elementi di psicopatologia, valutazione, trattamento.
In arrivo in Biblioteca

Il fenomeno spiegato ai genitori

Leopoldo Grosso, Hikikomori: la causa del ritiro degli adolescenti non è internet, ma la società violenta, in lavialibera, 2 Marzo 2023 – on line, pp. 1-5
Il ritiro sociale è la legittima difesa di ragazze e ragazzi da una competizione in cui ci si sente sempre perdenti. Internet non è la causa, anzi è un palliativo che aiuta i giovani hikikomori. Poter restare studenti, anche da casa, sarebbe un aiuto al loro reinserimento. L’autore è psicologo, psicoterapeuta e presidente onorario del Gruppo Abele. All’interno dell’articolo si trova una breve presentazione di Milena Primavera sul servizio Nove ¾, attivato dal Gruppo Abele e rivolto ai giovani ritirati sociali. Articolo in PDF e presente attualmente sul sito della rivista.

9788815295491_0_536_0_75Stefano Vicari, Maria Pontillo, Adolescenti che non escono di casa. Non solo Hikikomori, Il Mulino, Bologna, 2022, 136 p.
Marco, Federica, Alessia, Giulio sono alcuni dei protagonisti di questo libro. Bambini e adolescenti che si rifiutano di uscire di casa, di incontrare i coetanei e di avere rapporti sociali. Non chiedono aiuto né accettano facilmente di riceverlo e l’unico contatto con il mondo esterno è internet. Ma non sono le nuove tecnologie la causa del loro ritiro sociale. La vera minaccia da cui sentono di doversi proteggere è il giudizio degli altri. Gli autori, avvalendosi di storie vere, raccontano questo disturbo sempre più diffuso, le forme che assume e spiegano quali sono i campanelli di allarme e gli interventi possibili.
In arrivo in Biblioteca.

Caterina Fazion, Chi sono gli Hikikomori?, Fondazione Umberto Veronesi – Magazine, Milano, 2022, 11 p.
L’articolo è un’un’intervista a Marco Crepaldi, fondatore dell’associazione Hikikomori Italia, che, esaminando alcuni aspetti e processi centrali nella definizione di questo disturbo, sottolinea come alla base del fenomeno degli hikikomori ci sia spesso un disagio adattivo sociale, causato da una forte ansia sociale. La dipendenza da internet, al contrario di quanto si pensi, non è una causa del fenomeno, ma rappresenta una possibile conseguenza. Inoltre la condizione Hikikomori ha un impatto negativo su alimentazione e attività fisica, totalmente trascurate, così come la cura della propria persona. Solitamente, i ragazzi Hikikomori sono molto restii a farsi aiutare, spesso allora si fornisce aiuto psicologico online o a domicilio a partire dalla famiglia. Se non collabora e non vuole essere aiutato, si cerca di intervenire e lavorare sul genitore sperando di ottenere effetto indiretto sul ragazzo.

Stefano Padoan, Ritiro sociale e pandemia: come aiutare gli adolescenti, NostroFiglio.it, Milano, 2022, 9 p.
L’ articolo riporta un intervista a Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, sul fenomeno degli hikikomori in italia. Il fenomeno non è nuovo, anche se in questi ultimi due anni di pandemia da Covid-19 si sta allargando sempre di più alla fascia dei preadolescenti, costringendo gli adulti ad indagare ulteriormente le cause che sono alla sua origine. Cause da ricercarsi, secondo lo psicologo, nel disagio psicologico e sociale già preesistente e che la pandemia ha solo esacerbato. Importante è la prevenzione e l’intervento precoce da parte dei genitori. Su questo tema si consulti anche l’intervista del 2020 a Marco Crepaldi fatta da Monica De Chirico per Pianeta Mamma: “Fenomeno Hikikomori: la parola a Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia“.

Sabino Mutino, Il disagio giovanile contemporaneo: NEET e Hikikomori, State of Mind, Milano, 2022, 7 p.
La gioventù contemporanea si trova ad affrontare pressioni sociali ed economiche estranee alle generazioni precedenti. Hikikomori e NEET sono l’esempio di come l’oppressione sociale e le difficoltà occupazionali possano condurre i giovani a vivere condizioni di disagio. I NEET, “Not in Employment, Education or Training” sono giovani che non sono impegnati in attività lavorative, educative o formative. Gli Hikikomori sono differenti da altre realtà adolescenziali come i NEET o i Freeter – coloro che rifiutano un posto fisso, preferendo lavori part-time o freelance. Negli Hikikomori il rifiuto diventa totale, come totale è il ritiro che praticano o la forma di disagio e ribellione che stanno provando e, sebbene NEET e Freeter siano realtà accettate poiché in un certo qual modo si mantiene una qualche forma di interazione o partecipazione, l’Hikikomori è visto con una disapprovazione sociale per il suo voler evitare il gruppo. L’articolo esamina le possibili cause psicologiche e sociali.

