I materiali elencati sono in ordine decrescente per anno di pubblicazione e sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico. Sono anche presenti documenti scaricabili on line.
I percorsi tematici proposti sono i seguenti:
Yuanwei Xu… [et al.], The socioeconomic gradient of alcohol use: an analysis of nationally representative survey data from 55 low-income and middle-income countries, in The Lancet Glob Health, vol. 10, n. 9 (set. 2022) – on line, pp. 1-13
L’alcol è uno dei principali fattori di rischio per oltre 200 patologie e contribuisce significativamente alle disuguaglianze socioeconomiche in materia di salute. Tuttavia, poco si sa sulle associazioni tra le condizioni socioeconomiche degli individui e il consumo di alcol, specialmente il consumo episodico pesante (HED; ≥5 drink in un’occasione) nei Paesi a basso o medio reddito. I ricercatori hanno indagato l’associazione tra lo status socioeconomico a livello individuale e familiare e le abitudini di consumo di alcol in questi contesti. I modelli di regressione logistica che controllano l’età, il Paese e l’anno dell’indagine, stratificati per sesso e gruppi di reddito del Paese, sono stati utilizzati per studiare le associazioni tra due indicatori di status socioeconomico (livello di istruzione individuale e ricchezza familiare) e il consumo di alcol (consumo attuale di alcol e HED tra i bevitori attuali). Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
GBD 2020 Alcohol Collaborators, Population-level risks of alcohol consumption by amount, geography, age, sex, and year: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2020, in The Lancet, vol. 400, n. 10347 (lug. 2022) – on line, pp. 185–235
I rischi per la salute associati al consumo moderato di alcol sono oggetto di dibattito. Questo studio ha comportato una revisione sistematica della letteratura scientifica sull’argomento. Ne emerge che il rischio per la salute dipende dal tasso di malattie preesistenti, che a loro volta variano nelle diverse popolazioni considerate, nelle diverse regioni ed età. Per esempio, il rischio aumenta per le popolazioni più giovani, mentre non appare legato al genere. Sono necessari interventi per ridurre il rischio per la salute associato al consumo di alcol, soprattutto verso i più giovani.
DSM-DP UOS Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche; a cura di Raimondo Maria Pavarin con la collaborazione di Silvia Marani, Elsa Turino e Giovanni Coccagna, Rapporto 2021 sulle dipendenze in area metropolitana. Quadro epidemiologico, caratteristiche tossicodipendenti, alcolisti e giocatori d’azzardo problematici, attività dei servizi, Azienda USL di Bologna ; DSM-DP UOS, Bologna, 2022, 61 p.
Il rapporto presenta un quadro epidemiologico riguardo alle dipendenze patologiche nell’area metropolitana di Bologna. Dal report emerge che: Nel corso del 2020 nell’area metropolitana di Bologna diminuisce il “consumo sociale” di sostanze ed emergono le conseguenze negative per le persone che hanno o avevano avuto un consumo problematico di sostanze. Diminuiscono i decessi per overdose. Cala il numero di consumatori problematici che si rivolgono ai servizi, ma aumenta il numero di consumatori problematici di cocaina, degli utenti dell’Unità Mobile Metadone, l’età media e il numero di persone senza fissa dimora che si rivolgono alle diverse strutture sanitarie. E’ in aumento l’incidenza del consumo problematico di alcol tra i minori, in particolare tra i maschi nati in Italia, mentre è ln calo il numero di Giocatori Problematici che si rivolgono ai servizi.
Lluís Mangot-Sala … [et al.], The impact of the COVID lockdown on alcohol consumption in the Netherlands. The role of living arrangements and social isolation, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233, art. 109349 (apr. 2022) – on line, pp. 1-8
Nel presente articolo viene analizzato l’impatto della pandemia da COVID-19 e il conseguente lockdown sulla salute e sui comportamenti degli individui, in particolare per quanto riguarda il consumo di alcol. La rivista riporta molti altri studi simili effetuati nei Paesi Bassi: Inna Levy, Keren Cohen-Louck, Hagit Bonny-Noach, Gender, employment, and continuous pandemic as predictors of alcohol and drug consumption during the COVID-19, vol. 228, art. 109029 (nov. 2021) – on line, pp. 1-8; in Francia: Laurent Karila … [et al.], Effects of the 2020 health crisis on acute alcohol intoxication: A nationwide retrospective observational study, (vol. 228, art. 109062 (nov. 2021) – on line, pp. 1-10; negli U.S.A.: Judith J. Prochaska … [et al.], A randomized controlled trial of a therapeutic relational agent for reducing substance misuse during the COVID-19 pandemic, vol. 227, art. 108986 (ott. 2021) – on line, pp. 1-10; in Canada: Rose A. Schmidt … [et al.], Early impact of COVID-19 on the incidence, prevalence, and severity of alcohol use and other drugs: A systematic review, vol. 228, art. 109065 (nov. 2021) – on line, pp. 1-17 e nel Regno Unito: Amanda Roberts … [et al.], Alcohol and other substance use during the COVID-19 pandemic: A systematic review, vol. 229, art. 109150, Part. A (dic. 2021) – on line, pp. 1-35 Patricia Irizar … [et al.], Longitudinal associations with alcohol consumption during the first COVID-19 lockdown. Associations with mood, drinking motives, context of drinking, and mental health, vol. 226, art.108913 (set. 2021) – on line, pp. 1-10, e Claire Garnett …[et al.], Factors associated with drinking behaviour during COVID-19 social distancing and lockdown among adults in the UK , vol. 219, art. 108461 (feb. 2021) – on line, pp. 1-9.
Ministero della Salute, Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della Legge 30.3.2001 n. 125 “Legge Quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati”. Anno 2021, Ministero della Salute, Roma, 2022, 168 p.
Il consumo dannoso e rischioso di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica, in quanto responsabile in Europa di circa il 4% di tutte le morti e di circa il 5% degli anni di vita persi per disabilità. Ciò ha indotto molti Paesi ad adottare misure di prevenzione e raccomandazioni sul consumo di bevande alcoliche. La Relazione al Parlamento del Ministero della Salute è suddivisa in due sezioni: la prima descrive il quadro epidemiologico del consumo e dipendenza di alcol in Europa e nelle Regioni italiane, con analisi delle morti alcol correlate e i servizi alcologici a disposizione degli utenti; la seconda parte analizza gli interventi del Ministero della Salute in attuazione della legge 30.3.2001 n. 125.
Courtney D. Nordeck … [et al.], Changes in drinking days among United States adults during the COVID-19 pandemic, in Addiction, vol. 117, n. 2 (feb. 2022) – on line, pp. 331-340
L’ obiettivo di questa ricerca era esaminare i cambiamenti nell’assunzione di alcolici tra gli adulti degli Stati Uniti (USA) tra il 10 marzo e il 21 luglio 2020, un periodo critico durante la pandemia di COVID-19.Si tratta di uno studio longitudinale su un gruppo di 4298 persone maggiorenni, svoltosi in Internet. I soggetti hanno segnalato il proprio consumo di alcol, la struttura della famiglia, lo stato di povertà e la regione del censimento. Dalla ricerca emerge che tra marzo e metà luglio 2020, gli adulti negli Stati Uniti riportano un aumento del numero di giorni di consumo, con aumenti maggiori osservati tra i maschi, i partecipanti bianchi e gli anziani. Il successivo della rivista commenta questa ricerca. Si segnalano inoltre in questo numero della rivista, l’articolo di Augusto Di Castelnuovo … [et al.], Alcohol intake and total mortality in 142960 individuals from the MORGAM Project: a population-based study, uno studio prospettico osservazionale multicentrico per verificare l’associazione del consumo di alcol con il rischio di mortalità totale e causa-specifica (pp. 312-3259) e i tre articoli seguenti che commentano quest’ultima ricerca.
A cura di Federica Vigna-Taglianti, Luca Acierno, L’utenza piemontese dei Servizi per le Dipendenze Patologiche durante la pandemia da Covid-19. Report sull’utenza dei servizi pubblici per le dipendenze patologiche in Piemonte nel 2020 e 2021 rispetto al 2019: analisi dei dati di sorveglianza epidemiologica dell’OED Piemonte e sintesi dei dati nazionali e internazionali, OED, Grugliasco, 2022, 33 p.
Gli obiettivi principali del report proposto sono: 1) Fornire una panoramica di sintesi dei dati internazionali e nazionali sull’uso di sostanze e sull’assistenza sanitaria fornita ai soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti durante la pandemia da SARS CoV-2; 2) Sintetizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti sul territorio nazionale nel 2020 e 2021, e confrontarli con quelli del 2019, con particolare attenzione per la regione Lazio e l’AUSL Toscana Centro per le quali è reperibile reportistica specifica; 3) Analizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti in Piemonte nel 2020 e 2021, confrontarli con quelli del 2019 e fornire possibili interpretazioni e raccomandazioni.
Alberto Arnaudo, Seconda conferenza nazionale alcol. Prime considerazioni tra il dire e il fare, in Dal fare al dire, vol. 31, a. 31, n. 1 (2022), pp. 5-7
La seconda conferenza nazionale sull’alcol si è aperta a Roma, dopo 14 anni dall’ultima, con statistiche che attestano un consumo significativo di alcol fuori dai pasti tra i giovani, come ha detto in apertura il ministro della Salute Speranza. Viene anche messa in rilievo la necessità di aggiornare la legislazione italiana allineandola con gli obiettivi dell’Oms. Altri temi discussi sono stati, tra gli altri: la scarsa percentuale di alcoldipendenti che si rivolgono ai servizi e l’organizzazione degli stessi, un approccio vecchio, superato e stigmatizzante al problema da parte delle politiche, la prevenzione nelle scuole e sul tema alcol e guida, la formazione degli operatori, la collaborazione tra servizi sanitari diversi, anche per quanto riguarda i trapianti di fegato. A tal proposito si consulti anche l’articolo di Valentino Patussi … [et al.], Documento della Società Italiana di Alcologia: analisi delle principali tematiche affrontate nella Seconda conferenza nazionale alcol, in Alcologia, n. 49 (2022), pp. 157-183.
Emanuele Scafato… [et al.], Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni. Valutazione dell’Osservatorio Nazionale Alcol sull’impatto del consumo di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rapporto 2022, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2022, 81 p.
Il consumo di alcol è un importante problema di salute pubblica, classificato in Europa come terzo fattore di rischio di malattia e morte prematura dopo il fumo e l’ipertensione arteriosa. L’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) elabora e analizza ogni anno le basi di dati nazionali svolgendo attività di monitoraggio su mandato del Ministero della Salute e in base a quanto previsto dal Piano Statistico Nazionale e alle attività del “SIStema di Monitoraggio Alcol-correlato – SISMA” previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2017 e dalla recente attivazione in ISS dell’azione centrale SIAS-SISTIMAL “International SIstema e Azione di Supporto a SISTIMAL” per la valutazione dell’implementazione delle politiche nazionale e regionali sull’alcol che il Ministero della Salute provvede a trasmettere alla World Health Organization (WHO). L’ONA è l’organismo indipendente di raccordo tra Ministeri, Presidenza del Consiglio, Commissione Europea e WHO per le attività tecnico-scientifiche di rilievo nazionale, europeo e internazionale. Il presente rapporto si riferisce al 2020, anno della pandemia da COVID-19 e illustra la problematica alcol in funzione dei nuovi scenari epidemiologici ridisegnati dall’emergenza COVID-19. A proposito di questo monitoraggio si consulti anche gli articoli di Silvia Ghirini … [et al.], L’aumento dei consumatori a rischio durante la pandemia e di Claudia Gandin … [et al.], Il monitoraggio dell’alcoldipendenza e dei disturbi da uso di alcol in Italia, in Alcologia, n. 49 (2022), pp. 17-25 e 36-45.
World Health Organization European Office for the Prevention and Control of Noncommunicable Diseases, Digital marketing of alcohol. Challenges and policy options for better health in the WHO European Region, World Health Organization Regional Office for Europe, Copenhagen, 2021, 100 p.
La Regione Europea del WHO (= OMS) ha il livello più alto di consumo di alcolici tra gli adulti. Nel 2016, la media regionale per gli adulti (individui dai 15 anni in su) era di 9.8 litri di alcool puro a testa (8.0 litri di alcool registrato e 1.8 di alcol non registrato). Limitare il marketing dell’alcool è un “Best Buy” del WHO – una pratica efficiente a livello di costi per ridurre il consumo di alcool e i problemi ad esso attribuibili. D’altro canto, con la diffusione ubiqua di tablet e smartphone, le persone, giovani e non, sono sempre più esposte al marketing degli alcolici in tutti i propri spazi sociali. Questo rapporto attinge da rapporti precedenti del WHO su marketing e marketing digitale e dalle consultazioni con gli Stati Membri e la società civile per sottolineare la necessità di un’azione urgente per proteggere la salute pubblica e i diritti umani. Il rapporto analizza l’ecosistema digitale, in veloce cambiamento, e i metodi utilizzati per invadere gli spazi personali con le pubblicità di alcolici. Provvede un’istantanea dei contesti regolatori in una piccola selezione di Paesi nella regione europea del WHO, e anche a livello internazionale. Viene proposto un ventaglio di opzioni politiche, con una conclusione generale che enfatizza il bisogno urgente di un’azione coordinata da parte degli stati e delle istituzioni internazionali. È richiesto un approccio globale e comprensivo, con l’intento di proteggere bambini e giovani, le persone con (o a rischio di) disturbi legati all’abuso di sostanze e la popolazione generale attraverso la rimozione completa delle pubblicità di alcolici dagli spazi online.
European Observatory on Health Systems and Policies, Organisation for Economic Co-operation and Development, Companion report 2021, State of Health in the EUl, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2021, 67 p.
Questo rapporto traccia, a partire da un profilo sullo stato di salute di ciascun Paese europeo, cinque punti chiave riguardo alla resilienza dei sistemi sanitari europei di fronte alla Pandemia di covid-19: 1. Comprendere gli impatti di vasta portata della pandemia da COVID-19 sulla salute ; 2. I vantaggi dell’innovazione digitale nell’erogazione dell’assistenza sanitaria e salute pubblica; 3. Ripensare le strategie del personale sanitario e la pianificazione dopo la Pandemia; 4. Osservazioni conclusive. Verso la costruzione di sistemi sanitari più resilienti. La relazione accompagna i report tracciati per ogni paese europeo. La relazione sull’Italia si trova anche in italiano.
Peter Andreas, Killer high. Storia della guerra in sei droghe, Meltemi, Milano, 2021, 363 p.
In questo libro Peter Andreas scava nella Storia umana per scoprire il ruolo decisivo che le sostanze psicoattive – pesanti o leggere, lecite o illecite, naturali o sintetiche – hanno avuto nei conflitti armati sin dall’epoca romana. Dalle antiche battaglie inzuppate di vino e birra alle metamfetamine che alimentarono l’aggressività dei soldati nazisti; dalle Guerre dell’oppio, alle Drug Wars americane contro la cocaina, che ora devastano il Messico dopo aver già segnato la Colombia; dall’invenzione della distillazione, che facilitò la conquista e la pulizia etnica del Nuovo Mondo, agli sconcertanti effetti dei conflitti armati sulla diffusione del tabacco e della polvere bianca: il viaggio nella Storia condotto dall’autore dimostra che droga e guerra sono cresciute insieme e sono diventate dipendenti l’una dall’altra.
