Aggiornata a dicembre 2022 – a cura di Paola Moriondo 

I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Sono presenti anche pubblicazioni scaricabili on line o in PDF. Per ulteriori approfondimenti, si può consultare il nostro catalogo.

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

 Studi sui gruppi: aspetti teorici

180907_9788859028550_y808_elementi-di-psicologia-collettivaEmad Matta, Elementi di Psicologia collettiva. Natura e funzioni dei gruppi, Erickson, Trento, 2022, 206 p.
Il volume esplora, da una prospettiva psicologica, il concetto di gruppo e le dinamiche concrete dei diversi tipi di gruppo in cui ciascun individuo è inserito, e offre un quadro complessivo delle diverse teorie psicologiche e sociali sulle origini e sulle dinamiche dei gruppi.
Collocazione Biblioteca: 19610

Sergio Fava, Gruppo, organizzazione, istituzione. Qualche spunto, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, pp. 88-94
L’autore, alla luce della sua lunga esperienza, propone alcuni spunti definitori per circoscrivere cosa lui intenda con questi termini. Successivamente propone una applicazione del vertice istituzionale a partire da una sua recente esperienza negli istituti di pena di Padova per tentare una comprensione della differenza di accoglimento e conversazione sui film presentati nella Casa di reclusione e in una delle sedi dell’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna).

Enrique Pichon-Rivière, Il processo gruppale. Dalla psicoanalisi alla psicologia sociale, [Pgreco, Roma, 2021], 307 p.
Pichone Riviere era uno psichiatra, psicanalista e critico d’arte, fu tra i primi ad avere introdotto la psicoanalisi in Argentina; è l’ideatore della teoria di gruppo conosciuta come “gruppo operativo”, strumento di somma importanza nella psicologia sociale. Questo libro, che è un classico della psicologia sociale e dei gruppi, riunisce una serie di articoli e lavori, realizzati dall’autore da solo o con collaboratori ed è parte dell’opera “Dalla psicanalisi alla teoria gruppale”. L’ autore presenta un modello teorico, dove lo schema di riferimento psicanalitico viene riattraversato e relativizzato nello sforzo di costruire un linguaggio che permetta di superare certe confusioni di pensiero. La “concezione operativa di gruppo” supera la dicotomia tra modello psicoanalitico classico individuale e modello gruppale come campi esperienziali da approcciare con strumenti teorici differenti e va alla ricerca dei fondamenti del processo gruppale, dei suoi effetti e della struttura che lo descrive. Tra i concetti fondamentali espressi in questo testo troviamo “il compito (o finalità) del gruppo”, al vertice della triangolazione compito – coordinazione – struttura gruppale; un elemento esterno in quanto parte del contratto per cui i soggetti si riuniscono, ma anche interno come insieme e condensazione di elementi primari, di “oggetti interni” dei membri del gruppo. Compito del gruppo operativo è imparare a pensare per non rimanere ancorati al pregiudizio e alla confusione.
Collocazione Biblioteca: 19589

9788892222328_0_536_0_75Anna Bertoni, Passi di gruppo. Saper stare nei gruppi, saper condurre gruppi, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2021, 159 p.
L’autrice, psicologa e docente di psicologia sociale, propone riflessioni sui processi di gruppo per spiegare come si formano e come funzionano i gruppi sociali, fornendo suggerimenti per stare meglio in un gruppo e, in particolare, per condurre un gruppo in modo efficace.
Collocazione Biblioteca: 18772

Claudio Neri, Il gruppo come cura, Raffaello Cortina, Milano, 2021, 239 p.
In questo testo si intrecciano due racconti e due modi di raccontare. Il primo presenta idee e teorie, il secondo propone la narrazione di sette sequenze di sedute di analisi di gruppo. Nella prima parte del libro vengono introdotti i tre protagonisti: le persone, il gruppo e l’analista. Nella seconda sono illustrate le idee-funzioni capaci di trasformare un gruppo in un gruppo analitico. L’autore è neuropsichiatra, psicanalista e docente universitario e in questo saggio si concentra sia sulla clinica sia su quali siano gli specifici fattori e processi terapeutici. Il testo trova quindi posto nella “cassetta degli attrezzi” di psicoanalisti, psicoterapeuti di gruppo, psichiatri, psicologi, operatori di comunità e studenti universitari.
Collocazione Biblioteca: 19242

Angelo Silvestri … [et al.], Ciò che può e non può il gruppo, in Gruppi, vol. 21, n. 2 (dic. 2020) – on line, pp. 7-200
Nella monografia sono proposti i seguenti contributi: “Ciò che può e non può il gruppo” di Didier Anzieu; ” Divagazioni etnopsichiatriche e psicoanalitiche sulla clinica” di Luciana Bianchera… [et al.]; “Gli operatori della gruppalità al tempo delle grandi migrazioni: prime riflessioni epistemologiche sulla formazione” di Angelo Silvestri… [et al.]; “Un gruppo sui problemi interpersonali a tempo determinato in contesto ambulatoriale” di Emanuela Fedrizzi, Alice Marzadro, Elena Bravi; “Il sole nella nebbia. Un gruppo di psicodramma con donne vittime di violenza” di Michela Fiore, Vivienne Meli; “La relazione clinica mediata dallo schermo nella psicoterapia di gruppo online” di Ivan Ambrosiano… [et al.]; “Trovare una direzione: vicissitudini identitarie di giovani adulti universitari. Studio preliminare sul processo di una psicoterapia psicoanalitica di gruppo a tempo determinato” di Maria Cristina Gatto Rotondo… [et al.]; “La trasmissione transgenerazionale dei segreti familiari. Il pensiero di Irma Morosini” di Fiorenza Milano; “Janine Puget: l’omaggio di Irma Morosini alla sua carriera” di Irma Morosini; “Il lasciarsi sorprendere dall’incontro con l’altro: in dialogo con Janine Puget” di Fiorenza Milano; “Contemporaneità del pensiero di Janine Puget” di Silvia Corbella; “Gli effetti del presente” di Maria Gabriela Sbiglio; “Il gruppo di lavoro e la comunicazione della diagnosi. Riflessioni a partire dalla lettura del libro: “La diagnosi genetica: un dialogo per la cura. Storie cliniche negli Alberi della vita” di Valentina Nuzzaci. Si consulti anche l’articolo diMichelangelo Grenci, Riflettendo sul testo di Anzieu: il gruppo di formazione (come “area transizionale”) fra mitologia e crescita, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, pp. 171-174.

Daniele Biondo, Gruppo evolutivo e branco. Strumenti e tecniche per la prevenzione e la cura dei nuovi disagi degli adolescenti, Franco Angeli, Milano, 2020, 334 p.
Con il presente volume, l’autore, partendo dalla teoria del funzionamento della mente adolescente, propone un’originale tecnica di lavoro psicoanalitico che passa attraverso il potere curativo del gruppo all’interno delle istituzioni, analizzando sia il gruppo evolutivo (con un funzionamento orientato alla crescita), sia il gruppo primitivo a funzionamento tipo branco. Gli adolescenti hanno una naturale propensione a lasciarsi andare alla corrente della mente gruppale. Quando questa propensione viene ostacolata o bloccata da esperienze traumatiche, la mente adolescente degrada nel funzionamento tipo branco. Approfondendo questa linea di ricerca, l’autore propone qui uno specifico strumento per valutare i diversi gradi di trasformazione delle emozioni e dei pensieri degli adolescenti: la Griglia Gruppo-Branco che, come la Griglia di Bion, ne raffigura attività, funzioni, trasmutazioni. La seconda parte del volume permette di applicare tale inedito strumento (scaricabile gratuitamente dal sito www.francoangeli.it, nella Biblioteca Multimediale) alle esperienze con i gruppi di adolescenti all’interno dei contesti educativi di base (scuola), all’interno delle istituzioni per gli adolescenti al limite (centri di aggregazione giovanile, case famiglia) e nelle istituzioni riabilitative e curative (servizi della giustizia minorile e della neuropsichiatria infantile).
Collocazione Biblioteca: 18747

Angelo Silvestri… [et al.], I professionisti della gruppalità al tempo delle grandi migrazioni, in Gruppi, vol. 21, n. 1 (gen.-giu. 2020) – on line, pp. 5-181
Il numero monografico è dedicato all’impatto che la grande mobilità di cose, persone e idee ha sui professionisti della gruppalità, in primo luogo, gli operatori che si occupano del disagio psichico. Diversi contributi esplorano vari aspetti della gruppalità come professione che si confronta con le trasformazioni sociali in atto, anche in conseguenza dell’epidemia di Covid-19.

120173646_2631477773830347_374781201808351604_oA cura di Tiziano Vecchiato, Salute mentale delle persone, dei gruppi e delle organizzazioni. Scritti di Franco Fasolo, Fondazione Zancan, Padova, 2020, 190 p.
Il volume raccoglie scritti di Franco Fasolo, psichiatra scomparso nel 2010, estratti da riviste e volumi pubblicati dalla Fondazione Zancan. Ogni capitolo è preceduto da un’introduzione del curatore che lo contestualizza, tuttavia gli approfondimenti, le provocazioni e le proposte di Fasolo forniscono ancora oggi spunti di riflessione sui servizi per la salute mentale.
Collocazione Biblioteca: 18714

Studio APS, Individui, gruppi e organizzazioni di fronte all’emergenza. Sviluppare pensieri per apprendere dall’esperienza, studioaps.it, Milano, 2020, 20 p.
Il documento è la sintesi dei risultati della ricerca attuata dallo Studio APS a partire dal mese di marzo 2020, durante la cosiddetta Fase 1 dell’epidemia del Covid-19; un percorso di ricerca e riflessione sulle esperienze personali e organizzative vissute in un momento di forte emergenza e urgenza. Sono state realizzate numerose interviste e focus group e hanno partecipato alla ricerca circa 200 persone, alcune a titolo personale, altre per conto della propria organizzazione. Gli obiettivi erano i seguenti: raccogliere ed elaborare elementi conoscitivi su come le persone, le organizzazioni del lavoro e i diversi contesti sociali stessero reagendo o rispondendo all’emergenza/urgenza; fornire ai partecipanti elementi di riflessione significativi, utili per una gestione più efficace delle loro organizzazioni e per prefigurare il futuro; mettere a fuoco ipotesi, orientamenti e possibilità circa le attività di consulenza e formazione in queste nuove situazioni; contribuire a tenere in vita tra di noi un pensiero collettivo, come Studio e come rete di soggetti. Lo studio APS è un’impresa privata costituita da un gruppo di professionisti che opera nel campo della formazione, della consulenza aziendale e della ricerca.

Serena Giunta, Girolamo Lo Verso, Fare gruppi. Indicazioni per la clinica, la formazione e la ricerca, Il Mulino, Bologna, 2019, 184 p.
Come funziona il lavoro psicoterapeutico, e più ampiamente clinico? Che cosa lo caratterizza? Che cosa può produrre il cambiamento terapeutico? Sulla base di tali interrogativi il volume esplora a fondo tutte le potenzialità del dispositivo gruppale nelle diverse declinazioni dell’intervento terapeutico (gruppo di psicoterapia analitica, psicodramma, terapia istituzionale), ma anche della formazione, della riabilitazione, della crescita personale, fino all’impiego del gruppo nelle attività di prevenzione e nell’accompagnamento psicologico per i pazienti di medicina generale. L’intento è quello di esplorare il «fare gruppi» come dimensione delle relazioni umane, definendo le condizioni ottimali perché il dispositivo gruppale sia efficace e risponda ai bisogni per i quali è stato attivato.
Collocazione Biblioteca: 18626

41OMvwKj2XL._SX307_BO1,204,203,200_Didier Anzieu, Il gruppo e l’inconscio. L’immaginario gruppale, Raffaello Cortina, Milano, 2019, 281 p.
In questo saggio, un classico della psicanalisi, Didier Anzieu incentra il discorso sulla nozione di immaginario gruppale: il gruppo ha la propria psicologia, diversa da quella degli individui che lo compongono. Per far luce su tale psicologia, l’autore parte dall’analogia tra il gruppo e il sogno e descrive molti processi immaginari che sottendono la vita dei gruppi: l’illusione gruppale, il gruppo-bocca, i fantasmi di rottura, il gruppo macchina, la resistenza paradossale autodistruttiva, le perturbazioni provocate dalla prevalenza dell’imago paterna o del Super-io. Vengono così individuati degli “organizzatori psichici inconsci” che strutturano l’immaginario gruppale, come i fantasmi originari o l’immagine del proprio corpo. Si consulti inoltre l’articolo di Irma Morosini, Didier Anzieu,uno sguardo retrospettivo sul suo pensiero e i suoi contributi alla psicoanalisi, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, 107 – 124
Collocazione Biblioteca: 18440

A cura di Alessandro Migliardi… [et al.], Lavorare con i gruppi, Una raccolta di tecniche di partecipazione, Dors, Torino, 2019, 49 p.
Il lavoro con i gruppi è una parte importante della pratica della prevenzione e promozione della salute, e più in generale della sanità pubblica, poiché è il mezzo attraverso il quale le persone possono diventare capaci di costruire un’azione collettiva. Inoltre il lavoro con i gruppi fornisce all’operatore più opportunità di coinvolgere le persone e permette agli utenti di organizzarsi e mobilitarsi meglio per rispondere ai propri bisogni, valorizzando sia le proprie conoscenze e risorse, sia quelle della comunità. Questo documento è una raccolta non esaustiva delle tecniche usate nell’ambito della prevenzione e promozione della salute, composta dalle tecniche partecipative sperimentate sul campo e applicate in progetti dal DoRS (Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della salute) e da operatori e decisori con cui il Centro è venuto in contatto. Vengono descritte le seguenti tecniche: brainstorming, metaplan, nominal group, world cafè , focus group, photovoices, GOPP (Goal Oriented Project Planning), Incidente critico.

A cura di Angela La Gioia, Essere gruppo di lavoro. Mappe ed esercitazioni, in Animazione Sociale, supplemento al n. 316 (2018), pp. 5-224
Questo testo si rivolge agli operatori sociali e dei servizi e raccoglie articoli apparsi negli ultimi anni sulla rivista Animazione Sociale. Esso si pone come una mappa per orientarsi tra i gruppi, osservandone la ricchezza, la risorsa, il limite e le infinite configurazioni. Mai come oggi, nel pubblico come nel privato, diventa importante imparare ad essere gruppo di lavoro, ossia un gruppo capace di pensare e di produrre insieme. Chi oggi è chiamato a coordinare gruppi di lavoro deve saper allenare la loro capacità generativa, perché è nella generatività del gruppo che è custodita la possibilità di scongiurare la routine e inoltrarsi verso le strade dell’invenzione e della sperimentazione. Angela La Gioia è psicologa e psicoterapeuta, docente universitaria di Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni e coordina l’Università della Strada del Gruppo Abele.

downloadA cura di Ugo Morelli, Mario Pollo, Nostalgici del noi ma gelosi dell’io?, in Animazione Sociale, n. 317 (2018), pp. 76-96
L’immediatezza delle tecnologie della comunicazione e della vita nell’infosfera esalta il possibile, ma nello stesso tempo crea solitudine. Nello spazio virtuale si costruiscono relazioni orizzontali, senza impegno e senza gerarchie apparenti. Ci si aggrega per poi tornare soli, con l’illusione di non aver bisogno di confronti sociali. La tecnologia mostra l’attrazione illusoria dell’immediatezza, mentre la democrazia richiede tempi di mediazione e confronto. Il presente lavoro propone un approfondimento sul tema con due contributi: “Cercasi noi disperatamente. Individui soli e moltitudini senza legame” di Ugo Morelli e “C’è bisogno di gruppo per essere critici e creativi. Cinque chiavi di comprensione della gruppalità” di Mario Pollo.Il tema viene poi ripreso dagli stessi autori nel n. 318 nell’articolo “L’animatore in controtendenza con il leaderismo, in Animazione Sociale, n. 321 (2018), pp. 73-96.

