Aggiornata a luglio 2023 – a cura di Marina Villone e Paola Moriondo

I materiali (libri, articoli di riviste e risorse on-line), elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro  catalogo.

Vengono proposti i seguenti percorsi:

N.B. Ricordiamo inoltre che in diversi istituti di pena si pubblicano riviste: hanno spesso una diffusione limitata, ma sono un’occasione per comunicare con il mondo esterno, per esprimere istanze, emozioni e raccontare storie. Elenchiamo qui alcune testate, chi volesse consultarle può rivolgersi  direttamente alle redazioni.

Condizioni di vita e di salute dei reclusi

Antigone2023_TorturaBA cura di Michele Miravalle, Antonio Scandurra, È vietata la tortura. XIX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, Antigone, Roma, 2023, 502 pp.
Il rapporto di Antigone, che ogni anno fa il punto sullo stato delle carceri italiane, lancia un allarme sul sovraffollamento, un problema ormai endemico del sistema penitenziario, certificato anche dai tribunali di sorveglianza che, solo nel 2022, hanno accolto 4.514 ricorsi di altrettante persone detenute. I diversi capitoli del Rapporto affrontano i seguenti argomenti: stranieri, donne e bambini, minori, 41 bis e Alta sicurezza, suicidi e autolesionismo, isolamento ed eventi critici, lavoro e formazione, istruzione, criminalità. Il focus centrale è invece dedicato alla tortura, esaminando la recente introduzione del reato e i processi in corso. Successivi approfondimenti sono invece centrati su: affettività in carcere, salute mentale, le politiche sulle droghe, i diritti LGBTQI+ in carcere.

Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Rapporto tematico sul regime detentivo speciale ex articolo 41-bis dell’Ordinamento penitenziario, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2023, 46 pp.
Dopo avere visitato tutte le Sezioni a regime detentivo speciale ex articolo 41-bis, il Garante nazionale pubblica il seguente Rapporto che aggiorna quelli precedenti, dando conto della situazione attuale, delle ragioni a fondamento del regime speciale e del dibattito in corso. Alcuni paragrafi sono dedicati alla reiterazione del regime speciale e alle pene temporanee, alle aree riservate e alle condizioni detentive, per concludere con alcune raccomandazioni sulle modalità applicative della misura in oggetto.

Emanuele Cappelli … [et al.], Per un’analisi dei suicidi negli Istituti penitenziari, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2023, 29 pp.
L’analisi dei dati relativi ai suicidi in carcere nel 2022 porta a considerare come nella carcerazione la sottrazione del tempo soltanto in funzione del vuoto non è accettabile per tutta la comunità, in quanto prodromica al proprio annullamento. La tendenziale finalità rieducativa deve essere effettivamente perseguita. Il documento propone anche alcuni suggerimenti operativi in questa direzione.

Immagine donneA cura di Susanna Marietti, Dalla parte di Antigone. Primo rapporto sulle donne detenute in Italia, Antigone, Roma, 2023, 332 pp.
Nei mesi scorsi le autrici hanno visitato con l’Osservatorio i quattro istituti penitenziari femminili che si trovano in Italia, le 44 sezioni femminili collocate in carceri a prevalenza maschile, le tre carceri minorili dove si trovano ragazze, le sei sezioni che ospitano detenute trans pur all’interno di carceri considerate maschili, i cinque Istituti a custodia attenuata per madri. Il Rapporto fornisce un resoconto di queste ispezioni, approfondendo alcune tematiche, quali le donne straniere, i bambini in carcere, donne lgbt+ e differenze di genere, istruzione, formazione e lavoro, suicidi e autolesionismo.

Mauro Palma, Daniela de Robert, Emilia Rossi, Relazione al Parlamento 2022, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2023, 422 pp.
Come ogni Relazione precedente, i numeri e le vicende seguono due criteri di organizzazione. Il primo riguarda la consistenza degli eventi, l’immagine attuale della libertà negata – in carcere, in un centro per migranti, in un luogo di cura o in un luogo di assistenza – e le criticità che essa evidenzia sia per chi subisce tale condizione, sia per chi è chiamato a gestirla e organizzarla quotidianamente. Il secondo criterio è lo sguardo prospettico che il Garante deve proporre a chi ha il compito di normare questi particolari settori affinché il proprio contributo sia di supporto per una sempre più coerente coesistenza di valori apparentemente confliggenti: la sicurezza individuale, la capacità collettiva di affrontare le difficoltà, il recupero verso forme riconcilianti anche di chi ha commesso errori, la vicinanza non solo simbolica a chi tali errori ha subito. Questo è il senso del rendere giustizia che mai va confuso con il fare giustizia.

Status report on prison health in the WHO European Region 2022, WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, 2023, 504 pp.
Questo rapporto propone una panoramica delle prestazioni dei sistemi di salute carceraria negli Stati europei. Contiene dati del 2020 ottenuti tramite un sondaggio effettuato in 36 paesi, in cui un totale di 613.497 persone sono private della libertà. Servizi preventivi, come i vaccini, sono stati offerti dappertutto per il Covid-19, mentre persistono ancora deficienze nell’accesso alla vaccinazione per altre malattie come l’epatite B. Soltanto una metà circa degli Stati membri assicurano l’accesso ai comuni servizi sanitari. La condizione più frequente è quella dei disordini di salute mentale, ma l’accesso alle cure e al trattamento psichiatrico è subottimale. Urgente attenzione richiedono anche i problemi di tossicodipendenza, di diffusione dell’epatite C e dell’Hiv, mentre la principale causa di morte in prigione continua ad essere il suicidio. Il sovraffollamento è riscontrato nel 20% degli Stati membri.

01_Mission58_Editoriale_Pagina_11Francesco Maisto, Il diritto alla salute delle persone ristrette tra norme prassi e interventi a tutela, in Mission, a. 16, n. 58 (nov. 2022) – on line, pp. 51-54
L’articolo propone una riflessione sulle conseguenze delle misure di contrasto alla pandemia adottate in tutto il sistema penitenziario e sulle difficoltà emerse per la somministrazione dei programmi terapeutici personalizzati per i detenuti tossicodipendenti. L’articolo riporta l’analisi della Relazione annuale del Garante nazionale delle persone private della libertà personale relativa all’anno 2021.

Domenico Chirico … [et al.], Vivere e morire in carcere, in gli asini, a. 13, n. 102/103 (ago. – set. 2022), pp. 37-50
Il dossier si compone dei seguenti articoli: “Parlare di nuovo di carcere, di persone e raccontarle” di D. Chirico; “I morti della rivolta di Modena” di G. Bondi; “Il mondo di dentro e il mondo di fuori” di P. Cigarini et al..; “Leggere L’Orestea a Rebibbia” di C. Gatti.

Daniela Ronco. Alvise Sbraccia, Valeria Verdolini, Violenze e rivolte nei penitenziari della pandemia, in Studi sulla questione criminale, a. 17, n. 1 (2022), pp. 99-123
Cominciando da un’analisi dell’impatto della pandemia da Covid-19 sul sistema penitenziario italiano, l’articolo parla della stretta relazione tra diritto alla salute e gestione delle carceri. Gli autori dell’articolo analizzano la reazione delle istituzioni sia alla pandemia, con ulteriori chiusure e riduzione dei diritti dei carcerati, sia alle rivolte dei detenuti, delegittimate come irrazionali e represse con la forza, e riflettono sugli effetti a lungo termine di queste ulteriori compressioni dei diritti dei detenuti.

Maddalena Rodelli, Luca Sterchele, Salute attraverso le sbarre. Percorsi di cura tra carcere e territorio, in Salute e società, a. 21, n. 1 (2022), pp. 143-158
L’articolo presenta uno studio sulle conseguenze della riforma della sanità penitenziaria relative alla continuità assistenziale della popolazione detenuta. Dati qualitativi sono stati raccolti attraverso interviste semistrutturate a 25 operatori sanitari, con diverse qualifiche professionali, impiegati in otto carceri del nord Italia. Ne emergono principalmente tre temi: le difficoltà nella gestione degli specifici bisogni dei pazienti detenuti, il ruolo del Servizio sanitario nazionale per i detenuti più fragili, la relazione tra il carcere e i servizi sanitari locali dopo il rilascio del detenuto. Gli autori discutono i dati raccolti.

492931_0Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE), Protecting Human Rights in Prisons while Preventing Radicalization Leading to Terrorism or Violence, Osce, Vienna, 2021, 104 pp.
La prevenzione e il contrasto all’estremismo violento e alla radicalizzazione che portano al terrorismo (VERLT) è un’area di crescente attenzione a livello internazionale, regionale e nazionale. In questo articolo si pone l’attenzione al contesto carcerario, dove le misure preventive e di contrasto alla violenza e terrorismo hanno un profondo impatto sui diritti umani dei detenuti. Il controllo da parte di osservatori indipendenti è, quindi, fondamentale per garantire che tutte queste misure siano basate sullo stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Questa guida ha lo scopo di fornire ai supervisori della detenzione strumenti, conoscenze sull’argomento e metodologie.

