I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Sono presenti anche pubblicazioni scaricabili on line o in PDF.
I percorsi tematici proposti sono i seguenti:
UNODC United Nations Office on Drugs and Crime, World Drug Report 2024, United Nations, Vienna, 2024
Riferimento globale sui mercati della droga, sulle tendenze e sugli sviluppi politici, il World Drug Report offre sempre ricchezza di dati e analisi e nel 2024 comprende molti elementi adattati a pubblici diversi. Esiste una sezione principale con modelli e tendenze del mercato della droga e con l’analisi delle stime e delle tendenze globali, regionali e subregionali della domanda e dell’offerta di droga in un formato interattivo e intuitivo, supportato da grafici, infografiche e mappe. Ci sono inoltre: un opuscolo sui “Principali risultati e conclusioni” che fornisce una panoramica dei risultati della ricerca; un opuscolo sui “Punti di interesse speciali” che offre un quadro delle principali implicazioni politiche che si possono trarre da tali risultati e uno sulle “Questioni contemporanee sulle droghe” che esamina diversi altri sviluppi di rilevanza politica. Il World Drug Report 2024 mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l’impatto del problema mondiale della droga su salute, governance e sicurezza, ma anche ad assistere gli Stati membri nell’anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e nel mitigarne le conseguenze.
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), European Drug Report 2024: Trends and Developments, EMCDDA, Lisbona, 2024, 220 pp.
Il presente rapporto si basa sulle informazioni fornite all’EMCDDA dagli Stati membri dell’UE, più Turchia e Norvegia, nell’ambito di un processo di rendicontazione annuale. Lo scopo della relazione è quello di fornire una panoramica e una sintesi della situazione europea delle droghe fino alla fine del 2023, evidenziando anche alcuni sviluppi che possono avere importanti implicazioni per la politica sulle droghe e per gli operatori del settore in Europa. Concentrandosi sul consumo di droghe illecite, sui danni correlati e sull’offerta di droga, la relazione fornisce una serie completa di dati nazionali su questi temi, nonché sul trattamento specialistico per le specifiche droghe e sui principali interventi di riduzione del danno.
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche antidroga, Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, Anno 2024 (dati 2023), Dipartimento per le politiche antidroga, Roma, 2024, 112 pp.
La Relazione, prevista dal DPR 309/90, è la principale fonte informativa nazionale del Dipartimento per le Politiche Antidroga. Lo scopo della Relazione è di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore. Quest’anno un paragrafo è dedicato alla prevenzione. Lo scenario della diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia si caratterizza, nel 2023, per l’insorgere e il consolidarsi di alcuni fenomeni emergenti significativi. Si evidenzia un trend in aumento in rapporto ai consumi, ai reati penali, ma anche alla domanda di trattamento, tornata a crescere dopo la flessione registrata durante il periodo della pandemia da COVID-19. Spiccano, in primis, gli incrementi nella purezza di alcune sostanze tra le più diffuse sul mercato, in particolare l’aumento di THC nei prodotti a base di cannabis. Si registra un significativo aumento del quantitativo di principio attivo anche nei campioni analizzati di cocaina base (crack) e di consumatori di cocaina presi in cura nei Serd. Aumentano anche i consumi giovanili un po’ di tutte le sostanze, tranne la cannabis. Il Sistema di allerta precoce ha segnalato 26 allerte e 2 particolarmente gravi riguardanti il fentanil e la xilazina.
Serena Ferri, Presentati i dati OISED 2023 sul settore delle dipendenze patologiche. L’Osservatorio si è concentrato sull’analisi dei modelli organizzativi, sull’epidemiologia, sull’impatto giudiziario ed economico riferiti al fenomeno della dipendenza da stupefacenti e da alcol, in Dal fare al dire, a. 33, numero speciale (2024), pp. 7-11
Report sul settore delle dipendenze patologiche che presenta i dati OISED (Osservatorio per l’Impatto Socio-economico delle Dipendenze) 2023. Dai dati emerge che un incremento degli investimenti ben orientato consentirebbe un risparmio maggiore grazie al contenimento dei costi sociali.
Paige Webb … [et al.], Patterns of drug use among people who inject drugs: A global systematic review and meta-analysis, in International Journal of Drug Policy, vol. 128, art. 104455 (giu. 2024) – on line, pp. 1-12
Il documento si propone di fornire stime sulla prevalenza del consumo di una serie di sostanze e modalità di assunzione tra le persone che si iniettano droghe. Sono state condotte ricerche sistematiche nella letteratura scientifica (PsycINFO, Medline, Embase) e grigia pubblicata dal 2008 al 2022. Sono stati inclusi i dati sul consumo di droghe recente (ultimo anno) e di tutta la vita tra le persone che si iniettano droghe. Sono stati estratti dati sul consumo di eroina, anfetamine, cocaina, benzodiazepine, cannabis, alcol e tabacco; dove possibile, le stime sono state disaggregate per via di somministrazione (per via parenterale, non per via parenterale, fumo). Sono state generate stime nazionali e, ove possibile, stime regionali e globali attraverso una meta-analisi. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine. Si consulti anche: Louisa Degenhardt … [et al.], Epidemiology of injecting drug use, prevalence of injecting-related harm, and exposure to behavioural and environmental risks among people who inject drugs: a systematic review, in The Lancet Global Health, vol. 11, n. 5 (mag. 2023) – on line, pp. e659-e672.
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, Europol, EU Drug Markets Analysis 2024. Key insights for policy and practice, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2024, 39 pp.
Il documento fornisce una panoramica del mercato della droga nell’Unione Europea. Si rivolge ai politici e ai responsabili delle decisioni, per sostenere lo sviluppo e l’attuazione di politiche e azioni in Europa, ma anche agli operatori di questo campo per sensibilizzare il grande pubblico su questi temi. I punti chiave dell’analisi sono le dinamiche di mercato, i fattori geopolitici, le operazioni criminali e le conseguenze socioeconomiche. L’Europa occupa una posizione centrale nella produzione e nel traffico di droga. Il mercato della droga dell’UE si interseca con altre aree criminali, come il traffico di armi e il riciclaggio di denaro e ha dimostrato una notevole resistenza alle crisi globali. Alcuni Stati membri dell’UE stanno sperimentando livelli di violenza senza precedenti, spesso connessi ai mercati della cocaina e della cannabis. Le reti criminali si basano sulla corruzione a tutti i livelli. L’innovazione nella produzione di sostanze porta a produzioni più elevate, a una maggiore potenza o purezza e a una gamma più ampia di prodotti di consumo, ponendo sfide complesse alle forze dell’ordine. Contemporaneamente, le reti criminali sfruttano i progressi digitali e le opportunità tecnologiche per ridurre i loro rischi. Infine, sono esposti gli sviluppi chiave per ogni tipo di sostanza e le azioni da intraprendere per affrontare le minacce attuali e aumentare la prontezza a rispondervi in futuro. Analisi approfondite per ogni tipo di sostanza sono consultabili a questo link.
International Narcotics Control Board, Report of the International Narcotics Control Board for 2023, United Nations, Vienna, 2024, 168 pp.
L’anno 2023 è stato caratterizzato da emergenze dovute a disastri naturali, cambiamenti climatici e conflitti, che hanno determinato intense necessità umanitarie, anche di farmaci contenenti sostanze controllate a livello internazionale. Una sezione di questo Rapporto annuale dell’INCB approfondisce la questione e presenta un’analisi della disponibilità globale di stupefacenti e sostanze psicotrope per scopi medici e scientifici. I dati raccolti confermano il persistere di disparità tra le regioni nel consumo di analgesici oppioidi per il trattamento del dolore e l’anestesia, con il consumo concentrato in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. L’analisi indica che questa disparità è dovuta alla stima poco accurata del fabbisogno medico di queste sostanze in alcuni paesi, molte delle quali sono considerate dall’OMS come farmaci essenziali. I livelli del consumo di morfina a prezzi accessibili nelle regioni diverse da Europa e Nord America non sono sufficienti a soddisfare adeguatamente il fabbisogno medico. Come contributo al miglioramento della situazione, ogni sezione regionale del Rapporto contiene un riepilogo sulla disponibilità di sostanze controllate per scopi leciti e le relative relazioni.
Mauro Bosi, Consumo di stupefacenti in Italia, in Aggiornamenti Sociali, a. 74, n. 12 (dic. 2023), pp. 681-685
L’infografica legge e rappresenta i dati tratti dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze del 2023: si è registrato un aumento del consumo di stupefacenti in particolare nelle fasce giovanili. Elevato il consumo di cannabis, mentre si stanno affermando sul mercato le nuove sostanze psicoattive, reperibili soprattutto sulla rete Internet.
Testo unico sugli stupefacenti. DPR 9 ottobre 1990, n. 309 aggiornato alla L. 13 novembre 2023, n. 159, 32 pp.
Edizione aggiornata, in PDF, del Testo Unico sugli stupefacenti e sostanze psicotrope. Al T.U. sono aggiunti gli allegati (coll. Bibl.: W2110).
Collocazione Biblioteca: W1918
Cinzia Canali, Tiziano Vecchiato, The CRESCERE study: how the new generations are growing up, in Studi Zancan, a. 24, n. 3 (mag. -giu. 2023) – on line, pp. 57-63
Lo studio longitudinale CRESCERE (Costruire Relazioni ed Esperienze di Sviluppo Condivise con Empatia, Responsabilità ed Entusiasmo) ha monitorato per 6 anni i percorsi di crescita di un campione di ragazzi fra i 12 e i 18 anni. Ha analizzato come avviene il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza, cosa promuove una crescita positiva, i fattori protettivi e l’attenzione di genitori, insegnanti ed educatori. La ricerca ha coinvolto circa 1000 ragazzi delle scuole superiori delle province di Padova e Rovigo. Si veda inoltre le seguenti ricerche: Patrizia Balbinot, Gianni Testino, Alcol, fumo, cannabis, nuove sostanze psicoattive, farmaci non prescritti e altri parametri in una popolazione studentesca dell’area metropolitana genovese, in Alcologia, n. 49 (2022) – on line, pp.72-85; A cura di Silvia Biagioni, Simone Sacco, Sabrina Molinaro, I comportamenti a rischio tra gli studenti. Italia. Rapporto di Ricerca sui comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca attraverso lo studio ESPAD®Italia 2021, CNR, Pisa, 2022, 298 pp.
EUDA European Union Drugs Agency, Migrants and drugs: health and social responses, EMCDDA, Lisbona, 2023, 17 pp.
Questa miniguida fa parte di una pubblicazione più ampia intitolata “Health and social responses to drug problems: a European guide“. Fornisce una panoramica degli aspetti più importanti da considerare quando si pianificano o si forniscono risposte sanitarie e sociali per i migranti che fanno uso di sostanze, e passa in rassegna la disponibilità e l’efficacia delle risposte. Prende inoltre in considerazione le implicazioni per la politica e la gestione della pratica.
Paolo Nencini … [et al.], Cinquant’anni di eroina in Italia. Un’analisi storico-sociale delle sue origini, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 13, n. 50 (giu. 2023), pp. 4-44
Prendendo spunto dalla sessione del recente congresso nazionale della Società Italiana Tossicodipendenze dedicata all’arrivo dell’eroina in Italia, la rivista riserva questo numero monografico agli aspetti storico-sociali del fenomeno meritevoli di attenzione. I contributi qui raccolti sono i seguenti: “L’eroina in Italia prima di scendere in strada. Breve storia di un lungo antefatto”, di P. Nencini; “Il ‘drogato’ nella sfera pubblica degli anni Ottanta: da ‘malato’ a ‘minaccia’”, di M. Pasetti; “Eroina e movimenti collettivi negli anni Settanta”, di M.E. Cantilena; “Droghe: sostantivo femminile plurale. La donna consumatrice e l’opinione dominante”, di A.P. Lacatena; “AIDS e eroina negli anni Ottanta”, di V. Roghi; “Gli anni di piombo della ‘Droga di Stato'”, di E. de Bernardis; “Gli albori della riduzione del danno in una periferia romana”, di C. Cippitelli.
Marion Robert … [et al.], The opioid epidemic : A worldwide exploratory study using the WHO pharmacovigilance database, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 771-775
L’attuale epidemia di oppioidi negli Stati Uniti, iniziata 20 anni fa, ha spinto a esplorare le tendenze dell’abuso e della dipendenza da oppioidi nel mondo. Gli autori hanno cercato di identificare i Paesi ad alto rischio per la salute per uso di oppioidi, utilizzando il database di farmacovigilanza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Hanno eseguito un’analisi di sproporzionalità utilizzando VigiBase, il database dell’OMS GlobalIndividual Case Safety Report (ICSR), e hanno incluso cinque oppioidi utilizzati in tutto il mondo: ossicodone, fentanil, morfina, tramadolo e codeina. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
A cura di Raimondo Maria Pavarin … [et al.], Consumatori marginali e consumatori socialmente integrati. Rapporto 2023 su consumi problematici e dipendenze nell’area metropolitana di Bologna (dati 2022). Quadro epidemiologico. Caratteristiche persone con problemi dovuti all’uso di sostanze illegali, alcol e gioco problematico. Attività dei servizi, Azienda USL di Bologna, DSM-DP UOS, Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche, Bologna, 2023, 80 pp.
Il documento presenta un quadro epidemiologico del consumo di sostanze, alcol e gioco problematico nell’area metropolitana di Bologna per l’anno 2022. Descrive le caratteristiche delle persone con problemi dovuti a questi comportamenti e le attività dei servizi che se ne occupano. Ad esempio, nel corso del 2022, nell’area metropolitana di Bologna si osserva: l’incremento del numero di consumatori problematici (CP) di sostanze psicoattive legali/illegali, in particolare di cocaina e di alcol; l’aumento del numero di poliassuntori e del numero di accessi al Pronto Soccorso (PS); la diminuzione del numero di non nativi e di non residenti.
Claudio Leonardi … [et al.], Impatto Covid-19 su consumo di alcol e sostanze. Indagine breve su impatto della pandemia da Covid-19 rispetto alle abitudini di consumo di alcol e sostanze stupefacenti, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 44-51
La ricerca ha indagato sull’impatto della pandemia da Covid-19 rispetto alle abitudini di consumo di alcol e sostanze stupefacenti. L’emergenza sanitaria era data dalla problematicità di gestione di pazienti già affetti da disturbo da uso di alcol (DUA) e sostanze (DUS), aumento del consumo di alcolici e sostanze nella popolazione generale con relativi danni psico-fisici, fragilità dei pazienti DUA e DUS in caso di malattia da Covid-19. Il campione dell’indagine è costituito da 135 soggetti, utenti del Ser.D. Roma Distretto 9, che hanno compilato un questionario self-report.
EMCDDA, New psychoactive substances: 25 years of early warning and response in Europe. An update from the EU Early Warning System, EMCDDA, Luxembourg, 2022, 42 pp.
Questa pubblicazione presenta i dati dell’EU EWS (Early Warning System) nei suoi primi 25 anni di attività, nello specifico sul suo ruolo di monitoraggio del fenomeno delle “nuove sostanze psicoattive” (NPS), con un particolare focus sulla situazione del fenomeno negli ultimi anni. Il testo presenta dati aggiornati sulla diffusione dei vari tipi di NPS all’interno dell’Unione aggiornata al 2022, oltre a una breve trattazione dell’operato dell’EU EWS dalla sua fondazione nel 1997.
A cura di Associazione Società INformazione Onlus, Droghe e diritti umani. Le politiche e le violazioni impunite, Milieu, [Milano], 2022, 201 pp.
La questione delle droghe è diventata una questione globale, dato che oltre 270 milioni di persone nel mondo fanno uso di sostanze illegali, secondo i dati delle Nazioni Unite. Una questione che chiama in causa non solo le politiche, a livello nazionale e internazionale, ma in modo evidente, diffuso e massiccio anche i diritti umani. Dei 12 milioni di persone che ogni giorno nel mondo si trovano in carcere, un quinto, 2 milioni e mezzo, sono detenute per reati di droga, la maggioranza per illeciti minori, tra cui circa 500.000 per solo uso personale. Le politiche globali sulle droghe si rivelano così un potente dispositivo di produzione di violazione dei diritti umani in tutto il mondo: di una buona parte delle condanne a morte e delle esecuzioni extragiudiziali, dell’incarcerazione di massa, della negazione al diritto alla salute e al welfare, della discriminazione di genere, dei diritti dei popoli produttori. Questo libro svela e documenta l’impressionante mappa delle violazioni dei diritti che si consuma con il pretesto delle droghe, in primo piano quelli alla vita, alla giustizia e alla salute, individua battaglie e progressi, denuncia le impunità, dà voce ai protagonisti di una lotta che ci riguarda tutti, in ogni angolo del mondo.
Collocazione Biblioteca: 19453
A cura di Federica Vigna-Taglianti, Luca Acierno, L’ utenza piemontese dei Servizi per le Dipendenze Patologiche durante la pandemia da Covid-19. Report sull’utenza dei servizi pubblici per le dipendenze patologiche in Piemonte nel 2020 e 2021 rispetto al 2019: analisi dei dati di sorveglianza epidemiologica dell’OED Piemonte e sintesi dei dati nazionali e internazionali, OED, Grugliasco, 2022, 33 pp.
Gli obiettivi principali del report proposto sono: 1) Fornire una panoramica di sintesi dei dati internazionali e nazionali sull’uso di sostanze e sull’assistenza sanitaria fornita ai soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti durante la pandemia da SARS CoV-2; 2) Sintetizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti sul territorio nazionale nel 2020 e 2021, e confrontarli con quelli del 2019, con particolare attenzione per la regione Lazio e l’AUSL Toscana Centro per le quali è reperibile reportistica specifica; 3) Analizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti in Piemonte nel 2020 e 2021, confrontarli con quelli del 2019 e fornire possibili interpretazioni e raccomandazioni.
Adam Winstock … [et al.], Global Drug Survey – A different way of looking at drugs. 2022 Drug Trend Report: Time, Music, Clubbing, Age, and Diet, Global Drug Survey, Londra, 2022, 9 pp.
La Global Drug Survey (GDS) è la più grande indagine globale online sul consumo di sostanze. Con questo rapporto, basato sui dati non probabilistici raccolti da 592.000 persone che hanno completato un sondaggio online dal 2015 al 2021, gli autori intendono promuovere un dibattito e una riflessione sul consumo di sostanze nel mondo e sulle modalità di riduzione dei danni legati al loro consumo. I dati del GDS sono distinti per caratteristiche demografiche, età e genere e sono messi in relazione con le preferenze alimentari e musicali e la vita notturna per locali. I risultati dell’indagine sono utilizzati per studi di ricerca, costituiscono una risorsa online gratuita per la riduzione dei danni e materiale educativo per professionisti della salute e della legge, per l’industria dell’intrattenimento e per il pubblico in generale. La Survey 2024, attualmente non disponibile, si troverà a questo link.
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Antidroga, VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze. Oltre le fragilità. Relazioni Conclusive dei Tavoli Tecnici della VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, Dipartimento per le politiche antidroga, Roma, 2021, 53 pp.
Sono qui presentate le relazioni conclusive dei sette Tavoli Tecnici della VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze che riguardano i seguenti ambiti:1) Giustizia penale, misure alternative e prestazioni sanitarie penitenziarie nell’ambito della dipendenza da sostanze psicoattive; 2) Efficacia dell’azione di prevenzione e presa in carico precoce delle dipendenze patologiche; 3) Evoluzione delle dipendenze e innovazione del sistema dei Ser.D. e delle comunità terapeutiche; 4) Potenziamento delle modalità di intervento in ottica preventiva e nell’ottica della riduzione del danno. Analisi di esperienze nazionali ed europee; 5) Modalità di reinserimento socioriabilitativo e occupazionale come parte del continuum terapeutico; 6) Prodotti di origine vegetale a base di cannabis a uso medico; 7) Ricerca scientifica e formazione nell’ambito delle dipendenze.
Peter Cohen ; a cura di Franco Corleone e Grazia Zuffa, Dalla parte della ragione. Scritti sulle droghe per Fuoriluogo e altri saggi, Menabò, Ortona, 2023, 255 pp.
Questo testo è una raccolta di scritti del sociologo Peter Cohen, i cui studi sugli stili di uso di diverse droghe in campioni di consumatori ricreazionali, sono fondamentali. Le sue ricerche mirano a validare una teoria alternativa alla lettura convenzionale delle sostanze psicoattive come “incontrollabili” per le loro caratteristiche chimiche, su cui è fondato il proibizionismo. L’idea di raccogliere i suoi scritti in un volume da parte dei curatori nasce dalla lunga collaborazione di Cohen con “Fuoriluogo”, l’inserto mensile de “Il Manifesto” e dall’urgenza di un cambio di paradigma e di politiche: da una visione di tipo farmacologico basata sulla schiavitù dell’addiction ad una che considera la capacità di autoregolazione delle persone; dalla proibizione alla regolamentazione legale e alla regolarizzazione sociale del fenomeno, mettendo in campo efficaci strategie di sostegno all’uso controllato. I temi trattati sono tanti: l’emancipazione dalla dipendenza, le droghe ricreative in Olanda, la ricerca scientifica e l’ideologia dei pregiudizi, le conseguenze sociali dell’uso di cannabis e cocaina in stati proibizionisti, la caduta del dogma… Un libro per ritrovare senso e direzione, per capire e agire.
Collocazione Biblioteca: 20476
Sonia Bergamo, Affrontare la segregazione socio-spaziale correlata all’uso di droghe. Analisi di una scena aperta del consumo contemporanea, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 3 (dic. 2023), pp. 469-488
L’articolo indaga uno spazio di consumo di droghe a cielo aperto, il cosiddetto Boschetto della droga del quartiere Rogoredo-Santa Giulia di Milano. L’autrice ha svolto un’indagine etnografica tra il 2017 e il 2021, che evidenzia i problemi e le opportunità di questa scena in un’ottica di riduzione del danno. I risultati mostrano che un approccio più regolativo potrebbe essere utile sia per la comunità dei residenti, sia per i consumatori di droghe.
Leopoldo Grosso, Lo Stigma delle persone con disturbo d’uso di sostanze, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 10-16
Il processo di stigmatizzazione delle condotte devianti è variabile dipendente dalla percezione sociale della responsabilità individuale. In base ai parametri di ogni singola cultura, un comportamento di mancata assunzione di responsabilità provoca un’istantanea reazione di biasimo, che svolge un ruolo propulsore nella propagazione dello stigma. Il fatto che la dipendenza sia stata riconosciuta ormai da tempo come malattia dovrebbe fungere da filtro e da correttivo nei confronti della dinamica del pregiudizio. Tuttavia, nella rappresentazione del senso comune, il passaggio interpretativo della dipendenza come vizio (la cui colpa è unicamente imputabile alla persona), alla dipendenza come malattia (le cui cause sono dovute a una costellazione di eventi che pregiudicano le scelte soggettive), è ancora in mezzo al guado.
Susanna Polloni, Strade acide, Sandro Teti, Roma, 2023, 163 pp.
Il testo è l’autobiografia dell’autrice, archivista e medievalista, ha vissuto un’adolescenza burrascosa, caratterizzata da abuso di alcol e droghe e ha diretto per molti anni un’associazione culturale internazionale che si occupa di filosofia comparata. Nel luglio 1984, a Madrid, Susanna, che vive per strada ormai da molti mesi, viene sconvolta da un “bad trip” da Lsd. Un’esperienza spaventosa, uno spartiacque che segnerà un prima e un dopo nella sua vita, trasformandola in una continua ricerca di sé stessa. Il libro affronta il disagio rifuggendo il luogo comune dell’“esperienza alterata” come degenerazione patologica di soggetti privi di volontà. Nelle pagine di questo moderno romanzo di formazione lo stato mentale modificato e la percezione dilatata sono considerati dall’autrice bisogni insopprimibili della psiche umana. Nel viaggio attraverso sé stessi, l’oppio è una tappa del percorso, così come lo sono l’amore e l’arte. Prefazione di Fabio Cantelli Anibaldi, già vicepresidente del Gruppo Abele.
Collocazione Biblioteca: 20116
Luigi Ciotti con Stefano Garzaro, C’è bisogno di te. Per costruire un mondo più bello e più giusto, Piemme, Milano, 2023, 189 pp.
Sei davvero libero dai tanti pregiudizi che pervadono la nostra società? Sei finalmente in grado di andare oltre quelle che sentiamo definire ovunque “differenze”? E che cosa sono, queste differenze? Per quanto molte vite siano spesso il rovescio di altre, per quanto ognuno di noi maturi le proprie esperienze e affondi nella terra con radici diverse, l’umanità è una grande famiglia allargata. Attraverso un dialogo appassionato, in questo testo Luigi Ciotti e Stefano Garzaro ci mostrano le storie dei cosiddetti “emarginati”, e ci ricordano che non ha nessuna importanza il luogo da cui veniamo: dovremmo tutti imparare a prenderci cura l’uno dell’altro, proprio come in una famiglia.
Collocazione Biblioteca: 20103
Emanuele Bignamini, Amir Garofalo, Nuove droghe e nuovi occhi per guardarle, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 39-49
Le riflessioni degli autori, rispettivamente psichiatra e filosofo, prendono avvio da aspetti di contesto sociale e culturale per focalizzarsi poi sul fenomeno specifico del consumo delle nuove sostanze psicoattive. Intendono seguire così il suggerimento che molti offrono agli operatori dei servizi “psi”, di alzare lo sguardo e aprire la mente per rendersi maggiormente conto delle condizioni in cui loro e i loro pazienti si pongono questioni riguardanti il benessere, la soddisfazione di vivere e il senso dell’essere al mondo. L’articolo inaugura un nuovo spazio dedicato dalla rivista alle nuove forme di dipendenza, con o senza sostanze, che vanno diffondendosi sempre più in ogni parte del mondo.
Gabor Maté con Daniel Maté, Il mito della normalità. Trauma, malattia e guarigione in una cultura tossica, Astrolabio, Roma, 2023, 494 pp.
Secondo l’autore, medico, dietro all’odierna epidemia di disturbi cronici, mentali e fisici, si cela qualcosa che non va nella nostra cultura: questa anomalia causa dei “punti ciechi” ideologici, che impediscono di vedere con chiarezza la situazione in cui ci troviamo e rendono difficile modificarla. Per via di questi punti oscuri, molto diffusi nella cultura in generale, ma tragicamente endemici soprattutto nella professione medica, si tende a ignorare le connessioni tra la salute e la sfera socioemotiva. In altri termini, le malattie croniche, siano esse mentali o fisiche, e le dipendenze non rappresentano un semplice “problema tecnico”, ma sono una funzione o una caratteristica di come vanno le cose; sono una conseguenza di come viviamo e non una misteriosa aberrazione. Prendendo in considerazione con obiettività gli aspetti collegati alla salute e alla malattia che la società ha “normalizzato”, ci verrà offerta la possibilità di ritornare a uno stato di integrità, cioè di guarire. Non c’è nulla di miracoloso, solo il riconoscimento che ciascun essere umano reca in sé inimmaginabili possibilità di benessere, che si rivelano soltanto quando si riesce ad affrontare e sfatare i fuorvianti miti sulla normalità a cui ci siamo passivamente abituati.
Collocazione Biblioteca: 20663
Mastica’zine ; a cura di Paolo Cerruto, Ero una fanzine, Agenzia X, Milano, 2022, 183 pp.
‘Ero una fanzine’ nasce nel 2020. Il progetto prende vita dall’urgenza di raccontare la realtà dell’eroina nell’Italia contemporanea. Dopo vent’anni di numeri in calo, la curva delle morti per overdose da eroina è tornata a piegare verso l’alto. Oggi abita il quotidiano di sempre più persone. Il libro si propone di tornare a ragionare su questa presenza dando voce a chi vive la sostanza in prima persona. Attraverso una raccolta di diari, cronache, poesie e racconti, il libro narra la realtà dell’eroina e di tutto ciò che vi sta attorno, spaccio, consumo, dipendenza, astinenza, overdose.
Collocazione Biblioteca: 19729
Sonia Scalvini, Uno sguardo sociale sulle dipendenze. Riflessioni su competenze e risorse degli operatori, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 3 (giu. 2022), pp. 39-43
L’Organizzazione Mondiale della Sanità in più documenti ci ricorda il carattere complesso della dipendenza, definita come una condizione frutto di una pluralità di fattori (ambientali, sociali, contestuali…). Oggi nell’alveo dei disturbi connessi alla dipendenza si parla di “dipendenza patologica” in sostituzione del termine “tossicodipendenza”, in contrapposizione alle dipendenze comportamentali. Questo cambiamento è importante per superare un atteggiamento stigmatizzante nei confronti della tossicodipendenza e delle persone che vivono tale condizione.
Cecco Bellosi, L’orlo del bosco. La cura delle dipendenze tra catene e libertà, DeriveApprodi, Roma, 2022, 318 pp.
La droga è tornata come grande questione sociale che attraversa ceti e classi, integrati ed esclusi, alla ricerca performante della cocaina, illusoria degli psicofarmaci, lenitiva dell’eroina, straniante del crack, consolatoria dell’alcol, tra spaesamento, paura, angoscia, rabbia, rancore. L’orlo del bosco è la soglia tra luce e oscurità: questo è il senso del viaggio dell’autore nella sofferenza delle dipendenze, della follia, delle solitudini, dove praticare una cura non significa imporre modelli normativi né discipline. Un libro denso di storie di vita vissuta ai margini, racconti biografici e rimandi teorici a chi per primo ha pensato la terapia senza le mura o le camicie di forza.
Collocazione Biblioteca: 19676
Paolo Nencini ; prefazione di Grazia Zuffa, Storia culturale degli stupefacenti, Futura, Roma, 2022, 397 pp.
Questo libro, il cui autore è stato docente di Farmacologia ed è studioso della tossicodipendenza e dei suoi fattori culturali, si è posto l’obiettivo di ricostruire una storia soggettiva della tossicodipendenza, a partire dall’esame della letteratura. Da De Quincey e Gautier, suscitatori di nuove curiosità, a Daudet e Rohmer, difensori di civiltà e imperi contro la minaccia stupefacente, la letteratura è stata puntuale ed efficace nel testimoniarci il mutare dello spirito del tempo. Caduta l’illusione di uno sradicamento definitivo del consumo di stupefacenti, sono stati poi numerosi gli autori che nel progredire del XX secolo hanno raccontato del persistere di tale consumo all’interno di vere e proprie controculture, mentre altri hanno saputo farsi anche anticipatori distopici di nuove possibili droghe, dal davamesk di Witkiewicz al dylar di De Lillo; fino ai testimoni dell’uso degli allucinogeni come strumenti di introspezione alla ricerca dei limiti della conoscenza umana.
Collocazione Biblioteca: 20422
Luca Angrisano … [et al.] ; a cura di Danilo Lazzaro, Dentro al bosco che non c’è. Rogoredo experience, Epoké, Novi Ligure, 2022, 273 pp.
Il volume è frutto di una ricerca svolta dagli studenti del terzo anno del corso di Criminalistica dell’ISF (Istituto di Scienze Forensi – Milano, anno accademico 2020-2021) nel quartiere di Milano Rogoredo. Il quartiere periferico, posto a sud est del centro di Milano è famoso per essere diventato la più grande piazza di spaccio di stupefacenti del Nord Italia. Il testo racconta questo fenomeno sociale attraverso la voce di chi il “boschetto” l’ha vissuto e di quotidianamente ci opera, attraverso il racconto dell’immaginaria passeggiata di un suo abitante.
Collocazione Biblioteca: 19827
Vanessa Roghi, Eroina. Dieci storie di ieri e di oggi, Mondadori, Milano, 2022, 198 pp.
Valentina ha iniziato a fumare eroina a 13 anni. Parte da qui, dalla vicenda di una ragazza come tante, il percorso di ricerca di Vanessa Roghi sul mondo delle cosiddette droghe pesanti. Sullo sfondo di questo scenario, l’autrice si interroga sulla possibilità di una soluzione diversa, sia dalla politica punitiva adottata da molti Paesi europei, tra cui l’Italia, sia da quella delle comunità terapeutiche, dove l’imperativo è rinunciare di colpo e per sempre alle sostanze. Parliamo cioè di riduzione del danno, cioè l’ammissione che per alcuni smettere di assumere stupefacenti non è un’opzione praticabile. L’autrice è ricercatrice storica.
Collocazione Biblioteca: 19847
Maria Elena Cantilena, Una storia disonesta? Il consumo di droghe nell’Italia dei lunghi anni Settanta, Pacini, Ospedaletto (PI), 2022, 226 pp.
A partire dagli anni Sessanta del Novecento, in Italia si registra un graduale aumento del consumo di cannabis, allucinogeni e oppiacei, che suscita un forte interesse, soprattutto per il suo legame con le culture giovanili. Questo volume ricostruisce il fenomeno nella sua complessità, indagando il dibattito pubblico e le risposte legislative e sanitarie. Attraverso fonti archivistiche, riviste di movimenti politici e gruppi controculturali, atti di convegni scientifici, sono analizzati il significato che i consumatori attribuiscono alla loro pratica e l’ampio dibattito politico, dal quale scaturisce una nuova normativa sugli stupefacenti nel 1975. Intrecciando diversi ambiti storiografici, il tema diventa così una cartina di tornasole per riflettere sulla trasformazione dei modelli di consumo, delle pratiche mediche e sui processi di allargamento della partecipazione democratica nell’Italia dei lunghi anni Settanta. Sull’argomento si può leggere anche il romanzo di Gianni De Martino, La città dei jinn, La nuova carne, Milano, 2023, 202 pp. (Coll. Bibl.: P046)
Collocazione Biblioteca: 19403
Peter Andreas, Killer high. Storia della guerra in sei droghe, Meltemi, Milano 2021, 363 pp.