A cura di Calogero Iacolino, Il corpo in relazione, in Narrare i gruppi, n.1 (2018) – on line, vol. 13, pp. 7-124
Questo numero della rivista parla del corpo in relazione nelle attività sportive, del corpo come sede della mente relazionale individuale e familiare e come punto di partenza per una elaborazione simbolica che possiamo riscontrare nei sogni e nei temi onirici presenti nei sogni. Il corpo in relazione necessita di essere pensato, primariamente, nel suo sviluppo affettivo e nelle sue implicazione psicologiche che maggiormente si evincono studiando i disturbi dell’immagine corporea, nonché di quella condizione della mente che usiamo definire come mens sana in corpore sano. Sul tema del rapporto tra la malattia e la persona,tra la persona e il suo corpo, il gruppo e l’ambiente, si consulti anche il testoa cura di Barbara Rossi, Il gruppo tra mente e corpo. Percorsi terapeutici, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 222.
Collocazione Biblioteca: 17043

 I gruppi a scuola, nell’educazione e nella formazione

9788829016778_0_536_0_75Paola Bastianoni, Supervisione e narrazione nella relazione educativa, Carocci, Roma, 2022, 151 p.
La narrazione di sé e della vita quotidiana negli ambiti formali e informali dell’educazione è uno strumento formativo essenziale al recupero di senso della propria esperienza e consente la stabilizzazione di un pensiero riflessivo su sé, sull’altro, sul contesto interattivo. Imparare a narrare porta ad affinare lo sguardo sul proprio vissuto esistenziale per riuscire a comprendere situazioni complesse. Nelle professioni educative occorrono luoghi adibiti alla condivisione delle proprie storie affinché la pratica riflessiva non sia occasionale ma regolarmente accompagnata e facilitata. Il libro presenta un modello di formazione fondato sulla dimensione qualitativa della narrazione per mostrare la stretta interdipendenza tra i livelli biografici del sé e l’azione educativa di ogni giorno. È rivolto a educatori, insegnanti, volontari, tutori, genitori adottivi e affidatari e a tutti coloro che credono nell’esperienza educativa.
Collocazione Biblioteca: 19666

Raffaella Gatta, Angelo Pio Taronnam, Cooperative learning e didattica metacognitiva, in Pedagogika.it, a. 26, n.3 (lug.- set. 2022), pp. 82-86
In una società connotata da rapidi cambiamenti, sempre più docenti adottano la metodologia del cooperative learning che permette di realizzare interventi educativi e didattici che mirano soprattutto a valorizzare le risorse individuali degli alunni e l’aiuto reciproco. Come sottolineano numerosi studiosi, oltre ad essere un modello per una didattica inclusiva, il cooperative learning promuove un’importante riflessione metacognitiva sul proprio percorso d’apprendimento.

A cura di Francesca Ciabotti e Elisa Rossoni, L’approfondimento in cammino, in Bambini, a. 38, n. 6 (giu. 2022), pp. 27-54
Le autrici, da appassionate del camminare e dell’educare, dedicano questo approfondimento a tutti coloro che si renderanno disponibili a partire, ad abbandonarsi alla fatica lenta, dolce e inebriante di muoversi e compiere, come in ogni inizio, i primi passi verso il fuori, verso il mondo.

Davide Fant, Personaggi fantastici per urgenze reali. Linguaggi&tecniche/9: partire dai personaggi più amati dagli adolescenti per interrogarsi su di sé e sul mondo, in Animazione Sociale, n. 04/354 (2022), pp. 47-59
L’articolo, il nono della serie pubblicata in numeri precedenti della rivista, racconta una sessione di lavoro in aula con ragazze/i che frequentano l’Anno Unico, la “scuola per adolescenti che hanno smesso di andare a scuola”. La sessione utilizza i personaggi della filmografia fantastica per attivare processi riflessivi su di sé, sui contenuti a cui tengono, sui vissuti in modo che diventino narrabili.

downloadFOM, 100 e + giochi, 2. ed., In dialogo, Milano, 2022, 240 p.
Una raccolta, dedicata in particolare a educatori e animatori di oratorio, che contiene più di 100 giochi, alcuni conosciuti, molti altri inediti, per sostenere l’attività di bambini e ragazzi. Per ogni gioco è specificata l’età dei partecipanti consigliata, il numero dei giocatori possibili, l’ambiente e i materiali necessari, lo scopo del gioco e altre informazioni utili.
Collocazione Biblioteca: 18186

Teresa Baldi, Giuditta Pedana, Il valore dell’apprendimento in gruppo nella formazione di servizio sociale, in Lavoro sociale, vol. 32, n. 2 supplemento (apr. 2022) – on line, pp. 49-55
L’articolo presenta alcune considerazioni nate da un’esperienza di laboratorio universitario rivolto agli studenti del primo anno del corso di laurea in Servizio sociale, dove sono stati affrontati temi come l’identità personale e professionale, la dimensione etica del lavoro, la comunicazione e il linguaggio, gli aspetti emotivi e relazionali. Grazie a tecniche di coinvolgimento ed esercizi individuali e collettivi proposti alla classe, gli studenti si confrontano, scoprono e comprendono punti di vista diversi, imparano a decostruire le proprie credenze e i propri sistemi valoriali e a considerarne e accoglierne di nuovi. Attraverso un costante processo riflessivo su alcuni temi professionali e sulle dinamiche relazionali e comunicative che si generano in aula, vengono messi in luce processi di costruzione della realtà e dell’identità professionale, con un’attenzione specifica agli elementi personali e agli aspetti emotivi che entrano in gioco. Nel medesimo numero della rivista si veda anche l’articolo di  Valeria Amato… [et al.],Lo studente co-ricercatore, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 2 supplemento (apr. 2022) – on line, pp. 29-35

Bianca Gallo, Modelli, metodi e formazione, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, pp. 101-106
In questo lavoro si esaminano gli aspetti della pratica clinica nelle terapie di gruppo evidenziati da Anzieu. Lo studio di questo testo appare come assolutamente rilevante per la scuola per terapeuti di gruppo COIRAG, la cui organizzazione è particolarmente complessa. Nella formazione dei futuri psicoterapeuti di gruppo, COIRAG propone una integrazione dei diversi modelli delle associazioni federate che sono presenti in COIRAG, e che hanno metodologie e riferimenti teorici diversi, benché tutti derivati da una radice comune, la psicoanalisi. L’autore affronta in particolare il problema dei cosiddetti gruppi “corporei”, come è lo psicodramma, che metodologicamente prevedono delle vere e proprie azioni. L’autore propone delle ipotesi che si appoggiano sulle più recenti conoscenze della biologia, e che mostrano come tali tecniche, a differenza di ciò che accade nei gruppi verbali, in generale si basano sulla mobilizzazione di memorie corporee implicite, pensieri mai pensati, o pensieri che siano stati rimossi o negati, ma conservati tali e quali nel corpo.

mgEvelina Arcidiacono, Riccardo Ganazzoli, A scuola si impara a vivere: la mediazione del conflitto tra pari, in Minorigiustizia, n. 2 (2021), pp. 212-218
La scuola costituisce un luogo privilegiato in cui i bambini possono sperimentare forme di convivenza pacifica e non violenta, fondate sul riconoscimento dell’altro e nel rispetto delle differenze, al fine di sviluppare le competenze sociali utili a contrastare la diffusione della violenza giovanile. All’interno di questa visione si inserisce il lavoro sulla Peer Mediation realizzato dall’Istituto Comprensivo “Antonio Ugo” di Palermo. L’obiettivo del progetto è quello di creare un sistema efficace per la risoluzione dei conflitti che insorgono tra gli alunni.

A cura di Claudio Girelli, Promuovere l’inclusione scolastica. Il contributo dell’approccio pedagogico globale, Scholé, Brescia, 2021, 250 p.
Attraverso l’esperienza quarantennale della Casa del Sole (un istituto di riabilitazione a Curtatone in provincia di Mantova), il volume presenta le linee fondamentali di un approccio globale alla disabilità, allo scopo di mostrarne significato e valore per la scuola dell’inclusione. I contributi raccolti si propongono di suggerire a insegnanti ed educatori uno sguardo particolare di osservazione di bambini e ragazzi disabili, per favorirne la crescita in modo significativo.
Collocazione Biblioteca: 19268

Valeria Piras, Maria Cecilia Reyes, Guglielmo Trentin, Come disegnare un corso on line. Criteri di progettazione didattica e della comunicazione, Franco Angeli, Milano 2020, 161 p.
Lo scopo principale del volume è offrire una sorta di guida, sia per la progettazione didattica e della comunicazione, sia per la progettazione e sviluppo di contenuti video. Allo stesso tempo, favorire l’acquisizione e l’uso di una terminologia condivisa fra tutte le componenti di un team di sviluppo e gestione di corsi online, team dove spesso confluiscono competenze e linguaggi provenienti da più contesti professionali. Una buona comunicazione all’interno del team è fondamentale per ottimizzare il lavoro di tutte le sue componenti. Destinatari del volume sono quindi docenti, formatori e più in generale team di sviluppo coinvolti nella progettazione e realizzazione di percorsi di formazione online. L’auspicio è che quanto esperito dagli autori, e tradotto in questo lavoro, possa fungere da modello per ispirare tutti coloro che sono impegnati, o siano in procinto di accingersi, alla progettazione e sviluppo di corsi online.

capire_empatiaPaolo Moderato, Cristina Copelli, Melissa Scagnelli, Capire come potenziare l’empatia, Giunti, Firenze, 2020, 239 p.
Lo scopo del manuale è fornire strategie di intervento per sostenere lo sviluppo dell’empatia. A partire da un quadro metodologico di riferimento, il volume fornisce numerosi materiali operativi, pronti all’uso, che mettono in relazione le difficoltà specifiche nelle varie componenti dell’empatia e le relative strategie di intervento. Tale abbinamento permette di strutturare percorsi di potenziamento delle capacità necessarie per entrare in relazione con gli altri e pertanto consente ai professionisti che operano dentro e fuori la scuola, insegnanti compresi, di usare questo materiale come base o in affiancamento ad altri interventi inclusivi. Il volume comprende: un questionario per mappare le abilità sociali e le componenti dell’empatia, che permette di avere un quadro generale del bambino e impostare percorsi di intervento Il volume dispone di 100 schede da utilizzare durante le attività e la valutazione e si rivolge a chi si occupa di sostegno, riabilitazione e rieducazione di bambini e ragazzi con disabilità intellettiva e/o ritardo nell’acquisizione delle abilità sociali. Si veda anche il testo di Iacopo Bertacchi, Consuelo Giuli, Ilaria Cipriani, Coping power nella scuola secondaria. Gestire le problematiche relazionali e promuovere comportamenti prosociali in classe, Erickson, Trento, 2019, 280 p. (Coll. Bibl.: 18392).
Collocazione Biblioteca: 18649

Stefano Masci, Giochi esperienziali. Lavorare con le emozioni nella formazione e nella conduzione dei grandi gruppi, Franco Angeli, Milano, 2020, 192 p.
Questo libro si rivolge a coloro che hanno a che fare con la gestione di grandi gruppi e la formazione esperienziale, siano essi coach, formatori e consulenti aziendali, operino in contesti scolastici o in centri sportivi, gravitino nel mondo della conduzione di gruppi di crescita o di counseling. La caratteristica specifica del volume è che gli esperienziali riportati sono propriamente ideati per funzionare con gruppi grandi, da oltre quaranta persone. Spesso gestire un alto numero di persone mette in crisi chi utilizza modelli di apprendimento basati sull’azione e la sperimentazione attiva, al punto che si preferisce creare piccoli sottogruppi perdendo così l’effetto – leva – legato all’identità collettiva fondamentale, in aziende quanto in altri contesti omogenei. Gli esperienziali e role playing contenuti sono originali e creativi e per ognuno vengono specificate le finalità formative, il tempo occorrente, la difficoltà nella gestione, l’impatto emotivo e anche il livello di divertimento dei partecipanti. L’autore è docente di Tecniche di Counseling all’Università di Tor Vergata a Roma.
Collocazione Biblioteca: 19233

Maria Piacente… [et al.], I movimenti giovanili e implicazioni pedagogiche, in Pedagogika.it, a. 24, n. 1 (gen. – mar. 2020), pp. 5-60
E’ di grande attualità il tema dei nuovi movimenti giovanili ed in particolare hanno avuto grande risonanza i cortei ecologisti promossi da Greta Thunberg che hanno coinvolto e smosso le coscienze dei giovani in tutto il mondo riguardo ai temi ecologisti. Recentemente sono sorti anche altri movimenti con forte presenza giovanile, come ad esempio in Italia quello delle Sardine. Questo fenomeno sembra contraddire lo stereotipo di giovani e adolescenti rassegnati, disinteressati e “sdraiati” e costituisce per gli adulti uno spunto di riflessione pedagogica Nella prima parte del dossier troviamo cinque articoli di riflessione pedagogica sull’argomento, firmati da Giancarla Codrignani, Raffaele Mantegazza, Elena Marescotti e Franco Blezza. Nella seconda sono esposte le interviste effettuate agli studenti di tre istituti secondari superiori del Nord Italia sul movimento ecologista. Chiude il dossier l’intervista a Ermes Maiolica (pseudonimo di un creatore di bufale virali), sulle “fake news” come movimento sommerso di protesta. Nel medesimo numero della rivista si trova anche l’articolo “Un villaggio per educare” (pp.98-100), a cura di Alessia Todeschini, nel quale Raffaele Crescenzo risponde a una mamma preoccupata per l’interesse per la politica della figlia adolescente.

modelloRosa Vieni, Celeste Giordano, Il modello recluso dal branco al gruppo. Prospettive psico-educative e interventi nel gruppo di adolescenti, Sensibili alle foglie, Roma, 2019, 135 p.
Il testo presenta un interessante lavoro educativo-terapeutico in gruppo condotto dalla sociologa Rosa Vieni e dalla psicologa Celeste Giordano, entrambe interessate a un approccio relazionale integrato per i giovani reclusi di un carcere criminale. Tale approccio consiste in un complesso programma che aiuta ad affrontare le emozioni, in particolare paura e rabbia, che sono spesso alla base della nascita del “branco”. I ragazzi imparano così a depotenziarle, trasformandole in una forza costruttiva. Nessun obiettivo salvifico, ma un intervento che consente di aprire spazi interiori che ogni singola individualità valorizzerà al meglio allontanandosi dall’espressione dell’impulso primitivo caratteristico del “branco”.
Collocazione Biblioteca:18919

A cura di Marianella Sclavi, Lawrence Susskind, Il confronto creativo sblocca e attiva l’invenzione sociale. Questioni di approccio e indicazioni per l’azione (prima parte), in Animazione Sociale, n. 5/328 (2019), pp. 61-96
Il focus di questo numero affronta il tema della strategia di confronto creativo per i gruppi di lavoro. In ogni gruppo sperimentiamo quanto sia difficile raggiungere una decisione condivisa partendo da esigenze e punti di vista diversi. Il focus fornisce tecniche di leadership per facilitare il decidere insieme e risolvere i problemi complessi secondo modalità inclusive e collaborative.

A cura di Monica Perrone, Processi comunicativi in ambito socio-educativo e sanitario, in Narrare i gruppi, vol. 14, n. 2 (dic. 2019) – on line, pp. 139-244
Questo numero monografico presenta cinque articoli che da diversi punti di osservazione e riflessione si occupano della funzione del processo narrativo nella relazione con l’Altro.Il filo conduttore che lega i vari contributi è rappresentato dall’importanza delle idee che un individuo sviluppa circa gli aspetti della realtà, intese come il risultato di un’interazione continua tra la dimensione soggettiva, individuale e quella collettiva, dimensioni indispensabili per comporre ciò che identifichiamo come società, e che non possono essere pensate come indipendenti l’una dall’altra. Si segnalano in particolare gli articoli: “Percorsi di cura socio-educativa in tema di diffidenza nei confronti dell’immigrato” di Monica Pelleroni e altri e “Tre forme di comunicazione nei processi formativi: narrativa, empatica e assertiva” di Giuseppe Licari.

A cura di Valeria Dellabiancia, Simona Martinini, Giulia De Marini, I genitori: soggetti competenti, in Bambini, a. 35, n. 6 (giu. 2019), pp. 56-61
Pensare alla famiglia come soggetto debole al quale dare sostegno è un luogo comune ripetuto, che spesso caratterizza anche l’atteggiamento dei professionisti. La famiglia ha invece una sua dignità di autore di educazione, ha competenze educative e conoscenze specifiche ed è produttrice di sapere. Sicuramente oggi è più isolata rispetto al passato ed è quindi necessario creare un’alleanza, un patto educativo tra scuola o nido e famiglia. Da questo presupposto e dalla partecipazione al corso formativo “Costruire il patto, l’alleanza tra istituzioni educative con le famiglie” promosso dal comune di Riccione, è nata l’idea di attivare un gruppo di narrazione per i bambini del nido aziendale “Il Maggiolino”. Nell’articolo è descritta l’esperienza del gruppo educativo.

biblioStefania Murari, Laura Vinci, Elena Zizioli,  “Controvento”. La lettura si fa percorso ri-educativo, in Biblioteche oggi, n.1 (gen.-feb. 2019), pp. 37-41
Nell’articolo sono esposti i risultati di una ricerca condotta all’Istituto Penitenziario Femminile di Rebibbia (Roma), tramite l’uso di libri di sole immagini senza parole con due obiettivi: favorire la lettura fra carcerati, soprattutto fra quelli con livello culturale minore, e rendere la stanza di lettura uno spazio dove costruire un gruppo per favorire un senso di controllo sulle proprie vite da parte dei carcerati stessi.