Federica Brioschi, Claudio Paterniti Martello, L’isolamento penitenziario: norme, effetti sui detenuti, monitoraggio, Antigone, Roma, 2021, 50 pp.
L’isolamento penitenziario può essere genericamente definito come la separazione di una persona detenuta dal resto della popolazione detenuta, quando si passano da soli e in cella più di 22 ore al giorno. L’obiettivo di questo manuale è rafforzare la capacità di monitoraggio e d’azione dei Meccanismi nazionali di prevenzione della tortura (NPM) dell’Unione Europea (UE), ruolo che in Italia è svolto dal Garante nazionale delle persone private della libertà. Il Manuale si divide in quattro capitoli: nel primo si elencano e analizzano brevemente i vari tipi di isolamento a cui ricorrono i sistemi penitenziari dell’UE. Di essi si mettono in luce le principali criticità, quali l’uso eccessivo, l’eccessiva durata dei provvedimenti e la mancanza di contatti umani significativi che mitighino gli effetti negativi connaturati all’isolamento. Il secondo capitolo consiste in una raccolta di norme e standard internazionali. Il terzo capitolo contiene una guida pratica per il monitoraggio dell’isolamento penitenziario, che si rivolge agli NPM e che presta particolare attenzione al momento della visita in carcere, ma si sofferma anche su ciò che la precede e la segue. Al suo interno, come anche negli altri capitoli, vi è una suddivisione in paragrafi corrispondenti ai temi più rilevanti (studio dei registri, ruolo dei medici, colloqui, condizioni materiali, ecc.). Nell’ultimo capitolo il manuale pone il problema delle raccomandazioni effettuate dagli NPM, del follow-up e di altre possibili azioni che essi possono intraprendere al fine di contrastare l’uso e l’abuso dell’isolamento.

Valentina Grigolin … [et al.], Prison health is a public health: Management of Sars-CoV-2 outbreak in an Italian prison, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 32-35
L’emergenza Covid-19 nelle prigioni è un problema di salute pubblica dovuto al sovraffollamento, alle cattive condizioni strutturali e alla promiscuità della vita. Questo articolo esamina, utilizzando un audit clinico, un focolaio di Covid-19 verificatosi in un carcere italiano durante la primavera 2021. Lo studio ha dimostrato che le migliori misure per mitigare le conseguenze negative del focolaio sia nei detenuti che nel personale sono le azioni preventive: l’igiene e la disinfezione degli spazi comuni di detenzione, la riduzione del sovraffollamento e la sospensione delle attività lavorative durante il periodo di quarantena. Solo un miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle prigioni può ridurre il rischio di infezione tra i detenuti.

scarpFrancesco Chiavarini … [et al.], Chiusi dentro, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 247 (feb. 2021), pp. 24-33
La pandemia ha peggiorato le condizioni in cui una buona parte dei detenuti in Italia sconta la propria pena. Per limitare i contagi, gli istituti di detenzione si sono isolati, chiudendo le porte a parenti, operatori e volontari e revocando le uscite lavorative, con la conseguenza che quasi tutti i detenuti hanno perso il loro lavoro, la maggior parte non può seguire le lezioni scolastiche e molti non hanno vestiti adeguati alla stagione e il necessario per la loro pulizia personale.

Pandemia e sistema penitenziario. Tra salute e sicurezza. (Antigone, Have prisons learnt from Covid-19? How the world has reacted to the pandemic behind bars, Antigone, Roma, 2021), in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 1 (gen. – mar. 2021) – on line, pp. 133-162§
Due gli interventi qui pubblicati nell’ambito del dibattito aperto dalla pubblicazione dell’Associazione Antigone: Pietro Buffa “Covid-19 e carcere. Senso, opportunità e opportunismi di una pandemia all’interno e intorno al sistema penitenziario”; Michele Miravalle “Tra salute e sicurezza. Cosa resta del carcere dopo la pandemia? Analisi comparata delle politiche penitenziarie nel Global North”.

Eliminating Incentives for Torture in the OSCE Region, Eliminating Incentives for Torture in the OSCE Region. Baseline Study and Practical Guidance, OSCE ; Fair Trials, Varsavia, Londra, 2020, 87 pp.
Il Dossier esamina i diversi fattori che incentivano la tortura e altri maltrattamenti o contribuiscono a determinarli. Ogni sezione del documento contiene suggerimenti dettagliati per la politica riguardanti come efficacemente affrontare ed eliminare questi fattori nei paesi aderenti all’OSCE.

71E599HnC-L._AC_UF1000,1000_QL80_A cura di Giada Maslovaric, EMDR di gruppo, Insieme verso il BenEssere. Protocolli di intervento, Roma, ApertaMenteWeb, 2020, 414 pp.
La curatrice, psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice degli interventi clinici per l’Associazione EMDR Italia (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) durante disastri naturali ed emergenze, presenta l’applicazione di gruppo di questa terapia, utile per il trattamento di disturbi causati da eventi stressanti o traumatici. Nella prima parte del volume vengono descritte le fondamenta del protocollo di gruppo, con riflessioni e schede di lavoro per orientare il clinico, a cui si rivolge. La seconda parte è dedicata alle declinazioni dell’EMDR di gruppo nelle diverse fasce d’età, mentre la terza approfondisce l’utilizzo della terapia nel gruppo famiglia su traumi specifici. La quarta parte è dedicata ai contesti emergenziali. Infine, la quinta parte esplora alcune potenzialità di applicazione della terapia con gruppi omogenei di pazienti, ad esempio oncologici, carcerati, colleghi di una persona suicida, o persone con dipendenze patologiche.
Collocazione Biblioteca: 18707

Fiorella Farinelli, Carcere: provvedere è tutela della salute di tutti, in Rocca, n. 7/8 (apr. 2020), pp. 31-33
L’autrice denuncia la pericolosità delle attuali condizioni carcerarie in tempo di epidemia da Covid-19. Il sovraffollamento infatti potrebbe favorire oltremodo il contagio e pregiudicare perciò, oltre alla salute dei detenuti, anche quelle del personale che vi lavora e quindi della popolazione generale. L’autrice ipotizza alcune misure da adottare o incrementare con coraggio per arginare l’emergenza.

Roberta Paleani, Caterina Benelli, Tra dentro e fuori il carcere. Costruire una mappa interna per ri-orientarsi in situazioni ristrette, in Animazione Sociale, n. 5/337 (2020), pp. 44-56
L’articolo ha l’obiettivo di focalizzare gli apprendimenti acquisiti in una breve ma significativa esperienza realizzata presso il carcere maschile di Pistoia, allo scopo di implementare la salute psicologica dei detenuti. Attraverso il lavoro di gruppo e la scelta di un approccio autobiografico, si è cercato di aiutare i detenuti a ritagliarsi uno spazio mentale ed emotivo dove delineare nuove “mappe interne”, capaci di sostenerli nella fase di uscita con un nuovo progetto di vita.

Pietro Buffa, La galera ha i confini dei vostri cervelli, Itaca, Castel Bolognese (RA), 2019, 138 pp.
Nel celebre dipinto “La ronda dei carcerati”, Van Gogh ha rappresentato i detenuti che girano in tondo in un cortile stretto e angusto sotto l’osservanza austera di tre funzionari carcerari. Il loro girare a vuoto a testa china è senza senso e senza tempo. Quand’era direttore di carcere, l’autore (attualmente direttore generale del personale e delle risorse presso il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria in Roma) teneva appesa alla sua parete una riproduzione di questo quadro come monito di ciò che il carcere non dovrebbe mai essere e come invito a ricercare le piccole e grandi cose quotidiane che possono rendere più umana la vita dei detenuti. L’autore raccoglie in questo libro una serie di episodi e di storie sul variegato universo di umanità e personaggi che negli anni hanno popolato il carcere.
Collocazione  Biblioteca: 18628

Carcere e politiche

9788832964967_0_536_0_75Luigi Manconi … [et al.], Abolire il carcere, Chiarelettere, Milano, 2022, 171 pp.
Il testo è un’edizione aggiornata dell’omonimo libro del 2015 (catalogato al 17318). La maggior parte dei contenuti sono rivisti e ampliati, anche in luce degli ulteriori disagi creatisi nelle carceri durante la pandemia da Covid-19, ulteriore dimostrazione della tesi principale del libro: il carcere è una sanzione antiquata e largamente inutile, che va superata e sostituita. Il carcere è per tutti, in teoria. Ma non serve a nessuno, in pratica i numeri parlano chiaro: la percentuale di recidiva è altissima. Il testo illustra una serie di riforme “ragionate e possibili” per cambiare: fra queste, la differenziazione delle pene, la depenalizzazione per i reati meno gravi, l’abolizione dell’ergastolo, l’applicazione di misure alternative a largo raggio, le sanzioni pecuniarie, l’esclusione dei minori dal carcere e la concessione dei domiciliari alle detenute con figli fino ai 10 anni.
Collocazione Biblioteca: 19576

Fair Trials, Pre-Trial Detention Rates and the Rule of Law in the European Union. Briefing to the European Commission, Fair Trials, Bruxelles, 2022, 10 pp.
L’autore fa un’analisi dell’utilizzo della detenzione preventiva, registrata in aumento nel 2020, in tutti gli Stati membri dell’UE, nonostante i gravi rischi per la salute causati dalla detenzione in piena pandemia COVID-19. La carcerazione preventiva dovrebbe essere usata solo come misura di ultima istanza quando, dopo un’accurata valutazione individuale, è ritenuta necessaria, proporzionata e conforme alla presunzione di innocenza e al diritto alla libertà. Gli alti tassi di detenzione preventiva indicano, per l’autore, un declino dello stato di diritto e delle misure di protezione dei cittadini dall’uso eccessivo del potere da parte dello Stato.