9788851176945_0_536_0_75Matteo Lancini, Cosa serve ai nostri ragazzi. I nuovi adolescenti spiegati ai genitori, agli insegnanti, agli adulti, Utet, Milano, 2021, 110 p.
L’autore, psicologo e psicoterapeuta, affronta i problemi dei nuovi adolescenti, narcisisti, schivi e rinchiusi in se stessi, spiriti fragili e spavaldi, apatici e indisciplinati, ragazzi iperconnessi eppure soli. Sono molti i paradossi che sembrano contraddistinguere questa nuova generazione di adolescenti, di fronte ai quali gli adulti si trovano spesso impreparati. Capita così che genitori e insegnanti nascondano le proprie carenze di educatori dietro inutili gesti autoritari o inveiscano contro il potere ormai fuori controllo di tecnologie mobili ed ecosistemi digitali, di cui spesso sono loro stessi assidui frequentatori. Gli adolescenti degli anni zero, usciti da un’infanzia ovattata e ricca di privilegi, non utilizzano più il conflitto e la trasgressione per affermare se stessi. Sono, secondo l’autore, ostaggio di ideali presto disillusi e aspettative smisurate e scontano la mancanza di figure autorevoli capaci di guidarli nel loro percorso evolutivo. Il cyberbullismo, il ritiro sociale, l’autolesionismo, la bulimia e l’anoressia sono alcuni dei modi in cui si manifesta una sofferenza nascosta e trascurata.
Collocazione Biblioteca: 19077

Giuseppe Lavenia, Mio figlio non riesce a stare senza smartphone, Giunti Edu, Firenze, 2019, 127 p.
Questo libro aiuta a: conoscere quali sono i cambiamenti che stanno avvenendo nella società moderna per comprendere il contesto in cui le dipendenze tecnologiche si sviluppano e le forme in cui si manifestano; capire in che cosa consistono Nomofobia, Hikikomori, dipendenza dai videogiochi e tanto altro, quali caratteristiche hanno e come si comportano i ragazzi che ne sono coinvolti; intervenire per aiutare concretamente i propri figli, fornendo suggerimenti e indicazioni operative su come sostenerli, spiegando se e quando chiedere l’intervento degli specialisti.
Collocazione Biblioteca: 18443

Michele Miccoli, Simonetta Vernocchi, Hikikomori. Il nuovo male del secolo, Lupetti, Milano, 2019, 178 p.
Hikikomori, fenomeno sociale che si è ormai diffuso in tutta Europa e negli ultimi 15 anni anche in Italia, rappresenta una condizione para-suicidaria, diffusa tra gli adolescenti, che talvolta conduce ad un suicidio vero e proprio. Nei giovani che fanno hikikomori c’è una grande fragilità, un vero malessere esistenziale, una dipendenza dal giudizio degli altri. La ricerca di sé, della propria individualità tipica dell’adolescenza, si confronta con modelli di fatto non raggiungibili. Il libro si presenta come uno strumento per far fronte a situazioni difficili in cui spesso si vengono a trovare le famiglie.
Collocazione Biblioteca: 18616

adolescenza-zero-laura-pigozziLaura Pigozzi, Adolescenza zero. Hikikomori, cutters, ADHD e la crescita negata, Nottetempo, Milano, 2019, 252 p.
Attraverso l’analisi di fenomeni estremi (hikikomori, reborn dolls,cutters, adhd, …), la psicoanalista Laura Pigozzi si interroga sulla continuità che esiste tra essi e lo statuto “disanimato” degli adolescenti contemporanei. Il rapporto che questi intrattengono col proprio corpo, con la scuola, con il sesso e con la scoperta del mondo mostra i segnali inquietanti di una chiusura, di “un arresto del desiderio, uno scacco della vitalità, un gorgo di passività”. Piú isolati e ripiegati su di sé che in passato, gli adolescenti appaiono privi di quello slancio verso il nuovo, l’Altro e l’esterno che dovrebbe definire il passaggio all’età adulta. L’autrice si chiede cosa stia succedendo e soprattutto quali siano gli strumenti idonei per riaprire i loro sguardi sulla vita e sul futuro.Tramite l’esame di casi clinici e l’analisi approfondita della relazione tra istituzione scolastica e nucleo familiare, Pigozzi rileva come nel passaggio dalla famiglia alla scuola, dai genitori agli amici, qualcosa è andato storto in un modo che le altre epoche non hanno conosciuto. Oggi piú di ieri, risulta faticoso il compito principale degli adolescenti: creare un legame con i pari. 
Collocazione Biblioteca: 18559