In questo libro Peter Andreas scava nella Storia umana per scoprire il ruolo decisivo che le sostanze psicoattive – pesanti o leggere, lecite o illecite, naturali o sintetiche – hanno avuto nei conflitti armati sin dall’epoca romana. Dalle antiche battaglie inzuppate di vino e birra alle metamfetamine che alimentarono l’aggressività dei soldati nazisti; dalle Guerre dell’oppio, alle Drug Wars americane contro la cocaina, che ora devastano il Messico dopo aver già segnato la Colombia; dall’invenzione della distillazione, che facilitò la conquista e la pulizia etnica del Nuovo Mondo, agli sconcertanti effetti dei conflitti armati sulla diffusione del tabacco e della polvere bianca: il viaggio nella Storia condotto dall’autore dimostra che droga e guerra sono cresciute insieme e sono diventate dipendenti l’una dall’altra.
Collocazione Biblioteca: 18983
Anna Paola Lacatena, La polvere sotto al tappeto. Discorso pubblico sulle droghe tra evidenze scientifiche e ipocrisie, Carocci, Roma, 2021, 198 pp.
L’autrice, giornalista e sociologa, espone la propria visione nell’ambito del dibattito sulle droghe. In Italia, il confronto sul consumo di sostanze psicotrope tiene conto del sensazionalismo dei media, del moralismo della società, dell’immobilismo e della retorica della politica. Le evidenze scientifiche sono sacrificate alle ideologie, ai lobbismi, alla disumanizzazione dei consumatori e dei dipendenti patologici. I proibizionisti non ammettono il piacere e l’uso ricreativo delle droghe e gli antiproibizionisti escludono aprioristicamente la malattia, rischiando entrambi di estromettere il contesto, le differenze tra le sostanze, l’individualità e la storia personale. Le droghe e i loro utilizzatori non possono essere considerati in maniera univoca. Partendo dal presupposto che chi fa uso di droghe non è un criminale, il testo tiene in considerazione il piano sanitario e socioculturale, sulla scorta del modello portoghese e del contributo offerto da alcuni protagonisti del mondo della cultura.
Collocazione Biblioteca: 19851
Helen Keane, A normalised future of addiction, in The International Journal of Drug Policy, vol. 94, art. 102972 (ago. 2021) – on line, pp. 1-5
Questo saggio ipotizza la possibilità di un futuro normalizzato della dipendenza, in cui la dipendenza da sostanze non sia più legata a una categoria di malattia o a un’identità disordinata. Si basa sulla letteratura sociologica critica che affronta il tema dell’aspettativa e dell’economia morale dell’anticipazione, oltre ad adottare una prospettiva utopica ispirata alla teoria femminista e queer. Mette in discussione i discorsi dominanti sull’innovazione tecnologizzata nel campo delle dipendenze e vede invece aperture verso un futuro migliore negli spazi e nelle pratiche della riduzione del danno.
Chiara Pensa, Valeria Ugazia, Perché drogarsi, in Psicologia contemporanea, n. 283 (gen. – feb. 2021), pp. 68-73
Ciascuno attribuisce alla droga significati e funzioni diversi a seconda della semantica con cui costruisce il proprio mondo. L’articolo riporta i risultati di una ricerca svolta tra tossicodipendenti in struttura riabilitativa: la maggioranza usava la “semantica della bontà”, attraverso la polarità buono/cattivo e vivo/morto, in cui l’uso di eroina e cocaina permetteva loro di trovare un posizionamento stabile in uno dei due poli. Altri facevano riferimento alla “semantica del potere” per cui il mondo si divide tra vincenti e perdenti. La cocaina li aiutava a sentirsi vincenti, mentre il crack li faceva sentire falliti.
Henri Margaron, La droga in testa. Una nuova narrazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2021, 128 pp.
«Le droghe sono considerate da tutti i genitori il maggiore pericolo in cui incorrono i figli quando iniziano la strada dell’autonomia». Sono le parole d’esordio di questo saggio, scritto da uno psichiatra esperto di dipendenze che qui approfondisce il tema del rapporto tra consumo, dipendenza e cervello, con l’obiettivo di sfatare alcune convinzioni. A lungo si è stati convinti dell’esistenza nel cervello di una particolare struttura suscettibile di essere messa “in tilt” dal consumo di sostanze stupefacenti. Le più recenti scoperte in campo di neuroscienze, tuttavia, hanno messo in discussione questo approccio. Se il fulcro delle straordinarie capacità del nostro cervello sta nel modo in cui questo apprende continuamente a interagire con il contesto esterno, l’attenzione va posta, invece, sul modo in cui le droghe, o alcuni comportamenti, condizionano questa interazione sino alla dipendenza e interferiscono con la formazione della personalità.
Collocazione Biblioteca: 18911
Raimondo Maria Pavarin, Io non sono uno spacciatore. Sono un consumatore, aiuto gli amici. La ricerca qualitativa con interviste a venditori di cannabis non professionisti, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 51, n. 3 (estate 2021), pp. 42-45
L’obiettivo principale della ricerca proposta è conoscere alcuni aspetti collegati alla vendita di cannabis in Italia a partire dal punto di vista del consumatore. Per questo motivo sono stati intervistati alcuni consumatori che abbiano venduto almeno una volta nella vita tale sostanza. Particolare attenzione è stata posta al funzionamento di alcuni aspetti del mercato della droga: l’acquisto, la rivendita, l’intermediazione, le motivazioni e l’identità dello spacciatore.
Carl L. Hart, Drug Use For Grown-ups: Chasing Liberty in the Land of Fear, Penguin Putnam Inc, New York, 2021, 304 pp.
Da uno dei massimi esperti mondiali sull’argomento, una forte argomentazione secondo cui i maggiori danni delle droghe derivano dalla loro illegalità e un fiducioso calcolo della possibilità del loro uso come parte di una vita responsabile e felice. Il Dr. Carl L. Hart, Professore Ziff alla Columbia University ed ex presidente del Dipartimento di Psicologia, è uno dei massimi esperti mondiali degli effetti delle cosiddette droghe ricreative sulla mente e sul corpo umani. In Drug Use for Grown-Ups, attinge a decenni di ricerca e alla sua esperienza personale per sostenere definitivamente che la criminalizzazione e la demonizzazione del consumo di droga – non le droghe stesse – sono state un tremendo flagello per l’America.
Collocazione Biblioteca: 19784
Nicholas Medone … [et al.], Fame chimica. Non solo Fentanyl, in Europa cresce la dipendenza da farmaci e nuove droghe, in lavialibera, n. 27 (mag.- giu. 2024), pp. 22-44
Fanno meno notizia, perché in fondo sono legali e sembrano non provocare problemi di ordine pubblico. Eppure alcuni farmaci possono causare dipendenze e danni come le più tradizionali sostanze stupefacenti. In Italia, le autopsie rivelano l’abuso di altre sostanze tra cui metadone, antidolorifici e benzodiazepine, “le grandi sottovalutate nel mondo della dipendenza”. Abusano di Lyrica e Rivotril alcuni migranti che hanno affrontato viaggi tremendi e hanno traumi da lenire. Nel 2023 oltre 280mila adolescenti tra i 15 e i 19 anni hanno usato psicofarmaci senza prescrizione medica. Il dossier comprende i seguenti articoli: 1) “Sedati e abbandonati” di Nicholas Medone; 2) “Luci sul Fentanyl, ombre sul resto” di Leopoldo Grosso; 3) “Non demonizziamo i farmaci” di Marco Panzarella;4) “24 ore in crisi” di Toni Castellano e Elena Ciccarello.
Thomas J. Hudzik … [et al.], Cannabis and sport. A world Anti-Doping perspective, in Addiction, vol. 118, n. 11 (nov. 2022) – on line, pp. 2040-2042
L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ritiene che la cannabis debba rimanere una sostanza vietata nello sport. Lo scopo di questo editoriale è quello di riassumere brevemente gli elementi della discussione che hanno portato al mantenimento del divieto nello sport.
UNODC Union Nations Office on Drugs and Crime, UNODC Information Centre, Afghanistan opium survey 2023. Cultivation and production after the ban: effects and implications. UNODC Research brief November 2023, Union Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), 2023, 54 pp.
Nel 2023 la coltivazione del papavero da oppio e la produzione di oppio sono diminuite drasticamente dopo che il divieto di “Coltivazione di papavero e tutti i tipi di narcotici” è stato annunciato dalle autorità di fatto (DfA) nell’aprile 2022. La coltivazione del papavero da oppio è diminuita drasticamente in tutte le parti del Paese e quasi interamente in alcune province in cui il papavero da oppio è stato coltivato illecitamente per molti anni. A livello nazionale, l’area coltivata è diminuita del 95% fino a un totale di soli 10.800 ettari, il che indica che gli agricoltori hanno rispettato il divieto annunciato nell’aprile 2022. Di conseguenza, ciò ha ridotto la fornitura di oppio e di eroina di qualità da esportazione in uscita dal raccolto del 2023. Sulla produzione di metanfetamina con l’uso di efedra in Afganistan si veda invece il documento dell’ UNODC Union Nations Office on Drugs and Crime, UNODC information Centre, Understanding Illegal Methamphetamine Manufacture in Afghanistan. Research brief August 2023, Union Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), [Vienna], 2023, 58 pp.
Mike Jay ; traduzione di Vittorio Ambrosio, Mescalina. Storia globale della prima sostanza psichedelica, Utet, Torino, 2023, 329 pp.
In questo libro Mike Jay traccia la prima completa storia globale della Mescalina, l’alcaloide responsabile delle capacità psicotrope e allucinatorie del peyote, unendo botanica, farmacologia, etnografia, letteratura e neuroscienza. Con sapienza intreccia le molte vite di questa sostanza che sedusse artisti e mistici, come Aleister Crowley, Carlos Castaneda e Antonin Artaud, ma anche intellettuali pensosi come Walter Benjamin e Jean-Paul Sartre. Ormai mitizzata dalla cultura pop, negli anni è stata descritta da alcuni come un veleno, usata da altri come un farmaco, considerata uno stimolo per la creatività e il piacere, un mezzo spirituale per connettersi con Dio. Se l’Occidente ha provato a strumentalizzarla in ogni modo, non è però mai riuscito a definirne con certezza il funzionamento. Così questa storia si apre e si chiude con i suoi luoghi d’origine, dove il peyote non è limitato alle proprietà psichedeliche ma accolto nei suoi aspetti diversi e spesso imprevedibili.
Collocazione Biblioteca: 20542
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, Captagon trafficking and the role of Europe. Technical report, Publications Office of the European Union, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2023, 27 pp.
Questo rapporto esamina il ruolo dell’Europa nella produzione e nel traffico di compresse di captagon. Include un quadro storico, la produzione e il traffico attuali, i sequestri, il mercato dei consumatori, la produzione all’interno dell’UE, l’analisi forense e i presunti collegamenti con il terrorismo. Il rapporto rappresenta il culmine di un’azione operativa della Piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali (EMPACT) per le droghe sintetiche e le nuove sostanze psicoattive.
Joseph Pergolizzi Jr. … [et al.], The new stealth drug on the street. A Narrative Review of Xylazine as a Street Drug, in Cureus, vol. 15, n. 6 (giu. 2023) – on line, pp. 1-7
La xilazina è un agonista del recettore alfa-adrenergico approvato per l’uso solo negli animali con prescrizione di un veterinario. È un potente sedativo che si sta lentamente infiltrando nella scena della droga ricreativa da strada ed è spesso utilizzato da poliabusatori di sostanze. Noto come “tranq”, può essere fatale e la tossicità indotta dalla xilazina non può essere invertita con naloxone o nalmefene. A causa dei suoi effetti vasocostrittori, l’uso cronico di xilazina è associato a lesioni cutanee necrotiche e deterioramento generale della salute. Poiché la xilazina non è approvata per l’uso umano, non ci sono studi sull’uomo che forniscano prove di interazioni farmacologiche, dosi letali o protocolli di inversione. Gli utilizzatori di droga da strada possono assumere xilazina consapevolmente o inconsapevolmente, poiché è spesso combinata con altre sostanze illecite come il fentanil. Non esistono test rapidi per la xilazina, sebbene esistano test specialistici che possono essere ordinati. La xilazina rappresenta una minaccia importante per i consumatori di droga da strada e un’altra sfida per gli operatori sanitari di emergenza, i soccorritori e altri che si prendono cura di coloro che hanno assunto questa “nuova” droga da strada.
Dale Pendell ; traduzione dell’inglese di Anita Taroni e Stefano Travagli, Pharmako Dynamis, Piante eccitanti, pozioni e la via venefica, Add, Torino, 2023, 307 pp.
Questo volume chiude la trilogia Pharmako, lo studio enciclopedico di Dale Pendell sulla storia e gli usi delle piante psicoattive e dei relativi sintetici. Il volume è dedicato alle piante e alle sostanze stimolanti (tra cui caffè, tè, cioccolato, betel, khat, coca e i suoi derivati) ed empatogeni (noce moscata, ecstasy, ghb). Pendell dispensa esperienze personali e descrizioni vivide degli effetti provati ricorrendo a un linguaggio e uno sguardo proprio solo dei poeti. Il tutto cosparso di citazioni di figure celebri, da María Sabina a Jean Cocteau, da Jean-Paul Sartre a Jaime de Angulo, da Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud a William Blake e W.B. Yeats. Alle collocazioni precedenti si trovano gli altri due volumi della trilogia: Pharmako Poeia. Poteri delle piante, veleni e arti erboristiche (2022) e Pharmako Gnosis. Piante psicoattive e la via venefica (2021).
Collocazione Biblioteca: 20541
Tom P. Freeman, Valentina Lorenzetti, Using the standard THC unit to regulate THC content in legal cannabis markets, in Addiction, vol. 118, n. 6 (giu. 2023) – on line, pp. 1007-1009
L’unità standard di THC (5 mg di tetraidro-cannabinolo, una dose bassa simile a un’unità standard di alcol) potrebbe costituire un sistema semplice e efficace per regolare il contenuto di THC in tutti i prodotti a base di cannabis. Ha il potenziale per essere credibile come dose significativa tra i consumatori abituali, pur essendo abbastanza bassa da minimizzare il rischio di effetti avversi del consumo di una singola unità tra i consumatori inesperti. Gli autori sostengono che una misura standardizzata della dose (l’unità standard di tetraidro-cannabinolo [THC]) possa offrire ai politici uno strumento semplice per influenzare l’acquisto di tutti i prodotti a base di cannabis e ridurre i danni.
EMCDDA, Hexahydrocannabinol (HHC) and related substances. Technical report, EMCDDA, Lisbona, 2023, 107 pp.
Rapporto tecnico dell’EMCDDA sulla diffusione dell’Hexoidrocannabinolo (HHC), un cannabinoide semisintetico (SSC) la cui diffusione sta aumentando per il suo status tecnicamente legale, dato che non contiene il principio attivo della cannabis, nonostante gli effetti comparabili. La pubblicazione studia la sua diffusione nel mercato europeo, la diffusione di altri SSC, e propone nella sua seconda parte uno studio dettagliato sul principio attivo in sé, a livello chimico, come viene prodotto, identificato, i suoi usi legittimi e le informazioni scientifiche sui cannabinoidi più simili.
UNODC, Global Report on Cocaine 2023. Local dynamics, global challenges, United Nations Publications, Vienna, 2023, 184 pp.
Questo rapporto, redatto dall’UNODC, fornisce i dati più recenti sul traffico di cocaina. Dal 2020 la produzione di cocaina è aumentata vertiginosamente, e con essa la sua distribuzione. Sono state individuate nuove zone di passaggio dei traffici nel sud-est Europa e nelle regioni centrali e occidentali dell’Africa, continente in cui peraltro si registra un pericoloso rischio di aumento dell’uso di cocaina, rischio condiviso con le regioni del sud Asia. Si registrano anche cambiamenti nel panorama criminale legato alla gestione dei traffici, con la dissoluzione dei gruppi delle FARC che detenevano il monopolio sulla produzione colombiana di coca, fattore che ha aperto la strada a una miriade di piccole reti di trafficanti intente a riempire il vuoto. Inoltre, si nota la proliferazione di “service providers”, gruppi specializzati in aspetti specifici della produzione e del traffico che offrono a pagamento servizi logistici ai network criminali. Si vedano inoltre il report dell’EMCDDA, Europol, EU Drug Market: Cocaine, EMCDDA, Lisbona, 2022, 92 pp. e OFDT (Observatoire français des drogues et des tendances addictives), La cocaïne, un marché en essor. Évolutions et tendances en France (2000-2022). Rapports, OFDT, Parigi, 2023, 65 pp.
Marc Marthaler, Fentanil. Informazioni per persone che lavorano nell’ambito delle dipendenze. Scheda informativa, Infodrog Centrale Nazionale di coordinamento delle dipendenze, Berna, 2023, 4 pp.
Il fentanil (anche «fentanile» o «fentanyl») è un analgesico (antidolorifico) sintetico molto potente, le cui proprietà farmacologiche derivano dalla morfina, e che appartiene pertanto alla famiglia degli oppioidi. È utilizzato legalmente per anestesie oppure per trattare dolori acuti e cronici di tale intensità da richiedere una somministrazione continuata di oppioidi. A peso analogo, il fentanil è circa 100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina. Viene utilizzato perciò come sostanza stupefacente e in genere è iniettato per via endovenosa. Il presente documento è una scheda informativa per operatori che contiene anche rischi, effetti collaterali e informazioni utili per la riduzione del danno.
Julia Lebrero-Tatay, Arthur Sebag, Ivan Ezquerra-Romano, Asymmetry in Psychoactive Research: A Bibliometric Study on 15 Psychoactive Drugs, in Journal of Drug Issues, vol. 52, n. 4 (ott. 2022) – on line, pp. 509-526
Per comprendere l’evoluzione della letteratura sulle droghe psicoattive, è stato condotto uno studio bibliometrico su 15 droghe psicoattive dal 1960 al 2018, analizzando 950.000 pubblicazioni accademiche da Web of Science. Sono stati studiati i modelli di crescita per tipo di droga, per stato giuridico e per Paese. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Michael Pollan ; traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, Piante che cambiano la mente. Oppio, caffeina, mescalina, Adelphi, Milano, 2022, 293 pp.
Per tutti noi l’assunzione quotidiana di caffeina coincide nientemeno che con la «condizione normale della coscienza». Eppure, quell’alcaloide naturale è a tutti gli effetti una droga, come rivela l’«esperimento di privazione» cui Michael Pollan si è sottoposto, trovandosi afflitto via via da mal di testa, letargia e «intensa angoscia». Per cercare di rispondere alla domanda cruciale da cui è partito – che cosa sia esattamente una droga –, Pollan intreccia reportage, memoir e saggio scientifico, spaziando attraverso varie discipline e concentrandosi soprattutto su tre molecole psicoattive: oltre alla caffeina, l’oppio e la mescalina. Da questo affascinante percorso emerge ogni aspetto di queste sostanze, e in particolare la loro «natura bifronte»: il loro essere cioè «veleni» e «attrattori» al tempo stesso, in grado da un lato di dissuadere gli animali dal mangiare le piante che le producono, dall’altro di spingerli a utilizzarle accrescendo così la loro espansione ecologica: la caffeina contenuta nel nettare di certe piante, per esempio, rende le api impollinatrici «più affidabili, efficienti e industriose». Un’ambiguità che contraddistingue anche il millenario rapporto con le «droghe» degli esseri umani – e spiega come mai, sul piano evolutivo e culturale, «quella che era iniziata come una guerra» nei loro confronti si sia «trasformata in un matrimonio». L’autore è un giornalista, saggista e docente universitario statunitense e co-fondatore dell’UC Berkeley Center for the Science of Psychedelics. Dello stesso autore, sulla storia della psichedelia, si veda Come cambiare la tua mente, Adelphi, Milano, 2022, 474 pp. (Coll. Bibl.: 20286)
Collocazione Biblioteca: 20538
David Adzrago … [et al.], Kratom use categories and their associations with co-occurring substance use and mental health disorder symptoms during the COVID-19 pandemic, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 239, (ott. 2022) – on line, pp. 1-8
Il consumo di kratom, una sostanza psicoattiva, costituisce un’area di ricerca in evoluzione, ma è ancora poco studiata. Il lavoro proposto esamina l’associazione fra le categorie di consumo del kratom, la salute mentale e i disturbi da consumo di sostanze nella popolazione USA. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Andrew Goulian … [et al.], A cultural and political difference: comparing the racial and social framing of population crack cocaine use between the United States and France, in Harm Reduction Journal, vol. 19, art. 44 (2022) – on line, pp. 1-5
Il crack, un derivato della cocaina in polvere, è un termine carico di connotazioni di stigma e discriminazione. Nel presente articolo gli autori confrontano il consumo di crack negli Stati Uniti e in Francia, tenendo conto dei rispettivi contesti culturali e sociopolitici, dagli anni ’80/’90 ad oggi. Analizzano le diverse conseguenze dell’epidemia di crack sulle politiche statunitensi e francesi in materia di droga, sul dibatto politico, sugli interventi di riduzione del danno e sull’atteggiamento dell’opinione pubblica.
EMCDDA, Europol, EU Drug Market: Methamphetamine, EMCDDA, Lisbona, 2022, 56 pp.
Questa pubblicazione dell’EMCDDA in collaborazione con la Europol descrive un’analisi aggiornata del mercato della metanfetamina nell’Unione Europea, dalla produzione al traffico alla distribuzione, a tutti i livelli. Il testo si propone come una guida per l’Unione Europea e per i suoi stati membri a quali sono i rischi più urgenti di cui tenere conto e gli approcci da prendere a riguardo. In Europa il mercato della metanfetamina è relativamente piccolo, storicamente relegato alle regioni centro-europee della Repubblica Ceca e Slovacchia, ma negli ultimi anni è in espansione. Paesi Bassi e Olanda hanno grandi centri di produzione di metanfetamine e altre droghe con metodi e materiali di produzione simili (MDMA, anfetamina) sia per il mercato interno che per mercati esterni, e aggiungendo il fatto che l’Unione Europea è luogo di passaggio di prodotto da altri grandi esportatori come Messico e Nigeria, c’è il rischio che la maggior quantità e quindi facile reperibilità di metanfetamine causi un aumento del consumo. Sul tema si consulti anche: European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), New benzodiazepines in Europe. A Rewiew, EMCDDA, Luxembourg, 2021, 48 pp.
Raimondo Maria Pavarin … [et al.], Il mercato sociale della cannabis in Italia, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 45 (mar. 2022), pp. 7-52
Nel corso degli ultimi trenta anni l’uso di cannabis ha subito un processo di normalizzazione e di maggiore accettazione sociale. Il dossier analizza il mercato sociale della cannabis, la coltivazione della cannabis e il labirinto legislativo, la potenzialità della canapa industriale, la dimensione economica del mercato sociale, i Cannabis social club e l’approvvigionamento moderatamente commerciale di sostanze illecite. A livello internazionale si veda invece il report di Mike Vuolo, João Matias, Sources of cannabis acquisition by country and frequency of use in the European web survey on drugs. Monitoring drug use in the digital age: studies in web survey, EMCDDA, Lisbona 2022, pp. 11
Andrea Giambartolomei, La droga del sesso arriva col postino, in lavialibera, n. 12 (2021), pp. 57-59
“Droga dello stupro” o ecstasy liquida, nel gergo “G”: di tratta del Ghb e del Gbl, molto ricercate per i chemsex, orge a base di droghe (soprattutto tra gay). In circolazione già dagli anni ’90, quel che è cambiato è la diffusione, in crescita ed effettuata tramite acquisti on line e invii per posta o corriere.
A cura di Ludovica Lugli, Le droghe, in sostanza. Una guida per capire perché ci sono sempre state e ci saranno sempre, e perché la parola vuol dire tante cose diverse, Iperborea ; Il Post, Milano, 2022, 256 pp.
Le sostanze che chiamiamo «droghe» sono tante e diverse, e i loro effetti variano molto a seconda delle dosi, delle caratteristiche di chi le assume e delle ragioni per cui lo fa. Per questo parlare delle droghe come se fossero tutte uguali è riduttivo e fuorviante. Inoltre ignora il fatto che la stessa sostanza che qualcuno usa per provare piacere e divertirsi, può essere utile a qualcun altro per i suoi effetti terapeutici: il confine tra «droghe», per come abitualmente usiamo questo termine, e «farmaci» è meno netto di quanto si pensi. In molte parti del mondo si mette in discussione la cosiddetta «guerra alle droghe» e si tentano nuovi approcci, con depenalizzazioni e legalizzazioni, conservando l’attenzione necessaria sui rischi. Per capire quale direzione prendere bisogna prima di tutto capire di cosa parliamo.
Collocazione Biblioteca: 19403
Marc Marthaler, Crack e freebase. Informazioni per persone che lavorano nell’ambito delle dipendenze. Scheda informativa, Infodrog Centrale Nazionale di coordinamento delle dipendenze, Berna, 2022, 5 pp.
Crack e freebase sono sostanze ottenute dalla cocaina che, contrariamente a questa, possono essere fumate. La cocaina si presenta di solito sotto forma di sale cloridrato. Se scaldata in una miscela con bicarbonato di sodio oppure in una soluzione acquosa contenente ammoniaca, etere o cloroformio, la cocaina si converte in base libera e prende l’aspetto di grumi, granelli o sassolini («rocks») di colore marrone o beige che, se scaldati, evaporano a 96° C. Questo documento è una scheda rivolta agli operatori che informa sulla composizione della sostanza, la modalità di consumo, gli effetti, i rischi e gli effetti collaterali, la riduzione del danno, la tossicologia dell’ammoniaca e come proteggere il personale dei centri di accoglienza.
EMCDDA, Synthetic cannabinoids in Europe – a review, EMCDDA, Lisbona, 2021, 70 pp.
Questo rapporto dell’EMCDDA fa il punto sulla situazione dei cannabinoidi sintetici e della loro diffusione nell’Unione Europea secondo i dati raccolti dall’EU EWS (European Union Early Warning System). Viene dettagliata la storia della loro diffusione, descrizioni chimiche, fisiche e farmacologiche delle varie sostanze, i loro effetti sulla salute e i modelli di utilizzo osservati, con l’obiettivo di informare e dare le basi per contrastare il fenomeno agli organismi preposti.
D. Salonen, Being and becoming a father in the context of heavy drinking and other substance use—a qualitative evidence synthesis, in Drugs: Education, Prevention and Policy, vol. 31, n. 2 (2024), pp. 163-178
L’impegno dei padri nella vita familiare è stato collegato a risultati positivi per la salute di padri, madri, neonati e bambini. Tuttavia, la ricerca sulla salute infantile e sull’intervento familiare spesso si basa sui resoconti delle madri. Questa mancanza di attenzione parallela sui padri limita la comprensione delle influenze legate al padre. Questa sintesi di prove qualitative dà informazioni sulla ricerca sistematica, la valutazione e la sintesi di studi qualitativi sulla paternità nel contesto del consumo eccessivo di alcol e di altre sostanze. Sono state effettuate ricerche in sette database, letteratura grigia ed elenchi di riferimenti per identificare studi idonei. Il campione era internazionale e includeva 156 padri di età, background culturali e accordi di convivenza familiare diversi, inclusi in 14 studi. Il consumo eccessivo di alcol e di altre sostanze da parte dei padri può essere inteso come un metodo di coping emotivo. Le scelte di consumo di sostanze dei padri sono intrecciate con i loro contesti sociali dall’infanzia all’età adulta. Essere una presenza sicura nella vita dei figli è un aspetto potenzialmente trascurato degli interventi sul consumo di sostanze dei padri. In questa sintesi di prove qualitative, è stato osservato il ruolo fondamentale delle relazioni di supporto nei percorsi di consumo di sostanze dei padri . Si raccomanda uno sviluppo di interventi co-prodotti che consideri sia i padri come individui, sia come membri di reti sociali.
J. Halladay … [et al.], Playing for more than winning: Exploring sports participation, physical activity, and belongingness and their relationship with patterns of adolescent substance use and mental health, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 254, art. 111039 (gen. 2024) – on line, pp. 1-8
La promozione della partecipazione sportiva e dell’attività fisica degli adolescenti può essere un’efficace strategia di prevenzione per il consumo di sostanze (SU) e i sintomi di problematichementale (MH) in co-occorrenza. Gli obiettivi di questo studio sono quelli di esplorare le associazioni tra SU e MH e la partecipazione sportiva; determinare se l’attività fisica e il senso di appartenenza siano responsabili di queste associazioni. I dati provengono da un campione rappresentativo di 11.994 studenti dell’Ontario di età compresa tra i 14 e i 18 anni, precedentemente raggruppati in cinque profili di SU/MH in base ai modelli di consumo e la salute mentale.
Adrian Farrugia, Under pressure: The paradox of autonomy and social norms in drug education Author links open overlay panel. Research paper, in International Journal of Drug Policy, vol. 122, art. 104194 (dic. 2023) – on line, pp. 1-9
Gran parte dell’educazione giovanile alle droghe avviene attraverso l’approccio cosiddetto delle “norme sociali”, il cui obiettivo dichiarato è quello di mettere i giovani in condizione di evitare il consumo considerandolo non comune e, quindi, anormale. L’autore di questo studio esamina i presupposti chiave di questo approccio educativo attraverso l’analisi di 23 testi di educazione alle droghe basati su prove scientifiche, attualmente raccomandati per l’uso nelle scuole secondarie australiane. In particolare, si concentra su tre strategie di educazione intrecciate tra loro: 1) esercizi decisionali che posizionano il consumo come il risultato di un’incapacità di fare scelte razionali; 2) attività che equiparano il consumo di droghe al cedimento alla pressione dei coetanei e alla mancata dimostrazione di autonomia; 3) utilizzo di dati a livello di popolazione che considerano il consumo di droghe da parte dei giovani come atipico. In conclusione, l’autore sostiene che l’educazione alla droga, sebbene pretenda di mettere i giovani in condizione di prendere decisioni autonome, paradossalmente opera come un intervento sociale più ampio che considera la riproduzione, piuttosto che la messa in discussione, delle norme sociali come l’unica autentica dimostrazione di autonomia e cerca di produrre soggetti compiacenti piuttosto che autonomi.
Roberto Fiorini … [et al.], Prevenzione al Centro. Il nuovo Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute del Piemonte, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 54-58
L’articolo presenta il Progetto Prox Experience, nato nel 2014 all’interno delle attività di Promozione della Salute previste nel Piano Locale delle Dipendenze, sviluppatosi poi all’interno del Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute. Si veda anche, nella stessa rivista, l’articolo di Jessika Robiolo … [et al.], Il centro di Prevenzione Regionale e Promozione della Salute. Un’ esperienza condivisa, a. 32, n. 2 (2023), pp. 61-63
Gemma Gualdi e Domenico Storri ; prefazione di Gustavo Pietropolli Charmet, Era solo un gioco. Giovani e giovanissimi tra trasgressione, legge e educazione, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2023, 269 pp.
Il mondo dei giovani è spesso in balia delle proprie pulsioni, agendo frequentemente in modo istintivo e dannoso per se stesso e per la società. Ne derivano situazioni che hanno importanti risvolti psicologici e morali, ma anche conseguenze legali, spesso gravi. Nascondersi dietro la scusa: “Era solo un gioco” non protegge un giovane dall’essere condannato, ad esempio, per maltrattamenti o lesioni personali, così come affermare: “io guardavo e basta” dall’accusa di concorso nei reati sessuali. Gli autori, con le loro competenze di magistrato l’una e psicoterapeuta l’altro, spiegano da un lato quali sono le leggi, i reati e le procedure legali e dall’altro quali sono le motivazioni, i problemi e i possibili interventi educativi. Il volume contiene l’elenco di centri specializzati presenti in tutta Italia.
Collocazione Biblioteca: 20310
“Minority Report” dal mondo dei SerD., Quando e quanto l’organizzazione condiziona la clinica e perché, in Dal fare al dire, a. 32, n. 2 (2023), pp. 6-10
La diffusione e l’uso di sostanze psicoattive è in costante crescita e i servizi nati per contrastare questa diffusione appaiono oggi un po’ datati e costruiti su un’idea di marginalità sociale. Tuttavia servizi pubblici e privato accreditato, pur con difficoltà, sono riusciti a rispondere efficacemente ai bisogni della collettività. In questo articolo Polidori, medico specializzato in medicina preventiva, cerca di tracciare alcune considerazioni sul tema, ed in particolare sulla prevenzione e sul futuro dei servizi per le dipendenze.
Ruth McGovern… [et al.], The effectiveness of psychosocial interventions at reducing the frequency of alcohol and drug use in parents. Findings of a Cochrane Review and meta-analyses, in Addiction, vol. 117, n. 10 (ott. 2022) – on line, pp. 2571-2582
Il consumo di sostanze da parte dei genitori è una preoccupazione importante per la salute e la salvaguardia pubbliche. Vi sono stati diversi studi che hanno esaminato interventi mirati a questo fattore di rischio. In questo studio si è voluto stimare l’efficacia di interventi psicosociali nel ridurre il consumo di sostanze da parte dei genitori (di figli sotto i 21 anni). La ricerca ha rilevato che gli interventi mirati solo all’uso di sostanze o alle capacità genitoriali non sono stati efficaci nel ridurre la frequenza del consumo di alcol o droghe. Gli interventi psicosociali, pertanto, dovrebbero mirare sia alla genitorialità che al consumo di sostanze in un intervento integrato.
A cura di Elena Caneva … [et al.], Il Community Worker nel Progetto REACT. Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio. Secondo rapporto del progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, WeWorld onlus, Milano ; Bologna, 2023, 29 pp.