Collocazione Biblioteca: 18983
Gianni Testino … [et al.], Alcohol use disorder in the COVID-19 era: Position paper of the Italian Society on Alcohol (SIA), in Addiction Biology, art. e13090 (2021) – on line, pp. 1-10
Alcuni dati suggeriscono che il periodo di isolamento durante la pandemia di Covid-19 possa aver portato a un impennata nell’abuso di alcol e, nel caso di pazienti con disturbo da abuso di alcol, l’isolamento sociale può favorire errori e ricadute. Scopo di questo articolo è fornire agli specialisti nel campo della dipendenza da alcol degli strumenti per meglio gestire i pazienti con disturbo da abuso di alcol e Covid-19.
World Health Organization Regional Office for Europe, Final report on the Regional consultation on the implementation of the WHO European Action Plan to reduce the harmful use of alcohol (2012 – 2020). Prague, Czech Republic 30 september — 1 october 2019, Ginevra, WHO, 2020, 34 p.
I 53 paesi che afferiscono all’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno approvato nel 2011 il Piano d’azione 2012-2020 per ridurre i danni dell’alcool (EAPA), il quale prevede l’adozione di specifiche politiche di comprovata efficacia per diminuire i problemi associati all’alcool nella regione europea, dove il consumo di alcool ed il livello di danni a esso correlati sono i maggiori al mondo. Otto anni dopo la sua approvazione, la Regione Europea ha ancora il più alto consumo di alcol pro capite, con conseguenti gravi danni per gli individui e le società. Il presente rapporto riassume i risultati della consultazione regionale con gli Stati membri Ufficio regionale per l’Europa sull’attuazione del piano d’azione europeo e la bozza zero della tabella di marcia delle azioni per rafforzare l’attuazione del piano d’azione, coinvolgendo rappresentanti di 33 Stati membri, che si è tenuta a Praga dal 30 settembre al 1 ottobre 2019. Per il documento del 2012 si veda: European action plan to reduce the harmful use of alcohol 2012–2020, Ginevra, World Health Organization, 2012, 75 p.
OECD European Union, Health at a Glance: Europe 2020. State of health in the EU cycle, Paris, OECD European Union, 2020, 237 p.
Il rapporto Health at a Glance, elaborato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in cooperazione con la Commissione Europea sulla salute, fornisce un’analisi dello stato di salute dei cittadini europei e delle prestazioni dei sistemi sanitari. I primi due capitoli tematici dell’edizione 2020 si concentrano sull’impatto del COVID-19. Il capitolo 1 fornisce una valutazione iniziale della resilienza dei sistemi sanitari europei e della loro capacità di contenere e rispondere alla peggiore pandemia del secolo scorso. Il capitolo 2 esamina l’enorme carico di salute e benessere dell’inquinamento atmosferico come un altro importante problema di salute pubblica nei paesi europei e sottolinea la necessità di sforzi continui per ridurre l’inquinamento per mitigarne l’impatto sulla salute e sulla mortalità. Gli altri cinque capitoli forniscono una panoramica degli indicatori chiave dei sistemi sanitari in 35 paesi europei, tra Paesi membri e nei Paesi partner dell’OCSE. Di particolare interesse il capitolo sui fattori di rischio per la salute: consumo di tabacco, alcol e droghe illegali.
A cura di Roberto Decidue, … [ et al.], Fatti e cifre sulle dipendenze da sostanze e comportamenti in Piemonte. Bollettino 2019, Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze Regione Piemonte, Grugliasco, 2020, 52 p.
Questa edizione del Bollettino è stata elaborata dopo tre anni dall’ultima edizione (2016, con dati del 2015) e vi sono presentati i dati di attività (anno 2018) dei Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze della Regione Piemonte relativi al trattamento delle dipendenze da sostanze (escluso l’alcol) e comportamenti; per le sole sedi carcere sono inclusi anche i trattati per alcol. Il Bollettino Fatti e Cifre mantiene, come negli anni precedenti, una sezione generale sugli enti ausiliari e sulle comunità terapeutiche pubbliche, che include anche gli ingressi per alcolismo. La sezione sul personale comprende anche le informazioni relative ai servizi territoriali di alcologia, in quanto spesso gli operatori attivi nei due servizi sono i medesimi. Dalla lettura del Bollettino 2019 – dati 2018 emergono alcuni risultati di particolare rilievo: – Con l’esclusione soggetti in carcere, nel 2018 si registra una diminuzione degli utenti (-0,9%) rispetto al dato del 2017. Tale flessione ha interessato gli utenti già in carico mentre i nuovi utenti sono aumentati di 33 unità (0,7%). L’andamento, come già riscontrato nelle rilevazioni degli ultimi anni, non è omogeneo per sostanza primaria d’abuso. Nelle ASL piemontesi il numero di utenti trattati per dipendenza da eroina e altri oppiacei è stato infatti costantemente in diminuzione dal 2001. Il tasso di guarigione e quello di mortalità di questa popolazione riportati nella letteratura internazionale e i dati sulla diffusione del fenomeno della dipendenza da eroina in Italia non giustificano una tale diminuzione. Si tratterebbe pertanto, in larga parte, di soggetti ancora dipendenti da eroina, ma non più in carico ai Dipartimenti per le Dipendenze (DPD). Nel 2018 si registra inoltre un aumento dei trattamenti per cocaina o crack (6,0% in più), per cannabinoidi (2,9% in più), mentre sono diminuiti i trattamenti per alcol (1,5% in meno), per gioco d’azzardo 1.149 (1.240 nel 2017; 7,3% in meno) e per tabacco ( 5,9% in meno).
Collocazione Biblioteca: 70R13
Paolo Jarre … [et al.], COVID-19 e dipendenze – 2, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 10, n. 40 (set. 2020), pp. 4-52
Questa seconda monografia della rivista sugli effetti del COVID-19 nell’ambito delle dipendenze (la prima si trova sul n. precedente della rivista, pp. 4-56) si apre con una revisione sistematica delle evidenze disponibili tra COVID e dipendenze, che ben rappresenta in modo analitico tutte le possibili rotte di incrocio tra pandemia e dipendenza. Seguono due contributi relativi a USA e UK dove l’impatto della pandemia ha messo in luce la farraginosità e l’arretratezza dei sistemi normativi e dei dispositivi per la riduzione del danno dei consumi per via inalatoria e relativi alla dispensazione di farmaci oppio antagonisti. Altri contributi ritornano sul lavoro di prevenzione dell’uso problematico del web, sui consumi di alcol durante il lockdown e sugli effetti sui consumi addittivi determinati dalle restrizioni alla mobilità. Viene infine illustrato il razionale e il disegno di ricerca su un sorprendente potenziale effetto protettivo dell’infezione COVID del disulfiram e l’impatto del COVID sui pazienti HIV e sui servizi loro dedicati nell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
Alfio Lucchini, Felice Nava, Newsletter “Clinica dell’Alcolismo”. I Servizi di Alcologia. Le caratteristiche, gli operatori, i pazienti e i trattamenti in Italia, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 29-42
La malattia alcolica rappresenta una delle patologie più impattanti sui sistemi sanitari per le sue conseguenze sulla salute e sulla società. I Servizi per le Dipendenze (Ser.D.) sono i presidi del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) che hanno il compito istituzionale e le capacità professionali per accogliere e curare in maniera appropriata gli alcolisti. Tuttavia si conoscono poco le pricipali modalità di organizzazione clinica, trattamento e valutazione dei soggetti alcolisti che sono presi in carico dai Ser.D. Sussistono, inoltre, problemi connessi al trattamento dell’alcolismo, fra cui l’accesso alle cure, le modalità di valutazione e di trattamento, l’integrazione dei programmi terapeutici e riabilitativi. Per questa ragione FeDerSerD e il Centro studi e ricerche CeRCo hanno sottoposto 20 domande ai clinici dei Ser.D. e Servizi Alcologici italiani, per capire come attualmente gli alcolisti vengono presi in carico territorialmente, quali sono le caratteristiche dei servizi, degli operatori e dei pazienti che sono in trattamento e quali sono gli approcci terapeutici maggiormente utilizzati. In questo numero della Newsletter “Clinica dell’Alcolismo” sono riportati i dati dell’indagine. A tal proposito si veda anche l’articolo di Paolo Ugolini … [et al.], Dipendenze patologiche a 30 anni dalla 309/90. Vol. 2 Best Practices e innovazioni, in Sestante, n. 09/2 (giu.2020) – on line, pp. 1-84
Gianni Testino … [et al.], Speciale Covid-19, in Alcologia, n. 40 (2020) – online, pp. 5-45
Il lockdown imposto dai decreti ministeriali a causa del Covid-19, se pur necessario, ha indotto nella popolazione generale effetti collaterali psicologici anche gravi. I pazienti affetti da disturbo da uso di alcol (DUA) e/o sostanze (DUS) e pazienti psichiatrici hanno subito negativamente gli effetti collaterali di questa emergenza anche a breve termine. Questo numero monografico affronta gli effetti della pandemia sulle persone con DUA e le misure necessarie per affrontarlo. Gli articoli sono i seguenti: “Disturbi da uso di alcol e pandemia da Sars-COV2 “ di Gianni Testino; “Alcol e Coronavirus Disease-19: la prevenzione che manca. Necessità e urgenza di rinnovamento organizzativo e funzionale della rete di cura del Sistema Sanitario Nazionale” di Emanuele Scafato [et al.]; “Management dei disturbi da uso di alcool in era covid-19: raccomandazioni della Società Italiana di Alcologia” di Gianni Testino e altri. Chiude la rivista una serie di Infografiche: Alcoholand and Covid -19: What you need to know.
Bastian Fatke … [et al.], Psychische Probleme in der Pandemie – Beobachtungen während der COVID-19-Krise = Covid-19 Crisis: Early Observations on a Pandemic’s Psychiatric Problems, in Deutsche Medizinische Wochenschri, vol. 145, n. 10 (9 apr. 2020) – on line, pp. 675-681
Abbiamo recentemente osservato diversi gruppi di sintomi psichiatrici nel contesto del COVID-19: (1) aumento di ansia in pazienti psichiatrici ospedalieri e ambulatoriali con diagnosi diverse; (2) più casi di violenza domestica, spesso associate a un aumento di consumo di alcol e droghe negli autori di reato e nelle vittime; (3) una sindrome nichilista “apocalittica” dei pazienti anziani rimasti isolati dalle loro famiglie; (4) allucinosi visive e acustiche dovute alla polmonite e stati confusionali collegati alla sepsi. Sono stati segnalati altrove casi di tossicità collegati alla clorochina, ma non sono stati finora osservati nel nostro ospedale. Si riassumono brevemente problemi mentali relativi al COVID-19 segnalati dalla Cina e raccomandazioni pratiche. Molti pazienti con gravi disturbi mentali soffriranno in tutto il mondo a causa della riassegnazione delle risorse mediche, sociali e finanziarie.
James M. Clay, Matthew O. Parker, Alcohol use and misuse during the COVID-19 pandemic: a potential public health crisis?, in The Lancet Public Health, (apr. 2020) – on line, pp. 1-1
Lo stress è un fattore di rischio importante per l’inizio o il mantenimento dell’abuso di alcol. Gli effetti dell’isolamento sociale a lungo termine, inclusi le aumentate risposte neuroendocrine e la reattività allo stress, sono state descritte negli animali, mentre poco si sa sugli effetti degli attuali lockdowns, decisi per contenere l’epidemia di COVID-19, sulla salute e il benessere della popolazione in generale. Questo periodo di isolamento può portare a una impennata nell’abuso di alcol, a una recidiva e potenzialmente allo sviluppo di alcolismo in individui a rischio, a volte rendendo più lontana la possibilità all’accesso ai servizi sulle dipendenze di droga e alcol, e in generale ai servizi sanitari. Il suggerimento è che i governi diano avvertimenti sulla salute pubblica riguardo all’eccessivo consumo di alcol durante la quarantena. A tal proposito si consulti anche l’articolo di John Marsden … [et al.], Mitigating and learning from the impact of COVID-19 infection on addictive disorders , in Addiction, n. del 6/04/2020 – on line, pp. 1-10.
Julie Brummer … [et al.], Hazardous drinking and violence-related hospitalizations in the Danish general population: A historical cohort study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233, art. 109338 (apr. 2022) – on line, pp. 1-9
È ben documentato da studi caso-controllo e caso-crossover che il bere pericoloso e il rischio di subire lesioni legate alla violenza sono correlati. Il presente studio ha analizzato questa relazione in una coorte di intervistati di una ricerca sulla popolazione generale in Danimarca, utilizzando i successivi ricoveri ospedalieri per violenza. La coorte era costituita dai partecipanti alla ricerca nazionale danese del 2011 su alcol e droghe (N = 5126). Le risposte sono state utilizzate per identificare i soggetti con un consumo pericoloso di alcol. I dati del registro sui ricoveri ospedalieri della coorte per violenza dal 2010 al 2018 sono serviti come esito. La relazione tra il consumo pericoloso di alcol degli intervistati e il numero di ricoveri ospedalieri successivi è stata analizzata utilizzando un modello di regressione di Poisson. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Sandra Siria … [et al.], Treatment effectiveness for male intimate partner violence perpetrators depending on problematic alcohol use, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 232, art. 109301 (mar. 2022) – on line, pp. 1-6
L’uso problematico di alcol (PAU) è altamente correlato alla perpetrazione di violenza da parte del partner nelle relazioni di intimità (IPV). Tuttavia, quando vengono valutati i trattamenti per gli autori di IPV di sesso maschile che riguardano il consumo di alcol, i risultati sono diversi. Pertanto, l’obiettivo principale di questo studio è quello di valutare l’efficacia differenziale a lungo termine di un programma di trattamento individuale standard per gli autori di IPV di sesso maschile a seconda della presenza di PAU. Il campione esaminato è composto da 641 autori di IPV maschi che hanno completato un programma di trattamento individuale per autori di violenza di genere. Tutti i partecipanti sono stati seguiti per un anno dopo il completamento del trattamento. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Mareike Augsburger … [et al.], Effects of a minimal-guided on-line intervention for alcohol misuse in Estonia. A randomized controlled trial, in Addiction, vol. 117, n. 1 (gen. 2022) – on line, pp. 108-117
L’Estonia ha uno dei più alti tassi di mortalità attribuibili all’alcol all’interno dell’Unione Europea. Lo scopo di questo studio era di stimare l’efficacia di un intervento di auto-aiuto online nell’ambito di una campagna di prevenzione a livello nazionale per ridurre il problema del consumo di alcol nella popolazione. L’intervento consisteva in 10 moduli basati sui principi della terapia cognitivo-comportamentale e del colloquio motivazionale. Il gruppo di controllo attivo ha ricevuto l’accesso a un sito Web con un autotest che includeva feedback normativo personalizzato e informazioni per il trattamento standard dell’alcol. La ricerca ha rilevato che un intervento di auto-aiuto online con una guida minima è stato efficace nel ridurre il problema del consumo di alcol in Estonia.