Patrizia Pacini Volpe, L’exercice effectif du droit aux études universitaires en milieu carcéral : l’expérience française, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 16, n. 1 (2022) – on line, pp. 50-56
Introdurre dei corsi universitari in carcere permettendo ai detenuti di studiare e di ricevere il diploma, è offrire alle persone che vivono la detenzione una nuova occasione di realizzare il loro potenziale intellettuale e relazionale inesplorato e poter riscattare il loro avvenire in conformità ai loro diritti rompendo numerosi stereotipi. L’articolo mette in luce l’efficacia di questo modello di reintegrazione e gli ostacoli più frequenti che i detenuti incontrano nel loro percorso di studi, descrivendo l’esperienza francese acquisita nel corso degli ultimi 47 anni dall’Università Paris “Diderot”, unico esempio nazionale che dispensa corsi universitari in presenza con numerosi formatori.

9788829012732_0_536_0_75Valeria Verdolini, L’istituzione reietta. Spazi e dinamiche del carcere in Italia, Carocci, Roma, 2022, 247 pp.
Che tipo di istituzione è il carcere? Quali funzioni svolge? Come si caratterizzano i suoi spazi? Come si compone la popolazione che lo abita e quella che lo gestisce? Quali dinamiche si attivano tra questi gruppi? Quali declinazioni specifiche ha assunto in Italia? L’autrice, ricercatrice in Sociologia generale presso l’Università di Milano-Bicocca, attraverso un’analisi dei dati (serie storiche e note osservative) e l’individuazione dei fattori più significativi che caratterizzano il carcere in Italia oggi (migrazioni, crisi economica, pandemia, conflittualità interna) intende rispondere a queste domande, provando a comprendere se possa ancora dirsi istituzione totale o, in alternativa, quali siano gli aggettivi e le funzioni che meglio lo descrivono.
Collocazione Biblioteca: 19259

Valerio Calzolaio, Isole carcere. Geografia e storia, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2022, 220 pp.
Il libro esplora la storia, la funzione sociale e le caratteristiche peculiari della detenzione penitenziaria sulle isole, proponendo una riflessione sul carcere e la libertà. L’autore si chiede inoltre che ruolo abbiano oggi questi penitenziari, da quelli ancora attivi a quelli che ormai fanno parte del patrimonio storico-paesaggistico.
Collocazione Biblioteca: 18849

Angela Davis ; postfazione di Valeria Verdolini ; traduzione di Giuliana Lupi, Aboliamo le prigioni? Contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale, Minimum fax, Roma, 2022, 278 pp.
Angela Davis, nota militante del movimento americano per i diritti civili, è oggi una studiosa che ha focalizzato il suo impegno nella battaglia per l’abolizione del carcere. La Davis analizza il sistema “carcerario industriale” americano e mostra come questo modello fondi le sue basi economiche su una sorta di schiavismo morbido: donne abusate e farmacologizzate, manodopera a costo zero per le corporation, neri e ispanici a cui vengono negate istruzione e assistenza sanitaria. Oggi tutto questo ci riguarda. Le recenti rivolte e i fatti di Santa Maria Capua Vetere rendono impossibile ignorare le condizioni in cui sopravvivono i detenuti nelle carceri italiane e quanto sia urgente ripensare il sistema penale. Il libro si conferma una piccola guida di resistenza, che a partire dalla battaglia contro il carcere diventa denuncia di ogni forma di oppressione.
Collocazione Biblioteca: 19979

9788833395500_0_536_0_75Patrizia Pacini Volpe, Il carcere, un luogo dimenticato. Una ricerca sociologica tra Italia e Francia, Pisa University Press, Pisa, 2021, 398 pp.
Il testo presenta un lavoro di ricerca che si è articolato tra la Francia e l’Italia nel periodo dal 2014 al 2018. La ricerca si inserisce in maniera critica e riflessiva nell’ambito di un quadro teorico di analisi sociologica, legislativa, politica e istituzionale di tipo comparativo, con l’obiettivo di ricostruire un quadro unitario e organico dell’universo carcerario in due paesi europei molto vicini, storicamente e culturalmente. Le osservazioni, svolte sul campo, si focalizzano su quattro aree tematiche: la salute, l’importanza dei differenti percorsi di studio, la formazione professionale e il lavoro in detenzione, i rapporti con le famiglie. L’indagine mette in evidenza modelli coerenti e incoerenti della riabilitazione delle persone detenute ma anche i dispositivi e le prospettive del carcere odierno. L’autrice è ricercatrice in Scienze Politiche sia in Francia che in Italia.
Collocazione Biblioteca: 19969

Livio Ferrari, Giuseppe Mosconi, Perché abolire il carcere. Le ragioni di “No prison”, Apogeo, Adria, 2021, 105 pp.
Secondo gli autori, la prigione umilia, annulla, stigmatizza e impone il dolore, la sofferenza, è crudeltà, crea la mancanza di responsabilità verso il proprio comportamento e aumenta la pericolosità di tutti coloro che vi transitano, che diventano a loro volta moltiplicatori irreversibili e potenziali della violenza ricevuta. Continuare a sostenere il sistema carcerario significa in fondo autorizzare la pratica della vendetta di Stato e della sua violenza, con l’imposizione del dolore e della sofferenza ai ristretti. Non vi è alcun motivo di credere che lo spettro della prigione ridurrà la criminalità, è pertanto assurdo ritardare la ricerca di soluzioni di non carcere.
Collocazione Biblioteca: 19204

Elisa Manunta, Dire la verità ai figli dei detenuti. Perché non si può prescindere dal racconto della verità ai propri figli, in  Lavoro sociale,  n. 2 (apr. 2021), pp. 5-9
L’articolo descrive una ricerca dell’autrice in collaborazione con l’Associazione Loscarcere, che opera nella Casa Circondariale di Lodi e si occupa di assistenza sociale, orientamento lavorativo e tutela dei diritti dei detenuti. L’autrice ha raccolto il vissuto delle famiglie dei detenuti e degli operatori sociali e i loro punti di vista, per comprendere quali siano i reali bisogni dei figli degli autori di reato e individuare quali aiuti e sostegni attuare. Il principale tema emerso riguarda il racconto della verità: sapere dove si trova il proprio genitore è fondamentale per un figlio per poter creare una relazione fondata sull’autenticità e sulla fiducia.

cover_n8Elena Ciccarello, Andrea Giambartolomei, Rosita Rijtano, Ergastolo ostativo. Il diritto alla speranza sia per tutti, in lavialibera, n. 8 (2021), pp. 59-61
La Corte Costituzionale, nell’aprile 2021, ha stabilito che la collaborazione con la giustizia non può essere l’unico modo per recuperare la libertà, neppure per un condannato all’ergastolo per mafia. Ha concesso un anno di tempo al Parlamento per intervenire e modificare l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, il cosiddetto ergastolo ostativo, perché in contrasto con gli articoli della Carta e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel lavoro proposto gli autori ripercorrono la storia di questa pena detentiva.

Daniela Mariotti, Sorvegliare o punire?, in L’altrapagina, n. 5 (mag. 2020), pp. 48-49
L’articolo riporta alcuni dati sul sovraffollamento delle carceri e un’intervista a Ornella Favero, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia sulla situazione dopo i provvedimenti presi in seguito alla pandemia di Covid-19 che limita molto gli scambi con l’esterno, anche per quanto riguarda il volontariato. Favero suggerisce che nella fase 2 bisognerebbe mantenere e incrementare il contatto con i familiari attraverso le videochiamate. Spiega inoltre l’importanza di tener a mente il fine rieducativo, più che punitivo della carcerazione e come, a suo parere, i provvedimenti che tutelano la salute non riguardino in alcun modo i detenuti in regime di 41 bis e non inficino la sicurezza sociale.

