Aggiornata a giugno 2016 – a cura di  Paola Moriondo

I materiali, elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico.

A cura di Stefano Angeli, Position paper di FeDerSerD sul gioco d’azzardo, in Mission, a. 12, n. 44 (set. 2015), pp. 3-5
Nel breve testo vengono fatte riflessioni sulla necessità di coordinare interventi di enti locali e servizi delle dipendenze per fronteggiare il fenomeno del gioco d’azzardo, inteso come malattia, con tutte le implicazioni che questa associazione solleva. Si auspica, quindi, un potenziamento delle collaborazioni e delle sinergie di programmazione, ricerca, regolazione tra Stato, imprese, enti di ricerca, portatori di interessi della società civile e consumatori, al fine di individuare le migliori e più efficaci strategie per la salvaguardia della salute e degli equilibri sociali della comunità.

Terry-Lynn Mackay … [et al.], Knowledge translation in gambling research: a scoping review, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2015), vol. 15, pp. 179-195
Questo studio fornisce un esame dello stato attuale delle trasmissione di conoscenza nella letteratura sul gioco d’azzardo e offre raccomandazioni per gli indirizzi futuri. Nella letteratura sul gioco d’azzardo la conoscenza mirata all’azione si trova principalmente nelle seguenti aree: costruzione di consenso fra le parti interessate (es. istituendo le migliori pratiche); trasmissione di informazioni da discipline collegate (es. il campo delle dipendenze); collaborazione o co-progettazione con utenti finali (es. giocatori con disturbi); e lo sviluppo di strumenti e tattiche per assistere i giocatori. Vengono fornite raccomandazioni per far avanzare la trasmissione di conoscenza nel campo del gioco d’azzardo, e per l’applicazione di efficaci strategie di trasmissione di conoscenza provenienti dall’area della salute mentale. L’intenzione di questa rassegna è quella di fornire ai ricercatori specifiche raccomandazioni che valorizzino l’importanza del loro lavoro. Gli autori si augurano che questa rassegna serva a fare ulteriormente progredire l’integrazione della trasmissione di conoscenza nella letteratura sul gioco d’azzardo, e a passare effettivamente dalla ricerca alle politiche e alla pratica.

Mélina Andronicos … [et al.], Do male and female gamblers have the same burden of adversity over their life course?, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2015), vol. 15, pp. 224-238
L’obiettivo di questa ricerca è indagare le differenze di genere e il carico di avversità durante il corso della vita di persone che sviluppano problemi di gioco d’azzardo. Un campione di 86 partecipanti adulti si è dimostrato conforme ai criteri di gioco problematico a rischio negli ultimi 5 anni. I dati sono stati ottenuti da segnalazioni durante interviste dirette semistrutturate usando SCID I e II (Structural Clinical Interview for DSM IV Axis I – II Disorders), SOGS (South Oaks Gambling Scheme), il Modulo K e la metodologia di narrazione delle traiettorie di vita. I risultati hanno rivelato un alto livello di avversità lungo tutte le traiettorie di vita degli uomini e delle donne studiati. I risultati hanno indicato che il maggiore carico di disturbi di salute mentale e la presenza di disturbi legati all’ansia sono più significativi nelle donne.

Anna Bussu, Claudio Detotto, The bidirectional relationship between gambling and addictive substances, International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2015), vol. 15, pp. 285-308
Questo studio intende analizzare la concomitanza dell’attività di gioco d’azzardo e il consumo di sostanze che danno dipendenza, quali tabacco, alcol e droghe. Usando un campione di 709 giocatori d’azzardo della Sardegna, si propone un approccio probit multivariato, in quanto consente lo studio simultaneo del grado di correlazione esistente fra il consumo di diverse sostanze. I risultati documentano che, da un lato, scommettere una quantità maggiore di denaro porta ad aumentare il fumo di tabacco durante la partita e, dall’altro lato, la simultanea concomitanza di fumo, alcol e droghe fa aumentare la probabilità di un maggiore coinvolgimento nell’attività di gioco. Secondo gli autori, conoscere gli effetti del positivo rafforzamento appartenenti alle sostanze che danno dipendenza è il primo passo verso la realizzazione della prevenzione e di modalità di trattamento più efficaci per giocatori problematici/patologici.

Raffaele Bianchetti, Imputabilità penale e disturbo da gioco d’azzardo: quali indicazioni dalla giurisprudenza italiana, in Mission, a. 12, n. 43 (giu. 2015), pp. 9-14
Questo saggio, analizza il delicato tema del gambling in relazione al concetto di imputabilità. Attraverso l’esame delle azioni giudiziarie, questo articolo mostra “come” questo disturbo sia stato considerato dai diversi organi giudiziari: praticamente, se si è considerata una malattia con le caratteristiche di infermità e quindi se, in relazione al tipo di reato commesso, l’imputato sia stato valutato incapace di intendere e volere nel momento in cui è stato commesso il reato. L’autore è avvocato, docente di Criminologia e Criminalistica all’Università degli Studi di Milano e giudice esperto presso il Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Annie-Claude Savard, Joel Tremblay, Daniel Turcotte, Problem gambling among adolescents: toward a social and interactionist reading, in International Gambling Studies, n. 1 (apr. 2015), vol. 15, pp. 39-54
Due aspetti distinguono gli approcci usati per concettualizzare il gioco d’azzardo problematico nell’adolescenza. Il primo aspetto riguarda il tipo di variabili coinvolte nella concettualizzazione del fenomeno: la maggioranza degli approcci integrano variabili di natura individuale nella loro costruzione e danno poca considerazione alle variabili di tipo sociale. Il secondo aspetto riguarda la distinzione fra determinismo e interazionismo. Molti approcci sembrano seguire una linea deterministica di pensiero e pochi considerano le persone come attori sociali che interagiscono nel loro ambiente. Di conseguenza, questo articolo intende preparare il terreno concettuale per studi successivi che adottino un approccio più sociologico e interattivo.

Miriam Vanzetta, Elisa Agosti, Paolo Dallago, Insieme contro l’azzardo. L’auto/mutuo aiuto per combattere il gioco d’azzardo patologico, in Lavoro sociale, n. 2 (apr. 2015), vol. 15, pp. 17-21
L’articolo presenta l’esperienza dell’Associazione A.M.A. di Trento, che si occupa dal 1998 di gioco d’azzardo patologico con l’attivazione di gruppi di auto/mutuo aiuto sul territorio. Sono luoghi nei quali le persone accomunate dalla stessa situazione possono esprimersi e condividere le proprie esperienze, riflessioni e difficoltà e mettere in atto strategie comuni per il superamento della dipendenza.