Silvia Clementi, Marzia Tosi, La Giustizia riparativa nel lavoro di gruppo: analisi di un progetto con gli imputati in messa alla prova all’Uepe di Mantova, in Studi sulla questione criminale, a. 16, n. 1 (2021), pp. 49-82
L’articolo presenta i risultati della valutazione di un progetto di responsabilizzazione e giustizia riparativa rivolto a persone in messa alla prova, imputate in un procedimento penale per guida sotto l’effetto di alcool o sostanze. Caratteristiche del progetto sono l’approccio relazionale al lavoro sociale, il coinvolgimento di diversi attori del territorio, l’adozione di un modello di giustizia di comunità. I dati qualitativi e quantitativi raccolti mostrano gli aspetti positivi del progetto, secondo gli autori meritevole di continuazione.
Fabio Caputo … [et al.], Identification of harmful drinking in subjects who have had their driving license suspended due to alcohol use: a retrospective Italian study, in European Review for Medical and Pharmacological Sciences, n. 24 (2020) – on line, pp. 10720-10728
L’identificazione precoce del consumo dannoso di alcol è difficile. Scopo dello studio è indagarne la presenza in un gruppo di persone che hanno avuto la sospensione della patente a causa del consumo di alcol. L’indagine è stata condotta attraverso un questionario somministrato a 979 persone, che ha permesso alcune diagnosi di consumo dannoso o di disturbo da consumo di alcol. Queste persone sono poi state inserite in un programma di controllo del consumo di alcol, da cui hanno tratto beneficio. Secondo gli autori, la stretta sorveglianza dei soggetti trovati alla guida sotto l’influenza dell’alcol, con il coinvolgimento di figure professionali diverse (dalle forze dell’ordine agli specialisti nel trattamento dell’alcolismo) può aiutare a identificare e trattare queste persone.
Paolo Jarre, “Un memoriale per i morti nelle dipendenze”. Una proposta, un progetto sempre attuale, in Dal fare al dire, n. 1 (2020), pp. 59-64
L’autore, Direttore del Dipartimento delle Dipendenze di una Asl torinese, tratta l’argomento del lutto per la morte da tossicodipendenza e del trauma che questa causa agli operatori, per motivare la proposta di istituire un memoriale allo scopo di ricordare le tante morti per abuso di droghe legali e illegali.
Jessica J. Smith … [et al.], Prevalence of at-risk drinking recognition: A systematic review and meta-analysis, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 235, art. 109449 (giu. 2022) – on line, pp. 1-14
Esiste un evidente “gap di trattamento” in relazione al bere problematico (ARD= at-risk drinking), per cui una minoranza di bevitori a rischio accede al trattamento. La ricerca suggerisce che il riconoscimento del bere problematico è un pre-cursore necessario per la ricerca di aiuto e il trattamento. I ricercatori presentano una meta-analisi ed una ricerca sistematica per stimare la prevalenza del riconoscimento dell’ARD tra coloro che soddisfano i criteri per l’ARD. Sono state fatte ricerche su PsycINFO, Web of Science, Scopus e MEDLINE utilizzando i termini: problem* AND (recogni* OR perceive* OR perception OR self-identif*) AND alcohol – per identificare gli studi pubblicati in inglese tra il 2000 e il 2022. Nell’articolo proposto sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Christopher R. Nicholas … [et al.], The effects of MDMA-assisted therapy on alcohol and substance use in a phase 3 trial for treatment of severe PTSD, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233, art. 109356 (apr. 2022) – on line, pp. 1-5
Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD=Post-traumatic stress disorder) è comunemente associato a disturbi da uso di alcol e sostanze (ASUD=alcohol and substance use disorders). Uno studio randomizzato, controllato con placebo, di fase 3 ha dimostrato la sicurezza e l’efficacia della terapia assistita con MDMA (MDMA-AT) per il trattamento del PTSD grave. Questa analisi esplora i modelli di consumo di alcol e sostanze nei pazienti che ricevono MDMA-AT rispetto al placebo più la terapia. I partecipanti adulti con PTSD grave (n = 90) sono stati randomizzati a tre sessioni di terapia focalizzata sul trauma in cieco con MDMA-AT o Placebo+Therapy. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Victoria Gunillasdotter … [et al.], Effects of exercise in non-treatment seeking adults with alcohol use disorder: A three-armed randomized controlled trial (FitForChange), in Drug and Alcohol Dependence, vol. 232, art. 109266 (mar. 2022) – on line, pp. 1-9
La maggior parte delle persone affette da disturbo da uso di alcol (AUD) non fa richiesta di trattamento. Lo stigma e il desiderio di autogestire il problema sono le probabili spiegazioni. L’esercizio fisico è un’opzione terapeutica emergente, ma mancano studi su individui non in cerca di trattamento. I ricercatori hanno confrontato gli effetti dell’esercizio aerobico, dello yoga e del trattamento come di prassi (supporto telefonico) sul consumo di alcol in adulti con AUD non in cerca di trattamento. L’articolo presenta uno studio parallelo a tre gruppi, in singolo cieco, randomizzato e controllato: 140 adulti fisicamente inattivi di età compresa tra i 18 e i 75 anni con diagnosi di AUD sono stati inclusi in questo studio basato sulla comunità. I partecipanti sono stati randomizzati all’esercizio aerobico (n = 49), allo yoga (n = 46) o al trattamento come di prassi (n = 45) per 12 settimane. L’esito primario dello studio era il consumo settimanale di alcol alla settimana 13 (Timeline Follow-back). Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca. Uno studio analogo è descritto nell’articolo di Mats Hallgren …[et al.], Effects of acute exercise on craving, mood and anxiety in non-treatment seeking adults with alcohol use disorder, An exploratory study, vol. 220, art.:108506 (mar. 2021), pp. 1-9
A cura di Laura Mentigazzi, L’impatto della normativa Covid-19 su un campione di consumatori di alcolici in trattamento presso un SerDm in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 15-20
La letteratura scientifica riporta un aumento delle condizioni di “stress” nel contesto di quarantene e altre misure restrittive e la presenza di paure, preoccupazione, noia, solitudine ed umore depresso, Questa ricerca si è proposta di indagare l’impatto psicologico e comportamentale del lockdown su persone con disturbo da uso di alcol, la difficoltà di adattamento ai cambiamenti imposti dall’emergenza, l’impatto sulla sintomatologia e sulle condizioni di salute. La ricerca ha coinvolto un campione di utenti del SerD e una minima parte di soggetti contattati tramite una versione on line del questionario proposto. Vengono presentati e discussi i risultati della ricerca che testimoniano come le restrizioni normative abbiano influito negativamente sulla situazione di vulnerabilità delle persone che fanno uso di alcol.Nel medesimo numero della rivista si segnala anche l’articolo di Giorgio Festa, La tornitura lignea metafora della psicoterapia delle dipendenze, in Dal fare al dire, a. 31, n. 1 (2022), pp. 55-56 nel quale, a partire dalla propria esperienza, l’autore mette in luce le analogie tra la tornitura del legno e la psicoterapia nel campo delle dipendenze.
Victor J. Schneider … [et al.], A virtual reality platform for the measurement of drinking topography, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 231, Art. 109246 (feb. 2022) – on line, pp. 1-8
La valutazione del consumo di alcol durante un incontro di alcol, nota come topografia del bere, può contribuire a migliorare la comprensione dei meccanismi biopsicosociali alla base del consumo di alcol. Tuttavia, in passato gli studi sono stati limitati da processi impegnativi, dispendiosi in termini di tempo e soggetti a errori coinvolti nel raccogliere, organizzare e standardizzare i dati della topografia del bere. Tecnologie recenti che consentono la raccolta integrata dei dati e un maggiore controllo ambientale, come la realtà virtuale (VR), potrebbero risolvere questi problemi. Studi futuri dovrebbero sfruttare il notevole valore traslazionale di questa tecnologia per migliorare la comprensione del rischio associato agli attacchi individuali di alcolismo e sviluppare nuovi interventi per ridurre il consumo pericoloso.
Jasper Synowski, … [et al.], A lay-counsellor delivered brief psychological treatment for men with comorbid Alcohol Use Disorder and depression in primary care. Secondary analysis of data from a randomized controlled trial, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 227, art.108961 (set. 2021) – on line, pp. 1-8
In questa ricerca sono state indagate la fattibilità, l’ accettabilità, la sicurezza e l’ efficacia preliminare dell’intervento psicologico Counselling for Alcohol Problems (CAP = Consulenza per Problemi di Alcol) erogato da operatori sanitari non specialisti (NSHW) ai partecipanti con un disturbo da consumo alcolico (AUD) e concomitante depressione, nell’assistenza sanitaria di base. 271 partecipanti avevano sintomi di depressione concomitante; 241 no. Entrambi i gruppi hanno completato un numero simile di sessioni di consulenza. Fra i partecipanti con morbilità, il CAP non ha portato a eventi avversi più frequenti rispetto alla sola cura normale intensificata (EUC) e non esistevano prove di un effetto CAP sulla remissione da AUD o sulla depressione al follow-up di 3 mesi e 12 mesi rispettivamente. I risultati della ricerca indicano che brevi terapie come la consulenza CAP possono essere erogate in sicurezza ai pazienti con AUD e depressione concomitante da parte del personale NSHW, ma la loro efficacia può essere limitata e richiede ulteriori indagini.
Claudia Gandin … [et al.], Identificazione Precoce e Intervento Breve (IPIB) per i disturbi da uso di alcol e da gioco d’azzardo: il progetto di formazione e di attivazione aziendale e istituzionale della rete IPIB della ASL Salerno, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2021, 91 p.
Il progetto “Rete IPIB – Rete Aziendale per l’Identificazione Precoce e l’Intervento Breve su alcol, gioco d’azzardo e altre Addiction” è un accordo di collaborazione promosso dal Dipartimento Dipendenze della ASL Salerno e implementato in partnership con l’Osservatorio Nazionale Alcol del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superire di Sanità, che è Centro Collaborativo della World Health Organization per la promozione della salute e la ricerca sull’alcol e le problematiche alcol-correlate. Il progetto, della durata di 4 anni, concluso di recente, è nato con la finalità di creare le condizioni per la realizzazione di uno staff aziendale abilitato al Programma di Identificazione Precoce e Intervento Breve-IPIB, originariamente EIBI-Early Identification and Brief Intervention della WHO. Il progetto è un’attività formale accreditata dalla WHO e inserita nel workplan ufficiale del WHO CC ITA-79. Il presente rapporto include i principali risultati del progetto e rappresenta la sintesi dell’esperienza condotta sulla formazione e sulla rete IPIB delle attività del suddetto accordo di collaborazione con la Regione Campania.
Fionn P. Daly… [et al.], Potential alcohol use disorder among MSM in Ireland – Findings from the European MSM internet survey (EMIS 2017), in Drug and Alcohol Dependence, vol. 223, art.108698 (giu. 2021) – on line, pp. 1-9
Il consumo alcolico è una preoccupazione preminente per la salute pubblica in Irlanda. Il disturbo da consumo di alcol colpisce in modo sproporzionato gli uomini che fanno sesso con uomini (men who have sex with men = MSM). Tuttavia si sa poco sulla prevalenza dell’ AUD (alcohol use disorder = AUD) in questo gruppo specificatamente in Irlanda, e delle caratteristiche degli MSM che probabilmente si trovano a combattere tale disturbo. E’ stato impiegato l’ European MSM Internet Survey 2017, un questionario online auto-completato e anonimo. Sono state utilizzate domande standardizzate per esplorare una gamma di argomenti. Inoltre è stato utilizzato Il questionario CAGE-4 convalidato per selezionare chi presentava un potenziale AUD. L’analisi di regressione logistica multivariata adattata è stata utilizzata per individuare i fattori associati al potenziale AUD. In totale 1793 MSM hanno soddisfatto i criteri di inserimento e il 31% è risultato positivo all’AUD. Dalla ricerca è risultato che la prevalenza di AUD appare essere maggiore nella popolazione MSM rispetto alla popolazione generale maschile in Irlanda. Interventi mirati possono essere quindi giustificati per ridurre il peso dell’AUD fra gli MSM. Sul tema, nello medesimo volume, si consulti anche la ricerca di Patrick Janulis, Michael E. Newcomb, Brian Mustanski, Decrease in prevalence but increase in frequency of non-marijuana drug use following the onset of the COVID-19 pandemic in a large cohort of young men who have sex with men and young transgender women, art.108701 (giu. 2021) – on line, pp. 1-4 e, pià in generale, l’articolo di John P. Salerno …[et al.], Changes in alcohol use since the onset of COVID-19 are associated with psychological distress among sexual and gender minority university students in the U.S., vol. 221, art.108594 (apr. 2021) – on line, pp. 1-5
Giovanni Addolorato … [et al.], Newsletter “Clinica dell’Alcolismo”, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 45-61
I contributi presenti nella newsletter n. 31 della rivista sono i seguenti: “Revisione sistematica “Esperienza post-marketing e di sicurezza clinica con sodio oxibato per il trattamento della sindrome da astinenza da alcol e il mantenimento dell’astinenza in soggetti alcol-dipendenti“” curata da Giovanni Addolorato [et al.] ; “Fare cura attraverso la rete” di Annamaria Martinelli … [et al.]; ” I gruppi di motivazione al cambiamento per gli alcoldipendenti” di Martina Ceccarini. La Newsletter “Clinica dell’Alcolismo” è presente in tutti i numeri della rivista.
Roberta Agabio … [et al.], Alcol: nuove e vecchie frontiere, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 42 (giu. 2021), pp. 3-72
L’intero numero della rivista è dedicato all’approfondimento di alcune tematiche di particolare rilevanza per il trattamento del disturbo da uso di alcol (DUA) affrontate da medici italiani attualmente attivi nella ricerca su questi argomenti.
Giuliano Cuntò, Paolo Peretti, Angelo Pulini, Terapia di gruppo con zoom, Un intervento del centro pre serale “Libera il tempo”, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 27 – 35
In questo articolo viene presentato l’intervento di terapia di gruppo on-line, effettuato dagli operatori del centro pre-serale, “Libera il tempo”, attuato dal Dipartimento per le dipendenze Città di Torino in collaborazione con la cooperativa “G. Frassati”. Il progetto, nato nel 2006, è rivolto a dipendenti da alcol, droghe e/o gioco d’azzardo che per la loro patologia hanno compromesso la maggior parte delle relazioni amicali e familiari; ha la finalità di far riflettere i pazienti sulle loro modalità relazionali, apprendendo dall’esperienza emotiva e di offrire loro nuove modalità di contatto e relazione. Durante la pandemia le attività in presenza sono state sospese e la terapia di gruppo si è svolta on line, dimostrando anche nell’emergenza la sua efficacia nell’aiutare a gestire le emozioni. Nel medesimo numero viene descritto anche un servizio di prossimità del Dipartimento per le Dipendenze dell’Asl Città di Torino, collocato nell’Area Bassa Soglia e attivo dal 2009: Simona Borazzo … [et al.], Il servizio PIN ai tempi della pandemia, pp. 15-20.
Dangerous data: drinking after dependance, Drug and alcohol finding, London, 2020, 21 p.
