Giovani e adolescenti

Aggiornata ad agosto 2017– a cura di Paola Moriondo

I materiali, elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Centro Studi, Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in Biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico

Il percorso bibliografico proposto si articola in:

La condizione degli adolescenti e dei giovani

b233d972ada3f6b911297ef40b012c8a_XLMarco Bay, I giovani nelle statistiche sociali, Fonti, indicatori, sezioni tematiche, LAS, Roma, 2017, pp. 349
Il volume è organizzato in sezioni tematiche (demografia, nazionalità, istruzione, scuola, università, forze lavoro, Neet, famiglia, disagio giovanile, devianza, benessere, salute, cultura, partecipazione, volontariato…) che offrono un approccio statistico-descrittivo su minori adolescenti e giovani italiani, con dati relativi soprattutto al decennio 2005-2015. Il fine è fornire al lettore statistiche e stime, a partire da fonti attendibili e ufficiali, per tracciare profili, evidenziare andamenti, confrontare percentuali e conoscere a un primo approccio di base la realtà giovanile che si è venuta a originare dopo i primi anni del millennio. In particolare sono indicati i giovani in Italia, mettendoli il più possibile a confronto, in alcuni ambiti di osservazione, con altri paesi europei ed extraeuropei. In appendice, sono riproposte alcune infografiche di sintesi per facilitare alcune comunicazioni di dati statistici piuttosto attuali.
Collocazione Biblioteca: 17790

Elisabetta Perone, Per restare o per tornare? Studiare in Italia in tempo di crisi, in Mondi migranti, n. 1 (2017), pp. 155-181
Il contributo, sulla base di un insieme di biografie di giovani di origine straniera residenti in Campania, riflette sul valore dell’istruzione in tempo di crisi. Analizzando, in particolare, le parti delle narrative che si sono incentrate sulle prospettive future, con particolare riferimento alle aspettative di inserimento nel mercato del lavoro, l’autore indaga la relazione tra titolo di studio conseguito in Italia e il progetto migratorio di ritorno.

Maurizio Ambrosini, Nuovi italiani. Ragazzi, ragazze e le sfide dell’integrazione, in Lavoro sociale, n. 2 (apr. 2017), pp. 4-9
Nell’articolo vengono considerate le problematiche familiari e sociali dei figli di immigrati nati in italia. Con le famiglie di origine possono crearsi dinamiche conflittuali su base culturale. L’inserimento scolastico non pone solitamente particolari problemi, mentre quello lavorativo, oltre alle difficoltà economiche attuali, appare talora problematico in quanto tali giovani cercano uno status sociale superiore a quello delle famiglie di origine. Maurizio Ambrosini è docente di Sociologia dei processi migratori e sociologia urbana presso l’Università di Milano.

Maurizio Gentile, Giuseppe Tacconi, Giovani dispersi in Europa e in Italia: comprensione del fenomeno e misure di contrasto, in Orientamenti pedagogici, n. 4 (ott.- dic. 2016), pp. 797-825
L’indicatore europeo certifica che l’Italia ha un tasso di abbandono pari al 17%. Tale valore corrisponde alla percentuale di 18-24enni aventi un livello di scolarizzazione pari alla secondaria di primo grado e che non frequentavano né percorsi d’istruzione né di formazione nelle quattro settimane precedenti al sondaggio. Se invece utilizziamo l’indicatore delle mancate iscrizioni, il tasso raggiunge un valore pari a 31%, 14 punti oltre la stima europea. Questo impone l’elaborazione di strategie e politiche nazionali di contrasto.

20245425_1520197671351354_3257937580158168454_nGiulia Barbero Vignola … [et al.], Cos’è importante per essere felici. La parola ai ragazzi, in Studi Zancan, a. 17, n. 4 (lug.-ago. 2016) – on line, pp. 19-28
L’articolo illustra lo studio longitudinale “Crescere” che segue nel tempo un campione di 500 ragazzi tra gli 11 e i 18 anni in provincia di Padova e Rovigo, allo scopo di conoscere i percorsi di sviluppo degli adolescenti. Ad essi è stato chiesto di descrivere le attività del tempo libero, l’uso di internet e dei social network, la vita in famiglia, le relazioni con gli amici e i compagni di classe, l’atteggiamento verso la scuola, la spiritualità e quello che pensano di se stessi. I risultati ottenuti a tre anni dall’avvio dello studio indicano che i ragazzi di oggi vivono immersi nella realtà virtuale, ma il virtuale non basta loro per essere felici: hanno bisogno di relazioni autentiche e dirette, con gli amici, in famiglia, in amore, hanno bisogno di essere accettati per quello che sono, di esprimersi e di stare bene con se stessi. Nello stesso numero della rivista sono pubblicati i risultati dello studio “Crescere” nella città di Pinerolo (Torino): Crescere a Pinerolo: stili di vita, benessere e futuro dei ragazzi, pp. 35-43.

Luciano Abburrà, Luisa Donato, Carla Nanni, Né a scuola, né al lavoro. Chi sono i Neet? Una ricognizione in Piemonte e in provincia di Torino, in Informa Ires, n. 2 (giu. 2016), pp. 77-85
L’acronimo “Neet” (Neither in Employment, nor in Education or Training) identifica i giovani che non lavorano e al contempo non sono più in formazione o istruzione, con l’obiettivo di circoscrivere soggetti a rischio di esclusione sociale verso i quali indirizzare le politiche di contrasto all’emarginazione. L’Ires Piemonte ha pubblicato un ampio dossier statistico sul tema: in Italia, nel 2014, oltre un giovane su quattro si trova nella condizione di essere definito Neet; in Piemonte mostra nel biennio 2012-13 un incremento più consistente rispetto ad altre regioni come la Lombardia e Veneto.

yJacques Nancy, European Youth in 2016. Special Eurobarometer of the European Parliament, European Parliament, Bruxelles, 2016, pp. 31
L’ Eurobarometro, è una studio dedicato ai giovani europei tra 16 e 30 anni, condotto nei 28 Stati membri tra il 9 e il 25 aprile 2016. Viene pubblicato alla vigilia del European Youth Event (EYE2016) dove i giovani discuteranno e proporranno nuove idee sullo stato del mondo, sul futuro dell’Europa e sulla democrazia, sulla gioventù e sull’occupazione, sulla rivoluzione digitale, sullo sviluppo sostenibile ei sui valori europei. I temi trattati dal rapporto sono molti, tra cui l’emarginazione dei giovani dalla vita politica e lavorativa, la migrazione per studio e per lavoro, l’efficacia dei sistemi formativi, il rapporto con internet e le tecnologie, la conoscenza delle Istituzioni europee, il coinvolgimento dei giovani sulle tematiche ambientali e sullo sviluppo sostenibile.

A cura di Stefano Laffi, Quello che dovete sapere di me. La parola ai ragazzi, Feltrinelli, Milano, 2016, pp. 152
Nell’estate del 2014, trentamila ragazze e ragazzi compresi fra i sedici e i ventun anni hanno partecipato alla Route nazionale, appuntamento storico degli scout Agesci, per conoscersi, confrontarsi, stare insieme. In vista di quell’occasione è stato chiesto a tutti loro – su base volontaria e in forma anonima – di scrivere una lettera con il titolo “Quello che dovete sapere di me”, ovvero di stendere liberamente il proprio autoritratto, intorno a pensieri, questioni, sentimenti avvertiti come urgenti, essenziali per avere una rappresentazione corretta della loro vita, al di là dell’appartenenza allo scoutismo. Circa novecento fra loro hanno aderito all’invito, e Stefano Laffi, ricercatore sociale, ha guidato la sua équipe in un approfondito lavoro di analisi sul materiale raccolto. In questo testo ne restituisce una selezione per costruire un libro composto dalle voci dei ragazzi, dai loro racconti, dalle loro lettere a nessuno e a tutti noi; parole che delineano l’ autoritratto composito e sorprendente, di una generazione che è molto osservata ma, forse, molto poco capita.
Collocazione Biblioteca: 17750