Il report analizza la figura del Community Worker (CW) all’interno del progetto REACT che mira a contrastare la povertà educativa in 10 territori italiani (tra i quali il quartiere di Porta Palazzo a Torino nel quale opera l’ASAI) . Attraverso le testimonianze dei partner dei territori in cui è attivo il progetto, viene ricostruita l’importanza del ruolo del CW: un facilitatore che lavora per e con la comunità. Sul progetto si veda anche questo documento.
Claudio Mencacci, Giovanni Migliarese, Quando tutto cambia 2.0. La salute psichica in adolescenza. Revisited ed., Pacini, Pisa 2023, 303 pp.
Gli autori, medici psichiatri, intendono fornire informazioni utili di fronte alle manifestazioni cliniche dell’adolescente, rivolgendosi a tutti gli adulti coinvolti nella vita dell’adolescente, siano medici, educatori o genitori. I diversi capitoli del libro possono essere consultati anche singolarmente. La prima parte è dedicata all’analisi degli aspetti neurobiologici e psicologici dello sviluppo adolescenziale fisiologico. La seconda parte riguarda l’impatto dei cambiamenti socio-ambientali di questi anni sul benessere psichico dei giovani, con particolare attenzione allo sviluppo delle tecnologie e all’esposizione alla pornografia. Nella terza parte del volume è affrontata la psicopatologia dell’adolescenza, con approfondimenti su alcune condizioni cliniche, sia di più frequente riscontro, sia meno diffuse nella letteratura psichiatrica, come l’ADHD e i disturbi autistici senza deficit intellettivo, considerate predisponenti a situazioni stressanti. Infine, la quarta parte del volume affronta il tema del trattamento.
Collocazione Biblioteca: 20401
Paolo Ugolini … [et al.], Psicopatologia e adolescenza. Best practice tra urgenze e quotidianità dei servizi, in Sestante, a. 6, n. 11 (dic. 2022) on line, pp. 1-100
Questo numero monografico nasce dopo la pandemia Covid-19 con tutte le conseguenze che questi due anni e mezzo hanno portato e si focalizza sui temi della psicopatologia, dell’eziologia e dell’evoluzione dei disturbi psichiatrici in adolescenti e giovani (14-25 anni). Sono segnalati forti aumenti dei tassi di incidenza e di accesso ai servizi preposti, nell’arco temporale 2020 – 2022. Sulla base di questo dato psico-socio-epidemiologico evidente dal nord al sud Italia, il periodo post pandemico sta ridisegnando servizi e reti preposti a questo delicato target di popolazione. Una lettura rispetto ai dati di aumento numerico e, soprattutto, la elaborazione di possibili risposte clinico-organizzative vengono proposte nelle due letture magistrali del prof. Vicari e del prof. Ducci Queste due letture magistrali invitano a costruire sulla psicopatologia di adolescenti e giovani adulti èquipe dedicate e specificamente formate. Tra gli articoli che seguono si segnalano gli ultimi quattro sulla prevenzione e il welfare territoriale (pp. 82-100).
Hélio Manhica … [et al.], Trajectories of NEET (Not in Education, Employment, and Training) in emerging adulthood, and later drug use disorder – a national cohort study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233, (apr. 2022) – on line, pp. 1-7
L’assenza di istruzione, occupazione o formazione (NEET) è stata associata a esiti negativi per la salute. Questo studio si propone di indagare l’associazione tra NEET durante l’età adulta emergente e il successivo disturbo da uso di droghe (DUD) tra maschi e femmine. È stato analizzato un campione di 383.116 maschi e 362.002 femmine svedesi nati tra il 1984 e il 1990. Sono stati valutati annualmente i giovani NEET tra i 17 e i 24 anni e il loro follow-up per i DUD tra i 25 e i 33 anni. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Zoe E. Reed, Robyn E. Wootton, Marcus R. Munafò, Using Mendelian randomization to explore the gateway hypothesis: possible causal effects of smoking initiation and alcohol consumption on substance use outcomes, in Addiction, vol. 117, n. 3 (mar. 2022) – on line, pp. 741-750
Si pensa che l’uso iniziale di droghe quali il tabacco e l’alcol possa portare a un consumo più problematico successivo di droghe, è l’ipotesi del ‘passaggio’. Tuttavia le associazioni osservate possono essere dovute a un fattore condiviso di rischio sotterraneo, quali la caratteristica di impulsività. In questo studio è stato utilizzata la randomizzazione bidirezionale Mendeliana (Mendelian randomization = MR) per verificare l’ipotesi del “passaggio”. La ricerca ha evidenziato che l’iniziazione al fumo può portare a un aumento del consumo di alcol, al consumo e alla dipendenza da cannabis. Il consumo di cannabis può anche portare all’ iniziazione al fumo e la dipendenza da oppiacei al consumo di alcol. Tuttavia, dato che il consumo di alcol e tabacco tipicamente inizia prima dell’uso di altre droghe, questi risultati possono riflettere un fattore di rischio condiviso o un effetto bidirezionale per il consumo di cannabis e la dipendenza da oppiacei.
A cura di Valeria Carli … [et al.], Mettere in campo un pensiero di cura verso le/gli adolescenti. Le evoluzioni negli anni dell’idea di prevenzione, in Animazione Sociale, n. 03/353 (2022), pp. 68-96
Tre gli articoli pubblicati in questo focus: “Cosa vuol dire ragionare oggi di prevenzione? Sintonizzarsi con questa generazione di adolescenti”; “Come potenziare la capacità educativa di una scuola. Oltre ogni delega ai cosiddetti esperti”; “Sperimentarsi a contatto con le cose del mondo. ‘Esperienze forti’: un progetto educativo territoriale”. Si consulti inoltre l’articolo di Claudio Renzetti, Tre tracce di discussione sulla prevenzione. Domande scomode per tempi difficili, n. 8/340 (2020), pp. 60-66
Giovanni Battista Modonutti, Fulvio Costantinides, Conoscenze sulla natura, le proprietà e gli effetti ed i rischi del fumo di tabacco espresse dagli/lle adolescenti in Friuli-Venezia Giulia (AS 2018/2019), in Alcologia, n. 48 (2022) – on line, pp. 129-167
L’articolo espone i risultati di una ricerca sulle conoscenze degli adolescenti scolarizzati riguardo al fumo di tabacco. Un campione di 447 studenti di alcuni Istituti Tecnici e Professionali della provincia di Gorizia, di cui 293 maschi e 154 femmine, ha risposto a un questionario anonimo, auto somministrato, semi strutturato, con domande riguardanti l’età anagrafica, il genere e la classe scolastica frequentata; la conoscenza della normativa italiana che regola le vendite dei prodotti del fumo di tabacco; la natura, le proprietà, gli effetti e l’entità dei rischi tabacco/nicotina correlati. Ne emerge che le conoscenze degli studenti in proposito non raggiungono livelli ottimali neanche alla fine della carriera scolastica. Secondo gli autori, i risultati acquisiti suggeriscono di rivisitare la programmazione didattica con l’intento di modificare le conoscenze scorrette presenti nel background culturale degli studenti in modo da favorire scelte critiche e responsabili a favore della salute.
Francesco Amato … [et al.], Riflessioni sull’uso di cannabis in adolescenza. Banalizzazione, complessità e interventi sanitari, in Dal fare al dire, a. 31, n. 1 (2022), pp. 47-54
L’ uso di cannabis rappresenta una problematica di rilievo nel corso del’adolescenza, la cui complessità spesso non viene compresa in modo adeguato. La percezione dei rischi associati al consumo di tale sostanza in adolescenza appare distorta e spesso banalizzata sia dagli adolescenti che dagli adulti, anche per via dell’ambiguità e della contradditorietà della comunicazione mediatica; inoltre la repentina ascesa del ricorso alla cannabis terapeutica genera confusione. Risulta dunque importante indagare le possibili ragioni associate al consumo della sostanza, che spesso è indice di un blocco evolutivo e di una difficoltà ad affrontare in modo adattivo emozioni e sentimenti. I servizi del territorio sono chiamati a rispondere con un approccio multidisciplinare e flessibile, volto ad aumentare la consapevolezza dei ragazzi e delle loro famiglie rispetto ai rischi, anche neurologici, associati all’uso di cannabis.
Mattia Mazzarese, Caterina Primi, Maria Anna Donati, La Peer education è efficace per la prevenzione dei comportamenti di addiction in adolescenti e giovani adulti? Una rassegna sistematica, in Psicologia della Salute, n. 1 (2022), pp. 61-90
La peer education è un approccio molto diffuso a livello internazionale nell’ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio negli adolescenti. Tuttavia, un solo studio ha valutato in modo sistematico l’efficacia di questo approccio nella prevenzione dell’uso di sostanze. Lo scopo della presente rassegna sistematica consiste nel sopperire a questa carenza, valutando l’efficacia degli interventi di peer education rivolti alla prevenzione di comportamenti di addiction negli adolescenti, tra cui anche il gioco d’azzardo.
Fabio Cantelli Anibaldi, Prevenzione? Non pervenuta, in lavialibera, n. 18 (2022), pp. 66-67
Secondo l’autore, nell’ambito delle tossicodipendenze si è perso di vista un tema cruciale: la prevenzione, vale a dire cosa fare affinché un giovane non incontri le droghe o, avendole incontrate, sia in grado di abbandonarle senza rimpianti e senza aver messo a repentaglio la propria salute fisica ed emotiva. Le dipendenze non vanno “sedate”, con il metadone, per esempio, ma esplorate nelle loro radici, perché solo così è possibile liberarsene e imparare ad amare la vita. Si consulti inoltre nel numero precedente l’inserto dedicato al consumo di sostanze da parte dei giovani di Nicholas Medone … [et al.], Liberi di crepare, pp. 22-46
Claudio Leonardi … [et al.], Adolescenza on-line, sovraesposizione alla tecnologia e uso di sostanze prima del Coronavirus, Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 52-59
Nell’anno scolastico 2019-2020 la U.O.S. Patologie da Dipendenza, della ASL Roma 2, ha condotto un’indagine esplorativa con l’obiettivo di monitorare la percezione dei fenomeni di diffusione di uso e abuso di sostanze stupefacenti, alcol, web, nuove tecnologie, gioco d’azzardo e shopping da parte di adolescenti di età compresa tra i 13 e 20 anni in una realtà scolastica territoriale. L’obiettivo della ricerca è esplorare il mondo degli adolescenti rispetto al tema delle sostanze e della tecnologia, tra realtà percepita e abitudini personali, al fine di individuare interventi di prevenzione mirati. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Icro Maremmani … [et al.], Adolescenza e uso di sostanze: disturbi duali, scuola e famiglia, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 43 (set. 2021), pp. 1-55
L’approccio medico al paziente con disturbo duale (DD) è indubbiamente delicato a causa del contesto culturale in cui i pazienti si trovano inseriti e che coinvolge due componenti, quella psichiatrica e quella dell’addiction, che non posso essere separate. Si segnalano in particolare gli articoli: “ll disturbo duale negli adolescenti: considerazioni diagnostiche e implicazioni cliniche” di Yifrah Kaminer; “Trattamento dell’uso di cannabis negli adolescenti in comorbidità con disturbo depressivo maggiore: un caso di studio” di Yifrah Kaminer; ““Una scuola per la vita”. Monitoraggio di un intervento di prevenzione multidisciplinare in quattro scuole napoletane” di Fabio Curcio … [et al.]; ” Associazione tra esperienze avverse infantili e comportamenti rischiosi per la salute come il fumo, l’uso di alcol e l’abuso di sostanze nell’adolescenza” di Marija Raleva, Liljana Ignjatova.
Alex Mold, Just say know: Drug education and its publics in 1980s Britain, in The International Journal of Drug Policy, vol. 88, n. 103029 (feb. 2021) – on line, pp. 1-7
Fino agli anni 80 del ‘900 le campagne di educazione contro la droga nel Regno Unito erano rare. Questo articolo esamina le ragioni dietro un cambiamento della politica che portò all’introduzione dell’educazione contro la droga nei mass media alla metà degli anni ’80. Si concentra su due campagne. “L’eroina ti rovina” (Heroin Screws You Up), fu effettuata in Inghilterra e “Scegli la vita, non le droghe” (Choose Life Not Drugs) in Scozia. Le campagne avevano toni diversi: “L’eroina ti rovina” utilizzava tattiche di paura e ‘horror shock’, mentre ‘Scegli la vita non le droghe’ cercava di fornire un messaggio di salute più positivo. ‘L’eroina ti rovina’ fu criticata da molti esperti per il suo approccio stigmatizzante. ‘Scegli la vita non le droghe’ fu recepita con maggior favore, ma entrambe le campagne incontrarono difficoltà con il più vasto pubblico. Questa analisi delle politiche storiche punta a esaminare la relazione complessa e sfumata fra le campagne di educazione antidroga e il loro pubblico, che solleva più ampie questioni sull’educazione sanitaria e i suoi ‘utenti’.
Vibeke A. Frank … [et al.], Drug experienced young people in contact with the Criminal Justice System. Special Focus, in Drugs: Education, Prevention and Policy, n.1 (2021) – on line, vol. 28, pp. 1-58
Il focus di questa raccolta di documenti è sui giovani (14-25 anni) che hanno esperienza con la droga e sono in contatto con il sistema di giustizia penale (CJS). In generale, la ricerca, e di conseguenza anche le politiche e i servizi, tendono a concentrarsi sul consumo da parte dei giovani o sui reati collegati, ma raramente affrontano problemi più complessi, come intende invece fare questa monografia. I quattro documenti di questa raccolta si basano sulla ricerca del progetto EPPIC (Exchange Prevention practices on Polydrug use between Youth In Criminal Justice systems) finanziato dall’UE. Il progetto si è svolto da gennaio 2017 a febbraio 2020 e ha raccolto la sfida di indagare su come i giovani con esperienza di droga coinvolti in reati siano trattati nei sistemi legali, sanitari e previdenziali in sei paesi dell’UE (Austria, Danimarca, Germania, Italia, Polonia, UK). Alla ricerca effettuata in Italia hanno partecipato anche, come ricercatrici, Franca Beccaria e Sara Rolando.
Stefania Sciortino, Un’esperienza di lavoro con mediatori espressivi all’interno del servizio semiresidenziale terapeutico riabilitativo “Stella Polare” della ASL Roma 1, in Dal fare al dire, a. 33, numero speciale (2024), pp. 50-57
Il costrutto alla base del lavoro del centro diurno “Stella Polare” di Roma è la recovery, che mira al superamento del mero piano sintomatologico/nosografico, restituisce centralità all’individuo responsabilizzandolo nel processo di cura, facendo emergere le sue risorse e alimentando un circuito virtuoso di fiducia in sé e autonomizzazione. Nell’articolo viene illustrato un laboratorio sul linguaggio non verbale.
S. Scalvini … [et al.], Social work e dipendenze, in Lavoro sociale, vol. 23, n.6 (dic. 2023), pp. 17-31
Il Focus della rivista raccoglie tre articoli, si segnala in particolare il primo: “Ogni mongolfiera ha il diritto di volare” di S. Scalvini, R. Dalla Chiara, E. Parolin e C. Sampaoli che tratta di Assistenti Sociali e adolescenti nei SERD. Gli altri articoli sono: “Sostegno e salute nella comunità” di G. Dell’Agnolo e F. Valenti che tratta dell’esperienza, nel territorio trentino, dei Club che sono gruppi di persone e famiglie che scelgono liberamente di trovarsi per condividere e affrontare insieme momenti della vita legati a fatiche, fragilità o particolari disagi; “E adesso che gli dico?” di V. Quercia che tratta del colloquio sul cambiamento.
Allaman Allamani … [et al.], Comunicazione Terapeutica e Assistenza socio-sanitaria. Esperienza di formazione in un Ser.D., in Mission, a. 17, n. 62 (dic. 2023), pp. 11-15
All’interno dei Ser.D. si trovano problemi che hanno a che fare con la progressiva riduzione del ricambio del personale e il conseguente invecchiamento degli operatori. L’articolo parla dell’esperienza, in un’area metropolitana Fiorentina, di una formazione non basata esclusivamente sull’insegnamento della Alcologia quanto sulla “comunicazione” per rendere terapeutica la relazione tra curanti e pazienti.
Robert Colonna … [et al.], Qualitative Research on Cannabis Use Among Youth: A Methodological Review, in Journal of Drug Issues, vol. 53, n. 4 (ott. 2023) – on line, pp. 647-669
Questo studio fornisce un resoconto oggettivo degli approcci qualitativi utilizzati dai ricercatori sul consumo di cannabis tra i giovani e discute le implicazioni per la ricerca futura. È stata condotta una revisione metodologica degli studi pubblicati tra gennaio 2010 e novembre 2019. La ricerca di parole chiave in quattro database ha restituito 1956 record unici. Coppie di revisori hanno vagliato in modo indipendente i documenti rispetto ai criteri di ammissibilità e hanno catalogato i dati in base all’orientamento filosofico dello studio, alla metodologia, agli obiettivi dello studio, al campionamento, al campione e alla raccolta e analisi dei dati.
Fabio Giovannoni, Quando il saper fare diventa sapere. Tracce di educazione professionale nelle dipendenze, Maggioli, 2023, Santarcangelo di Romagna, 202 pp.
Questa pubblicazione nasce dalla convinzione che praticare la professione educativa renda possibile l’accumularsi di una conoscenza che diviene competenza nel realizzarsi del lavoro. Promuove uno scambio di esperienze e riflessioni finalizzato ad acquisire competenze, oltre ad essere una proposta di ricerca ripetibile in altri ambiti. Si tratta di un’analisi di contributi offerti da educatori professionali che lavorano nel campo delle dipendenze patologiche: osservazioni, talvolta narrazioni, aperte al confronto fra esperienze, nelle quali il tema della gestione della relazione assume una centralità all’interno di una tripla tensione tra esperienza, metodo e imprevedibilità delle situazioni.
Collocazione Biblioteca: 20321
Endrius Salvalaggio, Servizi per le dipendenze. Zanon (psicologo): “Aggressioni quasi quotidiane, serve cultura della sicurezza tra il personale”, in QuotidianoSanità.it, Roma, 2023, 1 p.
Per Zanon, dirigente psicologo in un Ser.D del Veneto, la soluzione ai comportamenti aggressivi non va cercata in un maggior rigore verso i pazienti con disturbi mentali, ma in una più diffusa cultura della sicurezza fra il personale sanitario, che deve considerare la violenza come un rischio nella quotidianità lavorativa alla stregua di un incendio e, in quanto tale, va gestirla con idonee misure e senza adottare posizioni moralistiche.
Aurora Trotta, Donato Donnoli, L’attività di prevenzione primaria e il ruolo svolto dall’assistente sociale del Ser.D., in Mission, a. 16, n. 60 (mag. 2023), pp. 39-40
Il presente lavoro focalizza l’attenzione su una delle tipologie di interventi sociali che vedono l’impegno del Ser.D. per quanto riguarda gli aspetti progettuali e realizzativi delle attività di prevenzione primaria volte a intervenire nella cosiddetta “promozione della salute”.
Paola Damiano, Augusto Consoli, Alberto Arnaudo, Come l’organizzazione condiziona la clinica?, in Dal fare al dire, a. 32, n. 3 (2023), pp. 4-10
L’argomento è esposto in due articoli: il primo è un’intervista a Massimo Rosa, direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’ASL Città di Torino e del Dipartimento Patologie da Dipendenze della stessa ASL, dal titolo “Ser.D e Servizi di Salute mentale: un matrimonio che s’ha da fare?”. Il secondo è intitolato “I modelli organizzativi per una risposta sostenibile ed efficace per la prevenzione, diagnosi e cura della patologie da dipendenza”.
Andrea Monculli … [et al.], Dipendenze, empowerment, lavoro: attivazione di un’esperienza di laboratorio ispirata alla metodologia dell’Individual Placement and Support presso un Servizio delle Dipendenze, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 36-39
Questo contributo presenta un Laboratorio di informatica di base & ricerca lavoro, ispirato alla metodologia IPS, presso il Servizio delle dipendenze di Udine. Il metodo IPS (Individual Placement Support) è un metodo alternativo di ricerca lavorativa rivolto a persone con problemi di dipendenza. E’ basato su otto principi che ne garantiscono la massima efficacia. Tra questi vi è l’obiettivo dell’ottenimento di un lavoro competitivo, integrato nella comunità di appartenenza, attraverso una rapida ricerca del lavoro su libero mercato, escludendo tirocini o laboratori protetti, e mantenendo il focus sulle preferenze della persona riguardo al tipo di lavoro, al tempo e alla natura del supporto richiesto all’operatore impiegato nella ricerca di lavoro e dell’équipe clinica. I risultati ottenuti nei nove mesi di sperimentazione su un piccolo gruppo di tossicodipendenti appaiono promettenti.
Elisa Zamagni … [et al.], Da doppie diagnosi a doppi servizi? Riflessioni per un’ibridazione tra servizi di salute mentale e dipendenze patologiche, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 25-36
Gli autori affermano che la presenza di due setting autonomi di diagnosi e di trattamento nella presa in carico di pazienti che presentano sintomi di natura psichiatrica e problematiche legate all’uso, abuso e dipendenza da sostanze è uno dei nodi critici, che richiede una riorganizzazione dei servizi. Per approfondire è stata svolta un’indagine sui dati raccolti nel 2020 dal sistema informativo del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Rimini per analizzare i ricoveri che hanno necessitato di ospedalizzazione dopo consulto psichiatrico, con attenzione all’uso di sostanze rilevato negli esami urinari. Nel medesimo numero della rivista si trova anche una riflessione del Presidente nazionale SITD (Società Italiana Tossicodipendenze): Augusto Consoli, Il lavoro che ci aspetta, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 8-11
A cura di Alfio Lucchini, L’evoluzione dell’intervento nelle dipendenze in Italia. Gli editoriali della rivista Mission dal 2002 al 2022, Franco Angeli, Milano, 2023, 232 pp.
L’obiettivo di questo volume è leggere lo sviluppo scientifico e organizzativo dell’area delle dipendenze in Italia attraverso gli editoriali del periodico della società scientifica leader nel settore, il FederSerd, Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze. Lo sguardo è quello dei Ser.D., i Servizi pubblici delle Dipendenze, équipe multidisciplinari che in Italia accolgono e curano ogni anno 300.000 giovani e adulti con problemi di dipendenza e comportamenti di addiction. L’obiettivo è essere parte strategica della nuova sanità che la pandemia da Covid-19, con le insufficienze che questa tragedia ha evidenziato, sta imponendo all’agenda della politica. Negli editoriali contenuti nel volume si alternano i risultati, gli sviluppi e i progressi scientifici nelle dipendenze, il commento a eventi istituzionali, l’applicazione di leggi e decreti che incidono sulla vita di tanti cittadini, con il richiamo agli operatori delle dipendenze a impegnarsi al massimo per la salute dei nostri pazienti e la tutela della sanità pubblica. In quest’ottica, alcuni temi vengono ripresi più volte al fine di sensibilizzare le istituzioni a programmare i necessari investimenti.
Collocazionr Biblioteca: 20311
Edoardo Giusti, Francesca Esposito, Mutuo aiuto ed empowerment in adolescenza. Strumenti, guide e processi per genitori, insegnanti e operatori, Armando, Roma 2022, 215 pp.
Gli autori, entrambi psicoterapeuti, presentano il mutuo aiuto, una forma di sostegno reciproco che, utilizzando un approccio integrato, diviene strumento di promozione del benessere, prevenzione del disagio e modello relazionale. Elemento caratterizzante è il coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti al processo evolutivo: giovani e adulti. Il testo integra strumenti caratterizzati da trasversalità, pluralità e adattabilità ai diversi contesti educativi.
Collocazione Biblioteca: 20344
A cura di Paolo Albiero, Il benessere psicosociale in adolescenza. Prospettive multi-disciplinari, Carocci, Roma, 2022, 330 pp.
L’adolescenza è un’età densa di repentini cambiamenti, in cui si intrecciano difficoltà di tipo affettivo, emotivo e relazionale. In questo complesso scenario, le scelte dell’adolescente possono esercitare influenze pervasive sulla sua salute, sul suo benessere psicosociale e sull’adattamento all’ambiente in cui vive. Il volume affronta il tema del benessere psicosociale dell’adolescente in un’ottica multidisciplinare, integrando teorie classiche e modelli recenti, confrontando i risultati di ricerche nazionali e internazionali, analizzando l’intreccio di fattori individuali, relazionali e ambientali, quali: lo sviluppo cerebrale e i processi decisionali; la qualità delle relazioni familiari; la conquista dell’autonomia; le caratteristiche delle reti amicali; le modalità di utilizzo di Internet; le condotte antisociali e il bullismo; l’insorgenza di comportamenti a rischio e la loro prevenzione; il contesto sociale e urbano in cui cresce l’adolescente.
Collocazione Biblioteca: 20137
Silvia Casarone … [et al.], L’Esperienza integrata del laboratorio di teatroterapia con cittadini e pazienti del Dipartimento Dipendenze. Creare occasioni di relazione, in Dal fare al dire, a. 32, n. 2 (2023), pp. 53 – 60
Il centro preserale “Libera il tempo”, nato nel 2006 in seno all’ex ASL TO2 di Torino, è un centro di incontro e di socializzazione rivolto ai pazienti con problematiche di dipendenza da sostanze, da alcool e da gioco d’azzardo, inviati dai SerD. Nel 2013 è stato avviato un laboratorio di Teatroterapia che ha coinvolto sia utenti del servizio, sia cittadini della Circoscrizione 7 di Torino. L’articolo racconta l’esperienza di uno di questi gruppi teatrali che ha portato all’allestimento dello spettacolo “Super! Supereroi straordinariamente normali”.
Edoardo Cozzolino, Alfio Lucchini ; prefazione di Guido Faillace, Dipendenze: il valore della formazione per una nuova sanità territoriale. Scuola superiore di formazione FeDerSerD «Rita Levi Montalcini», Franco Angeli, Milano, 2023, 156 pp.
In un contesto che vede l’assenza di un indirizzo nazionale che preveda una formazione universitaria specifica sulla clinica delle dipendenze patologiche, i professionisti del settore non possono attendere le decisioni politiche o le strategie del mondo universitario. Per questo ormai da 40 anni propongono, partendo dalle loro esperienze, contesti formativi permanenti a cui FeDer-SerD sta contribuendo in modo importante. La nascita della Scuola superiore di formazione “Rita Levi Montalcini”, intitolata alla scienziata che negli ultimi dieci anni della sua vita fu presidente onoraria di FeDerSerD, segna un ulteriore passo avanti dell’impegno formativo, in particolare verso i giovani professionisti. Il volume, ricco di analisi e proposte, vuole aiutare i professionisti, e in particolare i giovani in formazione, ad approfondire sempre di più la conoscenza delle dipendenze patologiche, uno degli ambiti più belli e completi non solo per la medicina ma anche per la comprensione del futuro della società.
Collocazione Biblioteca: 20283
Augusto Consoli, Il consumo delle sostanze psicoattive: i bisogni di salute e l’evoluzione del sistema di welfare dedicato, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 4-8
Il fenomeno del consumo di sostanze psicoattive ha avuto negli ultimi anni una importante evoluzione anche riguardo alle problematiche di carattere sanitario. Sono cambiati i bisogni, le aspettative e le richieste di cui i consumatori di sostanze sono portatori. L’obiettivo dell’articolo proposto è quello di analizzare sommariamente tali modifiche per riconoscere i bisogni di salute presenti e di facilitare l’accesso agli interventi già disponibili e a quelli innovativi o in fase di progettazione. Nel numero precedente della rivista, si trova l’editoriale di Augusto Consoli e Liborio Matino Cammarata, Servizi per le patologie delle dipendenze in Italia. Quale collocazione organizzativa?, pp. 8-14
Felice Alfonso Nava … [et al.], Substance use disorders and psychiatric co-morbidity in the public healthcare services of Veneto Region: State of art and epidemiological data, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 8-11
L’Italia ha due diversi servizi sanitari pubblici che prendono in carico i pazienti con doppia diagnosi: i Centri di Salute Mentale (CSM) e i Servizi per le Dipendenze (Ser.D.). I ricercatori hanno raccolto e analizzato i dati relativi alla frequenza delle comorbilità nella Regione Veneto nel 2019. Lo studio mostra che solo l’1% dei pazienti in cura presso i servizi di salute mentale e l’8,7% di quelli in cura presso i servizi per le tossicodipendenze sono riconosciuti come pazienti con doppia patologia. Nei servizi per le tossicodipendenze i più frequenti disturbi (SUD) correlati a una patologia psichiatrica sono stati i disturbi da uso di alcol e oppioidi, mentre i disturbi psichiatrici più frequenti associati a un SUD sono stati i disturbi di personalità e la schizofrenia, schizotipie e disturbi deliranti.
Margherita Pizzetti, Uscire dalla dipendenza. Dagli approcci terapeutici agli interventi di prevenzione, [StreetLib, s.l., 2022], 110 pp.
Il progressivo aumento delle conoscenze in parecchi ambiti delle neuroscienze, della psicologia sperimentale e delle ricerche in campo sociale hanno permesso di approfondire la comprensione del meccanismo che sta dietro al consumo costante di sostanze psicoattive. Interessante è, però, il fatto che il cervello sia dotato di una enorme plasticità che permette alla persona dipendente, nonostante le recidive, di non essere all’interno di un cammino ineluttabile e di poter ritrovare, tramite opportuni aiuti, la via maestra. La dipendenza infatti non può essere intesa soltanto come un’alterazione del funzionamento cerebrale, ma quest’ultimo deve essere messo in relazione con almeno altre due variabili: quella psicologica e quella socio-economica. Questo è tanto più vero, quando si vanno a considerare le dipendenze senza sostanza che innescano meccanismi simili a quelli provocati dalle sostanze d’abuso. Il testo cerca di chiarire i punti di avvio della dipendenza per impostare una possibile attività di prevenzione a partire da: l’analisi del DSM-IV e del DSM-V; il craving; l’uso patologico di sostanze e comportamenti altrimenti accettati e considerati ‘normali’, quali alcol, tabacco, gioco, shopping, lavoro, sesso, …; le varie forme di intervento biopsicosociale, sia dal punto di vista burocratico dei servizi pubblici sia comunitario con il rilevante contributo del volontariato; le principali forme di prevenzione. Il capitolo 6 presenta una corposa sitografia.
Collocazione Biblioteca: 20315
Simone Spensieri, Katia Bellucci, Ilaria Delnevo, Abitare la strada con i giovani latinos. Un servizio per le dipendenze in un territorio di frontiera, in Animazione Sociale, n. 9/350 (2021), 26-38 pp.
Gli autori descrivono la propria esperienza come operatori impegnati a diverso titolo all’interno di un SERT ligure, nel lavoro con bande organizzate di giovani cosiddetti latinos, coinvolti in spaccio e consumo di sostanze. Ribaltando le regole del gioco, gli operatori non aspettano la richiesta di presa in carico da parte di questi giovani, ma tentano un contatto con modalità diverse, che li porterà a ottenerne la fiducia. L’esperienza è l’occasione per esporre alcune riflessioni sul modo di operare del servizio.
Domenico Attanasi … [et al.], Impatto organizzativo sanitario, giudiziario ed economico della tossicodipendenza. Studio sulle ricadute e gli effetti del lavoro del sistema dei servizi e del privato sociale accreditato in termini sociali e sanitari, in Dal fare al dire, a. 30, n. 3 (2021), pp. 21-25
Negli anni 2012- 2019 lo studio ha analizzato a livello nazionale l’organizzazione e l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie dei Servizi per le Dipendenze (SerD), nonchè l’impatto sul sistema giudiziario (contrasto, illeciti amministrativi, reati, detenzione…). Vengono descritte le caratteristiche dell’utenza su base regionale, la gestione da parte dei Servizi e gli esiti della presa in carico. Si fa dunque una stima del costo attribuibile alla dipendenza da droghe: sanitari (gestione patologie droga-collegate, presa in carico SerD) e sociali tra i quali la voce maggiormente rappresentata è quella della detenzione. Lo studio ha inoltre effettuato alcune simulazioni generando scenari di impatto di azioni finalizzate a contenere gli esiti del fenomeno della tossicodipendenza al fine di indirizzare le politiche ad una gestione più efficace ed efficiente.