Incrinata per la prima volta nella Londra degli anni ’60, l’ortodossia secondo cui l’astinenza è l’unico obiettivo terapeutico possibile per gli “alcolisti”, sembrò infranta nel 1973 dall’evidenza che anche i pazienti fisicamente dipendenti potevano imparare a bere con moderazione. La polemica fu feroce, raggiungendo il Congresso degli Stati Uniti, le reti televisive e i tribunali. Questo documento esplora la storia e la ricerca sul controverso problema che deve affrontare ogni alcolista che inizia il trattamento.
Alberto Arnaudo, Il mondo delle dipendenze ai tempi del coronavirus. Dopo la seconda ondata, in Dal fare al dire, a. 30 n. 1 (2021), pp. 7-15
Con questo articolo prosegue la raccolta di contributi sulle conseguenze dell’epidemia da Covid-19 sul mondo delle dipendenze patologiche, iniziata nel n. 3 (2020). Durante la seconda ondata della pandemia ci si è interrogati, anche attraverso un congresso nel dicembre 2020, su come supplire con la telemedicina alle carenze del servizio dovute alle restrizioni. La fatica della pandemia viene sentita in modo particolare in ambienti protetti ma chiusi come le comunità terapeutiche. Altri argomenti trattati nell’articolo sono: Le dipendenze nelle carceri, l’alcoldipendenza, il gioco d’azzardo patologico, disagio e dipendenza tra gli adolescenti. In conclusione l’autore si chiede che insegnamenti possiamo trarre dalla crisi pandemica, in particolare per quanto riguarda l’approccio telematico in medicina.
Leonardo Dell’Accio, L’Alcol e il simbolico secondo l’approccio sistemico-relazionale, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 65-70
Molte persone utilizzano l’alcol come una sorta di anestetico per mettere a tacere una loro sofferenza interna che spesso ha forti radici nel passato e che si inserisce, secondo la prospettiva sistemica-relazionale, nella propria trama di relazioni familiari. Il Disturbo da Uso di Alcol, dunque, segnala la disfunzionalità del sistema in cui è inserito l’alcolista che, tramite la sostanza, non solo trasmette messaggi ma anche assume e fa assumere ruoli patologici agli altri membri. Pertanto, diventa imprescindibile conoscere a fondo il simbolico e i giochi patologici che caratterizzano una famiglia alcolica per costruire un programma di trattamento adeguato per l’alcolista.
Elena Zumaglino, Alessandra Vallino, Angela De Bernardis, A distanza si-cura. Telemedicina e teleassistenza nel Dipartimento Patologia Dipendenze Asl TO4 (Torino), in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 36 – 40
I Servizi per le Dipendenze durante la pandemia, come tutti i servizi sanitari che si occupano di patologie croniche, hanno dovuto riadattare il loro lavoro attraverso la telemedicina. Dall’ottobre 2020 a Torino è stato formalizzato il progetto “A distanza si-cura” che attivava formalmente e incrementava le attività telematiche già spontaneamente messe in atto con mezzi propri dagli operatori in precedenza. L’ obiettivo era quello di salvaguardare la salute di utenti e operatori tramite l’accesso contingentato ai servizi, garantendo la continuità dell’attività sanitaria e della presa in carico. L’articolo illustra il progetto e ne discute i punti di forza e le criticità. Sul trattamento on line dei Disturbi da aòcol e della depressione si veda anche la ricerca di Christian Baumgartner, … [et al.], “Take Care of You” – Efficacy of integrated, minimal-guidance, internet-based self-help for reducing co-occurring alcohol misuse and depression symptoms in adults. Results of a three-arm randomized controlled trial, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 225, art. 108806 (ago. 2020) – on line, pp. 1-10
Carmelo Percipalle, Il demone evitabile. La psicoterapia psicosintetica differenziale dell’addiction: tabagismo, alcolismo, ludopatia e altre dipendenze patologiche, Euno, Leonforte (En), 2020, 231 p.
L’autore del libro offre un approccio teorico e clinico originale alla complessità del problema delle varie forme di dipendenza, basato su due aspetti centrali: da un lato la descrizione dei tipi psicologici che definiscono differenti motivazioni e modalità di approccio alle esperienze additive, dall’altro l’approfondimento delle sub-personalità correlate alle varie forme di dipendenza. Lo scopo del libro è offrire a terapeuti e operatori delle patologie da dipendenze uno strumento pratico che fa riferimento ai sette tipi umani individuati dalla psicosintesi.
Collocazione Biblioteca: 18953
Massimo Corti … [et al.], Come si vive la dipendenza al tempo del Covid-19 in un ambito territoriale ad elevata incidenza. L’impatto sui consumatori e sui Servizi, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 16-23
In Italia, la diffusione della pandemia virale SARS-CoV-2 sull’organizzazione territoriale delle dipendenze ha avuto impatti pesanti in tutto il paese. Nel presente studio gli autori hanno analizzato l’effetto della pandemia sui 6 servizi territoriali per le dipendenze nella provincia di Bergamo. Nella fase più drammatica del contagio i servizi sono rimasti aperti, garantendo le prestazioni con un inevitabile processo di riorganizzazione. Il lavoro descrive i cambiamenti organizzativi attuati, l’impatto dell’infezione sui pazienti, quali cambiamenti si sono verificati nell’accesso dei pazienti ai servizi e come sono stati somministrate le terapie farmacologiche con agonisti oppioidi.
Alexander Rittenberg … [et al.], Correlates of alcohol use disorder pharmacotherapy receipt in medically insured patients, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 214, art. 108174 (set. 2020) – on line, pp. 1-7
Il disturbo da consumo di alcol è una malattia fortemente prevalente con molteplici farmaci disponibili per il trattamento. Si ritiene che la prevalenza complessiva di pazienti in terapia farmacologica sia bassa e che le caratteristiche e le comorbilità che influenzano la ricezione non siano ben stabilite. E’ stata ricavata una serie di dati da un database di pazienti con un incontro ambulatoriale per abuso o dipendenza da alcol nel 2014. Sono state individuate le caratteristiche dei pazienti, i disturbi concomitanti di carattere medico, psichiatrico o da consumo di sostanze, come pure le caratteristiche dell’operatore e, usando la regressione logistica multivariata, sono state valutate quali variabili erano correlate alla ricezione aumentata o diminuita di terapia farmacologica per il disturbo da consumo alcolico per questa popolazione. Dallo studio si evince che la terapia farmacologica per il disturbo da consumo di alcol è una modalità di trattamento sotto-utilizzata, con una bassa prevalenza di prescrizione in soggetti assicurati. I pazienti con caratteristiche e comorbilità specifiche hanno meno probabilità di ricevere questo trattamento e una maggiore attenzione a questi pazienti nelle strutture di cura primaria può consentire di aumentare la prescrizione di questi farmaci.
A cura di Paolo Girardi, Massimo Di Giannantonio. Psicopatologia delle dipendenze, Pacini, Pisa, 2020, 323 p.
Da almeno venti anni si è diffusa una precisa consapevolezza sull’importanza della comorbidità psichiatrica nelle tossicodipendenze, ovvero la copresenza di disturbi psichici e di disagio psicologico in questi pazienti. L’abuso di sostanze può essere alla base di patologie e disturbi psichiatrici. La dipendenza, sovrapponendosi ad altri disturbi, può compromettere il quadro psichiatrico rendendo difficile la valutazione del paziente. Scopo di questo manuale è fornire, attraverso i contributi di autori impegnati da tempo nella ricerca e nella clinica, gli strumenti e le conoscenze utili per individuare un disturbo da abuso di sostanze e facilitare la diagnosi clinica. In quest’ottica il volume costituisce una guida pratica e concisa rivolta a studenti, medici e ad altre figure professionali.
Collocazione Biblioteca: 19014
Laurel Parnell, Il trattamento basato sull’EMDR per le dipendenze, Cortina, Milano, 2020, 326 p.
L’autrice, psicologa clinica specializzata nel trattamento del trauma, applica la propria competenza nell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) focalizzato sull’attaccamento e nel Resource Tapping alla sfida clinica del trattamento delle dipendenze. Il testo descrive tecniche basate sulle neuroscienze, fondate sulla compassione e volte ad aumentare la resilienza, che possono facilmente essere integrate in qualunque livello del trattamento delle dipendenze. Il volume rappresenta un’utile guida per orientarsi nel complesso territorio del trattamento della dipendenza, in modo da riconoscere e affrontare il trauma e integrare nella pratica interventi riparativi sui deficit di attaccamento. Il volume riporta numerosi esempi clinici e, alla fine, alcuni capitoli dedicati specificatamente a resoconti clinici che illustrano le tecniche descritte nel libro.
Collocazione Biblioteca: 19050
Tiziana Cassese, Paola Lattanzio, Ambulatorio “On-line” in emergenza Covid-19, in Dal fare al dire, a. 29, n. speciale (2020), pp. 16-21
L’associazione Aliseo è nata all’interno del Gruppo Abele nel 1987 e si occupa di prevenzione e cura delle patologie da alcol. L’articolo descrive come si siano declinate le attività dell’ambulatorio di alcologia dell’associazione Aliseo durante le prime fasi della pandemia da Covid-19: il confinamento e l’utilizzo delle risorse on line per colloqui con l’utenza e riunioni tra operatori; il rientro in presenza nel maggio 2020; la ripresa dei gruppi terapeutici nell’estate.
Placido La Rosa, Le cure e gli approcci farmacologici sostituitivi nelle comunità terapeutiche, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 38-40
A partire dagli anni ’80, si è assistito ad un cambiamento del fenomeno delle tossicodipendenze: si è registrato un aumento di consumo di cocaina e crack, associate ad alcol, e di Nuove Sostanze Psicoattive; sono cambiate le modalità di assunzione ed è cambiata la tipologia di consumatori. Di fronte a tali cambiamenti si è reso necessario un adeguamento dei sistemi di cura nelle comunità terapeutiche.
Maurizio Coletti e Leopoldo Grosso, Comunità terapeutica per persone tossicodipendenti, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2022, 461 p.
In occasione di un rinnovato interesse per l’argomento, dovuto ad un docufilm sulla comunità di San Patrignano che ha fatto scalpore e riaperto il dibattito, a dieci anni dalla prima edizione, Coletti e Grosso rivedono il loro scritto del 2011 sulle comunità terapeutiche. Si tratta di un classico imprescindibile per operatori e operatrici del settore (e non solo): un’analisi unica in Italia, fondata su una lunga esperienza, completa e documentata, con uno sguardo complessivo e trasversale che va oltre i miti, i luoghi comuni e le posizioni preconcette. Sono approfondite, nel testo, la storia delle comunità, le speranze e le delusioni che le hanno accompagnate, i diversi metodi di intervento praticati, i problemi emersi nella vita quotidiana tra gli ospiti e nei rapporti con gli operatori e con il territorio. Negli ultimi dieci anni la situazione delle dipendenze e degli strumenti per affrontarle è molto cambiata, da qui la necessità di un aggiornamento per una guida su potenzialità e limiti del trattamento residenziale nella cura di vecchie e nuove dipendenze. Uno strumento per le giovani generazioni di operatori e operatrici, con solidi riferimenti a pratiche ed esperienze, ma anche spunti per affrontare nuove sfide . Uno stimolo a riportare l’attenzione e a riaprire un dibattito serio e consapevole, da troppo tempo accantonato, sulla complessa e delicata questione della cura delle persone tossicodipendenti.Si senala in particolare il paragrafo 7.7: Le comunità per persone alcoldipendenti.
Collocazione Biblioteca:19434
Laura Angelica Berni, Giuseppe Roberto Troisi, Paola Trotta, La psicoterapia del trauma in comunità terapeutica: uno studio su utenti tossicodipendenti e alcol dipendenti, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 71-86
Il presente studio si prefigge di esaminare gli effetti di un intervento psicoterapeutico sistemico-relazionale integrato con la tecnica di rinegoziazione del trauma basata sui fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione di Stephen W. Porges, sugli approcci sul corpo di Peter Levine e sulle esperienze senso-motorie raccolte e discusse da Bessel A. Van Der Kolk, effettuato su tre utenti inseriti nella Comunità Terapeutica pubblica di Poggio Asciutto dell’Azienda USL Toscana Centro in un periodo di circa tre anni. Siamo partiti dal presupposto che il paziente sopravvissuto al trauma abbia un sistema nervoso autonomo disregolato e una capacità di autocura compromessa.
Chiara Ferrari, Psico Alcolisti Anonimi e Al-Anon: quale legame?, in Narrare i gruppi, vol. 15, n. 2 (dic. 2020) – on line, pp. 239-258
Dopo aver esposto storia e funzionamento degli Alcolisti Anonimi, l’articolo descrive i principali meccanismi di cambiamento del comportamento agenti nel gruppo. Si intende mostrare come gli Alcolisti Anonimi siano efficaci nel ridurre la tendenza al consumo di sostanza attraverso l’attivazione di reti sociali adattive. Si passerà a descrivere come fa-miglie supportate da gruppi di auto aiuto specifici (Al-Anon) possano essere preparate a gestire meglio la relazione con il loro caro aiutandolo nel recupero. Si rifletterà, infine, sulla sinergia possibile tra gli Alcolisti Anonimi e gli Al-Anon, mostrando l’interdipendenza dei soggetti coinvolti e la potenzialità della partecipazione attiva al proprio disagio.
Patrizia Balbinot, Gianni Testino, Introduzione del facilitatore ai gruppi di auto-mutuo-aiuto e di caregivers informali. Risultati preliminari, in Nuova alcologia, n. 42 (2020) – on line, pp. 30-37
Il trattamento dei pazienti affetti da disturbo da uso di alcol (DUA) prevede l’astensione come risultato principale, attraverso le terapie farmacologica e psicoterapica. Attualmente lo strumento più efficace per il mantenimento dell’astensione è la frequenza ai gruppi di auto-mutuo-aiuto (SHGs). Nonostante ciò, ad oggi pochi pazienti frequentano tali gruppi. Per questa ragione abbiamo deciso di introdurre il facilitatore ai gruppi di auto-mutuo- aiuto (SHGF). I risultati preliminari indicano che la presenza di tale figura ha incrementato il numero di pazienti che frequentano ed inoltre si è rilevata una riduzione del consumo alcolico. È suggestivo immaginare che un operatore sociale possa migliorare l’andamento clinico a costi presumibilmente inferiori.
Giordana, Alcolismo e stigma. Una famiglia coinvolta nella giostra dell’alcolismo. La lotta per costruire Al-Anon in Italia, Youcanprint, Lecce, 2020, 157 p.
Due vite, quelle di Leonella e della figlia Laura, si legano ad un’associazione di mutuo aiuto che si occupa di alcolismo. È il periodo in cui l’Associazione sta sorgendo. Mario, il gemello di Laura, giovanissimo, è travolto da problemi di alcool e droga. Leonella e Laura cercano ogni strada per poterlo aiutare. Volutamente si alternano, nel libro, le vicende personali a quelle di Al-Anon (Associazione Familiari e Amici di Alcolisti Anonimi), divenendo inscindibili, così come è stato nella realtà. I problemi verranno superati grazie ai principi-guida postulati dall’Associazione stessa. Giordana è una giornalista e fotografa.