Rita Pezzarti… [et al.], Programma benessere emotivo anziani. Attività e giochi per conoscere, esprimere e gestire le emozioni, Erickson, Trento, 2018, 174 p.
In una società in cui i cambiamenti socio-demografici e culturali suscitano nuove attenzioni nei confronti degli anziani, il testo propone un “programma benessere” quale supporto al cambiamento. Presenta un percorso di gruppo completo, strutturato e chiaro, con precise indicazioni per l’operatore e corredato di schede, che in modo ludico e divertente esplora il mondo emotivo, aiutando l’anziano a riconoscere le emozioni, ad ascoltarle e ad accoglierle.
Collocazione Biblioteca: 18040

Roger Mucchielli, Martin Jaffe, Quando è tempo di concertazione e di confronto. Esercitazione/9: l’esercizio della “ragnatela”, in Animazione Sociale, n. 09/323 (2018), pp. 54-64
Riprendendo il testo di R. Mucchielli “Come condurre le riunioni. Teoria e pratica”, ElleDiCi 1998, l’articolo sostiene che una riunione di gruppo ha il compito di fare spazio ai diversi punti di vista per decidere insieme verso dove incamminarsi. Ma oltre alla spigolosità dei problemi occorre saper fronteggiare anche le dinamiche relazionali che inibiscono il pensare e decidere in modo democratico. Nei numeri precedenti si trovano gli altri articoli della serie.

didatticaMarina De Rossi, Didattica dell’animazione. Contesti, metodi, tecniche, Carocci, Roma, 2018, 255 p.
L’autrice affronta il tema dell’animazione sociale in un’ampia panoramica comprendente: l’animazione come strumento di sviluppo di empowerment, la funzione e i contesti, l’aggregazione al gruppo, lo sviluppo di rete nella comunità, le competenze dell’animatore sociale, le prospettive didattiche, la definizione degli obiettivi, la valutazione della prassi, i modelli di comunicazione, le strategie per sviluppare le competenze comunicative, le aree metodologiche, l’arte del gioco, i giochi cooperativi, le tecniche narrative, le tecniche di drammatizzazione teatrale, i videogiochi in educazione. Marina De Rossi è professore associato di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Padova.
Collocazione Biblioteca: 18051

Sabina La Grutta… [et al.], Sviluppo della conoscenza a scuola: attraversare con il gruppo le esperienze emotive, in Psicologia di Comunità, n. 2 (2018), vol. 14, pp. 90-101
La scuola è primariamente il luogo della conoscenza ma la dimensione del conoscere, del pensare e dell’apprendere è radicalmente impregnata dall’affettività, da quella funzione psichica cioè, che regola lo sviluppo sano della personalità, del senso dell’autenticità e della capacità critica del pensiero. La scuola è inoltre un’istituzione a matrice gruppale, dove tutto ciò che accade si svolge in gruppo. Questa ricerca/azione ha come obiettivo valutare il contributo della consapevolezza emotiva e della qualità dell’integrazione in classe sull’apprendimento scolastico e sollecitare, mediante attività laboratoriali, sia la consapevolezza emotiva, sia la qualità dell’integrazione. La ricerca-azione è durata 5 anni e ha coinvolto 40 classi con ragazzi dai 6 ai 12 anni ai quali sono stati somministrati in ingresso e in fase di valutazione alcuni test sia individualmente che collettivamente.

Renata Borgato, Massimiliano Moscarda, Erika Cardeti, Cibo per draghi. Come progettare i giochi d’aula e condurre il debriefing nella formazione esperienziale, Franco Angeli, Milano, 2018, 106 p.
Nella formazione esperienziale i discenti sperimentano situazioni che rappresentano metaforicamente la realtà aziendale attraverso il gioco. A seguito della sperimentazione, si dà significato all’esperienza vissuta e alle dinamiche relazionali attraverso il debriefing (valutazione al termine di un processo), attività che consente di riflettere sui punti di forza e le criticità del gruppo e dei singoli. Nel libro sono contenuti giochi d’aula di diverse difficoltà, linee guida per condurre un debriefing adeguato e schede di approfondimento sulle tematiche che i giochi affrontano: dall’ascolto alla comunicazione, dal problem solving allo stress management, dal project management al time management.
Collocazione Biblioteca: 18186

Le equipe e i gruppi di lavoro nel sociale e nelle organizzazioni

multiEmilio Vergani, Multi-agency. Gruppi collaborativi nella complessità, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2022, 89 p.
Chiunque si sia misurato con problemi complessi (organizzativi, educativi, ambientali e così via) avrà avuto ampia prova del fatto che nessuna singola agenzia – per quanto organizzata e preparata – può, da sola, farvi fronte. Da questa evidenza l’autore inizia la sua indagine – passando attraverso la conoscenza inespressa studiata da Polanyi, i pensieri lenti e veloci di Kahneman nonché i principi della complessità esposti da Morin – per arrivare a riconoscere come siano i gruppi multi-agency la formula che, meglio di altre, può aiutare a fronteggiare i problemi più sfidanti, anche se tali gruppi, nei fatti, sono tutt’altro che facili da progettare e ottenere. Se, infatti, la struttura multi-agency di un gruppo collaborativo è il risultato di un percorso culturale e organizzativo, allora occorre conoscere quale sia l’itinerario che si deve seguire per raggiungere tale struttura; il volume accompagna il lettore nella scoperta delle fasi da seguire nonché dei rischi che si possono incontrare, fino a riconoscere all’errore un valore euristico insostituibile per i gruppi collaborativi tesi alla ricerca e alla sperimentazione di soluzioni non standard. L’autore è un esperto di valutazione e analisi organizzativa.
Collocazione Biblioteca:19608

Alberto Camuri, Per un management attento, L’ importanza di sviluppare all’interno delle organizzazioni una cultura del feedbackin Lavoro sociale, vol. 22, n. 3 (giu. 2022), pp. 11-15
Nella rubrica “Organizzare i servizi”, si affronta il tema di quanto sia necessario un Management Attento e proattivo che sappia stimolare la capacità di osservazione, attenzione , curiosità e riflessione, per fare in modo che le persone del proprio staff si sentano coinvolte e responsabilizzate. A tale scopo uno delle metodologie consigliate è quella dell’apprendimento esperienzale: un processo dove la conoscenza si sviluppa mediante l’osservazione, la trasformazione dell’esperienza ed il feedback che permette una comunicazione orientata ad aiutare lo sviluppo dell’organizzazione nel suo complesso.

Luciano Ferrari, Chiara Panari, Elisa Manna, L’impatto dell’empowering leadership infermieristica sulla soddisfazione dell’équipe dei professionisti. Uno studio in due organizzazioni ospedaliere, in Counseling, vol. 15, n. 2 (giu. 2022) – on line, pp. 14-36
Per le organizzazioni sanitarie, soprattutto dopo l’emergenza legata al Covid-19, è diventato centrale il tema del benessere e dei fattori che possono essere protettivi per la salute dei professionisti. In particolare, gli studi evidenziano che l’empowering leadership (EL), basata sulla partecipazione ai processi decisionali e su azioni di coaching verso obiettivi percepiti come condivisi, influenza positivamente la soddisfazione lavorativa e il commitment prevenendo sindromi da stress cronico come il burnout. L’obiettivo del presente lavoro è esaminare l’impatto dell’empowering leadership sulla soddisfazione, sia diretto sia mediato dal commitment e dalla prevenzione del burnout. Sono stati coinvolti 256 professionisti sanitari di due organizzazioni ospedaliere a cui è stato somministrato un questionario online che misurava l’empowering leadership (ELQ), l’organizational commitment (OC) e il burnout (MBI).

trovareMaurizio Catino, Trovare il colpevole. La costruzione del capro espiatorio nelle organizzazioni, Il Mulino, Bologna, 2022, 284 p.
Prendendo a modello diversi casi eclatanti come il naufragio della Costa Concordia, Tangentopoli e l’alluvione di Genova, l’autore intende analizzare il processo di fabbricazione del «capro espiatorio organizzativo», un individuo o un gruppo di individui su cui ricadono le colpe anche di altri, e mettere in luce i limiti delle soluzioni individuali quando si affrontano problemi organizzativi, sottolineando l’esigenza per il futuro di una diversa “epistemologia civica” che generi conoscenza utile al cambiamento. L’autore è docente di Sociologia dell’organizzazione presso l’Università di Milano-Bicocca.
Collocazione Biblioteca: 19258

Giuseppe Palladino… [et al.], Legami familiari violenti: in ascolto del silenzio che brucia. Gruppo interdisciplinare per la tutela del minore, in Minorigiustizia, n. 2 (2021), pp. 219-231
Gli autori, membri del Gruppo interdisciplinare per la tutela del minore, si propongono di fornire un contributo sul tema della violenza intrafamiliare attraverso la descrizione del caso di una minore, i cui segni di acuto malessere sono stati intercettati nella scuola che frequentava. Essi intendono mostrare come il modello dell’analisi interdisciplinare possa favorire l’acquisizione di conoscenze multidimensionali e multilivello, a cui può collegarsi lo sviluppo di un senso di maggiore competenza personale e fiducia nel lavoro collettivo.

Annalisa Pasini, Legati a un obiettivo comune. Il Titolo VI e la responsabilità verso i colleghi e altri professionisti, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 5 (ott. 2021), pp. 58-61
L’autrice propone un approfondimento sul Titolo VI del Nuovo Codice Deontologico dell’Assistente Sociale, che ne regola i ruoli occupati e la responsabilità verso i colleghi e altri professionisti e le modalità di lavoro e di organizzazione.

gruppiJale Cilasun, The staff group as a transitional areain Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen.- giu. 2021) – on line, pp. 70-75
In questo articolo l’autore ha utilizzato il concetto di localizzazione del disturbo e la teoria dei sistemi e li ha collegati al lavoro di Anzieu, in particolare al suo concetto di analisi transizionale. Descriverà quindi il lavoro in un “gruppo di lavoro”, chiamato anche “gruppo di pratica riflessiva”, che è molto utilizzato attualmente negli ospedali e nelle istituzioni del Regno Unito. Questo tipo di gruppi occupa uno spazio di transizione tra la cura del paziente e la psicologia delle organizzazioni.

Achille Orsenigo, Le riunioni di lavoro: uno strumento fondamentale. Che cosa occorre sapere perché siano momenti produttivi?, in Animazione Sociale, n. 1/342 (2021), pp. 39-47
Le riunioni sono uno strumento di lavoro fondamentale, eppure non è prevista alcuna formazione specifica per condurle o parteciparvi, come se bastasse l’apprendimento per esperienza. Nell’articolo vengono perciò esaminati i vari tipi di riunione, con i diversi obiettivi che si pongono, le diverse forme conflittuali che si possono verificare e le modalità migliori di gestione.

Concetta Mazza… [et al.], Misure volte a promuovere il benessere degli operatori sanitari sul posto di lavoro. L’ esperienza del Gruppo Promozione Benessere e Contrasto al Disagio Lavorativo dell’AUSL di Bologna, in Counseling, vol. 14, n. 1 (feb. 2021) – on line, pp. 23-43
L’AUSL di Bologna ha strutturato un Gruppo Aziendale per contrastare il disagio lavorativo, con gli obiettivi di progettare e realizzare misure per la promozione del benessere organizzativo e il superamento del distress. La metodologia integra il modello «Domande-risorse» con l’Empowerment. In sette anni sono stati erogati 218 interventi, con un esito positivo del 95%. Le tipologie preminenti sono il supporto emotivo e alla leadership, seguiti dalla consulenza sui conflitti sul gruppo di lavoro, la progettazione di interventi di miglioramento del clima interno e la consulenza sul disagio lavorativo. Il modello teorico proposto risulta essere un buon metodo di analisi e progettazione.

smartDomenico De Masi, Smart working. La rivoluzione del lavoro intelligente, Marsilio, Venezia, 2020, 678 p.
Domenico De Masi, docente emerito di sociologia all’Università la Sapienza di Roma, è uno studioso e teorico italiano dello smart working, con quarant’anni di esperienze e ricerche nel settore e durante i mesi del lockdown ha coordinato un’indagine a tutto campo, giungendo alla conclusione che quello in atto sia solo l’inizio di un processo che vedrà rivoluzionato non solo il tempo e il luogo del lavoro, ma il suo significato, il suo contenuto e il suo ruolo. Con il contributo di imprenditori, manager, accademici e ricercatori, ripercorrendo il cammino che ha portato dalla bottega rinascimentale alla rivoluzione digitale, De Masi restituisce un’immagine aggiornata della realtà quotidiana di milioni di lavoratori e offre gli strumenti per capire quanto dovrà fare l’Italia per adeguarsi ai tempi che evolvono. Si segnala in particolare il cap. “Motivazione e gruppo” nella parte prima.
Collocazione Biblioteca:19018

Grazia Lombardi, Il team nei processi d’inclusione, Pensa Multimedia, Lecce; Rovato, 2020, 214 p.
Il libro intende approfondire alcune dinamiche emerse dall’osservazione dei “Team” nei processi d’inclusione scolastica, articolandosi in due parti. La prima comprende conversazioni con alcuni studiosi del mondo accademico, della ricerca e della scuola, mentre la seconda identifica alcuni nuclei tematici che esplorano le dinamiche del “Team building” e danno voce alle opinioni degli insegnanti e delle altre figure professionali che operano in questi processi.
Collocazione Biblioteca:18722

Ugo De Ambrogio, Ariela Casartelli, Glenda Cinotti, Il coordinatore dei servizi alla persona, Carocci Faber, Roma, 2020, p. 150
Il coordinatore svolge un ruolo essenziale per le prestazioni di welfare alla persona (sociali, sociosanitarie e socioeducative), ponendosi fra vertici organizzativi, operatori e utenti e assumendo una funzione di cerniera fondamentale per la buona riuscita dei servizi stessi. È una figura che per lo più si è formata “sul campo”, da autodidatta, senza avere mai sistematizzato e condiviso competenze, approcci, impostazioni, metodi e tecniche e senza pertanto essersi mai pienamente legittimata in modo autorevole. Il volume si propone di definire questo profilo, fino ad oggi “nascosto”, e di evidenziarne le potenzialità. Si rivolge ai professionisti del sociale (assistenti sociali, psicologi, educatori, sociologi, infermieri, pedagogisti) che sono coordinatori, a chi ne svolge di fatto le funzioni anche se non viene chiamato tale e a chi desidera diventarlo. Si veda in particolare il cap. 3: Coordinare équipe professionali.
Collocazione Biblioteca:18657

counselingMatteo D’Emilione, Giovanna Giuliano, Anna Grimaldi, La collaborazione tra professionisti e operatori sociali nelle politiche a contrasto della povertà, Il ruolo dell’équipe multidisciplinare, in Counseling, n. 2 (2020) – on line, pp. 17-41
Negli ultimi anni la metodologia di lavoro dell’équipe multidisciplinare ha trovato crescente spazio nei principali provvedimenti attuativi delle misure di contrasto alla povertà a livello nazionale e regionale. Ma cosa accade quando dalla norma si passa all’attuazione? Come hanno interagito operatori e professionisti appartenenti a diversi servizi? Il presente contributo cerca di rispondere a tali domande attraverso la ricostruzione delle evidenze di lavori di ricerca realizzati dall’INAPP negli ultimi anni, cogliendo il punto di vista degli operatori. La recente messa a regime del Reddito di cittadinanza e la pandemia Covid-19 stimolano, dunque, una riflessione proprio sul futuro del lavoro in équipe nei diversi sistemi di welfare locali.

Maria Inglese, Far gruppo tra professionisti nei luoghi della cura. Insight collettivi dentro l’inquietudine della pandemia, in Animazione Sociale, n. 8/340 (2020), pp. 39-49
Secondo l’autrice, medico psichiatra presso l’Azienda USL di Parma, la capacità di stare dentro le situazioni attuali di sofferenza emotiva e mentale chiede agli operatori della cura di non rinchiudersi nello specialismo, ma di farsi “gruppo professionale”, allestendo con le persone singole e con i gruppi luoghi in cui tessere consapevolezza e coraggio di vivere.

rssAlberto Poletti, È una responsabilità condivisa! L’importanza delle emozioni nel lavoro di tutela minori e il ruolo dell’ambiente lavorativo come potenziale spazio di aiuto (od ostacolo) nella loro gestione, in La Rivista di Servizio Sociale, a. 59, n. 1 (2019), pp. 42-56
Partendo dall’analisi dei dati raccolti nel corso di una ricerca qualitativa che ha seguito da vicino le vicissitudini emotive di un gruppo di assistenti sociali in Italia e in Inghilterra, l’articolo prende in esame l’importanza, per gli operatori, di essere in contatto con le loro risposte emotive nel corso del loro lavoro di tutela minori. Viene inoltre presa in considerazione l’importanza dell’ambiente lavorativo e del ruolo del coordinatore d’equipe nel creare uno spazio psico-socio-relazionale all’interno del quale gli assistenti sociali devono venire ulteriormente supportati e incoraggiati nel riconoscere, accettare e gestire queste fatiche senza evaderle o negarle.

Ennio Ripamonti… [et al ], Il gruppo Pedagogico, in Pedagogika.it, a. 22, n. 3 (lug-set. 2018), pp. 8-65
Il dossier della rivista parte dal resoconto di una riunione di redazione riguardo alle caratteristiche specifiche di un gruppo che fa un lavoro pedagogico. Il dossier comprende dieci articoli che riguardano gruppi diversi che, pur non avendo una visione univoca, progettano azioni di carattere educativo, condizione essenziale per potersi definire gruppo pedagogico.