Matteo Lancini, Adolescenti navigati. Come sostenere la crescita dei nativi digitali, Erickson, Trento, 2015, 172 p.
L’uso intensivo di internet, la penetrazione profonda delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni, l’aumento vertiginoso delle relazioni virtuali hanno modificato profondamente il profilo degli adolescenti contemporanei, lasciando gli adulti quasi sempre sgomenti e impreparati a gestire la sfida della crescita dei propri figli o dei propri studenti. Il libro, nato dalla lunga esperienza dell’autore come psicoterapeuta di numerosi ragazzi e delle loro famiglie, suggerisce, attraverso esempi e indicazioni estremamente pratiche, strategie educative autorevoli ed efficaci per rispondere alle esigenze evolutive dei nativi digitali. Rivolto a genitori, insegnanti, educatori e counsellor, il libro aiuta a comprendere e sostenere preadolescenti e adolescenti nella fase più delicata della loro crescita, trovando soluzioni alle difficoltà più comuni e insegnando come: capire chi è, e come interagire con, un nativo digitale; rivedere le funzioni paterne e materne nell’era di internet; gestire i rapporti scolastici con insegnanti e dirigenti; riconoscere i fenomeni del ritiro sociale e della sovraesposizione virtuale; affrontare e ridurre la dipendenza da internet; trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di controllo e il bisogno di fiducia.
Collocazione Biblioteca: 17165

Sitografia

Al Jazeera – The Age Of Social Withdrawal

AMA Hikikomori – Progetto “RelAzioni”: sensibilizzare i giovani al fenomeno del ritiro sociale volontario

Ce.S.Da  : Centro studi, ricerca e documentazione su Dipendenza e Aids – Hikikomori

Centro Nazionale Dipendenze e Doping – IAD: Smart Guide

CNR ; Gruppo Abele – Hikikomori: indagine sul ritiro sociale volontario dei giovani italiani. Fuori di casa, dentro il mondo Nove ¾

Cooperativa Sociale Onlus Hikikomori

Gedivision – Gli hikikomori italiani

Gruppo Abele – hikikomori : adolescenti isolati, famiglie smarrite  

Hikikomori Italia Associazione Nazionale

Il Minotauro – Ritiro sociale

Istituto Superiore di Sanità – Dipendenze da Internet

ISSalute – Hikikomori

YouTube – Hikikomori

YouTube  – Ritiro sociale

Lavocedellelotte – Neet, “inattivi” e hikikomori: l’esclusione sociale e la sua base economica

MIUR – Il ritiro sociale grave in adolescenza: la sfida dell’inclusione scolastica

Psicologia Contemporanea – La sindrome degli hikikomori

Quotidiano Sanità – Questionario HQ-25

Orizzonte Scuola – Ritiro sociale, il ruolo fondamentale della scuola

RaiPlay – Afraid of failing

Regione Piemonte – Hikikomori: le istituzioni a fianco delle famiglie

Regione Emilia Romagna: Giovani alla ricerca di senso. La collaborazione tra scuola e servizi per la prevenzione del ritiro sociale degli studenti

Regione Sicilia – Protocollo di intesa

ReteCedro.net – Come aiutare gli adolescenti reclusi

Sociologicamene – Hikikomori

Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia – Indagine Fenomeno Hikikomori

Vimeo – Hikikomori

Vimeo – Ritiro Sociale

L’educatore professionale nei Servizi e sul territorio

COP_OP_2-22-725x1024Mariateresa Muraca… [et al.], Fare ed essere educatori in tempo di Covid nel contesto calabrese, in Orientamenti pedagogici, vol. 69, n. 2 (apr.- giu. 2022), pp. 61-66
L’articolo si basa su una ricerca qualitativa al fine di esplorare l’esperienza professionale di educatori e educatrici durante i primi mesi della pandemia da Covid-19, condotta tramite interviste strutturate con 46 educatori impegnati in molteplici ambiti sociali del territorio calabrese. Nei risultati vengono discussi gli immaginari dei soggetti sulla pandemia; le difficoltà e gli strumenti sperimentati nelle strutture residenziali e non residenziali, le relazioni con i colleghi e con il servizio, gli apprendimenti e le prospettive trasformative. Si veda anche l’articolo a cura di Area giovani e sviluppo di comunità della cooperativa sociale Itaca (Pordenone),  Nuvole di parole per dire cos’è oggi educare, Uno sguardo da educatori di comunità, in Animazione Sociale, n. 5/346 (2021), pp. 16-26