Gustavo Zagrebelsky, Senza adulti, Einaudi, Torino, 2016, pp. 99
Il tema di questo saggio è l’annullamento nella società attuale dell’età matura. Tutte le società possono perire, corrompendosi dal loro interno. Come gli organismi, possono de-generare. Per ri-generarsi, occorre mettere fine a qualcosa del passato, occorre saper morire: del tutto, se la degenerazione è inarrestabile; in parte, se è ancora rimediabile. Nel discernimento di ciò che è vivo e ciò che è morto dovrebbe consistere la politica. L’ideologia odierna, secondo l’autore, è l’esatto contrario: la crescita e lo sviluppo che non ostacolano, ma moltiplicano i fattori della degenerazione. Cosí, al di là di vuoti e ipocriti discorsi a favore dei cosiddetti diritti delle generazioni future, la generazione presente, credendo di salvare se stessa, sta lavorando contro. Come le età della vita si stanno contraendo nella sola giovinezza, cosí le generazioni corrono il rischio di ridursi a quella presente che opera credendo di potere disporre illimitatamente e immediatamente delle risorse che la terra, ancora per poco, è capace di offrire. G. Zagrebelsky è un giurista, docente universitario, già giudice e presidente della Corte Costituzionale.
Collocazione Biblioteca: 17631

1246A cura di David Le Breton e Daniel Marcelli, Dizionario dell’adolescenza e della giovinezza, LAS, Libreria Ateneo Salesiano, Roma, 2016, pp. 906
Si tratta di un dizionario molto utile per impostare delle ricerche in un vasto repertorio di questioni sociali riguardanti l’adolescenza e la giovinezza. David Le Breton è sociologo, Daniel Marcelli è psichiatra. All’opera hanno collaborato numerosi specialisti di varie discipline per proporre un panorama il più completo possibile delle problematiche di tale periodo della vita dal punto di vista individuale, familiare e sociale.
Collocazione Biblioteca: 17784

European Commission, EU Youth Report 2015, European Union, 2016, Luxembourg, pp. 288
Chi sono i 90 milioni di giovani in Europa? Quali sono le loro speranze, i loro sogni, le loro prospettive? E che cosa sta facendo l’Unione Europea per aiutarli nel passaggio alla vita adulta, per diventare cittadini attivi pienamente coinvolti nelle loro comunità e per trovare il loro posto nel mercato del lavoro? La relazione dell’UE 2015 sulla gioventù fornisce una descrizione dei giovani europei insieme a una panoramica delle politiche giovanili a livello europeo e negli Stati membri. Riporta anche quali sono state le iniziative da parte dei Paesi Membri dell’UE e della Commissione europea per attuare il quadro di cooperazione per i giovani nel corso degli ultimi tre anni, e come questo abbia contribuito a migliorare la loro vita.

Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2016, Il Mulino, Bologna, 2016, pp. 170
Questo rapporto mette a disposizione dati, analisi, riflessioni, proposte di intervento che consentono di migliorare la conoscenza e la capacità di azione sulla realtà giovanile, confermandosi strumento utile non solo ai ricercatori, ma anche agli stessi giovani, alle loro famiglie, agli educatori, ai giornalisti, agli imprenditori e ai decisori pubblici. Questa nuova edizione 2016 offre un quadro aggiornato del “capitale umano in formazione”, illustrandone i valori, le aspettative, l’impegno sociale, le scelte formative, i percorsi professionali; approfondimenti specifici su temi rilevanti quali la sfida del confronto multiculturale, la fruizione del tempo libero, l’interesse per le startup innovative e per la sharing economy. Ne emerge un ritratto a tutto tondo dei giovani, fragili di fronte alle molte difficoltà del presente, ma anche “affamati” di opportunità e di occasioni per mettersi in gioco e fare esperienze di valore.
Collocazione Biblioteca: 17539

9788815254948_0_200_0_0Valeria Ottonelli … [et al.], Giovani con riserva, in Il Mulino, n. 3 (2016), pp. 458-511
Questa monografia contiene sei articoli sui diversi aspetti della condizione giovanile nel nostro Paese e sui divari tra generazioni: il lavoro, dopo la riforma caratterizzata dal jobs act; la ricerca di un tetto, che deve scontare condizioni di partenza spesso fortemente diseguali; la scelta di diventare genitori, in un’ Italia in cui ancora oggi mancano politiche amichevoli verso le nascite, le varie proposte di reddito minimo e di cittadinanza, i nervi scoperti di un sistema pensionistico come quello italiano. Punti decisivi, tutti questi, sulla base dei quali i giovani italiani possono o meno predisporre “piani di vita”, come è illustrato dall’articolo di Valeria Ottonelli che apre la sezione.

A cura di Giuseppina Speltin, L’età giovanile. Disagio e risorse psicosociali, Il Mulino, Bologna, 2016, pp. 312
Adolescenza ed età giovanile presentano sfide e compiti di sviluppo assai peculiari, che comportano risorse cognitive e richieste di adattamento non solo personale, ma anche sociale. Il volume affronta queste tappe evolutive in relazione ai rischi di disagio dal punto di vista delle richieste sia interne (come il cambiamento fisico e la definizione del sé), sia esterne (da parte della scuola, della società, del mondo del lavoro). Sono prese in considerazione le professioni di aiuto psicosociale e vengono proposti strumenti di intervento utili nella gestione delle situazioni di disagio. Giuseppina Speltini insegna Psicologia dell’adolescenza e Psicologia sociale nell’Università di Bologna.
Collocazione Biblioteca: 17624

Caterina Rizzo, Dimensioni del cosmopolitismo, Un’ indagine tra i giovani del servizio volontario Europeo, Franco Angeli, Milano, 2016, pp. 167
Prendendo spunto da un’indagine sull’esperienza dei giovani partecipanti al Servizio Volontario Europeo, uno dei più noti programmi di mobilità finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del più ampio Erasmus Plus, il volume presenta un percorso metodologico che attraverso lo strumento dell’intervista biografica esplora una nuova definizione di cosmopolitismo e delle sue dimensioni teoriche ed empiriche.
Collocazione Biblioteca: 17668

9788891741936 A cura di Simone Martino, Alessio Perlino, Federico Zamengo, I ragazzi del Millennio, Una ricerca sulle attività extrascolastiche a Torino, Il Mulino, Bologna, 2015, pp. 282
In uno scenario in trasformazione, in cui la famiglia pare essere entrata in affanno e la scuola fatica a svolgere tutti i compiti che le sono stati affidati, le realtà del terzo settore stanno giocando un ruolo fondamentale nell’accompagnamento dei giovani all’età adulta. Sono moltissimi gli adolescenti che ogni giorno, terminata la scuola, praticano uno sport, imparano una lingua, fanno i compiti, si sperimentano in attività ludico-espressive, si confrontano su questioni giovanili con animatori, educatori, allenatori. Questa ricerca esamina qual è il peso educativo delle tante realtà che operano con i ragazzi nell’extra scuola e che cosa propongono loro, a partire dall’esperienza di Torino, città dal ricco tessuto associativo, che oggi si confronta più di altri capoluoghi italiani con le sfide e le opportunità legate ad una significativa presenza di giovani “figli dell’immigrazione”. Il volume si apre con due saggi introduttivi di Franco Garelli, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nell’Università di Torino e di Giorgio Chiosso, consulente pedagogico della Fondazione per la Scuola, docente di Pedagogia generale e Storia della pedagogia nell’Università di Torino.
Collocazione Biblioteca: 17608

Sveva Magaraggia, Essere giovani e diventare genitori. Esperienze a confronto, Carocci, 2015, Roma, pp. 174.
I modi in cui diventiamo adulti influenzano che tipo di genitori siamo? Il libro, attraverso una ricerca effettuata tramite quaranta interviste a carattere narrativo, vuole comprendere come itinerari diversi di transizione all’età adulta condizionino le modalità di esperire la genitorialità, nonché le concezioni stesse dell’età adulta. Essere un genitore prossimo ai trentacinque anni, con alle spalle un percorso di transizione prolungato nel tempo, non implica soltanto diventare genitore più tardi, ma può significare attribuire a quelle responsabilità un senso diverso da chi è diventato genitore “precocemente”, percorrendo quindi la sequenza tipica della transizione (conclusione dell’iter formativo, ingresso nel mondo del lavoro, abbandono della famiglia di origine, costruzione di un nucleo familiare autonomo) a un ritmo più sostenuto della media. L’attribuzione di questi significati può, inoltre, essere differente per chi è entrato nei ruoli parentali pur non avendo superato ancora tutte le altre tappe della transizione all’età adulta. Questi giovani, più che essere fuori tempo rispetto al calendario sociale della procreazione, appaiono piuttosto sospesi tra due mondi, il mondo delle responsabilità di chi diventa genitore e il mondo giovanile, con i suoi riti comunicativi e di consumo: catapultati in un universo adulto, questi genitori giovani ne trasformano i confini, nonché il senso stesso. L’autrice è sociologa e ricercatrice presso l’Università degli Studi Roma-Tre.
Collocazione Biblioteca: 17336