Grace M. Barnes … [et al.], Gambling and substance use: co-occurrence among adults in a recent general population study in the United States, in International Gambling Studies, n. 1 (apr. 2015), vol. 15, pp. 55-71
Questo studio è un esame aggiornato dei comportamenti e anche dei problemi di gioco d’azzardo e la loro relazione con il consumo e l’abuso di sostanze. La ricerca è stata effettuata utilizzando un campione rappresentativo su larga scala di adulti di 18 anni e oltre, negli Stati Uniti. Il metodo adottato è stato quello dell’intervista telefonica, su tutto il territorio nazionale con numeri telefonici scelti a caso, nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013. Nel presente articolo vengono descritti e commentati i risultati della ricerca.

Ioannis Anifantakis, Arianna Borsacchi, Ilaria Londi, Il campo dei miracoli: la peer education nella prevenzione del gioco d’azzardo, in Alcologia,  n. 22 (apr. 2015), pp. 29-33
L’articolo descrive un progetto innovativo sia per il tema trattato che per la modalità impiegata, la Peer Education, realizzato in due grandi istituti superiori di Prato. Si tratta di un percorso di prevenzione e presa di consapevolezza riguardante il gioco d’azzardo, che sta sempre più prendendo piede tra i giovani e le famiglie, anche a causa della crisi economica e della ricerca di facili guadagni.

Natale Canale, Alessio Vieno, La grande sfida. Il gioco d’azzardo in adolescenza, in Psicologia contemporanea, n. 247 (gen.-feb. 2015), pp. 47-51
Gli autori, ricercatori universitari, analizzano il gioco d’azzardo come un fenomeno che non può essere compreso analizzandone solo la sua base individuale, come opposta a quella sociale o ambientale. Occorre, essi affermano, adottare una prospettiva più ampia, sensibile anche alle forze sociali, economiche e politiche che condizionano un individuo, soprattutto in fase adolescenziale.

Graziano Bellio, I giocatori d’azzardo problematici: l’ennesima emergenza per i Ser.T?, in Dal fare al dire, a. 24, n. 2 (2015), pp. 3-5
L’articolo descrive le difficoltà organizzative, e spesso anche normative, che i Ser.T devono affrontare per accogliere le persone la cui esistenza e le cui relazioni sono state gravemente danneggiate dal gioco d’azzardo legale. Secondo l’autore, i Ser.T infatti sono carenti di risorse già rispetto al lavoro ordinario di assistenza ai tossicodipendenti e il disturbo da gioco d’azzardo è l’ultimo di una lunga serie di bisogni che hanno via via incrementato il carico di lavoro dei servizi, ma senza un adeguamento delle risorse.

Daniela Capitanucci, Un ambulatorio specialistico sperimentale per il gioco d’azzardo patologico, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45, n. 1 (inverno 2015), pp. 11-16
L’autrice, psicologa e psicoterapeuta, descrive un progetto di ambulatorio il cui pubblico destinatario erano sia i giocatori d’azzardo patologici che i loro famigliari, considerati “utenti” a pieno titolo in quanto portatori di bisogni propri, correlati all’azzardopatia dei congiunti. Il progetto mirava a: impostare un preciso modello di intervento, creando un’équipe multidisciplinare atta a formulare progetti individualizzati per ciascun utente/famiglia; fornire pacchetti di prestazioni differenziate a seconda della gravità presentata dai pazienti; sperimentare un’unità di offerta specialistica monotematica pluridisciplinare integrata

A cura di Cristina Bertogna e Rodolfo Picciulin, L’azzardo del gioco. Riflessioni sulle ludopatie, La meridiana, 2014, Molfetta (Bari), pp. 140
Per i giocatori d’azzardo il tavolo da gioco diventa un elemento concreto intorno a cui ruota la loro esistenza, come la pallina della roulette. Attraverso il gioco l’uomo realizza una presa di distanza dalla propria vita: “gioca” il lavoro, “gioca” l’amore, “gioca” la lotta e in questo modo si autorappresenta. Nella patologia del gioco si viene a perdere questa distanza e, con essa, anche la capacità di avere un’immagine di sé stessi diversa dal giocatore attaccato al tavolo da gioco o alle slot machine. Questo testo, incrociando letture e competenze diversificate, offre uno sguardo psicoterapeutico completo sulle ludopatie. La postfazione è di Luigi Cancrini.
Collocazione biblioteca: 16926

Maurizio Fea, Valutazione di efficacia degli interventi di prevenzione sul gambling a livello internazionale, in Sicurezza e scienze sociali, a. 2, n. 3 (ott.-dic. 2014), pp. 182-201
L’articolo presenta una rassegna della letteratura internazionale sulla prevenzione del gioco d’azzardo, con una valutazione dell’efficacia delle numerose iniziative riguardanti il gioco d’azzardo patologico. L’autore invita i policy maker a non accontentarsi di analisi frettolose e superficiali, e i ricercatori a sviluppare linee di studio specifiche per tipologie di gioco, di giocatore e di contesti, tenendo conto che le forme regolatrici dei sistemi di gioco hanno forte influenza sui comportamenti della popolazione che gioca e su quella che potrebbe giocare, con tutti gli inevitabili riflessi sulla diffusione di problematicità e di patologie.

Servane Barrault, Aurélie Untans, Isabella Varescon, Special features of poker, in International Gambling Studies, n. 3 (dic. 2014), vol. 14, pp. 492-504
Il poker è ora uno dei tipi più popolari di gioco d’azzardo online, principalmente a causa delle sue particolari caratteristiche strutturali. Questo studio si propone di indagare le rappresentazioni da parte dei regolari giocatori di poker delle caratteristiche speciali di questo gioco, unitamente ai loro probabili collegamenti con il “tilt” (cioè la perdita di controllo durante il gioco) e il gioco d’azzardo problematico. Ventitré giocatori regolari di poker reclutati online hanno preso parte a una intervista i cui argomenti principali erano: fortuna contro abilità, sensazioni ed emozioni collegate al poker, scoperta del poker, tilt, differenze fra gioco online e dal vivo e rischi di coinvolgimento eccessivo nel poker.

Eugenio Rossi, Il paradosso del gioco d’azzardo, in Pedagogika.it, a. 18, n. 4 (ott.- dic. 2014), pp. 68-72
L’autore, docente di Sociologia all’Università di Milano Bicocca, si interroga sul momento in cui il gioco d’azzardo da attività di svago diventa malattia e dipendenza, in quali istanti dell’esistenza il gioco compulsivo si riconosce socialmente e i giocatori realizzano il loro bisogno di cura. L’impoverimento e la sofferenza dei famigliari sembrano essere i fattori determinanti che innescano il riconoscimento sociale e individuale della ludopatia.