Santo Rullo, Lo sport come intervento complementare nei programmi di tutela della salute mentale e in quelli orientati al recupero, in Psicobiettivo, a. 44, n. 1 (gen.-apr. 2024), pp. 73-85
In questo lavoro l’autore sottolinea le potenzialità dell’esercizio corporeo e delle attività sportive come riattivatori di risposte psicofisiologiche, come mediatori delle relazioni intra e inter-personali, come strumenti di implementazione delle social skills e di inclusione sociale. Gli elementi esposti, tratti dalla letteratura e dalla prassi comune, si estendono dal wellness della prevenzione primaria in salute mentale ai programmi di riabilitazione psichiatrica, passando per gli interventi psicosociali nei trattamenti per le acuzie e subacuzie delle psicopatologie maggiori. Sull’argomento si veda anche il testo di Giorgio Cerizza, Stefano De Vecchi ; prefazioni di Gino Rigoldi e Clara Mondonico, Un cambiamento possibile. Il valore delle relazioni e dello sport nel trattamento delle dipendenze, Franco Angeli, Milano, 2023, 122 pp. (Coll. Bibl.: 20298)
Deborah Louise Sinclair … [et al.], Service Providers’ Perceptions of Substitute Addictions in the Western Cape, South Africa, in Journal of Drug Issues, vol. 54, n. 2 (apr. 2024) – on line, pp. 268-290
A livello globale si sa poco riguardo alla percezione che i fornitori di servizi per l’uso di sostanze hanno dei comportamenti sostitutivi e questo potrebbe ostacolare la fornitura di servizi e i risultati del recupero. Sono stati condotti focus group semistrutturati che hanno coinvolto 22 fornitori di servizi in cinque siti, in strutture di trattamento residenziali nel Capo Occidentale, in Sud Africa. I fornitori di servizi hanno riconosciuto sostanze (ad esempio sigarette e caffeina) e comportamenti (ad esempio gioco d’azzardo, cibo, amore, sesso, shopping, esercizio fisico e gioco) come potenziali sostituti. I motivi per utilizzare sostituti che sono stati identificati includevano la gestione del craving; l’automedicazione; il riempire il vuoto esperienziale della sostanza primaria e il dispendio di tempo. Si credeva che i comportamenti concomitanti e le dipendenze fossero un meccanismo chiave alla base della sostituzione, tuttavia, i fornitori di servizi non hanno selezionato in modo uniforme le dipendenze comportamentali concomitanti. I comportamenti sostitutivi erano considerati principalmente un percorso verso la ricaduta e gli operatori dei servizi enfatizzavano la prevenzione, l’individuazione e l’educazione familiare. Per intervenire adeguatamente, lo screening dei comportamenti concomitanti dovrebbe essere parte integrante della valutazione di coloro che si presentano per il trattamento per uso di sostanze.
Stefano Canali … [et al.], Pratiche contemplative nel trattamento delle dipendenze, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 14, n. 53 (mar. 2024), pp. 5-59
La monografia raccoglie alcuni contributi che esplorano criticamente le pratiche basate sulla “mindfulness” nella clinica delle dipendenze. I titoli sono i seguenti: 1) “Interventi basati sulla mindfulness nel trattamento del disturbo da uso di sostanze e delle dipendenze” di Stefano Canali; 2) “Neuroscienze delle pratiche basate sulla mindfulness. Implicazioni per il disturbo da uso di sostanze e le dipendenze” di Salvatore G. Chiarella et al.; 3) “Programmi mindfulness-based per il trattamento del disturbo da uso di sostanze. Una revisione sistematica dei trattamenti manualizzati” di J. Richard Korecki et al. Sull’argomento si consulti anche l’articolo di Olivia Jarrett … [et al.], Mindfulness and clinical correlates in methamphetamine use disorder, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 253, art. 111029 (dic. 2023) – on line, pp. 1-7
EUDA European Union Drugs Agency, Older people and drugs. Health and social responses, EMCDDA, Lisbona, 2023, 11 pp.
Questa miniguida fa parte di una pubblicazione più ampia “Health and social responses to drug problems: a European guide“. Fornisce una panoramica delle considerazioni di cui tenere conto quando si pianificano o si realizzano risposte sanitarie e sociali per gli anziani che fanno uso di sostanze, ed esamina la disponibilità e l’efficacia delle risposte. In Europa le persone di età superiore ai 40 anni rappresentano una quota crescente di coloro che hanno un problema con gli oppioidi. Ciò si riflette nell’aumento dell’età delle persone in trattamento e di quelle che muoiono per overdose. È riferito anche l’aumento dell’uso problematico di benzodiazepine e del policonsumo.
Tiziana Antonini … [et al.], L’Intervento integrato con i giovani: la collaborazione tra Centro Giovani Ponti ed équipe Diagnosi e Trattamento Precoce del Ser.D., in Mission, a. 17, n. 61 (set. 2023) – on line, 20-24 pp.
Negli ultimi anni si è osservata una crescente affluenza ai servizi di cura, di adolescenti e giovani adulti con problematiche correlate ad uso di sostanze e/o addiction comportamentali e concomitanti sintomi psichiatrici o psicologici. È nata nel tempo la necessità di creare un modello di collaborazione tra centri che si occupano di problematiche in età giovanile nella realtà milanese. L’esperienza degli autori all’interno dell’ASST Santi Paolo e Carlo, ha portato alla realizzazione di un modello di lavoro congiunto tra équipe di Diagnosi e Trattamento Precoce (DTP) del Servizio per le Dipendeze (Ser.D.) Territoriale e Centro Giovani Ponti (CGP), afferenti entrambi al Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze (DSMD), specializzati nella cura di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 24 anni. Infatti i giovanissimi necessitano di un approccio specifico per quanto riguarda l’aggancio precoce e il percorso di consultazione o cura.
Marleen I. A. Olthof … [et al.], A guided digital intervention to reduce cannabis use: The ICan randomized controlled trial, in Addiction, vol. 118, n. 9 (set. 2023) – on line, pp. 1775-1786
Lo studio, condotto nei Paesi Bassi, intende verificare l’efficacia di un intervento digitale per ridurre il consumo di cannabis (ICAN) rispetto a una guida informativo-educativa sulla cannabis. L’intervento digitale e la guida informativa hanno avuto luogo online, con reclutamento attraverso campagne pubblicitarie su Facebook/Instagram. I partecipanti, maggiorenni, abituali consumatori di cannabis, con desiderio di ridurre/smettere la cannabis e utilizzatori di smartphone, sono stati assegnati a ICan (un’applicazione mobile basata su interviste motivazionali e sulla terapia cognitivo-comportamentale) o al controllo (informazioni educative non interattive sulla cannabis). Nell’articolo sono descritti i metodi di raccolta dati e sono commentati i risultati dell’indagine.
Antonietta Grandinetti … [et al.], La clinica di Dioniso. Il trattamento psicologico delle dipendenze nel contesto istituzionale, Aracne, Roma, 2023, 151 pp.
Il volume, nato all’interno del Dipartimento per le Dipendenze patologiche dell’ASL Salerno, è dedicato ai trattamenti psicologici di tali condizioni cliniche, con riferimento al contesto pubblico. Ci si è concentrati sulle cure psicologiche in quanto è abbastanza raro che di esse venga offerta una panoramica complessiva. L’obiettivo è fornire un primo orientamento di base a giovani psicologi che si trovino a esordire in questo campo. Al contempo, riepilogando quanto è stato fatto negli ultimi anni, il testo può consentire un confronto tra operatori esperti intorno alle rispettive pratiche, in vista delle sfide che i tempi imporranno alla clinica delle dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 20307
B. Bassin, D. Lin, G. Giura, Smetto quando non voglio: lo smart training orientato DBT per i consumatori di cocaina, in Mission, a. 16, n. 60 (mag. 2023), pp. 35-38
Viene qui riportata la sperimentazione di un gruppo di consumatori di cocaina afferenti a due sedi SERDP della provincia di Bologna, arruolati dagli operatori di riferimento su un programma di Skills training DBT (Dialectical Behavioral Therapy) “smart” di 10 incontri. I candidati sono di genere maschile, con un rapporto altalenante con le sostanze (cocaina e alcol) caratterizzato da periodi di astinenza e periodi di ripresa dell’uso spesso in concomitanza di difficoltà relazionali o crisi emotive; tutti integrati socialmente con una occupazione lavorativa regolare; 3 di loro coniugati con figli e tutti in contatto con il Servizio per il vincolo con la partner o un familiare che per primo/a aveva visto l’urgenza di chiedere aiuto per comportamenti disfunzionali del congiunto; alcuni di loro in psicoterapia individuale con la conduttrice del gruppo che ha sospeso i colloqui individuali a favore dello skills training per tutta la durata del gruppo; altri con il supporto psico-sociale ed educativo da parte dell’educatrice professionale coterapeuta del gruppo. Tutti i pazienti sono stati sottoposti al test PID 5 nella fase diagnostica. La restituzione dei test è stata curata secondo il modello Good Psychiatric Management di J.G. Gunderson.
Alexandra C. Anderson … [et al.], Proof-of-concept trial of Goal Management Training+ to improve executive functions and treatment outcomes in methamphetamine use disorder, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 246, art.109846 (mag. 2023) – on line, pp. 1-12
Lo studio presenta una sperimentazione per valutare un nuovo programma di recupero cognitivo per le MUD (disturbo da uso di metamfetamine), il Goal Management Training+ (GMT+). Il programma consiste in un rimedio cognitivo di gruppo per la disfunzione esecutiva, somministrato da un terapeuta, che comprende quattro sessioni settimanali di 90 minuti e attività giornaliere di diario. I partecipanti sono stati reclutati da comunità terapeutiche di Victoria, in Australia.
A cura di Marco Riglietta … [et al.], Approccio proattivo e precoce nelle dipendenze. Obiettivi, contesti di intervento e pratiche, Franco Angeli, Milano, 2023, 268 pp.
Le istituzioni internazionali raccomandano di adottare per le politiche sulla salute un approccio combinato intersettoriale, al fine di tenere conto delle interrelazioni tra aspetti economici, sociali, sanitari e ambientali. Il modello culturale e organizzativo reattivo/passivo della “medicina di attesa” è tuttavia ancora molto presente. I Servizi delle Dipendenze (SerD) sono snodi importanti della medicina del territorio e stanno realizzando esperienze innovative per rispondere tempestivamente e in modo efficace ai bisogni di salute. Il volume è diviso in due parti: la prima delinea le basi dell’approccio proattivo e precoce nelle dipendenze; la seconda descrive numerose esperienze territoriali, diverse per target e organizzazione, ma tutte improntate all’intervento proattivo e precoce. Tra gli autori dei capitoli segnaliamo Leopoldo Grosso, Alfio Luchini, Massimo Lazzarino e Elisa Fornero.
Collocazione Biblioteca: 20297
G. Crespi … [et al.], Intervento di gruppo psico-educazionale strutturato per moduli volto ad incrementare l’insight in persone che presentano disturbi da uso di sostanze sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria: un’esperienza nel Ser.T. di Monza, in Mission, a. 16, n. 60 (mag. 2023), pp. 9-13
I pazienti con dipendenza trattati nei servizi specializzati sono spesso poco rispettosi degli appuntamenti programmati. L’intervento di gruppo psicoeducazionale, qui proposto, pensato su moduli, si propone di favorire l’inclusione in un percorso di cura agendo sull’insight. Il metodo prevede incontri tematici di 90 minuti, 8 volte alla settimana, gestiti da un conduttore e un co-conduttore per un gruppo chiuso di 8 persone, con lo scopo di portare i pazienti ad avere una maggior consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, di offrire strumenti utili per una loro adeguata gestione e per riconoscere e fissare obiettivi pratici e personali utilizzando il problem solving. Gli incontri sono divisi in tre parti: valutazione degli esercizi assegnati, argomento da trattare e assegnazione dell’esercizio successivo. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a provvedimenti giudiziari e hanno frequentato il Servizio per le Dipendenze in modo discontinuo, limitandosi a seguire una terapia sostitutiva e/o sintomatica.
Esmeralda Greco, Cyberspazio & addiction. Nuove droghe e nuove forme di dipendenza, in Dal fare al dire, a. 32, n. 2 (2023), pp. 27-34
L’uso della tecnologia è inscindibile dal nostro vivere quotidiano: abbiamo incorporato il mondo dell’artefatto digitale e l’abbiamo anche incarnato in quanto i confini extracorporei sono diventati quelli dell’artefatto. Anche la comunicazione è cambiata con lo sviluppo delle tecnologie digitali e così il nostro modo di lavorare, interagire, educare… Il cyberspazio permette l’interazione tra persone che non si conoscono e la creazione di comunità virtuali, che hanno regole proprie (netiquette, privacy, …). In questi spazi vengono provate emozioni forti ma disincarnate, esperienze virtuali che possono, specialmente nelle nuove generazioni, sviluppare abilità nuove come il multitasking, ma anche difficoltà di relazione. Inoltre impulsività e ricerca estrema di sensazioni (sensation seeking) e di novità (novelty seeking) possono facilmente indurre alla dipendenza. L’articolo parla in particolare della cybersex addiction e del neoporn. Descrive le tappe del tragitto che porta alla cybersexaddiction secondo Kimberly Yung e quali sono i fruitori a rischio. Inoltre accenna ad alcuni particolari settori del neoporn legati al voyerismo e spiega gli effetti deleteri di questo fenomeno. Infine auspica una maggiore attenzione a questi temi da parte del mondo dell’educazione e della politica affinché venga attuata una prevenzione primaria secondaria e terziaria efficace.
Miriam Lazzaretto, Psicologia delle dipendenze. Aspetti clinici e forensi, Key, Milano, 2023, 159 pp.
Il volume offre una panoramica aggiornata delle molteplici tipologie di dipendenze riferibili ai “disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze” e alle cosiddette “dipendenze comportamentali” in chiave clinico-forense. Intessendo un intreccio espositivo che si propone di mantenere focalizzata l’attenzione sulle possibili correlazioni tra le dimensioni personologiche e psicopatologiche e il fenomeno della dipendenza, viene proposta una rappresentazione del fenomeno delle Novel Psychoactive Substances (NPS), fenomeno di consumo sempre più diffuso ma ancora poco conosciuto, di cui vengono messe in luce caratteristiche e criticità per la salute individuale e pubblica. Nell’ultimo capitolo vengono descritti vari tipi di trattamento, tra cui la psicoeducazione, le tecniche cognitivo-comportamentali, le tecniche metacognitive, l’orientamento psicodinamico, le terapie individuali e di gruppo, l’inserimento in programmi residenziali. L’autrice è medico psichiatra e docente di Psicologia delle dipendenze presso l’Università IUSVE di Venezia-Verona.
Collocazione Biblioteca: 20313
Antonio Verdejo-Garcia … [et al.], Cognitive training and remediation interventions for substance use disorders: a Delphi consensus study, in Addiction, vol. 118, n. 5 (mag. 2023) – online, pp. 935-951
L’articolo presenta una ricerca con metodo Delphi per trovare un consenso condiviso tra esperti su quali siano le migliori modalità di sviluppo e applicazione di interventi di training cognitivo e remediation therapy per trattare i deficit cognitivi che si presentano nelle persone affette da disturbi da uso di sostanze (SUD). Si è trattato di uno studio online in due fasi, la prima svoltasi con un gruppo ridotto di esperti per redigere il sondaggio, successivamente somministrato ad una platea più ampia (54). Il sondaggio ha coperto 4 aree chiave di sviluppo degli interventi: obiettivi, approcci di intervento, ingredienti attivi e metodi di somministrazione. Le raccomandazioni degli esperti hanno messo in risalto la rilevanza del prendere di mira i bias impliciti, ricompense, regolazione emotiva e capacità cognitive di ordine superiore tramite approcci di intervento ben validati qualificati con tecniche meccanicistiche e opzioni di somministrazione flessibili. È disponibile anche un articolo che commenta la ricerca.
Maurizio Fea, Stigma: solo i pazienti ne sono colpiti?, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 7-9
L’autore propone una riflessione e cerca di dare una motivazione sul pregiudizio che la collettività tende ad avere nei confronti di chi, all’interno del servizio sanitario, si prende cura di soggetti tossicomani, rispetto a chi si prende cura degli stessi soggetti, ma non opera nel servizio sanitario. Nel medesimo numero della rivista si segnala anche l’articolo di Marzia Rovetta, Pensare la cura: modello di intervento nella presa in carico psicoterapeutica di pazienti con patologie di addiction. Un trattamento combinato con EMDR e Mindfulness, in Mission, pp. 33-35
Icro Maremmani, Il trattamento della tossicomania. Dall’esperienza dei servizi pubblici alla rete integrativa dei diversi livelli di intervento, in Dal fare al dire, a. 32, n. 2 (2023), pp. 35-44
In questo intervento Maremmani, medico psichiatra, socio fondatore e poi presidente della Società Italiana Tossicodipendenze, mette in risalto l’importanza dei modelli di rete terapeutica e richiama i principi basilari da rispettare se si vuole porre in atto un corretto ed efficace trattamento della tossicodipendenza.
Luigi Galimberti, Guarire il paziente, curare la persona. Dalla clinica alla prevenzione delle dipendenze, Bur Rizzoli, Milano, 2023, 165 pp.
L’autore, psichiatra, studioso di fama mondiale della cura delle dipendenze, fornisce una visione unitaria di un fenomeno che coinvolge la nostra società in moltissimi ambiti, da quelli più tradizionali di alcol, droghe e gioco d’azzardo, a quelli più recenti di internet e social network. Partendo dalla sua esperienza di terapeuta e dalle storie dei suoi pazienti dimostra la necessità di prestare attenzione non solo alla componente medica, ma anche a quella sociale e mentale, e propone un modello innovativo e basato su prove per il trattamento dei diversi tipi di disturbo. II testo è rivolto a chiunque voglia capire i meccanismi che portano alle dipendenze e le soluzioni oggi esistenti per affrontarle e superarle.
Collocazione Biblioteca: 20284
Sabrina Costantini, Il trauma e la dipendenza, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 50-56
L’articolo affronta il tema dell’impatto del trauma sulla dipendenza patologica, con o senza sostanze. Dopo una disamina teorica sul tema, l’autrice riporta i dati di un piccolo campione di pazienti appartenenti al SerD di Pisa, relativi alle pregresse esperienze traumatiche, stili di attaccamento e successive esperienze autodistruttive e delinea l’ipotesi e la necessità di modulare gli interventi terapeutico-riabilitativi all’interno dei servizi, con strumenti e modalità più specifici e orientati.
A cura di Louis G. Castonguay, Thomas F. Oltmanns, Abigail Powers Lott ; ed. italiana a cura di Claudio Sica, Psicologia clinica e psicopatologia. Un approccio integrato. Nuova ed, Raffaello Cortina, Milano, 2023, 677 pp.
Il manuale, in questa edizione ampliata e aggiornata, esplora la natura e l’eziologia delle più comuni forme di psicopatologia: depressione, disturbi d’ansia e da panico, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo da stress post-traumatico, disturbi dell’alimentazione, dipendenze con e senza sostanza, disturbo della personalità, disturbo bipolare, schizzofrenia, Nella nuova edizione vengono aggiunti i disturbi del sonno, il suicidio e le disfunzioni sessuali. Il capitolo conclusivo contiene raccomandazioni cliniche chiave, trasversali alle classi diagnostiche. Ogni capitolo fornisce linee guida mutuate dalle ricerche più recenti e illustra come i dati empirici possano indirizzare l’assessment, la formulazione del caso e la terapia.
Collocazione Biblioteca: 20570
Paolo Jarre … [et al.], Migranti, fragili e dipendenze, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 48 (dic. 2022), pp. 5-43
Questo numero approfondisce, sotto diversi punti di vista, l’incrocio tra la condizione di migrante nel nostro Paese e il consumo più o meno problematico di sostanze psicoattive. Si segnalano in particolare i seguenti contributi qui raccolti sono: “Migranti e accesso alla salute: diritto universalmente riconosciuto?”, di P. Fierro;”L’offerta di percorsi di cura rivolti ai migranti con disturbo da uso di sostanze: un’indagine nei Servizi pubblici italiani”, di M.T. Ninni, A. Ghia, L. Cavallo; “Il trattamento della dipendenza nei migranti: analisi del fenomeno con un approccio etnopsichiatrico, il Progetto Sa.Mi. di Torino”, di P. Finzi.
Marco Begaran, Dialettica, mindfulness, compassion e dipendenze. Un modello orientato alle DBT Skills. Vol. 1 e Modelli di implementazione orientati alla DBT nella comunità terapeutica, nei SerDP e negli interventi di prevenzione. Vol. 2, Nep, Roma, 2022, 291 pp.
Il lavoro qui presentato sintetizza l’esito di una sfida, quella di confrontarsi con il cambiamento nel trattamento delle dipendenze patologiche. Un cambiamento analizzato e contestualizzato nella società dei consumi ed in una prospettiva di welfare societario. Un cambiamento che richiede la transizione da un modello trattamentale lineare e concentrato nella comunità terapeutica ad un paradigma reticolare, diffuso, multicentrico in una prospettiva di stepped care e con un orientamento al recovery. Per la gestione di un tale sistema complesso di trattamento sono stati presi come riferimento approcci validati come la DBT (terapia dialettico-comportamentale), l’MBT (terapia basata sulla mentalizzazione) e la TFC (terapia focalizzata sulla compassione) e altri. Questi approcci sono stati elaborati ed adattati nella prospettiva di un nuovo modello integrato per l’intervento psicoeducativo, in grado di rispondere alle odierne configurazioni delle dipendenze patologiche, anche quando queste si trovano associate a disturbi gravi della personalità. Nel secondo volume vengono sviluppati nel dettaglio modelli di implementazione orientati alla DBT nella Comunità Terapeutica, nei SerDP e negli interventi di prevenzione maturati a partire da anni di esperienza sul campo.
Collocazioni Biblioteca: 19919 e 19920
Dângela Layne Silva Lassi … [et al.], Pharmacological Treatments for Cocaine Craving: What Is the Way Forward? A Systematic Review, in Brain Sciences, vol. 12, n. 11 (nov. 2022) – on line, pp. 1-46
L’articolo riassume l’efficacia anti-craving delle farmacoterapie testate per il disturbo da uso di cocaina, nel contesto di studi clinici randomizzati e controllati. Gli autori hanno esaminato i database della U.S. National Library of Medicine, Google Scholar e PsycINFO, senza restrizioni di data fino ad agosto 2022, per identificare gli studi rilevanti. Hanno incluso studi randomizzati e controllati in doppio cieco che analizzano le farmacoterapie per il craving da cocaina e/o il disturbo da uso di cocaina i cui esiti includevano il craving da cocaina.
Stephanie S. Merkouris … [et al.], Affected other interventions. A systematic review and meta-analysis across addictions, in Addiction, vol. 117, n. 9 (sett. 2022) – on line, pp. 2393 – 2414
Le persone colpite dai problemi di alcol, droghe illecite, gioco d’azzardo, dipendenza da videogiochi, in quanto coinvolte con persone che hanno questi disturbi (terzi interessati) soffrono di danni estesi. Questa è probabilmente la prima rassegna sistematica e meta-analisi a determinare l’efficacia di interventi psicosociali erogati a terzi interessati per tutte le dipendenze. Sono stati esaminati esiti relativi a depressione, soddisfazione nella vita e coping dei terzi coinvolti, gli esiti del trattamento delle persone dipendenti e il funzionamento relazionale (discordia coniugale) tra dipendenti e terzi e si è rilevato che gli interventi possono essere efficaci nel migliorare alcuni, ma non tutti. La conclusione rimane incerta a causa della scarsità di studi e delle limitazioni metodologiche.
Felice Alfonso Nava, Francesco Sanavio ; prefazione di Cesare Maffei, Il trattamento integrato per le dipendenze patologiche. Percorsi basati sulle evidenze, Carocci, Roma, 2022, 177 pp.
Il volume presenta le più aggiornate basi neurobiologiche delle dipendenze patologiche, degli interventi psicoterapeutici e delle cure farmacologiche. I moderni orientamenti diagnostico-terapeutici fondati sulle evidenze scientifiche sono descritti seguendo la storia dell’evoluzione del trattamento cognitivo e comportamentale a partire dalla comprensione delle tecniche di base (di prima e seconda generazione) per arrivare agli attuali approcci processuali (di terza generazione). Tra le terapie di terza generazione troviamo anche l’utilizzo della metacognizione e della Mindfulness e la Schema Therapy. Ampie esemplificazioni operative permettono di tradurre in maniera efficace i contenuti teorici nella pratica clinica. Il testo propone un punto di vista unitario sulla presa in carico della persona con dipendenza patologica offrendo una metodologia efficace e flessibile per le fasi di valutazione, diagnosi e scelta del percorso terapeutico. Infine, sono compendiate le più autorevoli linee guida internazionali sul trattamento dei consumatori di sostanze e con dipendenza comportamentale.
Collocazione Biblioteca: 20107
Milja Heikkinen … [et al.], Real-world effectiveness of pharmacological treatments of opioid use disorder in a national cohort, in Addiction, vol. 117, n. 6 (giu. 2022) – on line, pp. 1505-1823
Lo scopo di questo studio di coorte nazionale svedese era indagare l’efficacia nel mondo reale dei trattamenti farmacologici (buprenorfina, metadone) del disturbo da consumo di sostanze (opioid use disorder =OUD). Sono stati presi in considerazione tutti i residenti dai 16 ai 64 anni che vivevano in Svezia e avevano utilizzato farmaci per OUD da luglio 2005 a dicembre 2016 (n=5757, 71,8% uomini). La ricerca evidenzia che, quando vengono confrontati con la loro assenza, l’utilizzo di buprenorfina e metadone sono entrambi associati a un rischio significativamente più basso di ricovero ospedaliero per disturbo da consumo di oppiacei e di decesso dovuto a tutte le cause e a cause esterne. Tra i molti altri articoli sull’argomento si vedano quello di Enrico De Vivo, Le terapie farmacologiche della dipendenza da oppiacei. Dalla neurobiologia alla farmacologia, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 22-26 e quello di Augusto Consoli … [et al.], Metadone racemico e levometadone a confronto. Valutazione degli esiti su un gruppo di pazienti con dipendenza da oppiacei in trattamento, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 20-37
Elena Vigna … [et al.], Riflessioni sulla psicoterapia sistemico-familiare con adolescenti con problemi di dipendenza patologica, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 41-51
Il Servizio di Terapia Familiare, collocato nel contesto dell’ASL Città di Torino, nel corso degli ultimi dieci anni ha accolto una casistica eterogenea di coppie e di famiglie, inviate dai servizi territoriali della Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche, tra cui alcune famiglie con figli adolescenti che presentavano comportamenti di abuso di sostanze stupefacenti. Nell’articolo gli autori raccolgono e descrivono queste esperienze di lavoro, riflettono sulle difficoltà riscontrate e propongono nuove strategie terapeutiche per fronteggiarle. Si segnala inoltre, nel n. speciale (2022), l’articolo di Deborah Dal Farra, Giancarlo Zecchinato, Alessandra Moro, Revisione della letteratura sui principali trattamenti relativi al disturbo da uso di cannabis negli adolescenti e nei giovani adulti, pp. 36-46
A cura di Georg Schomerus, Patrick M. Corrigan, The stigma of the substance use disorders, Cambridge University Press, Cambridge, 2022, 274 pp.
Lo stigma e la discriminazione delle persone con disturbi da uso di sostanze contribuiscono in modo massiccio al danno causato dalla loro condizione: lo stigma ha effetti negativi sull’impegno nel servizio, sulle opportunità di vita e sulla vergogna personale, sia per coloro che lottano con l’abuso di sostanze che per le loro famiglie. Superare lo stigma dei disturbi da uso di sostanze è essenziale per aiutare il recupero. Questo libro fornisce una comprensione approfondita dello stigma del disturbo da uso di sostanze e propone modi per superarlo in diversi contesti, dal sistema di giustizia penale all’assistenza sanitaria. Combinando una moltitudine di punti di vista all’interno di un quadro teorico coerente, questo libro riassume le ultime evidenze e fornisce consigli pratici e indicazioni future su come combattere lo stigma del disturbo da uso di sostanze.
Collocazione Biblioteca: 19432
Pier Paolo Pani … [et al.], Dipendenza da cocaina: aggiornamenti, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 46 (giu. 2022), pp. 5-68
La monografia fa il punto sulle conoscenze scientifiche correlate al cocainismo, compreso il contributo che questa sostanza ha fornito alle scoperte sul funzionamento del cervello. Gli articoli raccolti informano su farmaci, terapie psicologiche e altre tecnologie studiate per il controllo della dipendenza da cocaina, comprendendo anche fallimenti e prospettive. Infine viene dato conto del lavoro effettuato nei servizi per le dipendenze con gli strumenti oggi disponibili. Si consulti anche la rassegna di Elizabeth KC Schwartz … [et al.], Cocaine Use Disorder (CUD): Current Clinical Perspectives. Substance Abuse and Rehabilitation, vol. 13, (2022) – on line, pp. 25-46
Alessandro Emiliano Vento, Giuseppe Ducci, Manuale pratico per il trattamento dei disturbi psichici da uso di sostanze, 2. ed., Giovanni Fioriti, Roma, 2022, 441 pp.
Il manuale è rivolto agli operatori dell’area della salute mentale e delle dipendenze e rappresenta uno strumento di aggiornamento utile a tutte le figure che hanno un ruolo in ambito sociosanitario e forense. In questa seconda edizione (la prima ha collocazione 19602) i dati epidemiologici e le più recenti innovazioni in tema di strumenti di trattamento dei disturbi psichici da uso di sostanze e dell’addiction sono stati aggiornati; il capitolo sull’alcool è stato riscritto, aggiungendo una rilevante sezione sulla sindrome feto-alcolica; il capitolo sulle condizioni particolari è stato arricchito di un importante contributo di psichiatria forense.
Collocazione Biblioteca: 19734
A cura di Laura Morbioli … [et al.], Pratiche bottom-up nelle dipendenze: verso un nuovo approccio con se stessi e coi pazienti, Medicina delle Dipendenze, Verona, 2021, 485 pp.
I pazienti alle prese con problematiche di dipendenza, presentano spesso esperienze traumatiche nella prima infanzia o ripetute nel tempo. Il comportamento di addiction acquisisce quindi la funzione di regolare le emozioni e gli stati d’animo in assenza di solide capacità di riflessione sui propri stati interni (processi top-down). Le pratiche bottom-up vengono incontro a tale problema, offrendo all’operatore e al paziente una modalità utile per lavorare sui contenuti difficilmente accessibili al pensiero razionale cosciente, facilitando la rielaborazione dell’esperienza traumatica e trovando altri canali per esplorare le emozioni dolorose che altrimenti rafforzerebbero le condotte di dipendenza. Nella prima parte il testo offre le conoscenze concettuali per la comprensione del razionale sotteso all’utilizzo delle pratiche presentate; nella seconda parte vengono esposte le pratiche bottom-up più avvalorate dagli studi sulle dipendenze; nella terza parte sono presentate le applicazioni possibili nei più comuni contesti terapeutici. Alcune delle tecniche esposte sono la mindfulness, lo yoga, la meditazione, il rilassamento muscolare, il training respiratorio e il training autogeno, l’ipnosi clinica, la psicoterapia sensomotoria, le tecniche simboliche e l’EMDR.
Collocazione Biblioteca: 20475
Oliver J. Morgan, Dipendenza, attaccamento, trauma e recovery. Il potere della connessione, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2021, 284 pp.
Il tema centrale del libro è costituito dalla dipendenza e dal recovery e permette di comprendere la dipendenza affrontando la crisi contemporanea da essa causata, integrando la neurobiologia interpersonale e l’ecologia sociale. Da questa prospettiva, la dipendenza non è tanto una sfortuna che colpisce l’individuo quanto piuttosto un esito e un sintomo di condizioni più generali. Coloro che lottano con disturbi da uso di sostanze e da dipendenza potrebbero essere messaggeri di pericoli sociali più profondi. La conclusione è che gli studi sulle dipendenze possono trarre beneficio da un paradigma nuovo, consiliente e integrato, così come da nuove metafore che riescono a esprimere meglio ciò che le scienze e l’esperienza tentano di insegnarci sulle dipendenze e il recovery. Sul tema si consulti anche il testo di Mario G. L. De Rosa, Disagio esistenziale e dipendenze patologiche, Franco Angeli, Milano, 2021, 156 pp. (Coll. Bil.:18965)
Collocazione Biblioteca: 19086
Teo Vignoli … [et al.] ; a cura di Dorella Costi [et al.], Qualità e appropriatezza nella residenzialità. Integrazione con il territorio e residenzialità leggera, in Sestante, n. 13 (dic. 2023) on line, pp. 1-100
La variabilità dei percorsi residenziali per i pazienti con problemi di salute mentale o dipendenza patologica è altissima, per motivi storici, culturali, politici e, purtroppo solo in ultima analisi, scientifici, poiché coesistono istanze riabilitative con istanze di custodia e di tutela. Questo numero monografico indaga gli elementi di appropriatezza e di qualità dei percorsi esistenti, per evidenziare da un lato i punti di forza del sistema attuale e dall’altro le nuove tendenze e le sfide aperte rispetto alle esigenze sempre più articolate che si manifestano in questa fase del trattamento riabilitativo. Gli articoli proposti toccano tutti i concetti chiave che ruotano attorno al Dipartimento Salute mentale e Dipendenze Patologiche in Emilia-Romagna: qualità, appropriatezza, accreditamento, riabilitazione, autonomia, budget di salute, stigma, recovery, integrazioni tra residenzialità e territorio, sociale-sanitario, AUSL-terzo settore. Tutti questi temi emergono perché, che si tratti di accoglienza di minori o di pazienti adulti, con malattia mentale o con dipendenza patologica, la residenzialità rappresenta contemporaneamente una delle fasi più intensive della stepped care ed una grande sfida nel raggiungimento della massima autonomia e del massimo recovery possibile, grazie all’attivazione delle risorse delle risorse dell’individuo e dei contesti relazionale, sociale e dei servizi.
Mauro Cibin … [et al.], Il rinnovamento delle comunità terapeutiche tra cura, riabilitazione e ricerca, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 13, n. 52 (dic. 2023), pp. 4-59
Il numero monografico della rivista affronta il tema delle comunità terapeutiche, cercando di valorizzarne in particolare la relazione col sistema delle dipendenze nel suo complesso. I contributi proposti sono i seguenti: “Il sistema delle dipendenze alla prova del cambiamento: tra cura, riabilitazione e assistenza” di Mauro Cibin; “Le comunità terapeutiche: tra presente, passato e bisogno di futuro” di Luciano Squillaci; “Rendere la cura attraente: sei proposte e otto punti per superare lo stigma e incrementare i servizi per le dipendenze” di Fabio Lugoboni; “Gli strumenti ICF-Recovery a supporto della riabilitazione in comunità terapeutica” di Luciano Pasqualotto; “Una comunità terapeutica al femminile: il progetto Frida” di Micaela Crestani; “Neuroplasticità e trauma nel trattamento residenziale integrato con il territorio per adolescenti e giovani con uso di sostanze: il modello genovese” di Ina Maria Hinnenthal … [et al.]; “La cura delle dipendenze in comorbilità con i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. L’esperienza de ‘Lo Specchio’” di Giovanna Grillo, Pablo Belfiori, Fabrizia Falco; “EMDR e memoria dell’uso di sostanze: uno studio randomizzato in comunità terapeutica” di Elisa Sgualdini … [et al.]; “Dalla prassi operativa alla formazione: una scuola universitaria e di perfezionamento del terzo settore” di Mario Dondi.