Elisa Lello, La triste gioventù. Ritratto politico di una generazione, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2015, pp. 173
Secondo l’autrice, l’Italia non è un paese per giovani, ma è tuttavia un paese dove si tende a restare giovani sempre più a lungo e dove la condizione socio-economica per questa generazione risulta particolarmente svantaggiata rispetto ad altre fasce di popolazione e ad altri paesi europei. E’ una generazione incerta come il futuro, sospesa nelle scelte politiche e di valore, costretta alla precarietà e quindi all’improvvisazione e a rafforzare la propria identità. Elisa Lello insegna Sociologia Politica all’Università di Urbino Carlo Bo. Collocazione Biblioteca: 17311

downloadGuido Savio, Giovani e responsabilità. Precarietà, autonomia e futuro, Armando, Roma, 2015, pp. 159
L’autore afferma che spesso gli adulti chiedono ai giovani (o pretendono) di fornire loro la “prova” del possesso di un valore fondamentale: la responsabilità. In realtà, sono gli stessi adulti a trovarsi sovente in difficoltà nella gestione di tale valore. Secondo l’autore, quando i giovani si rendono conto di questa mancanza, si creano dinamiche non convenzionali che vanno gestite sapientemente. Il libro tratta dello scambio possibile tra adulti e giovani su “chi” la responsabilità sa prenderla e assumerla davvero e chi non ne è in grado. Guido Savio è filosofo, psicologo e psicoterapeuta.
Collocazione Biblioteca: 17400

 Marco Deriu, La capacità di aspirare nell’epoca del precariato. Le nuove generazioni tra senso di irrilevanza e nuovi modi di stare al mondo, in Animazione Sociale, n. 289 (2015), pp. 14-27
L’autore, docente di Sociologia della comunicazione politica e ambientale presso l’Università di Parma, esplora la “capacità di aspirare”, ritenuta una dimensione fondamentale della democrazia e del cambiamento sociale. Essa corrisponde alla possibilità di far sentire la propria voce, di esprimere la propria protesta, di partecipare criticamente, di mettere in campo desideri e obiettivi rivolti al futuro e al miglioramento delle condizioni personali e collettive. L’autore si interroga inoltre su come essa può essere rafforzata nelle nuove generazioni del tempo della precarietà.

Alessandra Luciano, Giovani, legalità e cooperazione. Intervista a Luigi Ciotti, Celid, Torino, 2015, pp. 47
Il libro riporta un’intervista a Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. L’intervistato ritiene che la ricerca di senso sia il lievito della gioventù e si chiede come sia possibile che un’intera generazione sia stata abbandonata a se stessa e abbia trovato chiusa la porta del futuro: “Una società che non si cura dei giovani è una società che non si cura della propria storia e del proprio avvenire, ripiegata nei suoi egoismi e nelle sue paure. Che cosa è importante dare ai giovani? Relazione, ascolto, opportunità”. L’intervista verte anche sui temi della lotta alle mafie, dell’educazione e della cultura alla legalità anche in ambito politico e sanitario (progetto “Riparte il futuro”) e sulla necessità di una maggior giustizia sociale. Troviamo nel testo anche una presentazione dell’associazione Libera e un breve profilo biografico di Luigi Ciotti.
Collocazione Biblioteca: MAF.06.369

Psicologia degli adolescenti e dei giovani

X7262BSilvia Vegetti Finzi, Un’ adolescente in carriera, in Psicologia contemporanea, n. 262 (lug.-ago. 2017), pp. 10-11
Le adolescenti di oggi appaiono forti, determinate, sicure di sé, organizzate, senza complessi di inferiorità rispetto ai maschi. L’unico rischio, rileva l’autrice, è che nel loro efficientismo sacrifichino il desiderio al successo sociale.

Daniele Doglio, Il gioco della morte. Balene azzurre in Rocca, a. 76, n. 13 (lug. 2017), pp. 27-29
L’autore analizza il ruolo che la comunicazione mediatica su internet possa influire sul suicidio o tentato suicidio negli adolescenti a partire dalle informazioni sulle balenottere azzurre,i più grandi animali viventi per massa corporea che ogni tanto si lasciano morire, “spiaggiandosi” da soli o in gruppo. Blue Whale è il nome di un pericoloso gioco della morte che circola in rete. Il problema esiste in età adolescenziale per varie problematiche. Il ruolo di internet appare sopravalutato, ma non è nemmeno da sottovalutare soprattutto da parte dei genitori.

Paolo Gambini, Elena Margiotta, Rischio di parentificazione negli adolescenti figli di genitori separati. Risultati di una ricerca empirica, in Orientamenti pedagogici, n. 2 (apr.-giu. 2017), vol. 64, pp. 343-365
Lo studio indaga l’influenza della separazione dei genitori sugli adolescenti, valutando quanto questa divisione possa innescare un’inversione di ruoli, o parentificazione, nella quale i figli assumono un atteggiamento particolarmente responsabile e protettivo verso i genitori, perdendo di vista i propri bisogni evolutivi. I risultati della ricerca, realizzata su 1261 studenti tra i 14 e i 18 anni, confermano che gli adolescenti figli di genitori separati o divorziati hanno livelli più alti di parentificazione, sono meno disponibili a sovrapporre il proprio sé a quello della madre o del padre e, soprattutto le ragazze, manifestano più facilmente problematiche internalizzanti. Gli autori, psicologi psicoterapeuti esperti nei temi dell’adolescenza, evidenziano alcune limitazioni dello studio, propongono ulteriori spunti di ricerca e discutono l’importanza di interventi con la famiglia divisa che permettano di riequilibrare l’assetto dei ruoli.

71bGEugSe-LA cura di Maria Assunta Zanetti, Bambini e ragazzi ad alto potenziale. Una guida per educatori e famiglie, Carocci Faber, Roma, 2017
Il volume propone una chiave di lettura per comprendere i bisogni educativi ed emotivi dei bambini e ragazzi ad alto potenziale intellettivo, e fornisce i mezzi per affrontare in modo corretto le situazioni scolastiche, familiari e relazionali che si possono creare in questi casi. Il tema è trattato partendo da un inquadramento teorico, passando poi alla valutazione e ai criteri di individuazione e proponendo infine modalità di gestione, sia nel contesto familiare che scolastico. La prospettiva che gli autori hanno adottato è di tipo inclusivo, cioè vede lo sviluppo del potenziale individuale non solo come un modo per favorire il benessere psicologico del singolo, ma anche come un’opportunità e una ricchezza per tutti. Il testo, quindi, offre una prima risposta, sia pur non esaustiva, a tutti i bambini, genitori e insegnanti che si trovano a vivere, o gestire, tale condizione. L’autrice è docente di Psicologia dell’educazione all’Università di Pavia e direttore del Laboratorio di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione (LabTalento).
Collocazione Biblioteca: 17765

Alberto Pellai, Perchè i nostri ragazzi giocano con la morte?, in Famiglia Cristiana – on line, pp. 2
Un ragazzo di 13 anni, a Soverato, è morto sotto i binari di un treno mentre stava facendosi un selfie con altri due amici, che invece si sono salvati. A partire da questo fenomeno, denominato dai giornalisti “selfie estremo”, lo psicoterapeuta Alberto Pellai fa una riflessione sul rapporto che i nostri giovani hanno con l’idea della morte, così poco reale e così tanto immaginata e vissuta virtualmente, perché “dentro un videogioco muoiono tutti, ma in realtà non muore nessuno”. Occorre invece parlare con i nostri figli di questi temi, senza paura, “perché solo se si è stati educati a sentirsi responsabili e rispettosi intorno alla morte, lo si può diventare anche nei confronti della vita”