Janet Roitman, Il senso della crisi. Virus, narrazione e politica non necessariamente vanno nella stessa direzione, in Il Regno, a. 67, n. 2 (gen. 2022), pp. 43-47
Nella rubrica “Dibattito – Covid-19”, l’autrice, docente di Antropologia a New York, ci parla del concetto generico di crisi, di come questo termine sia stato associato alla pandemia da Covid-19, della salute come bene comune, dell’esacerbarsi della povertà.

A cura di Franco Floris, Educatori professionali cercasi, in Animazione Sociale, n. 3/353 (2022), pp. 30-44
Il focus si interroga su diverse questioni e difficoltà che riguardano il prezioso lavoro dell’educatore professionale, a partire dalla difficoltà a coprire posti disponibili col rischio di dover chiudere le comunità o alcuni servizi educativi territoriali. I diversi articoli portano quindi all’attenzione il problema delle retribuzioni incongrue, del meccanismo delle gare d’appalto, il generale non-investimento nelle politiche educative. Nel medesimo numero della rivista, in Diari dell’Operatore, si trovano due interventi dal titolo “Educatori: fuga dalla professione?” di Francesco Cerrato e “Educare con adolescenti che non perdono di vista il cellulare” di Tarcisio Pleban, pp. 59-66.

Lavoro educativo e qualitàA cura di Giovanni Garena, Lavoro educativo e qualità anche nei tempi del Covid-19. Elementi per la costruzione di un manuale di autovalutazione di un servizio educativo territoriale, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2021, 200 p.
La pandemia da Covid-19 ha costretto i professionisti ad inventare, nel giro di pochi giorni, modi nuovi di coniugare educazione e territorio; territorio divenuto improvvisamente un non luogo, zona potenzialmente ostile e fonte di contaminazione. La distanza, spesso confusa tra fisica e sociale, è quindi divenuta una pratica indispensabile per difendersi da un nuovo misterioso male. E, fin da subito, molti educatori hanno capito che, correlati al male portato dal virus, potevano svilupparsi altri mali sociali e relazionali. L’équipe di educativa territoriale di Vides Main è tra quelle componenti della realtà dei servizi torinesi che “non hanno chiuso” e che hanno saputo inventare modi innovativi di svolgere la propria mission. Questo testo, anche rielaborando tale esperienza, propone una prospettiva di valorizzazione dell’azione dell’educatore professionale, delineando possibili coordinate (linee guida) di autovalutazione per la revisione professionale tra pari del servizio educativo mediante una specifica concreta proposta di checklist. Vi si trovano inoltre elementi di riferimento dell’attuale quadro normativo rispetto all’autorizzazione, all’accreditamento e alla certificazione riguardanti politiche e interventi educativi ed un quadro teorico pedagogico di riferimento. Il curatore, Giovanni Garena, è sociologo, formatore e docente universitario ed ha maturato una lunga esperienza nei Servizi sociali.
Collocazione Biblioteca: 19148

Margherita Gallina, Pensare diversa-mente: il lavoro socioeducativo con gli adolescenti, in Minorigiustizia, n. 2 (2021), pp. 196-205
L’articolo descrive un’esperienza realizzata successivamente al primo periodo di confinamento causato dalla pandemia, con un gruppo di adolescenti e uno di preadolescenti seguito dalla coop. Famiglia Nuova, in collaborazione con la casa editrice Carthusia. Il progetto ha consentito l’elaborazione dell’esperienza e dato l’occasione agli educatori di aprire nuovi canali di comunicazione con i ragazzi.

Alessandra Lanzi, Valentina Calcaterra, Il lavoro del portavoce in un Centro diurno per bambini e ragazzi, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 6 supplemento (dic. 2021) – online, pp. 97-113
L’articolo presenta l’introduzione del portavoce professionale indipendente in un Centro diurno per bambini e ragazzi, dove gli educatori intendono ascoltare quanto i ragazzi frequentanti il Centro hanno da dire in merito ai loro progetti educativi. Il lavoro del portavoce è ancora in parte poco conosciuto e la sua introduzione in un servizio necessita di un lavoro di preparazione degli operatori, affinché ne possano comprendere le finalità e potenzialità e possano poi supportare i ragazzi nel decidere di avvalersi di tale supporto. L’articolo presenta le fasi di preparazione dell’équipe educativa all’introduzione del lavoro del portavoce e come questi ha lavorato in due situazioni. Le autrici evidenziano gli esiti trasformativi del lavoro per i ragazzi coinvolti e per l’équipe di educatori.