Carlotta Mossino, Manuela Ferrero, L’arteterapia ai tempi del Covid 19: possiamo ancora creare? La comunità terapeutica e la sfida della pandemia: il racconto del gruppo di arteterapia del Tavoleto-Alba (CN), in Dal fare al dire, a. 32, n. 3 (2023), pp. 49-53
L’articolo racconta l’esperienza del gruppo di arteterapia nella Comunità di Tavoleto, che si occupa di dipendenze patologiche, interrotto bruscamente dall’arrivo della pandemia da Covid 19 e ripreso poi con attività all’aperto, nel giardino della struttura.
Martina Nicolasi, Predittori clinici e psicopatologici di out-come nel Disturbo da Uso di Cocaina: uno studio di follow-up a tre mesi, in Mission, a. 16, n. 60 (mag. 2023), pp. 41-44
La ricerca proposta ha l’obiettivo di caratterizzare dal punto di vista sociodemografico, clinico e psicometrico un campione di soggetti con diagnosi di Disturbo da Uso di Cocaina (DUC) che intraprendono un percorso terapeutico-riabilitativo in regime residenziale presso la Comunità Incontro, nonché di individuare nell’ambito di tali variabili cliniche e psicopatologiche i possibili fattori predittivi di out-come nel DUC. Lo studio ha incluso un campione di 70 pazienti con una diagnosi primaria di Disturbo da Uso di Cocaina, talvolta in comorbilità psichiatrica, reclutati presso la Struttura presa in esame, nell’arco compreso tra novembre 2021 e maggio 2022, ai quali è stata richiesta la compilazione di una scheda anamnestica per la raccolta delle informazioni socio-demografiche e la compilazione di questionari auto ed etero-somministrati, ripetuta poi a distanza di tre mesi. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Vincenzo Aliotta ; a cura di Barbara Bonomi Romagnoli, Un passo alla volta. La vita oltre le dipendenze, Giunti, Firenze ; Milano, 2022, 123 pp.
Il libro descrive il metodo proposto dal Centro Recupero Dipendenze San Nicola in provincia di Ancona, rivolto alle persone che vogliono uscire dalle dipendenze sia comportamentali sia da sostanze. A differenza di molte esperienze comunitarie, questo programma terapeutico è breve, intenso e basato su un approccio interdisciplinare ispirato al metodo dei 12 Passi degli Alcolisti Anonimi. Il libro è anche il racconto dell’esperienza del Centro e dell’autore, fondatore del Centro, e la storia di un progetto sanitario e culturale per accogliere le fragilità di chi non riesce a reggere la frenesia della società contemporanea e ha bisogno di fare un passo alla volta.
Collocazione Biblioteca: 20330
Valeriya Mefodeva … [et al.], Polysubstance use in young people accessing residential and day-treatment services for substance use. Substance use profiles, psychiatric comorbidity and treatment completion, in Addiction, vol. 117, n. 12 (dic. 2022) – on line, pp. 3110 – 3120
Le persone con disturbo da consumo di sostanze (substance use disorders =SUDs) si presentano spesso al trattamento con un policonsumo e problemi di salute mentale concomitanti. Combinazioni diverse di consumo di sostanze e problemi di salute mentale richiedono approcci di trattamento diversi. Questo studio trasversale prospettico ha utilizzato i dati dei servizi e gli esiti dei trattamenti di 744 utenti di età compresa tra 18 e 35 anni (48% maschi), ammessi a sette programmi residenziali e quattro programmi di trattamento diurno. La ricerca ha inteso: (i) individuare le classi di consumo di sostanze all’atto di ammissione al trattamento, (ii) stabilire quali sintomi di salute mentale, qualità della vita (quality of life = QoL) e tipi di servizio erano associati alle classi di consumo di sostanze individuate, e (iii) stabilire in prospettiva quali classi di consumo di sostanze e tipi di servizio avevano maggiori probabilità di completare il trattamento. Le sostanze consumate erano: tabacco, alcol, cannabis, cocaina, stimolanti del tipo amfetamina, oppiacei, sedativi e inalanti. Le problematiche prese in considerazione erano: depressione, ansia, stress post-traumatico e sintomi psicotici, come pure la qualità della vita.
Placido La Rosa, Le cure e gli approcci farmacologici sostituitivi nelle comunità terapeutiche, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 38-40
A partire dagli anni ’80, si è assistito ad un cambiamento del fenomeno delle tossicodipendenze: si è registrato un aumento di consumo di cocaina e crack, associate ad alcol, e di Nuove Sostanze Psicoattive; sono cambiate le modalità di assunzione ed è cambiata la tipologia di consumatori. Di fronte a tali cambiamenti si è reso necessario un adeguamento dei sistemi di cura nelle comunità terapeutiche.
Boze Klapez, Le comunità nel sistema di cura. Riflessioni di un educatore, Centro Studi Erickson, Trento, 2022, 310 pp.
L’autore afferma che tutto in comunità è terapeutico: il suo ambiente strutturato, gli operatori e gli utenti. Attraverso testimonianze e riflessioni legate alla pluridecennale esperienza diretta dell’autore, il volume intende offrire un’alternativa alla medicalizzazione oggi dominante nell’affrontare le problematiche del disagio sociale. Viene quindi promossa una visione diversa, che punta a recuperare e approfondire l’approccio educativo-relazionale e che, facendo leva su un intervento realmente integrato tra servizio sanitario e comunità, pone l’accento sulla persona e non sui sintomi. Secondo l’autore solo così l’utente sarà protagonista attivo del proprio cambiamento. Vengono trattati diversi tipi di comunità: comunità per il recupero dei tossicodipendenti; comunità socio-riabilitativa per persone con disturbi di tipo psichiatrico; comunità per minori; strutture per utenti con disturbi del comportamento alimentare e strutture di accoglienza per i migranti.
Collocazione Biblioteca: P0208
Maurizio Coletti e Leopoldo Grosso, La Comunità terapeutica per persone tossicodipendenti. 2. ed., Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2022, 461 pp.
A dieci anni dalla prima edizione, Coletti e Grosso rivedono il loro scritto del 2011 sulle comunità terapeutiche. Si tratta di un classico imprescindibile. Sono approfondite, nel testo, la storia delle comunità, le speranze e le delusioni che le hanno accompagnate, i diversi metodi di intervento praticati, i problemi emersi nella vita quotidiana tra gli ospiti e nei rapporti con gli operatori e con il territorio. Negli ultimi dieci anni la situazione delle dipendenze e degli strumenti per affrontarle è molto cambiata, da qui la necessità di un aggiornamento per una guida su potenzialità e limiti del trattamento residenziale nella cura di vecchie e nuove dipendenze. Uno strumento per le giovani generazioni di operatori e operatrici, con solidi riferimenti a pratiche ed esperienze, ma anche spunti per affrontare nuove sfide. Uno stimolo a riportare l’attenzione e a riaprire un dibattito serio e consapevole, da troppo tempo accantonato, sulla complessa e delicata questione della cura delle persone tossicodipendenti.
Collocazione Biblioteca: 10434
Pasquale Biagio Cicirelli, Adolescenti nella società delle dipendenze. L’esperienza e il modello delle Comunità Terapeutiche, Youcanprint, Tricase, 2022, 152 pp.
L’obiettivo di questo studio è quello di confermare il modello di intervento peculiare delle comunità terapeutiche come strumento ancora valido ed efficace. Quindi attraverso una analisi storica del mutamento e dell’adattamento delle comunità terapeutiche nel corso degli ultimi anni, e con una serie di interrogativi sulla trasformazione dei sistemi di welfare, si vuole stimolare una riflessione sul nuovo ruolo sociale delle CT. Il metodo terapeutico delle comunità ha bisogno di istituire e individuare nuove strategie e nuovi e più funzionali strumenti, utili al contenimento di quella che ormai è definita la “società delle dipendenze”. Vengono poste diverse questioni – alcune di esse affrontate nel WFTC Genoa Institute 2010 – sui mutamenti intervenuti nel fenomeno della dipendenza dalla nascita delle prime CT a oggi, sulle modifiche che le CT hanno adottato nel tempo, su come cambia il lavoro nelle CT e il loro ruolo in un contesto di rete. L’autore è sociologo ed educatore nel campo sociale e delle dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 19359
Antonio Simula, Francesca Andreoli, La funzione di contenimento delle comunità terapeutiche durante la pandemia Covid-19, in Mission, a. 15, n. 56 (dic. 2021), pp. 24-27
Questo lavoro di ricerca vuole porre l’attenzione all’operato e al vissuto delle Comunità Terapeutiche a doppia diagnosi nel periodo storico in cui ci troviamo. Lo studio si è incentrato sulla necessità di comprendere la gestione, l’operato e l’impatto dell’emergenza sanitaria all’interno delle comunità.
A cura di INDTC (International Network of Democratic Therapeutic Communities), Green care. Un contributo dalle comunità terapeutiche, Alpes Italia, Roma, 2022, 215 pp.
I contributi proposti costituiscono un insieme di studio scientifico ed esperienze personali sull’uso di animali e piante come elementi terapeutici all’interno di comunità per persone vulnerabili, con lo scopo di attirare l’attenzione sull’uso di ambienti e attività naturali come fonti di terapie o elementi addizionali della terapia. La prima parte del libro presenta i contributi italiani. La seconda parte riporta integralmente un testo nato nell’ambito dell’associazione delle comunità terapeutiche inglesi e della relativa rivista Therapeutics Communities, al fine di sopperire alla mancanza di letteratura specifica sulle Green Care in psichiatria.
Collocazione Biblioteca: 19983
Anna Paola Lacatena … [et al.], Dimore periferiche: le comunità terapeutiche per tossicodipendenti. Uno studio condotto dal Dipartimento Dipendenze Patologiche ASL Taranto (2015-2019), in Lavoro sociale, vol. 21, n. 6 supplemento (dic. 2021) – online, pp. 35-54
Sulla scorta delle criticità evidenziate dall’epidemia di coronavirus, questo studio intende promuovere una riflessione sugli esiti dei programmi seguiti dai pazienti dei SerD del territorio di Taranto inviati in Comunità terapeutiche dal 2015 al 2019, per indagare se la domanda rivolta dai pazienti ai SerD e alle comunità terapeutiche è cambiata nel tempo. Secondo gli autori, entrambi i servizi sono sempre più esposti a richieste di contenimento, accoglienza, riduzione di un disagio più ampio (sociale, piscologico, economico) rispetto a un pieno allontanamento dall’uso di sostanze, ed è necessaria una revisione dell’intero sistema della cura delle dipendenze patologiche.
Antonino Iacolino, La Comunità Terapeutica come luogo di recupero e di ricostruzione delle relazioni, in Mission, a. 15, n. 56 (dic. 2021), pp. 7-9
I molti volti del disagio sociale e della sofferenza psicologica oggi hanno in comune l’incapacità dell’individuo a relazionarsi. Le comunità terapeutiche assumono un ruolo importante nel trattamento da dipendenze, dove al loro interno prende forma la cultura della vita nella relazione con l’altro.
A cura di Marino De Crescente, Gruppi che curano, gruppi che ammalano. Realtà e immaginario del gruppo della comunità terapeutica, Alpes, Roma, 2021, 93 pp.
Il volume trae origine dalla giornata di studio del ciclo di incontri annuali di Montefiascone organizzati dall’associazione Mito&Realtà, quest’anno inevitabilmente legato all’attualità dell’emergenza Covid 19. É risaputo che l’immaginario diffuso sulle comunità terapeutiche è vittima di una estrema polarizzazione. Da un lato queste vengono spesso idealizzate da chi opera al loro interno e dall’ambiente sociale che le vede come istituzioni salvifiche o finanche come paradisi ideali, in grado di proporre un’ingegneria sociale utopica, impensabile altrove. Dall’altro esse vengono viste come luoghi che ripropongono inevitabilmente processi di istituzionalizzazione e conseguente cronicizzazione e da cui è bene star lontani. Naturalmente questa contrapposizione non fa giustizia della estrema complessità del mondo delle comunità terapeutiche e dell’ampia diversità delle esperienze e dei differenti metodi utilizzati, irriducibili ad un unicum: non tiene in debita considerazione che le comunità sono micro organismi sociali e in quanto tali soggetti a auspicabili cambiamenti continui che ne definiscono la natura dinamica e la vitalità.
Collocazione Biblioteca: 19612
Sarita Bista … [et al.], Mortality among young people seeking residential treatment for problematic drug and alcohol use: A data linkage study, in Drug and Alcohol Dependence, Vol. 228, (nov. 2021) – on line, pp. 1-10
I giovani con problemi di consumo di alcol e altre droghe (AOD) vengono spesso indirizzati a un trattamento residenziale. I tassi di mortalità successivi tra questo gruppo ad alto rischio non sono noti. Lo studio proposto stima i tassi di mortalità e determina le cause di morte tra i giovani indirizzati al trattamento residenziale a Sydney, Australia. I ricercatori hanno effettuato uno studio retrospettivo di collegamento dei dati: i dati di giovani (13-18 anni) che si sono rivolti a un servizio di trattamento residenziale nel periodo 2001-2015 (n = 3256) sono stati collegati con i dati australiani di registrazione dei decessi e seguiti fino a 16 anni (2001-2016). I tassi di mortalità (CMR) e rapporti standardizzati di mortalità (SMR, corretti per età, sesso e anno solare) sono stati calcolati utilizzando i tassi di mortalità della popolazione. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.
Maria Antonion, La cultura della cura nelle dipendenze, in Shalom, n. 1 (gen. – apr. 2021), pp. 7-12
L’autrice dirige il Servizio Dipendenze Patologiche di Parma. Nell’articolo ricostruisce le risposte socio-sanitarie a chi si ammala di dipendenza, dalle prime Comunità terapeutiche nate negli USA negli anni ’50, alle associazioni di volontariato e religiose che costruiscono luoghi di accoglienza per giovani con disagio, alle risposte istituzionali di fronte al fenomeno droga dilagante negli anni ’80, cioè i SerT. Esamina poi i principi alla base della cura e l’esigenza di capire i bisogni dell’altro.
Laura Angelica Berni, Giuseppe Roberto Troisi, Paola Trotta, La psicoterapia del trauma in comunità terapeutica: uno studio su utenti tossicodipendenti e alcoldipendenti, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 71-86
Il presente studio si prefigge di esaminare gli effetti di un intervento psicoterapeutico sistemico-relazionale integrato con la tecnica di rinegoziazione del trauma basata sui fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione di Stephen W. Porges, sugli approcci sul corpo di Peter Levine e sulle esperienze senso-motorie raccolte e discusse da Bessel A. Van Der Kolk, effettuato su tre utenti inseriti nella Comunità Terapeutica pubblica di Poggio Asciutto dell’Azienda USL Toscana Centro in un periodo di circa tre anni. Siamo partiti dal presupposto che il paziente sopravvissuto al trauma abbia un sistema nervoso autonomo disregolato e una capacità di autocura compromessa.
Pietro Scurti, Psicoterapia delle dipendenze. Contesti, percorsi e strumenti terapeutici, Franco Angeli, Milano, 2021, 337 pp.
La psicoterapia delle dipendenze patologiche rappresenta una delle principali sfide che gli operatori dei Ser.D. e delle Comunità sono chiamati ad affrontare. In questo volume l’autore illustra strategie, strumenti e percorsi terapeutico-riabilitativi attraverso i quali giungere al cuore della relazione di cura. Il libro propone modalità comunicative funzionali all’aggancio di una utenza specifica e sfuggente, squalificante e desiderosa di accoglienza. L’autore, insieme ai i suoi collaboratori, anche attraverso la metafora, tenta di far luce sulle inevitabili trappole insite in questi incontri disperanti, rileggendo sedute di terapia ricche di sentimenti e provocazioni. Il testo si rivolge ai professionisti delle dipendenze: psicologi, medici, assistenti sociali, educatori professionali, infermieri. L’autore è dirigente in un SerD campano.
Collocazione Biblioteca: 19768
Andrea Muccioli, Fango e risate. Storia di San Patrignano (1975-1995), Piemme, Milano, 2021, 341 pp.
San Patrignano è il risultato di un’idea, di una filosofia e di una vocazione ben precise. È il risultato, anche e forse più di tutto, di un’assenza clamorosa, quello dello Stato con i suoi figli più problematici. “Fango e risate” è un memoriale potente e commovente dell’impresa di uno dei personaggi italiani più celebri e controversi degli ultimi cinquant’anni di storia italiana, Vincenzo Muccioli, scritto dal figlio Andrea. Un “arcitaliano” per antonomasia, un uomo che ha diviso l’opinione pubblica come poche volte è successo. Sull’argomento si veda anche l’articolo di Alison M. Devlin and Daniel Wight, Mechanisms and context in the San Patrignano drug recovery community, Italy, A qualitative study to inform transfer to Scotland, in Drugs: Education, Prevention and Policy, vol. 28, n. 1 (2021) – on line, pp. 85-96
Collocazione Biblioteca: 19848
Chiara Magrini, Daniele Carraro, Il Coordinamento Enti accreditati del Piemonte (CEAPI) e i costi della pandemia, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 41 -44
La pandemia ha comportato per le comunità terapeutiche di Enti accreditati costi di gestione notevoli a fronte di ristori insufficienti e difficili da ottenere. L’articolo, redatto dal Coordinamento Enti accreditati del Piemonte (CEAPI) illustra, anche con tabelle esemplificative, i costi sostenuti dalle realtà più significative in fatto di cure residenziali per le dipendenze durante la pandemia, la diminuzione degli inserimenti attuati e spiega le carenze del sistema di finanziamento regionale.
European Union Drugs Agency, Health and social responses: drug consumption rooms, EMCDDA, Lisbona, 2024, 15 pp.
Questo documento fornisce una sintesi delle questioni chiave relative alle stanze per il consumo di droga, tra cui la fornitura di servizi, le linee guida, le testimonianze raccolte e gli ultimi sviluppi in Europa. Vengono inoltre esaminate le implicazioni per la politica e la gestione della pratica. Sul tema, si consulti anche il report di European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Correlation – European Harm Reduction Network, Drug consumption rooms, Joint report. December 2023. Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2023, 52 pp.
Alane Celeste-Villalvir … [et al.], Assessing Stage of Change and Harm Reduction Strategies for Synthetic Cannabinoid Use Among Individuals Experiencing Homelessness in Houston, Texas, in Journal of Drug Issues, vol. 54, n. 3 (lug. 2024) – on line, pp. 444-456
I cannabinoidi sintetici (SC) sono sostanze a basso costo che sono state associate a esiti avversi per la salute e a un aumento delle visite al pronto soccorso negli ultimi anni, in particolare tra le persone senza dimora. Questo studio con metodi misti ha esplorato la connessione tra i senzatetto, l’uso di SC e la disponibilità a smettere, al fine di orientare lo sviluppo di strategie di riduzione del danno. Erano idonei a partecipare gli individui (maggiori di 18 anni) residenti in accampamenti per senzatetto a Houston, Texas, con esperienze di utilizzo di SC. I partecipanti (N = 65) hanno completato un sondaggio somministrato dall’intervistatore sull’uso delle SC. La maggior parte dei partecipanti erano neri/afroamericani (65,7%), maschi (82,9%) e la maggior parte (75,4%) ha riferito di utilizzare SC per evitare risultati positivi ai test antidroga. Molti volevano smettere di usare gli SC (69,2%) e hanno già adottato strategie di riduzione del danno durante l’utilizzo. Le organizzazioni che sostengono le persone senza dimora che utilizzano le SC dovrebbero concentrarsi sulla riduzione degli ostacoli all’interruzione dell’uso delle SC e sull’aumento della disponibilità di alloggi e servizi di supporto.
Gillian Kolla … [et al.], “Everybody is impacted. Everybody’s hurting”: Grief, loss and the emotional impacts of overdose on harm reduction workers, in International Journal of Drug Policy, vol. 127, art. 104419 (mag. 2024) – on line, pp. 1-9
Lo studio indaga sulle ripercussioni che l’assistenza e l’intervento a tassi frequenti e crescenti di overdose hanno sugli operatori della riduzione del danno a Toronto, in Canada. Utilizzando interviste semi-strutturate, 11 operatori di riduzione del danno, reclutati da programmi con servizi di consumo supervisionato a Toronto, hanno informato sulle conseguenze e sulle reazioni all’overdose nella loro vita professionale e personale. Hanno inoltre fornito indicazioni sui supporti necessari per sostenere le persone che hanno subito perdite legate all’overdose
Giuseppe Lalacqua, La voce dell’Emilia paranoica: la riduzione del danno a Bologna. Uno studio sull’open drug scene, SEEd, Torino, 2024, 181 pp.
Il volume presenta il tema della riduzione del danno nel contesto del consumo di sostanze stupefacenti a scena aperta. Dopo aver tratteggiato il contesto olandese (termine di paragone internazionale) ed emiliano in merito all’evoluzione delle politiche di riduzione del danno da consumo di sostanze, l’autore presenta una ricerca sul campo condotta presso il drop-in dell’Unità di Strada di Bologna basato su interviste a consumatori e a operatrici/operatori. La novità del volume consiste nel tentativo di far emergere direttamente la voce di consumatrici/consumatori di sostanze e di lavoratrici/lavoratori di prossimità, grandi assenti del dibattito pubblico sul tema. Il testo è utile non solo per approfondire il tema nel contesto della città di Bologna (un esempio molto importante in Italia), ma anche per avere più contezza delle difficoltà di vita e del punto di vista delle persone che consumano in strada. Il dibattito sull’argomento è diventato sempre più rilevante oggi, soprattutto in relazione alle politiche per la sicurezza e per i conflitti urbani.
Collocazione Biblioteca: 20616
Alberto Arnaudo, Lo spettro del fentanyl e il fantasma della riduzione del danno, in Dal fare al dire, a. 33, n. 1 (2024), pp. 9-12
L’articolo descrive il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici, presentato dal governo italiano il 12 marzo 2024 e ne identifica alcune criticità; tra queste, soprattutto l’assenza del coinvolgimento dei SerD, la cui azione potrebbe invece venire valorizzata e rafforzata sia per la realizzazione del Piano stesso, sia per sviluppare le politiche di riduzione del danno in ottemperanza alle indicazioni dell’ONU. Nel medesimo n. della rivista si trova anche l’articolo di Giancarlo Sandri … [et al.], Fondazione Villa Maraini – Servizio emergenza – Unità di strada. Osservazioni su 1000 overdosi da oppiacei periodo 1995 – 2022, pp. 33-45
EUDA European Union Drug Agency, Frequently asked questions (FAQ): drug overdose deaths in Europe, EMCDDA, Lisbona, 2024, 39 pp.
Il documento fornisce le risposte alle domande più frequenti sulle morti per overdose in Europa, intese come decessi direttamente attribuibili all’uso di sostanze illecite. Le informazioni presentate si basano sui dati più recenti, forniti dagli specialisti degli Stati membri dell’Unione europea e degli affiliati dell’EMCDDA, Norvegia e Turchia, nell’ambito dell’esercizio di rendicontazione annuale all’agenzia. Gli oppioidi, spesso l’eroina, e gli oppioidi usati nel trattamento agonista sono stati coinvolti in tre quarti dei decessi indotti da sostanze riportati in Europa,. Vengono riferiti anche decessi legati a farmaci come l’ossicodone e il tramadolo e, negli ultimi anni, sono stati segnalate morti legate a stimolanti, come la cocaina e le anfetamine, e al policonsumo.
R. Rigoni … [et al.], Civil Society Monitoring of Harm Reduction in Europe 2023. Executive Summary, Correlation ; European Harm Reduction Network, Amsterdam, 2023, 19 pp.
Questo rapporto studia la situazione delle politiche di riduzione del danno nel territorio dell’Unione Europea nell’anno 2023. Il rapporto si concentra su 5 elementi specifici: presenza, gestione e accessibilità dei servizi di riduzione del danno, l’accessibilità e disponibilità per quel che guarda i percorsi di cura per l’Epatite C; i trend delle nuove droghe, la salute mentale degli operatori della riduzione del danno e il lavoro di riduzione del danno in 5 città europee: Amsterdam (Paesi Bassi), Bălți (Moldavia), Esch-sur-Alzette (Luxemburgo), Londra (Regno Unito), Varsavia (Polonia).
Erin Russell … [et al.], A scoping review of implementation considerations for harm reduction vending machines, in Harm Reduction Journal, vol. 20, n. 1 (dic. 2023) – on line, pp. 1-14
Negli ultimi trent’anni si è assistito ad un aumento di installazioni di distributori automatici per la riduzione del danno (HRVM), in risposta alle esigenze delle persone che fanno uso di droghe. Tuttavia, fino a poco tempo fa, negli Stati Uniti ne esistevano pochi e, data la rapidità con cui le comunità li stanno incrementando, è necessario esaminare la loro efficacia. L’articolo riassume la letteratura esistente sull’argomento. Rispetto all’accettabilità sociale di questi distributori, nello stesso numero della rivista si trova l’articolo di Rebecca E. Stewart … [et al.], “There’s absolutely no downside to this, I mean, except community opposition:” A qualitative study of the acceptability of vending machines for harm reduction, pp. 1-10.
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Health risk communication strategies for drug checking services. A manual, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2023, 45 pp.
Questo rapporto fornisce una panoramica dei criteri da seguire per un’efficace comunicazione sul rischio sanitario per il pubblico da parte dei servizi di controllo delle droghe. I contenuti di questa relazione si basano sui risultati di studi internazionali sulla comunicazione del rischio sanitario, sulle linee guida sulla comunicazione pubblicate da organizzazioni internazionali e su iniziative specifiche intraprese con persone che fanno uso di droghe e con i servizi che le supportano.
Alexandra Loverock … [et al.], Electronic harm reduction interventions for drug overdose monitoring and prevention. A scoping review, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 250, art. 110878 (set. 2023) – on line, pp. 1-21
Gli autori hanno cercato di valutare la rilevanza e la qualità delle prove esistenti sugli interventi di riduzione elettronica del danno (e-harm reduction) che mirano a limitare i danni associati all’uso di sostanze. Hanno condotto uno studio di secondo livello secondo le linee guida PRISMA-ScR e PRISMA for Searching in sette database sanitari dall’inizio degli interventi fino al 20 gennaio 2023. Le citazioni e le bibliografie degli studi inclusi sono state utilizzate per identificare ulteriori articoli. Due revisori indipendenti hanno vagliato, estratto e classificato i dati.
Roxanne Turuba … [et al.], “A peer support worker can really be there supporting the youth throughout the whole process”. A Qualitative study exploring the role of peer support in providing substance use services to youth, in Harm Reduction Journal, vol. 20, art. 118 (ago. 2023) – on line, pp. 1-11
I giovani (di età compresa tra 12 e 24 anni) accedono raramente a servizi e a supporti per affrontare i problemi relativi all’uso di sostanze. Il supporto tra pari può facilitare l’avvicinamento al servizio ed è stato associato a risultati positivi nel recupero dall’uso di sostanze negli adulti, ma pochi studi hanno esaminato specificamente questo ruolo tra i giovani. Pertanto, questo studio qualitativo ha esplorato il ruolo del sostegno tra pari nel fornire servizi sull’uso di sostanze ai giovani nella Columbia Britannica e quale sia il modo migliore per fornire questo supporto. Sono stati utilizzati metodi di ricerca-azione partecipativa collaborando con giovani che avevano vissuto esperienze di uso di sostanze, compresi operatori di supporto tra pari, per co-progettare il protocollo di ricerca e i materiali. Si sono svolti focus group e successive interviste con 18 operatori di supporto tra pari che forniscono servizi ai giovani (età 12–24) in base alla propria esperienza vissuta con la salute mentale e/o l’uso di sostanze.
European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Prevention and control of infectious diseases among people who inject drugs: 2023 update, ECDC and EMCDDA guidance, ECDC, Stockholm, 2023, 42 pp.
La guida intende supportare i decisori politici e i pianificatori dei programmi sociosanitari fornendo basi comprovate per lo sviluppo di strategie nazionali, politiche e programmi di prevenzione e di controllo delle infezioni e delle malattie infettive tra i consumatori di droghe. Inoltre, fornisce indicazioni pratiche e informa sul monitoraggio e la valutazione delle strategie di prevenzione e controllo, delle politiche e dei programmi. Le principali infezioni considerate sono epatite B, epatite C, HIV e tubercolosi. Sono discusse con minor dettaglio anche altre malattie per le quali i consumatori di droghe sono a rischio, tra cui le infezioni respiratorie come COVID-19 e influenza, infezioni della pelle, malattie sessualmente trasmissibili. Sono considerati soprattutto i consumatori di oppiacei, ma gli interventi proposti possono valere anche per altre sostanze e per il policonsumo.
Raphael Magnolini … [et al.], Substances from unregulated drug markets – A retrospective data analysis of customer-provided samples from a decade of drug checking service in Zurich (Switzerland), in The International Journal of Drug Policy, vol. 114, art. 103972 (apr. 2023) – on line, pp. 1-12
Tra gli interventi di riduzione del danno sono compresi i servizi di controllo sostanze (drug checking) per i consumatori, poiché il mercato di droghe illegali fornisce dosi di contenuto variabile. Lo studio presentato contiene un’analisi retrospettiva dei dati provenienti dai servizi di Zurigo riguardo alla composizione di queste dosi, nel periodo 2011-2021. Più di 16000 campioni sono stati analizzati. Dall’analisi chimica emerge che più di metà dei campioni provenienti dal mercato illegale di sostanze sono rischiosi per i consumatori qualitativamente e quantitativamente. Inoltre, il numero di analisi richieste al servizio è aumentato di 2,5 volte in dieci anni. Secondo gli autori, l’indagine conferma che i servizi di controllo sostanze potrebbero influire sui mercati di droghe illegali per una migliore qualità delle sostanze e per stabilizzare i mercati stessi nel tempo; le politiche sulla droga dovrebbero cambiare per rendere questi servizi accessibili in ulteriori contesti, perché ancora oggi agiscono spesso in zone di legalità incerta.
Luigi Mastrogennaio, Serve uno sguardo diverso sulla tossicodipendenza, in Essenziale, 9 gennaio 2023, pp. 1-6
La riduzione del danno è un insieme di politiche e servizi volti a ridurre le conseguenze negative del consumo di droghe. In Italia i primi progetti sul tema sono partiti negli anni novanta, con screening delle malattie, distribuzione di siringhe, drug checking (analisi delle droghe) e drop-in (strutture di accoglienza a bassa soglia). I servizi italiani di riduzione del danno per il consumo di droghe sono stati per anni tra i migliori al mondo, ma ora sono in difficoltà, soprattutto nel sud. Al nord si trovano servizi innovativi e particolarmente utili, ma spesso in difficoltà per mancati finanziamenti o comunque non continuativi. Si citano in particolare il progetto Neutravel e il drop-in Punto Fermo di Collegno in Piemonte e l’unità mobile di Rogoredo e il drop-in dei padri Somaschi a Milano. La situazione purtroppo non sembra destinata a migliorare nel breve periodo in quanto il governo attuale è fortemente critico nei confronti del Piano di azione nazionale dipendenze (Pand) e sulle politiche di riduzione del danno.
I. Jeziorska … [et al.] ; editor Graham Shaw, Essential Harm Reduction Services. Report on policy implementation for people who use drugs. Civil Society Monitoring of Reduction in Europe 2023, Correlation – European Harm Reduction Network, Amsterdam, 2023, 74 pp.
Secondo il World Drug Report, nel 2021 (ultimi dati disponibili) 296 milioni di persone facevano uso di droghe in tutto il mondo, Il numero di persone con “Disturbo da Uso di sostanze” (SUD) ha raggiunto i 39,5 milioni, ovvero il 45% in più rispetto a un decennio prima. Inoltre l’ Osservatorio europeo sulle droghe e sulle tossicodipendenze (EMCDDA) segnala anche che vi è una disponibilità stabile ed elevata delle sostanze più controllate in Europa, la varietà delle sostanze disponibili è in aumento ed è in corso un cambiamento nel panorama del mercato degli oppioidi. I dati che si evincono a livello mondiale ed europeo, le nuove sfide emergenti e e la scarsa quantità di persone in trattamento rispetto al totale di chi ha un problema con le sostanze, mostrano chiaramente un ruolo essenziale per la riduzione del danno. Inoltre, servizi ed interventi di riduzione del danno sono fondamentali anche per mitigare i danni derivanti da politiche punitive sul consumo di sostanze, ridurre lo stigma e migliorare il benessere delle persone che fanno uso di droghe. Quindi, il monitoraggio dello stato della riduzione del danno in Europa è attualmente della massima importanza. In quest’ottica nel 2023 il C-EHRN e i suoi membri hanno effettuato per la quarta volta una valutazione dello stato dei servizi essenziali di riduzione del danno in 35 Città europee (30 Paesi), alcune delle quali testate per la prima volta nel 2023.