Gaetano Liguori, Vincenzo Prisco, Luigi Stella, Presentazione, analisi e ricaduta di un modello operativo integrato, in Dal fare al dire, a. 27, n. 1 (2018), pp. 38-47
L’articolo espone la sperimentazione nel Ser.D Napoli 2 Nord (tra l’anno 2004 e il 2017) del modello operativo “Oceano”, basato sul lavoro di équipe e periodicamente valutato rispetto a indicatori quali la capacità di tenuta lavorativa degli operatori, quantità e qualità delle prestazioni e benefici per gli utenti. Il team multidisciplinare si è rivelato estremamente utile nella cura delle patologie croniche e multi problematiche, perché permette di offrire all’utenza prestazioni migliori e di garantire agli operatori protezione dal burn out e stimoli positivi per la professione.

I gruppi nel lavoro sociale e di comunità

pssLuciano Pasqualotto … [et al.], Il lavoro di comunità durante la pandemia. Analisi di un’esperienza, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 52, n. 2 (primavera 2022), pp. 32-35
In quest’articolo si intende esaminare un’esperienza di lavoro di comunità durante i mesi del lockdown e delle restrizioni imposte per contrastare la diffusione del coranavirus, in condizioni che avrebbero potuto portare ad un blocco delle attività, ma che invece hanno trovato altre forme di vitalità.

Ivan Ambrosiano … [et al.], Crisi di welfare: come è potuto accadere? Proposte per affrontare il disagio psichico, in Studi Zancan, a. 22, n. 2 (mar. – apr. 2021) – on line, pp. 5-12
Durante la pandemia sono emerse fragilità organizzative, di continuità terapeutica, di integrazione delle capacità e delle responsabilità nelle comunità. È urgente ripartire dalla dimensione comunitaria della psichiatria e dal modello gruppale nel lavoro terapeutico, relazionale, organizzativo. Queste riflessioni nascono da una serie di laboratori di idee promossi dall’Associazione Asvegra e dalla Fondazione Zancan: i gruppi di lavoro interdisciplinare hanno affrontato queste questioni, cercando di guardare al futuro.

Elena Barbato, Loredana Carrozza, La famiglia attraverso le generazioni: lavorare in gruppo con i futuri nonni per favorire il legame adottivo, in Minorigiustizia, n. 2 (2021), pp. 206-211
Nell’articolo le autrici riprendono il legame adottivo in chiave intergenerazionale. Dopo una premessa teorica, viene raccontata una esperienza di “preparazione” realizzata attraverso un percorso di incontri con nonni adottivi.

LSSilvia Clementi, Marzia Tosi, Restorative Justice e Relational Social Work, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 6 supplemento (dic. 2021) – on line, pp. 75-95
L’articolo intende presentare l’esperienza del lavoro con i gruppi e la prima valutazione degli stessi nell’ambito di un progetto volto a promuovere reciprocità e riflessione tra gli adulti in regime di messa alla prova, prevalentemente per i reati di guida in stato di ebbrezza o di alterazione per uso di stupefacenti. Gli aspetti salienti del percorso sono l’utilizzo dell’approccio relazionale, volto a favorire il confronto tra pari all’interno della dimensione gruppale, e il coinvolgimento di soggetti chiave del territorio che possano aiutare i partecipanti a riflettere sui temi cardine affrontati, in un’ottica di giustizia di comunità.

Francesca Corradini, Claudia Tagliabue, The Avengers: adolescents help adolescents to survive quarantine, in Relational social work, vol. 5, n. 1 (apr. 2021) – online, pp. 48-57
Questo articolo si propone di presentare un’esperienza di Unconventional Practice Placement (UPP), avvenuta a distanza in un paese del centro-nord Italia, colpito fortemente dalla pandemia. Attraverso questa esperienza, una studente ha supportato un gruppo di adolescenti nelle loro riflessioni sulla pandemia e, nello specifico, sul disagio causato dal distanziamento sociale e dal lockdown. La presentazione di questa esperienza UPP si basa sulla relazione finale degli studenti. Una breve descrizione del progetto e del processo di realizzazione è seguita da una riflessione metodologica sulla possibilità di applicare i principi di Assistenza Sociale Relazionale (Relational Social Work = RSW), anche in un contesto in cui non era possibile incontrarsi di persona.

A cura di Franco Floris, Non è animazione se non è generativa. Intervista a Mario Pollo, in Animazione Sociale, n. 3/344 (2021), pp. 6-16
L’articolo è un’intervista a Mario Pollo, docente di pedagogia che ha posto le basi e ha consolidato la “teoria dell’animazione culturale”. Argomento della riflessione è l’importanza della generatività per un cambiamento in campo sociale, culturale, economico e ambientale. In un successivo numero della rivista troviamo il focus di Ivo Lizzola, Michele Marmo, Mario Pollo, Le Fragilità chiedono oggi di mettere in gioco il sapere e il potere di tutti. L’operatore-animatore in dialogo con la ricerca di futuro in una comunità, n. 5/346 (2021), pp. 65-96 e in un numero precedente l’articolo a cura di Franco Floris, Animare la ricerca di vie d’uscita dal malessere diffuso. Tematiche per un confronto sull’animazione, in Animazione Sociale, n. 9/332 (2019), pp. 6-17

irvNichola Emma Jalfon Rew, Supporting the survivor. Experiences and perceptions of peer support offered to UK terrorist survivors, in International Review of Victimology, vol. 27, n. 1 (gen. 2021) – on line, pp. 63-79
Facendo  riferimento ai recenti attacchi terroristici nel Regno Unito, incluso l’attacco agli spettatori del concerto di Manchester, le persone che conducono vita sociale e lavorano nel centro di Londra evidenziano la vulnerabilità del pubblico e che qualsiasi individuo potrebbe diventare vittima di questo terribile crimine. In seguito a questi e ad altri attacchi, compresi quelli all’estero, i media nel Regno Unito si sono sempre più concentrati sui livelli inadeguati di supporto offerti ai sopravvissuti dalle agenzie ufficiali. Tuttavia, sono state condotte poche valutazioni in merito ai vantaggi delle reti di supporto e dei gruppi di supporto online creati direttamente dalle persone colpite dagli attacchi terroristici. Questo primo studio accademico indipendente ha rilevato che questi metodi di supporto hanno avuto risonanza maggiore per le vittime e offre diverse raccomandazioni, basate sui risultati, che potrebbero migliorare in futuro il sostegno ai sopravvissuti al terrorismo.

Simone Spensieri, Katia Bellucci, Ilaria Delnevo, Abitare la strada con i giovani latinos. Un servizio per le dipendenze in un territorio di frontiera, in Animazione Sociale, n. 9/350 (2021), pp. 26-38
Gli autori descrivono la propria esperienza come operatori impegnati a diverso titolo all’interno di un SERT ligure, nel lavoro con bande organizzate di giovani cosiddetti latinos, coinvolti in spaccio e consumo di sostanze. Ribaltando le regole del gioco, gli operatori non aspettano la richiesta di presa in carico da parte di questi giovani, ma tentano un contatto con modalità diverse, che li porterà a ottenerne la fiducia. L’esperienza è l’occasione per esporre alcune riflessioni sul modo di operare del servizio.

A cura di Cinzia Novara e Fortuna Procentese, Il ruolo della collettività nell’emergenza, in Psicologia di Comunità, vol. 17, n. 1 (2021), p. 9-112
L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha causato una situazione nuova per la popolazione e ha richiesto grandi capacità di adattamento alle nuove forme di convivenza nei luoghi privati e pubblici con il rischio di esasperare situazioni di isolamento e creare fratture relazionali. In questo numero della rivista vengono messe in campo specifiche domande di ricerca, indagando come i legami di comunità potessero render conto della connettività, solidarietà, attivazione e sostegno reciproco nel contesto sociale quanto in quello educativo e formativo, nel tentativo di mantenere una visione di interdipendenza tra i diversi livelli implicati nella costruzione dei significati dei fenomeni che la pandemia ha fatto rilevare. Nei contributi proposti il focus è posto su quegli aspetti che danno forza propulsiva alle comunità, quali la coesione sociale, la fiducia, l’impegno civico, l’appartenenza, la resilienza: aspetti che richiamano fortemente la situazione che caratterizza questo momento storico. Si consiglia anche la lettura del testo di Fabio Sbattella, Manuale di psicologia dell’emergenza, Nuova ed. aggiornata e ampliata, Franco Angeli, Milano 2020, 283 p.(Coll. Bibl.: 19137)

cigiLorenza Magliano, CIGI. Intervento riabilitativo combinato nei contesti residenziali psichiatrici. Individual and Group Intervention: realizzare programmi psicosociali individuali e di gruppo e formare le èquipe, Erickson, Trento, 2020, 171 p.
Manuale operativo sviluppato principalmente per équipe multidisciplinari, che operano nell’ambito di strutture residenziali psichiatriche, per la valutazione dell’autonomia funzionale. Il volume permette di raccogliere informazioni sia sul paziente che sul contesto, in modo da poter intervenire per ricalibrare l’intervento con efficacia.Si veda anche l’art. a cura di Renzo De Stefani e Jacopo Tomasi, Le parole ritrovate. La rivoluzione dolce del fareassieme nella salute mentale, Erickson, Trento, 2019, 157 p. (Coll. Bibl.: 18037)
Collocazione Biblioteca: 18656

Filippo Pergola, PolisAnalisi. Una clinica del sociale, 2° ed, Franco Angeli, Milano, 2020, 197 p.
La vita della polis è un insieme di fatti psichici, oggi sotto il dominio degli affetti, che costringono l’individuo nello schema “amico-nemico”, nella disperata ricerca di un significato stabile. Come cura il testo propone delle metodologie per ampliare le visioni e rieducarci ai limiti, così da ridurre la quota d’inquietudine nell’incontro con l’Altro, che deve essere vissuto come arricchimento e non come ostacolo. Un modo per mirare ad una cittadinanza vissuta in fiducia, reciprocità e cooperazione. Conflitti nei luoghi di lavoro e familiari, crisi climatica ed economica, xenofobie, estremismi, terrorismo e svalutazione delle istituzioni hanno concause psicologiche comuni. Viviamo in un corpo sociale affetto da depressione mascherata da accelerazione. Impotenza, vergogna e angoscia sociale generano rancore e paranoia: per semplificare i conflitti li proiettiamo in avversari lontani, nemicalizzando l’altro perché solo così alcuni possono gestire la paura. Una paura che, nei libri di storia, è chiamata “potere”, vero contrario dell’amore. L’uccisione dello straniero (dentro e quindi fuori di noi) è la psicopatologia; la cura è l’ascolto dei racconti dello straniero, per incontrare la nostra “Ombra” e scoprire che “l’Io è l’Altro”.
Collocazione Biblioteca: 19350

Rory Hearne, Mary P. Murphy, Participatory Action Research: a Human Rights and Capability Approach, Part. 2: The Practice, National University of Ireland Maynooth, Maynooth, 2020, 108 p.  
L’opera, in due volumi, tratta della PAHRCA e della sua applicazione nell’approccio ai diritti umani. La PAR, la ricerca sull’azione partecipativa, è un approccio alla ricerca nelle comunità che enfatizza la partecipazione e l’azione. Cerca di capire il mondo provando a cambiarlo con la collaborazione e la riflessione. Nel secondo volume, dopo un’introduzione che spiega come usare il manuale e alcune informazione pratiche, la prima parte introduce ai passi importanti del metodo e della pratica PAHRCA. La seconda parte tratta di studi in cui i ricercatori hanno messo in pratica l’approccio PAHRCA in 13 paesi europei. La terza parte dà consigli su come mettere in pratica il metodo con i gruppi rispettando l’etica e la deontologia.
Collocazione Biblioteca: 19350

welfareA cura di Carlo Andorlini, Luoghi di protagonismo, in Welfare oggi, a. 24, n. 4-5 (lug-ott. 2019), pp. 7-26
Il FOCUS 1 della rivista mette in evidenza l’importanza assunta dai luoghi sia pubblici che privati nei vari ambiti : culturale, sociale, sanitario, sportivo, commerciale, sia per quanto riguarda la funzione che il luogo stesso svolge, sia del suo rilievo simbolico. Si sviluppa su quattro articoli: 1) I Luoghi ; 2) Luoghi ad alta intensità relazionale; 3) Luoghi riconsegnati alle comunità; 4) Luoghi dove la densità di relazioni ricompone impresa e società.

Ennio Ripamonti, Davide Boniforti, Narrare per generare alternative. Tecniche di collaborazione/8: Future Search, in Animazione Sociale, n. 8/331 (2019), pp. 49-60
L’articolo è l’ottava parte del percorso già avviato nei numeri precedenti della rivista, dedicato ai metodi di collaborazione sociale, strumenti del lavoro sociale di comunità. Il Future Search è un metodo per costruire senso e visione d’insieme di un determinato progetto e/o intervento, nonché per definire gli ambiti entro cui fare convergere il pensiero e l’azione dei diversi stakeholders. Altri metodi descritti negli articoli precedenti sono: Community Visioning [n.7/330 (2019)], Restorative circle [n. 4/327 (2019)], Open Space Technology [n. 3/326 (2019)], World Cafè [n. 2/325 (2019)], Photovoice [n. 1/324 (2019)].

Laura Malacrida, Facilitating access and relationships in child protection services: the experience of a group of parents involved in service planning, in Relational social work, vol. 3, n. 1 (apr. 2019) – on line, pp. 68-84
Di solito, le persone che hanno a che fare con un gli assistenti sociali percepiscono il loro intervento come un un’intrusione nella sfera più intima delle loro vite, come un’inesplicabile interferenza da parte di estranei nelle loro dinamiche familiari, vite private, e relazioni con il partner o coi figli. È un compito complesso stabilire una relazione di fiducia tra utenti dei servizi e operatori all’interno di un contesto relazionale così complicato e insidioso per tutti i soggetti coinvolti ed evitare il rischio di compromettere l’implementazione di progetti in supporto alle famiglie. Questo articolo descrive l’esperienza acquisita dai Servizi per la Famiglia e l’Infanzia della città di Rozzano, dove un gruppo di genitori, come utenti dei servizi, si sono incontrati per discutere alcune possibili strategie volte a superare la sfiducia che il pubblico sente nei confronti degli assistenti sociali.

beniAntonio Putini, Beni comuni urbani. Soggetti, pratiche e retoriche della città condivisa, Franco Angeli, Milano, 2019, 180 p.
Il volume ripercorre gli sviluppi delle differenti teorie aventi per oggetto i beni comuni, intesi nella loro variante urbana. Quali beni sono considerati “comuni” nei contesti urbani e da parte di chi? La loro gestione collettiva è in grado di determinare dei mutamenti rispetto al difficile rapporto fra amministrazione e cittadinanza? Quali effetti sono in grado di produrre sulla cittadinanza e sulle comunità delle città in cui vengono riconosciuti e gestiti? Questi alcuni degli interrogativi cui il volume intende fornire risposte. Il volume, suddiviso idealmente in due parti, ricostruisce nella prima le caratteristiche dello sfondo appena delineato per poi addentrarsi nei principali approcci teorici sui beni comuni. La seconda parte, di taglio empirico, si basa su casi di studio di due città italiane (Bologna e Napoli), e si propone di analizzare le caratteristiche dell’uso e della gestione dei beni comuni urbani alla luce dei riferimenti tracciati nella prima parte.
Collocazione Biblioteca:18881

Cristina Malvi, Maria Valeria Sardu, Narrare insieme costruisce legami. Alleanza per gli anziani fragili che diventa comunità di pratica a Bologna, in Welfare oggi, a. 24, n. 2 (mar.-apr. 2019), pp. 67-72
Un laboratorio linguistico come quello descritto nell’articolo è una pratica di comunità e funziona se allo stesso tavolo si siedono cittadini, professionisti, ex operatori, caregiver. Si propone i seguenti obiettivi: circoscrivere, con il concorso di cittadini e organizzazioni, il bisogno di alfabetizzazione sanitaria; identificare uno o più strumenti per rappresentare ai professionisti la difficoltà che si ha se non si è “del mestiere” ed accompagnarli al cambiamento di lessico, ad esempio con opportuni percorsi formativi; definire strumenti comunicativi per la semplificazione dei termini tipici del linguaggio delle organizzazioni sociali e sanitarie che sono di ostacolo alla comprensione per i cittadini; organizzare percorsi di formazione in collaborazione con le associazioni di rappresentanza delle professioni sanitarie affidando ai volontari un ruolo di facilitatori nella comprensione dei messaggi e delle politiche di salute; verificare con le associazioni di pazienti e con i comitati consultivi misti l’efficacia delle scelte, anche con prove ed esercizi sul campo.