cop. Gasperi 25 copia 03-02A cura di Emma Gasperi, L’educatore socio-pedagogico e l’anziano istituzionalizzato, Pensa MultiMedia, Lecce, 2021, 241 p.
Gli autori fanno parte del GRIPI, gruppo di ricerca in pedagogia dell’invecchiamento. Il volume si sofferma sulla figura dell’educatore professionale socio-pedagogico e sul suo lavoro con gli anziani istituzionalizzati, proponendosi di fornirgli un mosaico di conoscenze utili per attivare dinamiche educative atte a favorire la crescita personale e sociale degli anziani residenti in struttura. I saggi che compongono il volume si addentrano quindi nel merito delle peculiarità dell’intervento dell’educatore socio-pedagogico, approfondendole sia dal punto di vista teorico sia nei risvolti operativi.
Collocazione Biblioteca: 19332

A cura di Franco Santamaria, Farsi educatori con ragazze e ragazzi nell’apprendere da “cose concrete”. Compito poliedrico nei servizi educativi, in Animazione Sociale, n. 3/344 (2021), pp. 67-96
Il Focus è dedicato a esplorare un lavoro educativo che pone al centro l’apprendimento esperienziale, soffermandosi sull’educatore, sul dialogo con i ragazzi in difficoltà, sullo sguardo introspettivo che l’educatore deve avere, per prendersi cura degli altri.

Anna Rezzara… [et al.], Ripensare il senso dell’educare, Dossier, in Pedagogika.it, a. 25, n. 3 (lug.- set. 2021), pp. 9-47
Il dossier presenta una ricerca sull’esperienza e il senso dell’educare in tempi di pandemia, realizzata con colloqui-intervista per raccogliere le testimonianze, i vissuti e i pensieri sull’esperienza attraversata. Questi gli articoli proposti: “Educare prima e dopo il Covid-19: resistenza, creatività, speranza” di M. Franchi; “Il caso, l’astuzia e la saggezza nell’incerto procedere nei campi educativi” di M. Brugali; “L’intreccio inestricabile di processi educativi, didattici e tecnologia digitale” di S. Faucitano; “Scoperte e riscoperte di piccoli gesti quotidiani” a cura di S. Bignamini.

71Nym1bE9ZLA cura di Floriana Falcinelli, L’educatore professionale oggi. Formazione, competenze, esperienze, Carocci, Roma, 2021, 115 p.
Il volume presenta i risultati di una ricerca sul profilo professionale dell’educatore, confrontando il punto di vista degli educatori in servizio e degli studenti del corso di laurea in Scienze dell’Educazione. Inoltre, contributi teorici offrono spunti di riflessione sulle competenze richieste all’educatore professionale per la realizzazione di percorsi formativi adatti alla complessità e all’evoluzione di questa professione. Autori dei contributi sono Rosario Salvato, Alessia Bartolini, Floriana Falcinelli, Federico Batini, Martina Marsano e Cristina Gaggioli.
Collocazione Biblioteca: 18964

A cura di Rosita Deluigi, Come fosse casa tua… Comunità Lella: un modello di ingegneria dell’educazione, Progedit, Bari, 2020, 153 p.
Attraverso il racconto dell’esperienza di una comunità per minori, un’equipe educativa si interroga sulle proprie radici e sui nuovi orientamenti del lavoro educativo. Gli autori dei contributi operano a diverso titolo presso la cooperativa sociale Lella 2001 di San Benedetto del Tronto.
Collocazione biblioteca: 19266

Samuel Maverick, L’arte di stare sulla scena educativa. Perché un buon educatore è come un bravo attore, in Animazione Sociale, n. 8/349 (2021), pp. 42-52
Molti studiosi di teatro e di pedagogia hanno riflettuto su quanto teatro ed educazione siano connessi. In entrambe le arti è fondamentale la relazione: da una parte l’attore mira a costruire una verità scenica; dall’altra l’educatore necessita di creare una verità educativa. L’autore è direttore delle Officine teatrali, Scuola dei mestieri dello spettacolo di MIlano, e lavora nell’ambito socio-educativo come formatore.

