Si veda anche la bibliografia sulla scuola
Antonella Inverno, Sfide educative nel post pandemia. Impariamo a investire sul capitale umano, in Lavoro sociale, n. 5 (ott. 2021), vol. 21, pp. 10-15
Nonostante l’utilizzo massiccio di strumenti digitali in pandemia, l’Istat certifica che la vita scolastica di circa il 50% degli studenti è stata connotata dalla saltuarietà delle lezioni e dalla parzialità degli insegnamenti erogati. Questo dato è attribuibile al divario digitale che l’Italia sconta in termini di connettività, dei territori e delle scuole, e di dotazione di dispositivi tecnologici, ma anche al fatto che solo il 36% degli studenti di 16-19 anni ha competenze digitali adeguate, evidenziando così un problema di “povertà educativa digitale”. L’autrice sottolinea l’urgenza di assicurare l’accesso alle tecnologie e infrastrutture digitali adeguate, ma invita anche a promuovere l’acquisizione di competenze necessarie a superare gli ostacoli che esistono nel mondo digitale per cogliere tutte le opportunità che questo può offrire.
Sara De Carli … [et al.], Ultimo appello, in Vita, a. 28, n.9 (set. 2021), pp. 21-67
Si tratta di una raccolta di contributi sul tema scuola diviso in due capitoli: il primo indaga sui nodi irrisolti che non dipendono solo dalla pandemia Covid, il secondo sul superamento delle falle di un sistema scolastico che va ripensato dalle fondamenta, presentando sette chiavi per la scuola del futuro: patti educativi di comunità, protagonismo degli studenti, scuola digitale, innovazione didattica, re-design degli spazi, inclusione degli studenti con disabilità e connessione col mondo del lavoro.
Claudia Zanchetta … [et al.], Tecnologie e sociale, in Lavoro sociale, n. 4 (ago. 2021), vol. 21, pp. 17-27
Il focus proposto comprende due contributi. Il primo è “Social (net)work” di Claudia Zanchetta, in cui l’autrice sottolinea come i social abbiano ridisegnato il modo di relazionarsi e di rimanere in contatto con le persone e le comunità a livello globale. Il fenomeno ha portato operatori sociali ad utilizzare i social, come Facebook, per la tutela di bambini e ragazzi, dando vita ad un acceso dibattito sulla eticità della pratica. Il secondo contributo è “L’uso dei social nelle comunità dei minori” di Vincenzo Salerno, Giosuè Casasola e Vincenzo Riccio, che fanno un’attenta riflessione su come l’utilizzo degli smartphone e dei tablet influenzi l’evoluzione dei ragazzi, specialmente quelli che versano in condizioni di maggiore fragilità, e come le forme di controllo possono essere l’occasione per rendere più salda la relazione educativa nelle strutture protette.
Micaela Castiglioni … [et al.], Spazi virtuali dell’educare in Pedagogika.it, a. 25, n. 2 (apr.-mag.-giu. 2021), pp. 8-71
Nel presente dossier gli autori indagano sui risvolti che l’attuale situazione pandemica da Covid-19 e l’interazione attraverso strumenti digitali hanno sulle professionalità educative e del sociale. Per cercare di comprendere a fondo questa situazione sono riportate le esperienze dirette di pedagogisti, educatrici ed educatori, di esperti di settore, di insegnanti e docenti universitari. Un approfondimento specifico è dedicato all’utilizzo della didattica a distanza (DAD) con i bambini della scuola primaria e la messa in atto di pratiche educative con i bambini nella fascia di età 0-6 anni. Un punto di attenzione che viene rilevato in tutte le testimonianze riguarda il potenziamento della relazione tra adulti: docenti e genitori, educatori tra di loro ed educatori e detenuti.
Mario Becciu, Anna Rita Colasanti, Il rapporto genitori figli al tempo del Covid-19: fattori di rischio e risorse di resilienza. Primo report di una ricerca sul campo, in Rassegna CNOS, a. 37, n. 1 (gen. – apr. 2021), pp. 89-100
La ricerca presentata si propone di indagare in quale misura la condizione di lockdown durante l’epidemia di Covid-19 in Italia abbia influito sulla qualità delle relazioni all’interno delle famiglie. Un campione di 601 genitori è stato studiato attraverso un questionario online anonimo. Per la maggior parte dei rispondenti l’esperienza ha permesso di riscoprire il senso dell’unità e del sostegno familiari. Tuttavia, lo stress e le preoccupazioni economiche sono state vissute da una parte non trascurabile delle famiglie. Un terzo dei partecipanti sarebbe interessato a prendere parte a interventi di sostegno alla genitorialità. Gli autori discutono i limiti della ricerca, a partire dalla rappresentatività del campione, composto prevalentemente da donne, con un livello di istruzione elevato, tuttavia ritengono che possa fornire spunti di riflessione e di intervento.