Lucia Beltramini, Questo piccolo grande amore. Il fenomeno della violenza di genere nelle giovani coppie, in Lavoro sociale, n. 1 (feb. 2017), vol. 17, pp. 17-36
La violenza di genere non è presente, come si potrebbe pensare, solo nelle coppie mature, ma anche tra i più giovani. Questo fenomeno è stato indicato col termine inglese “teeen dating violence” e descrive fenomeni che vanno da comportamenti di dominazione e controllo, alla violenza psicologica, ma anche violenza fisica e sessuale. In Italia è stata fatta una ricerca nella scuola secondaria superiore e si è evidenziato che una percentuale significativa di ragazzi, soprattutto di sesso femminile ha subito questo tipo di violenze e che queste hanno un impatto significativo sulla salute: una relazione violenta può produrre bassa autostima, difficoltà scolastiche, disturbi alimentari e molte altre forme di disagio. Fondamentale risulta essere il ruolo della prevenzione, anche in considerazione della grande difficoltà degli adolescenti a chiedere un aiuto direttamente su questo tema specifico

cop3_2016Maria Giulia Olivari… [et al.], Se io fossi Ben: adolescenti a confronto con una ipotetica gravidanza, in Psicologia della Salute, n. 2 (2016), pp. 63-85
Scopo del presente contributo è quello di esplorare, tramite una simulazione role-playing computerizzata, l’atteggiamento di un campione di adolescenti maschi in merito ad una ipotetica gravidanza non pianificata. La ricerca si proponeva di descrivere le reazioni emotive e cognitive degli adolescenti e la scelta da loro presa rispetto alla gravidanza; individuare gli atteggiamenti degli adolescenti nei confronti della genitorialità adolescenziale e della relazione con la partner; valutare il ruolo giocato dai seguenti fattori nel predire la scelta di proseguire o meno la gravidanza: (a) atteggiamenti personali nei confronti della genitorialità adolescenziale e della relazione con la partner, (b) attribuzione di importanza agli aspetti positivi e negativi della prosecuzione della gravidanza e dell’interruzione volontaria di gravidanza, (c) percezione dell’atteggiamento genitoriale nei confronti della gravidanza non pianificata. I risultati mettono in luce la presenza di tre atteggiamenti nei confronti della genitorialità adolescenziale e della relazione con la partner, che possono essere predittivi della decisione di portare avanti o meno un’eventuale gravidanza: idealizzazione della genitorialità, rifiuto dell’impegno e riflessione sull’evento.

Philippe Jeammet, Comportamenti autodistruttivi in adolescenza, in Psicologia contemporanea, n. 257 (set.- ott. 2016), pp. 28-36
L’autore dell’articolo afferma che i comportamenti autodistruttivi, quali anoressia, ferite e mutilazioni, rappresentano per gli adolescenti un modo per sentirsi padroni della propria vita. I comportamenti autolesivi sono una costruzione subita e si nutrono di delusioni accumulate proporzionali al desiderio sottostante; l’autolesionismo lenisce la sofferenza, come una vera e propria anestesia delle emozioni. Nel contributo che segue, “Nella mente degli adolescenti”, Alberto Oliverio, mette in evidenza i risultati di recenti studi in ambito neuroscientifico secondo i quali il comportamento degli adolescenti associato ad una personalità ribelle, non incline al compromesso e nettamente in contrapposizione al mondo degli adulti, sia dovuto a specifici fattori ormonali e maturativi.

Giuseppe Crea, Samir Anis Matta Emad,   Prospettiva temporale, motivazione e ricerca di senso nelle strategie di apprendimento degli adolescenti, in Orientamenti pedagogici, n. 2 (apr. – giu. 2016), pp. 345-381
Il presente lavoro di ricerca è stato effettuato con lo scopo di rilevare quali siano i fattori che, tra le competenze cognitive, affettive e motivazionali, risultano particolarmente sensibili alla prospettiva temporale, e quali incidano maggiormente nel modo di integrare la propria storia passata, presente e futura. In particolare, il presente contributo ha permesso di individuare alcuni fattori di rischio e di protezione nell’acquisizione e nella capacità di controllo delle strategie cognitive, affettive e motivazionali, così importanti negli adolescenti per affrontare in modo stabile ed efficace le esigenze di apprendimento nel contesto in cui vivono.

PEDAGOGIKA_IT_XX_2_COVER-uai-516x728Emma Tellatin, Erika Lunardon Erika, Silvia Signori, Adolescenza, in Pedagogika.it, a. 20, n. 2 (apr.-giu. 2016), pp. 73-76
L’adolescenza, età incerta per eccellenza, è difficile sia per i genitori che per i figli: i primi possono disorientarsi e tendere a reprimere o a concedere eccessiva libertà. I secondi sembrano a volte vivere in realtà virtuali, guardando al contenimento agito dai genitori come una minaccia. Troviamo un dossier dal titolo Adolescenti, di Stefano Laffi … [et al.], anche in Pedagogika.it, A. 18, n. 3 (2014), pp.9-81

David Shaffer, Katherine Kipp, Psicologia dello sviluppo. Infanzia e adolescenza, Piccin, Padova, 2015, pp. 714
L’obiettivo del presente manuale, giunto alla sua nona edizione, è fornire una panoramica attuale, completa e rigorosa dello sviluppo del bambino e dell’adolescente, che rifletta le teorie e le ricerche più importanti sull’argomento, ma anche buoni consigli pratici che gli studiosi dello sviluppo hanno da offrire. Il testo è suddiviso in cinque parti: 1) Introduzione alla psicologia dello sviluppo; 2) Basi biologiche dello sviluppo; 3) Sviluppo cognitivo; 4) Sviluppo sociale e della personalità; 5) Il contesto dello sviluppo. Collocazione Biblioteca: 17835

Laurence Steinberg, Adolescenti. L’età delle opportunità, Codice, Torino, 2015, pp. 288
La società contemporanea vede e racconta l’adolescenza come un periodo di grande confusione e turbolenza. E in effetti di confusione ce n’è tanta, scrive l’autore, professore di Psicologia presso la Temple University di Filadelfia, ma solo negli occhi di chi i ragazzi li osserva e giudica superficialmente. Uno sguardo lucido e costruttivo deve invece partire da un assunto fondamentale, che però finora è stato quasi del tutto ignorato al di fuori della comunità scientifica: il cervello degli adolescenti è connotato a livello fisico da una plasticità (la possibilità cioè di essere plasmato dall’esperienza) simile a quella del cervello dei neonati. Questo significa cambiare radicalmente segno alla lettura che diamo di questi anni così cruciali: non l’età del rischio, non gli anni a cui cercare di sopravvivere in qualche modo, bensì l’età delle grandi opportunità, che hanno però bisogno di essere riconosciute e stimolate per potersi esprimere al meglio.
Collocazione Biblioteca: 17333

9788891725431Elisa Casini, Somatizzazione e adolescenza. Quando le emozioni sono sequestrate nel corpo, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 205
Molti adolescenti esprimono la loro sofferenza attraverso sintomi fisici e lamentele somatiche prive di un riscontro medico oggettivo. È questo il caso della somatizzazione, il meccanismo con cui il disagio psichico si manifesta prevalentemente sotto forma di sintomi somatici che spingono alla ricerca di consultazioni e cure mediche, spesso numerose e inefficaci. Il libro ha lo scopo di chiarire le ambiguità e le controversie che caratterizzano il costrutto di somatizzazione per proporre un modello utile alla comprensione della patologia adolescente. La descrizione di esperienze cliniche e di un progetto di prevenzione rivolto ai giovani che giungono in Pronto Soccorso mostra come sia possibile aiutare i molti adolescenti che somatizzano la loro sofferenza a mettere in parola le emozioni sequestrate nel corpo. Elisa Casini è psicologa e psicoterapeuta. Collocazione Biblioteca: 17425

 Laura Romano, Sereno variabile. Ascoltare gli adolescenti e capire quando preoccuparsi, Monti, Saronno, 2014, pp. 110
Questo testo, con un linguaggio semplice e chiaro, conduce i genitori, insegnanti, educatori nel mondo degli adolescenti, illustrando i processi di crescita, il ruolo della famiglia, del gruppo di amici, della scuola. Con particolare attenzione l’Autrice esamina i comportamenti “a rischio” nel campo della sessualità, dell’uso di sostanze stupefacenti, delle condotte alimentari, fornendo preziose indicazioni per decodificare i segnali che, attraverso questi comportamenti, in ragazzi inviano agli adulti. Laura Romano, pedagogista, da anni collabora, in qualità di consulente e formatrice, con strutture e servizi per minori e con scuole di diverso ordine e grado.
Collocazione Biblioteca: 17600

41+p8Iyl7YL._SX317_BO1,204,203,200_Anna Rita Graziani, Augusto Palmonari, Adolescenti e morale. Trasgressione, conformismo e valori in un’età inquieta, Il Mulino, Bologna, 2014, pp. 128
Il libro presenta alcuni esempi di scelte che quotidianamente gli adolescenti affrontano, alle prese tra bisogni e desideri personali da un lato, e principi e norme dall’altro. Per cercare di capire come si sviluppa, in quella delicata fase della costruzione della propria identità, la capacità di pensare in termini morali, il testo si interroga sul ruolo delle regole, delle emozioni, dell’esperienza, della famiglia, della scuola e dei coetanei, nel favorire o anche ostacolare, lo sviluppo morale degli adolescenti.
Collocazione Biblioteca: 17062

Il lavoro con gli adolescenti e i giovani

Jacopo Tomasi, “Il mio cancello sempre aperto per dare una speranza”, in Lavoro sociale, n.2 (apr. 2017), vol. 17, pp. 16-18
Questo articolo è un’intervista a Gianni Maddaloni, maestro di judo in un quartiere problematico di Napoli. In base alla sua esperienza ritiene che lo sport possa aiutare molti giovani ad uscire dall’ottica della vita di strada, ma dovrebbe essere inserito in un progetto di recupero più articolato.