Collocazione Biblioteca: 19361
Antonio Simula, Laura Lunesu, L’efficacia del trattamento comunitario delle dipendenze. Analisi di follow-up nella comunità “Casa di Giano” di Trento, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 50-55
In questo studio vengono presentati i risultati del follow-up realizzato a “Casa di Giano”, una comunità terapeutica con sede a Santa Massenza nella Valle dei Laghi (TN), gestita dal Centro Trentino di Solidarietà Onlus, rivolta a soggetti con disturbi psichici coesistenti con disturbi correlati a sostanze. Sono proposti due percorsi di cura: il modulo “Doppia Diagnosi”, caratterizzato da una forte impronta terapeutica in senso clinico, in cui è possibile accedere previa diagnosi di disturbo da uso di sostanze e concomitante disturbo psichico primario o secondario all’uso di sostanze; il modulo “Sobrietà”, un modulo specifico per persone con diagnosi di disturbo alcol-correlato, cocainismo e gioco d’azzardo. L’indagine per valutare l’efficacia dei programmi terapeutici è stata effettuata su un campione di 48 soggetti che hanno svolto un percorso terapeutico nel periodo tra il 2014 e il 2018, ai quali è stato sottoposto un questionario composto da 44 domande, tramite intervista telefonica.
Mauro Cibin … [et al.], Ricerca e innovazione in comunità terapeutica, in MDD : Medicina delle Dipendenze, n. 38 (giu. 2020), pp. 4-56
Questo numero monografico di MDD, nasce dalla sessione “Sistema dei Servizi per l’Addiction” tenutasi nell’ambito del Congresso Nazionale della Società Italiana Tossicodipendenze (SITD) a Catanzaro nell’ottobre 2019 . Gli articoli hanno la caratteristica di essere nel contempo esempi di ricerca su vari aspetti delle comunità terapeutiche (CT) e proposte di cambiamento e innovazione in questo ambito: la situazione e le prospettive delle CT in Europa, con un focus sulla loro efficacia (W.Vanderplasschen, S. Vandevelde), il ruolo della riabilitazione psicosociale centrata sul recovery nel rinnovamento dei programmi in CT (M. Cibin), le problematiche connesse allo squilibrio delle normative regionali nei processi di accreditamento (G. Grillo, L.Squillaci), l’impatto della psicopatologia sulla permanenza in CT (Maremmani et al.), l’ambiente arricchito come prospettiva di benessere (Chiamulera et al.), il trattamento in CT della dipendenza da analgesici (Semenzato et al.) e per concludere i programmi di gestione delle contingenze nelle dipendenze (Cenedese e Canali).
Simon Foster, Gerhard Gmel, Meichun Mohler-Kuo, Young Swiss men’s risky single-occasion drinking: Identifying those who do not respond to stricter alcohol policy environments, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 235, art. 109383 (mag. 2022) – on line, pp. 1-8
L’obiettivo del presente studio è esaminare le relazioni tra la severità delle politiche in materia di alcol e il consumo pesante di alcol e di identificare gli elementi di tale relazione. Sono stati analizzati i dati trasversali di 5986 giovani uomini svizzeri partecipanti allo studio di coorte sui fattori di rischio dell’uso di sostanze (C-SURF). L’esito primario è stato il consumo rischioso di alcolici in un’unica occasione negli ultimi 12 mesi (RSOD, definito come 6 drink standard o più in un’unica occasione almeno mensilmente). È stato analizzato un indice precedentemente utilizzato di severità dell’ambiente delle politiche sull’alcol nei cantoni svizzeri, insieme a 21 potenziali variabili moderatrici. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Siri Thor … [et al.], Fathers’ alcohol consumption and risk of substance-related disorders in offspring, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233, art. 109354 (apr. 2022) – on line, pp. 1-7
Pochi studi hanno valutato come i figli siano influenzati dal consumo di alcol dei genitori senza problemi alcolici clinicamente diagnosticati. L’obiettivo della ricerca è indagare come il consumo di alcol dei padri sia correlato al rischio di disturbi correlati alle sostanze per i figli. Nell’articolo è presentato uno studio prospettico di coorte su 64.710 cittadini svedesi, i cui padri sono stati arruolati per l’addestramento militare obbligatorio all’età di 18-20 anni negli anni 1969/70. I ricercatori hanno raccolto informazioni sul consumo di alcol dei padri, sulla frequenza delle ubriacature e dei fermi per ubriachezza, durante il loro servizio di leva e hanno seguito e valutato i figli per i disturbi correlati alle sostanze, dall’età di 12 anni fino alla fine del follow-up nel 2009. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine. Si segnala inoltre la ricerca di Jasmina Burdzovic Andreas, Fartein Ask Torvik, Ingunn Olea Lund, Parental binge drinking and offspring’s high school non-completion. A prospective HUNT survey and educational registry study, vol. 230, Art.109189 (gen. 2021) – on line, pp. 1-9, che indaga se forme di consumo di alcol da parte dei genitori come il binge drinking possono essere un fattore di rischio per i figli, ed in particolare per il mancato completamento delle scuole superiori.
World Health Organization, Reducing the harm from alcohol by regulating cross-border alcohol marketing, advertising and promotion. A technical report, World Health Organization, Ginevra, 2022, 168 p.
Questo rapporto approfondisce il tema di come l’alcool sta venendo pubblicizzato oltre i confini nazionali – spesso tramite mezzi digitali – e frequentemente senza alcuna considerazione del contesto sociale, economico o culturale dei paesi riceventi. Il report mette in evidenza come tecniche di promozione sempre più sofisticate, tecniche che includono il correlare marche di alcolici ad attività sportive e culturali, l’uso di sponsor e l’utilizzo di e-mail, SMS e social media, stanno venendo utilizzate per aumentare la ricorrenza dei compratori e raggiungere nuovi clienti. Inoltre mostra che giovani e “forti bevitori” sono sempre più presi di mira dalle pubblicità degli alcolici, spesso a danno della loro salute, e mette in evidenza la necessità di leggi più efficaci e migliore collaborazione internazionale sul tema.
Jennifer Boyd … [et al.], Causal mechanisms proposed for the alcohol harm paradox. A systematic review, in Addiction, vol. 117, n. 1 (gen. 2022) – on line, pp. 33-56
Il paradosso del danno da alcol (AHP) postula che i gruppi svantaggiati soffrano di tassi più elevati di danno correlato all’alcol rispetto ai gruppi avvantaggiati, nonostante riportino livelli di consumo simili o inferiori alla media. Le cause di questa relazione rimangono poco chiare. Questa rassegna bibliografica effettuata su motori di ricerca scientifica e documentazione grigia, mirava appunto a identificarle. Sebbene ci siano molte potenziali spiegazioni per il paradosso del danno da alcol, lo studio rileva che la maggior parte della ricerca si concentra sui comportamenti a rischio, mentre altre spiegazioni mancano di prove empiriche.
Daniel T. Myran, … [et al.], Sociodemographic changes in emergency department visits due to alcohol during COVID-19, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 226, art. 108877 (set. 2021) – on line, pp. 1-7
Gli autori hanno valutato come i tassi delle visite al Pronto Soccorso a causa dell’alcol sono cambiati durante il COVID-19 in Canada in base all’età e al sesso e per i soggetti che vivono in ambienti urbani e rurali e in quartieri a basso e alto reddito. La ricerca evidenzia che durante il COVID-19 il tasso medio mensile delle visite al Pronto Soccorso dovute all’alcol è diminuita del 17,2%. Al contrario, il tasso delle visite al Pronto Soccorso per tutte le cause dovute all’alcol è aumentato dell’11,4%. Questi dati indicano un allargamento delle disparità geografiche e di reddito nei danni dell’alcol nell’Ontario durante il COVID-19, la cui limitazione potrebbe richiedere interventi immediati e a lungo termine.
Jan Saarela, Martin Kolk, Birth order and alcohol-related mortality by ethnic origin and national context: Within-family comparisons for Finland and Sweden, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 226, art. 108859 (set. 2021) – on line, pp. 1-7
Studi precedenti hanno riscontrato che l’ordine di nascita è un importante fattore predittivo dei rischi per la salute in età più avanzata, fra cui il ricovero ospedaliero per consumo alcolico. É stata esaminata la relazione fra l’ordine di nascita e la mortalità collegata all’alcol dopo i 17 anni di età in due contesti nazionali, all’interno di famiglie autoctone con diversa origine etnica. Si riscontra una correlazione positiva fra l’ordine di nascita e la mortalità legata all’alcol, ma solo per persone di etnia finlandese in Finlandia, principalmente uomini. All’interno di questi gruppi di fratelli, i secondi nati hanno un rischio di mortalità per l’alcol che è superiore del 9% rispetto ai primi nati, i terzi nati il 19% superiore, i quarti nati il 22% superiore e i quinti nati e quelli successivi il 47% superiore. Non si riscontra nessuna di tali associazioni dell’ ordine di nascita per nessuno degli altri gruppi etnici analizzati in Finlandia o in Svezia. Questi risultati suggeriscono che i comportamenti legati alla cultura tipici dei gruppi etnici e il contesto nazionale in cui sono studiati sono rilevanti per stabilire se è possibile osservare associazioni fra l’ordine di nascita e la mortalità per l’alcol. Le differenze di interazione sociale all’interno della famiglia possono essere un fattore importante.
Aya Kinjo … [et al.], Trends and differences in alcohol-related mortality rates by gender and by prefectures in Japan between 1995 and 2016, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 221, art.108586 (apr. 2021) – on line, pp. 1-8
Questo studio ha voluto individuare gli aumenti nelle morti dovute per il 100% all’alcol (alcohol-related death = ARD) e tutte le differenze nelle prefetture del Giappone fra il 1995 e il 2016. I dati sono stati ricavati dal registro nazionale dei decessi fra il 1995 e il 2016. Se ne deduce che aumentare i prezzi e le tasse e ridurre le vendite di alcol possono contribuire a ridurre la mortalità collegata all’alcol.
Wit Wichaidit, … [et al.], Self-reported drinking behaviors and observed violation of state-mandated social restriction and alcohol control measures during the COVID-19 pandemic. Findings from nationally-representative surveys in Thailand, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 221, art. 108607 (apr. 2021) – on line, pp. 1-5
In Thailandia l’alcol viene consumato in un ambiente sociale. Il governo thailandese ha introdotto un divieto sulle vendite di alcol e altre misure all’inizio del lockdown per COVID-19 con alleggerimenti graduali. Tuttavia non sono stati descritti i comportamenti relativi al consumo alcolico, quelli dei membri della comunità, e le attività commerciali sull’ alcol durante il divieto e gli alleggerimenti. É stata incaricata una società di ricerca di effettuare quattro sondaggi trasversali al telefono fra aprile e luglio 2020 (6239 partecipanti in totale).Sono state riassunte le misure di controllo sull’alcol come vengono riferite da svariate fonti e analizzati i dati dall’ ondata 1 all’ondata 4 usando statistiche descrittive con aggiustamenti per il peso del campionamento. Fra i rispondenti bevitori, la metà non aveva bevuto alcol durante il divieto della vendita di alcolici, mentre un terzo riferiva di avere bevuto meno del solito negli ultimi 30 giorni. Quasi nessun partecipante ha riferito di avere bevuto più del solito. Durante il divieto (Ondata 1) un sesto dei rispondenti aveva notato un consumo sociale di alcol nelle proprie aree, mentre meno del 6% riferiva di avere assistito alla vendita di alcolici. I party online erano stati l’attività predominante di commercializzazione dell’alcol, ma erano diventati meno comuni durante l’Ondata 3 rispetto all’Ondata 2. I bevitori dunque si erano astenuti dall’alcol oppure avevano bevuto meno del solito durante il divieto della vendita di alcol. Tuttavia, il consumo sociale e la vendita di alcol persistevano nonostante il divieto.
Anh P. Ngo …[et al.], Alcohol excise taxes as a percentage of retail alcohol prices in 26 OECD countries, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 219, art. 108415 (feb. 2021) – on line, pp. 1-9
Molti paesi hanno implementato le accise sull’alcol. Tuttavia le misure delle accise come percentuale dei prezzi dell’alcol non sono state studiate sistematicamente. In questa ricerca sono stati presi in considerazione i dati sui prezzi al dettaglio delle bevande alcoliche vendute in supermercati e le accise in 26 paesi negli anni dal 2003 al 2018. Dallo studio si evince che l’onere fiscale sulle bevande alcoliche è basso nei paesi dell’ OCSE, indicando un ampio margine per aumenti delle accise, in particolare per la birra e il vino in quei Paesi.
Claudia Gandin … [et al.], Le politiche alcologiche di prevenzione: i principali aggiornamenti europei, in Nuova alcologia, n. 45 (2021) – on line, pp. 5-14
Nel corso del 2020 a livello europeo sono state pubblicate alcune revisioni di documenti strategici e programmatici di misure politiche di contrasto al consumo rischioso di alcol ed ai danni alcolcorrelati. L’impegno di supporto all’OMS, che l’ISS assicura attraverso l’Osservatorio Nazionale Alcol, comprende anche l’aggiornamento epidemiologico e la sorveglianza specifica SISMA (Sistema di Monitoraggio Alcol) sulla base di quanto previsto dalla Legge 125/2001. Gli argomenti di politica alcologica aggiornati di recente dall’OMS sono stati 3: l’etichettatura, il prezzo di vendita, la tassazione, e il marketing delle bevande alcoliche riassunte nell’articolo.
Birgitte Hoiberg-Nielsen, Immagini e mentalità nei confronti dell’alcol all’Europa del Nord (esempio della Danimarca), in Nuova alcologia, n. 45 (2021) – on line, pp. 28-36
Il seguente contributo ha lo scopo di mostrare come l’immagine storico-culturale dell’alcol si trova in netto disaccordo con l’impatto forte dell’alcol sulla vita privata e sociale dei cittadini del Nord Europa, specialmente in Danimarca, dove il libero consumo dell’alcol viene comunemente percepito come un diritto civile. Questa percezione si sposa in modo fatale con un lobbysmo per l’alcol storicamente molto efficace, tant’è che ora risulta parte integra della cultura popolare del paese. La legislazione danese tutela questa libertà nel consumo dell’alcol, in contrasto agli altri paesi nordici e a scapito del suo obbligo di tutela della salute del cittadino in quanto bene sociale ed individuale, oltre che in quanto un diritto civile ben più fondamentale del diritto di bere.
Joanna Reynolds … [et al.], ‘The opportunity to have their say’? Identifying mechanisms of community engagement in local alcohol decision-making, in The International Journal of Drug Policy, vol. 85, n. 102909 (nov. 2020) – on line, pp. 1-12
Il coinvolgimento della comunità nei processi decisionali per migliorare la salute pubblica è riconosciuto di grande importanza , ed è raccomandato nelle strategie globali contro l’alcol e nelle politiche nazionali sul controllo della sua disponibilità. Tuttavia c’è scarsa comprensione di come coinvolgere le comunità per influenzare il processo decisionale e aiutare a ridurre i danni collegati all’alcol. Abbiamo cercato di individuare e capire i meccanismi di tale coinvolgimento nel processo decisionale riguardante l’ambiente locale del consumo alcolico in Inghilterra.