Damiano Felini, Le tecnologie a scuola: strumento e materia di studio, in Aggiornamenti Sociali, a. 72, n. 2 (feb. 2021), pp. 115-122
Le nuove tecnologie entrano nel mondo della scuola, non soltanto come supporto per l’insegnamento, ma anche come oggetto di studio e di riflessione, in modo da fornire ai giovani di oggi gli strumenti per comprenderne la portata sociale e il significato culturale. L’autore indaga sulle modalità con le quali la scuola italiana sta affrontando questo compito e sulle possibili strategie da mettere in gioco.
Mauro Croce, Andrea Gnemmi, La peer education in epoca di coronavirus. Prevenire i nuovi rischi: gambling online, abuso dei device (e contagio), in Animazione Sociale, n. 1/342 (2021), pp. 32-38
L’epidemia da coronavirus e le conseguenti chiusure sono state buone alleate di tante forme di dipendenza che passano dall’uso intensivo dei device digitali, tra cui il gioco d’azzardo online. Si comprende quindi l’attualità della prevenzione e soprattutto l’importanza di utilizzare un metodo quale la peer education. Questa infatti è un modo di favorire l’elaborazione autonoma del pensiero critico che emerge proprio dal gruppo dei pari che, se adeguatamente formato e informato, può rappresentare una sorta di controcultura in grado di superare le insidie che il modello consumistico pone. La stessa modalità si potrebbe utilizzare per fare prevenzione del contagio da coronavirus.
Alessandro Belotti, Andrea Marchesi, Nella “buffer zone” delle politiche giovanili. Con i giovani, fuori dai luoghi comuni, in Animazione Sociale, n. 3/344 (2021), pp. 17-27
Gli autori, educatori, pedagogisti, raccontano quanto emerso da alcune giornate di confronto tra ragazzi e operatori coinvolti in esperienze significative durante i mesi di emergenza sanitaria a causa dell’epidemia di Covid-19. La dimensione indagata è stata la socialità e lo sviluppo di relazioni in contesti non formali. Intento del lavoro è rintracciare da queste esperienze qualche apprendimento e potenziali elementi di innovazione per le politiche giovanili.
A cura di Cinzia D’Alessandro, Ilaria Mussini, Tra distanza e vicinanza, in Bambini, n. 8 (ott. 2020), pp. 27-54
I servizi educativi hanno subito una scossa senza precedenti dalla chiusura imposta dall’emergenza sanitaria. L’approfondimento riporta una serie di riflessioni e di esperienze fatte durante il lockdown di primavera sulla relazione con i piccoli e le famiglie e su come tenere viva l’alleanza educativa anche a distanza. Nella medesima testata, si consultino inoltre, sull’uso delle tecnologie coi piccolissimi, l’articolo di Roberto Maffeo, Appunti educativi. Riflessione sul digital device nei servizi educativi, n. 6 (giu. 2020), pp. 62-65 e l’articolo di Cosimo Di Bari, La Media Education nei servizi 0-6. Teorie, strategie e pratiche, n. 1 (gen. 2020), pp. 19-23
Luca Toselli, La didattica a distanza. Funziona, se sai come farla, Sonda, Milano, 2020, 128 pp.
L’emergenza Covid-19 ha portato alla ribalta la formazione a distanza, con tutte le sue problematiche ma anche le sue mille opportunità. In questo testo vengono presentate le migliori pratiche e i comportamenti più efficaci per l’insegnamento a distanza e si spiega come si possa far convivere in armonia la didattica a distanza con la didattica tradizionale, in presenza. Luca Toselli è un docente che di didattica a distanza si occupa da molti anni e che l’ha sperimentata con successo con i suoi studenti durante il lockdown.
Collocazione Biblioteca: 18675
Guglielmo Trentin, Didattica con e nella rete. Dall’emergenza all’uso ordinario, Franco Angeli, Milano, 2020, 105 p.
