Nuove generazioni e tecnologie

Aggiornata a gennaio 2016 – a cura di a cura di Paola Moriondo

I materiali, elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto, aggiornato a Gennaio 2016, non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico. Il materiale audiovisivo è reperibile in biblioteca o in rete solo parzialmente.

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

Aspetti culturali, psicologici, sociologici

Mauro Miccio, Le identità affievolite. Comprendere e interpretare i mutamenti sociali, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 158
La globalizzazione e la rivoluzione tecnologica hanno determinato un profondo mutamento nelle relazioni interpersonali, nei processi dialettici, e quindi nella comunicazione. Le potenzialità delle nuove tecnologie e in particolare la capacità dei social network di mettere in connessione esperienze e contesti diversi possono dare l’illusione che il web, la convergenza digitale o gli strumenti della tecnica costituiscano la soluzione di tutti i problemi. Essi hanno, al contrario, determinato un aumento della complessità, perché più che la ricerca dell’utilizzo migliore del network e dell’introduzione nel sistema di contenuti significanti, ha prevalso la tentazione del possesso, nella corsa affannosa ad avere una porzione di “tecnopotere”. I social network, anziché strumento di dialogo e di condivisione di conoscenza, si sono così trasformati in nuovi fattori di senso, in istituzioni. Collocazione biblioteca: 17213

Daniela Caso, L’uso di Internet e il benessere psicosociale in adolescenza: uno studio correlazionale, in Psicologia della Salute, n. 2 (lug. 2015), pp.141-155
Recenti studi hanno sottolineato alcuni aspetti positivi dell’uso di Internet per i giovani internauti (tra questi, l’aumento delle opportunità di contatto con parenti e amici e la riduzione della solitudine attraverso nuove modalità di contatto con i propri pari). L’uso eccessivo, o l’abuso, di Internet può, al contrario, avere effetti negativi sul benessere psicosociale e sfociare anche in forme di dipendenza. Il presente studio esplorativo si è posto l’obiettivo di rilevare i livelli di uso e/o abuso di Internet e il funzionamento psicosociale in termini integrati di salute mentale positiva e malessere mentale di adolescenti campani. Sono anche state indagate le differenze per genere, età e tempo di connessione.

Marco Nicoli, Zbigniew Formella, Krysztof Szadejco, Uso di internet e autostima. Ricerca esplorativa su un gruppo di adolescenti di Roma e Provincia, in Orientamenti pedagogici, n. 2 (apr.-giu. 2015), vol. 62, pp. 293-310
Lo scopo principale della ricerca è stato quello di analizzare l’utilizzo di internet da parte degli adolescenti (11-19 anni) sul territorio di Roma e provincia. Alla ricerca hanno partecipato 948 adolescenti. Lo studio ha utilizzato due strumenti, uno (IAT – Internet Addiction Test) per misurare il rischio psicopatologico legato all’uso di internet, il secondo (TMA – Test Multidimensionale dell’Autostima) per misurare il costrutto dell’autostima. L’analisi ha rilevato un uso problematico di internet tra gli adolescenti romani e il suo influsso negativo sulla percezione della propria autostima, in particolare a livello delle relazioni con gli altri (pari, amici, compagni), delle relazioni con sé stessi (immagine corporea) e delle relazioni all’interno della famiglia.

Francesco Marchioro, Selfie. Il Narcisismo digitale in Psicologia contemporanea, n. 247 (gen.-feb. 2015), pp. 14-19
L’autore, storico ed esperto di psicanalisi, propone una riflessione sulla moda del selfie, modalità di comunicazione che richiama non solo l’arte dell’autoritratto, ma anche l’affermazione narcisistica di sé, il tentativo di fermare un’identità fluida: infatti selfie significa sì autoscatto, ma anche semanticamente “piccolo sé”, come un diminutivo connotato da affetto.

Scarcelli Cosimo, Intimità digitali. Adolescenti, amore e sessualità ai tempi di internet, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 176
Obiettivo della ricerca è di comprendere la cultura giovanile in relazione agli usi di internet e all’intimità. L’indagine si è interessata al modo in cui i ragazzi utilizzano le risorse che il web mette loro a disposizione per avere accesso a informazioni e pratiche connesse alla sessualità e all’affettività.
Collocazione biblioteca: 17112

Marco Gui, A dieta di media. Comunicazione e qualità della vita, Il Mulino, Bologna, 2014, pp. 172
Secondo l’autore, docente di Sociologia della cultura e dei media all”Università di Milano-Bicocca, tra lavoro, studio, svago, informazione e tra computer, televisione, smartphone o tablet, la quantità di tempo che passiamo quotidianamente con gli occhi puntati su uno schermo è enorme. Ma, si chiede, esiste un pericolo di “obesità mediale”, analoga a quella alimentare, nell’era digitale? Il libro sviluppa questo parallelo, indicando, per la “cura”, quattro punti chiave: 1) limitarsi nella quantità del consumo; 2) scegliere la qualità dei contenuti e delle relazioni fruite; 3) concentrarsi contro i rischi del multitasking e della perdita dell’attenzione; 4) relazionarsi gestendo con accuratezza i rapporti personali tra offline e online.
Collocazione biblioteca: 17132

Giovannella Greco, Pubbliche intimità. L’affettivo quotidiano nei siti di Social Network, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 282
La connettività tecnologica e sociale della Rete solleva inediti interrogativi sul senso dell’azione comunicativa e del nostro essere nel mondo. La percezione di uno stato di connessione permanente trasforma l’esperienza tra vita online e offline, modifica la natura e la qualità delle relazioni sociali e le pratiche di costruzione dell’identità, ridefinisce la relazione tra sfera pubblica e privata. Nello spazio pubblico interconnesso del web sociale, luogo emblematico della vita quotidiana odierna, si attivano nuove modalità di relazione e di costruzione sociale dell’identità, si coltivano pratiche condivise di messa in pubblico del privato, si inaugurano nuove forme e un senso inedito di intimità. Il libro esplora, secondo diversi approcci, le dinamiche complesse dell’intimità e dell’affettivo quotidiano assumendo i siti di Social Network come luogo di osservazione privilegiato.
Collocazione biblioteca: 16929

Giuseppe Riva, Nativi digitali. Crescere e apprendere nel mondo dei nuovi media, Il Mulino, 2014, Bologna, pp. 197
Qual è l’impatto di tecnologie come Facebook e smartphone sulle nuove generazioni? Cosa cambia quando parliamo ad un amico guardandolo negli occhi o quando postiamo un messaggio sulla sua bacheca di Facebook? La virtualità dei nuovi media ci aliena dalla realtà o, al contrario, ci aiuta ad affrontare le sfide della modernità? E le strutture educative in che modo possono formare i nativi digitali? Il volume illustra gli effetti delle nuove tecnologie sul modo di pensare, sentire e relazionarsi dei giovani che sono nati e cresciuti con esse.
Collocazione biblioteca: 16917

Danah Boyd, It’s complicated. La vita sociale degli adolescenti sul web, Castelvecchi, Roma, 2014, pp. 325
L’autrice, responsabile del settore ricerca della Microsoft e docente universitaria di Media e Comunicazione, sostiene nel libro che la descrizione che spesso si dà del rapporto tra internet e gli adolescenti sia fondata sulla paura e imponga banalizzazioni che non aiutano a comprenderlo. Il volume, frutto di una ricerca sul campo, di interviste e di incontri con adolescenti, intende fornire un contributo alla comprensione dell’impatto sociale e culturale delle nuove tecnologie di comunicazione sulle generazioni future senza cedere a facili allarmismi.
Collocazione biblioteca: 16956 (in italiano) . On line in inglese.

