L’educatore professionale nei Servizi e sul territorio

COP_OP_2-22-725x1024Mariateresa Muraca… [et al.], Fare ed essere educatori in tempo di Covid nel contesto calabrese, in Orientamenti pedagogici, vol. 69, n. 2 (apr.- giu. 2022), pp. 61-66
L’articolo si basa su una ricerca qualitativa al fine di esplorare l’esperienza professionale di educatori e educatrici durante i primi mesi della pandemia da Covid-19, condotta tramite interviste strutturate con 46 educatori impegnati in molteplici ambiti sociali del territorio calabrese. Nei risultati vengono discussi gli immaginari dei soggetti sulla pandemia; le difficoltà e gli strumenti sperimentati nelle strutture residenziali e non residenziali, le relazioni con i colleghi e con il servizio, gli apprendimenti e le prospettive trasformative. Si veda anche l’articolo a cura di Area giovani e sviluppo di comunità della cooperativa sociale Itaca (Pordenone),  Nuvole di parole per dire cos’è oggi educare, Uno sguardo da educatori di comunità, in Animazione Sociale, n. 5/346 (2021), pp. 16-26

Janet Roitman, Il senso della crisi. Virus, narrazione e politica non necessariamente vanno nella stessa direzione, in Il Regno, a. 67, n. 2 (gen. 2022), pp. 43-47
Nella rubrica “Dibattito – Covid-19”, l’autrice, docente di Antropologia a New York, ci parla del concetto generico di crisi, di come questo termine sia stato associato alla pandemia da Covid-19, della salute come bene comune, dell’esacerbarsi della povertà.

A cura di Franco Floris, Educatori professionali cercasi, in Animazione Sociale, n. 3/353 (2022), pp. 30-44
Il focus si interroga su diverse questioni e difficoltà che riguardano il prezioso lavoro dell’educatore professionale, a partire dalla difficoltà a coprire posti disponibili col rischio di dover chiudere le comunità o alcuni servizi educativi territoriali. I diversi articoli portano quindi all’attenzione il problema delle retribuzioni incongrue, del meccanismo delle gare d’appalto, il generale non-investimento nelle politiche educative. Nel medesimo numero della rivista, in Diari dell’Operatore, si trovano due interventi dal titolo “Educatori: fuga dalla professione?” di Francesco Cerrato e “Educare con adolescenti che non perdono di vista il cellulare” di Tarcisio Pleban, pp. 59-66.

Lavoro educativo e qualitàA cura di Giovanni Garena, Lavoro educativo e qualità anche nei tempi del Covid-19. Elementi per la costruzione di un manuale di autovalutazione di un servizio educativo territoriale, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2021, 200 p.
La pandemia da Covid-19 ha costretto i professionisti ad inventare, nel giro di pochi giorni, modi nuovi di coniugare educazione e territorio; territorio divenuto improvvisamente un non luogo, zona potenzialmente ostile e fonte di contaminazione. La distanza, spesso confusa tra fisica e sociale, è quindi divenuta una pratica indispensabile per difendersi da un nuovo misterioso male. E, fin da subito, molti educatori hanno capito che, correlati al male portato dal virus, potevano svilupparsi altri mali sociali e relazionali. L’équipe di educativa territoriale di Vides Main è tra quelle componenti della realtà dei servizi torinesi che “non hanno chiuso” e che hanno saputo inventare modi innovativi di svolgere la propria mission. Questo testo, anche rielaborando tale esperienza, propone una prospettiva di valorizzazione dell’azione dell’educatore professionale, delineando possibili coordinate (linee guida) di autovalutazione per la revisione professionale tra pari del servizio educativo mediante una specifica concreta proposta di checklist. Vi si trovano inoltre elementi di riferimento dell’attuale quadro normativo rispetto all’autorizzazione, all’accreditamento e alla certificazione riguardanti politiche e interventi educativi ed un quadro teorico pedagogico di riferimento. Il curatore, Giovanni Garena, è sociologo, formatore e docente universitario ed ha maturato una lunga esperienza nei Servizi sociali.
Collocazione Biblioteca: 19148

Margherita Gallina, Pensare diversa-mente: il lavoro socioeducativo con gli adolescenti, in Minorigiustizia, n. 2 (2021), pp. 196-205
L’articolo descrive un’esperienza realizzata successivamente al primo periodo di confinamento causato dalla pandemia, con un gruppo di adolescenti e uno di preadolescenti seguito dalla coop. Famiglia Nuova, in collaborazione con la casa editrice Carthusia. Il progetto ha consentito l’elaborazione dell’esperienza e dato l’occasione agli educatori di aprire nuovi canali di comunicazione con i ragazzi.

