Formazione e supervisione iniziale e in itinere

lav soc 2Teresa Baldi, Giuditta Pedana, Il valore dell’apprendimento in gruppo nella formazione di servizio sociale, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 2 supplemento (apr. 2022) – online, pp. 49-55
L’articolo presenta alcune considerazioni nate da un’esperienza di laboratorio universitario rivolto agli studenti del primo anno del corso di laurea in Servizio sociale a Firenze, dove sono stati affrontati temi come l’identità personale e professionale, la dimensione etica del lavoro, la comunicazione e il linguaggio, gli aspetti emotivi e relazionali. Grazie a tecniche di coinvolgimento ed esercizi individuali e collettivi proposti alla classe, gli studenti si confrontano, scoprono e comprendono punti di vista diversi, imparano a decostruire le proprie credenze e i propri sistemi valoriali e a considerarne e accoglierne di nuovi. Attraverso un costante processo riflessivo su alcuni temi professionali e sulle dinamiche relazionali e comunicative che si generano in aula, vengono messi in luce processi di costruzione della realtà e dell’identità professionale, con un’attenzione specifica agli elementi personali e agli aspetti emotivi che entrano in gioco. Sul lavoro di gruppo nella formazione degli assistenti sociali hanno riflettuto anche alcuni docenti dell’Università Cattolica di Milano: Francesca Corradini, Camilla Landi, Paola Limongelli, Becoming a relational social worker. Group learning in social work education: Considerations from Unconventional Practice Placements, in Relational social work, vol. 4, n. 1 (apr. 2020) – online, pp. 15-29

Alessia Colarusso, Etica e deontologia, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 2 supplemento (apr. 2022) – online, pp. 17-22
L’articolo esplora il tema dei luoghi, tempi e modi dell’integrazione tra sapere pratico e sapere teorico, soffermandosi in particolare su alcune peculiarità dell’insegnamento etico-deontologico nel servizio sociale. Rispetto alla prima dimensione, secondo l’autrice il tirocinio non è l’unico luogo di integrazione del sapere e la responsabilità di questo passaggio non può venire attribuita esclusivamente al supervisore. L’articolo analizza i luoghi possibili di questa integrazione, insieme alle diverse alternative per facilitarne il percorso e le modalità di realizzazione. Inoltre, discute una riflessione valoriale da proporre agli studenti, su temi come l’utilizzo dei social media nella pratica professionale. Secondo l’autrice è necessario sviluppare e implementare negli studenti la passione del pensare e l’autoriflessività quali strumenti necessari per la coniugazione prassi-teoria-prassi. Nel medesimo numero della rivista si trova l’articolo di Valeria Amato … [et al.], Lo studente co-ricercatore, pp. 29-35, che descrive un’esperienza didattica di un gruppo di studenti del corso di studio di Scienze pedagogiche e del corso di studio di Servizio sociale dell’Università degli Studi di Messina.

Maurizio Esposito, Maria Ferrara, Primi risultati di un’indagine empirica sulla qualità percepita da parte degli studenti dell’Università di Cassino, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 2 supplemento (apr. 2022) – on line, pp. 37-47
L’articolo presenta una ricerca volta a valutare la qualità dell’attività del tirocinio a distanza per la formazione degli assistenti sociali, resa necessaria dallo stato di emergenza sanitaria per la pandemia di Covid-19. I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione di questionari già utilizzati negli anni precedenti, modificati alla luce delle nuove modalità di svolgimento del tirocinio. La maggior parte degli studenti risulta soddisfatto, tuttavia emergono criticità relativamente alla modalità a distanza, priva del contatto diretto del lavoro sul campo e meno efficace nel far comprendere la professione che gli studenti andranno a svolgere. Secondo gli autori, non si può escludere l’importanza esperienziale del tirocinio svolto sul campo; tuttavia la modalità online, pur rimanendo una scelta da effettuare solo in senso residuale, ha consentito di non bloccare il sistema e di far laureare nei tempi previsti gli studenti che ne hanno usufruito. Sull’argomento si veda anche l’articolo di Sabina Licursi, Giorgio Marcello, Apprendere a distanza: l’esperienza del tirocinio in tempi di Covid per studenti del corso di Laurea Magistrale in Scienze delle Politiche e dei Servizi Sociali dell’Università della Calabria, in La Rivista di Servizio Sociale, a. 60, n. 2 (2020), pp. 51-63