Emma I. Brett … [et al.], Do the DSM-5 diagnostic revisions affect the psychometric properties of the Brief Biosocial Gambling Screen?, in International Gambling Studies, n. 3 (dic. 2014), vol. 14, pp. 447-456
Svariati cambiamenti significativi nei criteri diagnostici per il disturbo da gioco d’azzardo si sono verificati con la revisione più recente del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5). Questi cambiamenti intendono semplificare e snellire la diagnosi senza comprometterne la validità. Tuttavia molti degli strumenti usati per individuare e diagnosticare il disturbo si basano sulla quarta edizione precedente del DSM, e non è chiaro come si comportino con i criteri diagnostici rivisti. Lo scopo di questo studio è esaminare le proprietà psicometriche di un comune mezzo di individuazione del gioco d’azzardo patologico, il Brief Biosocial Gambling Screen, nel contesto dei criteri DSM-5 all’interno di un campione in cerca di aiuto. I giocatori che hanno chiamato un numero verde (N=2750) hanno concluso con un medico qualificato un’intervista semi-strutturata che valutava i criteri di gioco patologico DSM-IV dell’anno precedente.

Maurizio Fea, Gioca Responsabile help line e sito web: bilancio di quattro anni di attività, in Sicurezza e scienze sociali, a. 2, n. 3 (ott.-dic. 2014), pp. 146-155
L’articolo descrive le caratteristiche dei giocatori d’azzardo patologici e dei loro famigliari che hanno preso contatto con il servizio Gioca Responsabile. Analizza poi i risultati di quattro anni di attività dell’help-line e del sito web per il sostegno agli affetti da gambling patologico e ai loro famigliari, suggerendo anche terapie cognitivo comportamentali.

Sally M. Gainsbury … [et al.], A taxonomy of gambling and casino games via social media and online technologies, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2014), vol. 14, pp. 196-213
L’accresciuta popolarità dei giochi d’azzardo da casinò sulle piattaforme dei social media ha spinto le giurisdizioni internazionali a valutare quanto questi giochi possono essere simili ad attività di gioco su Internet e quindi soggetti a interventi normativi. I temi del gioco d’azzardo sono popolari nei videogiochi e nei giochi al computer e attività di gioco d’azzardo simulato sono comunemente offerte dagli operatori dei giochi come mezzo per allettare gli utenti a giocare a soldi online. Tuttavia poche ricerche hanno valutato l’impatto della convergenza digitale fra gioco d’azzardo e gioco. La mancanza di una chiara definizione delle attività online aventi come tema il gioco d’azzardo rappresenta un ostacolo significativo nei campi della ricerca su gioco d’azzardo e gioco. Basandosi su una rassegna della letteratura esistente, questo articolo propone una tassonomia per individuare i molti tipi di attività online con un contenuto tematico di gioco d’azzardo. Secondo tale tassonomia le caratteristiche principali che diversificano i giochi d’azzardo online comprendono: la richiesta di un pagamento, il ruolo dell’abilità, il tipo di piattaforma e il tema centrato sul gioco d’azzardo.

Kahil S. Philander, Terry-Lynn MacKay, Online gambling participation and problem gambling severity: is there a causal relationship?, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2014), vol. 14, pp. 214-227
Studi sul gioco d’azzardo su Internet hanno costantemente rilevato che i giocatori online hanno maggiori probabilità di manifestare un comportamento disturbato rispetto a quelli offline. Tuttavia pochi ricercatori hanno accertato se esiste un valido motivo causale a supporto di questa tesi o se questa relazione sia legata ad una o più variabili mancanti. Nel presente lavoro, utilizzando un metodo con dati secondari che corregge la potenziale distorsione da variabili omesse, viene rilevato che la partecipazione al gioco d’azzardo online dello scorso anno è collegata a una diminuzione della gravità del gioco problematico, il che rappresenta l’opposto della posizione diffusa nella letteratura corrente. Le stime di questo studio si sono dimostrate solide per varie forme di gioco d’azzardo online, per variabili di controllo e per strumenti di misurazione del gioco d’azzardo problematico. I risultati sono rimasti costanti anche quando si è utilizzato un campione rappresentativo del Regno Unito e un gruppo di ricerca online dell’Ontario in Canada. Poiché il principale punto di forza contro l’adozione generalizzata del gioco d’azzardo su Internet è stata l’attenzione della sanità pubblica riguardo al gioco problematico, questo studio fornisce l’evidenza che decisioni in materia dovrebbero ricevere una più attenta considerazione dai decisori politici.

Simone N. Rodda, Nerilee Hing, Dan I. Lubman, Improved outcomes following contact with a gambling helpline: the impact of gender on barriers and facilitators, inInternational Gambling Studies, n. 2 (ago. 2014), vol. 14, pp. 318-329
Le linee di assistenza telefonica per il gioco d’azzardo si sono sviluppate in un periodo in cui le testimonianze di ricerca di aiuto si basavano quasi interamente su giocatori maschi e ci sono poche testimonianze che tali linee siano cambiate in risposta all’aumento esponenziale delle giocatrici negli ultimi 20 anni. Lo studio ha voluto esplorare l’impatto di genere sulle chiamate alle linee australiane di assistenza telefonica, comprendendo le caratteristiche di chi chiama, gli ostacoli e le facilitazioni dei contatti, come pure i risultati delle chiamate. Gli autori hanno preso in esame 170 chiamanti (94% giocatori problematici, 61% maschi) circa un mese dopo la loro chiamata e hanno riscontrato differenze di genere in termine di età, tipo di gioco preferito, impiego e fonte di riferimento. I maschi e le femmine avevano le stesse probabilità di ricercare ulteriore aiuto presso risorse formali, informali e mediante auto-aiuto. Considerando che soltanto il 10% di chiamanti non accedeva a un ulteriore aiuto, queste conclusioni sottolineano l’importanza delle linee di assistenza telefonica come principale sostegno sia per gli uomini che le donne con problemi di gioco d’azzardo.

Kevin Harrigan … [et al.], Games of chance or masters of illusion: multiline slots design may promote cognitive distorsions, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2014), vol. 14, pp. 301-317
I giocatori problematici hanno spesso credenze distorte sul gioco d’azzardo, fra cui l’illusione del controllo e l’inganno tipico del giocatore. La maggioranza dei giochi multi linea di slot consentono ai giocatori di regolare il numero di paylines su cui scommettere e l’ammontare della scommessa per linea, e con il tempo questo controllo può avvalorare convinzioni errate e promuovere credenze distorte sul gioco. I ricercatori hanno elaborato dei software per effettuare simulazioni di un popolare gioco slot multi linea e ne hanno esaminato gli effetti quando si scommette su una singola linea rispetto a paylines multiple. Il controllo del giocatore sui giochi multi linea di slot può portare chi gioca frequentemente d’azzardo a conclusioni errate a favore del gioco eccessivo, nonostante le perdite ricorrenti.