Federico Capeci, Generazione 2.0. Chi sono, cosa vogliono, come dialogare con loro, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 160
L’autore è un apprezzato ricercatore di mercato sulle tematiche digitali. Attingendo a diversi studi degli ultimi anni sul web e la rivoluzione digitale, ha analizzato la Net Generation italiana, approfondendo gli aspetti psicologici e sociali connessi all’utilizzo della rete, ma dedicando attenzione soprattutto alla Generazione 2.0, oltre 8 milioni di giovani che sono stati adolescenti insieme allo sviluppo dei social media. Attingendo a numerose indagini di mercato da lui condotte negli ultimi 10 anni (specialmente la ricerca “Italia2.0” condotta da Duepuntozero DOXA), descrive i giovani della nuova generazione digitale, il loro linguaggio, gli elementi chiave del cambiamento di cui sono portatori. Collocazione biblioteca: 16772

A cura di Guido Gili, Matthew Hibberd, Michele Sorice, La sfera pubblica nell’era dei media digitali, in Sociologia e Politiche Sociali, vol. 17, n. 2 (2014), pp. 9-125
I contributi presentati nella monografia si concentrano sulle sfide e le opportunità che le nuove tecnologie comunicative, i mutamenti in atto nel sistema dei media e l’emergere di nuove pratiche di fruizione e di consumo rappresentano per la tenuta e l’ampliamento della sfera pubblica, intesa come spazio di interazione e discussione, nel quale persone e gruppi possono confrontarsi intorno ai temi che via via emergono come rilevanti per il loro vivere associato. Gli articoli possono essere ricondotti entro due grandi prospettive. La prima è quella del “dibattito pubblico”, nella quale i media digitali sono analizzati soprattutto dal punto di vista del loro potenziale democratico e partecipativo; la seconda è la prospettiva della “conversazione socievole” e porta l’attenzione sulle modalità delle relazioni in rete che, nonostante l’apparente spontaneità, presentano una precisa struttura rituale e normativa.

Tonino Cantelmi, Tecnoliquidità. Psicologia ai tempi di Internet: la mente tecno liquida, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2013, pp. 233
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, primo in Italia a studiare la tecnodipendenza, sostiene che ci troviamo ad assistere a una rivoluzione, quella digitale, che porterà a una riorganizzazione delle strutture neuro-cognitive e a una modificazione di alcuni pilastri di costruzione dell’identità. L’analisi portata avanti utilizza due riflettori particolari: la società e la cultura liquida, già studiata approfonditamente, e la rivoluzione tecnologica, per comprendere come stanno condizionando lo sviluppo dell’identità individuale e collettiva. Ci si sofferma quindi sulle modifiche che le nuove tecnologie portano nelle diverse fasce di età, approfondendo in particolare il tema delle relazioni mediate dalle tecnologie.
Collocazione biblioteca: 16710

Marc Prensky, La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale, Erickson, Trento, 2013, pp. 262
In questo saggio l’autore, considerato uno dei maggiori esperti mondiali del rapporto tra tecnologie e apprendimento, dimostra che un uso intelligente della tecnologia potenzia la mente e le sue abilità, piuttosto che inibirle. Attraverso decine di esempi, l’autore illustra come una combinazione ragionata delle capacità del pensiero, come l’assunzione di decisioni o il ragionamento complesso, con le possibilità concesse dalla tecnologia, come l’archiviazione ed elaborazione di grandi quantità di dati, porti indubbi benefici al nostro funzionamento cognitivo.
Collocazione biblioteca: 16583

Loredana Cirillo, Elena Buday, Tania Scodeggio, La terza famiglia, Cinisello Balsamo (MI), San Paolo, 2013, pp. 180
Le autrici, psicologhe e psicoterapeute, socie dell’Istituto Minotauro, analizzano nel libro i tre ambiti relazionali più significativi dell’adolescente, consapevoli dell’importanza dei legami che l’adolescente stringe con il contesto in cui vive e in cui cerca di realizzare il suo percorso di crescita personale. Dopo un capitolo dedicato alle novità che caratterizzano le attuali relazioni genitori-figli (soprattutto la conversione dei genitori a un modello educativo molto attento allo sviluppo della soggettività del bambino), il secondo capitolo è intitolato “La famiglia sociale” e analizza i cambiamenti avvenuti nel legame di gruppo fra adolescenti. Infine il terzo capitolo, “La famiglia virtuale”, analizza la qualità della relazione che gli adolescenti intrattengono con la realtà virtuale, fornendo informazioni chiare e documentate che possono sostenere gli adulti nella loro azione educativa. Collocazione biblioteca: 16104

A cura di Andrea Marzi, Psicoanalisi, identità e Internet. Esplorazioni nel cyberspace, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 251
Questo volume esplora le conseguenze della realtà virtuale nel campo analitico e le peculiari caratteristiche dell’incontro con la mente degli Internet-addicted mostrando nel dettaglio i percorsi della cura, analitica o psicoterapica, dell’analista con il ” navigatore” smarrito nella realtà virtuale.I contributi qui ospitati individuano nelle principali teorie psicoanalitiche gli strumenti adeguati per cogliere le nuove soggettività che si affacciano al mondo attuale, al tempo del cyberspace e di Internet. Il libro si avvale di una introduzione di Andrea Marzi (psichiatra, psicoanalista, dottore di ricerca in deontologia ed etica medica, membro ordinario della SPI e dell’ IPA) che focalizza i principali concetti del libro, li contestualizza e ci spinge a riflettere sui “nuovi setting” per nuove patologie e per nuovi stili di vita.
Collocazione biblioteca: 16596

Stefana Broadbent, Internet, lavoro, vita privata. Come le nuove tecnologie cambiano il nostro mondo, Il Mulino, Bologna, 2012, pp. 153
Il volume presenta gli effetti di Internet nella relazione tra tempo di vita e tempo di lavoro, analizzati secondo l’approccio etnografico con interviste in diversi paesi europei sulla comunicazione privata nel luogo di lavoro e sul modo in cui vengono usate le nuove tecnologie di comunicazione. I primi due capitoli mostrano come ciascun canale di comunicazione contribuisca al mantenimento di relazioni profonde con circa cinque persone. Nei tre capitoli seguenti viene considerata la natura della trasformazione sociale in corso nel luogo di lavoro, definita “democratizzazione della sfera intima”. Infine nel sesto capitolo vengono descritte alcune istituzioni che hanno consapevolmente deciso di dare spazio alla comunicazione personale al proprio interno.
Collocazione biblioteca: 16297