ric nel serv socA cura di Chiara Pattaro, Barbara Segatto, Ricercare nel servizio sociale. Percorsi di avvicinamento alle pratiche di ricerca nei servizi, Franco Angeli Open Access, Milano, 2021, 177 p.
Nella costruzione della conoscenza e della pratica del servizio sociale, la ricerca scientifica si presenta come un elemento fondamentale anche se non è ancora una pratica diffusa e radicata all’interno della professione e dei servizi sociali, con il rischio che vengano a mancare quegli spazi di riflessione capaci di contrastare le logiche meramente riparative. In questa direzione, nel Corso di laurea magistrale dell’Università di Padova, da anni vengono sperimentati percorsi di tirocinio di ricerca, durante i quali gli studenti sviluppano e realizzano ricerche empiriche all’interno dei servizi. Muovendo da questi presupposti, il volume, scritto a più mani da sociologi, pedagogisti e assistenti sociali, presenta alcuni contributi di ricerca realizzati dai laureati magistrali in Scienze del Servizio Sociale, che affrontano argomenti quali le questioni di genere nelle professioni sociali, madri tossicodipendenti, l’operatore dei servizi di alcologia, la tutela dei minori, i caregiver di persone affette da demenza, i bisogni delle famiglie adottive. Presente in PDF.
Collocazione Biblioteca: P0073

Fabio Folgheraiter… [et al.], Practice placements in social work: teaching and learning through relational processes, in Relational social work, vol. 6, n. 1 (apr. 2022) – on line, pp. 1-110
Questo numero speciale è dedicato all’ insegnamento e apprendimento tramite i processi relazionali. Attraverso le esperienze relazionali gli studenti, riflettendo sulle proprie competenze, possono osservare e praticare il lavoro sociale e collegare la teoria alla pratica per comprendere meglio il loro futuro ruolo di assistenti sociali. Tuttavia, l’educazione al lavoro sul campo è tutt’altro che semplice e necessita di una riflessione critica e profonda sulle caratteristiche relazionali di questo vissuto. Gli articoli presentano esperienze di formazione in Finlandia, Portogallo e Stati Uniti, ve ne sono inoltre tre italiane. In queste ultime si presenta il tirocinio come un’importante occasione di apprendimento teorico-pratico (anche a partire dalla teoria della complessità) e di collaborazione dell’Università con i servizi sociali del territorio.

Marina Riccucci, Scrivere sulla vita delle persone. Una competenza professionale su cui investire in formazione, in Animazione Sociale, n. 2/352 (2022), pp. 37-46
Scrivere sulla vita delle persone è uno dei compiti a cui tanti professionisti dei Servizi sono chiamati. Produrre documenti su situazioni problematiche, a partire da ciò che si osserva e si valuta, per proporre decisioni, è una responsabilità enorme. Nell’articolo ci si chiede quanto si è formati su questo aspetto, esaminando casi di rapporti e relazioni di servizio, in base ai quali si prendono poi decisioni sulla vita delle persone. L’autrice è docente di Letteratura italiana presso l’Università di Pisa.

comp chTeresa Bertotti, Luca Fazzi, Angela Rosignoli, Il servizio sociale: le competenze chiave, Carocci Faber, Roma, 2021, 227 p.
Gli autori, assistenti sociali, docenti presso l’Università di Trento, presentano casi empirici e riflessioni teoriche per favorire l’apprendimento di alcune competenze utili per affrontare il lavoro sociale. Essi ritengono fondamentali per la pratica professionale l’attenzione etica, la creatività, il saper comunicare, la riflessività, il confronto con la diversità, il pensiero critico, il rapporto con le organizzazioni, la cura di sé.
Collocazione Biblioteca: 19166

Sarah Lonbay, Claire Russel, Julie Smiles, Involving co-educators in social work education in the context of Covid-19: Reflections on challenges and potential solutions, in Relational social work, vol. 5, n. 1 (apr. 2021), pp. 3-10
Questo articolo fornisce un resoconto riflessivo di alcune delle sfide che stanno sorgendo con il coinvolgimento degli utenti dei servizi e degli accompagnatori (co-educatori) nella formazione all’assistenza sociale nel contesto del COVID-19. Poiché le istituzioni di istruzione superiore si stanno spostando principalmente sull’offerta online di formazione al lavoro sociale, ciò ha un impatto a catena nel coinvolgimento dei co-educatori e questo è il punto centrale dell’articolo. Esso si concentra su due sfide chiave in corso: l’accesso e l’uso della tecnologia, e le difficoltà di creare spazi sicuri e significativi online. Gli autori offrono una discussione su queste sfide e presentano alcune soluzioni potenziali che possono essere adottate per continuare a sostenere i co-educatori all’interno della formazione all’assistenza sociale.