Erminia Colella … [et al.], Dare voce ai sibling. Dall’invisibilità a percorsi di supporto in Valle di Susa, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 48, n. 1 (inverno 2018), pp. 32-35
L’articolo descrive un’esperienza realizzata nel territorio della Valle di Susa dal Consorzio Socio-Assistenziale e da alcune cooperative sociali, rivolta a sensibilizzare, accompagnare e supportare i sibling adulti, cioè i fratelli/sorelle di persone con disabilità.

psicoMarta Rohani Moaied… [et al.], Photovoice e intervento di comunità, in Psicologia di Comunità, n.2 (2018), vol. 14, pp. 13-66
Photovoice è una metodologia di ricerca-azione partecipata con la quale le persone possono rappresentare alcuni aspetti e contenuti critici delle loro comunità o gruppi di riferimento attraverso la tecnica fotografica. Sta conoscendo una popolarità sempre maggiore, grazie alla diffusione del linguaggio fotografico e alla facilità con cui si possono produrre, scambiare e modificare le immagini con gli smarthphone. Proprio per questo però, una tecnica che aveva il suo punto di forza nella capacità persuasiva dello stimolo visivo, rischia di diventare meno efficace in un contesto in cui si è sovraesposti alle immagini. In questa monografia sono raccolti quattro articoli che spiegano ricerche ed esperienze in cui è stato utilizzato il photovoice. Sull’argomento si consulti, tra i molti altri, anche il testo di Pamela Mastrilli, Roberta Nicosia, Massimo Santaniello, Photovoice. Dallo scatto fotografico all’azione sociale, Franco Angeli, 2015, 143 p. (Coll. Bibl. : 18558)

Maria Dettori, Maria Giuseppina Mantione, Eleonora Pietropaoli, Dimensione collaborativa come risorsa per modulare gli esiti psicologici provocati dalla perdita del lavoro, in Psicobiettivo, a. 38, n.2 (mag.-ago. 2018), pp. 139-153
La perdita del lavoro può determinare effetti negativi che investono più livelli: da quello prettamente economico a quello psicologico, emotivo, sociale sino a quello più generale della salute stessa. Gli esiti di prolungate esperienze di sofferenza e di impotenza connesse alla condizione di disoccupazione possono essere, almeno in parte, accostati a quelli di situazione di minaccia e di pericolo per la propria sopravvivenza. Obiettivo di questo lavoro è quello di aprire riflessioni sull’utilità di utilizzare interventi mediati dal sistema cooperativo e guidati dal costrutto di intersoggettività da affiancare a interventi assistenziali e di sostegno che potrebbero rappresentare una risposta parziale alla gravità del fenomeno.

 I gruppi terapeutici e psicoeducativi

desiderareSimonetta Cavalli, Maria Cristina Aglietti, Desiderare un figlio adottare un bambino. L’integrazione come risorsa metodologica, Armando, Roma, 2022, 159 p.
L’adozione di un bambino è una scelta complessa ed articolata che inizia dal desiderio di prendersi cura di un figlio nato da altri. Le autrici, un’assistente sociale e una psicologa psicoterapeuta che quotidianamente sono a contatto con questa realtà, hanno riflettuto su quale ruolo possano svolgere i servizi per sostenere le famiglie adottive. Hanno cercato di dare voce a tutti i protagonisti dell’adozione: i genitori, i bambini, gli operatori, gli insegnanti e gli educatori delle case-famiglia, proponendo una chiave di lettura in cui ognuno possa ritrovare un terreno di confronto e trasformare le peculiarità in risorse. Si faccia riferimento in particolare al paragrafo “Il gruppo come risorsa; una proposta metodologica” del cap. II. Si veda inoltre il volume  di Daria Vettori, Massimo Maini, Essere adolescenti adottati. Teorie e tecniche per la conduzione di gruppi, Franco Angeli, Milano, 2020, 113 p. (Coll- Bibl-: 19305) e gli articoli: Maria Gloria Gleijeses, Annamaria Scapicchio, Un’esperienza clinica di gruppo con genitori adottivi di bambini vittime di Esperienze Sfavorevoli Infantili, in Maltrattamento e abuso all’infanzia, n. 3 (nov. 2018), vol. 20, pp. 115-126; Michela Di Fratta e Paolo Valerio, Osservare, raccontare, condividere l’adozione: il counseling psicodinamico di gruppo nei servizi sociosanitari, in Counseling, n.2 (giu. 2018) – on line, pp. 1-18 e il contributo di Angela Sordano “La funzione triadica del conduttore nei gruppi con genitori adottivi. Una risposta operativa ad un cambio di paradigma nell’adozione” all’interno dell’articolo a cura di Monica Dondoni, Relazioni e sviluppo della persona, in Narrare i gruppi, n. 2 (dic. 2018) – on line, vol. 13, pp. 131-298
Collocazione Biblioteca: 19560

NASilvia Formentin … [et al.], L’ avvio di un nuovo gruppo terapeutico per giovani in relazione problematica con l’alcol: la realizzazione di un evento inaugurale alle origini dello spazio mente-gruppo, in Alcologia, n. 49 (2022) – on line, pp. 57-70
L’articolo descrive e analizza l’avvio di un nuovo gruppo terapeutico per giovani pazienti del Serd con problemi di alcol, che si intreccia con i primi passi del costituirsi di una nuova equipe terapeutica dedicata alle problematiche relative all’alcol. Gli autori propongono una riflessione sull’evento inaugurale di questa iniziativa, ne descrivono il setting e commentano la dinamica osservata lungo le sue tre sessioni, per mettere in luce gli aspetti che delineano la nascita di un pensiero comune all’interno di una nuova realtà gruppale. Il pensiero nato nel gruppo verrà successivamente connesso con alcune riflessioni teoriche relative al rapporto tra alcol e giovani e verrà discussa l’importanza della co-partecipazione di pazienti ed equipe curante verso il formarsi di una mente-gruppo comune. Interessante anche l’articolo di Vincenzo Palmieri, Laura Rosi, Non è mai troppo presto: Dieci anni di lavoro con i giovani tossicodipendenti in regime ambulatoriale, in Dal fare al dire, a. 29, n. speciale (2020), pp. 41-51 e, più in generale l’articolo di Pietro Algisi, Terapia di gruppo: il setting gruppale nel trattamento delle dipendenze, in Mission, a. 14, n. 51 (mar. 2019), pp. 51-58 e il testo di Mary Marden Velasquez … [et al.], Terapia di gruppo per abuso di sostanze. Manuale per un percorso a stadi, Il Mulino, Bologna, 2018, 366 p. (Coll. Bibl.: 18342).

Ginetta Fusi … [et al.], Madri e spose di alcolisti: amorevoli carceriere o avide salvatrici?, in Alcologia, n. 48 (2022) – on line, pp. 54-59
L’articolo descrive l’esperienza del Centro Alcologico UFS SERD C Firenze, che ha adottato un programma strutturato parallelo per la presa in carico dei familiari delle persone dipendenti dall’alcol. La presa in carico prevede l’accoglienza, l’ascolto, la valutazione di possibili comportamenti alternativi e l’eventuale invio ad approfondimenti specialistici. Lo scopo è svelare i bisogni o le emozioni individuali che vengono soppressi o soffocati dalla cura dell’alcolista. In particolare, l’articolo si focalizza su un’esperienza gruppale effettuata nel 2021, dove le sessioni erano polarizzate su storie tratte dalla letteratura contemporanea o mitologica. Per le donne familiari, riconoscersi nelle esperienze altrui ha rappresentato il primo passo per portare un cambiamento nella propria vita.

A cura di Amelia Fiorin, Daniela Capitanucci, Manuale operativo di presa in carico clinica nel disturbo da gioco d’azzardo, Publiedit, Cuneo; Roma, 2022, 426 p.
Il Manuale mira a recuperare e mettere a disposizione modelli competenti e consolidati, buone prassi operative dettate dall’esperienza e dalla ricerca internazionale, in un percorso guidato rivolto ai professionisti per supportarli a muoversi nella complessità della presa in carico del paziente con Disturbo da Gioco d’Azzardo. Si consultino in particolare il cap. V – La presa in carico del giocatore: gli interventi di gruppo e il cap. VIII – Gli interventi di prevenzione nella popolazione adolescenziale. Sul tema sono disponibili inoltre sulla rivista Alcologia, l’articolo di  Ginetta Fusi e Adriana Iozzi, Il gruppo per persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) e i loro familiari, n. 37 (2019) – on line, pp. 71-75 e quello di  Lucia Coco e Piero Picchietti, Il gruppo multicoppiale per il disturbo da gioco d’azzardo, in. 39 (2020) – on line, pp. 64-68
Collocazione Biblioteca: 19449

maleAngelo Antonio Moroni, Il male in adolescenza, Gruppo e setting nella cura psicoanalitica dell’adolescente delinquente, Alpes, Roma, 2022, 131 p.
Il volume esplora, da una prospettiva psicoanalitica, le interconnessioni tra individuo, gruppo e setting terapeutico nel trattamento psicoterapico dell’adolescente cosiddetto “deviante”. L’adolescenza è un periodo dell’esistenza umana che può diventare esiziale per l’individuo, ma può anche e soprattutto essere un’occasione di elaborazione di aspetti infantili che il soggetto ha sperimentato traumaticamente nel suo passato. In molti casi cosiddetti “sociali” che presentano comportamenti delinquenziali, i genitori non sono presenti, o a loro volta in carcere, o deceduti in circostanze drammatiche: tutti aspetti che generano traumi cumulativi che per un adolescente è molto difficile affrontare. In questi casi sono la “comunità” socio educativa e/o terapeutica a diventare la “casa”, e il gruppo a diventare il luogo della gestazione emotiva di una nuova rinascita psicologica per questo tipo di giovane. Un adolescente che, molto spesso, ha cercato di curare le propri ferite traumatiche e le sue profonda deprivazioni attraverso l’azione “difensiva” del commettere reati, a volte anche gravi.
Collocazione Biblioteca: 19597

A cura di Marino De Crescente, Gruppi che curano, gruppi che ammalano. Realtà e immaginario del gruppo della Comunità Terapeutica, Alpes, Roma, 2021,93 p.
Il volume trae origine dalla giornata di studio del ciclo di incontri annuali di Montefiascone organizzati dall’associazione Mito&Realtà, quest’anno inevitabilmente legato all’attualità dell’emergenza Covid 19. É risaputo che l’immaginario diffuso sulle comunità terapeutiche è vittima di una estrema polarizzazione. Da un lato queste vengono spesso idealizzate da chi opera al loro interno e dall’ambiente sociale che le vede come istituzioni salvifiche o finanche come paradisi ideali, in grado di proporre un’ingegneria sociale utopica, impensabile altrove. Dall’altro esse vengono viste come luoghi che ripropongono inevitabilmente processi di istituzionalizzazione e conseguente cronicizzazione e da cui è bene star lontani. Naturalmente questa contrapposizione non fa giustizia della estrema complessità del mondo delle comunità terapeutiche e dell’ampia diversità delle esperienze e dei differenti metodi utilizzati, irriducibili ad un unicum: non tiene in debita considerazione che le comunità sono micro organismi sociali e in quanto tali soggetti a auspicabili cambiamenti continui che ne definiscono la natura dinamica e la vitalità. Si suggerisce anche la consultazione delparagrafo IV.1 della II parte: Il primato del gruppo in comunità e la parte III: La comunità e il territorio nel volume di Maurizio Coletti e Leopoldo Grosso, La comunità terapeutica per persone tossicodipendenti, 2. ed., Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2022, 461 p. (Coll. Bibl.: 19434)
Collocazione Biblioteca: 19612

Alessandra Capani… [et al.], Zattera o astronave? Un’indagine sui gruppi terapeutici online durante la pandemia Covid-19, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, pp. 136-153
Questo articolo si propone di illustrare un’esperienza di gruppi terapeutici online nell’ambito della salute mentale durante il lockdown della prima ondata della pandemia Covid-19. Attraverso un questionario pensato e costruito appositamente per comprendere le interazioni e le emozioni sperimentate durante questi mesi in un setting gruppale alternativo al consueto, intende esplorare i vissuti di tre differenti gruppi di pazienti e degli operatori che li hanno affiancati, al fine di dare un contributo alla comprensione e al dibattito sui limiti e le potenzialità di un contesto terapeutico online. Prosecuzione di un precedente lavoro riguardante i medesimi pazienti (coll. Bibl.: 3584E), questo articolo si prefigge di approfondire il dibattito scientifico iniziato antecedentemente su questo setting gruppale. Nel medesimo numero della rivista segnaliamo anche l’articolo di Bianca Gallo, Noi e la pandemia, pp. 201-206e quello di Stefania Bisagni, Alice Martini, Angelo Silvestri, Chat-based Group Psychotherapy: l’inizio della nostra avventura nel cyberspazio, pp. 154-168. Si consultino inoltre gli articoli Alessandra Capani, I gruppi terapeutici nell’istituzione durante l’emergenza sanitaria: dall’accampamento sul web alla costruzione di una stanza comune, in Gli Argonauti, a. 32, n 162 (2020) – on line, pp. 99-108 e di Tiziana Cassese, Paola Lattanzio, Ambulatorio “On-line” in emergenza Covid-19, in Dal fare al dire, a. 29, n. speciale (2020), pp. 16-21

adolescentiA cura di Cinzia Carnevali, Paola Masoni, Daniela Marangoni, Adolescenti oggi. Multidimensionalità dei fattori terapeutici: clinica psicoanalitica ed estensione a Gruppi e Istituzioni, Alpes, Roma, 2021, 254 p.
Le autrici, psicoanaliste, presentano una raccolta di articoli ed esperienze psicoanalitiche con cui intendono dare attenzione al benessere e al malessere degli adolescenti e dei loro genitori. Si propongono di riconoscere e valorizzare la relazione analitica tra adolescente e terapeuta, sia negli aspetti inter-psichici che intrapsichici, integrando le diverse componenti del gruppo familiare e del gruppo Istituzionale, quando l’adolescente sia seguito anche dai Servizi territoriali. Sottolineano l’importanza della trasformazione del setting terapeutico perché sia in grado di accogliere anche famiglia e gruppo. L’ascolto psicoanalitico, l’attività di rêverie, l’attenzione al controtransfert ed ai processi inconsci, possono generare un feedback verso il conosciuto non pensato, a rendere dicibile l’indicibile e a poter narrare con fiducia traumi psichici riguardanti anche la trasmissione transgenerazionale producendo trasformazioni identitarie, all’immagine di sé e alla qualità degli oggetti interni.
Collocazione Biblioteca: 19602

Marsha Linehan, Una vita degna di essere vissuta, Raffaello Cortina, Milano, 2021, p. 414
Mettendosi coraggiosamente a nudo, Marsha Linhean, la psicologa che ha sviluppato la Dialectical Behavior Therapy, rivela qui la sua “discesa all’inferno” con la malattia mentale e poi la straordinaria ascesa nel lavoro di ricerca e nell’accademia. Durante l’adolescenza, Marsha è entrata in una terribile spirale che l’ha portata a manifestare tendenze suicidarie ma, dopo alcuni anni bui in un istituto psichiatrico, grazie alla sua tenacia è riuscita a iscriversi all’università e a specializzarsi in terapia comportamentale. Gli anni Ottanta hanno segnato la svolta decisiva con lo sviluppo della Dialectical Behavior Therapy, un approccio terapeutico che combina l’accettazione di sé e la capacità di innescare un cambiamento, diventato un trattamento d’elezione per il disturbo borderline di personalità. Nel corso della sua carriera scientifica Marsha Linehan è rimasta una donna di profonda spiritualità. La sua è una storia di fede e perseveranza.
Collocazione Biblioteca: 19398

Sara Travaglione, Letizia Cavalli, David Vagni, Uniche come me. Terapia cognitivo-comportamentale per ragazze nello spettro autistico, Edra, Milano, 2021, 218 p.
L’aumento del numero di adolescenti con diagnosi dello Spettro Autistico (ASD) di grado lieve o Sindrome di Asperger rende necessaria un’attenzione mirata e una presa in carico specifica. Il testo propone un protocollo d’intervento di gruppo, applicabile dai professionisti e utilizzabile anche singolarmente e da remoto, per ragazze adolescenti dagli 11 ai 19 anni. Il protocollo, nato dall’esperienza di CuoreMenteLab, è corredato da approfondite spiegazioni teoriche, test per misurare i progressi, schede di lavoro e oltre cento esercizi e attività. La suddivisione in 16 sessioni guida le adolescenti attraverso la costruzione del senso di identità, la comunicazione e la scoperta delle proprie caratteristiche autistiche. Le accompagna nell’esplorazione e nella gestione delle emozioni e le aiuta a costruire abilità nell’ambito della comunicazione assertiva, della Teoria della Mente e della socialità. Due capitoli aggiuntivi sono dedicati all’identità sessuale e alla comunicazione su Internet. Il percorso di questo protocollo insegna alle adolescenti a interagire ma anche a rispettarsi ed essere sé stesse, portandole alla scoperta della loro unicità nella neurodiversità. Sara Travaglione è Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, Letizia Cavalli è Psicologa, laureata in Psicologia Clinica e di Comunità; David Vagni è: Dottore in Fisica e in Psicologia.
Collocazione Biblioteca: 18855

animeSilvia Torresin, Anime altre. Psicoterapia e migrazione, Mimesis, Milano ; Udine, 2021, 88 p.
L’autrice, psicologa e psicoterapeuta, specializzata in etnopsichiatria e gruppoanalisi, si domanda come fare psicoterapia con uomini e donne dall’identità segnata a fondo dai contesti culturali, sociali, politici dei paesi di provenienza e dalle tensioni e dalla violenza presenti in ogni percorso migratorio. Ascoltando e curando queste anime altre, lo psicoterapeuta riflette necessariamente sulle reazioni che le sue visioni della patologia suscitano in questi nuovi pazienti. Di riflesso, analizza le proprie reazioni inconsapevoli alle culture e al dolore dell’altro. Attraverso una raccolta di casi clinici, pratiche terapeutiche di gruppo, esperienze di supervisione con mediatori culturali e operatori dell’accoglienza, questo libro si propone come un primo orientamento per psicoterapeuti e per chiunque altro, per passione o professione, frequenti oggi la frontiera violenta e ospitale dell’incontro con chi arriva da lontano. Si segnala in particolare il cap. 3: Gruppi che curano: un percorso con i rifugiati siriani.
Collocazione Biblioteca: 18908

Giuliano Cuntò, Paolo Peretti, Angelo Pulini, Terapia di gruppo con zoom. Un intervento del centro pre serale “Libera il tempo”, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 27 – 35
In questo articolo viene presentato l’intervento di terapia di gruppo on-line, effettuato dagli operatori del centro pre-serale, “Libera il tempo”, attuato dal Dipartimento per le dipendenze Città di Torino in collaborazione con la cooperativa “G. Frassati”. Il progetto, nato nel 2006, è rivolto a dipendenti da alcol, droghe e/o gioco d’azzardo che per la loro patologia hanno compromesso la maggior parte delle relazioni amicali e familiari; ha la finalità di far riflettere i pazienti sulle loro modalità relazionali, apprendendo dall’esperienza emotiva e di offrire loro nuove modalità di contatto e relazione. Durante la pandemia le attività in presenza sono state sospese e la terapia di gruppo si è svolta on line, dimostrando anche nell’emergenza la sua efficacia nell’aiutare a gestire le emozioni.