 Luciano Di Gregorio, Le connessioni pericolose. Sesso e amori virtuali, Unicopli, Milano, 2012, pp. 213
Le connessioni a internet per flirtare con qualcuno sono sempre più diffuse. Si va dal desiderio di vivere un amore virtuale, che resta confinato sulla Rete, alla ricerca dell’anima gemella, fino alla voglia di tradire il proprio partner con uno sconosciuto/a. In questi contatti si arriva spesso a praticare del sesso virtuale collegandosi a dei siti porno, oppure chattando con altre persone che coltivano la stessa passione. Il sesso virtuale si pratica con l’ausilio di immagini catturate con una banale webcam, oppure con il semplice supporto della sola voce e del testo scritto. Qualunque sia la modalità con la quale si pratica, il sesso virtuale può rimanere un’innocente evasione occasionale, come pure diventare una forma di dipendenza coatta. Nel testo si analizzano le implicazioni psicologiche di questo processo di sostituzione del reale con il virtuale e le motivazioni affettive e relazionali che spingono verso un attaccamento forte per il mondo gratificante degli incontri amorosi su internet.
Collocazione biblioteca: 16951

Barbara Bruschi, Rocco Quaglia, Crescere digitali, ed. Aracne, 2011, pp. 148
Studiosi nazionali (Feri, Mantovani, 2008) e internazionali (Prensky, 2001) evidenziano come le nuove generazioni si differenzino da quelle che le hanno precedute soprattutto per una sorta di innata competenza tecnologica e mediale che consentirebbe loro di esprimersi, comunicare, giocare e studiare in modo completamene diverso dal passato e secondo stili e strategie del tutto sconosciute agli adulti. Partendo dai risultati di una ricerca svolta in ambito nazionale, il volume intende approfondire i cambiamenti avvenuti sia sul piano dell’identità individuale, sia sulla dimensione etico-sociale delle nuove generazioni, cercando di definire quali nuovi contesti educativi e quali nuove competenze caratterizzeranno le professioni educative.
Collocazione Biblioteca: 16881

 A.A.V.V., La psicologia dei Social Network, in State of Mind. Il giornale delle scienze psicologiche.
Gli articoli raccolti in questa sezione guardano ai Social Network(Facebook, Twitter, Linkedin…) da una prospettiva Psicologica. I Social Media, così potentemente pervasivi nell’esperienza quotidiana, sono presenti in moltissimi ambiti della socialità contemporanea: la vita privata, la vita lavorativa, la costruzione di una “identità” online, o “pubblica”. Infiniti gli spunti di riflessione: Ri-negoziazione della propria immagine, nuove forme di dipendenze, modificazioni delle nostre strutture mentali, ridefinizione del concetto di privacy…

Aspetti educativi e didattici

A cura di Edvige Mancinelli, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione in età evolutiva: una questione di salute, una questione di educazione. Dossier, in La Salute umana, n. 257-258 (set.-ott.-nov.-dic. 2015), pp. 15-55
Questo dossier intende offrire spunti di riflessione su come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione stiano cambiando le modalità di comunicare e apprendere nei contesti quotidiani di vita e di lavoro di ognuno di noi. Vengono presentati alcuni studi che esaminano le possibili conseguenze sulle strutture cerebrali dell’esposizione alle tecnologie digitali mutimediali e i rischi derivanti dal ridotto utilizzo delle forme “tradizionali” di educazione e comunicazione. Il punto di vista educativo, con alcune indicazioni per gli adulti, è espresso in due articoli di F. Falcinelli e nel racconto di un’esperienza di E. Nini nel contesto della scuola in ospedale e dell’istruzione a domicilio, dove gli strumenti digitali hanno il valore aggiunto di essere “un ponte per l’esterno”. Nell’ultima parte del dossier si riportano l’analisi dei consumi mediatici in Italia e le problematiche relative ai sistemi di monitoraggio italiani OKkio alla salute e HBSC, descritti nell’undicesimo rapporto Censis-Ucsi.

Matteo Lancini, Adolescenti navigati. Come sostenere la crescita dei nativi digitali, Erickson, Trento, 2015, pp. 172
L’uso intensivo di internet, la penetrazione profonda delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni, l’aumento vertiginoso delle relazioni virtuali hanno modificato profondamente il profilo degli adolescenti contemporanei, lasciando gli adulti quasi sempre sgomenti e impreparati a gestire la sfida della crescita dei propri figli o dei propri studenti. Adolescenti navigati, nato dalla lunga esperienza dell’autore come psicoterapeuta di numerosi ragazzi e delle loro famiglie, suggerisce, attraverso esempi e indicazioni estremamente pratiche, strategie educative autorevoli ed efficaci per rispondere alle esigenze evolutive dei nativi digitali. Rivolto a genitori, insegnanti, educatori e counselor, il libro aiuta a comprendere e sostenere preadolescenti e adolescenti nella fase più delicata della loro crescita, trovando soluzioni alle difficoltà più comuni.
Collocazione biblioteca: 17165

Alberto Pellai, Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di Internet, De Agostini, Novara, 2015, pp. 220
Secondo l’autore, la tecnologia rende accessibili in un click contenuti ed esperienze che spesso i giovanissimi non sono in grado di capire e gestire. Questo volume, attraverso “case histories”, analisi, consigli, video e film, può aiutare i genitori ad affrontare e prevenire eventuali problemi senza reticenze e tabù, in un’atmosfera di dialogo aperto e costruttivo, in cui gli adulti, sappiano riconquistare un ruolo educativo. Il terzo capitolo è dedicato al nuovo fenomeno del sexting. Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di scienze bio-mediche dell’Università di Milano. Collocazione Biblioteca: 17123

A cura di Gianmaria Ottolini e Pier Cesare Rivoltella, Il tunnel e il Kayak. Teoria e metodo della peer & media education, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 195
Il volume si propone di fornire una descrizione teorica e metodologica della Peer & Media Education (P&M), una sorta di “magna charta” del nuovo approccio formativo ed è strutturato in tre parti. La prima presenta gli scenari che fanno da sfondo alla P&M, ricostruendo l’esperienza quasi ventennale nella Peer Education del gruppo di Verbania ed arrivando all’attualità delle sfide avanzate alla prevenzione dalla cultura digitale. La seconda parte mette a fuoco i fondamenti della P&M, evidenziando l’evoluzione della Peer Education nel nostro paese. La terza parte, più operativa, presenta gli orizzonti di intervento specifici della P&M, metodi e strumenti, linguaggi mediali. Gianmaria Ottolini è consulente Rete peer education di Verbania. Pier Cesare Rivoltella è professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell’istruzione presso l’Università Cattolica di Milano. Collocazione biblioteca: 17039

 A cura di Anna Carletti, Nuovi adolescenti, tecnologia, ricerca didattica, in Oppinformazioni, n. 116 (gen.-set. 2014), pp. 2-79
Il rapporto tra tecnologie, giovani e scuola, modificazioni sociali e cognitive, occupa da tempo la stampa e la ricerca, con affermazioni che passano dal catastrofico all’entusiastico. La sezione monografica di questo numero indaga la questione della “cultura digitale” attraverso diversi contributi, a partire da un più ampio sfondo epistemico e nelle sue implicazioni culturali, sociali, cognitive ed educative.

A cura di Edvige Mancinelli, Educazione alla sessualità, dal sociale all’intimo. Il fenomeno emergente di Internet e delle reti sociali, in Salute umana, n. 247-248 (gen.-apr. 2014), pp. 17-41
Il Dossier di questo numero riporta alcuni articoli tratti dalla rivista del Comitato francese per l’educazione alla salute. Lo sviluppo delle reti sociali sta rivestendo un ruolo preponderante nell’accesso dei giovani all’informazione e alla gestione delle loro relazioni interpersonali. Tali reti, i nuovi media, possono quindi costituire vettori di prevenzione finora sconosciuti, grazie allo sviluppo di siti dedicati soprattutto alla salute di adolescenti e giovani. I gruppi di articoli riferiti all’argomento sono preceduti da due contributi provenienti da un fascicolo de “La Santé de l’Homme” del 2001, ritenuti significativi come base del ragionamento attorno alla costruzione dell’identità sessuale dei giovani.