Raffaella Nurchis, “Qualcosa è cambiato”: spunti cinematografici per la formazione a distanza degli studenti di servizio sociale, in La Rivista di Servizio Sociale, a. 60, n. 2 (2020), pp. 17-26
L’articolo descrive e analizza l’esperienza di insegnamento a distanza di un modulo del corso di Principi e Metodi del Servizio Sociale dell’Università degli Studi di Firenze durante la prima fase dell’emergenza sanitaria. Muovendo dalle perplessità e difficoltà per una didattica trasformata in didattica a distanza, riporta le riflessioni che hanno accompagnato e guidato la docente verso scelte più innovative. I temi del corso sono stati affrontati con il supporto di sequenze cinematografiche e di un lungometraggio. In assenza dell’interazione diretta con studenti e studentesse la contaminazione con il cinema ha permesso di introdurre comunque elementi di novità che si sono rivelati particolarmente efficaci e ha contribuito a ridurre la distanza tra loro e i docenti. Nello stesso numero della rivista si veda anche l’articolo di Teresa Consoli, Sabina Licursi, Tiziana Tarsia, Promuovere occasioni di orientamento e di tutorato a distanza: l’esperienza del progetto “Serviziosociale. POT” durante la pandemia, pp. 4-16

9788874668878_0_536_0_75[1]Alessandro Sicora, Emozioni nel servizio sociale. Strumenti per riflettere e agire, Carocci, 2021, Roma, 142 p.
Il volume – rivolto ad assistenti sociali, studenti e docenti del servizio sociale – promuove l’idea che un ascolto consapevole, gentile e condiviso delle proprie emozioni migliori gli interventi di aiuto, accrescendo la passione per questo lavoro. Tramite numerose testimonianze raccolte tra i professionisti del settore e l’applicazione di alcune strategie riflessive in stretta connessione con la propria esperienza, il lettore viene condotto a una migliore comprensione del mondo delle emozioni. Le storie di rabbia, disgusto, paura, tristezza e gioia, coraggiosamente condivise da professionisti di diverse nazionalità e presentate nel testo, sono la dimostrazione non solo che si può parlare di emozioni, ma anche che queste hanno molto da insegnare.
Collocazione Biblioteca: 19174

Elena Cabiati, Maria Turati, Reading Medical Nemesis and writing a letter to Ivan Illich during the COVID-19 pandemic: A social work education activity for undergraduate students, in Relational social work, vol. 4, n. 2 (ott. 2020) – online, pp. 22-32
Durante il corso di Metodologia del Servizio Sociale, gli studenti di scienze del servizio sociale hanno letto il libro “Nemesi medica. L’espropriazione della salute” scritto da Ivan Illich nel 1974. Successivamente gli studenti sono stati invitati a un seminario online e a scrivere una lettera immaginaria all’autore del libro. Questa attività si proponeva di incoraggiare gli studenti a riflettere in modo critico sul contenuto del libro con riferimento al futuro servizio sociale e all’attuale emergenza sanitaria che ha colpito duramente l’Italia. L’analisi del contenuto delle lettere degli studenti ha rivelato tre aree principali di discussione: (1) punti di vista riguardanti la tesi di Illich, (2) collegamenti fra il pensiero dell’autore e l’esperienza della pandemia di COVID-19, e (3) concetti trasversali fra il pensiero dell’autore e il servizio sociale. L’attività potrebbe ispirare iniziative simili di insegnamento e apprendimento per sviluppare negli studenti un pensiero critico.