La possibilità della costante connessione in rete consente a ciascuno di noi di agire in nuovi spazi, sospesi fra il reale e il virtuale, e per questo definiti ibridi. Questo inevitabilmente produce effetti sui processi di insegnamento-apprendimento, potenziandone le componenti non-formali e informali attraverso le interazioni con i pari e l’uso autonomo di ciò che è reperibile in rete. Offrendo suggestioni e indicando possibili modalità applicative, il volume intende stimolare una riflessione su come la rete possa diventare veicolo di innovazione didattico-pedagogica, proponendosi quindi come testo introduttivo e non di approfondimento metodologico, né tantomeno teorico, sull’uso educativo delle tecnologie di rete. L’intenzione è guidare il lettore nell’esplorazione dell’uso formativo della rete da due diverse angolature: la rete come supporto e/o ospite del processo di insegnamento-apprendimento; la rete come strumento per l’apprendimento continuo e la crescita professionale del personale della scuola.
Collocazione Biblioteca: P0044
Thomas Dreesen … [et al.], Promising practices for equitable remote learning. Emerging lessons from COVID-19 education responses in 127 countries, in Innocenti Research Brief. Unicef Covid-19 Children, n. 10 (2020) – on line, pp. 1-10
La pandemia COVID-19 ha avuto un impatto senza precedenti sulle società, a livello globale. Per contribuire a contenere la diffusione della malattia, le scuole di tutto il mondo hanno chiuso, colpendo 1,6 miliardi di studenti. I governi e le parti interessate all’istruzione hanno risposto rapidamente per continuare l’apprendimento dei bambini, utilizzando vari canali di consegna tra cui strumenti digitali, insegnamento basato sulla radio / TV e pacchetti da portare a casa per l’educazione guidata dai genitori o da chi si prende cura di loro. Tuttavia, l’enorme scala di chiusure scolastiche ha messo a nudo la distribuzione irregolare della tecnologia necessaria per facilitare l’apprendimento remoto. Ha inoltre messo in luce la mancanza di preparazione e scarsa resilienza dei sistemi a supporto di insegnanti, facilitatori e genitori / caregiver nell’uso sicuro della tecnologia per l’apprendimento. Utilizzando i dati sull’accesso alla tecnologia delle indagini domestiche (MICS e DHS) e informazioni sulle risposte dell’istruzione nazionale alle chiusure scolastiche raccolte dallo staff dell’istruzione dell’UNICEF in oltre 120 paesi, questo breve articolo esplora potenziali pratiche promettenti per un equo apprendimento da remoto. Per quanto riguarda la situazione in Italia, si consulti l’articolo di Gabriele Ballarino e Stefano Cantalini, Covid-19, scuola a distanza e disuguaglianze, in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 1 (gen. -mar. 2020) – on line, pp. 205-216
Franco Blezza … [et al.], Speciale Giorni sospesi, cronache del Coronavirus, in Pedagogika.it , a. 24, n. 2 (apr.-giu. 2020), pp. 10-107
In tempo di pandemia molti operatori sociali pedagogisti, educatori, insegnanti, ecc., hanno dovuto interrompere la loro attività, molti altri hanno utilizzato gli strumenti informatici per reinventarsi possibilità di interventi, servizi, sostegno alle persone, dimostrando grande capacità di resilienza. Questa situazione ha portato a riflessioni profonde e prospettiche, delle quali questo dossier dà testimonianza, per dare voce alle scienze pedagogiche, non solo come lettura di comportamenti e buone prassi, ma come “scienza dell’educazione” che possa contribuire ad un futuro più consapevole e inevitabilmente diverso.
Marina Maestrutti, Alle frontiere del corpo. Identità, corporeità e tecnologie nei Disability Studies, in Rassegna Italiana di Sociologia, a. 61, n. 1 (gen. – mar. 2020), pp. 151-175
Il campo dei Disability Studies si è andato progressivamente allargando, trovando nel ‘modello sociale’ britannico una delle espressioni più significative, basate sulla conquista di diritto alla parola delle persone con disabilità e sulla rimozione delle barriere fisiche e sociali. In questa ottica le tecnologie e la medicina scientifica sono viste come supporto di una società più inclusiva. L’articolo riferisce anche del lavoro progettuale portato avanti da architetti e ingegneri per un Universal Design (ambienti e prodotti utilizzabili da ogni persona).
Michele Gagliardo … [et al.], DAD, in Pagine, n. 2 (2020), pp. 2-65
Numero monografico dedicato alla didattica a distanza, attraverso i contributi di insegnanti e di educatori che, in virtù del loro posizionamento e della loro esperienza, possono fornire uno sguardo ulteriore, arricchendo e approfondendo il panorama.