Ruth McGovern, … [et al.], Containment and care? A qualitative interview study exploring police custody staff views about delivering brief alcohol interventions to heavy drinking arrestees, in Drugs : Education, Prevention and Policy, vol. 27, n.6 (2020) – on line, pp. 436-444
Questo studio ha voluto esaminare le esperienze di screening e di erogazione di brevi interventi sull’alcol da parte del personale di custodia a forti bevitori arrestati. Sono state condotte interviste qualitative con 25 appartenenti al personale di custodia (funzionari di custodia e personale preposto a valutazione, intervento e rinvio) coinvolti in un esperimento pilota di fattibilità relativo allo screening per alcol e a brevi interventi nella suite di custodia della polizia. E’ stata esaminata la relazione fra la contenzione e l’assistenza usando i concetti di sicurezza del ruolo e impegno terapeutico per guidare l’analisi. Disponibile in Pdf.
Joëlle A. Pasman … [et al.], Substance use. Interplay between polygenic risk and neighborhood environment, in Drug and Alcohol Dependence, vol 199, art. 107948 (apr. 2020) – on line, pp. 1-8
Il consumo di tabacco, alcol e cannabis è un comportamento prevalente che pone rischi considerevoli alla salute. La vulnerabilità genetica e le caratteristiche della zona di residenza formano importanti fattori di rischio per il consumo di sostanze. Probabilmente questi fattori non agiscono in modo isolato. Questo studio ha verificato l’interazione fra le caratteristiche del quartiere e il rischio genetico (interazione gene-ambiente GxE) e l’associazione fra queste classi di fattori di rischio (correlazione gene-ambiente, rGE) nel consumo di sostanze. Si conclude che sia i fattori genetici che quelli legati al quartiere sono predittivi per il consumo di sostanze. Sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire la consistenza dei risultati sull’interazione fra questi fattori.
Sally Casswell, Jürgen Rehm, Reduction in global alcohol-attributable harm unlikely after setback at WHO Executive Board, in The Lancet, vol. 395, n. 10229 (mar. 2020) – on line, pp. 1020-1021
Si tratta di una consultazione informale tra i membri del Consiglio esecutivo dell’OMS nel febbraio 2020. L’obiettivo era di proporre la fattibilità dello sviluppo di uno strumento internazionale per il controllo dell’alcol. Infatti possiamo vedere un aumento del consumo di alcol (e dei danni attribuibili all’alcol) in molti paesi a basso reddito e reddito medio. Per abbassare i danni dell’alcol, l’Organizzazione mondiale della sanità avrà la necessità di sostenere i servizi sanitari nazionali e avrà necessità di creare uno strumento per coordinare quest’aiuto a livello internazionale. Per il momento gli strumenti attuali (tasse, prezzi, restrizioni alla commercializzazione di alcol) sembrano non bastare.
Emanuele Scafato … [et al.], Le politiche economiche e di tassazione come elemento di prevenzione del rischio e del danno alcolcorrelato in Europa, in Alcologia, n. 41 (2020) online, pp. 23-26.
La politica dei prezzi dell’alcol nella regione europea dell’OMS è uno degli strumenti più efficaci disponibili per i decisori politici che desiderano ridurre il consumo di alcol e i danni alcolcorrelati. Il nuovo rapporto sui prezzi degli alcolici dell’OMS dimostra che le politiche monetarie possono essere efficienti e allo stesso tempo apportare benefici alla salute delle persone.
Elisa Martino, Teo Vignoli, Andrea Martini, Interventi di prevenzione alcologica con gruppi di richiedenti protezione internazionale: metodologia ed esiti di un’esperienza operativa, in Alcologia, n. 39 (2020) – on line, pp. 21-30
Gli interventi info-educativi di gruppo sono rivolti a richiedenti protezione internazionale ospitati nel distretto di Lugo, con l’obiettivo primario di offrire informazioni sulle caratteristiche, sui rischi e sui danni prodotti dal consumo a basso e ad alto rischio, nonché dalla dipendenza da alcol; l’obiettivo secondario è accedere a una popolazione che, quando sviluppa comportamenti di abuso alcolico, rimane nella cosiddetta fascia del “sommerso” e non accede ai servizi specialistici di cura. La metodologia adottata è di tipo narrativo e ricorre all’utilizzo di moderne tecnologie e ad attivazioni pratiche, finalizzate a facilitare la trasmissione dei contenuti, agevolando il superamento delle barriere culturali e linguistiche.
Sally Casswell, Jürgen Rehm, Reduction in global alcohol-attributable harm unlikely after setback at WHO Executive Board, in The Lancet, (mar. 2020) – on line, pp. 1020-1021
Si tratta di una consultazione informale tra i membri del Consiglio esecutivo dell’OMS nel febbraio 2020. L’obiettivo era di proporre la fattibilità dello sviluppo di uno strumento internazionale per il controllo dell’alcol. Infatti possiamo vedere un aumento del consumo di alcol (e dei danni attribuibili all’alcol) in molti paesi a basso reddito e reddito medio. Per abbassare i danni dell’alcol, l’Organizzazione mondiale della sanità avrà la necessità di sostenere i servizi sanitari nazionali e avrà necessità di creare uno strumento per coordinare quest’aiuto a livello internazionale. Per il momento gli strumenti attuali (tasse, prezzi, restrizioni alla commercializzazione di alcol) sembrano non bastare.
Gianni Morandi, L’esperienza modenese di valutazione delle dipendenze, in Prospettive Sociali e Sanitarie, n. 2 (primavera 2020), pp. 33-37
Nell’articolo si intende stimare adeguatamente esiti ed effetti dell’esperienza valutativa introdotta nella cartella regionale dipendenze dell’Emilia-Romagna dal 2008. L’utilizzo dello strumento valutativo, che ci permette comparazioni misurabili dei cambiamenti intervenuti nel tempo sull’utenza trattata terapeuticamente, ha fornito risultati positivi, supportando la validità del lavoro degli operatori anche nelle situazioni meno credibili (interruzioni o abbandoni).
WHO International Agency for Research on Cancer, Alcohol and cancer in the WHO European region. An appeal for better prevention, WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, 2020, 15 p.
L’ Europa è la regione con il più alto consumo di alcol del mondo e tale consumo è causa di diversi tipi di cancro. Tuttavia, la consapevolezza dell’alcol come fattore di rischio per il cancro è bassa nella popolazione, con un conseguente ridotto sostegno pubblico a politiche di riduzione della disponibilità di alcol o di limitazione della pubblicità al suo consumo. Questo documento contiene informazioni sul legame tra alcol e cancro e si rivolge a chi è coinvolto nei processi di sviluppo delle politiche di sanità pubblica. Inoltre, fornisce suggerimenti per attuare politiche volte a ridurre i tumori dovuti all’alcol nella regione europea.
Andrew J. Waters … [et al.], Affect, motivation, temptation, and drinking among alcohol-dependent outpatients trying to maintain abstinence: An Ecological Momentary Assessment study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 206, art. 107626 (gen. 2020) – on line, pp. 1-7.
Usando l’ Ecological Momentary Assessment, i ricercatori, nel presente lavoro, hanno analizzato il decorso degli episodi di tentazione nei pazienti ambulatoriali alcoldipendenti in un ambiente di vita reale. Hanno esaminato, inoltre, se le variabili affettive e motivazionali erano associate in modo trasversale e in prospettiva agli episodi di tentazione. In ultimo, hanno verificato se i pazienti ambulatoriali che bevevano contro gli obiettivi del trattamento (cioè “ lapsers”) differivano dagli astinenti nell’urgenza del desiderio, negli affetti e nella motivazione. Sono stati coinvolti nello studio 43 pazienti ambulatoriali alcol dipendenti, di cui 13 donne. Usando assistenti personali digitali (personal digital assistants = PDAs), ai pazienti è stato indicato di completare tre valutazioni casuali al giorno per 4 settimane. I pazienti hanno anche ricevuto istruzioni di completare una valutazione della tentazione quando provavano il desiderio di bere. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Patrizia Balbinot, Gianni Testino, Alcol, fumo, cannabis, nuove sostanze psicoattive, farmaci non prescritti e altri parametri in una popolazione studentesca dell’area metropolitana genovese, in Nuova Alcologia, n. 49 (2022), pp. 72-85
Lo studio presentato intende valutare il consumo di alcol, fumo di sigaretta, cannabis, nuove sostanze psicoattive (NSP), farmaci non prescritti (NPD) in una popolazione studentesca del nord-ovest dell’Italia (area metropolitana di Genova). Sono stati coinvolti 3805 studenti tra i 9 e i 17 anni, che hanno seguito una serie di incontri di educazione al corretto stile di vita e ai quali è stato somministrato un questionario anonimo relativo allo stile di vita, al consumo delle suddette sostanze e all’inserimento in un percorso psicologico. Gli autori discutono i risultati, che ritengono utili ai decisori politici per attuare politiche di prevenzione e promozione della salute attraverso la didattica, da inserire stabilmente nei programmi scolastici e riconoscere nel percorso curriculare, già nella preadolescenza. Nel medesimo numero della rivista si segnala inoltre l’articolo di Silvia Formentin … [et al.], L’ avvio di un nuovo gruppo terapeutico per giovani in relazione problematica con l’alcol: la realizzazione di un evento inaugurale alle origini dello spazio mente-gruppo, pp. 57-70.
Claudio Leonardi … [et al.], Adolescenza on-line, sovraesposizione alla tecnologia e uso di sostanze prima del Coronavirus, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 52-59
Nell’anno scolastico 2019-2020 la U.O.S. Patologie da Dipendenza, della ASL Roma 2, ha condotto un’indagine esplorativa con l’obiettivo di monitorare la percezione dei fenomeni di diffusione di uso e abuso di sostanze stupefacenti, alcol, web, nuove tecnologie, gioco d’azzardo e shopping da parte di adolescenti di età compresa tra i 13 e 20 anni in una realtà scolastica territoriale. L’obiettivo della ricerca è esplorare il mondo degli adolescenti rispetto al tema delle sostanze e della tecnologia, tra realtà percepita e abitudini personali, al fine di individuare interventi di prevenzione mirati. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Andrew Stickley … [et al.], Binge drinking in Japan during the COVID-19 pandemic: Prevalence, correlates and association with preventive behaviors, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 234, art. 109415 (mag. 2022) – on line, pp. 1-8
Alcune ricerche attestano che il consumo di alcol possa essere cambiato durante la pandemia di coronavirus. Questo studio ha esaminato il binge drinking (BD) in Giappone durante la pandemia di coronavirus e la sua associazione con i comportamenti di prevenzione del COVID-19. Sono stati analizzati i dati di un campione online di 1452 persone di età superiore ai 18 anni, raccolti un anno dopo l’inizio della pandemia. Sono state ottenute informazioni auto-riferite sulla BD attuale e precedente alla pandemia e su una serie di variabili sociodemografiche e relative alla salute. Per esaminare le associazioni è stata utilizzata l’analisi di regressione logistica. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Francesca Liga … [et al.], Adolescenza e tendenza alle abbuffate di alcol: il controllo psicologico come antecedente dei comportamenti a rischio, in Maltrattamento e abuso all’infanzia, vol. 23, n. 3 (nov. 2021), pp. 93-113
Recenti studi hanno dimostrato come la tendenza alle abbuffate di alcol rappresenti un fattore di rischio per la salute dell’adolescente. L’obiettivo dello studio è quello di indagare la relazione tra alcune pratiche genitoriali, come il controllo psicologico e il supporto all’autonomia, e la tendenza alle abbuffate di alcol. 568 partecipanti hanno compilato alcuni self report relativi all’uso di alcol e alle percezione delle pratiche genitoriali. L’articolo riporta i risultati dell’indagine.
Joshua Gowin, … [et al.], Characteristics Associated With High-Intensity Binge Drinking in Alcohol Use Disorder, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 750395 (2021) – on line, pp. 1-11
Il binge drinking ad alta intensità, definito come il consumo di 2-3 volte superiore al livello di un binge (4 o 5 drink per donne o uomini), aumenta i rischi di sovradosaggio e cancro correlato all’alcol rispetto a livelli più bassi di consumo alcolico. Questo studio ha esaminato la relazione tra il binge drinking ad alta intensità e tre fattori ipotizzati per contribuire al disturbo da consumo di alcol (AUD): salienza degli incentivi, emotività negativa e funzione esecutiva. Sono stati esaminati 429 adulti con AUD e 413 adulti di controllo. Il consumo di alcol è stato valutato utilizzando un’ intervista di followback a distanza di 90 giorni. I risultati suggeriscono che la rilevanza dell’incentivo può contribuire al binge drinking ad alta intensità sia nel gruppo di controllo che negli individui con AUD. L’emotività negativa era associata solo al binge drinking ad alta intensità negli individui con diagnosi di AUD, suggerendo che potrebbe esserne una conseguenza – piuttosto che una causa – del binge drinking ad alta intensità.
Carla Collicelli … [et al.], Aggregazioni giovanili e forme della movida a Milano: città sostenibile, quartieri e decentramento, ITB CNR, Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol, [Roma], 2021, 76 p.
Questo studio esplora tre cosiddette movide milanesi, tra le più frequentate e situate in aree centrali della città (Navigli, Colonne di San Lorenzo e Isola), attraverso una combinazione di approcci basati sull’analisi sia quantitativa che qualitativa. Nel primo caso, attraverso la somministrazione di un questionario ad hoc, viene esplorato il vissuto soggettivo dei frequentatori delle movide e il loro rapporto con i comportamenti e i consumi. Nel secondo caso, attraverso interviste qualitative, una serie di testimoni selezionati sono invitati a esprimersi sul fenomeno studiato e soprattutto sulle rispettive competenze e prospettive, nonché sulle opportunità e criticità del fenomeno in relazione alla vita cittadina e alle politiche per la città. Il cuore del lavoro attiene al rapporto tra condizione giovanile, offerta di tempo libero e consumi, e organizzazione della socialità nell’ambito di una delle realtà urbane più popolose, dense ed economicamente e culturalmente più avanzate del Paese. Ne emergono alcune criticità che possono contribuire a fornire indicazioni di tipo propositivo e progettuale utili per gli interventi futuri sul settore.
Icro Maremmani … [et al.], Adolescenza e uso di sostanze: disturbi duali, scuola e famiglia, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 43 (set. 2021), pp. 1-55
L’approccio medico al paziente con disturbo duale (DD) è indubbiamente delicato a causa del contesto culturale in cui i pazienti si trovano inseriti e che coinvolge due componenti, quella psichiatrica e quella dell’addiction, che non posso essere separate. Alcuni dei contributi proposti nella rivista sono: “Dichiarazione congiunta sui disturbi duali: l’addiction e le altre malattie mentali” di Néstor Szerman [et al.]; “ll disturbo duale negli adolescenti: considerazioni diagnostiche e implicazioni cliniche” di Yifrah Kaminer;”“Una scuola per la vita”. Monitoraggio di un intervento di prevenzione multidisciplinare in quattro scuole napoletane” di Fabio Curcio … [et al.]; ” Associazione tra esperienze avverse infantili e comportamenti rischiosi per la salute come il fumo, l’uso di alcol e l’abuso di sostanze nell’adolescenza” di Marija Raleva, Liljana Ignjatova.