Paola Bastianoni, Monica Betti, Tutela, diritti e protezione dei minori. Una comunità educante per costruire le professionalità, in Minorigiustizia, n. 1 (2020), pp. 196-203
L’Ateneo di Ferrara, per il decimo anno consecutivo, propone il Master di I Livello “Tutela, diritti e protezione dei minori”, la cui peculiarità è quella di essere completamente a distanza in modalità e-learning, attraverso una piattaforma su cui si trovano le lezioni, presentazione di strategie di intervento e spazi di riflessione. Fondamentale è anche il forum di discussione, il cui scopo è quello di creare una comunità professionale che possa attingere dall’esperienza di ciascuno. Esiste anche uno spazio chiamato “Casa sull’albero” in cui un educatore propone tematiche rilevanti per i minori presentate attraverso la scelta di libri dedicati. Il Master prevede anche la realizzazione di 150 ore di tirocinio da realizzarsi all’interno di strutture che si occupino di minori.

osservaA cura di Daniele Morciano, Osservazione, riflessività e apprendimento nelle professioni d’aiuto. Esperienze di Work Discussion psicoanalitica, Franco Angeli, Milano, 2020, 229 p.
La “Work Discussion” è un metodo di apprendimento dall’esperienza che coinvolge gruppi di operatori impegnati in servizi o interventi complessi nel campo delle relazioni d’aiuto. Il volume, tra le poche pubblicazioni in Italia su questo tema, raccoglie resoconti su gruppi di Work Discussion a orientamento psicoanalitico, che hanno visto la partecipazione di insegnanti, educatori, infermieri, psicologi e assistenti sociali. L’opera inquadra le potenzialità della Work Discussion come metodo di ricerca qualitativa applicabile alla valutazione di programmi complessi, tracciando una possibile area interdisciplinare tra sociologia della formazione, teoria psicoanalitica applicata alle organizzazioni e valutazione basata su partecipazione e riflessività degli operatori. Finalità della Work Discussion è bonificare quei vissuti emotivi che si fa più fatica a tollerare, così da predisporsi ad affrontare la complessità di una relazione d’aiuto per la ricchezza di possibilità che racchiude.
Collocazione Biblioteca: 19296

Elena Allegri, Antonio Attinà, Marilena Dellavalle, La circolarità del rapporto tra teoria e pratica nel servizio sociale, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n. 2 (primavera 2020), pp. 18-20
Nel mese di novembre 2019 è stato realizzato, presso l’Università di Torino e in conclusione del primo modulo del corso di formazione per supervisori di tirocinio di servizio sociale, un seminario che ha coinvolto le principali riviste che trattano temi inerenti il lavoro sociale e, più in particolare, il servizio sociale. È stata così riconosciuta la necessità di promuovere e sostenere la riflessività nella pratica professionale, considerandola condizione essenziale per assolvere funzioni formative. Le riviste di settore sono individuate quali strumenti capaci di favorire la connessione con un mondo più ampio di quello in cui ogni professionista vive la propria quotidianità lavorativa, un mondo in cui le esperienze trovano un spazio di concettualizzazione, diffusione e confronto.

Sharon Walker, Relational Reflection: the sound and feel of reflecting in action, thinking about how to move on, in Relational social work, vol. 4, n. 1 (apr. 2020) – online, pp. 45-58
L’autrice riflette sulla propria esperienza di formatrice nei servizi sociali. Mentre ascoltava le registrazioni audio del suo insegnamento, ha spesso notato pause e cambiamenti di ritmo e tono di voce che si verificavano nel corso di queste riflessioni. Si è dunque chiesta come gli studenti abbiano vissuto questi momenti e che cosa eventualmente abbiano notato della docente mentre rifletteva. Lo scopo di questo documento di discussione è considerare come le riflessioni della docente negli interventi fossero di tipo relazionale, e come le sue risposte cognitive ed emotive potrebbero anche avere avuto un impatto sugli studenti. Essendo questo un documento di discussione non contiene risposte definitive, ma la speranza di cominciare un dialogo che metta in luce i complessi elementi emotivi e relazionali della riflessione nel corso di un’azione.

Patrizia Cola, Bisogni formativi nel tirocinio professionale in un’ottica analitico-transazionale, in Prospettive Sociali e Sanitarie, n. 1 (inverno 2020), pp. 9-12
Riflessione sul tirocinio professionale nella formazione al servizio sociale prendendo spunti da concetti teorici dell’Analisi Transazionale (AT). Parte dagli studi di Berne, fondatore dell’AT, che definisce tre bisogni fondamentali dell’uomo: stimoli, riconoscimento e struttura.