Barbieri Gianluca, Il laboratorio delle identità. Dire io nell’epoca di internet
Mimesis, Sesto San Giovanni (Milano), 2014, pp. 218
Cosa accade quando diciamo io? L’identità individuale è una questione prima di tutto grammaticale. Mio, nel gioco intricato e molteplice con il tu e l’egli, dà vita a un “senso di sé” intrinsecamente relazionale e complesso, dotato di aspetti consci e inconsci, somatici e psichici, dinamici e statici, narrativi e logici, sostanziali e simbolici. Ma, ci si chiede, tutto ciò è valido ancora in una realtà come quella odierna, in cui l’identità tende da un lato a fluidificarsi fino a evaporare e dall’altro a cristallizzarsi come in alcune psicopatologie? Possiamo uscire indenni dai giochi di mascheramento e di simulazione innescati dall’uso dei nuovi media? In che modo il nostro corpo può confrontarsi con la dimensione virtuale del web? E la struttura del nostro cervello risente di tutto ciò? Nel libro si cerca di dare una risposta a queste e ad altre domande, facendo dialogare diverse discipline tra le quali la psicoanalisi, la psicologia dello sviluppo, le neuroscienze, la linguistica e la letteratura.
Collocazione biblioteca: 17126

Caterina Cangià, Generazione tech. Crescere con i nuovi media, Giunti, Firenze, 2014, pp. 143
Caterina Cangià, docente di pedagogia e comunicazione sociale e multimedialità, affronta in questo volume il problema di come educare i ragazzi d’oggi sempre connessi con i media digitali. L’autrice si propone di rispondere a questo interrogativo invitando genitori e insegnanti a conoscere i media digitali e a utilizzarli con e per i ragazzi, offrendo spunti, riflessioni e buone pratiche per accompagnare gli adulti nell’educazione della generazione digitale.
Collocazione biblioteca: 16883

Katia Provantini, Maria Longoni, Generazione tablet. I sì e i no per crescere nell’era del web, Mondadori, 2014, Milano, pp. 102
Molti sono i dubbi e le domande che assillano padri e madri: a che età mettere nelle mani del figlio un tablet? Quante ore di computer al giorno consentire? Che cosa dirgli se si scopre che visita siti non adatti alla sua età? Prendendo atto della profonda rivoluzione culturale innescata da internet e dal progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni, le autrici illustrano tutte le problematicità e le insidie, analizzando con cura le fasi della crescita psicofisica e delle modalità di apprendimento da zero a dodici anni, ne sottolineano i numerosi aspetti positivi, anche in questa fascia di età. Indicano ai genitori come accompagnare passo passo i loro ragazzi in tali esperienze, come aiutarli a scegliere in modo consapevole.
Collocazione biblioteca: 16884

Iacopo Casadei, Andrea Bilotto, Genitori social ai tempi di Facebook e WhatsApp, Red, Cornaredo (MI), 2014, pp. 128
Il testo cerca di illustrare agli adulti, ai genitori e agli educatori, cosa e come si può e si deve fare per tutelare i ragazzi nell’era di Internet e dei social network, spiegando come gestire i rischi, ma anche come sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie.
Collocazione biblioteca: 16894

Alberto Parola, Ricerca-azione e competenze mediali in RicercAzione: Ricerca educativa, valutativa e studi sociali sulle politiche e il mondo giovanile, Vol. 6, n. 2 (dic. 2014), pp. 251-262
Il contributo illustra una ricerca-azione utile allo sviluppo di competenze mediali, grazie al legame tra differenti contesti che possano suggerire le tecniche e i metodi più efficaci per fare media-educazione a scuola, anche utilizzando i nuovi media (piattaforme, social network, ecc.). Progettando anche una formazione mirata per gli insegnanti, è possibile costruire curriculi mediaeducativi, sfruttando le opportunità del mondo digitale e sviluppando competenze spendibili nel mondo del lavoro.

Fabio Pasqualetti, La rete e le tecnologie digitali. Potenzialità e sfide per l’educazione, in Orientamenti pedagogici, n. 3 (lug.-set. 2014), pp. 557-583
L’autore si interroga su come la rete e le tecnologie digitali stiano cambiando il nostro modo di comunicare e di vivere e, di conseguenza, su quali siano le sfide che l’educazione deve affrontare. Da questa analisi emerge che la sfida educativa non consiste tanto nel sapere come usare e integrare la rete e le tecnologie nella scuola, nella famiglia o nella vita, quanto piuttosto nel ricucire il legame sociale per ridare un senso allo stare insieme, nel ridimensionare l’uso delle tecnologie a mezzo per raggiungere uno scopo e non un fine in se stesso.

Simona Tirocchi, Sociologie della media education. Giovani e media al tempo dei nativi digitali, percorsi di ricerca, ed. Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 151
Questo volume si rivolge a tutti coloro che si trovano ad affrontare le sfide educative mediate dalla presenza delle tecnologie digitali. La presenza di dispositivi e sistemi di comunicazione (dai cellulari ai social network sites) ci fa sembrare naturale abitare in un ambiente tecnologizzato: il mondo offline e quello online sono ormai intrecciati in modo indissolubile e annullano i confini tra reale e virtuale. Il libro costituisce un passo in avanti per capire rischi e opportunità presenti nel mondo multimediale. Mediante gli strumenti teorici forniti dalla sociologia individua alcuni temi-chiave della Media education in una fase dell’evoluzione sociale in cui non ci si può permettere di abbassare la guardia nei confronti dei pericoli insiti nell’uso della rete e dei social media. Simona Tirocchi è ricercatrice di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Torino dove insegna Media education e Sociologia dell’educazione.
Collocazione biblioteca: 16575

Marc Prensky, La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale, Erickson, 2013
In questo saggio l’autore, considerato uno dei maggiori esperti mondiali del rapporto tra tecnologie e apprendimento, dimostra che un uso intelligente della tecnologia potenzia la mente e le sue abilità, piuttosto che inibirle. Attraverso decine di esempi, l’autore illustra come una combinazione ragionata delle capacità del pensiero, come l’assunzione di decisioni o il ragionamento complesso, con le possibilità concesse dalla tecnologia, come l’archiviazione ed elaborazione di grandi quantità di dati, porti indubbi benefici al nostro funzionamento cognitivo.