Caleb D. Lloyd, Nick Chadwick, Ralph C. Serin, Associations between gambling, substance misuse and recidivism among Canadian offenders: a multifaceted exploration of poor impulse control traits and behaviours, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2014), vol. 14, pp. 279-300
Le correlazioni fra gioco d’azzardo, consumo di sostanze e crimine suggeriscono che ciascuno di questi comportamenti possa essere indicatore di un singolo tratto problematico di base, quale lo scarso controllo degli impulsi. Lo scopo del presente lavoro è quello di indagare se i tratti auto-riferiti fanno prevedere in prospettiva una futura recidività criminale, valutando il passato comportamento criminale di carcerati adulti, il consumo di sostanze e la pratica del gioco d’azzardo. I ricercatori hanno adottato un approccio costituito di più parti per misurare i componenti del controllo degli impulsi, utilizzando tre questionari per valutare la ricerca di sensazioni, la scarsa premeditazione e la sensibilità alla ricompensa. I partecipanti erano maschi volontari, detenuti in due istituzioni federali.

Marcello Esposito, Gioco d’azzardo: qual è la vera posta? Tecnologie che creano dipendenze, in Aggiornamenti Sociali, a. 65, n. 5 (mag. 2014), pp. 392-404
L’autore, docente universitario, esperto di mercati finanziari internazionali, presenta dapprima una fotografia della situazione del gioco d’azzardo in Italia; in seguito, prendendo spunto dal libro “Addiction by Design”, dell’antropologa Natasha Dow Schull, frutto di anni di ricerca sui giocatori di Las Vegas, cerca di comprendere le motivazioni e i desideri dei giocatori, gli elementi che favoriscono la ludopatia, le conseguenze della tecnologia digitale in questo campo, e, infine, le prospettive di riflessione sulle conseguenze sociali e culturali a lungo termine del fenomeno.

Nerilee Hing … [et al.], Stigma and problem gambling: current knowledge and future research directions, in International Gambling Studies, n. 1 (apr. 2014), vol. 14, pp. 64-81
Anche se non ancora sufficientemente indagata, la stigmatizzazione è stata identificata come un importante ostacolo per la ricerca di aiuto, il trattamento e la guarigione dai problemi di gioco d’azzardo. Questo articolo intende fornire informazioni sulla stigmatizzazione associata al gioco d’azzardo problematico, sottolineando le lacune della ricerca esistente e dando indicazioni per quella futura. In questo articolo, per la prima volta, la stigmatizzazione e il gioco d’azzardo problematico sono riuniti e rivisti usando ampie costruzioni e una vasta letteratura, attinte da una serie di nuove fonti basilari. In merito al gioco d’azzardo problematico, le dimensioni della stigmatizzazione, ad eccezione della sua origine, devono ancora essere indagate, come pure i percorsi attraverso i quali viene a crearsi, le sue caratteristiche pubbliche e di percezione, e le strategie usate per gestirla.

Barna Konkoly Thege, David C. Hodgins,   “Light drugs” of gambling? Non-problematic gambling activities of pathological gamblers, in International Gambling Studies, n. 1 (apr. 2014), vol. 14, pp. 29-38
Lo scopo della ricerca era indagare se esistono attività di gioco d’azzardo innocue per giocatori patologici. Attraverso annunci sui media, sono stati reclutati 169 giocatori patologici che avevano da poco smesso di giocare. All’inizio dello studio, ai rispondenti è stato chiesto di riferire qualsiasi attività di gioco d’azzardo che non creasse loro dei problemi, insieme a quelle che invece ne causavano. Le attività di gioco sono state suddivise nelle seguenti categorie: lotteria, gratta e vinci, bingo, scommesse o partite a carte con amici/famiglia, corse dei cavalli, riffa, giochi di casinò e video lotterie. Solo una piccola percentuale (16%) dei rispondenti ha riferito di non avere attività di gioco non problematiche, tuttavia le conclusioni forniscono qualche sostegno all’idea che i giocatori patologici che vogliono abbandonare il gioco d’azzardo possono continuare a effettuare alcuni tipi di gioco d’azzardo; la completa astinenza può non essere indispensabile.

A cura di Leopoldo Grosso e Francesca Rascazzo, Atlante delle dipendenze, Edizioni Gruppo Abele, 2014, Torino, pp. 687
Si segnalano nel capitolo III la voce “Azzardo” di Francesca Rascazzo e nel capitolo V “Disciplina delle droghe legali” di M. Dall’Oglio. Collocazione biblioteca: 16737

Leopoldo Grosso, Monica Reynaudo, Francesca Rascazzo, L’azzardo non è un gioco. Gioco d’azzardo legale e rischio dipendenza tra le persone over 65 incontrate da Auser, Gruppo Abele – Auser – Libera, 2014, pp. 64
L’Auser, in quanto associazione impegnata in favore delle persone anziane, ha promosso la ricerca, intitolata “L’azzardo non è un gioco” in collaborazione con il Gruppo Abele per colmare un vuoto di informazione e offrire un fondamento analitico a tutti coloro che nelle associazioni, negli enti locali, in parlamento e nel sindacato si battono per arginare il proliferare incontrollato del gioco d’azzardo. Si tratta di una ricerca-intervento, che ha permesso ai volontari dell’Auser di avvicinare e coinvolgere anche in esperienze di auto mutuo aiuto molti anziani a rischio di dipendenza da gioco d’azzardo. Nel documento, presentato a Torino il 3 marzo 2014, vengono analizzati i risultati dei questionari (864 quelli considerati validi), tenendo conto delle differenze di regione, età, sesso, reddito, famiglia, ecc.
Collocazione biblioteca: H2302

A cura di Pietro Fausto D’Egidio e Alfio Lucchini, La società dipendente. Il sistema di competenze e responsabilità per comprendere, decidere e agire, Franco Angeli, 2014, Milano, pp. 122
Il volume raccoglie riflessioni, e in parte aspetti del dibattito, espresse dal V Congresso nazionale FeDerSerD, svoltosi a Roma nell’ottobre 2013. Parlare ancora di normalità e devianza, senso della prevenzione, tutela della salute e malattia, limiti alla cura, ha senso se vengono inseriti in una visone di cambiamento e di ricerca di nuovi paradigmi. Questo l’obiettivo del testo, che offre spazi di approfondimento in un momento veramente cruciale, sia per gli evidenti cambiamenti istituzionali e normativi, sia per le modifiche nell’organizzazione dei servizi, sia per la grave situazione economica, con conseguenti gravi tagli delle risorse dedicate. Si segnala il contributo di Fabio Lucchini  “L’evoluzione del concetto di devianza e la sua costruzione sociale: il caso del gioco d’azzardo patologico”.
Collocazione biblioteca: 16822