Sabrina Magnani, La voce degli adolescenti, in Rocca, a. 76, n. 6 (mar. 2017), pp. 41-43
L’autrice riporta l’esperienza di Radioimmaginaria, un’emittente radiofonica gestita da adolescenti che non si occupa solo di musica e spettacoli, ma anche di attualità sociali come, ad esempio, il bullismo. Al di là del servizio sociale fornito, viene evidenziata l’importanza educativa dell’esperienza per i giovani stessi.

anDavide Fant, Manifesto per una pedagogia hip-hop. Nove indicazioni dalle culture giovanili per arricchire il lavoro degli educatori, in Animazione Sociale, n. 308 (2017), vol. 47, pp. 76-85
Per il lavoro educativo è vitale non considerare l’hip-hop solo come una risorsa per coinvolgere gli adolescenti più “difficili”, ma cercare di coglierne il sistema fondante di significati. Perchè dall’hip-hop, come da altre controculture giovanili, arrivano indicazioni preziose per reinventare il lavoro educativo con le nuove generazioni. Soprattutto arriva una contronarrativa dei mondi giovanili, che smonta le visioni pessimistiche di chi nei giovani vede solo inconcludenza, insignificanza e nichilismo. Sintonizzare il mondo degli adulti con quello dei giovani porta a connessioni liberanti capaci di reinventare insieme un presente costruttivo. Il libro dell’autore “Pedagogia hip-hop. Gioco, esperienza, resistenza” è disponibile in biblioteca alla collocazione 17087.

A cura di Stefano De Martin, Lessico generazionale. Adulti che si occupano di giovani, Piaggie, Firenze, 2017, pp. 240
Questo libro comincia dalla copertina, dove un’immagine appesa malamente con un chiodino e pasticciata, suggerisce l’idea di precarietà e mostra, tra altre, la foto di Giulio Regeni per segnalare la vicinanza al movimento che chiede verità sulla sua tragica fine. Il testo è composto da venti contributi raccolti in vario modo (focus group, interviste individuali, testi scritti per l’occasione), riflessioni di persone impegnate professionalmente in ambiti transitati da giovani (la scuola e i luoghi della formazione, la città con le sue periferie e gli spazi di socializzazione, i coworking e gli spazi dei nuovi lavori, i centri di accoglienza e i campi nomadi). Il libro diventa terreno di incroci e scambi di esperienze, parole, riflessioni; un campo aperto dove si viene assaliti da un lessico preciso, dove l’attenzione è tutta sugli adulti che predispongono setting di ascolto, animazione, educazione, accompagnamento, formazione, divertimento, espressione artistica.
Collocazione Biblioteca: 17746

 Cira Stefanelli … [et al.], Incontrarsi tra adolescenti e adulti oltre i pregiudizi. Generazioni in ricerca, in Animazione Sociale, a. 47, n. 307 (feb. 2017), pp.37-68
I contenuti dell’inserto nascono dal percorso delle Summer School sui Diritti dell’Adolescenza, realizzate in questi anni dall’Istituto centrale di formazione del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità con Animazione Sociale. L’intento è quello di capire come rendere generativo il tempo che educatori e adolescenti trascorrono insieme nei diversi contesti istituzionali (comunità educative, istituti di pena minorile, centri di aggregazione giovanile, aule scolastiche, ecc..). Gli interventi proposti sono i seguenti: “Adulti e adolescenti su rive opposte. Come gettare ponti tra generazioni” di Cira Stefanelli e Francesco d’Angella; “Maledetti occhiacci di legno! Se a guadagnarci, nello scambio, è sempre l’adulto” di Gianni Biondillo; “Oggi serve un’educazione narrativa. Se le storie aprono agli incontri” di Fabio Geda; “I pericoli della storia unica. Mai ridurre gli altri a una storia sola” di Chimamanda Ngozi Adichie.

9788859012054_0_0_1401_80Franca Bonato, Emozioni sulla scena. Educazione emotiva e teatro, Erickson, Trento, 2016, pp. 181
L’autrice, regista e autrice teatrale, esperta nell’uso del teatro in contesti formativi, educativi e sociali, in questo libro offre spunti di itinerari didattici e percorsi formativi basati sul teatro per educare all’emotività, come indicano i titoli dei capitoli del volume: Le emozioni; Gioco e creatività; Verso una pedagogia delle emozioni; Il teatro educativo: una nuova pedagogia; La lezione di teatro educativo; Proposte di itinerari didattici. Collocazione Biblioteca: 17781

 Leonardo Montecchi, Dov’è la capacità istituente delle nuove generazioni?, in Animazione Sociale, n. 9/305 (dic. 2016), pp. 100-104
L’autore compie un ampio percorso culturale tra filosofia, letteratura, psicoanalisi e sociologia, per cercare di rispondere alla domanda posta nel titolo. Egli osserva che gli attuali mezzi di informazione costruiscono un villaggio globale più virtuale che reale, dove i giovani rischiano di smarrirsi, se non si riescono a proporre rapporti di comunità anche di piccoli gruppi liberi da ingerenze autoritarie tipiche del passato. Questi punti di riflessione vengono ripresi nell’articolo di Christian Sarno, E se fosse il caso di provare a lasciarli generare? Nuove generazioni, altre generatività / 2, in Animazione Sociale, a. 47, n. 306 (gen. 2017), pp. 103-105 e in quello di Andrea Marchesi, Michele Marmo, Franco Floris, Nuove generazioni in ricerca di altre generatività. Ragionamenti verso il secondo appuntamento «Cose da fare con i giovani», in Animazione Sociale, a. 46, n. 303 (set.-ott. 2016), pp. 23-34

C’era una volta un sogno, Ragazzi speciali in mare per cinque giorni, in Sempre, a. 39, n. 9 (set. 2016), pp. 28-31
Il progetto “Nave Italia”, promosso dalla Fondazione Tender To Nave Italia onlus, dà la possibilità a gruppi di persone con disabilità fisica, malattia mentale e/o disagio sociale, di fare un’esperienza educativa molto singolare a bordo di un brigantino. L’articolo descrive l’esperienza promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, una sfida educativa fatta di lavoro, formazione e convivenza per un gruppo di adolescenti ospiti dei centri diurni e per un ragazzo autistico.

Massimiliano Anzivino, Lauro Menozzi, Al lavoro con giovani senza lavoro. Territori che si sperimentano nel contrastare insieme la disoccupazione giovanile, in Animazione Sociale, a. 46, n. 303 (set.-ott. 2016), pp. 78-87
Nell’articolo si racconta l’esperienza tuttora in corso in un piccolo Comune della bassa reggiana per contrastare la disoccupazione giovanile, attraverso un approccio sperimentale basato sulla ricerca-azione e sulla collaborazione tra territori a livello politico, imprenditoriale e formativo.