Emilio Dolcini … [et al.], Il diritto alla speranza. L’ergastolo nel diritto penale costituzionale, Giappichelli, Torino, 2019, 495 pp.
Se il fine della pena è la risocializzazione del reo, la reclusione in carcere non può essere senza fine: ecco perché, da sempre, l’ergastolo è e resta un nodo giuridico da dibattere e da sciogliere. Il presente volume intende farlo, nella prospettiva di un suo definitivo superamento. Il testo ospita i contributi che, nel tempo, gli autori (magistrati e professori universitari) hanno dedicato al tema, restituendo così un quadro d’insieme delle vicende ordinamentali della pena perpetua, considerata in tutte le sue tipologie. E’ valutata anche la questione di costituzionalità sulla variante del carcere a vita che più delle altre nega la speranza: l’ergastolo ostativo. Il testo suggerisce che il diritto alla speranza, dietro a qualsiasi perpetuità e a qualsiasi automatismo, per la Costituzione e per l’Europa non è mai persa per sempre. Nel libro sono anche riportate in inglese sentenze della Corte Europea dei diritti umani.
Collocazione Biblioteca: 20031

Giustizia riparativa, misure alternative e reinserimento

9788849245240_0_536_0_75A cura di Isabella Mastropasqua, Ninfa Buccellato, 2° Rapporto nazionale sulla giustizia riparativa in area penale, Gangemi, Roma, 2022, 591 pp.
Il “2° Rapporto sulla Giustizia riparativa in area penale”, curato dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, è un lavoro che intende rappresentare e condividere la centralità, oltre che la significativa evoluzione, che si auspica in progressiva crescita, dei programmi di giustizia riparativa tra le attività del Dipartimento. Un cammino che può considerarsi ufficialmente avviato grazie al processo di riforma che dal 2017 ha fissato, tra gli obiettivi dipartimentali, la giustizia riparativa e la prevenzione della devianza. L’istituzione di uno specifico Ufficio dipartimentale dedicato ha favorito il rafforzamento di attività istituzionali orientate all’implementazione di un modello di giustizia penale in grado di configurare scenari complementari ed innovativi: la commissione del reato inteso non solo come violazione di un precetto in una prospettiva statica, ma quale lacerazione di un equilibrio sociale tra “individui” e tra “individuo e comunità”.
Collocazione Biblioteca: 86R02

Elena Ciccarello … [et al.], Senza uscita. Il disastro delle carceri, in lavialibera, n. 13 (2022), pp. 20-42
Il dossier raccoglie diversi contributi sulla situazione delle carceri italiane per proporre una riflessione sulle pene alternative, sulla giustizia riparativa e sul superamento della reclusione. Gli articoli presenti sono: 1) “Da giudice ho conosciuto l’imputato. In carcere ho conosciuto l’uomo” intervista a Bernardo Petralia di Elena Ciccarello; 2) “Prigioni discarica sociale” di Massimo Rezzi; 3) “Tutte le emergenze del carcere” di Andrea Oleandri; 4) “Bambini in carcere, un sistema da cambiare” di Natalie Sclippa; 5) “Salvate il 41 bis” intervista a Francesco Basentini di Rosita Rijtano; 6) “Il sesso non si fa né si vede”; 7) “Anche i mafiosi cambiano” intervista a Paolo Setti Carraro di Rosita Rijtano; 8) “Lo schiaffo del rimorso” di Gabriele Cruciata; 9) “Ciotti ai mafiosi: confessate”. Sullo stesso tema, in questo numero della rivista si segnalano anche gli articoli: “Costruire una nuova cultura della pena” di Luigi Ciotti; “La pena dell’anima prima che del corpo” di Francesco Remotti; “Il cinema delle terre di mezzo” intervista a Leonardo Di Costanzo di Elena Ciccarello.

Roberta Porchetti, Dal sovraffollamento all’emergenza Covid-19: la nuova veste dell’esecuzione presso il domicilio della pena detentiva, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 15, n. 4 (2021) – on line, pp. 344-350
L’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ha improvvisamente stravolto la nostra vita, modificando bruscamente la nostra quotidianità. Il distanziamento sociale, la chiusura al mondo esterno, diventano gli unici strumenti per arginare il nemico invisibile. Cosa accade, invece, in un “mondo”, dove la privazione della libertà è già una distanza con cui si convive ogni giorno? Come favorire il giusto distanziamento in un ambiente, come quello carcerario, dove le presenze superano, spesso, la capienza regolamentare? L’obiettivo del seguente lavoro è quello di voler approfondire le criticità della pandemia in ambito detentivo e gli strumenti per fronteggiarle, avendo particolare riguardo all’esecuzione presso il domicilio della pena detentiva, una misura che si reinventa in questo delicato momento.

i__id1577_mw600__1xGaia Desiderio … [et al.], Le rappresentazioni identitarie e la criticità del fine pena: una ricerca, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 15, n.3 (2021) – on line, pp. 248-256
La clinica e la letteratura dedicata ai cambiamenti della rappresentazione di sé nelle carceri mostrano come i temi dell’entrare e dell’uscire cambino la condotta, l’idea e l’immagine di sé. Le persone quando entrano in carcere ne assumono regole, norme, valori e morale abbandonando i propri e la propria identità. Quando escono al contrario dovrebbero lasciare il ruolo di detenuti per tornare al loro ruolo sociale e familiare. L’obiettivo di questo lavoro consiste nell’esplorare la rappresentazione di sé all’uscita, attraverso un’analisi delle narrative raccolte al termine di colloqui psicologico-clinici con un gruppo di detenuti uscenti a fine pena, reclusi in un Istituto di Pena a trattamento avanzato situato nell’hinterland milanese, e che hanno trascorso l’ultima fase detentiva senza usufruire di misure alternative alla detenzione.

Damiano Aliprandi, Suicidi, poveri e senza fissa dimora: quando il carcere non è la soluzione, in Fuori binario, n. 217 (gen. – feb. 2020), pp. 13-13
A dicembre, 4 degli 8 che si sono tolti la vita in cella non avevano un domicilio. Il 29 dicembre un altro detenuto si è ammazzato, facendo salire a 53 le vittime dell’anno. In galera ci sono circa 5000 persone senza fissa dimora che stanno scontando una pena tra zero e due anni. Se da una parte c’è un problema evidente di disuguaglianze, dall’altra c’è il carcere che rischia di diventare il contenitore di queste problematiche. L’autore auspica un maggiore ricorso alle pene alternative. L’articolo è comparso anche su Il dubbio il 3 Gennaio 2020

A cura di Ariela Casartelli, Il carcere al tempo del coronavirus, Welforum.it, Milano, 2020, 6 pp.
Il 22 maggio 2020 è uscito il XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione, “Il carcere al tempo del coronavirus” dell’Associazione Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale, presentato sui social network. L’uscita del rapporto, frutto dell’attività dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione in Italia, assume una particolare valenza in questi tempi di emergenza, in quanto le carceri sono state ulteriormente avvolte dal silenzio e le porte si sono chiuse a tutti gli accessi. L’autrice ha colto l’occasione, in prossimità dell’uscita del report, per intervistare Perla Allegri, una delle autrici del rapporto e osservatrice del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia per l’associazione Antigone ma anche ricercatrice per il laboratorio dei diritti fondamentali di Vladimiro Zagrebelsky.

giustiziaMaria Cristina Ciambrone, Maria Esposito, Manuale di giustizia riparativa e devianza minorile. Tra interpretazione e prevenzione, Santelli, Cosenza, 2019, 140 pp.
Il testo presenta una disamina sulla devianza in relazione all’età evolutiva, permettendo ai destinatari (soggetti con formazione giuridica, psicologica, sociale e pedagogica) di sviluppare un’analisi psicologica e sociologica del fenomeno e del conseguente, dove accade, passaggio ad atti di criminalità. Una forma di prevenzione alle varie forme di devianza che si sviluppano fra i minori è la mediazione penale, che si sta divulgando capillarmente come strategia di riparazione alle conseguenze che i crimini, perpetrati in età evolutiva, possono generare nella vittima, ma anche nell’autore del reato. La prima parte è dedicata alla mediazione penale ed alla giustizia riparativa con casi reali di laboratori tenuti con soggetti detenuti e non. La seconda parte ha per oggetto la devianza minorile, analizzata non solo da un punto di vista psicologico, ma anche sociale e con un particolare accento posto sulle dipendenze in età evolutiva, spesso segno e sintomo di forme di devianza nascenti.
Collocazione Biblioteca: 19740

Gian Carlo Caselli, Boss ai domiciliari. Una falla nell’antimafia, in Rocca, n. 12 (giu. 2020), pp. 28-30
L’autore, già magistrato e Procuratore della Repubblica commenta le scarcerazioni di appartenenti alle mafie avvenute per motivi sanitari durante il periodo del Covid-19. Il pericolo del contagio è particolarmente forte in carcere a causa del sovraffollamento, tuttavia per i detenuti al 41-bis, le condizioni di vita sono diverse, a causa dell’isolamento imposto da quel regime, non si giustifica dunque la necessità della scarcerazione. E’ necessario garantire il diritto alla salute, ma anche la sicurezza sociale e i diritti delle vittime, oltre a quelle dei detenuti. Si veda anche: Lirio Abbate, Se con il Covid circola anche il boss. I boss al 41 bis possono sfruttare l’emergenza coronavirus per tornare liberi, in L’Espresso, (apr. 2020), pp. 27-27

Prendiamoci la libertà. Cosa fare una volta fuori dal carcere. La Mini guida di Antigone, Antigone, Roma, 2019, 28 pp.
Dedicata a chi esce dal carcere, la mini guida di Antigone fornisce informazioni utili per l’inserimento lavorativo, i servizi sociali di supporto, i Ser.T, i servizi sociosanitari e le procedure per accedervi, il sostegno alla genitorialità (dagli asili nido ai bonus finanziari e fiscali), la casa, quali documenti procurarsi e con quali modalità, eventuali questioni aperte con il carcere e/o con la giustizia, le eventuali spese giudiziarie da sostenere.