Alessandra Lanzi, Valentina Calcaterra, Il lavoro del portavoce in un Centro diurno per bambini e ragazzi, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 6 supplemento (dic. 2021) – online, pp. 97-113
L’articolo presenta l’introduzione del portavoce professionale indipendente in un Centro diurno per bambini e ragazzi, dove gli educatori intendono ascoltare quanto i ragazzi frequentanti il Centro hanno da dire in merito ai loro progetti educativi. Il lavoro del portavoce è ancora in parte poco conosciuto e la sua introduzione in un servizio necessita di un lavoro di preparazione degli operatori, affinché ne possano comprendere le finalità e potenzialità e possano poi supportare i ragazzi nel decidere di avvalersi di tale supporto. L’articolo presenta le fasi di preparazione dell’équipe educativa all’introduzione del lavoro del portavoce e come questi ha lavorato in due situazioni. Le autrici evidenziano gli esiti trasformativi del lavoro per i ragazzi coinvolti e per l’équipe di educatori.

cop. Gasperi 25 copia 03-02A cura di Emma Gasperi, L’educatore socio-pedagogico e l’anziano istituzionalizzato, Pensa MultiMedia, Lecce, 2021, 241 p.
Gli autori fanno parte del GRIPI, gruppo di ricerca in pedagogia dell’invecchiamento. Il volume si sofferma sulla figura dell’educatore professionale socio-pedagogico e sul suo lavoro con gli anziani istituzionalizzati, proponendosi di fornirgli un mosaico di conoscenze utili per attivare dinamiche educative atte a favorire la crescita personale e sociale degli anziani residenti in struttura. I saggi che compongono il volume si addentrano quindi nel merito delle peculiarità dell’intervento dell’educatore socio-pedagogico, approfondendole sia dal punto di vista teorico sia nei risvolti operativi.
Collocazione Biblioteca: 19332

A cura di Franco Santamaria, Farsi educatori con ragazze e ragazzi nell’apprendere da “cose concrete”. Compito poliedrico nei servizi educativi, in Animazione Sociale, n. 3/344 (2021), pp. 67-96
Il Focus è dedicato a esplorare un lavoro educativo che pone al centro l’apprendimento esperienziale, soffermandosi sull’educatore, sul dialogo con i ragazzi in difficoltà, sullo sguardo introspettivo che l’educatore deve avere, per prendersi cura degli altri.

Anna Rezzara… [et al.], Ripensare il senso dell’educare, Dossier, in Pedagogika.it, a. 25, n. 3 (lug.- set. 2021), pp. 9-47
Il dossier presenta una ricerca sull’esperienza e il senso dell’educare in tempi di pandemia, realizzata con colloqui-intervista per raccogliere le testimonianze, i vissuti e i pensieri sull’esperienza attraversata. Questi gli articoli proposti: “Educare prima e dopo il Covid-19: resistenza, creatività, speranza” di M. Franchi; “Il caso, l’astuzia e la saggezza nell’incerto procedere nei campi educativi” di M. Brugali; “L’intreccio inestricabile di processi educativi, didattici e tecnologia digitale” di S. Faucitano; “Scoperte e riscoperte di piccoli gesti quotidiani” a cura di S. Bignamini.

71Nym1bE9ZLA cura di Floriana Falcinelli, L’educatore professionale oggi. Formazione, competenze, esperienze, Carocci, Roma, 2021, 115 p.
Il volume presenta i risultati di una ricerca sul profilo professionale dell’educatore, confrontando il punto di vista degli educatori in servizio e degli studenti del corso di laurea in Scienze dell’Educazione. Inoltre, contributi teorici offrono spunti di riflessione sulle competenze richieste all’educatore professionale per la realizzazione di percorsi formativi adatti alla complessità e all’evoluzione di questa professione. Autori dei contributi sono Rosario Salvato, Alessia Bartolini, Floriana Falcinelli, Federico Batini, Martina Marsano e Cristina Gaggioli.
Collocazione Biblioteca: 18964

A cura di Rosita Deluigi, Come fosse casa tua… Comunità Lella: un modello di ingegneria dell’educazione, Progedit, Bari, 2020, 153 p.
Attraverso il racconto dell’esperienza di una comunità per minori, un’equipe educativa si interroga sulle proprie radici e sui nuovi orientamenti del lavoro educativo. Gli autori dei contributi operano a diverso titolo presso la cooperativa sociale Lella 2001 di San Benedetto del Tronto.
Collocazione biblioteca: 19266