A cura di Paola Schiavi, Adulti e adolescenti: dove incontrarsi?, in Animazione Sociale, a. 46, n. 301 (mag.-giu. 2016), pp. 3-10
In questa intervista Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta esperto delle tematiche dell’adolescenza, afferma che spesso si sente dire che gli adolescenti di oggi non hanno più bisogno degli adulti. A dimostrarlo è il disinteresse in classe, la disaffezione verso le proposte degli adulti, la crisi che oggi vivono gli spazi oratoriali, lo scoutismo, i centri di aggregazione, etc. In realtà gli adolescenti stanno cercando gli adulti, competenti che li aiutino a crescere, perché hanno l’impressione che sia molto faticoso e che sarebbe bello se chi è già passato di là svelasse loro qualche segreto.

imagesA cura di Maria Deidda, Maria Lucia Piras e Cristina Cavicchia, Gli adolescenti tra immaginario collettivo e scena sociale. Idee in viaggio, modelli, prassi, Erickson, Trento, 2016, pp. 236
La pubblicazione nasce dall’esigenza di riunire il materiale prodotto nell’ambito di tre convegni sul tema dell’adolescenza, organizzati a Genova tra il 2009 e il 2013. Il percorso delineato nel volume segue sostanzialmente due filoni. Uno dedicato ai giovani stessi, per dar loro voce, cercare approcci “nuovi” o originali, capaci di interpretare i problemi, orientando l’azione. L’altro dedicato ai servizi a favore dei giovani, con una capacità rinnovata di rivolgersi alla famiglia, riconoscendone e rinforzandone le competenze, in un’ottica di prevenzione e presa in carico unitaria e precoce.
Collocazione Biblioteca: 17535

Federica Mazzocchi, Licia Boccaletti, Promuovere il dialogo intergenerazionale tramite l’educazione ambientale: l’esperienza del progetto Ge.a., in Autonomie locali e servizi sociali, a. 39, n. 1 (apr. 2016), pp. 147-161
L’articolo presenta le principali caratteristiche di un progetto di educazione ambientale intergenerazionale promosso nel 2014 in provincia di Novara nell’ambito delle iniziative dell’Anno europeo dell’Invecchiamento attivo e della Solidarietà intergenerazionale. Sono stati coinvolti nel progetto allievi di scuola primaria e secondaria di primo grado, adolescenti e giovani di una parrocchia, di un centro giovanile e di gruppi informali, disabili di un centro diurno e anziani ospiti di una Casa protetta. L’intento era promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva di giovani e anziani sui temi ambientali e in particolare sul riscaldamento globale e la dipendenza da petrolio e altri combustibili, valorizzando le competenze di chi è cresciuto in un’epoca in cui il risparmio delle risorse veniva naturale. Si è cercato inoltre di superare pregiudizi e diffidenze di una generazione verso l’altra e di stimolare resilienza, curiosità e voglia di apprendere.

Roberto Camarlinghi, Un pomeriggio con l’educativa di strada. Tra le case popolari di Barriera di Milano, in Animazione Sociale, A. 46, n. 300 (2016), pp. 109-110
L’articolo descrive una giornata dell’educativa di strada del Gruppo Abele che lavora a Torino, nel quartiere di Barriera di Milano, a contatto con ragazzi italiani e stranieri che vivono il disagio delle periferie. Le attività dell’educativa, composta da un’equipe di educatori e mediatori culturali, sono inserite nel progetto NOMIS (Nuove opportunità per minori stranieri).

1265Andrea Zampetti, La strada educativa, Un approccio sistemico al lavoro educativo di strada, Las, Roma, 2016, pp. 324
La strada, oggi, appare come una grande opportunità che viene valorizzata come uno spazio di protagonismo sociale per riscoprire i valori dell’appartenenza e della comunità. La strada però è anche luogo che rivela il profondo disagio e il rischio di emarginazione. Non è luogo di transito, di passaggio, di incontro, di condivisione, di reciprocità e solidarietà, ma una “casa” senza ponti né protezioni, luogo di sfruttamento e di accumulo di “scarti”. Questa situazione può riguardare soggetti diversi, che hanno estremo bisogno di essere aiutati per un recupero di dignità, di speranza e di reintegrazione sociale. L’autore è docente della facoltà di Scienze dell’Educazione.

Fulvio Poletti, La peer education in una prospettiva pedagogica, in Orientamenti pedagogici, n.1 (2016), pp. 188-210
La peer education negli ultimi anni è risultata molto promettente come metodo di prevenzione dei comportamenti a rischio tra i giovani, tanto da suscitare talvolta attese miracolistiche da parte di genitori, educatori e delle autorità politiche e scolastiche. Questo articolo si propone di collocare questa metodologia in un orizzonte di senso storico-pedagogico, rintracciando nella storia della pedagogia e del pensiero educativo quegli autori e quegli spunti educativi che possono fungere da sostegno teorico e metodologico alla peer education. L’articolo si conclude con un’esperienza di applicazione effettiva di questo metodo in un preciso contesto scolastico della Svizzera italiana, nell’ambito di un progetto europeo realizzato con partner italiani e francesi

A cura di Tito Baldini … [et al.], Fare gruppo nel lavoro con adolescenti al limite. I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza/8, in Animazione Sociale, A. 45, n. 295 (2015), pp. 37-84
Il presente lavoro propone alcuni approfondimenti sulle comunità per ragazzi con storie complicate e sul ruolo del gruppo come valido strumento di aiuto. Occorre fare gruppo tra i ragazzi perchè possano accedere a forme di funzionamento mentali più evolute, caratterizzate dal pensiero e dalla condivisione con altri pari. Occorre fare gruppo tra operatori della comunità perchè condividano una visione e un metodo, per poter costruire le condizioni affinchè i ragazzi, da ospiti della comunità, diventino cittadini del territorio. Occorre fare gruppo tra colleghi dei diversi servizi per coordinare decisioni e responsabilità. Il lavoro  sociale con i giovani, oggetto di studio del convegno di Rovereto, viene trattato in diversi altri numeri della rivista (294 -297), a partire dal’articolo di  Marco Rossi-Doria, “Cose da fare con i giovani”: cinque pensieri, prima di tutto, in Animazione Sociale, A. 44, n. 287 (2014), pp. 103-105.

intervento adolescenti deviantiA cura di Maria Claudia Biscione e Marco Pingitore, L’intervento con gli adolescenti devianti. Teorie e strumenti, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 233
Il volume affronta da un punto di vista teorico e pratico il problema della devianza minorile soffermandosi sull’intervento psicologico e progettuale, spiegando dettagliatamente come si svolge un colloquio individuale e di gruppo con il giovane deviante e come si stila un progetto di Messa Alla Prova, istituto cardine del Processo Penale Minorile. Nel testo viene data inoltre importanza alla Mediazione Penale Minorile, al ruolo dell’avvocato e ai processi di rischio e protezione e pericolosità sociale, evidenziandone criteri e limiti, nonché al concetto di imputabilità, da sempre al centro di un ampio dibattito scientifico. Particolare spazio viene dedicato anche ai reati sessuali in età evolutiva e al profilo del “juvenile sexual offender” e al bullismo e cyberbullismo, fenomeno recente ma in netta espansione. Infine viene affrontato lo scottante e delicato tema dell’allontanamento da parte del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria dei figli dalle famiglie appartenenti alla ‘ndrangheta. Il manuale è rivolto a tutti i professionisti che a vario titolo lavorano con gli adolescenti devianti tra cui psicologi, criminologi, psichiatri, assistenti sociali, avvocati. Maria Claudia Biscione, psicologa-psicoterapeuta, sessuologa, psicologa giuridica, è stata giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Roma. Marco Pingitore, psicologo-psicoterapeuta, è presidente della Società Italiana Scienze Forensi (SISF).
Collocazione Biblioteca: 17210

Stefania Passerini, Dalla strada al web: il progetto Teknè, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45, n. 1.1 (2015), pp. 5-8
Nel presente lavoro viene descritto il progetto Tekné, una piattaforma multimediale creata da una redazione formata da adolescenti e giovani che assieme ad uno staff di tecnici (fotografi, giornalisti e blogger) ed educatori si occupa di diffondere informazioni, rubriche, recensioni, articoli, foto e video. La proposta di un web-magazine fatto da giovani per i giovani, nasce a partire da una richiesta di alcuni ragazzi di Casorate Sempione di trovare e sperimentare nuovi modi e stili di comunicazione. Il progetto ha anche l’ambizione di offrire un contesto di scambio generazionale e offrire ai ragazzi una realtà dove poter apprendere e scoprire le proprie competenze di “executive”, ovvero le forme e modi di gestione del lavoro: organizzazione dei tempi, individuazione e gestione condivisa delle risorse, divisione dei compiti, definizione e tenuta rispetto alle tempistiche, capacità di porre il proprio operato all’interno di una rete relazionale.

Alberto Pellai , La Peer education. Formazione, in Psicologia contemporanea, n. 247 (2015), pp. 68-73
L’autore, medico psicoterapeuta dell’età evolutiva, illustra nell’articolo la Peer Education, un modello di intervento di prevenzione primaria con gli adolescenti, diffuso a livello internazionale, che si sta facendo strada anche in Italia col nome di “educazione tra pari”.