Carcere e immigrazione

Cover_AE_258_SitoLuca Rondi, Lorenzo Figoni, Rinchiusi e sedati: l’abuso quotidiano di psicofarmaci nei Cpr italiani, in Altreconomia, n. 258 (apr. 2023), pp. 10-14
Nei Centri di permanenza per il rimpatrio le persone ristrette vengono “tenute buone” tramite un uso dei medicinali arbitrario, eccessivo e non focalizzato sulla presa in carico. Nell’articolo vengono esaminati dati inediti che mostrano la gravità del fenomeno, nei Cpr di Milano, Roma, Torino, Gorizia e altri.

A cura della campagna LasciateCIEntrare ; Yasmine Accardo … [et al.], Dietro le mura. Abusi, violenze e diritti negati nei Cpr d’Italia, LasciateCIEntrare, 2022, 267 pp.
Il Dossier racconta, nella prima parte, i casi drammatici seguiti dalle attiviste e dagli attivisti nei Cpr di tutta Italia, che hanno causato la morte di tanti migranti con la sola colpa di aver raggiunto l’Europa alla ricerca di una vita migliore. La seconda parte è dedicata all’approfondimento giuridico della detenzione amministrativa, che, secondo gli autori, colpevolizza il migrante e favorisce i gestori di questi centri, dove attivisti, giornalisti e parlamentari non possono entrare liberamente per informare l’opinione pubblica di quanto avviene al loro interno. Nell’appendice, tabelle comparative e dati statistici aiutano a comprendere il fenomeno migratorio e la repressione ad esso collegata, al di là della narrazione costruita per favorire paure ed insicurezza care ad una certa politica. Completano il volume interviste a psichiatri e operatori che raccontano il loro vissuto all’interno di queste strutture.

Lorenzo Bernardini, La detenzione degli stranieri tra “restrizione” e “privazione” di libertà: la CEDU alla ricerca di Godot, in Diritto Immigrazione e Cittadinanza, n. 1 (mar. 2022) – on line, pp. 75-139
L’applicazione amministrativa di misure detentive nei confronti degli stranieri è una tecnica legale largamente adoperata dagli Stati europei per gestire i fenomeni migratori, esercitando così il proprio potere sovrano di controllo del territorio. Tali misure comprimono il diritto alla libertà previsto dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Le numerose garanzie CEDU previste a vantaggio del prigioniero vengono attivate solamente quando la persona coinvolta è privata della propria libertà personale e non soltanto ristretta. L’autore discute della questione.

ASGI, Fuggire dalla miseria, cercare rifugio in Italia, essere distrutti dallo Stato: quando l’Europa nega l’umano. Libro nero sul Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Torino – Corso Brunelleschi, ASGI, Torino, 2021, pp. 28
In Italia le autorità possono trattenere uno straniero privo di documenti fino a 120 giorni. Il trattenimento viene disposto quando uno straniero privo dei documenti di soggiorno non può essere immediatamente rimpatriato nel paese di cittadinanza o di provenienza. Il presente documento illustra le condizioni di vita delle persone all’interno del CPR di Torino, il secondo in Italia per capienza. Questo libro nero è stato redatto in seguito al suicidio di Moussa Balde, il ventiduenne guineano prima aggredito a Ventimiglia poi trasferito nel CPR di Torino in attesa di espulsione. Il documento analizza le condizioni di vita dei reclusi nel CPR, il loro isolamento e la carenza di servizi sanitari di base, sottolineando il contesto disumanizzante. Vengono infine avanzate richieste per riportare il CPR al rispetto della legalità.

Ilaria Penzo, Diaspora e devianza: una ricerca etnografica sulla sottocultura delle migrazioni irregolari dal West-Africa, in Studi sulla questione criminale, a. 15, n. 3 (2020), pp. 84-104
L’autrice indaga i legami tra i reati attribuiti agli immigrati provenienti dall’Africa occidentale, secondo le statistiche italiane, e la rinascita globale della lotta politica nelle comunità africane e afrodiscendenti. Attraverso una ricerca etnografica, basata su osservazione partecipante, indagine qualitativa e interviste biografiche, i reati degli africani occidentali sono analizzati come una forma di devianza legata alla sottocultura giovanile di ribellione contro i meccanismi di controllo sociale e di criminalizzazione. Secondo l’autrice, tali manifestazioni devianti persisteranno finché gli obiettivi di questa nuova generazione non saranno riconosciuti come legittimi e portati a compimento.

Carcere e tossicodipendenza, carcere e AIDS/HIV

Giovanni Luca Galimberti, È possibile la salute in carcere? Il disturbo da uso di sostanze e la comorbilità psichiatrica, la complessità della cura, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 47-52
L’articolo propone un approfondimento sulla coesistenza di malattie psichiatriche e disturbi dovuti al consumo di sostanze stupefacenti (comorbilità DUS e disturbo psichiatrico), condizione sempre più comune negli ambienti clinici, specialmente all’interno dell’ambiente carcerario. In questo ambito i quadri clinici sono più complessi per le difficoltà insite nella vita del detenuto, le complicazioni legate al corretto utilizzo degli psicofarmaci e le diverse istanze che gravitano attorno ai processi diagnostici e certificativi. È essenziale, secondo gli autori, un percorso diagnostico che determini la temporalità dei due disturbi, chiarendone le reciproche influenze, con il superamento delle rigidità culturali e operative dei due campi, e un rapporto continuativo con i servizi specialistici esterni per creare le condizioni per il continuum assistenziale.

copertina-nuovo-numero-rosso-2-2022-DEF-pag separateMaria Signorini … [et al.], Progetto “Mai da solo”, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 47-53
L’articolo descrive il progetto nato all’interno del servizio delle Dipendenze Patologiche di Forlì relativo a un intervento di riduzione del danno rivolto alla popolazione della Casa Circondariale, in seguito all’aumento di morti per overdose da eroina nel 2019-2020, e alcuni casi di decessi di pazienti in altri territori della regione a seguito di scarcerazioni o permessi premio. Il progetto coinvolge i tre Istituti penitenziari presenti sul territorio della Ausl della Romagna, ovvero le Case circondariali di Forlì, di Rimini e di Ravenna.

Attilio Cocchini, La valutazione del funzionamento cognitivo in soggetti tossicodipendenti detenuti. Uno studio esplorativo in contesto carcerario, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 12-17
La partecipazione attiva a un programma di trattamento delle dipendenze richiede ai pazienti scelte complesse e capacità cognitive adeguate. Questo lavoro di ricerca ha avuto lo scopo di analizzare il funzionamento cognitivo in soggetti detenuti dipendenti da sostanze psicoattive illegali e/o alcolici presso la Casa Circondariale di Monza e in carico al Servizio Dipendenze della struttura detentiva. È stato somministrato loro il test neuropsicologico ENB 2, utile per valutare le funzioni esecutive. I risultati di tale indagine evidenziano che la metà dei soggetti presenta un funzionamento cognitivo globale deficitario, che deve essere considerato nella valutazione della conformità al trattamento della patologia. I risultati indicano, inoltre, la necessità di estendere la ricerca ad altri contesti di osservazione, come gli ambulatori e le comunità, e di valutare l’introduzione della riabilitazione cognitiva nei programmi di cura.

Felice Alfonso Nava … [et al.], Infection diseases in the prisons: a public health warming. Priority action to protect general community, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 18-22
Le malattie infettive sono le patologie più diffuse nei detenuti e hanno un peso rilevante per la società. Diversi studi hanno dimostrato che lo screening e il trattamento delle malattie infettive all’interno delle carceri possono essere efficaci nel ridurre il loro carico sulla comunità. Lo scopo principale dello studio è stato quello di determinare tra il 2019-2021 l’incidenza e la prevalenza di HIV, HBV, HCV, TBC e sifilide nelle persone all’interno delle carceri di Padova. Lo studio ha dimostrato che lo screening delle malattie infettive nei detenuti è stato molto alto, arrivando nel 2021 al 100% degli ingressi. La ricerca ha inoltre evidenziato che nel 2021 l’incidenza maggiore di malattie infettive è stata quella della TBC, seguita da HCV, HBV e HIV (1,6%). I dati hanno, inoltre, indicato come nel 2021 rispetto agli anni precedenti la prevalenza delle malattie infettive sia aumentata per HBV, HCV e TBC. Questi dati indicano come diverse condizioni, come l’origine geografica dei detenuti o diversi fattori ambientali come il sovraffollamento, possano influenzare la prevalenza delle malattie infettive all’interno delle carceri.