A cura di Valeria Caresano … [et al.], Tecnologie e competenze: esperienze in presenza e a distanza, in OPPInformazioni, a. 47, n. 128 (gen.-giu. 2020), pp. 1-111
Il dossier intende aprire una riflessione rispetto ai problemi emersi nel periodo di chiusura delle scuole durante la pandemia di Covid-19. I contributi della prima parte invitano alla riflessione su metodologie e strategie adottate durante la didattica a distanza, evidenziando gli aspetti positivi e negativi dell’uso delle tecnologie entrate improvvisamente nella vita scolastica. La seconda parte raccoglie esperienze che favoriscono l’uso consapevole delle tecnologie, dove gli studenti diventano soggetti attivi del proprio apprendimento, e che promuovono la costruzione di nuovi saperi per gli studenti e per i docenti.
Davide Fant, Inventare l’educazione nel digitale. Linguaggi&tecniche/2: l’apprendimento mediato dalla tecnologia, in Animazione Sociale, n. 3/335 (2020), pp. 50-63
Davide Fant, formatore e ricercatore, è responsabile dell’Anno Unico, percorso formativo per adolescenti in situazione di abbandono scolastico. Nell’articolo riporta la riflessione su quale lavoro formativo fare con gli adolescenti al tempo del coronavirus, sia proponendo alcuni accorgimenti operativi adottati per mantenere vivo il lavoro (la scelta delle piattaforme e dei canali comunicativi, le possibili attivazioni a sostegno…), sia riflettendo sulla dimensione personale di spaesamento e inquietudine della prima fase.
A cura di Maddalena Colombo e Andrea Varani, Crescere attraverso il conflitto, in OPPInformazioni, a. 46, n. 127 (lug.-dic. 2019), pp. 1-67
Il dossier di questo numero assume come punto di partenza che il conflitto sia parte di qualsiasi sitema umano e che la capacità di affrontarlo e gestirlo positivamente può e deve essere appresa, in particolare nella scuola, dove l’insegnante incrocia quotidianamente situazioni problematiche, caratterizzate da instabilità e conflitti di valore. Si segnala in particolare l’articolo “Relazioni online e disinibizione tossica: educare alla responsabilità “onlife“, di S. Pasta.
Barbara Volpi, La transizione alla genitorialità digitale: aspetti teorici e di ricerca, in Minorigiustizia, n. 3 (2019), pp. 70-78
In pochi anni gli strumenti digitali sono entrati nella stanza dei bambini, generando nuovi scenari familiari, educativi e formativi che pongono in primo piano il ruolo dell’interazione e della corporeità mediata dal toccare con le dita lo schermo. Siamo in presenza della necessità di costruire una vera e propria genitorialità digitale o una base sicura digitale, che nella relazione con il bambino debba agire da aiuto tecnologico su cui strutturare il suo ingresso nella tecnologia e che necessita del raccordo strutturale delle agenzie educative che ruotano intorno alla sua crescita. In particolare bisogna preservare la qualità delle relazioni familiari, promuovere le capacità del bambino di progredire verso l’acquisizione della regolazione emotiva, favorire il linguaggio affettivo relazionale, inserire gradualmente i dispositivi digitali nella modalità di condivisione affettiva.
Simone Lanza, Perché limitare il tempo schermo, in Pedagogika.it, a. 23, n. 4 (ott.-dic. 2019), pp. 61-65
L’esposizione prolungata agli schermi di bambini/e in età di sviluppo è pericolosa. Mentre gli opinionisti si dividono tra fautori e detrattori delle nuove tecnologie digitali, tutti gli studi scientifici hanno dimostrato che una sovraesposizione agli schermi nell’età delle sviluppo compromette la memoria, l’attenzione, la concentrazione, l’autocontrollo e il linguaggio.
Elisabetta Todaro … [et al.], Le nuove tecnologie nell’educazione sessuale: un problema o uno strumento di intervento?, in Rivista di sessuologia clinica, a. 25, n. 2 (2019), pp. 5-20
I social media e le comunità on line sono diventati importanti canali di comunicazione per i giovani. L’uso massiccio di queste tecnologie ha dato origine ad un dibattito internazionale sui potenziali effetti sulle relazioni e sulla sessualità. Lo scopo di questo contributo è studiare i vantaggi e i limiti dei social media come fonte formale e informale di informazione sulla sessualità; un ulteriore scopo è quello di discutere l’impatto delle tecnologie sui giovani e sui professionisti coinvolti nei programmi di educazione sessuale. Il metodo utilizzato per la stesura del presente lavoro è stato una revisione della letteratura scientifica nel periodo da gennaio 2006 a maggio 2017.