A cura di Maria Antonia Chinello, Enrica Ottone e Piera Ruffinatto, Educare è prevenire. Proposte per educatori, LAS – Libreria Ateneo Salesiano, Roma, 2015, pp. 303
Diversi contributi affrontano il problema della prevenzione ricuperando, nel bicentenario della nascita, il pensiero di San Giovanni Bosco, cioè il suo Sistema preventivo. Diverse pagine sono dedicate all’aspetto della religiosità nell’opera di prevenzione che si radica nell’educazione, nella collaborazione, nella comunità. Si sottolinea l’importanza di essere vicini ai giovani nella vita reale, nella comunicazione in rete, in un contesto multiculturale. Collocazione Biblioteca: 17788

COP_Il-colloquio-motivazionale-con-gli-adolescenti_590-0657-2Sylvie Naar-King, Mariann Suarez ; a cura di Annachiara Scamperle, Il colloquio motivazionale con gli adolescenti, Erickson, Trento2014, pp. 319
Il volume offre indicazioni ed esempi pratici utili per chi, operando con adolescenti e giovani adulti, voglia trovare le modalità comunicative più efficaci per mantenere la «giusta distanza» e rispettarne il bisogno di autonomia e di sperimentazione, pur continuando a svolgere un ruolo di protezione, educazione e cura del benessere e della salute. In virtù della sua natura centrata sul cliente e allo stesso tempo orientata all’obiettivo, il presente lavoro permette di valorizzare il bisogno di autonomia dei ragazzi, sostenere la loro autostima e nutrire la loro identità emergente, orientandoli allo stesso tempo verso stili di vita, modalità e comportamenti in linea con il mandato di insegnanti, educatori, operatori della salute o nel campo della giustizia minorile. Dopo una prima parte dedicata alla presentazione del metodo, la seconda parte offre una rassegna di suoi diversi ambiti di applicazione.
Collocazione Biblioteca: 16874

Rosetta Calì, L’educatore di rete. Identità e metodo, PassionEducativa, Benevento, 2014, pp. 203
Il libro è rivolto agli educatori in qualsiasi ambito operino (famiglia, scuola, parrocchia, associazione, tempo libero), perchè affrontino le profonde mutazioni che il mondo della comunicazione digitale ha prodotto nello scenario culturale e sociale.
Collocazione Biblioteca: 17424

Sergio Bellantonio, Sport e adolescenza. L’educazione come promozione delle risorse, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 150
L’autore, dottore di ricerca e assegnista di ricerca in Pedagogia generale e sociale presso l’Università Parthenope di Napoli, presenta uno studio esplorativo sul ruolo dello sport nella formazione di strategie di fronteggiamento in adolescenza. A partire da alcune premesse di inquadramento storico del fenomeno sportivo, di ambito filosofico, socio-antropologico e pedagogico, volte a definire i concetti di corpo e di sport secondo visioni attuali in cui si riflettono le caratteristiche tipiche della società postmoderna, vengono approfondite alcune tematiche che interessano il costrutto psicologico del coping e viene proposta una riflessione sulle condizioni di educabilità che possono concorrere alla formazione dei soggetti in età evolutiva.
Collocazione Biblioteca: 16959

downloadA cura di Gianmaria Ottolini e Pier Cesare Rivoltella, Il tunnel e il Kayak. Teoria e metodo della peer & media education, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 195
Il volume si propone di fornire una descrizione teorica e metodologica della Peer & Media Education (P&M), una sorta di “magna charta” del nuovo approccio formativo ed è strutturato in tre parti. La prima presenta gli scenari che fanno da sfondo alla P&M, ricostruendo l’esperienza quasi ventennale nella Peer Education del gruppo di Verbania ed arrivando all’attualità delle sfide avanzate alla prevenzione dalla cultura digitale. La seconda parte mette a fuoco i fondamenti della P&M, evidenziando l’evoluzione della Peer Education nel nostro paese. La terza parte, più operativa, presenta gli orizzonti di intervento specifici della P&M, metodi e strumenti, linguaggi mediali. Gianmaria Ottolini è consulente Rete peer education di Verbania. Pier Cesare Rivoltella è professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell’istruzione presso l’Università Cattolica di Milano. Collocazione Biblioteca: 17039

Le politiche giovanili

Manuela Guardiani, Uno studio empirico sulle attività scolastiche di educazione alla responsabilità sociale nell’Italia centro-settentrionale, in Orientamenti pedagogici, n. 1 (gen.- mar. 2017), vol. 64, pp. 117-142
L’esacerbazione dell’individualismo nelle società occidentali sta inducendo la riscoperta dei valori di solidarietà alla base dei vincoli sociali. Tali valori possono essere trasmessi dalla scuola tramite il “service learning” che inserisce nel curricolo scolastico attività di servizio comunitario e corrispondenti attività riflessive. Tramite questionari sono stati analizzati diversi fattori che si ipotizzava avessero potuto influenzare i livelli di soddisfazione da parte di studenti e famiglie ed è stato evidenziato come l’ambiente italiano sia potenzialmente recettivo a questo tipo di approccio pedagogico.

Nicola Basile, Giuseppe Imbrogno, Giovani attivi nelle piattaforme sociali abilitanti. L’apprendimento istituente dei giovani nel partecipare al governo del territorio, in Animazione Sociale, a.47, n. 307 (feb. 2017), pp. 69-79
Nei luoghi di discussione, ideazione e decisione è vitale la presenza dei giovani affinché maturino a loro volta una competenza istituente. Diversamente, si corre il rischio che si rompa il rapporto tra giovani e istituzioni e che imploda la generatività dell’intera società. In questa prospettiva sono oggi importanti quei percorsi in cui i giovani si abilitano a partecipare alla vita comunitaria in una logica di bene comune.

Alessandro Pirani, Districarsi nel dar corpo a un progetto giovani. Scotch”: meta ragionamento per orientarsi in percorsi di co-progettazione, in Animazione Sociale, n. 308 (2017), vol. 47, pp. 86-91
Nell’ambito della pianificazione di politiche giovanili, l’autore propone una forma di progettazione dialogica, partecipata, sociale: un cammino da inventare strada facendo, avendo sufficientemente chiara una mappa e un “meta ragionamento”, che permettano di fare spazio e dare ordine a un lavoro creativo capace di apprendere dal suo evolversi. Secondo l’autore, l’acronimo SCOTCH (Self, Contradiction, Openness,Tinkering, Capabilities, Hacking) è prima di tutto un esercizio per ragionare sul processo di produzione delle politiche che vogliono dar corpo a un progetto.

Cattura hhLeopoldo Grosso, Politiche serie e qualche grammo di buonsenso, in Huffington Post, pp. 1
In questo articolo Leopoldo Grosso, psicologo e psicoterapeuta del Gruppo Abele, commenta il suicidio di un adolescente di Lavagna, avvenuto durante una perquisizione in casa compiuta dalle forze dell’ordine che cercavano derivati della cannabis. L’autore sottolinea il ruolo importante della famiglia e della scuola nell’affrontare il delicato tema dell’uso di sostanze in adolescenza e auspica un cambiamento nelle politiche di contrasto al narcotraffico e alla dipendenza. Si contesta infatti la convinzione di poter scoraggiare il consumo di sostanze stupefacenti non con la prevenzione e l’educazione, ma con gli interventi esemplari delle forse dell’ordine.

A cura di Carlotta Bellomi … [et al.], Diverse lingue stessi diritti. Gli articoli della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in sei lingue, in Save the Children Italia Onlus, Roma, 2016, pp. 48
La pubblicazione contiene gli articoli della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza tradotti in sei lingue: italiano, francese, spagnolo, arabo, inglese, cinese. Inoltre, contiene una sintesi (in italiano) di alcuni percorsi svolti da Save the Children all’interno del programma Fuoriclasse nelle scuole di Bari, Milano, Napoli, Scalea e Torino, con l’obiettivo di condividere alcune delle buone pratiche sperimentate sul campo e offrire sostegni didattici per favorire l’inclusione di tutti i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole italiane.

Paolo Roberto Graziano … [et al.],  Le politiche per l’occupazione giovanile in Europa, in Politiche Sociali, a. 3, n. 2 (mag.-ago 2016), pp. 219-310
Questo focus monografico raccoglie i seguenti contributi: “Youth unemployment policies: beyond school-to-work transition policies”, di P. R. Graziano, P. Vesan; “Plus ca change…? Innovation and continuity in UK employment policy during the Great Recession”, di A. Tassinari, K. Hadjivassiliou, S. Swift; “NEETs. Can the Dutch meet their needs?”, di S. Bekker, S. Klosse; “Per uno schema europeo di sostegno alle transizioni attive: prime riflessioni a partire dalle politiche per l’occupazione giovanile in Italia”, di P. Vesan; “Le prospettive occupazionali dei giovani al termine dei percorsi di istruzione e formazione in Italia e in Europa alla luce dell’indicatore europeo sulla transizione scuola-lavoro”, di R. Cascioli.