Aspetti patologici: uso problematico, dipendenze, cyberbulling, cyberstalking e sexting

A cura di Roberta Spiniello, Antonio Piotti, Davide Comazzi, Il corpo in una stanza. Adolescenti ritirati che vivono di computer, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 300
Di solito gli adolescenti vorrebbero essere sempre fuori casa con gli amici, ma ce ne sono alcuni che invece si muovono in una direzione opposta: sono gli adolescenti ritirati. Ragazzi che smettono di andare a scuola e non riescono a esibirsi sul palcoscenico sociale; passano i pomeriggi e le serate chiusi nella loro stanza perché soffrono di bruttezza immaginaria, si vergognano, si sentono inadeguati, deboli e goffi. Molti di loro, tuttavia, pur confinati nella loro camera, riescono a oltrepassarne le pareti: si collegano alla Rete ed entrano in mondi lontani. Il fenomeno del ritiro sociale – degli “hikikomori” – viene da anni studiato in Giappone. In Italia, invece, è ancora poco conosciuto, ma sempre più diffuso. Il gruppo degli autori appartiene al Consultorio Gratuito del Minotauro, e presenta in questo libro l’esito di un lavoro che, per la sua completezza e organicità, rappresenta uno strumento indispensabile per tutti coloro – psicologi, psichiatri, insegnanti e genitori – che desiderano avere un quadro esaustivo sulla teoria e sul trattamento del ritiro sociale in Italia.
Collocazione biblioteca: 17178

A cura di Raimondo Maria Pavarin, Daniele Virginio Corbetta, Dipendenze con e senza sostanze. Teoria, ricerca e modelli di intervento, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 192
L’obiettivo di questo volume è quello di aprire una panoramica sugli stili di vita dei giovani adulti, popolazione nella quale consumi problematici e dipendenze da sostanze (sostanze illegali, alcol, tabacco), dipendenze da comportamenti (gioco d’azzardo, shopping compulsivo, internet addiction), alimentazione e attività fisica si intrecciano e necessitano di essere trattati come elementi integrati nel vivere quotidiano. Il focus è rappresentato dai risultati che emergono da una ricerca multicentrica, condotta su un campione di giovani adulti di Bologna e Treviso e articolata su quattro aree tematiche (sostanze psicoattive, dipendenze senza sostanze, alimentazione e stili di vita), integrati dai contributi di studiosi ed operatori del settore. Nel suo insieme, il volume vuole fornire elementi innovativi ed indicazioni utili a chi si occupa di prevenzione, per dar vita a progetti che non siano più incentrati su singole problematiche, ma capaci di orientarsi sugli stili di vita complessivamente intesi della popolazione cui sono rivolti.
Collocazione biblioteca: 17342

Kenneth Paul Rosenberg, Laura Curtiss Feder, Dipendenze comportamentali. Criteri, evidenze, trattamento, Edra, Milano, 2015, pp. 396
Il testo illustra i criteri utilizzati per diagnosticare le dipendenze comportamentali, i dati di ricerca che le sostengono e i possibili trattamenti. Si tratta di una guida per comprendere le scelte operate nel DSM-5 rispetto alle dipendenze comportamentali e per orientarsi rispetto agli indirizzi futuri. Il DSM-5 ha infatti introdotto la categoria clinica chiamata “dipendenza comportamentale” (esplicitamente quella dal gioco d’azzardo, implicitamente le altre, fra cui il gioco online, l’uso di Internet, il cibo, l’attività sportiva, il sesso e lo shopping compulsivo), ponendo immediate esigenze di aggiornamento professionale per psicoterapeuti e psichiatri. Questo testo cerca di dare risposta alle domande seguenti: in cosa differisce una dipendenza comportamentale da un disturbo del controllo degli impulsi? Quali sono i criteri per determinare che alcuni comportamenti sono dipendenze? Che cosa comportano tali differenze in termini di trattamento efficace?
Collocazione biblioteca: 17332

Jacopo Bernardini, Uso e abuso dello smartphone tra i giovani. Un’ indagine sulla nomofobia in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45, n. 3 (estate 2015), pp. 28-30
Per nomofobia (abbreviazione della locuzione inglese no-mobile-phone phobia) si intende la fobia da mancanza di telefono cellulare, la paura irrazionale e persistente dovuta al non poter essere connessi a internet tramite il proprio smartphone. La ricerca qui descritta é stata condotta su un campione di giovani digitali (età tra i 18 e i 36 anni) allo scopo di fornire un primo contributo allo studio della nomofobia nello scenario italiano.

A cura di Emmanuelle Bauchet … [et al.], Giovani e dipendenze: evoluzione dei comportamenti e degli approcci professionali, in La Salute umana, n. 253-254 (gen.-apr. 2015), pp. 21-54
Il consumo problematico di sostanze psicoattive è al centro delle preoccupazioni sulle dipendenze giovanili, nonostante ormai anche le dipendenze immateriali (da schermi, videogiochi) rappresentino un’emergenza non più differibile. Il contesto economico, culturale, tecnologico accelera i cambiamenti degli stili di vita e dunque gli usi degli adolescenti e gli atteggiamenti educativi delle famiglie. Per accompagnare, adattarsi e rispondere al meglio a questi cambiamenti, i professionisti hanno modificato le loro pratiche e ampliato la portata dei loro interventi. L’obiettivo del presente dossier è quello di illustrare i metodi e offrire testimonianze per meglio comprendere come i professionisti possono agire e collaborare per sostenere i giovani e le loro famiglie.

Jennifer Pettalia, Joanna Pozzulo, Bullies on trial: mock jurors’ perceptions of a bully, in International Review of Victimology, n. 2 (mag. 2015), pp. 205-216
Lo scopo di questo studio è stato esaminare le decisioni di finti giurati nell’affrontare il caso di un bullo accusato della morte per suicidio di una vittima. I finti giurati hanno letto un resoconto giudiziario immaginario in cui si raccontavano nei dettagli gli ultimi mesi di vita della vittima, in cui la vittima stessa, di 16 anni, veniva ripetutamente sottoposta ad atti di bullismo da parte dell’imputato di 18 anni. Gli aspetti presi in esame includevano: il sesso della vittima e dell’imputato (cioè erano entrambi femmine o entrambi maschi), la natura del bullismo (cioè minacciando direttamente la vittima di ucciderla, o incitandola indirettamente a uccidersi) e il mezzo usato dal bullo (cioè non c’è stato bullismo online oppure esso si è verificato in qualche forma con l’uso di internet).

Alberto Pellai, Incontri pericolosi. L’adescamento online: conoscerlo per prevenirlo, in Psicologia contemporanea, a. 41, n. 249 (mag.-giu. 2015), pp. 34-38
L’adescamento online rappresenta, fra tutti i rischi che i minori possono incontrare navigando nel web (sexting, uso massiccio della pornografia online, cyberbullismo), quello che maggiormente spaventa i genitori e che, più di ogni altro, mette a repentaglio il benessere psicofisico. Secondo l’autore, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, occorre conoscerlo a fondo il fenomeno per prevenirlo.