Attilio Oliva, Antonino Petrolino, Il coraggio di ripensare la scuola, Treellle, Genova, 2019, 187 p.
Con questo quaderno l’Associazione Trellle (Life Long Learning) torna a interrogarsi sul senso complessivo del fare scuola oggi e a cercare di individuare i principali nodi che hanno impedito in tutti questi anni la concreta implementazione operativa di tanti tentativi di innovazione pur meritevolmente avviati. L’intento è quindi di ritornare sui temi di fondo della scuola: il successo formativo di tutti e di ciascuno, l’educazione a vivere con gli altri, l’educazione alla libertà (ai diritti e ai doveri) e al rispetto delle regole, una formazione al lavoro (sia intellettuale che operativo) all’altezza del XXI secolo. Occorre avere il coraggio di ripensare la scuola, da un lato sciogliendo i nodi principali che ne bloccano l’innovazione, dall’altro ripensandola nel suo insieme in una visione di sistema.
Enzo Mirarchi, Fabio Sbattella, Adolescenti in connessione. Un modello flessibile di presa in carico educativa, Franco Angeli, Milano, 2019, 185 p.
Il testo proposto è frutto di una una ricerca condotta sul campo dal progetto Adoc (Adolescenti in connessione) della Fondazione Amilcare. L’obiettivo del testo è presentare un modello di presa in carico efficace ed efficiente, rivolto agli adolescenti “difficili”, come spesso vengono definiti: adolescenti di strada, senza casa e senza riferimenti adulti, connessi al web ma non alle reti sociali istituzionali, fortemente refrattari ai luoghi di accoglienza tradizionali, così come alle famiglie e alle figure adulte che li hanno spesso delusi. Di questo modello di presa in carico vengono presentate le basi teoriche, le scelte metodologiche e quelle organizzative. La narrazione si intreccia all’illustrazione sistematizzata di opzioni metodologiche, soluzioni operative e tecniche esportabili in altri contesti. Il volume si rivolge in primo luogo ai professionisti che desiderano confrontarsi con nuovi modelli di educazione in adolescenza, vogliono rinnovare i propri progetti e anche raccogliere le sfide poste da chi esprime bisogni affettivi e sociali antichi, in contesti convulsamente nuovi.
Collocazione Biblioteca: 19034
Laura Pigozzi, Adolescenza zero. Hikikomori, cutters, ADHD e la crescita negata, Nottetempo, Milano, 2019, 252 p.
Attraverso l’analisi di fenomeni estremi (hikikomori, reborn dolls, cutters, adhd, …), la psicoanalista Laura Pigozzi si interroga sulla continuità che esiste tra essi e lo statuto “disanimato” degli adolescenti contemporanei. Il rapporto che questi intrattengono col proprio corpo, con la scuola, con il sesso e con la scoperta del mondo mostra i segnali inquietanti di una chiusura, di “un arresto del desiderio, uno scacco della vitalità, un gorgo di passività”. Più isolati e ripiegati su di sé che in passato, gli adolescenti appaiono privi di quello slancio verso il nuovo, l’Altro e l’esterno che dovrebbe definire il passaggio all’età adulta. L’autrice si chiede cosa stia succedendo e soprattutto quali siano gli strumenti idonei per riaprire i loro sguardi sulla vita e sul futuro. Tramite l’esame di casi clinici e l’analisi approfondita della relazione tra istituzione scolastica e nucleo familiare, Pigozzi rileva come nel passaggio dalla famiglia alla scuola, dai genitori agli amici, qualcosa è andato storto in un modo che le altre epoche non hanno conosciuto. Oggi più di ieri, risulta faticoso il compito principale degli adolescenti: creare un legame con i pari.
Collocazione Biblioteca: 18559
Giovanni Tommasini, #Smartchi? Come riconnettersi alla vita, a noi stessi, all’altro?, Santelli, Cosenza, 2019, 113 p.
L’autore, educatore e formatore, propone una riflessione su come il mondo digitale abbia portato, oltre che immense comodità e possibilità, anche l’indebolimento delle relazioni umane, facendo disconnettere le persone, e specialmente bambini e adolescenti, dalla realtà e dalla propria vita reale. In una ricerca ostinata della relazione autentica, l’invito è ai genitori perché si impegnino a realizzare una visione progettuale della vita.
Collocazione Biblioteca: 18261