Richard Miech … [et al.], Adolescent drug use before and during U.S. national COVID-19 social distancing policies, in Drug and alchool dependence, vol. 226, art. 108822 (set. 2021) – on line, pp. 1-7
Il modo in cui l’uso di sostanze da parte degli adolescenti e la loro disponibilità percepita al consumo sono cambiati durante la pandemia di COVID-19 rimangono in gran parte sconosciuti. Una riduzione sostanziale della disponibilità di sostanze rappresenterebbe un’opportunità unica per considerare l’ipotesi che la riduzione della disponibilità di stupefacenti porteranno a riduzioni nel loro consumo. I dati longitudinali di questa ricerca provengono da “Monitoring the Future” e si basano sulle risposte di 582 adolescenti che sono stati originariamente intervistati come parte di un campione nazionale di studenti al 12° anno di scuola all’inizio del 2020, un mese prima dell’inizio delle politiche di distanziamento sociale. Sono stati intervistati nuovamente dopo l’attuazione delle politiche di distanziamento sociale, nell’estate del 2020. L’articolo presenta e discute i risultati della ricerca: la disponibilità percepita di marijuana, alcol e sigarette elettroniche è diminuita a tassi storici durante la pandemia del 2020, ma non vi è stata una corrispondente diminuzione significativa del consumo.
Tiziana Cassese, Cristina Mosso, Se le donne musulmane bevono birra, in Animazione Sociale, n. 4/345 (2021), pp. 62-65
L’Associazione Aliseo di Torino, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, ha svolto nel 2019 un’indagine fra 72 associazioni che si occupano di migranti sull’abuso di alcol da parte della popolazione giovane migrante. Molte risposte indirizzavano all’aspetto socializzante e conformante rispetto al gruppo dei pari, cosa per nulla diversa rispetto alla popolazione giovanile italiana. L’indagine è stata replicata nell’autunno del 2020, confermando che l’uso di alcol è aumentato nel periodo pandemico e giustificato dagli utenti per la disperazione nel futuro. I dati raccolti sono utili per ripensare le risposte dei servizi dedicati.
Henri Margaron, Una droga in testa. Una nuova narrazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2021, 117 p.
«Le droghe sono considerate da tutti i genitori il maggiore pericolo in cui incorrono i figli quando iniziano la strada dell’autonomia.» Sono le parole d’esordio di questo saggio, scritto da uno psichiatra esperto di dipendenze che qui approfondisce il tema del rapporto tra consumo, dipendenza e cervello, con l’obiettivo di sfatare alcune convinzioni. A lungo si è stati convinti dell’esistenza nel cervello di una particolare struttura suscettibile di essere messa “in tilt” dal consumo di sostanze stupefacenti. Le più recenti scoperte in campo di neuroscienze, tuttavia, hanno messo in discussione questo approccio. Se il fulcro delle straordinarie capacità del nostro cervello sta nel modo in cui questo apprende continuamente a interagire con il contesto esterno, l’attenzione va posta, invece, sul modo in cui le droghe, o alcuni comportamenti, condizionano questa interazione sino alla dipendenza e interferiscono con la formazione della personalità.
Collocazione Biblioteca: 18911
Michele Contel … [et al.], Investigating Drinking Profiles among Italian High School Students (14-19 y.o.): a Latent Class Analysis, in Salute e società, a.19, n. 3 (2020), pp. 133-148
Il consumo di alcool tra i minori in Italia è un fenomeno diffuso e spesso associato ad un danno correlato relativamente basso. Il presente studio indaga come i consumatori differiscono dai non bevitori e come il consumo di alcol da parte dei minori si trasformi in un consumo occasionale o eccessivo in dipendenza di vari fattori contestuali, come famiglia, amici, età e iniziazione all’acool, abitudini, altro uso di sostanze e regole riguardanti il bere. Un campione di 9564 giovani tra i 14 e i 19 anni sono stati intervistati nel 2017 e 2018. I non bevitori e i bevitori da un anno sono stati analizzati secondo il metodo della regressione logistica per verificare il ruolo delle covariate sociali e demografiche. Ai bevitori da un anno è stato adattato un modello di regressione a classi latenti, usando di nuovo le covariate per indagare la probabilità per un individuo di essere assegnato a una classe. Nel testo proposto sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Tiziana Cassese, Rosalba Rosato, Cristina Mosso, Consumo alcolico e aspettative. Un’ analisi esplorativa tra le determinanti motivazionali in un campione di giovani adulti, in Dal fare al dire, a. 30, n. 1 (2021), pp. 33-42
Il presente contributo esplora, attraverso un approccio psicosociale, la relazione tra le credenze e il consumo di alcol abituale, moderato e smodato in un campione di giovani adulti. Per comprendere le implicazioni psicologiche che sottendono alle modalità di consumo alcolico è stato somministrato on-line a 452 giovani italiani un questionario che consente di individuare profili diversi in relazione a tre tipi di approccio: indulgente; forte avvicinamento (ossessionato); evitamento. Vengono esposti e discussi i risultati della ricerca che, pur non essendo generalizzabili, indicano che il consumo di alcol riflette in forme diverse una ricerca di socialità e che le azioni preventive debbano diversificarsi non solo per target d’età, ma anche per genere.
Anna Olivero Ferraris, Sopravvivere con un adolescente in casa. Comprendere e aiutare i nostri figli nella più difficile delle età, 2. ed., Rizzoli, Milano, 2021, 183 p.
Il contesto in cui crescono gli adolescenti di oggi è molto diverso da quello delle generazioni precedenti, e per questo non è semplice capire come sentono, pensano e reagiscono i nostri figli nel momento forse più difficile della loro crescita, di fronte a stimoli e cambiamenti interni ed esterni che spesso agli adulti suonano incomprensibili. L’autrice, psicologa e psicoterapeuta, fornisce un quadro dei punti salienti che riguardano il passaggio all’età adulta e illustra le dinamiche adulti-ragazzi. Il corpo e la sessualità, la violenza e l’autorità, le droghe, il mondo virtuale e quello reale, la comunicazione e la trasmissione del sapere: il libro affronta le questioni centrali che coinvolgono gli adolescenti cercando di fornire istruzioni ai genitori che si trovano a gestire un rapporto quasi mai facile.
Collocazione Biblioteca:19083
Leopoldo Grosso, I giovani e le sostanze psicoattive: dal consumo alla dipendenza, in Aggiornamenti Sociali, a. 71, n. 12 (dic. 2020), pp. 840-848
Le indagini sul consumo giovanile di stupefacenti (prevalentemente cannabis, cocaina e amfetamine), alcol e tabacco descrivono un quadro complesso, nel quale coesistono modalità, abitudini e motivazioni assai eterogenee, ma con un fondo comune di malessere personale e sociale. L’autore, psicologo-psicoterapeuta, presidente onorario del Gruppo Abele, si chiede quali strategie educative possono essere applicate, soprattutto nella scuola, per rispondere adeguatamente al disagio e prevenire il consumo.
Ina Koning, Margaretha de Looze, Zeena Harakeh, Parental alcohol-specific rules effectively reduce adolescents’ tobacco and cannabis use. A longitudinal study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 216, art. 108226 (nov. 2020) – on line, pp. 1-6
Questo studio longitudinale su 906 adolescenti olandesi (età media 13 anni) si è proposto di esaminare longitudinalmente gli effetti diretti e indiretti (attraverso il consumo di alcol) il modo in cui la definizione di regole specifiche per l’alcol da parte dei genitori influisce sul consumo di tabacco e cannabis degli adolescenti. Sulla base dell’ipotesi di “gateway” ci si aspettava che le regole dei genitori specifiche per l’alcol influissero anche sul consumo di tabacco e cannabis degli adolescenti. Attraverso questionari di auto-segnalazione sono state misurate in tre tempi diversi le regole percepite dagli adolescenti sul consumo di alcol, il consumo di sigarette, l’ uso di cannabis e la frequenza mensile del consumo di alcol. Lo studio attuale ha dimostrato che regole severe sul consumo alcolico possono non solo ridurre l’alcol, ma successivamente anche il consumo di altre sostanze quali tabacco e cannabis. Pertanto interventi mirati alla prevenzione del consumo alcolico, che sembra servire come ”gateway”, influenzano anche il coinvolgimento con altre sostanze.
A cura di Paola Nardone … [et al.], La sorveglianza HBSC 2018 – Health Behaviour in School-aged Children: risultati dello studio italiano tra i ragazzi di 11, 13 e 15 anni, in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, vol. 33, n. 9 (set. 2020) supplemento – on line, pp. 1-65
Nel 2018 è stata condotta nelle Regioni italiane un’indagine sugli studenti di 11, 13 e 15 anni nell’ambito dello studio internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children). Le classi su cui si è svolta l’indagine sono state la prima e la terza media della scuola secondaria inferiore e la seconda della secondaria superiore. A tutti i soggetti delle classi campionate è stato somministrato un questionario per indagare i comportamenti correlati alla salute (alimentazione, attività fisica, comportamenti a rischio, percezione del benessere), il rapporto con la scuola, i genitori e i pari e altre informazioni generali che ne definissero condizione di salute e livello sociale. In totale sono state coinvolte 4.183 classi e 58.976 ragazzi. Il documento presenta i risultati dello studio.
Robert Svensson, Björn Johnson, Internet use and adolescent drinking. Does it matter what young people do online?, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 213, art. 108138 (ago. 2020) – on line, pp. 1-6
In questo studio si esamina se l’associazione fra l’uso di internet e il consumo alcolico possa essere diverso per i diversi tipi di attività su internet degli adolescenti. Vengono presi in considerazione anche altri fattori teoricamente rilevanti, quali influenza dei pari, attività non strutturate, impulsività e monitoraggio genitoriale. I dati sono ricavati da quattro indagini trasversali degli anni 2016-2019 in otto comuni nel sud della Svezia. Il campione consiste in 3733 adolescenti del nono anno della scuola dell’obbligo (14-15 anni). I risultati mostrano che esiste un’associazione fra le attività su internet e consumo alcolico e ci sono delle differenze in base a quello che i giovani fanno online. La presentazione di sé e la socializzazione online sono entrambe positivamente associate al consumo alcolico, mentre la fruizione di notizie e i giochi sono associati negativamente al bere. I risultati mostrano anche che l’associazione fra le diverse attività su internet e il bere diventa più debole quando si rettifica per le variabili di controllo. Questo studio suggerisce che sono necessarie più ricerche per esaminare più dettagliatamente le correlazioni fra le forme diverse di attività internet e il consumo alcolico degli adolescenti.
A cura di Silvia Biagioni, Sabrina Molinaro, ESPAD #iorestoacasa 2020. I comportamenti a rischio durante il primo lockdown tra gli studenti dai 15 ai 19 anni, CNR, Pisa, 2021, 178 p.
Questo report contiene informazioni sull’esperienza e sulla percezione degli studenti 15-19enni italiani in relazione a una varietà di sostanze e consumi, come tabacco, alcol, droghe, prodotti farmaceutici, nuove sostanze psicoattive, ma anche social media, challenge, gaming e gioco d’azzardo, raccolte durante il periodo di isolamento in seguito alle misure restrittive imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza pandemica.
Danilo Lazzaro, Nuove dipendenze. Da chi dipenderai domani?, Epoké, Novi Ligure (AL), 2020, 228 p.
Binge drinking, drunkoressia, hikikomori, incel. Sono alcuni dei termini che compongono il vocabolario delle nuove dipendenze, quelle che spesso non hanno bisogno di sostanze e non ci restituiscono l’immagine stereotipata del tossico. Si nutrono di atteggiamenti, di dita che scrollano su bacheche virtuali. L’autore, docente e ricercatore all’Istituto di Scienze Forensi di Milano, ne descrive origini e rischi avvalendosi del contributo di esperti nei settori coinvolti
Collocazione Biblioteca: 19053
Claudia Gandin … [et al.], Alcol, giovani e sport: le attività nazionali del Progetto europeo FYFA “Focus on Youth Football and Alcohol, in Alcologia, n. 41 (2020) – online, pp. 27-42
FYFA – Focus on Youth Football and Alcohol – è un progetto europeo, tuttora in corso che coinvolge istituti di ricerca di sei paesi europei, inclusa l’Italia ed ha, tra gli scopi, quello di utilizzare i contesti di aggregazione sportiva per veicolare iniziative e sollecitare l’adozione di politiche atte a prevenire i danni alcol-correlati nei giovani. L’Istituto Superiore di Sanità ha coordinato le attività del Work Package 5 “Revisione delle politiche e delle pratiche nazionali in sei Stati Membri relative all’alcol, ai giovani, allo sport e al marketing” finalizzate ad individuare lo status quo delle politiche e delle pratiche per ridurre il consumo di alcol ed il consumo episodico eccessivo nei giovani nei contesti sportivi a livello nazionale anche attraverso l’opinione di esperti del settore.
Elena Barbara, Mara Gonevi, Alessandra Rudelli, Adolescenti multiproblematici in lockdown. Rilevazione multilivello su giovani assuntori di sostanze con procedimento giudiziario minorile, in Dal fare al dire, a. 29, n. speciale (2020), pp. 22-29
“Spazio Blu” è un servizio specialistico dell’Asl di Milano, con una storia più che ventennale e che prende in carico multidisciplinarmente adolescenti assuntori di sostanze psicotrope (droghe, alcol e tabacco) e oggetto di provvedimenti giudiziari minorili. L’articolo presenta una ricerca fatta nel periodo pandemico per far emergere le concrete condizioni di vita dei giovani pazienti, anche attraverso una comunicazione fatta di disegni e musica, allo scopo di rinnovare i percorsi di cura ed educativi forzatamente trasferiti in modalità a distanza.
Roberto Thomas, Criminologia Minorile, Un approccio sostenibile, Giuffrè Francis Lefebvre, Milano, 2020, 589 p.
Il volume offre una lettura della criminologia minorile attraverso il concetto di “sostenibilità”, descrivendo una disciplina che deve, da un lato, sostenere una cultura di prevenzione e di recupero della devianza e della criminalità ma che, allo stesso tempo, deve essere sostenuta da politiche sociali, economiche e giuridiche per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Punto centrale della trattazione è il minore, come individuo in divenire, quando è autore di reati così come quando ne è vittima, e gli strumenti di prevenzione e recupero previsti dal nostro ordinamento e dalle discipline psicologiche. L’autore, già magistrato minorile, è ora docente di master e corsi di perfezionamento in criminologia minorile. Si segnala in particolare il paragrafo 5,7: L’abuso di alcol, pp. 316-320.
Collocazione Biblioteca: 18997
G. Bandoli… [et al.], Trajectories of prenatal alcohol exposure and behavioral outcomes: Findings from a community-based sample, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233, art. 109351 (apr. 2022) – on line, pp. 1-8
Lo scopo dello studio proposto è quello di esaminare i modelli di esposizione prenatale all’alcol (PAE=prenatal alcohol exposure) e determinare se le esperienze di PAE possano essere associate al comportamento di un campione di bambini di prima elementare, basato sullo studio di comunità. Utilizzando i dati raccolti nell’ambito dello studio Collaboration of Fetal Alcohol Spectrum Disorders Prevalence, i ricercatori hanno eseguito un’analisi longitudinale a grappolo sull’uso prenatale di alcol al concepimento e durante la gravidanza riferito in quattro momenti. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Joan S. Tucker … [et al.], Trajectories of alcohol use and problems during the COVID-19 pandemic: The role of social stressors and drinking motives for men and women, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 232, art. 109285 (mar. 2022) – on line, pp. 1-6
É stato documentato tra gli adulti statunitensi un aumento del consumo di alcol in coincidenza con l’inizio della pandemia di COVID-19, in particolare tra le donne. Questo studio esamina le tendenze del consumo di alcol e dei problemi alcolici in un periodo di 9 mesi durante la pandemia, la misura in cui queste tendenze sono causate dallo stress sociale e dalle motivazioni del bere e se i risultati differiscono tra donne e uomini. I dati analizzati provengono da tre sondaggi online su un campione rappresentativo a livello nazionale di adulti statunitensi di età compresa tra i 30 e gli 80 anni, condotti a maggio-luglio 2020, ottobre-novembre 2020 e marzo 2021. Il campione analitico è composto da 1118 persone che inizialmente hanno dichiarato di aver fatto uso di alcol nell’ultimo anno. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Istituto Superiore di sanità, Consumo di alcol in gravidanza: uno studio ISS, ISS, Roma, 2022, 2 p.