Hun Millard … [et al.], Inpatient Milieu Therapy: Considerations for Adolescent and Transitional Age Youth, in Adolescent Psychiatry, vol. 10, n. 1 (apr. 2020) – on line, pp. 7-16
Il ruolo della terapia ambientale nel trattamento dei pazienti ospedalieri è diventato più rilevante per il cambiamento nel panorama dell’assistenza ospedaliera, con una minore durata della degenza, maggiore condizione acuta dei pazienti e rapidi avvicendamenti. La moderna unità di degenza promuove meno la psicoterapia individuale con lo psichiatra o il terapista e  più il trattamento con terapia ambientale e di gruppo. Gli autori analizzano alcune strutture di base per il trattamento ambientale nelle unità di assistenza acuta che lavorano con adolescenti e giovani dell’età di passaggio (transitional age youth = TAY), allo scopo di elaborare considerazioni cliniche sulla terapia ambientale e offrire spunti per l’attuazione nella pratica clinica.

emdrA cura di Giada Maslovaric, EMDR di gruppo. Insieme verso il BenEssere. Protocolli di intervento, ApertaMenteWeb, Roma, 2020, 414 p.
La curatrice, psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice degli interventi clinici per l’Associazione EMDR Italia (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) durante disastri naturali ed emergenze, presenta l’applicazione di gruppo di questa terapia, utile per il trattamento di disturbi causati da eventi stressanti o traumatici. Nella prima parte del volume vengono descritte le fondamenta del protocollo di gruppo, con riflessioni e schede di lavoro per orientare il clinico, a cui si rivolge. La seconda parte è dedicata alle declinazioni dell’EMDR di gruppo nelle diverse fasce d’età, mentre la terza approfondisce l’utilizzo della terapia nel gruppo famiglia su traumi specifici. La quarta parte è dedicata ai contesti emergenziali, con i contributi di diversi autori che hanno partecipato agli interventi di supporto, ad esempio, per gli operatori sanitari in occasione della pandemia di Covid-19, nei centri di accoglienza per migranti, ai minori orfani siriani. Infine, la quinta parte esplora alcune potenzialità di applicazione della terapia con gruppi omogenei di pazienti, ad esempio oncologici, carcerati, colleghi di una persona suicida, o persone con dipendenze patologiche. Si consulti anche il testo di Claudia Herbert, Fabrizio Didonna, Capire e superare il trauma. Guida per comprendere e fronteggiare i traumi psichici, Erickson, Trento, 2020, 196 p. (Coll. Bibl.: 19240).
Collocazione Biblioteca: 18707

Nadia Tralli, Come lavorare con famiglie multiproblematiche? L’approccio multifamiliare come proposta educativa, in Animazione Sociale, n. 2/325 (2019), pp. 37-49
L’articolo racconta come la terapia multifamiliare di gruppo ha dato risultati su quelle famiglie così definite “multiproblematiche” che agli occhi dei professionisti parevano impossibili da cambiare. Le famiglie coinvolte nel gruppo in realtà, confrontandosi su problemi simili, imparano le une dalle altre e riescono ad aiutarsi reciprocamente per trovare nuove soluzioni, condividendo idee e offrendo feedback.

A cura di Francesca Natascia Vasta, Salvatore Gullo, Raffaella Girelli, Psicoterapia psicodinamica di gruppo e ricerca empirica. Una guida per il clinico, Alpes, Roma, 2019, 213 p.
Il testo rappresenta un primo tentativo di fornire delle indicazioni utili al lavoro clinico coniugato con la ricerca empirica sui gruppi. Presenta una sintesi condivisa delle attuali conoscenze e opinioni degli esperti, frutto del lavoro sviluppato dal Network italiano per la ricerca sui gruppi. Partendo dall’iniziale riflessione sui parametri per orientarsi nella qualificazione dei dispositivi gruppali (premessa indispensabile a ogni ragionamento clinico e di ricerca), il volume descrive le fasi della vita di un gruppo psicoterapeutico, fornendo informazioni sui metodi e gli strumenti ad oggi più indicati per la selezione dei partecipanti, il monitoraggio dei processi, la valutazione degli outcomes. Questo lavoro si rivolge a professionisti e a colleghi in formazione per sostenere l’aggiornamento professionale, nonché la programmazione di nuove ricerche clinico-scientifiche.
Collocazione Biblioteca: 18500

psicoEmanuele Prosepe, Marco Piccinini, Psicoanalisi e campo gruppale. Riflessioni ferencziane, Alpes, Roma, 2019, 336 p.
Questo lavoro trae origine dalla pratica terapeutica gruppale e dalla riflessione su quali siano i fattori che la rendono possibile a contatto con le condizioni proprie dello spettro relativo agli stati limite e a quello psicotico. Partendo da un confronto fra Sigmund Freud e Sándor Ferenczi si cerca di scorgere in che modo questi e altri psicoanalisti ne abbiano posto le basi. Allo scopo di fornire un adeguato ascolto terapeutico in tale contesto si rendono necessari alcuni cambiamenti, visti attraverso una rilettura di Ferenczi e di aspetti quali identificazione, dinamiche introiettive, legame e relazione. La comprensione del gruppo può essere perciò, secondo gli autori, proficuamente ricollegata alla concezione del campo clinico proposta dall’analista ungherese. Completa il libro uno studio sui pionieri della psicoterapia gruppale: una densa ricerca che, grazie a documenti di difficile reperimento, ha permesso un punto di vista privilegiato. Il continuo dialogo fra clinica e teoria si è così dimostrato costituire un terreno dal quale può svilupparsi una fertile riflessione sul lavoro terapeutico gruppale e sulla sofferenza psichica.         
Collocazione Biblioteca: 18499

Ivan Urlic, Miriam Berger, Avi Berman, Vittime, vendetta e perdono. Trattamento del trauma individuale e collettivo, Edra, Milano, 2019, 334 p.
Gli esiti traumatici del rapporto vittima-carnefice e la costruzione di percorsi che, attraverso la dimensione laica del perdono, consentano alla vittima di recuperare un accettabile equilibrio delle emozioni e dei comportamenti costituiscono il filo rosso di questo volume, che coniuga teoria e pratica clinica, in un ambito che sfida continuamente la capacità degli operatori di essere d’aiuto in modo efficace. Vengono presi in considerazione in particolare i traumi collettivi, nei quali i ruoli di vittima e di carnefice sono svolti da intere popolazioni o da parti di esse, tenendo presente anche l’aspetto della trasmissione intergenerazionale del trauma. Si evidenzia come il desiderio di vendetta, pur rappresentando un passaggio ineliminabile e legittimo del percorso di elaborazione del trauma, metta a rischio il ritorno a una condizione psichica adeguata. In continuità con l’eziopatogenesi di queste condizioni traumatiche, il gruppo psicodinamico è proposto come strumento terapeutico privilegiato e a tal fine vengono presentati casi clinici che ne descrivono il funzionamento ed esemplificano l’efficacia dell’approccio degli autori.
Collocazione Biblioteca: 19109

C. Amato … [et. al.], L’importanza dell’utilizzo della prassi gruppale in ambito riabilitativo, in Caleidoscopio relazionale, n. 8 (ott. 2018), pp. 121-137
Il lavoro si propone di constatare l’utilità della prassi gruppale in campo riabilitativo, dimostrando quanto la terapia di gruppo a orientamento analitico in tale ambito consenta ai pazienti di vivere un’esperienza emotiva, affettiva e cognitiva che, oltre a riparare il passato e compensare i deficit evolutivi, incrementa l’area relazionale e comunicativa. Omogeneità ed eterogeneità gruppale, infusione di speranza, riepilogo correttivo, tecniche di socializzazione, comportamento imitativo: a intrecciare tutti questi elementi pratici e terapeutici è la ‘relazione’. Nel gruppo terapeutico si assiste a un decentramento dell’egocentrismo e si sperimenta l’importanza dell’impegno con sé stessi a partire da quello con gli altri. Si giunge pertanto alla conclusione che la prassi gruppale in ambito riabilitativo si rivela come una risorsa istituzionale ineludibile ed efficace per fronteggiare le molteplici difficoltà e i bisogni del paziente psichiatrico, il quale necessita di essere reintegrato nella società. La terapia permetterà al paziente di sentirsi accolto in un area relazionale, che lo porterà al rinforzo e sviluppo delle sue abilità fragili.

I gruppi di psicodramma, arte terapie, tecniche psicocorporee, pet therapy

arteMimma Della Cagnoletta, Donatella Mondino, Isabella Bolech, Arte terapia nei gruppi. Strutture, strumenti e conduzione, Carocci Faber, Roma, 2022, 158 p.
La creatività, pur essendo di natura un processo individuale, manifesta aspetti transpersonali e collettivi che rendono possibile la comunicazione, il riconoscimento e la socializzazione. Il linguaggio dell’arte permette tra i partecipanti di un gruppo uno scambio che arricchisce l’esperienza di ciascuno e insegna un nuovo modo per stare insieme e collaborare. Le autrici, che hanno un’esperienza pluridecennale nella conduzione di gruppi di arte terapia in campo clinico e formativo, descrivono gli aspetti teorici della costruzione e conduzione di un gruppo accompagnandoli con numerosi esempi pratici in differenti ambiti e nelle diverse età dell’uomo, dalla prima infanzia alla terza età.
Collocazione Biblioteca: 19605

A cura di Paola Cecchetti, Mariella Colosimo, Voci dall’adolescenza. Gli studenti navigano. Un’esperienza dell’equipe psicopedagogica di Apeiron, Alpes, Roma, 2022, p.147
Il libro presenta un intervento svolto dall’equipe psicopedagogica di un liceo romano, una ricerca azione su come gli studenti dell’Istituto siano soliti relazionarsi con le nuove tecnologie. Gli strumenti metodologici usati sono l’osservazione diretta, gli acrostici e lo psicodramma.
Collocazione Biblioteca:19556

Edoardo Ercoli, Laura Gigliodoro, Lavorare come psicologo del benessere. Tecniche psicocorporee e immaginative, Edra, Milano 2021, 181 p.
Questo testo è stato pensato per psicologi e psicoterapeuti interessati a integrare il proprio approccio e la propria metodologia di lavoro con tecniche e strumenti di natura psicocorporea e immaginativa finalizzati all’esplorazione, all’emersione e rielaborazione dei vissuti della persona per accompagnarla verso il raggiungimento di uno stato di benessere. Quanto proposto nel libro può essere utilizzato sia all’interno del setting individuale con una valenza metaforica e come strumento concreto per lavorare sulla scoperta e sul potenziamento delle risorse emotive e comportamentali della persona; può essere anche utilizzato all’interno di laboratori e gruppi esperienziali, per agire sulla consapevolezza corporea e la genesi di stati di rilassamento o ricarica emotiva ed energetica. Il testo illustra in modo concreto come impostare il lavoro e il setting, specifici strumenti e tecniche per lavorare con la respirazione, il corpo e l’immaginazione, corredati di esperienze, suggerimenti ed esempi di conduzione. Gli autori sono psicologi, formatori e consulenti aziendali.
Collocazione Biblioteca: 19135

freudGiorgio Tonelli, Raffaele Calabria, Lo psicodramma freudiano. Una pratica originale per il trattamento del conflitto psichico, NeP, Roma, 2020, 223 p.
Questo volume, che raccoglie i contributi di psicoterapeuti e psicoanalisti formatisi sotto l’egida dei coniugi Lemoine, è diviso in due parti: la prima raduna testi teorici e clinici che hanno non solo l’intento di articolare la specificità dello psicodramma freudiano, ma anche di sostenere l’ipotesi che tale pratica possa avere dei risultati riconducibili sia a generici cambiamenti che a vere e proprie guarigioni. La seconda parte riunisce contributi che ne testimoniano la particolare duttilità. Si consulti inoltre l’articolo di Paola Cecchetti, Un gruppo di psicodramma freudiano transizionale in un liceo della periferia romana, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, pp. 61-69
Collocazione Biblioteca: 19497

Bernard Duez, Transferts, transformations, consistance et résistance dans le travail psychanalytique de groupe, in Gruppi, vol. 18, n. 1 (gen. – giu. 2021) – on line, pp. 76-87
L’autore presenta la possibilità di fare un lavoro terapeutico con la tecnica dello psicodramma psicoanalitico in un gruppo di ragazze adolescenti “antisociali”. Analizza in particolare uno specifico tipo di transfert nel gruppo, che egli chiama “transfert topico”, che conferisce al gruppo una dimensione onirica. È in questo modo possibile far emergere il doppio cordone ombelicale del sogno che opera nei gruppi. Questo doppio cordone ombelicale è all’origine delle resistenze nel lavoro dei gruppi, ma soprattutto delle istituzioni. Il riconoscimento di questa specificità permette un lavoro proficuo con i gruppi all’interno delle istituzioni. L’autore analizza il dispositivo della cura tradizionale a partire dalle teorizzazioni sui gruppi. Mette a confronto le loro differenze nel trattamento dei conflitti inconsci. Dall’analisi delle modalità di approccio al complesso Edipico nei gruppi, egli mostra come le due principali modalità del transfert si trovino nella dinamica esteriorità/riservatezza, che istituiscono relazioni inverse figura/sfondo nei dispositivi gruppali psicoanalitici e nella cura classica.

Daniela Barbini… [et al.], Carcere e trattamento di gruppo di detenuti con dipendenza da sostanze: l’esperienza dello psicodramma analitico abbinato al test proiettivo di personalità e alla musicoterapia, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 62-68
“Raccontiamo un’altra storia” è il nome di un gruppo formato all’interno dell’istituto penale Casa Circondariale di San Vittore a Milano. Si tratta di un percorso clinico a cui hanno aderito detenuti certificati con Disturbo da Uso di sostanze. Il progetto ha lo scopo di stimolare le persone presenti a sperimentare e raccontare le loro storie, adottando l’integrazione di diverse tecniche terapeutiche come la musicoterapia, l’uso collaborativo del test TEMAS e lo psicodramma analitico. Nell’articolo viene descritto il progetto e vengono analizzati i risultati ottenuti alla sua conclusione.

artiA cura di Glenda Pagnoncelli e Mila Sanna, Artiterapie: teorie, metodi e strumenti. Indicazioni per operatori in ambito socio-sanitario ed educativo, Franco Angeli, Milano, 2021, 200 p.
Le artiterapie sono discipline di matrice artistica impiegate in ambito educativo, riabilitativo, formativo e per la crescita personale. Non insegnano, quindi, tecniche artistiche ma le utilizzano per favorire lo sviluppo e l’espressione della persona. Il volume vuole fare chiarezza su queste attività oggi molto praticate ma ancora poco conosciute nel dettaglio delle basi scientifiche e delle molteplici applicazioni. Le quattro maggiori artiterapie sono: arteterapia, danzamovimentoterapia, musicoterapia e drammaterapia. Di ognuna vengono descritte le basi psicologiche e pedagogiche e le radici in alcuni movimenti artistici; vengono presentati i modelli più riconosciuti in Italia, confrontando aspetti comuni e specificità; vengono spiegate le varie fasi di strutturazione di un intervento (dall’analisi del bisogno fino alla restituzione finale); vengono proposti metodi di applicazione ed esercizi differenziati in base ai vari ambiti (socio-sanitario, educativo e aziendale). Chiude il volume una disamina dei percorsi formativi e del quadro normativo che regola l’attività professionale degli artiterapeuti in Italia e in altri Paesi.
Collocazione Biblioteca:19382

Deborah Fimiani, Quale lavoro con adolescenti fragili? Tra percorsi di gruppo e incontri con i genitori, in Animazione Sociale, n. 5/337 (2020), pp. 24-34
L’autrice, psicoterapeuta, presenta le riflessioni sul lavoro del Centro clinico “Percorsi creativi” di Palermo, dove si lavora con adolescenti che presentano disturbi psicologici medio-gravi, di solito indicati come disturbi della personalità. Il Centro propone un lavoro a carattere psicodinamico con interventi di gruppo, terapie espressive attraverso le artiterapie, colloqui psicoterapici con i pazienti e i famigliari, psicoterapia di gruppo con gli adolescenti, gruppo di confronto con i genitori.