Anna Civita, Malessere sociale: la dipendenza da Internet, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 159
I modelli sempre più sofisticati delle nuove tecnologie hanno stravolto il modo di interagire, di comunicare e di agire, tanto da spingere i ragazzi a trascorrere la maggior parte del loro tempo davanti al computer o con il cellulare. Il rischio è di incorrere nella dipendenza da Internet, o “Internet Addiction Disorder”, dalla quale diventa difficile uscire. Il volume mira a illustrare i pericoli di tale dipendenza e come essa si rifletta sui giovani. A tal proposito, dopo aver fornito un quadro teorico sull’evoluzione di Internet e dei Social Network, è stata condotta un’indagine empirica, sul territorio della città di Andria, che ha visto partecipi tutti gli studenti delle scuole medie superiori. L’obiettivo è di evidenziare come la dipendenza da Internet sia un malessere sociale che può essere curato e come sia importante riuscire a riconoscerla per fornire un adeguato sostegno. In appendice viene riportato il questionario utilizzato per la ricerca, l’Internet and cellular addiction test. L’autrice è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari, dove insegna Sociologia Generale.
Collocazione biblioteca: 17128

A cura di Loredana Varveri e Gioacchino Lavanco, Nuove dipendenze ed intervento di comunità, in Psicologia di Comunità, n.1 (2014), vol. 10, pp. 13-90
La parte monografica di questo numero si segnalano i contributi seguenti: “Mobile addiction e prevenzione attraverso il gruppo dei pari”, di G. Lavanco, L. Varveri e C. Messina; “La dipendenza da videogiochi”, di F. Romano e M. Conti; “Cyberbullismo e video peer education”, di G. Lavanco, C. Novara e C. Amoroso

Save the Children, Safer Internet Day Study. Il cyberbullismo, Ipsos, 2014, Roma, pp. 35
La ricerca qui presentata ha coinvolto 458 adolescenti con interviste online tramite tecnica CAWI sui seguenti argomenti: tecnologie utilizzate, utilizzo di Internet, percezione dei pericoli, relazione con gli altri, caratteristiche dei ragazzi ‘presi di mira’, livello di conoscenza del problema da parte dei genitori, strategie di contrasto.

Mami Suwa, Kumifumi Suzuki, The phenomenon of “hikikomori” (social withdrawal) and the socio-cultural situation in Japan today. Il fenomeno del ritiro sociale “hikikomori” e la situazione socio-culturale in Giappone oggi, in Journal of Psychopathology, vol. 19, n. 1 (marz. 2013), pp. 191-198.
In Giappone oggi si ritiene che ci siano un milione di giovani adulti che si rifiutano di lavorare e che evitano il contatto sociale. Questo fenomeno, conosciuto come “Hikikomori” (ritiro sociale), è diventato un problema socio-psicologico grave in tutto il paese. Tuttavia, non vi è stata nessuna discussione dettagliata della diagnosi. In questo articolo, si indaga il fenomeno da un prospettiva psichiatrica introducendo il concetto di ” Hikikomori primario”e illustrandolo con un caso clinico. Si esamina inoltre il rapporto di questo fenomeno con i recenti cambiamenti nella società giapponese.

Federico Tonioni, Psicopatologia web-mediata. Dipendenza di internet e nuovi fenomeni dissociativi, Springer, Milano, 2013, pp. 182
La crescita inarrestabile delle relazioni internet-mediate, destinate nel tempo a prevalere sui contatti “dal vivo”, ha moltiplicato le possibilità di comunicazione tra i giovani e complicato invece le relazioni con la generazione precedente. Il volume esplora la complessità dei quadri psicopatologici che ne scaturiscono, analizzando la dipendenza da internet nel contesto allargato di altre dipendenze comportamentali, come quella del gioco d’azzardo e varie forme di perversione delle condotte sessuali. Una parte del 3° capitolo è dedicata al fenomeno hikikomori.
Collocazione biblioteca: 17141

Cinzia Amoroso, Bella senz’anima: prospettive di indagine e di intervento sulle candy girl, in Psicologia di Comunità : gruppi, ricerca-azione e modelli formativi, n. 2 (2013), pp. 73-78
Le candy girl sono ragazze tra i 12 e i 17 anni che mettono in rete le proprie foto di nudo (sexting) in cambio di vestiti firmati, ricariche telefoniche ecc. La ricerca azione si pone l’obiettivo di indagare, attraverso un campione di 243 soggetti tra i 12 e i 17 anni, l’uso di Internet e dei social network tra i giovani coinvolti; esplorare eventuali casi a rischio, comprendere le principali motivazioni psicologiche; coinvolgere i soggetti in attività di prevenzione, promozione e strategie di coping ed empowerment.

Maria Luisa Genta, Antonella Brighi e Annalisa Guarini, Cyberbullismo. Ricerche e strategie di intervento, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 191
La prima parte del volume propone una riflessione sull’uso positivo e negativo delle tecnologie, analizzando in particolare, fra i possibili fattori di rischio, la nuova forma di aggressione elettronica chiamata cyberbullismo. Dopo una rassegna della letteratura più recente sul tema, vengono riportati dati di ricerca che ne illustrano le principali caratteristiche e i suoi rapidi cambiamenti. La seconda parte del volume offre una panoramica europea di buone pratiche, utile per confrontarsi con i problemi che l’uso del web oggi comporta per adolescenti e adulti, descrivendo strategie di prevenzione ed esperienze scientificamente fondate.
Collocazione biblioteca: 16290

A cura di Marco Cacioppo e Sergio Severino, La Prossimità a distanza. Contributi psico-sociali per lo studio degli usi, abusi e dipendenze nel Web 2.0, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 175
Negli ultimi anni il Web 2.0 ha avuto un’enorme diffusione, determinando l’ennesima rivoluzione nel campo della comunicazione, della cultura e nelle interazioni sociali; al contempo, stiamo assistendo alla comparsa di strutture sociali a volte “paradossali”: villaggio globale, globalizzazione, disaggregazione,…. I rapporti sociali sono “tirati fuori” dai contesti locali di interazione e riannodati su archi di spazio-tempo lontani e indefiniti: la disaggregazione ossia lo sradicamento della compresenza fisica, fa riferimento a un contesto d’interazione reso possibile dai nuovi mezzi di comunicazione tipici del Web 2.0. L’opera, frutto di diversi contributi integrati della psicologia, della sociologia e della psicologia sociale, analizza le potenzialità e i rischi della Rete, fornendo al lettore un quadro ampio del fenomeno e delle sue complesse implicazioni in costante via di sviluppo. Collocazione biblioteca: 16260

A cura di Gloria Soavi e Silvia Allegri, L’abuso sessuale online: tra prassi di intervento consolidate e nuove sfide, in Maltrattamento e abuso all’infanzia: rivista interdisciplinare, vol. 14, n. 3 (nov. 2012), pp. 5-71
L’utilizzo abituale da parte di bambini e ragazzi delle nuove tecnologie, e di Internet in particolare, si è rivelato lo scenario di possibili forme di violenza, anche molto gravi come l’abuso sessuale. Il focus monografico vuole essere un momento di riflessione su questo fenomeno, offrendo tre prospettive: quella dei servizi, attraverso i risultati di una ricerca sui casi di abuso online giunti ai servizi specializzati nel maltrattamento all’infanzia; quella della presa in carico delle vittime, approfondendo gli aspetti specifici dell’intervento psicologico e psicoterapeutico con il minore vittima e la famiglia; quella dei giovani, attraverso una ricerca internazionale sui comportamenti online di alcuni gruppi di adolescenti, considerati come più vulnerabili agli abusi online, e sulla loro capacità di resilienza.