Andrea Valdevit … [et al.], La camaleonticità delle addictions tra territorio e carcere. L’esperienza presso i Servizi per le Dipendenze della ASL Caserta, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 38-48
L’obiettivo di questo lavoro è proporre una visione globale e complessa del fenomeno delle dipendenze, con un occhio riservato a quelle senza sostanze, attingendo all’esperienza viva della pratica clinica quotidiana in un Servizio specificamente progettato per trattare le nuove dipendenze. Gli autori, pur consapevoli della tragedia che sottende le nuove dipendenze, vanno oltre la mera manifestazione fenomenica: esse sono quindi considerate nella loro ampiezza bio-psico-sociale, nel tentativo di non perdere il senso di quello che non è solo un disturbo ma anche una crisi epidemiologica contemporanea, che si diffonde più velocemente di qualsiasi trattamento attuale messo in campo, sia esso operativo o preventivo.

Linda Montanari … [et al.], Prison and drugs in Europe. Current and future challenges, EMCDDA, Lisbon, 2021, 124 pp.
Questa pubblicazione fornisce una panoramica delle conoscenze attuali e degli ultimi sviluppi nel campo del consumo di droga e delle carceri in Europa. Il rapporto esplora in modo approfondito l’epidemiologia del consumo di droga e dei problemi correlati alla droga tra la popolazione carceraria, le risposte disponibili dei servizi sociali e sanitari ai problemi legati alla droga in carcere, comprese le prove più recenti di efficacia, e l’offerta e i mercati di stupefacenti all’interno delle prigioni. Il report discute anche le sfide recenti e future in questo settore ed è rivolto ai responsabili delle politiche e i loro consulenti, a specialisti e professionisti, a ricercatori e scienziati e a tutti coloro che sono interessati a queste questioni.

Daniela Barbini … [et al.], Carcere e trattamento di gruppo di detenuti con dipendenza da sostanze: l’esperienza dello psicodramma analitico abbinato al test proiettivo di personalità e alla musicoterapia, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 62-68
“Raccontiamo un’altra storia” è il nome di un gruppo formato all’interno dell’istituto penale Casa Circondariale di San Vittore a Milano. Si tratta di un percorso clinico a cui hanno aderito detenuti certificati con Disturbo da Uso di sostanze. Il progetto ha lo scopo di stimolare le persone presenti a sperimentare e raccontare le loro storie, adottando l’integrazione di diverse tecniche terapeutiche come la musicoterapia, l’uso collaborativo del test TEMAS e lo psicodramma analitico. Nell’articolo viene descritto il progetto e vengono analizzati i risultati ottenuti alla sua conclusione.

A cura di Alberto Arnaudo … [et al.], Il sistema dei Servizi e del Privato Sociale alla prova della Covid19, in Dal fare al dire, n. 2 (2020), pp. 5-64
La monografia è dedicata all’emergenza Covid19 in relazione ai mutamenti intercorsi nelle modalità di erogazione dei servizi e ai processi di adattamento degli utenti di fronte a una realtà senza precedenti, partendo dalle testimonianze raccolte dagli operatori del pubblico e del privato sociale. In particolare vengono affrontati temi quali la gestione dei farmaci oppioidi sostitutivi, gli effetti del lockdown sui consumi del gioco d’azzardo e sull’accesso ai servizi per DGA, la situazione nelle carceri, l’uso dei collegamenti da remoto per sostituire gli incontri di gruppo degli Alcolisti Anonimi, le lezioni a distanza pensate per dipendenti da sostanze. Al termine un articolo su alcune iniziative per gestire il lockdown realizzate in Piemonte.

Teo Vignoli … [et al.], Dipendenze patologiche a 30 anni dalla 309/90Vol. 1 Politiche e prospettive, in Sestante, n. 09/1 (giu. 2020) – on line, pp. 1-52
La crisi globale da Covid-19 può fornire opportunità di cambiamento e ci interroga su quali sono i valori fondamentali su cui abbiamo costruito i nostri servizi. Questo numero di Sestante, diviso in due volumi, cerca di rivisitare la legge quadro sulle dipendenze 309/90 a 30 anni dalla sua emanazione Che sia una legge ampiamente superata ed inadeguata ai tempi ce lo sottolinea il prof. Gerra nella sua lettura magistrale, dove spicca il passaggio in cui l’OMS riconosce la Dipendenza Patologica come “un disordine complesso multifattoriale” e non come “una attitudine criminale, un comportamento problematico auto-acquisito” concludendo con la inaccettabilità di “atteggiamenti coercitivi o punitivi da parte delle istituzioni”. Su questo aspetto seguono approfondimenti sul trattamento dei pazienti con dipendenza patologica in carcere, in pena alternativa o segnalate dalle Forze dell’Ordine (art. 121). Proprio dal focus sul carcere, e in particolare dalla criminalizzazione dell’uso di sostanze stupefacenti, partono le riflessioni di Leopoldo Grosso, che arriva a criticare integralmente l’impalcatura della legge attuale e ad identificare i punti fondamentali per sostituirla: tra gli altri, il passaggio da “servizi di attesa” a “servizi di iniziativa”. Seguono alcune esperienze di prevenzione, di servizi di prossimità e riduzione del danno, sul rapporto tra clinica dell’HIV e clinica delle dipendenze e sugli interventi innovativi rivolti ai giovani. Per il vol 2 si veda: Paolo Ugolini … [et al.], Dipendenze patologiche a 30 anni dalla 309/90. Vol. 2 Best Practices e innovazioni, in Sestante, n. 09/2 (giu.2020) – on line, pp. 1-84

The ASAM, National practice guideline. For the Treatment of Opioid Use Disorder. 2020 Focused Update, Rockville, ASAM American Society of Addiction Medicine, 2020, 95 pp.
Queste linee guida dell’American Society of Addiction Medicine (ASAM) sono un importante aggiornamento per i clinici, gli amministratori dei sistemi sanitari, gli amministratori dei sistemi di giustizia penale, soprattutto in questo momento di emergenza COVID-19, che minaccia l’accesso dei pazienti al trattamento. Il documento è infatti un aggiornamento del precedente NPG rilasciato nel 2015 (Coll. Bibl. W1392) e include importanti revisioni a 35 raccomandazioni, insieme all’aggiunta di 13 nuove indicazioni.

Carcere e minori

9788859030485_0_536_0_75Girolamo Monaco, La parola chiave. Nel carcere minorile di Rocca Spaccata, Erickson, Trento, 2022,  138 pp.
Il romanzo svela il percorso interiore dei due protagonisti, il loro dialogo, i loro sogni, la loro lotta, sino a trovare la “parola chiave”. Mario ha 16 anni e si trova rinchiuso in un carcere minorile e Claudio è l’educatore penitenziario. In una relazione reale, fatta di curiosità, ascolto reciproco, senza pregiudizi, schemi, né successivi giudizi, i due protagonisti esplorano percorsi di cambiamento e di riconciliazione.

Susanna Marietti … [et al.], Keep it trill. Sesto Rapporto. Ragazzi dentro. Osservatorio sugli Istituti Penali per minorenni, Antigone, Roma, 2022, 135 pp.
Il sesto rapporto di Antigone sugli Istituti penali per minori si configura come un sito e contiene un’analisi degli Istituti penali per minorenni in Italia, oltre alla presentazione delle 637 comunità residenziali disponibili all’accoglienza di minori o giovani adulti sottoposti a provvedimenti penali. Ci sono poi anche alcuni approfondimenti su tematiche quali le ragazze negli istituti penali, i minori stranieri, la messa alla prova, la giustizia riparativa.

Gianluca Guida, Carcere minorile: il lavoro li salverà, Senzafiltro.it, Montevarchi (AR), 2021, 3 pp.
L’articolo parla del lavoro per i detenuti del carcere minorile, inteso non solo come mezzo di sostentamento, ma come valorizzazione della persona. Dopo aver analizzato il disagio sociale e relazionale che porta i minorenni alla detenzione, esprime la necessità di restituire attraverso il lavoro la dignità all’individuo nel riconoscimento della responsabilità, sociale o penale che sia, affinché questa non si trasformi in una forma di punizione frustrante, ma sia un’occasione risocializzante. L’autore è un dirigente penitenziario ed è a capo dell’Istituto penale per minorenni di Nisida, del Centro Europeo di Studi sulla devianza e sulla criminalità minorile e del Centro Diurno polifunzionale di Napoli.