Samuel Maverick, L’arte di stare sulla scena educativa. Perché un buon educatore è come un bravo attore, in Animazione Sociale, n. 8/349 (2021), pp. 42-52
Molti studiosi di teatro e di pedagogia hanno riflettuto su quanto teatro ed educazione siano connessi. In entrambe le arti è fondamentale la relazione: da una parte l’attore mira a costruire una verità scenica; dall’altra l’educatore necessita di creare una verità educativa. L’autore è direttore delle Officine teatrali, Scuola dei mestieri dello spettacolo di MIlano, e lavora nell’ambito socio-educativo come formatore.

602d0649be7ea0cf61d4a542Maria Clotilde Pettinicchi, L’educatore come uomo professionista e attore sociale nell’epoca del Welfare, Cleup, Padova, 2021, 60 p.
Quanta complessità si nasconde dietro la figura dell’educatore? E come è cambiato, negli anni, il ruolo di questo professionista chiamato a confrontarsi giorno dopo giorno con il mondo del “margine” e con le sfide che questo rapporto porta inevitabilmente con sé? Clotilde Pettinicchi risponde a queste domande attraverso una galleria di storie vere che vedono come protagonisti educatori e professionisti – ma anche volontari – che si confrontano con il disagio nelle carceri, nelle strutture di accoglienza, nelle scuole e negli ospedali. Tutti loro vivono sulla propria pelle le difficoltà concrete e il peso psicologico che ricadono su chi svolge questa professione multiforme e complessa, che richiede competenze interdisciplinari e un approccio per quanto possibile sinergico.
Collocazione Biblioteca: 19363

Andrea Canevaro… [et al.], L’accompagnamento nel progetto di vita inclusivo, Erickson, Trento, 2021, 199 p.
Per le persone con disabilità, fragili, vulnerabili, svantaggiate, l’inclusione lavorativa e sociale in un ambiente ordinario di lavoro è un obiettivo auspicabile ma sempre più difficile da raggiungere. La Legge 328/2000 stabilisce che è diritto di ciascuna persona con disabilità avere un proprio progetto di vita, un percorso individualizzato che ne riconosca bisogni e desideri, organizzando interventi il più possibile efficaci e mirati e accompagnandola verso una possibile autonomia. In questo volume gli autori illustrano, nella prima parte, come realizzare un accompagnamento inclusivo dall’infanzia all’età adulta, traducendo la relazione di cura in buone pratiche e attuando una progettualità di rete in dialogo con le associazioni, le agenzie formative, le aziende e gli enti del territorio. Nella seconda parte, il lettore è condotto in un racconto semiserio ma illuminante, in cui il più celebre viaggio letterario, quello di Virgilio e Dante dall’Inferno al Paradiso, diventa l’archetipo del viaggio di educatore e disabile, dove il primo guida il secondo, ma lasciandogli spazio, nel suo progetto di vita fino alla sua realizzazione e autonomia.
Collocazione Biblioteca: 19321

Simone Spensieri, Katia Bellucci, Ilaria Delnevo, Abitare la strada con i giovani latinos. Un Servizio per le dipendenze in un territorio di frontiera, in Animazione Sociale, n. 9/350 (2021), pp. 26-38
Gli autori descrivono la propria esperienza come operatori impegnati a diverso titolo all’interno di un SERT ligure, nel lavoro con bande organizzate di giovani cosiddetti latinos, coinvolti in spaccio e consumo di sostanze. Ribaltando le regole del gioco, gli operatori non aspettano la richiesta di presa in carico da parte di questi giovani, ma tentano un contatto con modalità diverse, che li porterà a ottenerne la fiducia. L’esperienza è l’occasione per esporre alcune riflessioni sul modo di operare del servizio.

Layout 1Tommaso Farina, Ritrovare la strada. L’ educazione di strada con i gruppi informali di adolescenti, Pensa Multimedia, Lecce ; Rovato, 2020, 189 p.
Il volume muove dal duplice intento di fornire, da un lato, un agile strumento di lettura delle dinamiche relazionali tipiche dei gruppi di adolescenti in contesti non formali sulla base di specifiche coordinate socio-spaziali; dall’altro, una possibile prospettiva teorico-pratica per la progettazione di interventi educativi in strada attraverso un approccio all’osservazione dell’ambiente come spazio educante e al patrimonio culturale come potenziale fattore di sviluppo territoriale e comunitario. nel secondo capitolo dedicato all’educazione di strada si riportano esperienze effettuate in varie città italiane, fra cui l’educativa di strada del Gruppo Abele di Torino. L’autore svolge la sua attività di ricerca nell’ambito della Pedagogia generale e sociale, dedicandosi in particolare al tema della performatività in età adolescenziale.
Collocazione Biblioteca: 18719