Øystein Bruun Ericson … [et al.], Risks and overdose responses: Participant characteristics from the first seven years of a national take-home naloxone program, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 240, (nov. 2022) – on line, pp. 1-7
Nel 2014 il governo norvegese ha finanziato un programma su vasta scala di naloxone da portare a casa (THN) per affrontare gli alti tassi di mortalità dovuta a overdose. Gli scopi di questo studio sono: descrivere le caratteristiche delle persone formate a ricevere il THN, descrivere le azioni intraprese a seguito del consumo di THN in un episodio di overdose ed esplorare i fattori associati al consumo di naloxone. Si tratta di uno studio prospettico di coorte su soggetti che hanno ricevuto THN dal 2014 al 2021. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Damon Barrett … [et al.], Child-centred harm reduction, in International Journal of Drug Policy, vol. 109, art. 103857 (nov. 2022) – online, pp. 1-5
L’articolo parla del tema della riduzione del danno per i minori. Le politiche di riduzione del danno, nonostante il loro avanzamento, sono storicamente mirate agli adulti, lasciando un vuoto nel campo specifico di bambini e adolescenti che fanno uso di droghe. Gli autori dell’articolo si propongono di essere scintilla della discussione e innovazione sul tema proponendo la “child-centered harm reduction” (= riduzione del danno incentrata sui bambini), un sotto-settore delle politiche sulla droga che si ponga all’intersezione tra politiche di riduzione del danno e politiche per i minori. Vengono anche presentati vari esempi di lavori e ricerche già esistenti, per aumentarne la visibilità e proporli come esempio.
Harm Reduction International, The Global State of Harm Reduction 2022, Harm Reduction International, Londra, 2022, 152 pp.
Il documento costituisce un’analisi indipendente della riduzione del danno nel mondo. I dati forniti riguardano lo stato dei servizi, dei programmi e delle politiche di riduzione del danno nei diversi paesi del mondo nell’ambito del consumo di droga (iniettabile, fumo e farmaci stimolanti), dell’infezione da HIV e da virus dell’epatite, nonché l’impatto della pandemia di COVID-19 su tali servizi.
Orsolya Feher, Building solidarity & mutual support. National Harm Reduction Networks in Europe, Correlation Network, Amsterdam, 2022, 30 pp.
Le reti nazionali di riduzione del danno sono rappresentate in 17 Paesi, con strutture quali dichiarazioni di intenti, comitati direttivi, membri registrati e piani di lavoro annuali. Circa due terzi delle reti esistenti ricevono finanziamenti per il loro funzionamento, principalmente da autorità nazionali o locali. Le principali attività di queste reti sono il rafforzamento delle capacità, l’advocacy e il networking. Contribuiscono inoltre a rafforzare l’impegno dell’organizzazione nel migliorare il collegamento tra le politiche antidroga a livello europeo e nazionale. Molte organizzazioni della società civile, come vari fornitori di servizi e gruppi di persone che fanno uso di droghe, cercano di dare forma allo sviluppo delle politiche antidroga sia a livello nazionale che internazionale. L’esistenza di reti apporta numerosi vantaggi e valore aggiunto al campo della riduzione del danno. Le reti sono nella posizione migliore per trasmettere ai governi e ai decisori informazioni sul lavoro svolto dalle organizzazioni, comprese le esigenze e le sfide affrontate dalle persone che fanno uso di droghe. In un documento allegato. “Policy Recommendations“, si trovano le raccomandazioni per i decisori politici.
Pietro Casella … [et al.], L’Unità mobile Fuoristrada (Parsec cooperativa sociale/ASL Roma1) per la prevenzione delle patologie correlate all’uso di sostanze stupefacenti. I contesti della riduzione del danno e le pratiche operative del progetto, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 38-46
Dopo una introduzione sul tema della riduzione del danno, l’articolo descrive il progetto e le azioni dell’Unità mobile “Fuoristrada”, riporta i dati di attività relativi al periodo 2020-2021, prende in esame teoria e prassi del lavoro di strada e ne affronta le problematiche attuali e le prospettive future dopo quanto emerso dalla Conferenza Nazionale sulle Droghe svoltasi a Genova a fine novembre 2021.
Leopoldo Grosso, Servizi di prossimità alla grave emarginazione. Il diritto di non essere lasciati soli, in Animazione Sociale, n. 05/355 (2022), pp. 31-37
Secondo l’autore, psicologo psicoterapeuta, la pratica di prossimità si colloca all’interno di politiche culturali che valorizzano dimensioni quali la relazione, il legame col territorio, la coprogettazione, la capacità di attivazione, la reciprocità responsabile. Le scelte di penalizzazione del welfare prima, la pandemia dopo, hanno messo in difficoltà i servizi senza consentire molte azioni di prossimità. Ma i limiti più profondi non sono economici, bensì culturali.
A cura di Nicholas Medone e Sara Rolando, Consumo di sostanze psicoattive a Nichelino e bisogni scoperti, Studio etnografico, Eclectica, Torino, 2022, 37 pp.
La ricerca, parte integrante dello studio di fattibilità affidato dall’Asl TO5 a Eclectica relativo all’apertura di un drop-in sul territorio di Nichelino, è stata concepita al fine di fornire una lettura etnografica del fenomeno del consumo di sostanze sul territorio e del rapporto dei consumatori con i Servizi esistenti sul territorio. In particolare, nel disegno della metodologia dello studio, ci si è chiesti se un servizio a bassa soglia come il drop-in potrebbe rispondere a bisogni reali attualmente non soddisfatti di persone che utilizzano sostanze. In seconda battuta, sono stati raccolti elementi utili a comprendere quale forma un ipotetico nuovo servizio dovrebbe assumere, cioè quali dovrebbero essere le sue caratteristiche in relazione a target specifici di utenza potenziale. L’osservazione etnografica si è quindi focalizza inizialmente sul consumo di sostanze a Nichelino, sui cambiamenti percepiti rispetto agli stili di consumo e sui luoghi designati per utilizzare sostanze, ma anche su quelli dello spaccio e sulle particolarità di Nichelino per quanto concerne il mercato delle sostanze.
Tamar Austin … [et al.], Women who use drugs: engagement in practices of harm reduction care, in Harm Reduction Journal, vol. 20, n. 1 (dic. 2023) – on line, pp. 1-12
Nel tentativo di identificare e comprendere come le donne che fanno uso di droghe praticano la cura attraverso la riduzione del danno, gli autori hanno esplorato le esperienze di donne con accesso a un centro a bassa soglia rivolto esclusivamente alle donne (transgender e non binarie incluse) a Vancouver, in Canada, nel periodo maggio 2017- giugno 2018. I dati sono stati raccolti attraverso quarantacinque interviste semistrutturate a donne seguite nel centro. Nell’articolo sono commentati i risultati dell’indagine. Nel medesimo n. si trova anche uno studio su un un’unità mobile per la prevenzione delle gravidanze indesiderate in donne che fanno uso di sostanze a Kansas City: Emily A. Hurley … [et al.], Contraception use among individuals with substance use disorder increases tenfold with patient-centered, mobile services: a quasi-experimental study, pp. 1-11
Anna Dal Ben, Maternità e disturbo da uso di sostanze: le esperienze delle ospiti di una comunità terapeutico-riabilitativa, in Salute e società, a. 22, n. 3 (2023), pp. 211-227
Al fine di comprendere il fenomeno della maternità connesso al Disturbo da Uso di Sostanze, è stato utilizzata una metodologia di ricerca qualitativa narrativa. Sono state intervistate le residenti di una comunità terapeutico-riabilitativa nel Nord Italia. L’obiettivo della ricerca è stato quello di ricostruire, attraverso la narrazione delle donne, la parte della loro biografia connessa alla genitorialità, per comprendere il significato dato alla dipendenza e alla maternità.
Anna Bertaso … [et al.]. Hair testing applied to the assessment of in utero exposure to drugs: Critical analysis of 51 cases of the University Hospital of Verona, in Drug Testing and Analysis, n. 9 (set. 2023) – on line, 980-986
Il lavoro discute i risultati dei test del capello e delle urine eseguiti in 51 casi di sospetta esposizione in utero a droghe, gestiti presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Verona dal 2016 al 2022. Il giorno della nascita o il giorno dopo la nascita, sono state raccolte le urine della madre e del neonato (UM e UN) e i capelli della madre (HM), del neonato (HN) e del padre (HF), se possibile. Nel 92% di questi, i test del capello hanno dato esito positivo, spesso (>50% dei casi) per più di una classe di sostanze. Le sostanze più rilevate sono state cocaina, oppiacei, metadone e cannabinoidi. Il test del capello si è dimostrato uno strumento diagnostico affidabile per indagare l’esposizione in utero alla droga a causa della possibilità di ottenere un quadro completo del comportamento di dipendenza materno e del background familiare, grazie all’analisi segmentale del capello materno e al test del capello del padre.
Bereket Duko … [et al.], The effect of prenatal cannabis exposure on offspring preterm birth. A cumulative meta-analysis, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 607 – 619
Sono stati riportati risultati contrastanti sull’associazione tra esposizione prenatale alla cannabis e parto pretermine. Questo studio è basato sulla metaanalisi di ricerche estratte da banche dati e mira a esaminare l’entità e la coerenza delle associazioni riportate tra l’esposizione prenatale alla cannabis e la nascita prematura. Sono stati presi in considerazione un totale di 27 studi osservazionali pubblicati tra il 1986 e il 2022. Lo studio rileva che l’ esposizione prenatale alla cannabis è associata a un aumento del rischio di parto pretermine.
Emese Kroon … [et al.], Gender differences in cannabis use disorder symptoms: A network analysis, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 243, art. 109733 (feb. 2023) – on line, pp. 1-7
Lo scopo dello studio è quello di valutare i sintomi del disturbo da uso di cannabis (CUD), le loro le interazioni e di stabilire se vi siano differenze di genere. Un totale di 1257 persone olandesi che riferivano un consumo settimanale di cannabis, tra cui 745 uomini e 512 donne, hanno completato questionari online che valutavano i sintomi della CUD del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). Le differenze di genere sono state valutate per tutte le variabili e un metodo di stima del modello di Ising è stato usato per stimare l’insieme dei sintomi CUD negli uomini e nelle donne. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Anna Paola Lacatena, Tagliate male. Donne e eroina: lo stigma nella moderna narrazione italiana, Medicina delle Dipendenze, Verona, 2023, 265 pp.
Nel periodo dalla seconda metà degli anni 70 alla prima metà degli 80 del secolo scorso, con l’incremento del consumo di stupefacenti tra i giovani e la diffusione di massa dell’eroina, inizia a definirsi una nuova “narrazione” da parte dell’opinione pubblica come conseguenza di una differente percezione del fenomeno e dei suoi protagonisti. L’immagine del consumatore di sostanze psicotrope viene associata in maniera prevalente a quella dell’eroinomane, gradualmente convertito da vizioso (o malato senza linee guida trattamentali) in soggetto deviante, socialmente pericoloso e, dunque, da punire. Nella grande, e non sempre inconsapevole, operazione culturale operata dal sistema mediatico sostenuto in questo da una diffusa ignoranza e dall’ignavia della politica, se l’uomo subisce un importante processo di criminalizzazione, la donna si ritrova a pagare il grande prezzo della stigmatizzazione e della marginalizzazione, corroborando il tenace assenso all’approccio proibizionista, quasi completamente inalterato ancora ai giorni nostri. In una prospettiva sociologica ed esclusivamente al femminile, il testo intende accompagnare il lettore in una rivisitazione di quelle posizioni, provando ad offrirgli una chiave di lettura meno semplicistica ed etichettante, anche e soprattutto attraverso l’esperienza e le parole delle dirette interessate e di esperti del settore.
Collocazione Biblioteca: 20479
Women and Harm Reduction International Network (WHRIN), International Community of Women Living with HIV (ICW), Women who use drugs and HIV. Joint briefing paper, WHRIN, 2023, 12 pp.
Questo documento è frutto di una collaborazione tra il WHRIN e l’ICW per promuovere la discussione sui problemi specifici della popolazione di donne affette da HIV/AIDS e che fanno utilizzo di droghe. Prendendo in esame letteratura sul tema e interviste condotte in comunità di donne affette da HIV e che fanno uso di droghe, si cerca di identificare quali siano gli ostacoli principali che questa specifica categoria deve affrontare per avere i trattamenti di cui necessitano (principalmente dovuti a discriminazione e violenza di genere, criminalizzazione dell’uso e possesso di droghe, servizi non pensati per le necessità specifiche delle donne, e stigmatizzazione) e si stila una lista di raccomandazioni sul da farsi per rimediare alle gravi lacune nel campo della cura in questo campo.
Giorgio Zoccatelli, Sabrina Bassetti, Il fenomeno del consumo al femminile, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 53, n. 1 (2023), pp. 22-25
Secondo gli autori, assistenti sociali, si parla e si scrive molto di droga e dipendenza, ma la tossicodipendenza femminile, costituisce un ambito di indagine ad oggi inesplorato nel contesto nazionale e poco indagato anche sul fronte internazionale. L’approccio generale è prevalentemente neutrale alle differenze di genere e i disturbi da uso di sostanze sono considerati un problema principalmente maschile; di conseguenza le cure sono standardizzate secondo il profilo maschile, mortificando le loro specificità. L’articolo si propone di mettere a fuoco alcuni aspetti della dipendenza tra le donne, riflettendo sulla peculiarità dei loro percorsi e stimolando un pensiero critico al riguardo.
Rosa Giannini, Gaia Cassese, Maternità e dipendenze: una revisione critica della letteratura, in Mission, a. 16, n. 58 (nov. 2022) – on line, pp. 39-43
Lo scopo del lavoro è analizzare gli eterogenei contributi in letteratura che hanno tentato di approcciarsi e di comprendere il fenomeno complesso delle madri nella tossicodipendenza, presentando una revisione critica della letteratura degli ultimi 10 anni sul tema. L’intento è individuare e sistematizzare le caratteristiche di questo particolare tipo di utenza. Nel saggio si accenna, inoltre, ai correlati ambientali e sociali legati all’uso di sostanze e al modo in cui questi possano influire selettivamente su particolari abilità genitoriali, come la capacità di fornire un’assistenza coerente e costante nel tempo.
EMCDDA, Women and drugs: health and social responses, EMCDDA, Lisbona, 2022, 6 pp.
Parte di una serie di guide pubblicate dall’EMCDDA su vari aspetti salienti nella risposta all’uso di droghe. Questa guida si concentra sugli aspetti principali da considerare nella pianificazione e somministrazione di servizi per donne che fanno uso di droghe, con una trattazione sintetica dei problemi principali di cui tenere conto, le categorie a rischio a cui venire incontro, e come è consigliato ai servizi di occuparsene. Include inoltre una breve trattazione della situazione dei servizi per le donne che fanno uso di droghe nei vari paesi europei.
International Drug Policy Consortium, Contribution from the Civil Society Forum on Drugs to enhance the gender perspective into EU drug policy, IDPC, Londra, 2022, 27 pp.
In questo rapporto, il gruppo di lavoro “Questioni emergenti nella politica sulle droghe” del Forum della società civile sulle droghe (Civil Society Forum on Drugs-CSFD) si propone di descrivere come la prospettiva di genere e gli aspetti legati al genere siano inclusi nelle politiche antidroga dell’Unione Europea e di fare un confronto con le strategie e i piani d’azione precedenti. Fornisce, inoltre, un elenco di raccomandazioni e di informazioni su come migliorare i documenti futuri relativi alle politiche sulle droghe, rispetto alle prospettive di genere.
Shira M Goldenberg … [et al.], Violence, policing, and systemic racism as structural barriers to substance use treatment amongst women sex workers who use drugs: Findings of a community-based cohort in Vancouver, Canada (2010–2019), in Drug and Alcohol Dependence, vol. 237, (ago. 2022) – on line, vol. 237, pp. 1-9
Nonostante l’alta prevalenza del consumo di sostanze fra le lavoratrici del sesso (SW), rimangono limitati dati rigorosi epidemiologici sociali sulle esperienze di trattamento per consumo di sostanze nelle SW. In considerazione di queste lacune e del peso sproporzionato della discriminazione sopportata dalle lavoratrici indigene del sesso, i ricercatori, nel presente studio, hanno valutato: 1) le correlate strutturali dei falliti tentativi di accedere al trattamento per consumo di sostanze; 2) l’interazione fra la polizia e l’ascendenza indigena nei falliti tentativi di accedere al trattamento da parte delle lavoratrici del sesso che usano droghe. I dati prospettici sono stati derivati da una coorte aperta di lavoratrici del sesso (2010-2019) basata su una comunità a Vancouver, Canada. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Elis Haan … [et al.], Prenatal smoking, alcohol and caffeine exposure and maternal-reported attention deficit hyperactivity disorder symptoms in childhood. Triangulation of evidence using negative control and polygenic risk score analyses, in Addiction, vol. 117, n. 5 (mag. 2022) – on line, pp. 1458-1471
Precedenti studi hanno indicato che il consumo materno prenatale di sostanze può essere associato al disturbo di iperattività e deficit di attenzione (offspring attention deficit hyperactivity disorder = ADHD) della prole attraverso effetti intrauterini. In questa ricerca sono stati misurate le associazioni fra fumo prenatale, consumo di alcol e caffeina con i sintomi di ADHD nell’infanzia tenendo in considerazione fattori familiari condivisi. Tuttavia non sembra esserci un effetto causale intrauterino del consumo materno prenatale di queste sostanze sui sintomi del disturbo di iperattività e deficit di attenzione della prole.leonora.
Corina Giacomello, Children whose parents use drugs. Promising practices and recommendations, Council of Europe, Strasburgo, 2022, 96 pp.
Il documento affronta il tema delle famiglie dove i genitori fanno uso di sostanze o alcool in modo problematico e dei servizi di supporto al riguardo. Descrive un insieme di interventi presenti in diversi paesi e mirati alle famiglie e ai figli: servizi per le madri che usano sostanze; servizi per il trattamento della dipendenza che tengono conto delle responsabilità parentali, dei bisogni dei figli e di situazioni particolari; rifugi per donne vittime di violenza che usano sostanze. Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale che ha lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa. A questo link si trovano altri documenti sull’argomento.
Buganè … [et al.], Unicità e specificità del servizio Orientadonna, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 47 – 54
Orientadonna è un servizio del Dipartimento Dipendenze dell’ASL Città di Torino ubicato presso l’Ospedale Amedeo di Savoia e si rivolge alla popolazione femminile con problemi di dipendenza cronica e di marginalità; è nato nel 2006 in partnership con l’ Associazione Gruppo Abele a partire dai risultati di una ricerca che indicava maggiori condizioni di disagio e di stigma delle frequentanti il drop-in rispetto ai tossicodipendenti maschi. Successivamente è diventato un’attività strutturata all’interno dell’Area Bassa Soglia del Dipartimento delle Dipendenze. Si connota come una sorta di centro diurno sovrazonale che lavora sulla prevenzione delle patologie droga-correlate e sull’accompagnamento alla cura. L’articolo descrive le caratteristiche dell’utenza di Orientadonna, le finalità e i servizi offerti, la metodologia adottata e il funzionamento del servizio durante la pandemia.
Luigi Filippo Bardell, Graziano Feliziani, Rosanna Ceglie, Donne migranti nella S.S.D. Ser.T. Asl5 spezzino. Alcuni aspetti epidemiologici, in Dal fare al dire, a. 30 n. 3 (2021), pp. 26-32
Il presente lavoro prende spunto dai dati della Relazione Annuale al Parlamento sullo stato delle Tossicodipendenza in Italia per approfondire alcuni aspetti epidemiologici dell’utenza del servizio negli ultimi dieci anni. Un’analisi più dettagliata viene effettuata su alcune variabili; in particolare viene evidenziata la presenza della percentuale di utenza di sesso femminile nel corso degli anni, sia in rapporto al totale dei pazienti in carico, sia in relazione ad alcune diagnosi (Disturbo da Uso di Alcol, Disturbo da Gioco d’Azzardo, Disturbo da Uso di Tabacco). Vengono inoltre presentati i dati sulla utenza straniera afferente al servizio in rapporto al sesso e alla nazionalità. I risultati sono commentati alla luce della letteratura recente, in particolare rispetto alla comorbilità tra diagnosi tossicologica e correlati psicopatologici. Questo monitoraggio permette di monitorare l’andamento di questi aspetti e dà quindi modo ai servizi di migliorare la comprensione di alcuni aspetti e prospettare soluzioni più mirate alle esigenze di particolari categorie di utenti.
Elise Cournoyer Lemaire … [et al], The perspective of Young Adults Who Experience Homelessness About the Links Between Music and the Psychoactive Substance Use Trajectory, in Journal of Drug Issues, n. 3 (lug. 2024) – on line, vol. 54, pp. 425-443
Questo studio mirava a descrivere e comprendere i collegamenti tra le attività musicali (ad esempio ascoltare, suonare, partecipare a eventi festivi, appartenere a comunità basate sulla musica) e il percorso di dipendenza dei giovani adulti senza casa che sperimentano l’uso problematico di sostanze psicoattive (PS). Sono state condotte interviste qualitative semi-strutturate con 15 giovani adulti senza dimora di età compresa tra 18 e 30 anni, per esplorare come la musica modulasse la loro traiettoria di dipendenza. È stata effettuata un’analisi tematica e di traiettoria. La musica molto spesso costituiva uno strumento utilizzato per controllare, ridurre o recuperare dall’uso problematico di PS e talvolta portava all’inizio dell’assunzione di nuove sostanze, all’aumento del consumo e alle ricadute. Questi benefici e danni variavano a seconda di specifici fattori individuali e contestuali. Quasi la metà del campione non ha segnalato alcun legame tra la musica e l’uso di PS. Una migliore comprensione dei legami tra la musica e la traiettoria della dipendenza guiderà lo sviluppo di interventi adattati di riduzione del danno che tengano conto dei punti di forza dei giovani adulti senza dimora.
Ilaria Dioguardi … [et al.], Droga, apriamo gli occhi. Cover story, in Vita, a. 31, n. 4 (apr. 2024), pp. 19-78
Il dossier tenta di spiegare l’impennata dei consumi di sostanze, in particolare da parte dei giovani e di prospettare come intervenire a livello sociale e familiare. È suddiviso in tre capitoli. Nel primo, “Crack Italia”, corredato da un’infografica sul consumo di sostanze in Italia e sui costi delle dipendenze, si parla dell’aumento del consumo di droga (crack ed eroina in particolare) e della diffusione in Italia di un farmaco a base di oppioidi già ampiamente popolare in altre parti del mondo, il fentanyl. Il capitolo raccoglie la testimonianza di consumatori, genitori e operatori, tra questi ultimi anche Leopoldo Grosso. Il secondo capitolo, “Quelli che non si voltano dall’altra parte”, delinea 14 profili di persone che si occupano del problema, prendendo a cuore le persone tossicodipendenti. Tra questi, la testimonianza di un’operatrice di un Drop In piemontese che parla di “drug checking”. Il terzo capitolo, “Come nasce una dipendenza”, cerca di individuare quali siano le ragioni che determinano, ora ed in passato, l’instaurarsi di una dipendenza. Intervengono su questo tema otto esperti con approcci, sensibilità e professionalità diverse.
Marion Istvan … [et al.], First results of the French OCTOPUS survey among festival attendees. A latent class analysis, in Harm Reduction Journal, vol. 20, n. 1 (dic. 2023) – on line, pp. 1-11
Il consumo di sostanze illecite si è costantemente evoluto negli anni, particolarmente nell’ ambito dei festival musicali, e monitorare questi cambiamenti è essenziale per adattare le strategie di riduzione del danno. Nello studio proposto è stato utilizzato il sondaggio trasversale OCTOPUS durante 13 festival musicali (musica dub, eclettica ed elettronica) nel dipartimento Loire-Atlantique (Francia) da luglio 2017 a luglio 2018. I partecipanti erano frequentatori di festival. I dati sono stati raccolti da personale di ricerca qualificato utilizzando un colloquio strutturato faccia a faccia. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Seth J. Prins … [et al.], Longitudinal relationships among exclusionary school discipline, adolescent substance use, and adult arrest: Public health implications of the school-to-prison pipeline, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 251, art. 110949 (ott. 2023) – on line, pp. 1-7
La disciplina scolastica escludente è una delle cause di assunzione di sostanze (prevalentemente marijuana, cocaina, inalanti) da parte dei giovani e della loro futura esposizione al sistema penale. Tuttavia, questi impatti e le relative disparità razziali non sono stati ben esplorati empiricamente a livello individuale. Gli autori hanno analizzato i dati del National Longitudinal Study of Adolescent to Adult Health (1995-2009), hanno applicato modelli di regressione logistica multivariabile ponderati per stimare le relazioni tra l’esclusione e l’uso di sostanze da parte degli adolescenti e tra questi fattori e la successiva esposizione al sistema penale degli adulti. Inoltre, hanno valutato se queste relazioni fossero diverse a seconda delle etnie. Un’altra ricerca esamina come la vittimizzazione da cyberbullismo sia associata all’uso iniziale di sostanze (prevalentemente cannabis, alcol e tabacco) tra gli adolescenti: Iris Yuefan Shao … [et al.], Association of cyberbullying victimization and substance initiation: The Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) study, art. 110920 (ott. 2023) – on line, pp. 1-4
Maria K. Lemos … [et al.], Perceptions of cannabis use risk to mental health among youth in Canada, England and the United States from 2017 to 2021, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 250, art. 110904 (set. 2023) – on line, pp. 1-5
Lo studio esamina le percezioni dei rischi legati al consumo di cannabis per la salute mentale tra i giovani in tre Paesi con normative differenti: in Canada (cannabis non medica legalizzata nell’ottobre 2018), Inghilterra (cannabis legalizzata per uso medico nel novembre 2018) e Stati Uniti (cannabis non medica legale in alcuni Stati). Sono state condotte indagini trasversali online ripetute tra luglio 2017 e agosto 2021 tra i giovani di età compresa tra 16 e 19 anni e utilizzati modelli di regressione logistica, stratificati per Paese, per esaminare le percezioni del rischio, per gruppi di età, sesso, etnia, uso di cannabis e, solo per gli Stati Uniti, legalizzazione della cannabis a livello statale.
Anna Paola Lacatena, Adolescenze leggere come palloncini. L’età fragile, in Animazione Sociale, n. 5/364 (2023), pp. 57-61
Secondo l’autrice, dirigente sociologa presso il Dipartimento dipendenze patologiche della ASL di Taranto, una chiave per capire gli attuali consumi giovanili la troviamo forse nel duplice effetto di una sostanza, il protossido di azoto, che non ha solo virtù anestetiche, ma il cui uso induce alla leggerezza.
Jordan P. Davis … [et al.], Directional associations between cannabis use and depression from late adolescence to young adulthood: the role of adverse childhood experiences, in Addiction, n. 6 (giu. 2023) – on line, vol. 118, pp. 1083-1092
Sebbene la compresenza di cannabis e depressione sia ben nota, meno si sa della sequenza temporale del consumo di cannabis e della depressione. Lo studio proposto ha tre obiettivi principali: valutare un percorso guidato dai sintomi in cui la depressione può portare all’aumento del consumo di cannabis, testare un percorso indotto dalla sostanza in cui il consumo di cannabis può causare l’aumento della depressione e determinare un modello di vulnerabilità condivisa che valuti le associazioni tra individui che hanno (e non hanno) vissuto esperienze infantili avverse (ACE). E’ stato utilizzato un campione di 2234 individui tra i 17 e i 24 anni, dei quali sono stati valutati i giorni di consumo di cannabis nell’ultimo mese e i sintomi di depressione [patient health questionnaire (PHQ)-8]. La scala Adverse Childhood Experiences è stata usata come misura principale di raggruppamento. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Marc Marthaler, Alwin Bachmann, Medicamenti e consumo misto. Informazioni per i professionisti dell’ambito delle dipendenze. Scheda informativa, Infodrog Centrale Nazionale di coordinamento delle dipendenze, Berna, 2023 5 pp.
Negli ultimi tempi, i media hanno riferito di pericolosi cocktail di farmaci di cui i giovani fanno uso, per lo più in combinazione con l’alcol. Questi farmaci possono avere un effetto inebriante, ed è per questo che alcuni adolescenti li sperimentano. Ma questo può provocare conseguenze mortali. Alcuni esperti sospettano che ci sia un legame con la popolarità di certi stili musicali come l’hip-hop o la trap che parlano apertamente dell’uso di sostanze e talvolta ne esaltano il loro uso. Anche i social media, come ad esempio Instagram o TikTok, potrebbero influenzare gli adolescenti. Le motivazioni che spingono i giovani a sperimentare i farmaci sono ancora poco conosciute. Questo documento è una scheda informativa per gli operatori ma esiste anche una versione per consumatori/trici.
P.A.R.T.Y. Project – Prevention and harm reduction Actions Towards Young people, Methodological guide for online harm reduction, Projectparty.eu, [s. l.], 2022, 68 pp.
Il progetto Interreg-P.A.R.T.Y (Preventive Action and Risk Reduction tow, rds Young people), che riunisce operatori belgi e francesi che lavorano nell’ambito della riduzione del danno (HR), mira a sensibilizzare e responsabilizzare il pubblico transfrontaliero (online e offline), facilitando l’accesso agli strumenti di prevenzione, informazione e riduzione del danno. Il progetto prevede un sostegno agli organizzatori e ai proprietari di club/bar per investire nella creazione di luoghi di vita notturna più sicuri (attraverso i marchi di feste più sicure come: Quality Nights, Quality Events e Quality Bars), una formazione per coloro che sono coinvolti nella scena della vita notturna e una sensibilizzazione riguardo alle loro responsabilità.
Helene Naegele … [et al.], Cannabis Use, Use Motives and Cannabis Use Disorder Among Berlin College Students, in Journal of Drug Issues, vol. 52, n. 4 (ott. 2022) – on line, pp. 568-58
Lo studio ha analizzato il comportamento di consumo di cannabis tra gli studenti universitari di Berlino, in particolare le differenze nelle motivazioni d’uso tra i soggetti con uso frequente e quelli con segni di disturbo da uso di cannabis (CUD). I dati sono stati raccolti tramite un sondaggio online. Le scale motivazionali sono state calcolate sulla base di un’analisi fattoriale esplorativa.
Results of the ARAMIS 2 survey on alcohol use at parties among adolescents and young adults. Alcohol at parties: social differences and gender stereotypes shape use, risks and regulation strategies, OFDT, Parigi, 2022, 2 pp.
Breve sintesi dei risultati della seconda indagine ARAMIS, la quale indica come il consumo di alcol tra gli adolescenti e i giovani durante le feste sia influenzato da aspetti di differenziazione sociale e di genere. Mentre i rischi a lungo termine per la salute associati all’uso di alcol siano ancora sconosciuti, i rischi immediati sono soggetti a regole individuali e collettive altamente codificate.
Collocazione Biblioteca: A1401
Joanna Bright … [et al.], The Benzo Research Project. An evaluation of recreational benzodiazepine use amongst UK young people (18-25), Benzo Research Project, [s.l.], 2022, 86 pp.
The Benzo Research Project è un gruppo di ricerca sull’uso ricreativo delle benzodiazepine, costituito da giovani volontari di diversa formazione, allo scopo di aumentare la consapevolezza al riguardo. Attraverso la raccolta delle esperienze di giovani che consumano benzodiazepine senza una prescrizione medica o sono in contatto con qualcuno che ne fa uso, il documento intende gettare luce sulle motivazioni dei giovani al consumo e su altri aspetti del fenomeno. Le testimonianze raccolte sono stati analizzate riguardo a diversi parametri (età, tipo e provenienza delle sostanze, contesti di consumo, motivazioni, policonsumo, effetti riscontrati, dipendenza, disintossicazione, servizi sociosanitari coinvolti). Vengono discussi i risultati e forniti suggerimenti per la gestione del fenomeno.
Mats Anderberg, Mikael Dahlberg, Peter Wennberg, Criminality among Young People With Substance Use Problems in Sweden: A One-Year Follow-Up Study, in Journal of Drug Issues, vol. 52, n. 3 (lug. 2022) – on line, pp. 406-420
Lo studio longitudinale analizza l’associazione tra criminalità e problemi di consumo di sostanze tra i giovani che hanno ricevuto un trattamento ambulatoriale e indaga i fattori di rischio che predicono il perdurare dei problemi di criminalità. La ricerca su questo gruppo target è in fase di sviluppo in Svezia, ma ci sono pochi studi di follow-up. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Enrico Petrilli, Sonia Stefanizzi, Il controllo della movida: la parola al popolo della notte torinese, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 1 (apr. 2022), pp. 177-194
L’articolo indaga come i fruitori della cosiddetta movida (la vita notturna nei centri urbani) giudicano le principali strategie sviluppate dalle amministrazioni locali per controllarla e quali conseguenze esse hanno prodotto. In particolare, viene approfondito il caso della città di Torino, dove la movida è diventata una delle questioni più dibattute. L’indagine è stata svolta tramite interviste semi-strutturate a un campione di giovani frequentatori della movida tra i 19 e i 23 anni e a un campione di avventori adulti tra i 35 e i 50 anni.
Franca Beccaria … [et al.], Tactics of Altered Consumption: Young People’s Drinking Choices in the Italian Movida, in Italian Sociological Review, vol. 12, n. 1 (2022) – on line, 23 pp,
La vita notturna urbana è spesso raffigurata come una categoria omogenea dominata dall’industria dell’intrattenimento e caratterizzata da pratiche rischiose di consumo alcolico. Assumendo una prospettiva più critica, che riconosce l’eterogeneità degli ambienti fisici e sociali come pure i modi in cui i frequentatori notturni esercitano la loro azione per manipolare e modellare i prodotti e gli spazi definiti dall’ordine economico consumistico, l’articolo ha lo scopo di: 1) esplorare gli ambienti fisici e sociali di due quartieri di Torino (Nord Italia) caratterizzati da un’intensa vita notturna; 2) capire le tattiche giovanili riguardo al consumo alcolico. Lo studio ha adottato un approccio con metodi misti comprendenti l’osservazione non partecipante (40 ore) e interviste di persona (22). Nell’articolo sono riportati e commentati risultati della ricerca.