Antonio Piotti, Il banco vuoto. Diario di un adolescente in estrema reclusione, Franco Angeli, Milano, 2012, pp. 127
I fatti descritti in questo libro sono frutto dell’immaginazione dell’autore, che tuttavia intende, attraverso tali fatti, presentare un caso clinico. Lo fa scegliendo la forma del diario di un adolescente che non ce la fa a vivere nel nostro contesto sociale. Si tratta di una forma di disagio mentale definita come “ritiro sociale acuto” (già individuato in Giappone dove si usa il termine “hikikomori”, cioè i reclusi). Enrico, il protagonista di questo diario, si è confinato per anni, giorno e notte, nella sua stanza, connesso continuamente al computer e immerso in un’esistenza virtuale. Il libro vuole analizzare i perchè di questi comportamenti estremi e le modalità di interazione con il contesto familiare e scolastico. L’autore è psicoterapeuta e docente presso la scuola di psicoterapia ARPAD Minotauro.
Collocazione biblioteca: 15856

Valerio Belotti … [et al.], Ragazze e ragazzi nel mondo digitale, in Minorigiustizia, n. 4 (2012), pp. 7-151
La monografia di questo numero è dedicata al mondo digitale e allo speciale legame che con esso hanno i giovani, tanto che può essere analizzato come significativo del rapporto tra le generazioni nella tarda modernità. Nella prima sezione, “Interazioni e relazioni digitali”, si analizza la socializzazione vissuta attraverso i social networks; la seconda è dedicata a “Media ed educazione”; la terza, “Corpo e sessualità digitale”, affronta anche i temi della pornografia in rete, del sexting, del cyberbullismo, i siti che trattano i disturbi alimentari. La quarta sezione è intitolata “Sicurezza e tutela nel web”; la quinta “Convergenze tra media”.

Masaru Tateno… [et. Al.], Hikikomori as a possible clinical term in psychiatry: a questionnaire survey, in Psychiatry, vol. 12 , n. 169 (ott. 2012), pp. 12-169.
La parola hikikomori, che indica un anormale evitamento dei contatti sociali, è diventato sempre più noto. Tuttavia non è ancora stata discussa accuratamente una definizione di tale fenomeno. Lo scopo di questo studio è quello di ottenere una migliore comprensione della percezione di hikikomori tra gli studenti di facoltà connesse alla salute e professionisti e di esplorare le possibili diagnosi psichiatriche sottostantiL’ipotesi conclusiva è che il termine hikikomori possa essere usato per descrivere un grave ritiro sociale nel contesto di una serie di disturbi psichiatrici.

Rosella De Leonibus, Il mondo in una stanza, in Rocca. n. 24 (2011), pp. 35-37
L’articolo pone l’accento sul fenomeno “hikikomori” – dal giapponese “hiku” (indietreggiare) e “komoru” (isolarsi) – una forma molto marcata di ritiro sociale, dove i confini del mondo coincidono con quelli rassicuranti della propria camera e il contatto con esso resta appeso al web. Maschi per l’80%, ma forse per le ragazze la cosa è più sfumata e meno evidente, le ragioni che spingono all’autoisolamento sono tante e di natura culturale e sociale.

Lia Mastropaolo, Nuove patologie adolescenziali o nuove emergenze sociali? L’hikikomori è solo giapponese?, in Terapia familiare : rivista interdisciplinare di ricerca e intervento…, n. 97 (nov. 2011), pp. 31-55
Negli ultimi anni della sua attività clinica l’autrice si è trovata frequentemente a lavorare con giovani adulti che presentano particolari sintomatologie, quali: chiudersi in casa, passare la giornata a navigare in Internet, crearsi una vita virtuale parallela o vivere nella stanza/tana. Ponendosi la domanda se queste sono nuove patologie o nuove emergenze sociali, l’autrice confronta il fenomeno giapponese dell’hikikomori con quello italiano, analizzando tre casi clinici in cui si è applicata la “terapia fluttuante”, il lavoro sul sé.

 Michael Zielenziger, Non voglio più vivere alla luce del sole. Il disgusto per il mondo esterno di una nuova generazione perduta, Elliot, Roma, 2008, pp. 408
L’autore, ricercatore all’Università di Berkeley, dove si occupa dell’impatto della globalizzazione nei paesi asiatici, dal 2003 è stato corrispondente da Tokyo per un’agenzia di stampa. Egli ha fatto conoscere per primo ai lettori occidentali il fenomeno “hikikomori” (cioè “confinato”, “chiamato fuori”), che dal Giappone si sta espandendo e viene ora studiato da team internazionali di psichiatri e sociologi come sindrome dello “shut-in” (il “recluso”). Si tratta di giovani, soprattutto maschi, che, di fronte a un mondo sempre più veloce e a una società sempre più competitiva, provano una sorta di disgusto e si chiudono in un bozzolo che porta frequentemente all’ospedalizzazione coatta o al suicidio. Tale fenomeno sta arrivando anche in America e in Europa, a partire dai paesi del nord (Svezia, Finlandia, Danimarca).
Collocazione biblioteca: 14257

Carla Ricci, Hikikomori: adolescenti in volontaria reclusione, Franco Angeli, Milano, 2008, pp.88
L’autrice è antropologa culturale e conduce da anni ricerca sociale in Giappone, dove ha conosciuto ed esplorato il fenomeno dell’isolamento volontario, detto appunto “hikikomori”, che riguarda più di un milione di giovani giapponesi che abbandonano scuola, amici, relazioni sociali e si rinchiudono nella propria stanza. Il libro esplora il fenomeno cercandone le cause, le connessioni con la famiglia e con la società del Giappone, considerandolo cioè un’espressione di sofferenza sociale. Nella prefazione, Antonio Piotti riporta l’hikikomori ad esperienze con adolescenti italiani, al ruolo di Internet e delle relazioni virtuali, affrontando il tema delle possibili terapie. Collocazione biblioteca: 14060

Materiali audiovisivi: Film, video, WebTV…

 Film e documentari:

Announo. Pablo Trincia in Cina per raccontare le dipendenze on line, Italia, 2015, durata 6’,3”
È una droga, ma non si sniffa o si fuma: si guarda. Pablo Trincia è partito dalle periferie d’Italia per arrivare in Cina, dove esistono veri e propri campi di rieducazione per chi è dipendente da videogame, rete, social network. Un’inchiesta fra il mondo reale e quello virtuale, con una domanda in testa: quali sono i pericoli? Ecco una prima anticipazione dedicata a League of Legends, il videogioco online diventato una vera e propria mania a livello planetario.

Tae-hwa Eom, The Battle of Internet Trolls (tit. Orig. Ingtoogi), Corea del Sud, 2014, durata 98’ (film)
E’ la storia di due ragazzi che si incontrano in una comunità on line per azzuffandosi, virtualmente, in un sorta di “lotta a colpi di tastiere”. Non passerà molto tempo che i due decideranno di incontrarsi nella vita vera, rendendo la loro battaglia reale e creando un gruppo di persone che si conoscono on line per poi combattere nella realtà.

Medalia, Shosh Shlam.Web Junkie, Israele, Cina, USA, 2014, durata 90’
Web Junkie documenta la malattia che invade la Cina: l’internet dipendenza. In particolare i giovani sono patologicamente dipendenti dal web e per combattere questa piaga, il governo decide di attuare dei trattamenti disintossicanti. Tuttavia, nelle parole dei giovani che spiegano le ragioni per cui preferiscono una voce robotica e un mondo virtuale rispetto alla realtà, si rivela l’altro lato della medaglia che mostra una nazione piena di contraddizioni e in continuo mutamento.

Hikikomori. The Truth About …, The Truth About Mental Health Episode 6 of 6, Regno Unito, 2013, durata: 26’
In Giappone centinaia di migliaia di giovani si ritirano dalla società per anni o addirittura decenni . Sono conosciuti come hikikomori e Claudia Hammond viaggia a Tokyo per scoprire di più su questa condizione misteriosa e perché è così diffuso in Giappone.