Fabio Lucchini, Sabrina Molinaro, Socio-economic status and problem gambling: An analysis of the Italian case, in Salute e società, a. 19, n. 3 (2020), pp. 149-164
Alcune ricerche confermano che la propensione al gioco d’azzardo e la dipendenza da gioco d’azzardo siano più alte tra individui appartenenti a classi sociale svantaggiate, sebbene i risultati varino a seconda del tipo di gioco d’azzardo, paese o periodo preso in considerazione. Gli individui con status socio-economico simile mostrano affinità in diverse aspetti della vita sociale e preferenze individuali, con importanti associazioni tra indicatori di posizione sociale e salute. Il presente studio riafferma il ruolo della disuguaglianza nell’interpretazione dei fenomeni sociali nelle società contemporanee, dove la distribuzione ineguale dei beni materiali, simbolici e relazionali tra i membri sembra essere strutturale.

Georges Tabacchi, Il distanziamento educativo in tempi di pandemia, Welforum.it, Milano, 2020, p. 5
Dall’inizio della crisi da Coronvirus, gli operatori sociali si interrogano su cosa significa il distanziamento sociale in un lavoro fatto di relazione; se si può avere una relazione educativa a distanza e se si può avere un colloquio con contenuti educativi attraverso il monitor di un PC o di un cellulare. Mentre è abbastanza scontato che ciò possa portare ad una serie di problemi, sono assai meno scontati alcuni esiti inattesi. Dello stesso autore, Presidente del Consorzio Abele Lavoro, si segnala : “Le distanze in comunità: chi tutela chi?

61oxxrx+e6LPier Paolo Cavagna, Libera professione per Pedagogisti ed Educatori Professionali Socio-Pedagogici, Cavagna, Ghilarza, 2020, 189 p.
La libera professione per Pedagogisti ed Educatori Professionali è ormai una realtà consolidata e può essere una forma di rapporto tra professionista e cliente che rende dignità al profilo professionale. Il volume intende guidare passo passo tra le molteplici competenze necessarie, dall’area legale e burocratica a quella del marketing e della gestione della privacy, passando per i servizi offerti.
Collocazione Biblioteca: 19294

Marco Tuggia, Mattia De Bei, Surfare tra educazione e mondi digitali. Quale organizzazione per un educatore smart?, in Animazione Sociale, n. 9/341 (2020), pp. 28-37
A partire dalla supervisione in un’equipe di educatori che lavorano in progetti pomeridiani di sostegno all’apprendimento scolastico che hanno dovuto riorganizzarsi a distanza, l’articolo si interroga sul lavoro educativo diretto e indiretto, sostenendo la necessità di riconoscere il valore dello schermo del PC, per iniziare a far dialogare l’educazione con la tecnologia digitale.

Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP), Emergenza COVID-19: linee guida per EP, anep.it, [s.l.], 2020, 6 p.
Gli Educatori Professionali/Le Educatrici Professionali (EP) lavorano in Servizi e Strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali, con persone che presentano diversi disturbi-patologie sanitarie e difficoltà sociali, a rischio di esclusione sociale. Lo strumento principale di lavoro per l’ EP è la “relazione educativa” che può e deve essere utilizzata e modulata anche in questo momento di emergenza causato dalla pandemia di Coronavirus. Questo documento ha l’obiettivo di supportare gli/le EP nell’individuare le modalità per lavorare in sicurezza, ma con efficacia educativa in questo particolare frangente.

downloadMassimo Corti… [et al.], Come si vive la dipendenza al tempo del Covid-19 in un ambito territoriale ad elevata incidenza. L’impatto sui consumatori e sui Servizi, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 16-23
In Italia, la diffusione della pandemia virale SARS-CoV-2 sull’organizzazione territoriale delle dipendenze ha avuto impatti pesanti in tutto il Paese. Nel presente studio gli autori hanno analizzato l’effetto della pandemia sui 6 servizi territoriali per le dipendenze nella provincia di Bergamo. Nella fase più drammatica del contagio i servizi sono rimasti aperti, garantendo le prestazioni con un inevitabile processo di riorganizzazione. Il lavoro descrive i cambiamenti organizzativi attuati, l’impatto dell’infezione sui pazienti, quali cambiamenti si sono verificati nell’accesso dei pazienti ai servizi e come sono stati somministrate le terapie farmacologiche con agonisti oppioidi.