Giuseppe Travaglini … [et al.], Disuguali e disintegrati. L’Italia al tempo della crisi, in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 4 (ott.-dic. 2015), pp. 9-317
L’insieme degli scritti di diversi autori, raccolti nella sezione monografica, evidenzia i sbalorditivi salti all’indietro del sistema-Italia che, già affaticato nel suo processo di (de) crescita durante gli ultimi tre decenni, diviene sempre più fragile fino a mostrare nel suo insieme dei profili economici, politici e sociali tipici di un paese malato, o quanto meno in grave ritardo nel percorrere la via della crescita, sostenibile ed equilibrata. Perciò, la raccolta qui proposta invita a una riconsiderazione ampia delle caratteristiche distorte dello sviluppo italiano post crisi, delle scelte di politica adottate dai governi degli ultimi anni, e del comportamento della società medesima che ha reagito a quei cambiamenti, sovente affastellati e incoerenti, senza riuscire a produrre, nell’inseguimento convulso di reazioni e policy, una sintesi costruttiva che possa essere considerata almeno premessa di un nuovo modello di sviluppo o di un rinnovato compromesso sociale.

 spaziDaniele Morciano, Spazi per essere giovani. Una ricerca sulle politiche di youth work tra Italia e Inghilterra, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 239
Questo libro presenta i risultati di una ricerca valutativa sui centri giovanili, luoghi educativi del tempo libero poco studiati in Italia nonostante la loro storica presenza nei grandi centri urbani come nei piccoli Comuni. Il volume presenta una dettagliata ricostruzione teorica e due ricerche empiriche utili a orientare responsabili di politiche pubbliche, professionisti e operatori sociali su come costruire spazi educativi dove i giovani abbiano un ruolo attivo, propositivo e decisionale. In particolare, l’autore mette a confronto il caso italiano dei centri giovanili, i Laboratori Urbani di Bollenti Spiriti, con il programma Myplace in Inghilterra. Questi due programmi sono accomunati dal voler creare nuovi centri giovanili in grado di auto-sostenersi finanziariamente e di sganciarsi dalla dipendenza da finanziamenti pubblici sempre più scarsi. Daniele Morciano è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari.
Collocazione Biblioteca: 17268

Diego Mesa, Garanzia Giovani e la trasformazione in atto nelle politiche giovanili, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 2 (2015), pp. 221-236
Con il forte aumento della disoccupazione giovanile è fortemente cresciuta l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema dell’accesso al lavoro per i giovani, soprattutto per i cosiddetti Neet (Not in Employment, Education or Training). Nel contributo si delineano i principali passaggi che hanno portato in sede europea allo spostamento di asse da politiche giovanili centrate sulla partecipazione a politiche settoriali centrate sul sostegno all’occupabilità e all’occupazione. Il lavoro si conclude con alcune osservazioni sui limiti e le prospettive di sviluppo a livello italiano di Garanzia Giovani in relazione ai risultati attesi. Su questo tema troviamo anche l’articolo di  Patrik Vesan, La Garanzia Giovani: una seconda chance per le politiche attive del lavoro in Italia, in Politiche Sociali, A. 1, n. 3 (2014), pp. 491-496

Giuliana Costa, Politiche e progetti di nuova generazione a sostegno dell’autonomia abitativa dei giovani a Torino e a Milano, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 1 (2015), pp. 35-53.
L’articolo illustra alcune delle politiche e dei progetti rivolti ai giovani dai 18 ai 35 anni d’età a Torino e Milano, due contesti metropolitani che hanno risposto in modo diverso alle esigenze abitative dei giovani e al tema della loro autonomizzazione dalla famiglia di origine. Ci si sofferma prioritariamente sulle politiche rivolte al sostegno dell’affitto e sugli interventi che vedono il coinvolgimento di attori pubblici in grado, se non di finanziarli, anche solo di diffonderli. La domanda cui si vuole cercare di dare risposta è se e come si sono create delle opportunità abitative per i giovani nei due contesti, e a partire da quale sistema di vincoli e di opportunità.

new-500x719A cura di Carlo Andorlini … [et al.], New. Visioni di una generazione in movimento, Pacini, 2014, Ospedaletto (Pisa), pp. 135
Questo libro analizza l’attuale potenziale giovanile, in Italia ancora in corso, purtroppo, di legittimazione. Il punto di osservazione e però capovolto. Non tanto fotografie sui giovani, ma “visioni di percorsi” (racconti) e di potenzialità in cui i giovani mostrano e dimostrano tutta lo loro forza propulsiva. Vuole essere un esempio di come il link esplosivo tra giovani e temi come l’innovazione sociale, l’economia collaborativa, internet come motore collettivo di relazione produttiva, l’invenzione di percorsi di autonomia innovativa possono fare la vera differenza. Possono, in poche parole, essere la più potente contaminazione per parlare di nuovo di sviluppo locale collettivo, comunità corresponsabili, economia sostenibile.
Collocazione Biblioteca:17284

A cura di Alessandro Martelli, Le politiche giovanili in Europa: sviluppo, articolazione e recenti tendenze, in Autonomie locali e servizi sociali, A. 37, n. 3 (2014), pp. 373-490
La monografia è dedicata alle politiche giovanili, che a partire dal Libro Bianco del 2001 sono state messe al centro di un rinnovato interesse nell’Unione europea: appare infatti da tempo chiaro come la condizione giovanile presenti caratteri di vulnerabilità e siano quindi necessarie azioni volte ad offrire maggiori opportunità nei campi educativo-formativo e lavorativo, da un lato, e di promozione di cittadinanza attiva e inclusione sociale dall’altro. I vari contributi esaminano perciò le nuove tendenze delle politiche giovanili in Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Grecia e Portogallo.

Alessandro Bozzetti, Giovani europei mobili tra pratiche partecipative ed identitarie, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 3 (2014), pp. 535-546
Il processo di integrazione europea ha portato alla creazione di uno spazio transnazionale e all’introduzione e graduale estensione di leggi che affermano il diritto di trasferirsi e risiedere liberamente in Europa per tutti i cittadini europei. Questa opportunità viene colta soprattutto dai giovani europei, che frequentemente decidono di passare un periodo della loro vita all’estero, creando conseguentemente una nuova categoria di migranti. L’articolo esplora questi temi attraverso l’analisi critica di recenti pubblicazioni sulla mobilità giovanile in Europa.

Carlo Andorlini, Luca Bizzarri, Michele Gagliardo, Giovani che mettono mano allo sviluppo locale. Intrecciare la creatività giovanile con i segnali di reazione alla crisi dello sviluppo locale, in Animazione Sociale, A. 44, n. 287 (2014), pp. 78-88
“Sporcarsi le mani”: un’espressione di attualità per i mondi giovanili che cercano vie d’uscita da un presente opaco. I loro segnali di reazione alla crisi sono ispirati a nuove mappe concettuali e a concrete sperimentazioni, che in comune hanno la percezione del legame tra futuro generazionale e futuro degli habitat. L’aver cura di sè avendo cura del proprio habitat, mentre mette in discussione stili di vita e di sviluppo, porta ad alleanze con mondi adulti, organizzazioni sociali e imprenditive e pubbliche istituzioni. Gli autori riflettono su queste traiettorie di lavoro con i giovani dentro i territori, nate da un percorso partito all’interno di un gruppo di osservatori del mondo giovanile e sperimentate in progetti in corso, come esposto nel libro di scrittura collettiva “NEW. Visioni di una generazione in movimento”, edito da Pacini, Pisa, maggio 2014.

Giovanni Pieretti, Marianna Brizzi, Tra ricreazione e formazione: il caso dei centri giovani della provincia di Bolzano, in Sociologia urbana e rurale, n. 104 (2014), pp. 127-143
Partendo dalla storia delle politiche per lo sviluppo dei giovani a livello europeo e nazionale, l’articolo illustra alcune evidenze raccolte in una ricerca condotta dalla Provincia autonoma di Bolzano nel 2009 riguardo alla caratterizzazione tipologica dei centri giovani, definendone il perimetro degli interventi e fornendo spunti per la progettazione di strategie ed azioni future.