Spike Jonze. Lei, Commedia, USA 2013, durata 126’ (film)
Ambientato a Los Angeles, in un futuro non troppo lontano, Lei racconta la storia di Theodore (Joaquin Phoenix), un uomo sensibile e complesso che si guadagna da vivere scrivendo lettere personali e toccanti per altre persone. Distrutto dalla fine di una lunga relazione, Theodore resta affascinato da un nuovo e sofisticato sistema operativo che promette di essere uno strumento unico, intuitivo e ad altissime prestazioni. Incontra così “Samantha”, una voce femminile sintetica (Scarlett Johansson nella versione originale e Micaela Ramazzotti nella versione italiana) vivace, empatica, sensibile e sorprendentemente spiritosa. Via via che i bisogni e i desideri di lei crescono insieme a quelli di lui, la loro amicizia si fa sempre più profonda finché non si trasforma in vero e proprio amore.
Collocazione biblioteca: 02D81

Henry Alex Rubin, Disconnect, USA, 2012, durata 115’ (film)
Un intreccio di storie sulla ricerca del contatto umano in un mondo dove ormai la realtà quotidiana creata da computer, video giochi, social network, sembra più vera del reale. Il film segue le vicende di personaggi imprigionati nella Rete e nelle trappole che si nascondono nelle chat, nei siti di incontro e nei social network. Una coppia di sposi in crisi vittima di un furto perpetrato da un hacker; un ex poliziotto in difficoltà con il figlio teenager che fa il bullo su Internet; una giornalista televisiva che cerca di convincere un ragazzo coinvolto in un losco giro di video chat per adulti a diventare il protagonista di un suo reportage. Sono loro i protagonisti di questa storia che mescola dramma, thriller e azione.

Charles Binamé, Cyberbully – Pettegolezzi On Line, Canada, 2011, durata 100’ (film)
Dopo il divorzio dei genitori, la diciassettenne Taylor comincia a sentirsi inferiore rispetto a tutti gli altri compagni del liceo e approfitta del computer portatile regalatole dalla madre per iscriversi a un popolare social network. Ben presto, però, perde il controllo su quanto accade on line e finisce vittima di alcuni episodi di bullismo virtuale che minano anche la sua reale esistenza, facendola allontanare dalle amiche e dai familiari, fino a quando un tragico evento la spinge a cercare l’aiuto dei compagni di classe e della madre, che intraprende una battaglia legale affinchè a nessun altro tocchi lo stesso calvario vissuto dalla figlia.

Hideo Nakata, Chatroom, I segreti della mente, USA, 2011, durata 97’. (film, VM 18)
Questo thriller racconta la storia di William, un adolescente che ha problemi con sua madre, una scrittrice famosa, e che decide di creare una sua stanza virtuale privata in cui poter interagire con chiunque voglia entrarci. In breve tempo altri 4 ragazzi raggiungeranno William nella chatroom, creando così delle nuove amicizie. Quello che purtroppo gli altri non sanno è che ben presto la mente disturbata di William, in maniera molto contorta, metterà in pericolo le loro giovani vite. Un film che affronta le più comuni problematiche adolescenziali, raccontandole da un punto di vista assolutamente inedito; i social, che in questo caso avrebbero dovuto salvare il protagonista dalla sua solitudine, alimentano invece le sue psicosi, permettendogli di incanalare e rivolgere la sua rabbia verso le uniche persone che gli abbiano dimostrato un minimo di affetto.

David Schwimmer, Trust, USA, 2011, durata 106’ (film)
Annie ha quattordici anni, ha mai avuto un ragazzo, ma ora qualcuno c’è. È Charlie, un poco più che coetaneo con cui chatta quotidianamente. Le frasi che si scambiano diventano ogni giorno più tenere, ma anche più intime. Finché Charlie le rivela, in due fasi, di non avere l’età dichiarata all’inizio. Ha 25 anni. Annie è turbata ma decide di incontrarlo. Scoprirà che il suo amore on line è un uomo di 35 anni che approfitterà di lei.

David Fincher., The Social Network, USA, 2010, durata 120’ (film)
In una sera d’autunno del 2003, lo studente di Harvard Mark Zuckerberg, un genio dell’informatica, siede al suo computer e inizia con passione a lavorare ad una nuova idea. Passando con furore tra blog e linguaggi di programmazione, quello che prende vita nella sua stanza diventerà ben presto una rete sociale globale che rivoluzionerà la comunicazione. In soli sei anni e con 500 milioni di amici, Mark Zuckerberg è il più giovane miliardario della storia… ma per lui il successo porterà anche complicazioni sia personali, sia legali.
Collocazione biblioteca: 02D82

Laurence Thrus, Left Handed = Tobira no Muko, Giappone, 2008 , durata 110’ (film)
Hiroshi Okada è un adolescente giapponese che a causa di un non ben chiaro evento decide di abbandonare la scuola e di rinchiudersi nella sua stanza per due anni, diventando uno hikikomori. I genitori del ragazzo prendono inizialmente alla leggera il malessere del figlio, soprattutto il padre, che a causa degli impegni lavorativi non riesce a essere presente in casa per controllare la situazione. Anche la madre, convinta dal marito a non forzare più di tanto il figlio a uscire dalla propria stanza, e a non chiedere aiuto (in quanto egli considera umiliante per l’intera famiglia la situazione del figlio) desiste nei tentativi di capire i sentimenti del figlio. Solo successivamente, dopo essersi separata dal marito, ella decide di chiedere aiuto a degli specialisti, i quali iniziano a erogare le prime cure al ragazzo, grazie soprattutto all’aiuto di Sadatsugu Kudo che cerca di entrare lentamente in contatto con Hiroshi.

Marco Prati, Hikikomori, Italia 2007, durata 80’ (film)
Trentenne post-moderno e senza nome, Hikikomori si fa chiamare così nelle comunità virtuali, riferendosi alla patologia che in Giappone è associata ad adolescenti eremiti al limite dell’autismo. La sua vita abitudinaria e sempre uguale viene stravolta con un incontro fortuito in metropolitana: una ragazza con cui ha uno scambio di sguardi lo porterà lentamente a rinnegare il suo io e a emergere dalla routine quotidiana.

Canali e video su Youtube:

Francesco Sole, La vita ai tempi di…
Amore, amicizia, relazioni: chi ci capisce qualcosa? Amore, amicizia, relazioni su facebook, su Instagram, su WhatsApp… Le avventure di un giovane ai tempi dei social network!

Un video che tutti dovrebbero vedere, Stati Uniti, 2014?, durata 4’, 59”
Il video affronta l’argomento di come le tecnologie abbiano trasformato le nostre relazioni sociali, di quanto in realtà ci si senta soli, dal momento che i contatti e le amicizie virtuali si rivelano spesso aleatorie e ci impediscono di instaurare relazioni più autentiche e vivwere pienamente la vita quotidiana.

Charlene De Guzman, I forgot my phone, USA, 2013, durata 2’
Il cortometraggio mostra in modo tristemente accurato come il cellulare sia presente in modo predominante nella nostra vita. Si basa su esperienze reali, mostrando momenti di vita quotidiana.

Siate vigili, Belgio, 2012?, durata 2’14”
Spot belga sui pericoli di diffondere sui social network informazioni personali.