Il documento riassume i dati di uno studio che ha coinvolto madri e neonati in tutto il territorio nazionale, dove è stato misurato uno dei metaboliti dell’alcol etilico, l’etilglucuronide (EtG), nei capelli materni e nel meconio neonatale da coorti disgiunte di donne in gravidanza e bambini appena nati. I risultati indicano che solo lo 0,1% di donne italiane beve in modo sensibile durante la gravidanza e che una piccola percentuale di neonati, lo 0,6 %, è esposta all’alcol prenatale. Secondo gli autori, le politiche sulla salute hanno accresciuto nelle donne italiane la consapevolezza dei rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza.
Liat Hen-Herbst … [et al.], Pregnant women’s alcohol consumption and knowledge about its risks: An Israeli survey, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 228, art. 109023 (nov. 2021) – on line, pp. 1-7
Il consumo di alcol è presente in una percentuale significativa di donne durante la gravidanza. Tuttavia, l’unico studio sulla prevalenza del consumo di alcol in gravidanza in Israele risale a più di dieci anni fa. Pertanto, il presente studio mira a valutare il consumo di alcol prima e durante la gravidanza, le associazioni con le caratteristiche demografiche, la conoscenza dei possibili rischi dell’esposizione prenatale all’alcol e le relazioni tra tali conoscenze, le caratteristiche sociodemografiche e le abitudini di consumo. Un campione di 802 donne israeliane in gravidanza ha compilato un questionario online anonimo sul consumo di alcol in gravidanza, sulle raccomandazioni ricevute e sulla conoscenza dei possibili rischi. Nell’articolo sono riportati commentati risultati dell’indagine. Si segnala inoltre la ricerca canadese di Preeti Kar … [et al.], Alcohol and substance use in pregnancy during the COVID-19 pandemic, vol. 225, art. 108760 (ago. 2021) – on line, pp. 1-8.
Anna Paola Lacatena, Il misterioso (e spesso vincente) caso di alcolisti anonimi e le donne, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 52-64
Dagli ultimi dati ufficiali relativi alla popolazione in cura presso i Servizi per le Tossicodipendenze emerge che la percentuale di donne non supera il 14% dell’intera popolazione in carico. Questo non deve portare a credere che il consumo al femminile sia inferiore a quello maschile, anzi per quanto riguarda l’alcol e per diverse fasce d’età il gap va sempre più assottigliandosi. Analizzando i dati relativi alla presenza delle donne nei gruppi di Alcolisti Anonimi (A.A.) in Italia, la percentuale sale ad oltre il 30%. Questo contributo partendo dalle caratteristiche proprie di A.A. prova, fuori da ogni possibile esaustività, a formulare delle ipotesi soprattutto nell’ambito socio-culturale.
Luigi Filippo Bardell, Graziano Feliziani, Rosanna Ceglie, Donne migranti nella S.S.D. Ser.T. Asl5 spezzino. Alcuni aspetti epidemiologici, in Dal fare al dire, a. 30 n. 3 (2021), pp. 26-32
Il presente lavoro prende spunto dai dati della Relazione Annuale al Parlamento sullo stato delle Tossicodipendenza in Italia per approfondire alcuni aspetti epidemiologici dell’utenza del servizio negli ultimi dieci anni. Un’analisi più dettagliata viene effettuata su alcune variabili; in particolare viene evidenziata la presenza della percentuale di utenza di sesso femminile nel corso degli anni, sia in rapporto al totale dei pazienti in carico, sia in relazione ad alcune diagnosi (Disturbo da Uso di Alcol, Disturbo da Gioco d’Azzardo, Disturbo da Uso di Tabacco). Vengono inoltre presentati i dati sulla utenza straniera afferente al servizio in rapporto al sesso e alla nazionalità. I risultati sono commentati alla luce della letteratura recente, in particolare rispetto alla comorbilità tra diagnosi tossicologica e correlati psicopatologici. Questo monitoraggio permette di monitorare l’andamento di questi aspetti e dà quindi modo ai servizi di migliorare la comprensione di alcuni aspetti e prospettare soluzioni più mirate alle esigenze di particolari categorie di utenti.
Adriane Wynn … [et al.], Identifying fetal alcohol spectrum disorder among South African children at aged 1 and 5 years, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 217, art. 108266 (dic. 2020) – on line, pp. 1-6
I disturbi dello spettro alcolico fetale (Fetal Alcohol Spectrum Disorders =FASD) sono una preoccupazione sanitaria globale. L’intervento precoce allevia i deficit, tuttavia una diagnosi tempestiva rimane difficile. Si è indagato se se i bambini possano essere sottoposti a screening e avere diagnosi di FASD a un anno e mezzo rispetto ai 5 anni dopo la nascita. E’ stata reclutata una coorte di popolazione di donne in gravidanza in 24 quartieri (n=1258) e 84,5% – 96% sono state valutate nuovamente a due settimane dopo la nascita , e a 6 mesi, 1 anno e mezzo, tre anni e cinque anni più tardi. Sono stati valutati i sintomi FASD a un anno e mezzo, rispetto ai 5 anni. Sono state esaminate anche le differenze materne nei bambini che hanno ricevuto uno screening FASD positivo ( n= 160) rispetto a quelli che ne hanno ricevuto uno negativo. Lo studio ha scoperto che i bambini possono essere sottoposti a screening e ricevere una diagnosi per FASD a un anno e mezzo e cinque anni. Poiché le caratteristiche FASD si sviluppano nel tempo, sono necessari screening ripetuti per individuare tutti i bambini affetti e lanciare interventi preventivi. I rinvii dei bambini a una visita medica di conferma della diagnosi e il collegamento dei bambini alle cure rimangono una sfida. L’integrazione con il sistema sanitario primario potrebbe alleviare alcune di queste difficoltà.
Anna Paola Lacatena, Donne e tossicodipendenza. Quando la patologia è di altro genere… , in Mission, n. 53 (apr. 2020), pp. 26-32
Dai dati della Relazione annuale sull’evoluzione del fenomeno della droga nell’Unione europea, pubblicata nel 2018 dall’OEDT (Agenzia europea sulle droghe di Lisbona),emerge che le donne sono soltanto il 20% dei pazienti che si sottopongono a un trattamento della tossicodipendenza. Le possibili ragioni sono varie, a partire da problemi di accessibilità ai servizi e di adeguatezza degli stessi. Per approfondire, il Dipartimento Dipendenze Patologiche della ASL di Taranto ha prodotto due ricerche sulle pazienti donne in carico, di cui qui si presentano modalità e risultati.
Danya Mazen Qato … [et. al], Co-use of alcohol, tobacco, and licit and illicit controlled substances among pregnant and non-pregnant women in the United States. Findings from 2006 to 2014 National Survey on Drug Use and Health (NSDUH) data, in Drug and alchool dependence, vol. 206, art. 107729 (gen. 2020) – on line, pp. 1-7
Il consumo, l’abuso e l’uso concomitante di alcol, cannabis, tabacco e altre sostanze controllate lecite e illecite è aumentato negli ultimi decenni negli USA, portando a tassi superiori di morbilità, overdose e mortalità nelle donne in età riproduttiva. Il policonsumo moltiplica gli effetti nocivi per la salute rispetto all’uso singolo di sostanze simili. Poco si sa sulla gamma completa di combinazioni di sostanze usate dalle donne in gravidanza e non in gravidanza. L’articolo descrive i modelli di uso concomitante di alcol, tabacco e sostanze controllate, La ricerca ha documentato che l’uso concomitante di diverse sostanze, in particolare tabacco, alcol e cannabis, persiste nelle donne in gravidanza negli Stati Uniti. Gli sforzi volti a migliorare la salute materna e del bambino dovrebbero affrontare la complessità del consumo di sostanze durante la gravidanza, compresi gli oppiacei e le altre sostanze stupefacenti.
Sara Wallhed Finn … [et al.]l Pharmacotherapy for alcohol use disorders – Unequal provision across sociodemographic factors and co-morbid conditions, A chort study of the total population in Sweden, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 227, art. 108964 (ott. 2021) – on line, pp. 1-7
La terapia farmacologica per i disturbi causati dal consumo di alcol (AUD) è efficace. Tuttavia le conoscenze circa la sua utilizzazione e le caratteristiche dei pazienti associate alle prescrizioni sono scarse. Lo scopo di questa ricerca era indagare le prescrizioni di terapia farmacologica per l’ AUD in Svezia nel tempo, le condizioni sociodemografiche, di domicilio e di comorbilità. Questo è uno studio nazionale di coorte comprendente 132.733 pazienti adulti con diagnosi di AUD (disturbo da consumo di alcol) fra il 2007 e il 2015. Le variabili dell’esposizione erano età, sesso, reddito, scolarizzazione, costellazione familiare, domicilio, origine, diagnosi di concomitante comorbilità psichiatrica e somatica. I risultati indicano che la terapia farmacologica per AUD è sottoutilizzata. La proporzione di soggetti con una prescrizione non è cambiata fra il 2007 e il 2015. L’erogazione del trattamento è diseguale nei diversi gruppi della società, dove specialmente l’età più anziana, il reddito e la scolarizzazione inferiori, e la diagnosi di comorbilità somatica sono associati a probabilità minori di prescrizione. Esiste la necessità di incrementare questo tipo di trattamento, in particolare per soggetti con situazioni di co-morbilità somatica.
Annie Britton… [et al.], Sustained heavy drinking over 25 years is associated with increased N-terminal-pro-B-type natriuretic peptides in early old age. Population-based cohort study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 212, art.108048 (lug. 2020) – on line, pp. 1-4
Il consumo pesante di alcol è associato a un aumento del rischio di insufficienza cardiaca. Si è cercato di indagare se i livelli di NT-proBNP (un biomarcatore dell’insufficienza cardiaca) differiscono in base ai profili di consumo alcolico, sia riguardo al consumo attuale che all’esposizione cumulativa al bere in un campione di popolazione generale. I dati dei 2054 partecipanti (49% maschi) sono stati ricavati dal UK Medical Research Council NationalSurvey for Health and Development, uno studio longitudinale di coorte basato su un campione rappresentativo nazionale di nascite del 1946. Categorie di consumo alcolico a lungo termine sono state create sulla base del consumo in 25 anni di osservazioni e sono state confrontate con i livelli di NT-proBNP misurati all’età media di 63 anni. I risultati indicano che si potrebbero sottoporre i forti bevitori a screening per i livelli di NT-proBNP per individuare quelli ad alto rischio nelle fasi cliniche iniziali dell’insufficienza cardiaca e indirizzare a loro strategie di riduzione del rischio.
Rosario Ortolà … [et al.], Alcohol consumption patterns and unhealthy aging among older lifetime drinkers from Spain, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 235, art. 109444 (giu. 2022) – on line, pp. 1-9
Gli effetti protettivi sulla salute del consumo di alcolici leggeri sono oggetto di discussione a causa di potenziali bias di selezione, causalità inversa e confondimento. I ricercatori hanno confrontato le associazioni trasversali e prospettiche dei modelli di consumo di alcol con l’invecchiamento non sano tra i bevitori anziani, affrontando alcuni problemi metodologici. 2081 bevitori di età superiore ai 65 anni della coorte Seniors-ENRICA-2, seguiti per 2-4 anni, sono stati classificati come bevitori occasionali, a basso rischio, a rischio moderato e ad alto rischi. Non sono state trovate prove di un’associazione tra il consumo di alcol a basso rischio e invecchiamento sano, ma al contrario, l’uso ad alto rischio era correlato con uno stato di salute peggiore. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Silke Behrendt … [et al.], Distinct health-related risk profiles among middle-aged and older adults with risky alcohol use from the Danish general population, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 226, art. 108872 (set. 2021) – on line, pp. 1-9
Mancano conoscenze sui distinti profili di rischio per la salute nel gruppo sostanziale di adulti di mezza età e più anziani (tra i 55 e i 74 anni) con un consumo rischioso di alcol (AU). Tali profili potrebbero informare la pianificazione di interventi e prevenzione. Le finalità di questo studio erano:1) identificare distinti profili sanitari in base ai diversi tipi di disagio e limitazioni al funzionamento della salute e 2) valutare le associazioni fra questi profili e l’età, il sesso, e comportamenti rilevanti per la salute (es. il fumo). La ricerca mette in evidenza che gli adulti di mezza età e più anziani con consumo alcolico a rischio hanno profili sanitari distinti. Questo è importante per progettare forma e contenuto della prevenzione e degli interventi. Nonostante le loro distinte caratteristiche, quasi tutti i profili sanitari problematici (malattia mentale, dolore, stanchezza, disagio …) autorizzano una puntuale attenzione verso il consumo alcolico ad alto rischio e il probabile disturbo da consumo alcolico.
Antonio Andrea Sarassi, Maria Raffaella Rossin, L’alcolista anziano: un problema nascosto, in Alcologia, n. 39 (2020) – online, pp. 31-47
L’assunzione di sostanze alcoliche nella persona anziana è oggetto di scarsa attenzione da parte dei media e dei sanitari in tutti gli ambiti di cura. L’alcolismo negli anziani, “il problema nascosto”, in Italia si riscontra molto di frequente nei pazienti che si presentano in Pronto Soccorso. Gli alcolisti anziani si suddividono in early-onset drinkers, cioè alcolisti divenuti vecchi, che rappresentano la maggioranza, con un evidente peggioramento delle condizioni sanitarie, psicologiche, sociali e lavorative; in late-onset drinkers, cioè anziani divenuti alcolisti (alcolisti tardivi) e, in misura inferiore, in intermittent or binge drinkers. A ognuna di queste tipologie di bevitori è importante assegnare un percorso di trattamento specifico.
Alcolisti Anonimi
Associazione Aliseo
Cochrane library
Dipartimento per le politiche antidroga- Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dro.net
Epicentro – Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica
Epicentro – Alcool – Materiali per la comunicazione
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA)
European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (ESPAD)
Ministero della salute – alcool e alcoldipendenza
National Institute on Drug Abuse (USA)
National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism
Osservatorio nazionale alcol (ONA)
Osservatorio epidemiologico delle dipendenze – Regione Piemonte (OED)
Società Italiana di alcologia (SIA)
Substance Abuse and Mental Health Data Archive
Substance Abuse and Mental Health Services Administration
WHO European Region Alcohol use – Data and statistic