A cura di Graziano Bellio e Mauro Croce, Manuale sul gioco d’azzardo. Diagnosi, valutazione e trattamenti, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 411
Il volume intende porsi quale strumento di consultazione e di lavoro per operatori dei servizi sanitari, terapeuti liberi professionisti, e anche per gli operatori sociali impegnati nelle comunità terapeutiche, cooperative e associazioni di volontariato che si trovano a fronteggiare i vari problemi che il gioco d’azzardo può presentare. La questione della diagnosi, l’assessment multidimensionale, la gestione della comorbilità, l’individuazione e la gestione del trattamento idoneo, il lavoro con le famiglie, i trattamenti residenziali, sono alcuni dei temi che vengono approfonditi avvalendosi del contributo di molti tra i maggiori esperti di differenti discipline, scuole teoriche e contesti di appartenenza. Vengono altresì discusse alcune specificità del gioco d’azzardo, come per esempio il gioco al femminile, i giovani, gli intrecci con internet o con altre dipendenze.
Collocazione biblioteca: 16900

A cura di Costantino Cipolla, Le implicazioni sociali del gioco d’azzardo, Il caso dell’Emilia-Romagna, Franco Angeli, Milano, 2014
Il volume riporta i risultati di una ricerca biennale, diretta da Costantino Cipolla, riguardante le implicazioni criminologiche e vittimologiche del gioco d’azzardo in Emilia-Romagna. La ricerca, frutto di un protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e l’Università di Bologna, ha visto il coinvolgimento di giocatori, ex giocatori, figure apicali delle Forze dell’Ordine e operatori delle strutture di recupero di 9 province emiliano-romagnole, concludendosi con un Report nel dicembre 2013. Fra i principali esiti rilevati si evidenzia come l’azzardo, quale “nuova e incentivata forma di consumo”, anche sul web, sia caratterizzato da un aumento assai rilevante del numero dei giocatori così come dei molteplici interessi di natura criminogena sottesi al poliedrico mondo del gambling, ciò in misura direttamente proporzionale all’allargamento dei confini di quest’ultimo. Il volume, partendo dalla comparazione con le realtà e le politiche poste in essere in materia in altri contesti europei e oltreoceano, propone orientamenti per la comprensione dei più recenti trend relativi al mondo dell’azzardo, significative riflessioni sulla correlazione fra gioco d’azzardo e crimine attinenti la realtà locale ed il tessuto sociale dell’Emilia-Romagna, nonché un’analisi delle politiche territoriali volte a contrastare gli effetti dannosi dell’azzardo, con riferimento sia alle condotte patogene che alla sicurezza e alla prevenzione rispetto ad attività illegali e alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata e mafiosa sul territorio. Costantino Cipolla è professore ordinario di Sociologia e coordinatore del corso di Laurea Magistrale in Scienze criminologiche per l’investigazione e la sicurezza presso l’Università di Bologna.
Collocazione biblioteca: 17031

Massimo Corti, Marco Riglietta, Gioco d’azzardo patologico e clusters personologici. Una proposta di classificazione per possibili interventi differenziati, in Mission, n. 42 (2014), pp. 9-13
In vari studi il Gioco d’Azzardo Patologico viene definito come una modalità mal adattiva di gioco d’azzardo, caratterizzata da perdita di controllo sul comportamento. Si evidenziano correlazioni tra il gioco d’azzardo ed alcuni tratti fragili della personalità quali l’insicurezza, la scarsa autostima, l’impulsività, la rigidità di pensiero, la bassa tolleranza allo stress ed alle frustrazioni, la tendenza all’aggressività, fino ad arrivare a sviluppare vere e proprie patologie come la depressione o il disturbo ossessivo-compulsivo.

Marzio Marino, Carlo Arrigone, GAP Il gioco malato. Inquadramento teorico, funzionamento generale, approcci, terapia, prevenzione, dati epidemiologico, normativa,Odon, Milano, 2014, pp. 184
Il GAP, come altri tipi di disturbi psicologici, è molto pervasivo nella quotidianità del soggetto coinvolto e tende a compromettere, oltre alla vita personale e familiare del giocatore, anche l’ambito lavorativo nonché lo stato psico-fisico generale. Inoltre molto spesso il momento del gioco viene associato all’abuso di sostanze e alcolici, che tendono ad amplificare la dipendenza diminuendo la capacità di controllo e raziocinio della persona e aumentando l’impulsività e le condotte pericolose. Il libro ha lo scopo di fare luce sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico, tentando di mantenere un atteggiamento critico distaccato, avvalendosi dei dati e delle ricerche scientifiche più recenti.
Collocazione biblioteca: 16831

A cura di Tiziana Cassese … [et al.], Fare prevenzione sui consumi giovanili di “sostanze”, in Animazione Sociale, a. 44, n. 279 (gen. 2014), pp. 36-79
L’inserto nasce dal constatare come oggi sia importante fare memoria di tutto ciò che l’esperienza ha accumulato in termini di apprendimento sul ‘fare prevenzione’. Tanto più perchè la prevenzione sta rischiando di essere sempre più residuale, in termini di investimenti, mentre nella società le pressioni al consumo sono molto forti. Occorre ricordare anche che alla triade di sostanze psicoattive più comunemente utilizzate da parte dei giovani (alcol, tabacco e cannabis) va aggiunto il gioco d’azzardo, come risultato di una gigantesca esposizione all’offerta. Gli autori dei contributi sono: Mauro Croce, direttore del settore Educazione alla salute dell’ASL VC; Leopoldo Grosso, psicologo e vicepresidente del Gruppo Abele; Tiziana Cassese, Livia Racca e Monica Rupo dell’Associazione Aliseo di Torino.