Mariateresa Veltri, Per un sistema di giustizia child-friendly. L’attuazione dei diritti e delle garanzie procedurali delle persone minorenni indagate o imputate di reato in Italia. Report dati 2021, Defence for Children International – Italia, Roma, 2021, 37 pp.
Il documento presenta il risultato di un’indagine promossa nell’ambito del progetto CREW da Defence for Children International – Italia in collaborazione con il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia. L’obiettivo primario è quello di contribuire ad armonizzare le pratiche di giustizia minorile nei 29 distretti giudiziari italiani sulla base dei principi della giustizia a misura di minorenne previsti dalla Direttiva UE 2016/800 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 maggio 2016. L’obiettivo correlato è quello di contribuire allo sviluppo di una metodologia nazionale per svolgere la valutazione individuale dei minorenni coinvolti nei procedimenti penali in qualità di indagati o imputati così come richiesto dai principi dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (CRC) e dalla normativa europea.

Marta Zanella, Food in carcere: cucinare aiuta ad essere liberi, in Scarp de’ tenis, n. 238 (feb. 2020), pp. 28-30
Quello alimentare è un campo in cui è piuttosto semplice dare una formazione professionale ed è anche un campo in costante espansione, per questo si stanno moltiplicando nelle carceri italiane i laboratori che garantiscono produzioni artigianali. Laboratori diretti soprattutto a persone con una bassa scolarizzazione e nessuna qualifica. Il lavoro in carcere è uno dei pilastri educativi del nostro ordinamento e i risultati, per quanto riguarda la riabilitazione sono davvero incoraggianti, ma purtroppo le disponibilità sono ancora molto limitate. Segue l’articolo “Cotti in fragranza un’occasione per i più giovani”, che parla di un progetto nel carcere minorile Malaspina (pp. 30-31), brevi descrizioni di altre esperienze e l’intervista ad un ex detenuto minorile, ora pizzaiolo.

Roberto Camarlinghi … [et al.], Per una costituente del lavoro sociale, in Animazione Sociale, n. 4/336 (2020), pp. 6-16
Questo numero esce dopo i tre precedenti dedicati alla pandemia e prosegue il percorso di rielaborazione avviato. Il lavoro sociale, educativo, di cura è chiamato a riposizionarsi, a dare il proprio contributo alla costruzione della «nuova normalità». È una grande occasione per ridirsi gli orientamenti di fondo, rilanciare la propria funzione, ridisegnare le strategie e parlare con voce autorevole, un progetto che potrebbe essere chiamato «per una costituente del lavoro sociale ed educativo». Dopo un’intervista a Duccio Demetrio e un articolo di Ivo Lizzola, si trovano alcuni articoli sul rigenerare solidarietà nei territori (con interventi di Franca Olivetti Manoukian) e la descrizione del progetto Anemmu, un progetto di giustizia riparativa diretto a minori di reato. Seguono alcune esperienze e riflessioni di educatori professionali e un focus dal titolo “Spunti per un tempo aperto”, riflessioni sulla pandemia e sul prossimo futuro.

Ettore Cannavera, Non abbandoniamo quei ragazzi, in La Collina, n. 2 (apr.-giu. 2019), pp. 18-19
L’articolo propone un intervento dell’autore, pronunciato nel corso dell’XI Assemblea Nazionale della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, “70 volte 7”, tenutasi a Roma l’8 giugno 2018. L’autore riflette sull’incapacità della società di sapere riconoscere una richiesta di aiuto da parte di giovani che delinquono. E certamente rispondere con il carcere non fa altro che peggiorare la loro situazione, poichè, in mancanza di proposte educative adeguate, spesso cercano una loro identità nelle gang criminali. Occorrono interventi educativi e culturali da parte della società, da educatori e volontari per proporre alternative efficaci al regime carcerario. Un esempio è la comunità La collina, fondata dall’autore, impostata sul lavoro, che garantisce al giovane uno stipendio e un riconoscimento.

Esperienze, progetti e testimonianze

Cosima Buccoliero con Serena Uccello, Senza sbarre. Storia di un carcere aperto, Einaudi, Torino, 2022, 128 pp.
Cosima Buccoliero è stata a lungo vicedirettrice e poi direttrice del carcere di Milano Bollate. Il suo può sembrare un lavoro duro, in cui freddezza e rigore sono i presupposti per avere tutto sotto controllo. Quando ha dichiarato che gli ergastolani nel suo carcere hanno diritto a una camera singola , ha suscitato stupore in chi crede che oltre le sbarre non ci debba essere speranza. Per lei il carcere è un microcosmo brulicante di vitalità. Ci sono i carcerati, il personale di sorveglianza e medico, i tanti volontari. L’Ambrogino d’oro che ha ricevuto nel 2020 l’ha ottenuto grazie a questo modello virtuoso di prigione: per lei la pena detentiva deve mirare a un reinserimento e non ridursi alla sola punizione.
Collocazione Biblioteca: 20011

Laura Petroni, Oltre le sbarre. Il “Metodo CEC” dell’Associaizone Papa Giovanni XXIII nella realtà riminese, in Lavoro sociale, n. 5 (ott. 2022), pp. 11-16
Nel presente articolo l’autrice, a partire dai risultati di una ricerca etnografica, presenta brevemente il metodo CEC (Comunità Educante con i Carcerati). Il metodo è stato ideato da Giorgio Pieri, membro dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Animato dal desiderio di superare la realtà carceraria, dal 2004 Giorgio Pieri accoglie i detenuti proponendo loro un percorso umano, valoriale e religioso, pensato per favorire un cambiamento personale e un progressivo reinserimento nella società.

Armando Loureiro, José Alberto Pinto, Educação nas Prisões. Prison Education. Rumos e Desafios. Paths and Challenges, UTAD, Vila Real, 2022, 106 pp.
Il documento contiene contributi sull’educazione in carcere, provenienti dal convegno “1st International Cycle of Conferences: Prison Education – Paths and Challenges”, tenutosi a Vila Real (Portogallo) nell’aprile 2022, a cui hanno partecipato esperti di diversi paesi, tra cui l’Italia. Esso offre uno sguardo poliedrico sulle pratiche, i progetti e la ricerca riguardanti il mondo carcerario e le persone coinvolte. Alcuni capitoli sono in lingua portoghese e altri in inglese.

Domenico Massano, Fare un giornale tra dentro e fuori il carcere. Se consentire l’espressione culturale rende più degna la detenzione, in Animazione Sociale, n. 07/357 (2022), pp. 49-56
Il tempo della reclusione è colmo di angoscia e inattività. Secondo l’autore, pedagogista e formatore, per incanalarlo verso obiettivi di senso può essere utile fare un giornale che dia voce al “dentro”, cercando di tessere fili comunicativi con il “fuori”. Due mondi che appaiono lontanissimi e sconosciuti, pur stando nello stesso territorio.

Gianfranco Martucci, Valentina Cappi, Marco Tamelli, Formare gli operatori delle carceri alla promozione della salute: ricerca-azione valutativa di un’esperienza in Emilia-Romagna, in Salute e società, a. 21, n. 1 (2022), pp. 159-174
Negli istituti penitenziari della Regione Emilia-Romagna opera in via sperimentale un “promotore della salute in carcere”, un professionista opportunamente formato che propone interventi individuali o di gruppo volti a sostenere l’educazione sanitaria delle persone detenute e l’adozione di stili di vita sani. L’articolo descrive i risultati di una ricerca-azione promossa dalla Regione, consistente in un percorso di formazione per gli operatori sanitari, finalizzato alla promozione della salute della popolazione reclusa. Gli autori discutono il percorso svolto e come migliorare future sessioni di formazione.

Francesco Profumo … [et al.], Contributi per promuovere il lavoro in carcere, in Studi Zancan, a. 22, n. 6 (nov. – dic. 2021) – on line, pp. 13-33
I risultati dello studio “Valutare l’impatto sociale del lavoro in carcere” (v. n. 5/2021 della stessa rivista) sono stati discussi durante un convegno organizzato da Fondazione Zancan e Acri il 19 gennaio 2022. Questa monografia raccoglie i contributi presentati che raccontano come innovare la gestione dell’esperienza carceraria, raccogliendo anche la voce dei protagonisti.

Ettore Sutti … [et al.], Le ali della libertà, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 255 (nov. 2021), pp. 22-31
Si tratta di una raccolta di quattro articoli sul tema della scuola in carcere. Oltre ad un’introduzione dell’argomento, con alcuni dati, viene data voce ad alcuni studenti detenuti e ad alcuni insegnanti che raccontano le loro esperienze. Ne emerge che la scuola e la cultura possono essere strumenti di promozione sociale e personale per chi è rimasto sempre escluso da ogni percorso educativo.