602d0649be7ea0cf61d4a542Maria Clotilde Pettinicchi, L’educatore come uomo professionista e attore sociale nell’epoca del Welfare, Cleup, Padova, 2021, 60 p.
Quanta complessità si nasconde dietro la figura dell’educatore? E come è cambiato, negli anni, il ruolo di questo professionista chiamato a confrontarsi giorno dopo giorno con il mondo del “margine” e con le sfide che questo rapporto porta inevitabilmente con sé? Clotilde Pettinicchi risponde a queste domande attraverso una galleria di storie vere che vedono come protagonisti educatori e professionisti – ma anche volontari – che si confrontano con il disagio nelle carceri, nelle strutture di accoglienza, nelle scuole e negli ospedali. Tutti loro vivono sulla propria pelle le difficoltà concrete e il peso psicologico che ricadono su chi svolge questa professione multiforme e complessa, che richiede competenze interdisciplinari e un approccio per quanto possibile sinergico.
Collocazione Biblioteca: 19363

Andrea Canevaro… [et al.], L’accompagnamento nel progetto di vita inclusivo, Erickson, Trento, 2021, 199 p.
Per le persone con disabilità, fragili, vulnerabili, svantaggiate, l’inclusione lavorativa e sociale in un ambiente ordinario di lavoro è un obiettivo auspicabile ma sempre più difficile da raggiungere. La Legge 328/2000 stabilisce che è diritto di ciascuna persona con disabilità avere un proprio progetto di vita, un percorso individualizzato che ne riconosca bisogni e desideri, organizzando interventi il più possibile efficaci e mirati e accompagnandola verso una possibile autonomia. In questo volume gli autori illustrano, nella prima parte, come realizzare un accompagnamento inclusivo dall’infanzia all’età adulta, traducendo la relazione di cura in buone pratiche e attuando una progettualità di rete in dialogo con le associazioni, le agenzie formative, le aziende e gli enti del territorio. Nella seconda parte, il lettore è condotto in un racconto semiserio ma illuminante, in cui il più celebre viaggio letterario, quello di Virgilio e Dante dall’Inferno al Paradiso, diventa l’archetipo del viaggio di educatore e disabile, dove il primo guida il secondo, ma lasciandogli spazio, nel suo progetto di vita fino alla sua realizzazione e autonomia.
Collocazione Biblioteca: 19321

Simone Spensieri, Katia Bellucci, Ilaria Delnevo, Abitare la strada con i giovani latinos. Un Servizio per le dipendenze in un territorio di frontiera, in Animazione Sociale, n. 9/350 (2021), pp. 26-38
Gli autori descrivono la propria esperienza come operatori impegnati a diverso titolo all’interno di un SERT ligure, nel lavoro con bande organizzate di giovani cosiddetti latinos, coinvolti in spaccio e consumo di sostanze. Ribaltando le regole del gioco, gli operatori non aspettano la richiesta di presa in carico da parte di questi giovani, ma tentano un contatto con modalità diverse, che li porterà a ottenerne la fiducia. L’esperienza è l’occasione per esporre alcune riflessioni sul modo di operare del servizio.

Layout 1Tommaso Farina, Ritrovare la strada. L’ educazione di strada con i gruppi informali di adolescenti, Pensa Multimedia, Lecce ; Rovato, 2020, 189 p.
Il volume muove dal duplice intento di fornire, da un lato, un agile strumento di lettura delle dinamiche relazionali tipiche dei gruppi di adolescenti in contesti non formali sulla base di specifiche coordinate socio-spaziali; dall’altro, una possibile prospettiva teorico-pratica per la progettazione di interventi educativi in strada attraverso un approccio all’osservazione dell’ambiente come spazio educante e al patrimonio culturale come potenziale fattore di sviluppo territoriale e comunitario. nel secondo capitolo dedicato all’educazione di strada si riportano esperienze effettuate in varie città italiane, fra cui l’educativa di strada del Gruppo Abele di Torino. L’autore svolge la sua attività di ricerca nell’ambito della Pedagogia generale e sociale, dedicandosi in particolare al tema della performatività in età adolescenziale.
Collocazione Biblioteca: 18719

Fabio Lucchini, Sabrina Molinaro, Socio-economic status and problem gambling: An analysis of the Italian case, in Salute e società, a. 19, n. 3 (2020), pp. 149-164
Alcune ricerche confermano che la propensione al gioco d’azzardo e la dipendenza da gioco d’azzardo siano più alte tra individui appartenenti a classi sociale svantaggiate, sebbene i risultati varino a seconda del tipo di gioco d’azzardo, paese o periodo preso in considerazione. Gli individui con status socio-economico simile mostrano affinità in diverse aspetti della vita sociale e preferenze individuali, con importanti associazioni tra indicatori di posizione sociale e salute. Il presente studio riafferma il ruolo della disuguaglianza nell’interpretazione dei fenomeni sociali nelle società contemporanee, dove la distribuzione ineguale dei beni materiali, simbolici e relazionali tra i membri sembra essere strutturale.