Luciana La Stella, Psicodramma analitico. Incontro con Marie Eve Gardère, NeP, Roma, 2020, 301 p.
Il volume si propone di ripercorrere le radici della nascita dello psicodramma considerando l’approccio di Marie Eve Gardère, psicologa-psicoterapeuta che ne ha messo in evidenza l’adattabilità a situazioni sociali e professionali diverse. Contiene anche alcune interviste che Gardère ha condotto a studiosi testimoni della contemporaneità.
Collocazione Biblioteca:19379

riabMaria Grazia Letizia e Stefano Soriani, Riabilitazione psicosociale in età evolutiva. Dalla musicoterapia alla co-terapia con animali: progetti, setting esperienze, Erickson, Trento, 2020, 244 p.
Le esperienze illustrate nel presente libro – raccolte in ventisei anni di attività nell’organizzazione dei servizi di assistenza alla persona e in un centro di laboratori per la riabilitazione di bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico, disturbi dello sviluppo neuro-psicomotorio, sindrome di Down e deficit dell’udito e della vista – mostrano come gli interventi assistiti con gli animali (IAA) si inseriscano a pieno titolo in una cultura dei servizi alla persona in cui va diffondendosi un approccio inclusivo. Offrendo suggerimenti metodologici e organizzativi e documentando gli effetti dell’intervento terapeutico, il volume vuole essere una guida per gli psicologi interessati alla psicoterapia in età evolutiva e anche per tutti coloro che lavorano nel campo dell’assistenza. Si rivolge inoltre alle famiglie, che da questi esempi di «buone prassi» saranno incoraggiate a esprimere il proprio bisogno d’attenzione e di cura.
Collocazione Biblioteca: 18655

Luciano Quaia, L’autobiografia nei servizi residenziali. Condurre i laboratori di gruppo. Metodi, consigli pratici, strumenti, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2019, 146 p.
Nella persona che invecchia il passato viene spesso considerato come tempo ormai perduto, occasione di rimpianto o nostalgia, ma anche prezioso contenitore di risposte di senso a ciò che si è stati. In ambito istituzionale il confronto con il limite si fa più serrato sul piano fisico, cognitivo e relazionale e diventa quindi essenziale supportare l’anziano nell’adattamento al nuovo contesto di vita e nella riattribuizione di un significato alla propria esistenza che, insieme, possano compensare il peso delle numerose perdite subite. Un valido strumento di intervento sociale utile a mettere in risalto il percorso di vita e a formare relazioni affettive è il laboratorio autobiografico di gruppo, spazio in cui i partecipanti, attraverso la narrazione di sé, si riscoprono e riconfermano la propria identità. Nel presente testo vengono proposte metodologie operative per la conduzione di tali laboratori: un’ampia raccolta di esercizi basati sull’uso di poesia, oggetti, miti, letteratura, luoghi e storie fantastiche quali mediatori per raccontarsi saranno particolarmente efficaci per gli operatori che, all’interno di una struttura residenziale, desiderino avvicinarsi alla memoria e ai ricordi delle persone assistite.
Collocazione Biblioteca:19152

Stefano Padoan, Invito alla festa. Facilitare i gruppi con lo psicodramma, Alpes, Roma, 2019, 147 p.
Questo manuale presenta in modo completo l’approccio estetico-relazionale per i facilitatori di gruppi di psicodramma. Lo psicodramma estetico-relazionale è una pratica consulenziale ideata dall’autore per promuovere relazioni positive e generative nei gruppi attraverso l’uso della messa in scena teatrale dei vissuti personali e l’utilizzo creativo dello (s)mascheramento, del lavoro somatico sui gesti spontanei, dell’uso estetico delle forme e delle immagini. Il manuale fornisce un chiaro inquadramento metodologico ed indicazioni operative per condurre gruppi di psicodramma in vari ambiti di intervento. Dopo una prima parte introduttiva al linguaggio espressivo dello psicodramma viene descritta la metodologia, il ruolo del facilitatore e le più importanti strategie registiche per la conduzione del gruppo, concludendo infine con la descrizione di esperienze di applicazione dell’approccio estetico-relazionale nella facilitazione aziendale, nella formazione sanitaria e nella clinica.
Collocazione Biblioteca:18631

aftercareMauro Cibin, Cristiano Chiamulera, Aftercare & Post-prevention nelle Addiction. Verso il benessere. I manuali professionali, Publiedit, Cuneo, 2019, 298 p.
Questo Manuale descrive e analizza la tematica del “benessere” nel senso piú ampio del termine, introducendo vecchi e nuovi concetti ora arricchiti dai risultati dei piú recenti studi che investono, dunque, ogni persona nel suo insieme secondo un approccio che oggigiorno possiamo definire “olistico”. La proposta si delinea innovativa non soltanto per l’aspetto scientifico e strutturato dei complessi temi affrontati (alimentazione, attivitá fisica, mindfulness, abitudini, ambiente ecc.) ma anche per l’applicazione di un insieme cosí vasto di prospettive alla cura delle Addiction e, nello specifico, nella fase importante e cruciale in cui si trova una persona che é “costretto” a smettere. Il mantenersi astinenti e il rischio di ricaduta divengono dunque elementi importanti a cui il manuale dá il giusto rilievo, proponendo strategie terapeutiche complete anche a fianco, se non addirittura a supporto, degli interventi classici e giá noti agli operatori del settore ma finalizzate, ad ogni buon conto, all’Aftercare e alla Post-Prevantion. Sono descritte, accanto all’uso di farmaci e integratori, anche tecniche quali la mindfulness, lo Yoga e pratiche contemplative basate sul movimento, la narrazione, il metodo dei 12 passi.
Collocazione Biblioteca: 18940

Corinne Gal, Lo psicodramma. Un’esperienza forte quanto la vita stessa, Tecniche Nuove, Milano, 2018, 232 p.
Come aiutare le persone che vivono momenti di grande difficoltà ad affrontare la realtà? Come ridare a coloro che soffrono di disturbi psichici una possibilità di aprirsi alla vita? Lo psicodramma, ossia la drammatizzazione a scopo terapeutico di una situazione o di un problema di uno dei partecipanti al gruppo, è un metodo elaborato a scopo psicoterapeutico da Jacob Levy Moreno, appassionato di teatro e fondatore della psicoterapia di gruppo, liberando nell’individuo la sua autenticità. Lo psicodramma è una tecnica vivace, originale che si basa sul gioco e sul confronto in gruppo e coinvolge la spontaneità, la creatività e la partecipazione altrui. È un approccio unico che si avvale del concorso degli altri per superare determinate paure e tentare di sfuggire al dolore. In questo libro l’autrice, psicologa clinica e psicodrammatista francese, avvicina il lettore al suo lavoro con i pazienti, svelando così una diversa possibilità di cura.
Collocazione Biblioteca: 18215

I gruppi di auto aiuto

drugsWouter Vanderplasschen… [et al.], Mechanisms and mediators of addiction recovery. Special Issue, in Drugs, n. 5 (2021) – on line, pp. 385-531
Il “recovery” dalla dipendenza è un processo di cambiamento complesso, dinamico e non lineare, soprattutto rispetto al consumo di sostanze. Mentre le prime definizioni identificavano il recupero con “remissione”, “astinenza” o assenza di sintomi di dipendenza, le concettualizzazioni successive hanno anche enfatizzato l’importanza della salute, del benessere, della qualità della vita, della cittadinanza e della partecipazione sociale. Questo numero monografico è dedicato all’argomento. Tra i tanti articoli si segnala quello di Ninive von Greiff e Lisa Skogens “Recovery and identity: a five-year follow-up of persons treated in 12-step-related programs”.

Nichola Emma Jalfon Rew, Supporting the survivors. Experiences and perceptions of peer support offered to UK terrorist survivors, in International Review of Victimology, vol. 27, n. 1 (gen. 2021) – on line, pp. 63-79
Facendo riferimento ai recenti attacchi terroristici nel Regno Unito, incluso l’attacco agli spettatori del concerto di Manchester sono state condotte alcune valutazioni in merito ai vantaggi delle reti di supporto e dei gruppi di supporto online creati direttamente dalle persone colpite dagli attacchi terroristici. I risultati della ricerca quantitativa, hanno esplicitato che mentre le vittime ritengono che manchi un adeguato supporto professionale, significative esperienze positive sono state ottenute attraverso supporto tra pari, in particolare tramite Internet. Questo primo studio accademico indipendente ha rilevato che questi metodi di supporto hanno avuto risonanza maggiore per le vittime e offre diverse raccomandazioni, basate sui risultati, che potrebbero migliorare in futuro il sostegno ai sopravvissuti al terrorismo.

Anna Paola Lacatena, Il misterioso (e spesso vincente) caso di alcolisti anonimi e le donne, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 52-64
Dagli ultimi dati ufficiali relativi alla popolazione in cura presso i Servizi per le Tossicodipendenze emerge che la percentuale di donne non supera il 14% dell’intera popolazione in carico. Questo non deve portare a credere che il consumo al femminile sia inferiore a quello maschile, anzi per quanto riguarda l’alcol e per diverse fasce d’età il gap va sempre più assottigliandosi. Analizzando i dati relativi alla presenza delle donne nei gruppi di Alcolisti Anonimi (A.A.) in Italia, la percentuale sale ad oltre il 30%. Questo contributo partendo dalle caratteristiche proprie di A.A. prova, fuori da ogni possibile esaustività, a formulare delle ipotesi soprattutto nell’ambito socio-culturale.

lsGiulia Avancini, Martina Sala, Tecnologie e sociale, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 5 (ott. 2021), pp. 17-27
Il Focus propone due contributi che approfondiscono il rapporto tra tecnologie e lavoro sociale, Il primo è “Auto-mutuo aiuto online. Il sostegno tra pari nel mondo virtuale” di Giulia Avancini.

Loredana Acquadro, Alessandra Daverio, Raffaella Moioli, “L’ azzardo ti azzera”, in Dal fare al dire, a. 30, n. 1 (2021), pp. 20-27
Il progetto “L’azzardo ti azzera” è stato promosso sin dal 2017 da tutti gli enti e associazioni che partecipano al tavolo GAP biellese, coordinati dal SerD. Il progetto prevedeva sportelli di ascolto, colloqui e gruppi di autoaiuto, ma negli ultimi tempi aveva visto un calo degli accessi ed è stato quindi deciso un rinnovamento. L’articolo descrive le tappe del progetto: la formazione dei volontari dei centri d’ascolto, gli interventi nelle scuole, l’indagine tra i giovani e le famiglie sulla conoscenza del fenomeno, i corsi di formazione rivolti agli anziani e l’evento di restituzione del lavoro svolto aperto al territorio.

Chiara Ferrarim, Psico Alcolisti Anonimi e Al-Anon: quale legame?, in Narrare i gruppi, vol. 15, n. 2 (dic. 2020) – on line, pp. 239-258
Dopo aver esposto storia e funzionamento degli Alcolisti Anonimi, l’articolo descrive i principali meccanismi di cambiamento del comportamento agenti nel gruppo. Si intende mostrare come gli Alcolisti Anonimi siano efficaci nel ridurre la tendenza al consumo di sostanza attraverso l’attivazione di reti sociali adattive. Si passerà a descrivere come fa-miglie supportate da gruppi di auto aiuto specifici (Al-Anon) possano essere preparate a gestire meglio la relazione con il loro caro aiutandolo nel recupero. Si rifletterà, infine, sulla sinergia possibile tra gli Alcolisti Anonimi e gli Al-Anon, mostrando l’interdipendenza dei soggetti coinvolti e la potenzialità della partecipazione attiva al proprio disagio.

Patrizia Balbinot, Gianni Testino, Introduzione del facilitatore ai gruppi di auto-mutuo-aiuto e di caregivers informali. Risultati preliminari, in Nuova alcologia, n. 42 (2020) – on line, pp. 30-37
Il trattamento dei pazienti affetti da disturbo da uso di alcol (DUA) prevede l’astensione come risultato principale, attraverso le terapie farmacologica e psicoterapica. Attualmente lo strumento più efficace per il mantenimento dell’astensione è la frequenza ai gruppi di auto-mutuo-aiuto (SHGs). Nonostante ciò, ad oggi pochi pazienti frequentano tali gruppi. Per questa ragione abbiamo deciso di introdurre il facilitatore ai gruppi di auto-mutuo- aiuto (SHGF). I risultati preliminari indicano che la presenza di tale figura ha incrementato il numero di pazienti che frequentano ed inoltre si è rilevata una riduzione del consumo alcolico. È suggestivo immaginare che un operatore sociale possa migliorare l’andamento clinico a costi presumibilmente inferiori.

alcolGiordana, Alcolismo e stigma. Una famiglia coinvolta nella giostra dell’alcolismo. La lotta per costruire Al-Anon in Italia, Youcanprint, Lecce, 2020, 157 p.
Due vite, quelle di Leonella e della figlia Laura, si legano ad un’associazione di mutuo aiuto che si occupa di alcolismo. È il periodo in cui l’Associazione sta sorgendo. Mario, il gemello di Laura, giovanissimo, è travolto da problemi di alcool e droga. Leonella e Laura cercano ogni strada per poterlo aiutare. Volutamente si alternano, nel libro, le vicende personali a quelle di Al-Anon (Associazione Familiari e Amici di Alcolisti Anonimi), divenendo inscindibili, così come è stato nella realtà. I problemi verranno superati grazie ai principi-guida postulati dall’Associazione stessa. Giordana è una giornalista e fotografa.
Collocazione Biblioteca: 19361

Silvia Caccia, Le nuove forme di sostegno reciproco online. Una riflessione sulle potenzialità dei gruppi di auto/mutuo aiuto virtuali, in Lavoro sociale, vol. 20, n. 4 (ago. 2020), pp. 28-34
Grazie al web sono nate nuove forme di sostegno reciproco online. Si tratta di comunità digitali che non dipendono dal contatto face to face e che offrono ai membri l’opportunità di agire usando internet e di offrire supporto e mutuo aiuto su un’area specifica di interesse personale. Nell’articolo vengono descritte le caratteristiche di questi gruppi virtuali e le modalità di comunicazione dei loro membri. Nell’ultima parte del lavoro sono riportate le valutazioni da parte di studiosi sui pro e contro che scaturiscono dalla partecipazione a queste nuove forme di sostegno reciproco.

Monica Romano, Laura Caruso, Transgenerità come oggetto di discriminazione, in Pedagogika.it, a. 24, n.1 (gen. – mar. 2020), pp. 85-92
Razzismo, sessismo, maschilismo, omofobia, transfobia, giovanilismo ed integrismo non sono scomparsi, ma sono entrati nella clandestinità e si annidano in abitudini quotidiane e significati culturali, producendo comunque oppressione. Si faccia riferimento in particolare alla seconda parte dell’articolo, scritta da una facilitatrice di gruppi di auto-aiuto per transgender, nella quale si analizza la negazione dell’identità di genere operata da talune correnti di pensiero e vengono esposte alcune considerazioni riguardo al conflitto tra la libertà di espressione e la violazione dei diritti riconosciuti alle persone transgender.

drugChristian Baumgartner, … [et al.], “Take Care of You” – Efficacy of integrated, minimal-guidance, internet-based self-help for reducing co-occurring alcohol misuse and depression symptoms in adults. Results of a three-arm randomized controlled trial, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 225, art. 108806 (ago. 2020) – on line, pp. 1-10
Depressione e consumo dannoso di alcol sono due delle cinque principali cause di anni di vita persi per disabilità nei paesi ad alto reddito. Il trattamento integrato mirato ad entrambi allo stesso tempo è spesso considerato più complicato e difficile e pertanto più costoso. Di conseguenza, interventi integrati basati su internet potrebbero essere una valida aggiunta alle cure tradizionali. Da febbraio 2016 a marzo 2020 è stato condotto uno studio randomizzato controllato a tre bracci che ha messo a confronto l’efficacia di: (1) un intervento integrato di auto-aiuto a guida minima incentrato sull’aderenza e designato a ridurre sia il consumo di alcol che i sintomi depressivi; (2) un intervento simile designato a ridurre solo il consumo di alcol e (3) un accesso a internet come d’abitudine (IAU) come condizione di controllo. Questo studio ha documentato l’efficacia duratura del primo intervento di auto- aiuto integrato, basato interamente su internet, sviluppato per la riduzione sia del consumo di alcol che dei sintomi depressivi, negli alcolisti adulti moderatamente depressi reclutati nella popolazione generale.