Alfio Lucchini, Droghe, comportamenti, dipendenze. Fenomeni norme protagonismo, Franco Angeli, 2014, Milano, pp. 298
Il consumo di sostanze e i comportamenti di addiction fanno ormai parte in modo strutturale della società contemporanea. Il volume definisce, contestualizza e analizza tematiche attuali, ma che spesso ancora sono ignorate, a partire dalla natura dei comportamenti di addiction e degli aspetti patologici delle dipendenze. Vengono illustrate le diverse sostanze e i principali comportamenti di addiction; vengono proposti approfondimenti e descritti strumenti e pratiche di particolare valore e interesse di applicazione, con grande attenzione al gioco d’azzardo patologico e all’alcolismo, due tipi di dipendenza che sono all’origine di molteplici problematiche, anche sociali. Vasta e aggiornata è anche la rassegna normativa presentata, con le fonti di legge che regolano questo complesso settore, evidenziando lo sviluppo storico e il senso delle normative. Ampio e dettagliato, infine, il capitolo dedicato alle proposte di politiche di settore e al ruolo degli operatori del mondo delle dipendenze. Alfio Lucchini è medico, direttore di struttura complessa di psichiatria, specialista in psicologia medica, psicoterapeuta, direttore del Dipartimento delle Dipendenze della Asl Milano 2.
Collocazione biblioteca: 17030

Concettina Varango … [et al.], Disturbi della sfera affettiva nel giocatore patologico ed esperienza clinica, in Mission, a. 12, n. 41 (2014), pp. 51-55
L’articolo espone i risultati di uno studio volto a individuare i tratti caratteristici di personalità e a cercare relazioni significative tra genere, età e patologia nei giocatori d’azzardo patologici. Vengono discusse le caratteristiche e il profilo dei giocatori che accedono al Ser.T. di Lodi.

Lucia Coco … [et al.], Il Gruppo di lavoro sul Gambling del Dipartimento Dipendenze di Foligno/Spoleto, in Mission, a. 11, n. 40 (2013), pp. 75-81
Il Dipartimento Dipendenze Foligno/Spoleto presenta il suo Gruppo di lavoro sul Gambling: una squadra interdisciplinare che ha strutturato interventi rivolti a persone affette da gioco d’azzardo patologico con un approccio multidisciplinare (medico, sociale e psicologico). Il trattamento include interventi di tutoraggio finanziario, psicoterapia individuale o di gruppo, psicoterapia “multicoppiale”.

Associazione Aliseo, Gruppo Abele, Storie di vita e di accoglienza, in Animazione Sociale, a. 43, n. 278 (dic. 2013), pp. 103-106
Nella rubrica “I diari dell’operatore” tre storie di vita e di accoglienza. La seconda, dell’area Dipendenze del Gruppo Abele, racconta la vicenda di un giocatore d’azzardo che decide di farsi aiutare per uscire dalla dipendenza e risolvere la sua complicata situazione finanziaria.

Andrew B. Carver, John A. McCarty, Personality and psychographics of three types of gamblers in the United States, in International Gambling Studies, n. 3 (2013), vol. 13, pp. 338-355
Usando i risultati dell’Experian Marketing Services’ Simmons National Consumer Study (NCS), questo studio prende in esame le caratteristiche di tre tipi di giocatori d’azzardo negli USA: quelli che giocano regolarmente alla lotteria, i forti giocatori d’azzardo dei casinò e i giocatori online. Gli autori esaminano ogni tipo di giocatore usando parecchie variabili della personalità e psicografici: impulsività, desiderio di controllo, materialismo, assunzione di rischio, egocentrismo, introversione, ricerca di sensazioni, e prudenza finanziaria. Essi riscontrano che mentre tutti e tre i gruppi hanno alti livelli di impulsività e materialismo rispetto ai non giocatori, i più degni di nota sono i giocatori online, che hanno livelli superiori di assunzione di rischio, desiderio di controllo, egocentrismo e ricerca di sensazioni rispetto ai giocatori dei casinò, ai giocatori alla lotteria e ai non giocatori. Questo studio inoltre enfatizza l’importanza di prendere in considerazione i dati demografici quando si studiano gli psicografici, poiché alcuni di essi – relativi al gioco d’azzardo – sono condizionati dall’età.

A cura di Gioacchino Lavanco, GAP. Il gioco d’azzardo patologico. Orientamenti per la prevenzione e la cura, Pacini, Pisa, 2013
Quando il gioco d’azzardo non è più solo un passatempo, ma lo si fa in maniera compulsiva aumentando progressivamente la frequenza delle giocate e andando incontro a una dipendenza, siamo di fronte al Gioco d’Azzardo Patologico (GAP). Obiettivo di questa pubblicazione è quello di fornire a medici e pediatri di famiglia un focus per affrontare le molteplici criticità della dipendenza da gioco, un’adeguata formazione che consenta loro di evidenziare e segnalare tempestivamente situazioni a rischio, informazioni sui servizi specialistici territoriali competenti a gestire la patologia del GAP, strategie per attivare efficaci interventi di prevenzione.
Collocazione biblioteca: 16695

Alain d’Astous, Marc Di Gaspero, Explaining the performance of online sports bettors, International Gambling Studies, n. 3 (2013), vol. 13, pp. 371-387
Questo articolo riferisce i risultati di una indagine online su un campione di 161 scommettitori sportivi online in cui il rendimento dell’investimento calcolato sulla base delle loro ultime 20 scommesse era usato come la principale variabile dipendente. Un’analisi di regressione ha mostrato che il rendimento dell’investimento dei giocatori online è positivamente associato alla loro esperienza in scommesse sportive, al livello di ricerca e analisi delle informazioni effettuata prima di scommettere, e alla loro propensione a considerare gli eventi che accadono nella loro vita come il risultato delle forze del caso. Questi risultati della ricerca sono discussi nel contesto di un modello teorico generale, in base al quale la prestazione nel gioco è vista come dipendente da quattro tipi di determinanti: l’esperienza, la personalità, la motivazione e le capacità cognitive del giocatore.

Marcello Matté, L’ importante non è vincere ma giocare. Gioco d’azzardo, gioco sporco, in Settimana, n. 38 (ott. 2013), pp. 8-9
Prendendo spunto dalla mostra “Fate il nostro gioco”, organizzata a Bolzano dal Forum Prevenzioni con lo scopo pedagogico di disinnescare l’illusione della fortuna facile attraverso il disvelamento della matematica, l’articolo presenta una serie di dati sul gioco d’azzardo in Italia e sul ruolo ambiguo della politica in questo campo.
Collocazione biblioteca: G5812