Georges Tabacchi, Il distanziamento educativo in tempi di pandemia, Welforum.it, Milano, 2020, p. 5
Dall’inizio della crisi da Coronvirus, gli operatori sociali si interrogano su cosa significa il distanziamento sociale in un lavoro fatto di relazione; se si può avere una relazione educativa a distanza e se si può avere un colloquio con contenuti educativi attraverso il monitor di un PC o di un cellulare. Mentre è abbastanza scontato che ciò possa portare ad una serie di problemi, sono assai meno scontati alcuni esiti inattesi. Dello stesso autore, Presidente del Consorzio Abele Lavoro, si segnala : “Le distanze in comunità: chi tutela chi?

61oxxrx+e6LPier Paolo Cavagna, Libera professione per Pedagogisti ed Educatori Professionali Socio-Pedagogici, Cavagna, Ghilarza, 2020, 189 p.
La libera professione per Pedagogisti ed Educatori Professionali è ormai una realtà consolidata e può essere una forma di rapporto tra professionista e cliente che rende dignità al profilo professionale. Il volume intende guidare passo passo tra le molteplici competenze necessarie, dall’area legale e burocratica a quella del marketing e della gestione della privacy, passando per i servizi offerti.
Collocazione Biblioteca: 19294

Marco Tuggia, Mattia De Bei, Surfare tra educazione e mondi digitali. Quale organizzazione per un educatore smart?, in Animazione Sociale, n. 9/341 (2020), pp. 28-37
A partire dalla supervisione in un’equipe di educatori che lavorano in progetti pomeridiani di sostegno all’apprendimento scolastico che hanno dovuto riorganizzarsi a distanza, l’articolo si interroga sul lavoro educativo diretto e indiretto, sostenendo la necessità di riconoscere il valore dello schermo del PC, per iniziare a far dialogare l’educazione con la tecnologia digitale.

Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP), Emergenza COVID-19: linee guida per EP, anep.it, [s.l.], 2020, 6 p.
Gli Educatori Professionali/Le Educatrici Professionali (EP) lavorano in Servizi e Strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali, con persone che presentano diversi disturbi-patologie sanitarie e difficoltà sociali, a rischio di esclusione sociale. Lo strumento principale di lavoro per l’ EP è la “relazione educativa” che può e deve essere utilizzata e modulata anche in questo momento di emergenza causato dalla pandemia di Coronavirus. Questo documento ha l’obiettivo di supportare gli/le EP nell’individuare le modalità per lavorare in sicurezza, ma con efficacia educativa in questo particolare frangente.

downloadMassimo Corti… [et al.], Come si vive la dipendenza al tempo del Covid-19 in un ambito territoriale ad elevata incidenza. L’impatto sui consumatori e sui Servizi, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 16-23
In Italia, la diffusione della pandemia virale SARS-CoV-2 sull’organizzazione territoriale delle dipendenze ha avuto impatti pesanti in tutto il Paese. Nel presente studio gli autori hanno analizzato l’effetto della pandemia sui 6 servizi territoriali per le dipendenze nella provincia di Bergamo. Nella fase più drammatica del contagio i servizi sono rimasti aperti, garantendo le prestazioni con un inevitabile processo di riorganizzazione. Il lavoro descrive i cambiamenti organizzativi attuati, l’impatto dell’infezione sui pazienti, quali cambiamenti si sono verificati nell’accesso dei pazienti ai servizi e come sono stati somministrate le terapie farmacologiche con agonisti oppioidi.

Luca Ansini, Benedetta Fani, Il Setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota, in Minorigiustizia, n. 1 (2020), pp.  204-212
Nell’articolo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus “Setting in cammino” nell’ambito di tre progetti di messa alla prova già in corso: tre giovani sono stati accompagnati da due educatori per un cammino lungo la via Francigena di 140 km, per complessivi sette giorni. Infine è stata realizzata una giornata di studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte.