Sarah Elisabeth Hetrick… [et al.], A understanding the needs of young people who engage in self-harm. Qualitative investigation, in Frontiers in Psychology, vol. 10, art. 2916 (2019) – on line, pp. 1-18
L’autolesionismo è comune e associato a esiti avversi. La ricerca sui fattori di rischio per l’autolesionismo ha fornito informazioni sugli interventi clinici da fornire ai giovani che praticano l’autolesionismo. Manca però una comprensione approfondita di quali potrebbero essere i fattori scatenanti, anche nei giovani trattati con un intervento clinico. Questo studio qualitativo ha coinvolto sette giovani autolesionisti in interviste semi-strutturate sui fattori immediati che scatenano il bisogno di autolesionismo e sulle strategie utili per gestire questo bisogno. Questa ricerca si aggiunge alla letteratura sulle strategie di auto-aiuto per supportare i giovani nei momenti in cui stanno vivendo emozioni angoscianti, si sentono isolati e hanno un bisogno di autolesionismo, fornendo importanti spunti per la prevenzione e l’intervento.

Patrizia Balbinot … [et al.], Associazioni di Auto-Aiuto e disturbi da uso di alcol, in Alcologia, n.36 (2019) – on line, pp. 23-33
L’efficacia dei gruppi di auto-mutuo-aiuto è ben dimostrata. In caso di costante frequenza i risultati clinici sono significativamente superiori a breve e lungo termine. I professionisti della salute hanno il dovere di segnalare tali realtà e lo sviluppo dei gruppi di auto aiuto deve essere interpretato come un parametro di qualità dei servizi. L’azione dei gruppi di auto-mutuo-aiuto è accreditata in numerose raccomandazioni internazionali sia su base di consenso, sia in base alle evidenze della letteratura. Sul significato terapeutico degli approcci spirituali nella cura dei disturbi da uso di alcol e sostanze e dei comportamenti additivi vi è infatti un ampio consenso.

Lijana Gvaldaite, Promoting foster families’ self-help groups in Lithuania, in Relational social work, vol. 2, n. 2 (ott. 2018) – on line, pp. 34-49
L’articolo analizza l’esperienza dei gruppi di auto-aiuto di famiglie affidatarie in Lituania, nel contesto della riforma del sistema di assistenza all’infanzia attualmente in corso nel paese. La ricerca sull’esperienza delle famiglie affidatarie ha rivelato come i gruppi di auto-aiuto possono diventare, attraverso la condivisione delle esigenze e la comunanza, un luogo di aiuto reale per le famiglie nel prendersi cura dei bambini e possono promuovere la crescita personale di quelle famiglie, i cambiamenti positivi nelle relazioni con i famigliari e l’ambiente sociale. Le attività dei gruppi di auto-aiuto diventano uno strumento di empowerment e rappresentano importanti risorse di capitale sociale che sviluppano fiducia e rapporti sociali.

gruppiFrancesca Sacco, Gruppi di auto-mutuo aiuto, Storia, attivazione e conduzione: l’arte di aiutare e di aiutarsi, Aracne, Roma, 2019, 109 p.
Oggetto di studio del volume sono i gruppi di auto-mutuo aiuto (AMA), reputati un valido metodo di trattamento per affrontare situazioni di disagio. L’opera affronta l’origine dei gruppi AMA, offre una classificazione delle diverse figure/regole che li caratterizzano, descrive la differenza tra i gruppi vis à vis e gruppi online e conclude con una serie di interviste effettuate a testimoni privilegiati del fenomeno. Si segnala anche un paragrafo su come progettare e realizzare un gruppo AMA con una simulazione del primo incontro e accenni sull’utilizzo del training autogeno.
Collocazione Biblioteca: P0032

Fabio Folgheraiter, La logica dell’auto/mutuo aiuto. Reciprocità nel welfare societario, in Lavoro sociale, vol. 18, supplemento al n. 2 (2018) – on line, pp. 25-34
I gruppi di auto/mutuo aiuto sono esperienze ormai note, così come noti sono i benefici per chi li frequenta. Tuttavia i sistemi istituzionali di welfare, nazionali e locali, benché li riconoscano e li nominino, non puntano su tale strumento e non lo incardinano seriamente nelle pratiche ordinarie dei servizi sociali e sociosanitari. Perché questo accade? La risposta risiede nella logica stessa dell’auto/mutuo aiuto, la mutualità, che cozza contro l’impostazione ideologica di sistemi di welfare in cui l’aiuto è un processo unidirezionale «dato» dai professionisti incardinati nel sistema, in virtù della loro competenza esperta. C’è bisogno, invece, di un modello di welfare societario, intrinsecamente capace di accogliere la logica dell’auto/mutuo aiuto come fondamento, un welfare pienamente sussidiario, strutturato secondo l’idea controintuitiva della piena reciprocità.

Maria Luisa Raineri, Cosa sono le conoscenze esperenziali? Un concetto fondamentale per capire i gruppi di auto/mutuoaiuto, e non solo, in Lavoro sociale, n. 2 (apr. 2018), pp. 20-27
Il concetto di conoscenze esperenziali è estremamente importante nel lavoro di qualsiasi operatore sociale che voglia accompagnare i suoi utenti a migliorare la loro situazione. Per spiegarlo l’autrice immagina di condurre un’intervista immaginaria con una studiosa, Thomasina Borkman, che più di 40 anni fa pubblicò un primo studio in merito.

Francesca Corradini, Sosteniamoci nella fatica. L’auto/mutuoaiuto come risorsa nell’assistenza agli anziani non autosufficienti, in Lavoro Sociale, n. 1 (feb. 2018), pp. 24-29
I caregiver o i familiari di persone non autosufficienti e le stesse persone anziane possono ricavare numerosi benefici dalla partecipazione a gruppi di auto/mutuoaiuto, non ultimo il mantenere delle relazioni vitali e vitalizzanti. I partecipanti ai gruppi infatti devono affrontare una stessa problematica o vivono una medesima dolorosa condizione di vita, per cui dal dialogo e dal confronto si sviluppa il cosiddetto principio dell'”helper therapy”: ogni membro del gruppo è allo stesso tempo aiutante e aiutato.

 La supervisione

supervisioneNancy McWilliams, La supervisione. Teoria e pratica psicoanalitiche, Raffaello Cortina, Milano, 2022, p. 282
Attingendo dalla sua grande esperienza e da ampie conoscenze teoriche e di ricerca, Nancy McWilliams fornisce una nuova prospettiva sulla supervisione psicodinamica. In questo libro prende in esame il ruolo del supervisore nel promuovere le competenze cliniche del terapeuta, nel fornirgli supporto, nell’aiutarlo a formulare e verificare gli obiettivi del trattamento, nell’offrirgli chiavi di lettura di fronte a problemi etici complessi. Arricchito di suggestivi esempi clinici, il libro prende in esame sia la supervisione individuale sia quella di gruppo, dedicando particolare attenzione alla gestione delle dinamiche personali, degli equilibri di potere e delle varie forme di diversità presenti nella diade di supervisione. A chi fornisce e a chi riceve la supervisione McWilliams insegna a valorizzare questa relazione unica come risorsa di apprendimento e crescita che accompagna per tutta la vita professionale.
Collocazione Biblioteca: 19642

Maria Lucia Piga, Laura Pinna, Percorsi alternativi di supervisione dei tirocini ai tempi del Covid-19, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 2 supplemento (apr. 2022) – on line, pp. 7-15
L’articolo descrive un’esperienza di «corresponsabilità formativa» tra Università di Sassari e Ordine degli Assistenti Sociali – Regione Sardegna, per la realizzazione di tirocini per gli studenti attraverso il coinvolgimento dell’intera comunità professionale, sotto la regia dei docenti. La pandemia di Covid-19 ha comportato una ridefinizione delle modalità operative del lavoro sociale, attraverso smart working o colloqui e riunioni d’équipe in remoto. Questo ha avuto una ricaduta nella realizzazione dei tirocini curricolari per gli studenti iscritti ai corsi di laurea in Servizio Sociale, comportando una drastica limitazione o l’interruzione dei tirocini stessi, percorsi tuttavia necessari alla formazione dei futuri assistenti sociali. Le due istituzioni coinvolte ipotizzano la stesura di linee guida, al fine di mettere a modello questo esperimento formativo che ha permesso di rispondere alle limitazioni causate dalla pandemia. Si vedano inoltre in Relational social work gli articoli: Fabio Folgheraiter… [et al.], Practice placements in social work: teaching and learning through relational processes, vol. 6, n. 1 (apr. 2022) – online, pp. 1-110 ; Sharon Walker, Relational Reflection: the sound and feel of reflecting in action, thinking about how to move on, vol. 4, n. 1 (apr. 2020) – online, pp. 45-58; Francesca Corradini, Camilla Landi, Paola Limongelli, Becoming a relational social worker. Group learning in social work education: Considerations from Unconventional Practice Placements, vol. 4, n. 1 (apr. 2020) – online, pp. 15-29

Cristina Galavotti, Pandemia nelle strutture. Valutazione, promozione e supervisione, in Welfare oggi, n. 1 (gen.-mar. 2022), pp. 20-24
Durante la pandemia da Covid-19, gli operatori delle strutture residenziali si sono trovati in una situazione estremamente stressante, a gestire il peso dell’assenza relazionale tra ospiti e familiari e travolti dalla morte. L’articolo parla della “supervisione”, metodo narrativo di lavoro d’equipe in cui si discutono e rielaborano le proprie esperienze sul lavoro, come metodo utile per confrontarsi, esternare e rielaborare, secondo la logica della narrazione come terapia.

assistenteBarbara Giaconi, Loretta Bonifazi, L’assistente sociale e l’assistente sociale specialista. Manuale per l’esame di abilitazione per assistente sociale (sez.B) e assistente sociale specialista (sez.A), 4. ed., Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2022, 434 p.
Il volume si rivolge a chi intende preparare l’esame di abilitazione alla professione di Assistente sociale (sez.B) e Assistente sociale specialista (sez. A). Dopo un’introduzione sulle modalità di svolgimento dell’esame di Stato (le prove, le competenze e le conoscenze richieste) il testo passa in rassegna le principali tematiche del servizio sociale come scienza (rapporti con altre discipline, principali modelli teorici, strumenti e tecniche del lavoro sociale).Nel capitolo IV quattro paragrafi sono dedicati alla supervisione. Il testo è fornito in sola consultazione.
Collocazione Biblioteca: 19193

A cura di Giovanni Garena, Lavoro educativo e qualità anche nei tempi del Covid-19. Elementi per la costruzione di un manuale di autovalutazione di un servizio educativo territoriale, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2021, 200 p.
La pandemia da Covid-19 ha costretto i professionisti ad inventare, nel giro di pochi giorni, modi nuovi di coniugare educazione e territorio; territorio divenuto improvvisamente un non luogo, zona potenzialmente ostile e fonte di contaminazione. La distanza, spesso confusa tra fisica e sociale, è quindi divenuta una pratica indispensabile per difendersi da un nuovo misterioso male. E, fin da subito, molti educatori hanno capito che, correlati al male portato dal virus, potevano svilupparsi altri mali sociali e relazionali. L’équipe di educativa territoriale di Vides Main è tra quelle componenti della realtà dei servizi torinesi che “non hanno chiuso” e che hanno saputo inventare modi innovativi di svolgere la propria mission. Questo testo, anche rielaborando tale esperienza, propone una prospettiva di valorizzazione dell’azione dell’educatore professionale, delineando possibili coordinate (linee guida) di autovalutazione per la revisione professionale tra pari del servizio educativo mediante una specifica concreta proposta di check list. Vi si trovano inoltre elementi di riferimento dell’attuale quadro normativo rispetto all’autorizzazione, all’accreditamento e alla certificazione riguardanti politiche e interventi educativi ed un quadro teorico pedagogico di riferimento. Il curatore, Giovanni Garena, è sociologo, formatore e docente universitario ed ha maturato una lunga esperienza nei Servizi sociali.
Collocazione Biblioteca: 19148

Gloriana Rangone, Supervisionare i Servizi Tutela Minori. Spunti per un intervento efficace, in Lavoro sociale, vol. 20, supplemento al n. 6 (dic. 2020) – on line, pp. 77-89
La complessità dei temi con i quali si interfacciano i Servizi Tutela Minori è molto grande e spesso un intervento di supervisione si rende indispensabile. Ma quale supervisione? È sufficiente che un operatore sia competente sulle tematiche del maltrattamento fisico e psicologico e dell’abuso sessuale per poter svolgere un intervento di supervisione davvero efficace? O necessita di altre competenze? L’autrice, a partire dalla propria esperienza di supervisore dei Servizi Tutela Minori, si propone di addentrarsi in questo territorio spesso scarsamente esplorato per fornire spunti di riflessione utili sia ai supervisori sia ai gruppi di lavoro che usufruiscono della supervisione.

narrCristina Galavotti, Approccio narrativo e servizio sociale, Raccontare di Sé e raccontare dell’Altro. La metodologia narrativa come strumento per l’Assistente Sociale, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2019, 153 p.
Il testo introduce un nuovo strumento per il cassetto degli attrezzi dell’assistente sociale: l’approccio narrativo. L’obiettivo è ampliare le possibilità di lettura e analisi nell’attività professionale a supporto del diffuso approccio biografico, mutuato dalla ricerca qualitativa, che finora ha descritto le storie di vita delle persone che l’assistente sociale incontra nel suo lavoro, attraverso interviste semistrutturate e categorie di lettura, per cogliere nella narrativa dell’utente i significati più profondi del suo vissuto. Il servizio sociale ogni giorno incontra storie di vita nelle narrazioni degli utenti, nei documenti (relazioni, lettere, dichiarazioni), nella supervisione. L’intreccio tra la storia dell’Altro e la storia del professionista, i vissuti, le interazioni tra quotidianità e agito tecnico, trovano nuova ricchezza nell’ascolto e nella lettura dei casi complessi attraverso la narrazione. Nel libro si propone una riflessione sull’identità professionale, sulla sua costruzione e formazione, attraverso uno strumento sul quale la riflessività di servizio sociale è ancora molto fragile, offrendo riflessioni e strumenti pratici e di metodo della scrittura anche tecnica e non solo narrativa.
Collocazione Biblioteca: 19153

Fabio Olivieri, La supervisione pedagogica nel lavoro socio-educativo, in Orientamenti pedagogici, vol. 65, n. 4 (ott.-dic. 2018), pp. 643-662
Il presente contributo intende offrire una panoramica riguardo alla storia e alla funzione del dispositivo di supervisione nel lavoro sociale. In particolare, a seguito dei processi di riforma del mercato del lavoro, che hanno favorito l’ascesa delle libere professioni anche in ambito pedagogico, si è reso necessario ripensare alcune forme di intervento per la tutela della salute degli operatori in servizio. La supervisione è uno degli strumenti più idonei per rispondere a questa richiesta, ma necessita di approfondimenti ulteriori circa le sue risorse, potenzialità e limiti. Tre aspetti di cui si terrà conto nell’articolo, soprattutto in riferimento alle componenti pedagogico-educative che la denotano.

Marco Burgalassi, Cristina Tilli, La supervisione professionale nel servizio sociale: gli elementi definitori della questione e una ricognizione sulla situazione italiana, in Autonomie locali e servizi sociali, n.1 (apr. 2018), pp. 105-121
Fornisce un quadro generale della questione, presentandone i principali aspetti di natura definitoria e operativa, ricostruendo il percorso italiano del confronto scientifico sul tema negli ultimi dieci anni e riassumendo alcune evidenze fornite dalla ricerca sul campo. Inoltre, presenta i risultati di uno studio di caso condotto da assistenti sociali operanti nella Giustizia Minorile. Secondo gli autori, lo scenario nazionale è caratterizzato da una diffusione relativamente modesta degli interventi di supervisione professionale a carattere strutturato e da un crescente ricorso ad altre strategie di riflessività condivisa. Si consulti inoltre sull’argomento il testo di Laura Bini, Gloria Pieroni, Susanna Rollino, La supervisione nel servizio sociale, Carocci Faber, Roma, 2017, 165 p. (Coll. Bibl. 17895)

professioneMaurizio Tarassi, Professione: Assistente Sociale. Guida all’esperienza del tirocinio professionale del secondo anno nel corso di laurea in servizio sociale, Il mio libro self publishing, [s.l.], 2018,114 p.
Il libro è una proposta di percorso formativo di tirocinio per gli studenti universitari del secondo anno nel triennio del corso di laurea in servizio sociale. La struttura del libro segue la traccia di un modello teorico che permette di accumulare “il sapere per il fare” in una triplice ottica funzionale: funzione euristica e orientativa della prassi, funzione interpretativa e funzione esplicativa della realtà. Il testo è una guida per lo studente e un punto di osservazione per il supervisore di tirocinio che si appresta a svolgere la sua funzione didattica nel tirocinio professionale con lo studente. Gli autori sono entrambi assistenti sociali. Gli studenti universitari sono co-protagonisti della stesura del libro.
Collocazione Biblioteca: 18404

Michelangelo Grenci, Rosario Tomasetta, Appunti per una ridefinizione della supervisione, in Animazione Sociale, n. 07/321 (2018), pp. 54-63
Gli autori, entrambi psicologi, psicoterapeuti e supervisori, propongono una riflessione critica sulla pratica della supervisione in ambito sociale, educativo, clinico. Lo scopo è ripensare la supervisione nel contesto attuale di contrazione delle risorse economiche, individuarne aspetti sia positivi che negativi e infine delimitarne il campo di intervento.