Luca Ansini, Benedetta Fani, Il Setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota, in Minorigiustizia, n. 1 (2020), pp.  204-212
Nell’articolo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus “Setting in cammino” nell’ambito di tre progetti di messa alla prova già in corso: tre giovani sono stati accompagnati da due educatori per un cammino lungo la via Francigena di 140 km, per complessivi sette giorni. Infine è stata realizzata una giornata di studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte.

A cura di Andrea Prandin, Anna Di Nardo, Pratiche educative domiciliari. Educatori e famiglie tra case e cimase, in Animazione Sociale, n. 8/340 supplemento (2020), p. 3-174
Questo supplemento è nato dal desiderio di fare ricerca sulle pratiche educative nei contesti domiciliari; una raccolta di appunti, idee e tracce di azioni possibili, esito di una continua e circolare costruzione e decostruzione delle cornici e delle mappe con cui il professionista della cura pensa e agisce: Educativa domiciliare, Assistenza Domiciliare Minori, Tutoring Familiare, Educativa Territoriale o Progetti Individualizzati Domiciliari, tutte forme di lavoro accomunate dalla possibilità di muoversi sulle soglie delle case e delle storie famigliari, nei centri delle periferie. Nel medesimo numero della rivista si veda anche l’articolo di Anna Di Nardo, Vivere la casa come contesto educativo. Se nutrire le competenze genitoriali richiede l’arte del co-pilotaggio, pp. 50-59. Si consulti inoltre, di Prandin, Educativa domiciliare. L’ educatore sulla soglia delle storie familiari. Incertezze, possibilità e speranze nell’incontro tra educatori e famiglie, in Animazione Sociale, n. 7/339 (2020), pp. 68-96

9788828402206_0_536_0_75Lorenza Milani, Competenza pedagogica e progettualità educativa. Nuova edizione riveduta e corretta, Scholé, Brescia,  2020, 216 p.
Negli ultimi decenni le professionalità educative sono andate moltiplicandosi, di qui l’esigenza di ragionare su ciò che le caratterizza e le rende visibili: la “competenza pedagogica”. Questo volume offre una lettura complessa e stratificata di questo concetto, mantenendo la circolarità teoria-prassi come chiave interpretativa e strumento di analisi. Nella prima parte si esplorano le teorie, i concetti e le dimensioni della competenza pedagogica; nella seconda parte se ne presentano i vari livelli, fino alla competenza cardine: la gestione della relazione educativa. L’autrice è docente di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università di Torino.
Collocazione Biblioteca: 19269

A cura di Francesco Cappa, Il compito è il risveglio in profondità. Se il lavoro dell’educatore è come quello del teatrante, in Animazione Sociale, n. 6/338 (2020), pp. 6-17
Intervista a Marco Baliani, autore e regista, che nel 1989 ha dato vita al “teatro di narrazione”. Egli ritiene che il teatro possa essere una metafora dell’educazione e che gli elementi del teatro e quelli propri della situazione formativa si illuminino a vicenda, arricchendone la riflessione e la pratica. Se l’educatore è simile a un attore di teatro, va riconosciuto come soggetto narrante dentro la comunità. Come l’attore, l’educatore non padroneggia mai per intero il racconto, perché anche l’educare è mettere in scena più voci narranti, nel tentativo di creare uno scambio di esigenze profonde.

A cura di Caterina Benelli, Mónica Gijón Casares, (in)Tessere relazioni educative. Teorie e pratiche di inclusione in contesti di vulnerabilità, Franco Angeli, Milano, 2020, 175 p.
Il volume raccoglie diversi contributi sul tema della relazione educativa al fine di favorire l’inclusione sociale, con apporti teorici e pratici. Il modello educativo assistenzialistico, centrato sulla necessità, viene oggi sostituito da modelli di accompagnamento che pongono al centro la relazione educativa, in un’ottica di educazione alla responsabilità e alla co-costruzione di progettazione formativa. Educatori, insegnanti, formatori, operatori socio-culturali e sanitari contribuiscono a tessere relazioni di cura, di apprendimento e di formazione con le persone in contesti di vulnerabilità. I contributi proposti intendono esplorare due orizzonti di ricerca: la relazione educativa nel contesto storico-sociale contemporaneo e il significato della relazione educativa.
Collocazione Biblioteca: 19267

Si consulti anche la Bibliografia “L’educatore: una professione dinamica e creativa”.