Mauro Croce e Francesca Rascazzo, Gioco d’azzardo, giovani e famiglie, Edizioni Gruppo Abele, Firenze, 2013, pp. 217
Il testo affronta il tema del gioco d’azzardo e della dipendenza che da questo comportamento può derivare. Si esplora il tema a partire da alcune nozioni storiche e inerenti la natura dei giochi d’azzardo; si tratta poi della diffusione capillare dell’offerta di gioco d’azzardo pubblico, con riferimento all’economia dell’azzardo e ai rischi di infiltrazione criminale; si descrive, ancora, quali costi economici e sociali comporti la diffusione dell’azzardo tra la popolazione. La parte centrale del volume è dedicata al rapporto tra giovani, famiglie e gioco d’azzardo, con riferimento ai contenuti utilizzabili in contesti educativi e volti alla prevenzione. Segue la trattazione della dipendenza da gioco d’azzardo con riferimento ai meccanismi che caratterizzano questo specifico problema di salute; in chiusura, un capitolo dedicato alle possibilità di cura della dipendenza da gioco d’azzardo e ai servizi preposti.
Collocazione biblioteca: 16486

Simone Feder … [et al.], Azzardopatia: insieme per ritrovare la vita, in Alcologia, n. 17 (set. 2013), pp. 77-78
Per l’elevato numero di slot machine la città di Pavia ha ottenuto il triste primato di “Capitale del gioco d’azzardo in Italia”, per cui si sono svolte nel 2013 tante iniziative pubbliche per proporre una cultura della prevenzione. Intanto dal dicembre 2012 si è organizzata un’esperienza di gruppo di auto aiuto per giocatori e giocatrici d’azzardo, di cui l’articolo descrive il percorso e il funzionamento.

Robert Ladouceur, Annie Goulet, Frank Vitaro, Prevention programmes for youth gambling: a review of the empirical evidence, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2013), vol. 13, pp. 141-159
Questo articolo riesamina in chiave critica la letteratura esistente sull’efficacia dei programmi di prevenzione del gioco d’azzardo per i giovani. Sono presentate due categorie di strategie preventive, tutte universali e per la maggior parte basate sulla scuola: programmi di prevenzione specifici per il gioco d’azzardo e seminari su gioco d’azzardo e abilità connesse. L’età dei partecipanti ai vari studi andava dai 9 ai 20 anni. I risultati mostrano che i programmi di entrambe le categorie sono generalmente efficaci nel ridurre i concetti sbagliati e aumentare la conoscenza del gioco d’azzardo. Tuttavia, la mancanza di follow-up a lungo termine e di misure comportamentali rende difficile trarre chiare conclusioni circa l’efficacia di tali programmi. Vengono suggerite raccomandazioni per migliorare lo sviluppo e la valutazione dei futuri programmi di prevenzione del gioco d’azzardo giovanile.

Daniel R. Lalande … [et al.], Investigating non-gamblers: another step toward identifying potential protective factors against problem gambling, in International Gambling Studies, n. 2 (ago. 2013), vol. 13, pp. 176-187
In questo articolo si sostiene che saperne di più sui non-giocatori potrebbe aiutare i ricercatori a scoprire nuovi fattori protettivi contro il gioco d’azzardo problematico. Lo scopo di questo studio era quindi quello di identificare le caratteristiche socio demografiche, psicologiche e comportamentali che sono più prevalenti nei non-giocatori, rispetto ai giocatori. I risultati di un’analisi di regressione logistica con un campione rappresentativo di adulti della provincia del Quebec (Canada) hanno rilevato 12 elementi di predizione significativi di uno stato di assenza di gioco di azzardo. Fra questi elementi, sette erano variabili socio demografiche (cioè luogo di nascita, lingua madre, religione dell’infanzia, stato civile. istruzione, reddito familiare e storia familiare di problemi con il gioco d’ azzardo), quattro erano variabili psicologiche (cioè la percezione della propria situazione finanziaria rispetto agli altri, l’ottimismo sulla propria situazione finanziaria, le credenze riguardanti le possibilità di vincita, le idee suicide), e una variabile era comportamentale (cioè la frequentazione della chiesa). Sono necessarie tuttavia ulteriori ricerche comprendenti diversi tipi di variabili e una comune definizione operativa di non-giocatori per capire meglio questo sottogruppo e il suo potenziale protettivo contro i problemi di gioco d’azzardo.

Federico Tonioni, Psicopatologia web-mediata. Dipendenza di internet e nuovi fenomeni dissociativi, Springer, Milano, 2013, pp. 182
La crescita inarrestabile delle relazioni internet-mediate, destinate nel tempo a prevalere sui contatti “dal vivo”, ha moltiplicato le possibilità di comunicazione tra i giovani e complicato invece le relazioni con la generazione precedente. Il volume esplora la complessità dei quadri psicopatologici che ne scaturiscono, analizzando la dipendenza da internet nel contesto allargato di altre dipendenze comportamentali, come quella del gioco d’azzardo e varie forme di perversione delle condotte sessuali. Una parte del 3° capitolo è dedicata al fenomeno hikikomori. Collocazione biblioteca: 17141

Per Binde, Why people gamble: a model with five motivational dimensions, in International Gambling Studies, n. 1 (apr. 2013), vol. 13, pp. 81-97
L’articolo presenta un modello motivazionale di partecipazione al gioco d’azzardo. Il modello comprende cinque dimensioni motivazionali: 1) il sogno di sbancare il jackpot e trasformare la propria vita, 2) le gratificazioni sociali, 3) la sfida intellettuale, 4) i cambiamenti di umore prodotti dal gioco, e 5) la possibilità di vincere, motivazione fondamentale del gioco d’azzardo. Il modello è applicabile in modo prioritario al gioco d’azzardo ricreativo nelle società occidentali contemporanee, ma aiuta anche a capire il gioco d’azzardo problematico. Il modello integra la grande varietà di motivi personali che spingono le persone verso il gioco d’azzardo e rende possibile comprendere la speciale attrazione che esercita rispetto ad altre attività del tempo libero. Questo tipo di gioco attinge alla biopsicologia umana, suscita facilmente potenti processi psicologici e si collega a profondi significati culturali.

Mohammad R. Hayatbakhsh … [et al.], Early life course predictors of young adults’ gambling, in International Gambling Studies, n. 1 (apr. 2013), vol. 13, pp. 19-36
Questo studio ha esaminato l’associazione esistente fra una vasta gamma di fattori e il gioco d’azzardo di giovani adulti. Lo studio si basa su 3691 persone per le quali erano disponibili dati sul gioco d’azzardo auto-riferito, e sulla spesa di gioco al momento del follow-up al ventunesimo anno. Le variabili indipendenti sono state misurate all’inizio e nel follow-up a 14 anni. Mentre è incerto se interventi precoci per le persone che fanno uso precoce di sostanze o affrontano difficoltà dovute a circostanze familiari abbiano un impatto sulle percentuali di gioco, la ricerca dovrebbe analizzare se i programmi di intervento mirati a fattori modificabili quali il rendimento scolastico e il comportamento esternalizzante riducono il gioco d’azzardo in seguito.