A cura di Andrea Prandin, Anna Di Nardo, Pratiche educative domiciliari. Educatori e famiglie tra case e cimase, in Animazione Sociale, n. 8/340 supplemento (2020), p. 3-174
Questo supplemento è nato dal desiderio di fare ricerca sulle pratiche educative nei contesti domiciliari; una raccolta di appunti, idee e tracce di azioni possibili, esito di una continua e circolare costruzione e decostruzione delle cornici e delle mappe con cui il professionista della cura pensa e agisce: Educativa domiciliare, Assistenza Domiciliare Minori, Tutoring Familiare, Educativa Territoriale o Progetti Individualizzati Domiciliari, tutte forme di lavoro accomunate dalla possibilità di muoversi sulle soglie delle case e delle storie famigliari, nei centri delle periferie. Nel medesimo numero della rivista si veda anche l’articolo di Anna Di Nardo, Vivere la casa come contesto educativo. Se nutrire le competenze genitoriali richiede l’arte del co-pilotaggio, pp. 50-59. Si consulti inoltre, di Prandin, Educativa domiciliare. L’ educatore sulla soglia delle storie familiari. Incertezze, possibilità e speranze nell’incontro tra educatori e famiglie, in Animazione Sociale, n. 7/339 (2020), pp. 68-96

9788828402206_0_536_0_75Lorenza Milani, Competenza pedagogica e progettualità educativa. Nuova edizione riveduta e corretta, Scholé, Brescia,  2020, 216 p.
Negli ultimi decenni le professionalità educative sono andate moltiplicandosi, di qui l’esigenza di ragionare su ciò che le caratterizza e le rende visibili: la “competenza pedagogica”. Questo volume offre una lettura complessa e stratificata di questo concetto, mantenendo la circolarità teoria-prassi come chiave interpretativa e strumento di analisi. Nella prima parte si esplorano le teorie, i concetti e le dimensioni della competenza pedagogica; nella seconda parte se ne presentano i vari livelli, fino alla competenza cardine: la gestione della relazione educativa. L’autrice è docente di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università di Torino.
Collocazione Biblioteca: 19269

A cura di Francesco Cappa, Il compito è il risveglio in profondità. Se il lavoro dell’educatore è come quello del teatrante, in Animazione Sociale, n. 6/338 (2020), pp. 6-17
Intervista a Marco Baliani, autore e regista, che nel 1989 ha dato vita al “teatro di narrazione”. Egli ritiene che il teatro possa essere una metafora dell’educazione e che gli elementi del teatro e quelli propri della situazione formativa si illuminino a vicenda, arricchendone la riflessione e la pratica. Se l’educatore è simile a un attore di teatro, va riconosciuto come soggetto narrante dentro la comunità. Come l’attore, l’educatore non padroneggia mai per intero il racconto, perché anche l’educare è mettere in scena più voci narranti, nel tentativo di creare uno scambio di esigenze profonde.

A cura di Caterina Benelli, Mónica Gijón Casares, (in)Tessere relazioni educative. Teorie e pratiche di inclusione in contesti di vulnerabilità, Franco Angeli, Milano, 2020, 175 p.
Il volume raccoglie diversi contributi sul tema della relazione educativa al fine di favorire l’inclusione sociale, con apporti teorici e pratici. Il modello educativo assistenzialistico, centrato sulla necessità, viene oggi sostituito da modelli di accompagnamento che pongono al centro la relazione educativa, in un’ottica di educazione alla responsabilità e alla co-costruzione di progettazione formativa. Educatori, insegnanti, formatori, operatori socio-culturali e sanitari contribuiscono a tessere relazioni di cura, di apprendimento e di formazione con le persone in contesti di vulnerabilità. I contributi proposti intendono esplorare due orizzonti di ricerca: la relazione educativa nel contesto storico-sociale contemporaneo e il significato della relazione educativa.
Collocazione Biblioteca: 19267

Si consulti anche la Bibliografia “L’educatore: una professione dinamica e creativa”.

Aprile 2022

Edizioni Gruppo Abele

9788865792674_0_170_0_75

(2022) Maria Gianola
Amico Buio

cam

(2022) Lorenzo Guadagnucci
Camminare l’antifascismo
La memoria come ribellione all’ordine delle cose

9788865793121_0_536_0_75

(2022) Gianni Tognoni
La nostra salute
Promemoria controcorrente per il dopo pandemia

 

Dall’autrice :  Carla Landuzzi

9788891763334_0_536_0_75

(2017) Ivo Colozzi, Carla Landuzzi, Daria Panebianco
Se mi togliete il gioco divento matto
Una ricerca sul gioco d’azzardo a bologna

 

Altri

9788821454127_0_536_0_75

(2021) Giuseppe Battagliese, Maria Rosaria Battagliese
Disabilità intellettiva e disturbi dello spettro dell’autismo
Comportamenti problema, vissuti dei genitori, interventi assistiti con il cavallo
Edra

9788821451638_0_536_0_75

(2020) Massimo Miglioretti
L’occupabilità sostenibile
Ottenere alte performance salvaguardando salute e benessere
Edra

 

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