A cura di Stefano Bertoletti … [et al.], Nightlife and the city 2021. Covid divertimento notturno e spazi urbani, CAT, Firenze, 2021, 12 pp.
La ricerca presentata ha l’obiettivo di restituire l’atteggiamento dei cittadini toscani verso l’epidemia di COVID-19, l’adesione o meno alle norme di comportamento prescritte per frenare il diffondersi del virus, lo stato della loro socialità nei due periodi di lockdown, i loro consumi di alcol e sostanze psicotrope (cannabis, cannabinoidi e psicofarmaci). Inoltre, sono state raccolte indicazioni sulle percezioni del futuro dei cittadini intervistati e le nuove soluzioni che essi ritengono adeguate per rilanciare la socialità in sicurezza nei contesti del divertimento serale e notturno. Un campione di 1316 questionari online sono stati raccolti tra marzo e aprile 2021. Ne emerge che la maggioranza dei cittadini toscani ha mantenuto comportamenti responsabili e rispettosi delle norme di salute pubblica, senza consumi eccessivi di sostanze e di alcolici, esprimendo un giudizio di sostanziale adesione a quanto dettato dai governi nazionale e locale. Gli autori ritengono tale quadro utile agli amministratori dei diversi territori regionali.
Joseph J. Palamar, Patricia Acosta, Virtual raves and happy hours during COVID-19. New drug use contexts for electronic dance music partygoer, in International Journal of Drug Policy, vol. 92, art.102904 (lug. 2021) – on line, pp. 1-11
La popolarità dei rave virtuali e l’happy hour sono aumentati durante la pandemia di COVID-19. Mentre gli ambienti della vita notturna sono spesso associati all’uso di droghe, non è noto se lo siano anche gli eventi. In questa ricerca sono stati reclutati alcuni frequentatori di feste di musica dance elettronica (EDM) che vivono a New York e che hanno riferito un uso recente di droghe e sono stati intervistati sulla partecipazione a rave virtuali e happy hour durante la pandemia da COVID-19. L’articolo discute i risultati della ricerca. In particolare è emerso che i partecipanti più anziani e i policonsumatori avevano maggiori probabilità di usare droghe illegali durante i rave virtuali e/o gli happy hour e che i frequentatori di feste EDM sono a rischio per l’uso di droghe durante gli eventi virtuali.
A cura di: Grazia Zuffa … [et al.], Il gioco si fa duro. Quindicesiomo libro bianco sulle droghe. Gli effetti della legge antidroga. Edizione 2024 sui dati 2023, Youcanprint – Self Publishing, Lecce, 2024, 104 pp.
Intitolato quest’anno “Il gioco si fa duro” il Libro Bianco è un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze e sulla società. È promosso da La Società della Ragione, Forum Droghe, CNCA e molti altri enti del no profit. Quest’anno il Libro Bianco concentra le sue analisi politiche intorno al tema delle pene alternative per i detenuti cosiddetti “tossicodipendenti” ed in particolare sulle ipotesi di trasformazione delle comunità in un sistema di “custodia attenuata” privatizzata. Sono come sempre analizzati i dati degli effetti della legge sulle droghe sul contesto carcerario e giudiziario, mentre in occasione delle modifiche al Codice della Strada sono ulteriormente commentati i dati disponibili rispetto al tema dell’uso di sostanze e l’incidentalità stradale. Nella seconda parte del Libro Bianco sono contenuti approfondimenti specifici sul dibattito internazionale sulle politiche globali, a partire dalle riflessioni degli organismi di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite in tema di politiche sulle droghe. Viene ricostruito lo stato dell’arte del percorso di riforma delle politiche nazionali sulla cannabis, che ha cominciato a coinvolgere anche l’Europa. Infine, si fa il punto sulle terapie psichedeliche, alle soglie della prima approvazione ufficiale dell’uso dell’MDMA per la sindrome da stress post traumatico (PTSD). È possibile consultare online tutte le edizioni del Libro Bianco sul sito di Fuoriluogo,
Samantha Goodman … [et al.], How have cannabis use and related indicators changed since legalization of cannabis for non-medical purposes? Results of the Canadian Cannabis Survey 2018–2022, in International Journal of Drug Policy, vol. 127, art. 104385 (mag. 2024) – on line, pp. 1-9
Il consumo di cannabis per scopi non medici è stato legalizzato e regolamentato in Canada attraverso il Cannabis Act nell’ottobre 2018. Il documento ha esaminato le tendenze del consumo di cannabis per scopi non medici e i relativi indicatori dal periodo precedente alla legalizzazione fino al periodo successivo in Canada (2018-2022). Per l’analisi sono stati utilizzati i dati di 5 anni del Canadian Cannabis Survey, un sondaggio annuale via web somministrato ai canadesi di 16 anni o più. Le domande relative alla cannabis comprendono informazioni sull’uso, sui tipi di prodotti, sulle fonti, sulla percezione e la conoscenza del rischio e delle campagne di educazione pubblica e delle avvertenze sanitarie. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine. Si veda anche lo studio sui comportamenti dei consumatori canadesi di cannabis che si approvvigionano nel mercato legale: Elle Wadsworth … [et al.], Legal sourcing of ten cannabis products in the Canadian cannabis market, 2019-2021: a repeat cross-sectional study, in Harm Reduction Journal, n. 1 (dic. 2023) – on line, pp. 1-10.
George Christopher Dertadian, Rebecca Askew, Towards a social harm approach in drug policy, in International Journal of Drug Policy, Vol. 127, art. 104425 (mag. 2024) – on line, pp. 1-10
In questo articolo si esplora come l’approccio del danno sociale possa essere adattato all’interno della ricerca sulle politiche antidroga. Lo scopo di questo articolo è innanzitutto identificare parallelismi tra l’approccio del danno sociale e la ricerca critica sulle droghe e, in secondo luogo, sostenere l’adozione di un’ottica del danno sociale nella ricerca sulle politiche antidroga. Nell’articolo, sono evidenziate le somiglianze tra la letteratura sul danno sociale e quella sulle politiche antidroga, ed è anche delineato cosa lo studio del danno sociale può apportare a un’analisi delle politiche antidroga. Questa riflessione descrive in dettaglio il legame tra danno sociale e l’impatto sul benessere, esplora il ruolo della decolonizzazione delle politiche sulle droghe, sostiene la centralità dell’esperienza vissuta all’interno del processo di ricerca e delinea come ciò potrebbe allinearsi con gli approcci di riduzione del danno. Le conclusioni sostengono che l’approccio del danno sociale sfidi l’idea che la neutralità sia l’obiettivo delle politiche sulle droghe, che cerchi esplicitamente di espandere nuove strade nella ricerca attivista e negli approcci di giustizia sociale all’elaborazione delle politiche.
Global Civil Society Report in Europe 2024. For the 2024 mid-term rewiew of the Commission of narcotic drug, Vienna and New York NGO Committees on Drugs (VNGOC & NYNGOC), Vienna ; New York, 2024, 40 pp.
Questa relazione è il risultato di contributi costruttivi da parte di oltre 200 ONG di tutte le regioni del mondo, che rappresentano un’ampia gamma di competenze e prospettive su questioni legate alla droga. La relazione mette in luce l’importanza di un coinvolgimento significativo della società civile nella formulazione e nell’attuazione di politiche sulla droga a tutti i livelli, nonché le sfide e le opportunità che la società civile deve affrontare a questo proposito. Il rapporto riflette le diverse e talvolta divergenti opinioni delle ONG su vari aspetti della politica sulla droga, come diritti umani, salute pubblica, sviluppo, sicurezza e giustizia. Individua inoltre chiare tendenze per questioni chiave sulla strada da seguire, sulla base dell’esperienza degli attori della società civile. Il suo scopo è informare e arricchire il dialogo tra tutte le parti interessate e contribuire allo sviluppo di politiche in materia di droga più efficaci, equilibrate e umane.
Edoardo Polidori, La riduzione del danno nell’agenda degli interventi consigliati dalle Nazioni Unite agli Stati. Buone notizie dalla recente Conferenza di Vienna. Ma occorre qualche riflessione in merito, in Dal fare al dire, a. 33, n. 1 (2024), pp. 13-15
Dal 18 al 22 marzo 2024 si è svolta a Vienna la 67° sessione della Commission on Narcotic Drugs (NCD), al termine della quale le politiche di riduzione del danno sono state ufficialmente citate nella risoluzione finale, dopo anni di politiche intese fondamentalmente a “fare la guerra” ai consumatori. La cosa particolare di quest’anno è stata che anche l’Italia si sia espressa a favore, allineandosi agli altri Paesi europei.
Sara Allaf … [et al.], The impact of cannabis legalization and decriminalization on acute poisoning. A systematic review, in Addiction, n. 12 (dic. 2023) – on line, pp. 2252-2274
Gli autori hanno analizzato l’effetto della legalizzazione/depenalizzazione della cannabis sull’intossicazione acuta. Con una rassegna sistematica e meta-analisi registrate con PROSPERO, sono stati analizzati Embase, Medline, Scopus e Cochrane Central Register of Controlled Trials dall’inizio al marzo 2022. Non sono state applicate restrizioni di lingua, di età o geografiche. Gli studi inclusi dovevano riferire in merito alle intossicazioni prima e dopo le modifiche alla legislazione sulla cannabis, comprese la legalizzazione e la depenalizzazione della cannabis medicinale e ricreativa. Dove possibile, è stato calcolato e raggruppato il rischio relativo (RR) di intossicazione dopo la legalizzazione. A commento del testo, nello stesso numero della rivista: “Commentary on Allaf et al.: Comparing countries with different legal cannabis markets can inform on the impact of regulating product type and potency” di Martine Skumlien, Sam Craft, 2275-2276 pp.
Mattha Busby, Tutte le droghe devono essere legalizzate?, Nutrimenti, Roma, 2023, 95 pp.
Il consumo di droghe legali e illegali sembra aver raggiunto attualmente un picco senza precedenti. L’umanità ha sempre cercato dei modi per attenuare il dolore e alterare l’umore, c’è dunque da chiedersi perché alcune sostanze siano lecite e altre proibite. La cannabis ad esempio, è legalizzata, almeno in parte, in più di 50 paesi, ma non in Italia. Secondo gli autori sarebbe opportuno regolamentare anche altre sostanze attualmente illegali nella maggior parte dei Paesi (funghi allucinogeni, Mdma e Lsd). Questo testo, riccamente illustrato, riporta un’inchiesta sull’effetto delle droghe sulla salute degli individui e della società ed esamina la cosiddetta ‘guerra alla droga’, chiedendosi se non abbia fatto più danni delle sostanze stesse e se non siano più opportune forme di regolamentazione meno penalizzanti. Questo libro dunque è un appello alla depenalizzazione, una richiesta di spazi sicuri per il consumo di droghe (se necessario) e infine è uno studio su una possibile commercializzazione regolata. Una particolarità del volume e dell’intera collana è quella di presentare un testo multilivello (con caratteri di grandezza diversa) e con approccio visivo per facilitare la comprensione di concetti complessi.
Collocazione Biblioteca: 20421
Catherine Moury, Mafalda Escada, Understanding successful policy innovation: The case of Portuguese drug policy, in Addiction, vol. 118, n. 5 (mag. 2023) – on line, pp. 967-978
Nel 2000, il governo portoghese di minoranza socialista ha depenalizzato il possesso e il consumo di droghe. Questa legge ha reso il Portogallo unico nell’avere un sistema formale che indirizza la persona che fa uso di droghe a una commissione sotto la supervisione del Ministero della Salute, in contrapposizione al Ministero della Giustizia, e quindi costituisce una “innovazione originale”. Dopo aver discusso i limiti della letteratura esistente, gli autori presentano un nuovo quadro teorico: il quadro delle “sei stelle”, sostenendo che l’innovazione politica di successo nelle democrazie si verificherà e persisterà solo quando sei stelle istituzionali e individuali saranno allineate: attenzione, motivazione a innovare, una nuova soluzione, strategie politiche, qualità e legittimità del processo decisionale e garanzie di piena attuazione. Applicano, poi, questo quadro al caso portoghese della politica sulle droghe attraverso la sperimentazione teorica e il tracciamento dei processi.
Tobias Kammersgaard, From punishment to help? Continuity and change in the Norwegian decriminalization reform proposal, in The International Journal of Drug Policy, vol- 113, art. 103963 (mar. 2023) – on line, pp. 1-9
L’articolo esplora in che misura la riforma norvegese di depenalizzazione della droga rappresenti un nuovo orientamento nel dibattito e nell’approccio alle sostanze illegali e quanto invece rimanga invariato nella proposta in termini di principi e pratiche associate. Inoltre, l’articolo analizza l’obiettivo principale della riforma, cioè lo spostamento da un approccio centrato sul reato verso un approccio centrato sulla salute di chi consuma droghe, e discute le potenzialità di un approccio basato sui diritti per riformare la odierna politica della droga dalle fondamenta. Secondo l’autore, la proposta di riforma norvegese costituisce un caso ideale di studio del dibattito in corso sulla depenalizzazione delle droghe, ma il cambiamento di approccio risulta essere solo parziale perché il ruolo delle forze dell’ordine viene mantenuto e il consumo di sostanze continua ad essere considerato patologico.
Gabriele Santoro, Colombia in cerca di giustizia, in lavialibera, n. 20 (mar.- apr. 2023), pp. 63-68
Dopo cinquant’anni di guerra interna, il lavoro della Commissione per la verità testimonia l’urgenza di spezzare i rapporti tra narcotraffico, politica ed economia. Intervista al relatore dell’indagine conclusiva, Carlos Martin Beristain. In Colombia i tentativi di pacificazione sono sempre stati frammentati. In molte zone la guerriglia è ancora in corso. L’economia ha una relazione organica con il traffico di cocaina e marijuana. il conflitto armato è correlato alla violenza di questi mercati illegali. Leader contadini, sindacalisti e difensori dei diritti umani sono stati trasformati in nemici e uccisi.In Colombia i tentativi di pacificazione sono sempre stati frammentati. In molte zone la guerriglia è ancora in corso. L’economia ha una relazione organica con il traffico di cocaina e marijuana. il conflitto armato è correlato alla violenza di questi mercati illegali. Leader contadini, sindacalisti e difensori dei diritti umani sono stati trasformati in nemici e uccisi.
Giada Girelli, Marcela Jofré, Ajeng Larasati, The Death Penalty for Drug Offences: Global Overview 2022, Harm Reduction International, Londra, 2023, 54 pp.
Questo rapporto dell’HRI si concentra sull’uso della pena di morte in casi di uso di droghe, aggiornato al 2022. Viene registrato un forte aumento rispetto all’anno precedente, più del doppio, in parte dovuto alla ripresa delle esecuzioni per possesso di droga in Arabia Saudita e a Singapore, e della repressione in Iran, ma non solo. Si contano ancora 35 paesi in cui ancora vige la pena di morte per crimini legati alla droga, e nonostante proteste più forti a riguardo (in particolare a Singapore) il trend sembra essere per un aumento di questi numeri. Si nota anche che la risposta delle istituzioni internazionali (Nazioni Unite, Unione Europea, Alto Commissariato per i Diritti Umani) è stata debole, con menzioni ad hoc per alcuni dei casi singoli ma nessuna mossa concreta a riguardo.
Stephanie M. Zellers … [et al.], Impacts of recreational cannabis legalization on cannabis use: a longitudinal discordant twin study, in Addiction, vol. 118, n. 1 (gen. 2023) – on line, pp. 110-118
Obiettivo dello studio proposto è stimare l’effetto della legalizzazione ricreativa sulla frequenza di consumo della cannabis e le fonti di varianza in tutti gli ambienti legali. Lo studio è stato condotto negli Stati Uniti, compresi gli stati con politiche diverse sulla cannabis ricreativa prima e dopo il 2014, quando è stata per la prima volta legalizzata la cannabis ricreativa. I partecipanti allo studio sono stati due campioni longitudinali, valutati prospetticamente, di gemelli americani di età compresa tra i 24 e i 47 anni (n = 1425 in Stati legali, n = 1996 in Stati illegali), comprese 111 coppie monozigoti discordanti per residenza. La frequenza del consumo abituale di cannabis (misurato in modo continuo e ordinale) è stato il risultato principale e il fattore predittivo è stata la condizione ricreativa della cannabis (legale/illegale) nello stato di residenza del partecipante al tempo della valutazione. Le covariabili hanno compreso età, sesso e frequenza del consumo di cannabis prima del 2014. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Council conclusions on human rights-based approach in drug policies, Council of the European Union, Brussels, 2022, 9 pp.
Il documento presenta le conclusioni del Gruppo orizzontale “Droga” (Horizontal Working Group on Drugs – HDG), incaricato di guidare e organizzare le attività del Consiglio in materia di droga, conducendo attività strategiche sia legislative che generali in due settori principali: la riduzione dell’offerta di droga e la riduzione della domanda di droga. Un tema chiave presente nel documento è la dimensione dei diritti umani all’interno della politica sulle droghe. Si invitano gli stati membri dell’Unione Europea a sostenere ulteriormente lo sviluppo e l’implementazione di politiche basate su evidenze scientifiche e interventi che pongano i diritti umani al centro delle risposte, pur contrastando la criminalità e garantendo la sicurezza pubblica. Inoltre, viene posto l’accento sulla rimozione della discriminazione e dello stigma che colpiscono le persone che fanno uso di droghe, per stimolare l’accesso volontario ai servizi sociosanitari, sulla promozione della riduzione del danno, sul trattamento di comorbilità.
Brendan Hughes, … [et al.], Regulatory approaches to cannabidiol in the European Union. Are market developments sowing the seeds of confusion?, in Addiction, vol. 117, n. 1 (gen. 2022) – on line, pp. 3-4
La rapida crescita nel mercato dei derivati dalla cannabis rappresenta una sfida agli attuali quadri normativi europei e può avere importanti implicazioni per la sicurezza dei consumatori, la salute pubblica, e i produttori. L’articolo riflette sulla crescente complessità del fenomeno e auspica una maggiore chiarezza concettuale in quest’area per ridurre i rischi per la salute dei consumatori e chiarire la situazione giuridica dei produttori. È importante dunque distinguere, tra l’altro, tra i cannabinoidi predominanti presenti (THC, CBD); prodotto (seme, fibra, fiore, …), uso previsto (ricreativo, alimentare, cosmetico, ecc.); potenza del prodotto; modalità di somministrazione e intensità di utilizzo. Un tale quadro aiuterebbe le discussioni e permetterebbe di cercare un equilibrio tra la necessità di consentire un’attività commerciale legittima con la necessità di proteggere la salute pubblica e chiarire i confini del controllo legislativo su queste sostanze e il loro mercato.
Alberto Arnaudo, Augusto Consoli, Angelo Giglio, L’ottimismo della ragione, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 8-12
L’articolo racconta e commenta la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze – Oltre la fragilità, che si è tenuta a Genova, il 27 e 28 novembre 2021. La conferenza viene indetta dopo 12 anni dalla precedente ed è stata preceduta da sette tavoli preparatori e da una “Fuoriconferenza”, indetta il giorno prima dalla Rete per la Riforma delle Politiche sulle Droghe. Il dibattito è stato molto influenzato dalle sollecitazioni della Fuoriconferenza e dalle esperienze e riflessioni estere, pertanto si è esteso oltre le dipendenze da sostanze illegali e ha toccato anche le dipendenze da comportamento e l’opportunità della legalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis. Si è parlato anche del progressivo impoverimento delle risorse messe a disposizione del pubblico e del privato sociale e l’intervento di Luigi Ciotti ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prevenzione, di qualificazione e potenziamento dei servizi e non tanto di penalizzazione. Il potenziamento dei servizi per le dipendenze e l’adeguamento ai nuovi bisogni dell’utenza è stato un altro tema fondante della conferenza, così come l’importanza di una prevenzione efficace, moderna e a lungo termine e della sinergia tra pubblico e privato sociale. Sono infine state delineate nuove prospettive nel campo della lotta alle dipendenze anche in riferimento ai contesti di reclusione, alle pene alternative, alle questioni di genere, ai minori e ai migranti.
Leonardo Fiorentini, Grazia Zuffa, Marco Rossi, Oltre il proibizionismo. Le politiche di regolamentazione della cannabis, in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 3/4 (lug.-dic. 2021) – on line, pp. 157-211
Nella monografia sono proposti i seguenti contributi: “Cannabis: dal fallimento proibizionista ai successi delle legalizzazioni” di Leonardo Fiorentini; “Cannabis: il referendum, il Parlamento e l’urgenza della riforma” di Grazia Zuffa; “Una (illecita) società di mutuo soccorso: l’offerta sociale di cannabis” di Marco Rossi.
Jonathan Goodhand … [et al.], Drugs, Conflict and Development. Special Issue, in International Journal of Drug Policy, vol. 89, (mar. 2021) – on line, pp. 1-149
Le rappresentazioni pubbliche delle droghe illecite nel Sud del mondo hanno avuto la tendenza a focalizzarsi sul ruolo di queste sostanze nel portare a violenza, instabilità e sottosviluppo. Questa narrazione rimane dominante, benché esista un volume crescente di lavori che guarda alla sfida delle droghe illecite dalla prospettiva del Sud del mondo e critica questa comprensione semplicistica del rapporto fra droghe, sviluppo e conflitti. I danni allo sviluppo causati dalla guerra globale alle droghe sono stati ampiamente riconosciuti e si sono riflessi nella richiesta di politiche della droga orientate allo sviluppo e alla costruzione della pace, come indicato negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals = SDGs). La maggioranza degli articoli di questa raccolta, scritti da studiosi di Scienze politiche, Storia, Sociologia, Studi sullo Sviluppo, Antropologia e Salute Pubblica, è una produzione del progetto Drugs and (Dis)order, un progetto collaborativo transnazionale di ricerca della durata di quattro anni, finanziato dal UK Government Global Challenges Research Fund (GCRF). che esamina la relazione fra droghe, sviluppo e conflitti in nove regioni di confine di Afghanistan, Colombia, and Myanmar. Tutti e tre questi Paesi hanno una lunga storia di violenti conflitti e si trovano al momento nel mezzo di vacillanti processi di pace. Essi rappresentano anche oltre il 90% della produzione mondiale illegale di oppio ed eroina e oltre la metà della produzione mondiale di cocaina.
Gruppo Abele, La persona oltre la sostanza. Nuovo sguardo alle politiche sulle droghe. VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze Genova – 27/28 novembre 2021, Gruppo Abele, Torino, 2021, 19 pp.
Di droga in Italia si continua a soffrire, si continua a morire, eppure il tema è scomparso dall’attenzione pubblica, risospinto nel privato delle case, nelle periferie reali ed esistenziali e dietro le sbarre del carcere. Nei 12 anni trascorsi dall’ ultima Conferenza Nazionale sulle Dipendenze la società italiana è cambiata, sono cambiate le sostanze psicotrope in circolazione e le forme del consumo. Per questo motivo, in occasione della VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, il Gruppo Abele in questo documento ha voluto affrontare i principali nodi critici, riscontrati in questi anni nel quadro dell’impegno profuso sulla strada e nel quotidiano confronto con gli operatori del pubblico e del privato sociale. Lo scopo è quello di riportare questo tema al centro del dibattito pubblico e politico e presentare proposte concrete di cambiamento sul piano normativo, operativo, educativo e culturale. Serve infatti con urgenza una riforma delle norme in vigore, che vada nel senso della depenalizzazione dell’uso di sostanze, ma anche un capovolgimento del paradigma culturale, per porre al centro dell’attenzione non le droghe, ma le persone e i loro diritti.
Leonardo Fiorentini, L’onda verde. La fine della guerra alla droga, Officina di Hank, [Genova], 2021, 169 pp.
Dalla legalizzazione in Uruguay nel 2013, sino a quelle nordamericane, le riforme delle politiche sulle droghe oggi passano per la sostanza più diffusa e normalizzata, ma anche più repressa al mondo, la cannabis. Usata spesso come mero strumento di controllo e oppressione delle minoranze, la War on Drugs mai come in questi anni ha visto incrinarsi il suo fronte. Davanti alle evidenze scientifiche e al conclamato fallimento del proibizionismo, la regolamentazione della cannabis è oggi il grimaldello capace di insinuarsi con efficacia fra l’ideologia populista della Guerra alla Droga e un’opinione pubblica sempre più consapevole. Questo testo è un viaggio tra le luci e le ombre delle legalizzazioni in giro per il mondo per riflettere sul consumo consapevole e sugli usi medici anche alla luce della raccomandazione dell’OMS. Senza mai dimenticare la realtà italiana. L’autore è segretario nazionale del Forum Droghe e socio fondatore della Società della Ragione.
Collocazione Biblioteca: 20483
Aileen O’Gorman, Eberhard Schatz, Civil society involvement in harm reduction drug policy: reflections on the past, expectations for the future, in Harm Reduction Journal, vol. 18, art. 17 (2021) – on line, pp. 1-8
L’articolo esplora le esperienze vissute dalla cosiddette organizzazioni della società civile (come ONG e gruppi di consumatori) nel tentativo di incidere sullo sviluppo delle politiche sulla droga a livello nazionale e internazionale, sia dalla prospettiva delle stesse organizzazioni, sia da quella delle istituzioni con le quali esse interagiscono. Ne emerge che, dato il panorama variegato di tali organizzazioni, per quelle orientate verso la riduzione del danno può essere difficile influenzare la politica. Tuttavia, la crisi sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19 dimostra i vantaggi della collaborazione tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni nell’affrontare i bisogni delle persone che fanno uso di droghe.
Ross Deuchar, James Densley, Exploring the Intersection of Drug Addiction and Mental Ill-Health in Scottish Prisons. A qualitative Study of Incarcerated Men, in Journal of Drug Issues, vol. 54, n. 3 (lug. 2024) – on line, pp. 326-345
Questo articolo presenta spunti provenienti da una ricerca qualitativa su piccola scala che esplora la natura intrecciata della dipendenza da sostanze e della malattia mentale tra gli uomini nelle carceri scozzesi. Sono state condotte interviste semistrutturate con 24 uomini in due carceri scozzesi. Le narrazioni degli uomini suggerivano che l’aumento della tensione nelle sale carcerarie aveva stimolato un’enorme ondata nell’uso di nuove sostanze psicoattive (NPS), a sua volta aumentando e approfondendo la malattia mentale e la violenza esistenti. Gli intervistati credevano che l’assistenza sanitaria nelle carceri fosse di bassa qualità e che il metadone fosse prescritto come meccanismo di controllo sociale. Nelle conclusioni vengono delineate le implicazioni per la politica, la pratica e la ricerca future.
Christina Sagioglou, Tobias Greitemeyer, Motives Linking Subclinical Psychopathy and Benign Masochism to Recreational Drug use, in Journal of Drug Issues, vol. 54, n. 1 (gen. 2024) – on line, pp. 22-37
Gli autori hanno confrontato il potere predittivo della psicopatia e del masochismo rispetto all’uso di droghe ricreative nel corso della vita e hanno testato le motivazioni sottostanti in un campione di 415 adulti statunitensi. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Khine Wut Yee Kyaw … [et al.], The effect of different types of migration on symptoms of anxiety or depression and experience of violence among people who use or inject drugs in Kachin State, Myanmar, in Harm Reduction Journal, vol. 20, n. 1 (dic. 2023) – on line, pp. 1-17
Gli autori hanno analizzato la presenza di sintomi di ansia o depressione e le esperienze di violenza fisica o emotiva fra le PWUD (persone che si iniettano o fanno uso di droghe) nello stato di Kachin in Myanmar e hanno esaminato la loro associazione con i tipi di migrazione passata (migrazione per qualsiasi ragione, dislocamento economico o forzato). E’ stato effettuato un sondaggio trasversale fra i PWID che frequentavano un centro di riduzione del danno fra luglio e novembre 2021 nello stato del Kachin e sono stati utilizzati modelli di regressione logistica per misurare le associazioni fra i diversi tipi di emigrazione passata con sintomi di ansia e depressione e violenza fisica o emotiva, negli ultimi 12 mesi. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Rebecca McKetin … [et al.], How does a family history of psychosis influence the risk of methamphetamine-related psychotic symptoms: Evidence from longitudinal panel data, in Addiction, vol. 118, n. 10 (ott. 2023) – on line, pp. 1975-1983
L’obiettivo dello studio è quello di stabilire se il rischio di sintomi psicotici durante le settimane di consumo di metamfetamina dipende, aumenta o è indipendente dall’avere una storia familiare di psicosi. E’ stata effettuata un’analisi di 13 periodi contigui di una settimana a Geelong, Wollongong and Melbourne, in Australia. I partecipanti erano in trattamento per la dipendenza da metamfetamina, senza un disturbo psicotico primario al momento dell’iscrizione. I sintomi psicotici nella settimana precedente sono stati definiti sulla base del Brief Psychiatric Rating Scale. Il consumo di metamfetamina nella settimana precedente è stato valutato usando il metodo Timeline Followback. La storia di psicosi familiare auto-segnalata è stata valutata usando il Diagnostic Interview for Psychosis. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.
A. Bukten, I. Skjærvø, M.R. Stavseth, Exploring mental health comorbidities and opioid agonist treatment coverage among people in prison. A national cohort study 2010-2019, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 250, art. 110896 (set. 2023) – on line, pp. 1-7
Nonostante l’elevata prevalenza del disturbo da uso di oppioidi (OUD) tra le persone detenute, si sa poco su quanti ricevano il trattamento con agonisti oppioidi (OAT) raccomandato e su cosa caratterizzi coloro che ricevono l’OAT e coloro che non lo ricevono in termini di comorbidità con la salute mentale. L’obiettivo della ricerca è quello di analizzare le persone affette da OUD nelle carceri norvegesi nell’arco di dieci anni, il loro stato di OAT e la comorbilità con i disturbi mentali, differenziando per genere. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.
Guido Mannaioni, Fabio Lugoboni, Precauzioni nella gestione della terapia con agonisti oppioidi. Dalle caratteristiche della popolazione target alle nuove formulazioni e al monitoraggio post-marketing, in Dal fare al dire, a. 32, n. 2 (2023), pp. 12-15
Il Disturbo da Uso di Oppioidi (DUO) è una condizione medica grave con un vasto impatto sociale, sanitario ed economico. La popolazione affetta da DUO presenta fragilità peculiari, principalmente legate alla sfera psichiatrica, che possono ostacolare i percorsi terapeutici. Tra questi l’abuso e la diversione della terapia agonista oppioide (TAO) sono di estrema importanza, con gravi ripercussioni per il paziente e per il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Al fine di ridurre al minimo i rischi legati a queste pratiche è necessario mettere in atto precauzioni trasversali che partano dall’educazione del paziente e del personale medico-sanitario, passino per una corretta formulazione dei farmaci, dissuasiva nei confronti delle pratiche di abuso, e giungano all’istituzione di un sistema di monitoraggio nazionale che supervisioni la situazione sanitaria e segnali quando è necessario intervenire.
Alessandra Magnani, Gabriella Gallo, Elisa Gambetti, Caratteristiche e percorsi in persone in carico al SerDP: l’uso dell’MMPI-2, in Mission, a.16, n. 58 (nov. 2022) – on line, pp. 44-50
Viene proposta una ricerca condotta su 329 soggetti suddivisi in tre gruppi: 109 pazienti in carico al Servizio Dipendenze Patologiche (SerDP) Pianura dell’AUSL di Bologna (gruppo di tossicodipendenti), 110 pazienti seguiti con un trattamento psicologico presso l’AUSL di Bologna nell’ambito della Tutela dei Minori o in psicoterapia presso strutture private (gruppo di pazienti in trattamento) e 110 studenti di psicologia o lavoratori (gruppo non clinico). Tre sono le domande di ricerca a cui lo studio cerca di dare una risposta. La prima prova ad individuare attraverso l’uso del MMPI-2 un profilo di personalità tipico del tossicodipendente che si rivolge al SerDP. La seconda indaga la possibilità di distinguere tra i pazienti del SerDP un profilo di personalità tipico del consumatore di alcol, di cannabinoidi, oppioidi o cocaina, attraverso i risultati che emergono dal MMPI-2. La terza domanda di ricerca mira, a partire dai risultati emersi, a suggerire quali buone prassi possono facilitare la collaborazione tra i diversi servizi nella definizione del trattamento e nel suo percorso in casi con comorbilità tra Disturbo da Uso di Sostanze (DUS) e disturbo mentale. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.
Ignacio Borquez-Infante … [et al.], Childhood adversity increases risk of psychotic experiences in patients with substance use disorder, in Psychiatry Research, vol. 316, art. 114733 (ott. 2022) – on line, pp. 1-9
Le esperienze infantili negative (Adverse Childhood Experiences = ACEs) aumentano il rischio di esperienze psicotiche (Psychotic Experiences = PE), ma si sa poco sulle eterogeneità di questa associazione nei diversi stadi di sviluppo, nelle dimensioni e sull’eventuale influenza del disturbo da consumo di sostanze (Substance Use Disorder = SUD). Questo studio esamina l’associazione fra diversi tipi di ACE in vari stadi dello sviluppo e le esperienze psicotiche nel corso della vita di pazienti con SUD in Cile. Nell’articolo sono riportati e commentati risultati dell’indagine.