Maurizio Fea, Alfio Lucchini, Analisi dei risultati del servizio Giocaresponsabile: due anni di attività, in Mission, n. 36 (2012), pp. 62-66
L’aumento della domanda di assistenza e la percezione sociale dell’aggravarsi del fenomeno di gambling addiction hanno indotto la FeDerSerD ad attivare il servizio Giocaresponsabile dal novembre 2009. Il servizio è totalmente gratuito e gestito da professionisti che danno consulenza e orientamento sia alle persone che hanno problemi di eccesso di gioco, sia a famigliari e amici. E’ costituito da help line e sito, oltre che da un numero verde gratuito. L’articolo descrive e analizza indicatori di attività del servizio e dati qualitativi relativi all’utenza.

David M. Ledgerwood … [et al.], Who Goes to Treatment? Predictors of Treatment Initiation among Gambling Help-Line Callers, in The American Journal on Addictions, n. 1 (gen.-feb. 2013), vol. 22, pp. 33-38
Lo studio presentato nell’articolo riguarda i fattori predittivi dell’avvio del trattamento nei giocatori patologici che si rivolgono a un servizio di “telefono amico”. Sono stati valutati 143 soggetti reclutati dopo una prima chiamata al servizio e poi ricontattati dopo due mesi. I risultati suggeriscono alcune strategie, focalizzate sui fattori motivazionali, che gli operatori del telefono amico possono adottare per spronare i giocatori a iniziare il trattamento.

Bernardo Dell’Osso, Senza limiti. Gioco, internet, shopping e altri disturbi del controllo degli impulsi, Il Pensiero Scientifico, 2013, Roma, pp. 124
I disturbi del controllo degli impulsi sono alla base di molti comportamenti definiti compulsivi. L’autore, medico psichiatra presso il Policlinico di Milano e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, fornisce, in modo facilmente accessibile, una puntuale analisi dei principali elementi di classificazione, presentazione clinica e terapia dei vari disturbi del controllo degli impulsi, con ulteriori approfondimenti di attualità dedicati al gioco d’azzardo patologico, alla “Internet addiction”, allo shopping compulsivo e ai comportamenti autolesivi.
Collocazione biblioteca: 16697

Anna Paola Lacatena … [et al.], Gambling e cura, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 43, n. 2 (feb. 2013), pp. 16-20
Le autrici, sulla base della crescita del consumo di gioco da parte della popolazione e degli interventi di cura, intendono promuovere una riflessione multidisciplinare sul gioco d’azzardo, avvalendosi della letteratura internazionale e del dato relativo all’attività del Dipartimento Dipendenze patologiche dell’ASL di Taranto. Consapevoli dell’inefficacia della clinica senza società (pura biopolitica) e della società senza clinica (velleitarismo), esse sostengono che ogni riflessione non può prescindere dai paradigmi esistenti e da una lettura socio-culturale del quotidiano.

Giovanni Serpelloni, Gambling. Gioco d’azzardo problematico e patologico: inquadramento generale, meccanismi fisio-patologici, vulnerabilità, evidenze scientifiche per la prevenzione, cura e riabilitazione. Manuale per i Dipartimenti delle Dipendenze, Dipartimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma,  2013, pp. 172
Il gioco d’azzardo, anche nel nostro Paese, ha assunto dimensioni rilevanti, seppure non ancora ben definite, e una forte spinta commerciale facilmente percepibile dalle innumerevoli pubblicità che sempre più sono presenti sui media. Il gioco d’azzardo porta con sé un rischio che, in particolare gruppi di persone ad alta vulnerabilità, può sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale (Gioco d’Azzardo Patologico – GAP). Questa pubblicazione vuole essere un contributo a focalizzare il problema sulla base delle evidenze scientifiche, al fine di evitare, come purtroppo sta già in parte accadendo, scelte e programmazioni nazionali e regionali, basate sulla spinta emotiva e sul clamore mediatico. In balia, quindi, di tensori politici ed economici che spesso assecondano più politiche di consenso o di reddito che non l’interesse della popolazione e la salute pubblica.

A cura di Bernardo Cattarinussi, Non posso farne a meno. Aspetti sociali delle dipendenze, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 253
La dipendenza può trasformarsi da perenne condizione umana in un qualcosa di imprescindibile e ossessionante. In questi ultimi anni, accanto a forme tradizionali di dipendenza chimica o da sostanze (si pensi a tabagismo, alcolismo, dipendenza da farmaci e droghe), si stanno sviluppando alcune dipendenze collegate alla ripetitività compulsiva di comportamenti normali, quali il gioco, lo sport, il lavoro, il consumo, l’alimentazione, i legami affettivi e sessuali. Anche questa tipologia appare caratterizzata da fenomeni come la compulsione, la perdita di controllo, la reiterazione del comportamento nonostante la consapevolezza delle problematiche connesse, la dominanza su ogni aspetto della vita dell’individuo coinvolto e infine la frequente tendenza alle ricadute. Le nuove dipendenze tuttavia non sembrano condividere lo stigma sociale proprio delle dipendenze derivanti dall’abuso di sostanze, anzi in qualche caso sono, oltre che tollerate, addirittura stimolate. Il volume intende tracciare per ogni dipendenza un breve profilo storico, esaminare i principali approcci teorici che se ne sono occupati, ipotizzare le pur sfuggevoli dimensioni statistiche, riportare le risultanze di eventuali ricerche qualitative e quantitative, mettere in rilievo le dimensioni più propriamente sociali e segnalare alcuni degli strumenti terapeutici più utilizzati. Il curatore insegna Sociologia presso l’Università di Udine.
Collocazione biblioteca: 16285

Gianluca Cuozzo, Gioco d’azzardo. La società dello spreco e i suoi miti, Mimesis, Milano – Udine 2013, pp. 70
Il meccanismo del gioco d’azzardo s’impadronisce totalmente dei giocatori, anima e corpo. Essi vivono una vita da automi: esseri senza una continuità storica vera e propria, esposti al mero caso e alla malia fatale della ripetizione. Questo, a ben vedere, è anche il tempo ipnotico dei consumi, in cui l’ultimo richiamo della moda – con rinnovato appeal mediatico – cerca di occultare il nostro essere inchiodati al demone del sempre-uguale (sempre lo stesso identico nuovo dell’ultimo prodotto immesso sul mercato). Tale mito raggelante è stato descritto magistralmente da Walter Benjamin, Philip K. Dick e Paul Auster; liberarci da esso ci porta inevitabilmente a un confronto serrato con il sogno osceno di benessere instillato dalla merce: dove persino uno shampoo promette la resurrezione.
Collocazione biblioteca: 16654