Devis Geron, Tiziano Vecchiato, Valutare l’impatto sociale del lavoro in carcere. Studio multicentrico, in Studi Zancan, a. 22, n. 5 (set. – ott. 2021) – on line, pp. 5-91
La monografia presenta la ricerca che ha approfondito i benefici del lavoro dei detenuti, in termini di esiti per i detenuti stessi e di impatto per la comunità più generale. Ha approfondito il coinvolgimento in attività economiche di enti del terzo settore e anche l’apporto del lavoro gestito dall’ Amministrazione penitenziaria. Lo studio può essere sintetizzato in tre componenti: 1) i benefici per le persone, le famiglie, le comunità di riferimento; 2) la valutazione di esito; 3) la valutazione di impatto sociale. Nelle interviste sono stati coinvolti 337 detenuti.

Eleonora Maglia, Economia carceraria in Italia. Un’analisi qualitativa delle imprese avviate negli istituti di pena, verso un modello generalizzato di azioni, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 51, n. 3 (estate 2021), pp. 38-41
Nel presente articolo viene trattato il tema dell’economia carceraria, ovvero il lavoro svolto dai detenuti all’interno degli istituti di pena. Nello specifico, l’autrice si focalizza sulla creazione di vere e proprie imprese che, dopo corsi di formazione appositi e grazie all’intervento di Cooperative sociali, consentono ai detenuti di esercitare ed allenare una serie di abilità spendibili in seguito nel mercato del lavoro a fine pena. In proposito si è realizzata una mappatura qualitativa, utilizzando il portale del Ministero delle Giustizia “Vetrina dei prodotti dal carcere”, che pubblicizza le imprese carcerarie sul territorio nazionale e promuove tra il pubblico gli acquisti dei prodotti artigianali realizzati dai detenuti.

Sonia Maria Bracciale ; prefazione di Alba Piolanti, Il canto di Yemaja. Poesie dal carcere, Sensibili alle foglie, Roma, 2020, 88 pp.
La poesia come risorsa per sopravvivere alla reclusione, ma anche per intraprendere un percorso di ricerca dell’identità. Un’identità ferita, in cerca di un suo posto nel mondo, sospesa sull’abisso, tra ciò che è stato e ciò che non è ancora. La stessa sospensione che caratterizza la condizione delle 2663 donne a oggi detenute nelle carceri italiane. Le poesie si susseguono con il passare degli anni, dal 2012 al 2019, e mostrano l’urgenza espressiva di una donna “con le cicatrici indelebili, sfregiata nell’anima”. “Ti ritrovi a essere colpevole perché hai subito violenza” scrive l’Autrice, attualmente detenuta presso il carcere “Rocco D’Amato” di Bologna, sovrapponendosi alle voci di quelle 15300 donne che, nei primi nove mesi dello scorso anno, si sono rivolte al 1522 per chiedere aiuto e sostegno contro le violenze subite in famiglia.
Collocazione Biblioteca:18696

Francesca Dalrì, “Vado in carcere per fare teatro, non la carità”. Intervista ad Armando Punzo, direttore della Compagnia della Fortezza, in La Via Libera, n. 5 (set. – ott. 2020), pp. 71-75
Nell’intervista Armando Punzo racconta la sua esperienza come fondatore e tuttora regista della trentennale Compagnia della Fortezza, prima sperimentazione strutturata di teatro in un istituto penitenziario. Oggi nella Compagnia sono impegnati un’ottantina di detenuti, coinvolti a vario  in tutti i mestieri del teatro, dalla recitazione alla scenotecnica ai costumi e trucchi di scena.

Luca Ansini, Benedetta Fani, Il setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota, in Minorigiustizia, n. 1 (2020), pp. 204-212
Nell’articolo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus “Setting in cammino” nell’ambito di tre progetti di messa alla prova già in corso: tre giovani sono stati accompagnati da due educatori per un cammino lungo la via Francigena di 140 km, per complessivi sette giorni. Infine è stata realizzata una giornata di studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte.

Franco Prina, L’impegno delle Università nelle istituzioni universitarie: diritto dei detenuti agli studi universitari, ricerca e terza missione, in Autonomie locali e servizi sociali, n.1 (apr. 2020), pp. 209-212
Da alcuni anni la presenza delle Università italiane nelle carceri è cresciuta, assumendo notevole rilevanza e costituendo all’interno degli istituti penitenziari delle sezioni dedicate, definite PUP, Poli Universitari Penitenziari. L’articolo riferisce i dati e i contorni dell’esperienza in atto, il coordinamento nato presso la Conferenza dei Rettori e indaga come negli istituti penitenziari possano esprimersi tutte e tre le missioni del sistema universitario: didattica, ricerca e terza missione, cioè impegno sociale, quale iniziative culturali, formazione del personale della polizia penitenziaria, supporto ai progetti di reinserimento lavorativo e sociale per chi ha concluso la pena.

Fabrizia Brocchieri, Elena Galliena, Giacinto Siciliano, L’accoglienza del nuovo giunto come baseline del progetto trattamentale individualizzato, in Rassegna Italiana di Criminologia, n. 2 (2020), pp. 133 – 144
Nell’ambito delle progettualità finanziate da Regione Lombardia riguardo agli “Interventi di accompagnamento all’inclusione socio lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria”, la Coop. Soc. Officina Lavoro Onlus ha progettato e realizzato un’azione volta a favorire l’aggancio precoce dei detenuti condannati con sentenza definitiva, in ingresso nell’Istituto penitenziario di Milano-Opera, a integrazione delle attività di accoglienza già presenti. Viene qui descritto il dispositivo di accoglienza progettato e sperimentato che consente una conoscenza puntuale da parte dell’Amministrazione Penitenziaria del nuovo giunto e la costruzione di una prima ipotesi di progetto trattamentale individualizzato. Tale dispositivo nasce dal vaglio della normativa che regola la fase di accoglienza e dall’osservazione delle prassi e degli strumenti già in uso negli Istituti, in particolare in quello di Milano-Opera.

A cura di Luca Decembrotto, Adultità fragili, fine pena e percorsi inclusivi. Teorie e pratiche di reinserimento sociale, Franco Angeli, Milano, 2020, 190 pp.
Il percorso tracciato in questo testo ha l’intento di descrivere lo stato dell’arte e problematizzare, da diversi punti di vista, il significato odierno dei progetti di reinserimento sociale per le persone detenute, mettendo a confronto la teoria pedagogica, sociologica e giuridica con le prassi sviluppate da enti pubblici e privati in diverse città dell’Emilia-Romagna. L’insieme eterogeneo di prospettive disciplinari e di linguaggi arricchisce il discorso sulle carceri per gli adulti, ponendo al centro della riflessione il loro essere aderenti al mandato costituzionale di creare opportunità, anziché produrre isolamento ed esclusione sociale. L’Emilia-Romagna è stata scelta come sfondo di questi ragionamenti, in quanto territorio ricco di esperienze cui attingere per sviluppare considerazioni più ampie all’interno di una attenta analisi del fenomeno locale e, pertanto, ancorate sia alle progettualità concrete, sia ai vissuti personali e collettivi. L’obiettivo complessivo del testo è quello di fornire una riflessione aggiornata e multidisciplinare per gli operatori del settore, per gli studenti universitari e coloro che si stanno formando per essere futuri specialisti in ambito detentivo, attivi in carcere o sui territori, ma anche per i ricercatori, fornendo loro diverse possibili prospettive di ricerca.

Paola Iannello … [et al.], L’educazione finanziaria per potenziare le competenze di progettazione dei soggetti autori di reato, in Psicologia di Comunità, vol. 16, n. 2 (2020), pp. 123-143
Il presente articolo descrive un percorso di educazione economica e finanziaria, “Nulla osta per una progettazione consapevole”, ideato per la popolazione carceraria che attraverso l’utilizzo di una metodologia interattiva e di un gioco di società (Projetto), ha l’intento di promuovere la consapevolezza dei soggetti autori di reato nella progettazione del loro futuro lavorativo, favorendo l’autovalutazione e l’automonitoraggio delle condizioni di fattibilità di un proprio progetto personale. L’articolo presenta anche una descrizione sintetica della prima realizzazione di tale percorso presso la sezione maschile della casa di reclusione di Bollate e le riflessioni emerse in conclusione.

Sitografia

A buon diritto
Amnesty International
Antigone
Ars Toscana – Salute dei detenuti
Asgi – Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione
CILD – Coalizione Italiana Diritti Civili
Centro Europeo di Studi Nisida
European Prison Education Association
EPEA-European Prison Observatory
Fair Trials
Garante Nazionale delle persone private della libertà personale
Lasciateci entrare – Campagna nazionale contro la detenzione amministrativa dei migranti
Nessuno Tocchi Caino
Ministero della Giustizia – carcere
Ministero della giustizia-minori
MIUR – Scuola in carcere
Pantagruel
Ragazzi Dentro – Osservatorio sugli Istituti Penali per Minorenni
OMCT – Organizzazione Mondiale Contro la Tortura
OSCE – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa
Ristretti
Statewatch

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