Giulio Perugi … [et al.], ADHD dell’adulto e disturbo da uso di sostanze, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 47 (set. 2022), pp. 4-76
Questo volume monografico della rivista discute del tema della relazione tra disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività nell’adulto (A-ADHD) e disturbo da uso di sostanze (SUD). Partendo da una trattazione specificamente sull’A-ADHD, fenomeno meno studiato di quella infantile, si segue con vari articoli che studiano la comorbidità con SUD, le differenze dipendenti dalle sostanze usate, se il trattamento per ADHD possa beneficiare sul trattamento del SUD, le strategie farmacoterapeutiche per trattare questa specifica comorbidità e la teoria dell’automedicazione di Khantzian. Si veda anche l’articolo di Martina Novi … [et al.], Effects of substance misuse and current family history of substance use disorder on brain structure in adolescents and young adults with attention-deficit/hyperactivity disorder, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 228, (nov. 2021) – on line
A cura di Francesco Auriemma … [et al.] ; contributi di Vincenzo Amarante … [et al.], ADHD. Compendio teorico-pratico per i professionisti, i pazienti e i familiari, Publiedit, 2022, Cuneo ; Roma, 208 pp.
Questo Manuale intende sfatare miti e disinformazione esistenti sull’ADHD, mostrando le più recenti evidenze scientifiche, proponendosi come testo accurato e completo di conoscenza dell’ADHD tra professionisti, pazienti, famiglie così da produrre un positivo effetto e conseguenti benefici per quanti ne soffrono. Il taglio pratico e la forma accessibile del testo hanno l’obiettivo di aiutare a porre sempre maggiore attenzione, non tralasciando quindi particolari importanti, alle teorie e ai modelli esplicativi del disturbo, alla sua eziologia e fisiopatologia, a tutte le comorbilità che possono manifestarsi. Lo scopo è di evidenziare quelli che sono i principali aspetti da tener in considerazione quando si affrontano diagnosi complesse, in particolare quelle differenziali. Il libro inoltre offre spunti significativi di approfondimento di cui tener conto, riportando la descrizione del disturbo negli adulti legato a quello eventualmente evidente nell’infanzia e correlandolo alla dipendenza da sostanze e all’indicazione di nuovi trattamenti possibili. Prefazione di Massimo Micco; postfazione di Claudio Leonardi.
Collocazione Biblioteca: 20317
Alexander Denissoff … [et al.], Is early exposure to cannabis associated with bipolar disorder? Results from a Finnish birth cohort study, in Addiction, vol. 117, n. 8 (ago. 2022) – on line, pp. 2264-2272
Questo studio longitudinale osservazionale ha voluto misurare l’associazione fra esposizione precoce alla cannabis e successivo disturbo bipolare. In particolare viene preso in considerazione un campione della coorte nata nel 1986 nella Finlandia del Nord (n=6325) per esaminare l’associazione dell’esposizione di cannabis nel corso della vita all’età di 15/16 anni e il successivo disturbo bipolare fino all’età di 33 anni (fino alla fine del 2018); 6325 soggetti (48,8% maschi) sono stati inclusi nell’analisi. Da questa ricerca si evince che il consumo adolescente di cannabis è associato al disturbo bipolare.
A cura di Fabio Lugoboni … [et al.], ADHD e dipendenze, Medicina delle Dipendenze, Verona, 2021, 315 pp.
Questo manuale tratta del rapporto che lega alcune patologia del neurosviluppo alle dipendenze con un approccio didattico e scientificamente aggiornato, ma si rivolge anche ai non addetti ai lavori interessati all’argomento. Si descrive l’inquadramento generale e la valutazione neuropsicologica del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), l’associazione tra questo disturbo e il Disturbo da Uso di Sostanze (SUD), il Gioco D’Azzardo Patologico e il consumo di Nicotina. Il tema viene sviluppato facendo riferimento a tutte le età della vita e agli ambienti scolastici e lavorativi. Il libro illustra i possibili trattamenti del paziente e della famiglia. Infine viene descritta l’esperienza dell’associazione di famigliari AIFA Odv e del Servizio “Colma il GAP”, presso l’Unità Medicina delle Dipendenze di Verona, dove viene accolto chi presenta sia l’ADHD sia il Disturbo da Gioco D’Azzardo Patologico.
Collocazione Biblioteca: 20473
Efrat Aharonovich … [et al.], The Relationship of frequency of cocaine use to substance and psychiatric disorders in the U.S. general population, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 227, art. 108933 (ott. 2021) – on line, pp. 1-16
Negli studi clinici sulla farmacoterapia per l’uso di sostanze, l’astinenza è l’endpoint primario accettato dalle agenzie regolatorie. Tuttavia, questo endpoint potrebbe essere eccessivamente restrittivo, impedendo gli sforzi volti a identificare farmaci efficaci per il disturbo da uso di cocaina. Per esaminare le gradazioni del consumo di cocaina senza astinenza come potenziali indicatori di miglioramento, è stata studiata la relazione tra la frequenza del consumo di cocaina e i correlati clinici a partire dai dati dell’indagine National Epidemiological Survey on Alcohol and Related conditions (NESARC). Un indicatore promettente per misurare il rischio di dipendenza da cocaina e altre sostanze e la presenza di disturbi psichiatrici, sembra essere la frequenza del consumo di cocaina rispetto agli indicatori binari (ad esempio, qualsiasi uso vs. nessuno). I risultati dello studio si aggiungono a quelli che suggeriscono che le misure di non astinenza potrebbero essere utili indicatori dell’efficacia del trattamento negli studi clinici.
Raimondo Maria Pavarin … [et al.], Covid -19 & Addiction: aggiornamenti, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 14, n. 54 (giu. 2024), pp. 5-43
In questa numero monografico sono raccolti alcuni articoli che espongono ricerche sulle conseguenze dell’epidemia da COVID-19 sulle persone dipendenti da sostanze o da comportamento. In Italia, le persone con problemi dovuti all’uso di sostanze illegali e alcol hanno avuto una maggiore compromissione con il COVID-19 rispetto alla popolazione generale, testimoniata dal più alto rischio di ricoveri ospedalieri per COVID-19, dalla più elevata mortalità durante il ricovero, e dal più elevato tasso di decesso per COVID-19. L’eccesso di mortalità per COVID-19 riguarda anche i fumatori e le persone quotidianamente esposte al fumo passivo. Dagli studi emerge inoltre una maggiore fragilità clinica e sociale per questi pazienti. Per quanto riguarda le dipendenze senza sostanze, nel periodo del lockdown non si è rilevato un aumento della dipendenza sessuale e dei comportamenti ipersessuali, è diminuita l’attività di gioco d’azzardo, ma è aumentato il tempo trascorso giocando. La pandemia ha comportato gravi perdite a livello mondiale, soprattutto in pazienti vulnerabili come quelli affetti da patologie psichiatriche e disturbi da uso di sostanze. Vengono anche esposte considerazioni e raccomandazioni conseguenti a questi risultati.
Joan S. Tucker … [et al.], Trajectories of alcohol and cannabis use among emerging adults with a history of unstable housing: Associations with functioning over a two-year period, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 256, art. 111117 (mar. 2024) – on line, pp. 1-6
Ricerche precedenti hanno documentato alti tassi di consumo di alcol e cannabis tra i giovani adulti senza dimora, ma poco si sa sulle traiettorie del consumo nel tempo o su come le traiettorie siano associate al funzionamento dell’individuo. Un campione di 276 giovani tra i 18 e i 25 anni senza fissa dimora sono stati intervistati 5 volte nell’arco di 24 mesi. Dai dati sono emerse due classi di traiettorie di consumo: uso moderato e decrescente di cannabis con basso uso stabile di alcol (75% del campione) e uso pesante di cannabis e alcol (25% del campione). La classe di consumo pesante ha riportato una probabilità significativamente più alta di fare uso di qualsiasi droga diversa dalla cannabis al basale e a 24 mesi, e una probabilità maggiore di depressione e disturbi fisici a 24 mesi. Inoltre, a 24 mesi questa classe aveva una probabilità lievemente più alta di avere uno screening positivo per ansia almeno moderata e di essere stata recentemente senza alloggio. Gli autori concludono che gli effetti di un forte uso continuativo di cannabis e alcol su molteplici domini di funzionamento evidenziano l’importanza di un approccio sistemico coordinato che affronti le sfide spesso complesse e interrelate che devono affrontare i giovani adulti senza dimora.
Francesca Melis … [et al.], Who receives heroin-assisted treatment? A comparison of patients receiving opioid maintenance treatment in Denmark, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 254, art. 111051 (gen. 2024) – on line, pp. 1-8
Dal 2010, il trattamento assistito con eroina (HAT) è una delle opzioni di trattamento disponibili per le persone con disturbo da uso di oppioidi (OUD) in Danimarca. Lo studio mira a valutare i pazienti HAT all’inizio del trattamento e a confrontare le loro caratteristiche individuali con quelle dei pazienti che entrano nel tradizionale trattamento di mantenimento degli oppioidi (OMT) con metadone o buprenorfina nello stesso periodo. Sono stati inclusi i pazienti che hanno iniziato l’HAT o l’OMT con metadone o buprenorfina in Danimarca dal 2010 al 2018. Sono stati collegati più registri nazionali per confrontare i gruppi di trattamento in termini di variabili socio-demografiche, precedenti episodi di trattamento OUD, assistenza ospedaliera e storia di condanne penali. Sul trattamento farmacologico per l’OUD si consulti, tra gli ltri, la ricerca di Christina McAnulty … [et al.], Buprenorphine/naloxone and methadone effectiveness for reducing craving in individuals with prescription opioid use disorder: Exploratory results from an open-label, pragmatic randomized controlled trial, vol. 239, (ott. 2022) – on line, pp. 1-8
Bruno Casal … [et al.], Identifying the impact of the business cycle on drug-related harms in European countries, in International Journal of Drug Policy, vol. 122, art. 104240 (dic. 2023) – on line, pp. 1-11
La letteratura scientifica che analizza l’associazione tra le fluttuazioni economiche e il loro impatto sul consumo di sostanze dà risultati incerti. Gli effetti possono essere prociclici (i danni legati alle droghe aumentano quando le condizioni economiche migliorano), anticiclici (i danni legati alle droghe aumentano nei periodi di congiuntura sfavorevole) o non correlati alle condizioni del ciclo economico, poiché potrebbero operare contemporaneamente diversi meccanismi di trasmissione. L’obiettivo principale di questo studio è valutare, da una prospettiva macroeconomica, l’impatto dei cicli economici sui danni legati al consumo di droghe nei Paesi europei nel periodo 2000-2020. Le variabili considerate sono la mortalità per overdose, il tasso di disoccupazione e la disoccupazione giovanile. Dai risultati emerge che la relazione tra cicli economici e danni correlati alla droga è prociclica. Tuttavia, in situazioni di recessione economica, si rileva un effetto anticiclico, come quello individuato durante la recessione economica del 2008.
Donald Douglas Atsa’am, Terlumun Gbaden, Ruth Wario, Association Rules on Attributes of Illicit Drugs, Suspect’s Demographics and Offence Categories, in Journal of Drug Issues, vol. 53, n. 4 (ott. 2023) – on line, pp. 637-646
Gli autori intendono stabilire le relazioni tra alcune variabili demografiche dei consumatori e dei trafficanti di droga, tipi di droga e categorie di reati di droga. A tal scopo, hanno utilizzato l’estrazione di regole di associazione per definire funzioni specifiche che stabiliscano le interrelazioni tra genere, gruppi di età, tipi di droga e categorie di reati di droga
Takayuki Harada … [et al.], Sociodemographic profiles and determinants of relapse risks among people with substance use disorders in the Philippines: A survey in community and residential care setting, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 251, art. 110924 (ott. 2023) – on line, pp. 1-9
L’uso di metamfetamina è un problema sociale e sanitario importante nelle Filippine. Tuttavia i centri di trattamento e riabilitazione (TRC) per le persone affette da disturbi da uso di sostanze (SUD) non sono sufficienti e presentano carenze importanti. Per attivare interventi di miglioramento, è necessario comprendere le caratteristiche demografiche, l’entità del consumo di droga e le esigenze di trattamento della popolazione. Gli autori hanno condotto un’indagine tramite questionario sulle persone con SUD nella comunità e su tutti i pazienti del TRC, per ottenere i loro profili demografici, e hanno utilizzato il Drug Abuse Screening Test-20 (DAST-20) e la Stimulant Relapse Risk Scale (SRRS).
Brendan Saloner … [et al.], Polydrug use among patients on methadone medication treatment: Evidence from urine drug testing to inform patient safety, in Addiction, vol. 118,n. 8 (ago. 2023) – on line, pp. 1549-1556
Lo studio indaga sulla frequenza con cui i pazienti in trattamento con il farmaco metadone per il disturbo da consumo di oppiacei (M-MOUD) sperimentano un consumo persistente di sostanze o un policonsumo. Sono stati analizzati, dal 2017 al 2021, dei campioni di urine forniti da 10 cliniche negli Stati Uniti e sono stati individuati i tassi di positività per eroina, fentanyl, metamfetamina e cocaina. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Will Lawn … [et al.], The acute effects of cannabis with and without cannabidiol in adults and adolescents. A randomised, double-blind, placebo-controlled, crossover experiment, in Addiction, vol. 118, n. 7 (lug. 2023) – on line, pp. 1282-1294
Lo scopo dello studio è quello di confrontare gli effetti acuti della cannabis nei consumatori adolescenti e adulti e stabilire se il cannabidiolo (CBD) può modificare in modo acuto gli effetti del delta-9- tetraidocannabinolo (THC). E’ stato effettuato un esperimento incrociato randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. A 24 adolescenti e 24 adulti londinesi, consumatori di cannabis 0,5-3 giorni/settimana, abbinati in base alla frequenza del consumo, sono state somministrate tre preparazioni con fiori di cannabis vaporizzati adeguate al peso: ‘THC’ (8mg di THC per persona di 75 Kg); ‘THC+CBD’ (8mg di THC e 24 mg di CBD per persona di 75 chili); e ‘PLA’ (placebo corrispondente). Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.
Sara Odoardi … [et al.], Drug-impaired driving and traffic collisions: Study on a cross section of the Italian population, in Drug Testing and Analysis, vol. 15, n. 5 (mag. 2023) – on line, pp. 477-483
Il presente studio si concentra sull’associazione tra gli incidenti stradali e la presenza di marcatori di abuso di droghe nei fluidi biologici dei conducenti. I fluidi biologici raccolti da 1236 conducenti coinvolti in incidenti stradali (54 incidenti mortali e 1182 incidenti non mortali) nell’area di Roma sono stati analizzati per alcol e droghe psicotrope, come richiesto dalle autorità giudiziarie. La sostanza più frequentemente rilevata è stata l’alcol (nel 19% degli incidenti non mortali e nel 32% di quelli mortali), seguita dai cannabinoidi (12% degli incidenti non mortali) e dalla cocaina (9% degli incidenti non mortali e 20% di quelli mortali). I risultati ottenuti per cocaina e cannabinoidi nel sangue e nelle urine sono stati confrontati. Si è osservato l’assenza o basse concentrazioni della sostanza attiva nel sangue, mentre le concentrazioni urinarie dei metaboliti erano generalmente elevate. Il rischio di essere coinvolti in un incidente stradale se nei campioni di urina erano presenti marcatori di cocaina o cannabis è stato valutato rispetto a una popolazione di controllo. I risultati suggeriscono una forte associazione tra la presenza di queste droghe nelle urine dei conducenti e gli incidenti stradali, indipendentemente dalla loro presenza nei campioni di sangue. I dati attuali suggeriscono che la probabilità di essere coinvolti in un incidente stradale è più alta rispetto alla popolazione di controllo, anche se il soggetto non è più “sotto l’effetto” di cannabis o cocaina al momento dell’incidente. Una ricerca italiana sul tema: Paolo Franceschini … [et al.], Il consumo di alcol e cocaina: analisi retrospettiva dei dati di un protocollo per il rinnovo dell’idoneità alla guida, in Dal fare al dire, a. 32, n. 2 (2023), pp. 45-52 Per quanto riguarda invece il rapporto tra uso di THC e alcol e il verificarsi di incidenti stradali si consulti la ricerca di J. R. Brubacher … [et al.], High-‘n’-dry? A comparison of cannabis and alcohol use in drivers presenting to hospital after a vehicular collision, in Addiction, vol. 118, n. 8 (ago. 2023) – on line, pp. 1507-1516.
Marion Robert … [et al.], The opioid epidemic. A worldwide exploratory study using the WHO pharmacovigilance database, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 771 – 775
L’attuale epidemia di oppioidi negli Stati Uniti è iniziata 20 anni fa ed è diventata la principale causa di morte accidentale nel Paese. Questa crisi ha spinto i ricercatori a esplorare le tendenze dell’abuso e della dipendenza da oppiacei in tutto il mondo. Si è cercato di identificare altri Paesi ad alto rischio di disturbi da uso di oppioidi, utilizzando il database di farmacovigilanza dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Sembrano esserci quattro gruppi distinti di paesi con profili di abuso e dipendenza da oppiacei simili agli stati Unitii. Il gruppo con il più alto rischio riportato per gli oppioidi (ossicodone, fentanil, morfina, tramadolo e codeina) comprende Australia, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
Shane O’Mahony, The area I’m from is very rough’: Drug users’ views on the role of social and economic factors in their experiences of drug-related harm, in Journal of Ethnicity in Substance Abuse, (mar. 2023) – on line, pp. 1-29
Negli ultimi trentacinque anni, i ricercatori accademici irlandesi hanno costantemente dimostrato la relazione tra la deprivazione sociale e i casi più gravi di danni legati alla droga. Più recentemente, i ricercatori hanno iniziato a includere in queste discussioni le voci dei consumatori di droga con esperienze vissute di danno. Tuttavia, questi studi tendono più spesso a concentrarsi sulle opinioni dei consumatori di droga rispetto alle opzioni politiche alternative in materia di droga, piuttosto che sui fattori sociali ed economici rilevanti per le loro esperienze di danno correlato alla droga. Pertanto, il presente studio ha condotto 12 interviste approfondite con tossicodipendenti che hanno subito danni in una città irlandese, al fine di suscitare le loro opinioni sul ruolo specifico che secondo loro i fattori sociali ed economici hanno giocato nel condizionare le loro successive esperienze di danni legati alla droga. I partecipanti allo studio evidenziano che i danni vissuti nel sistema educativo, nella famiglia e nella comunità locale sono più rilevanti per le loro successive esperienze di danni legati alla droga rispetto ai loro deficit sociali nell’istruzione, alla mancanza di risorse nella comunità locale o nelle loro famiglie. . Molti partecipanti discutono anche delle relazioni significative come ultima difesa contro questi danni e sostengono che la perdita di tali relazioni coincide con l’incidenza più grave di danni legati alla droga. Lo studio si conclude con una discussione del quadro concettuale della violenza strutturale in termini di potenziale interpretativo delle opinioni dei partecipanti e suggerisce diverse strade per ulteriori ricerche.
Qutba Al-Ghafri, Polly Radcliffe, Gail Gilchrist, Barriers and facilitators to accessing inpatient and community substance use treatment and harm reduction services for people who use drugs in the Muslim communities: A systematic narrative review of studies on the experiences of people who receive services and service providers, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 244, art. 109790 (mar. 2023) – on line, pp. 1-17
Gli autori hanno esplorato le barriere e i facilitatori per l’accesso al trattamento ospedaliero e comunitario delle sostanze e ai servizi di riduzione del danno per le persone che fanno uso di droghe nelle comunità musulmane. Sono stati ricercati sistematicamente in sette database studi qualitativi, quantitativi e con metodi misti condotti in Paesi in cui almeno il 70% della popolazione fosse musulmana o in cui i dati fossero presentati separatamente per le comunità musulmane in altri Paesi.
Alberto Arnaudo, Affido del farmaco e overdose, Una ricerca americana valorizza le policy in uso nei servizi italiani e chiarisce il vero ruolo del metadone, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 22-24
L’autore riporta i risultati di una ricerca condotta negli USA in occasione della pandemia da Covid-19, quando si è consentita la pratica di affidare le dosi di metadone al paziente per 28 giorni, indagando sui decessi per overdose eventualmente legati alla domiciliazione delle terapie. I risultati sono stati positivi e anche in Italia si ritiene sia stato positivo l’affido della terapia metadonica, che aumenta la capacità e le competenze di autoregolazione da parte degli utenti.
Brienna N. Rutherford … [et al.], #TurntTrending. A systematic review of substance use portrayals on social media platforms, in Addiction, vol. 118, n. 2 (feb. 2023) – on line, pp. 206-217
C’è un corpus crescente di letteratura che esplora i tipi di contenuti relativi alle sostanze e le loro rappresentazioni su varie piattaforme di social media. In questa ricerca su database si è cercato di riassumere come i contenuti relativi alle sostanze siano rappresentati su varie piattaforme di social media. Vengono discussi i risultati. In conclusione si rileva che i contenuti relativi a sostanze che promuovono l’uso di sostanze o lo descrivono attivamente sembrano essere ampiamente disponibili sui social media. La presenza di questo contenuto può avere influenze preoccupanti su atteggiamenti, comportamenti e percezioni relative all’uso di sostanze da parte del grande pubblico e in particolare tra gli utenti più vulnerabili e presenti sui social media: adolescenti e giovani adulti. Per quanto riguarda la rappresentazione mediatica si veda anche l’articolo di Harry R. Sumnall … [et al.], Effects of media representations of drug related deaths on public stigma and support for harm reduction, in International Journal of Drug Policy, vol- 111, art. 103909 (gen. 2023 ) – on line, pp. 1-12
Ebtesam A. Saleh … [et al.], A systematic review of qualitative research on substance use among refugees, in Addiction, vol. 118, n. 2 (feb. 2023) – on line, pp. 218-253
Scopo del presente studio è valutare la ricerca qualitativa sull’uso di sostanze e sui disturbi da uso di sostanze (SUD) tra i rifugiati, in termini di atteggiamenti, credenze ed esperienze dei professionisti e dei consumatori di sostanze. I risultati indicano che esiste una notevole suscettibilità dei rifugiati all’uso di sostanze e ai SUD; le conseguenze dannose dell’uso di sostanze sono complicate dalle insicurezze sociali dei rifugiati; ci sono barriere piuttosto elevate alle cure e alle strutture sanitarie per i rifugiati in molti paesi ospitanti; e vi è una forte necessità di migliorare l’accesso effettivo alle cure, agli interventi e agli approcci di prevenzione.
Zishan Cui … [et al.], Predictors of crystal methamphetamine use initiation or re-initiation among people receiving opioid agonist therapy. A prospective cohort study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 240, art.109729 (nov. 2022) – on line, pp. 1-26
Nel contesto della crisi degli oppioidi in corso negli Stati Uniti e in Canada, la terapia con agonisti degli oppioidi (TAO) è il trattamento di prima linea per il disturbo da uso di oppioidi. Tuttavia, vi è una crescente preoccupazione riguardo al crescente consumo di metanfetamina tra i soggetti in TAO, nonché all’impatto che tale utilizzo potrebbe avere sulla ritenzione e sugli esiti della TAO. In questa ricerca, che si è svolta a Vancouver, in Canada, tra il 2005 e il 2020, si è cercato di identificare i predittori dell’iniziazione o della re-iniziazione alla metanfetamina tra le persone in TAO, al fine di facilitare lo sviluppo di strategie preventive efficaci. La ricerca ha identificato tassi elevati e crescenti di iniziazione o re-iniziazione all’uso di metanfetamine cristalline nel campione di persone in TAO. Si evidenzia dunque la necessità di adottare strategie di intervento che comprendano l’invio a programmi abitativi, la riduzione del rischio sessuale e approcci terapeutici integrati mirati al poliuso di sostanze per ridurre i rischi associati al consumo di metanfetamine e al co-uso di metanfetamine e oppioidi.
Mike Vuolo, Eric Janssen, Ivette Flores Laffont, Using Crack or Smoking Cocaine, That Is the Question. The association of Sociodemographic Factors with Self-Labeling Choices in France, in Deviant Behavior, vol. 44, n. 6 (2022) – on line, pp. 920-934
Lo studio indaga le caratteristiche associate all’auto-applicazione di etichette stigmatizzanti per i “consumatori di crack”, che sono fondamentali per l’identità di un individuo e che influenzano il modo in cui gli altri lo vedono, la percezione di sé e il conseguente comportamento. La ricerca analizza i dati di individui sottoposti a trattamento per aver fumato cocaina nel periodo 2010-2020, per valutare chi auto-etichetta il proprio comportamento come “uso di crack” o e chi come “cocaina fumata”, due termini che si equivalgono. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
A cura di Claudio Cippitelli, Susanna Ronconi, A casa di mia sorella, niente. La vita e i consumi delle persone che usano droghe durante il lockdown. Una ricerca qualitativa, ETS, Lungarno Mediceo, 2022, 267 pp.
Come hanno affrontato la pandemia da covid-19 e il primo lockdown del marzo 2020 le persone che usano droghe? Come hanno gestito i propri consumi di sostanze e che strategie hanno adottato per far fronte a un cambiamento così disorientante? Queste le domande che hanno guidato la ricerca presentata nel libro, condotta secondo l’approccio centrato sul consumo controllato di droghe. Le risposte fornite da un gruppo di consumatori gettano luce sulle capacità, le competenze, le strategie di chi usa nel saper riorientare e adattare il proprio consumo in modo funzionale, anche in una situazione così estrema.
Collocazione Biblioteca: 20113
Anne Berit Bech… [et al.], Organ pathologies detected post-mortem in patients receiving opioid agonist treatment for opioid use disorder. A nation-wide 2-year cross-sectional study, in Addiction, vol. 117, n. 4 (apr. 2022) – on line, pp. 977-985
L’obiettivo di questa ricerca nazionale norvegese era documentare le patologie degli organi rilevate post-mortem nei pazienti che avevano ricevuto il trattamento con gli agonisti degli oppiacei per il disturbo da consumo di oppiacei e stimare la misura in cui le caratteristiche individuali sono associate a patologie polmonari, cardiovascolari, epatiche o renali. I risultati indicano che tra i norvegesi che sono deceduti durante il trattamento con gli agonisti degli oppiacei e sono stati sottoposti ad autopsia nel 2014 e 2015, due terzi avevano più di due malattie, nonostante la loro età media di 48 anni al momento del decesso. L’età più avanzata era associata in modo indipendente ad almeno una patologia cardiovascolare o renale.
Morgan Scarth … [et al.], Severity of anabolic steroid dependence, executive function, and personality traits in substance use disorder patients in Norway, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 231, (feb. 2022) – on line, pp. 1-9
Gli steroidi androgeni anabolizzanti (AAS), tra cui il testosterone e i derivati sintetici, sono tipicamente utilizzati per aumentare la massa muscolare. Molti consumatori sviluppano una dipendenza da queste sostanze, contribuendo a peggiorare la salute fisica e mentale. Aspetti della personalità e della disfunzione motoria possono rappresentare vulnerabilità sottostanti allo sviluppo della dipendenza. L’obiettivo del presente lavoro è identificare i livelli di dipendenza da AAS nei pazienti in trattamento con disturbo da uso di sostanze (SUD) e valutare la relazione tra la gravità della dipendenza e i tratti di personalità e la funzione esecutiva (EF). Sono stati raccolti dati dai pazienti di 38 strutture per il trattamento dei SUD in Norvegia e sono stati compilati questionari per valutare la personalità e l’EF. Le misure dei sintomi della dipendenza da AAS sono state utilizzate nell’analisi delle classi latenti per identificare sottogruppi di pazienti, che sono stati valutati per l’associazione con l’EF e i tratti di personalità, e confrontati con un gruppo di pazienti SUD che non facevano uso di AAS. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.
Ioan T. Mahu … [et al.], Different drugs come with different motives: Examining motives for substance use among people who engage in polysubstance use undergoing methadone maintenance therapy (MMT), in Drug and Alcohol Dependence, vol. 229, Part. B (dic. 2021) – on line, pp. 1-9
Le ragioni che spingono all’uso di una sostanza sono ritenute la variabile più importante per spiegare la scelta. Queste motivazioni sono state descritte utilizzando vari modelli, il più noto dei quali è il modello delle motivazioni al bere a quattro fattori, che individua le motivazioni in miglioramento, sociali, di coping e di conformità (Cooper, 1994). Sebbene siano stati ampiamente studiati in campioni di comunità adulte, i motivi del consumo sono stati meno comunemente indagati tra le popolazioni che si trovano in una fase più avanzata della dipendenza, dove l’uso di polisostanze è più comune. I ricercatori hanno analizzato la stabilità di sette distinti motivi legati all’uso di sostanze (potenziamento, socialità, espansione, gestione dell’ansia, gestione della depressione, gestione dell’astinenza e conformità) in sei diverse categorie di droghe (tabacco, alcol, cannabis, oppioidi, stimolanti e tranquillanti) per determinare la misura in cui la classe di droga può spingere all’uso di sostanze. Nell’articolo sono riportati commentati i risultati dell’indagine.
Bruno Guarita … [et al.], Monitoring drug trends in the digital environment – New methods, challenges and the opportunities provided by automated approaches, vol. 94, in The International Journal of Drug Policy, art. 103210 (ago. 2021) – on line, pp. 1-6
Gli sviluppi dell’informatica hanno influenzato e facilitato la crescita della globalizzazione nel commercio e nella comunicazione anche per quanto riguarda il mercato della droghe. In risposta a questo si stanno sviluppando nuovi metodi di esplorarazione e monitoraggio dell’ambiente digitale. Nel commento proposto gli autori presentano tre studi di casi con approcci innovativi per l’estrapolazione di dati automatizzati da software dell’ambiente digitale: un e-shop finder per rilevare gli e-shop che offrono nuove sostanze psicoattive; la scrematura dei dati dai forum di discussione online; l’analisi automatizzata delle opinioni nelle discussioni dei forum online. Il lavoro ha lo scopo di elaborazione dei dati per sviluppare una comprensione più tempestiva e dettagliata dei vari aspetti dei fenomeni del consumo di droga nell’ambiente digitale. In particolare, la combinazione di numero di e-shop, post di discussione e opinioni riguardanti sostanze particolari potrebbe essere utilizzata per valutazioni ad hoc del rischio, per il monitoraggio longitudinale della droga e per rilevare la “popolarità online”.
Siti istituzionali
Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità – RISSC
International Narcotic Control Board
Office of Drug and Crime – United Nation – UNODOC
EMCDDA Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT)
– Multilingual glossary of drug-related terms
Dipartimento Politiche Antidroga
– Banca dati centralizzata Dipartimento Politiche Antidroga
Istituto Superiore della Sanità
– Centro Nazionale Dipendenze e Doping
– Dipendenze
– Epicentro – Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica
– I SerD in Italia
– SNAP – Sistema Nazionale di Allerta Precoce contro la droga
Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze – Regione Piemonte
CAD – Centro Regionale Antidoping
Master
Alcol, tabacco e nuove dipendenze: un approccio clinico e multidisciplinare per la diagnosi, cura e prevenzione
Clinica delle dipendenze comportamentali e da sostanze
Dipendenze patologiche: strategie di intervento e prevenzione
EMDAS – European Masters in Drug and Alcohol
Le tossicodipendenze in una prospettiva multidisciplinare
Managment per la direzione nel settore delle dipendenze
Associazioni e servizi
ACuDiPa – Associazione Cura Dipendenze Patologiche
Associazione Scientifica Gruppo Tossicologi Forensi Italiani
Baonps – Be aware on night pleasure safety
CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti
Coop cat
Correlation – European Harm Reduction Network
DrugWatch
Eclectica
FederSerD – Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze
Fuoriluogo: Droghe e diritti
Gruppo Abele
IDPC – International Drug Policy Consortium
Indifference busters
Infoshock – Gabrio
ItaNPUD – Italian Network of People who Use Drugs
LILA – Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS
NewNet – Enjoyng Safer Night Life-FB
Progetto PIT STOP “Viaggio al termine della notte”
Rete Italiana Riduzione del Danno ITARDD
TripSit – Harm Reduction Through Education
Informazioni,ricerche sulle sostanze, banche dati e biblioteche on line
AAFS- Americn Accademic of Forencis Sciences
Cayman chemical
CeSDoP – Centro Studi e Documentazione Provinciale Dipendenze, emarginazione, intercultura
ESPAD – European School Survey Project on Alcohol and other Drugs – Italy
Fuoriluogo . Video “Le sostanze legali e ilegali durante il lockdown”
Global Drug Survey (attualmente non disponibile)
InfoDrug – Centro Nazionale di Coordinamento delle dipendenze (Svizzera) –
Kosmikare
NCB National Center of Biotecnology Information
Psicoattivo
Psy.Co.Re
Safezone.ch – consulenze on line sulle dipendenze
Sostanze.info
Thedrugclassroom
Salis – Substance Abuse Librarians & Information Specialists
SSA – Society for the Study of Addiction
SWGDRUG – Scientific working Group for the Analysis of Seized Drugs
Wiley on line librery
Riviste
Addiction Journal
Addiction Research & Theory
Addictive Behaviors
Animazione Sociale
Dal fare al dire
Drug and alcohol Dependance
Drugs and Alcohol Findings
Drug and Alcohol Rewiew
Drugs: Education, Prevention and Policy
Drugnet Europe (EMCDDA)
Drugs: Education, Prevention and Policy
Finding. Drug and alcohol
Harm Reduction Journal
International Journal of drug Policy
Journal of Drug Issues
Journal of Studies on Alcohol and Drugs
Journal of Substance Abuse Treatment
La via libera
Medicina delle Dipendenze MDD
Mission
NIDA Notes
Sestante
Substance Abuse
Substance Use & Misuse
The American Journal of Addiction
Altro
Drug combination
The drug wheel