senza usitaElena Ciccarello… [et al.], Senza uscita. Il disastro delle carceri, in lavialibera, n. 13 (2022), pp. 20-42
Il dossier raccoglie diversi contributi sulla situazione delle carceri italiane per proporre una riflessione sulle pene alternative, sulla giustizia riparativa e sul superamento della reclusione. Gli articoli presenti sono: 1) “Da giudice ho conosciuto l’imputato. In carcere ho conosciuto l’uomo” intervista a Bernardo Petralia di Elena Ciccarello; 2) “Prigioni discarica sociale” di Massimo Rezzi; 3) “Tutte le emergenze del carcere” di Andrea Oleandri; 4) “Bambini in carcere, un sistema da cambiare” di Natalie Sclippa; 5) “Salvate il 41 bis” intervista a Francesco Basentini di Rosita Rijtano; 6) “Il sesso non si fa né si vede”; 7) “Anche i mafiosi cambiano” intervista a Paolo Setti Carraro di Rosita Rijtano; 8) “Lo schiaffo del rimorso” di Gabriele Cruciata; 9) “Ciotti ai mafiosi: confessate”. Sullo stesso tema, in questo numero della rivista si segnalano anche gli articoli: “Costruire una nuova cultura della pena” di Luigi Ciotti; “La pena dell’anima prima che del corpo” di Francesco Remotti; “Il cinema delle terre di mezzo” intervista a Leonardo Di Costanzo di Elena Ciccarello.

Silvia Clementi, Marzia Tosi, Restorative Justice e Relational Social Work, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 6 supplemento (dic. 2021) – on line, pp. 75-95
L’articolo intende presentare l’esperienza del lavoro con i gruppi e la prima valutazione degli stessi nell’ambito di un progetto volto a promuovere reciprocità e riflessione tra gli adulti in regime di messa alla prova, prevalentemente per i reati di guida in stato di ebbrezza o di alterazione per uso di stupefacenti. Gli aspetti salienti del percorso sono l’utilizzo dell’approccio relazionale, volto a favorire il confronto tra pari all’interno della dimensione gruppale, e il coinvolgimento di soggetti chiave del territorio che possano aiutare i partecipanti a riflettere sui temi cardine affrontati, in un’ottica di giustizia di comunità.

Elisa Manunta, Dire la verità ai figli dei detenuti. Perché non si può prescindere dal racconto della verità ai propri figli, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 2 (apr. 2021), pp. 5-9
L’articolo descrive una ricerca dell’autrice in collaborazione con l’Associazione Loscarcere, che opera nella Casa Circondariale di Lodi e si occupa di assistenza sociale, orientamento lavorativo e tutela dei diritti dei detenuti. L’autrice ha raccolto il vissuto delle famiglie dei detenuti e degli operatori sociali e i loro punti di vista, per comprendere quali siano i reali bisogni dei figli degli autori di reato e individuare quali aiuti e sostegni attuare. Il principale tema emerso riguarda il racconto della verità: sapere dove si trova il proprio genitore è fondamentale per un figlio per poter creare una relazione fondata sull’autenticità e sulla fiducia.

9788829012732_0_536_0_75Valeria Verdolini, L’istituzione reietta. Spazi e dinamiche del carcere in Italia, Carocci, Roma, 2022, 247 p.
Che tipo di istituzione è il carcere? Quali funzioni svolge? Come si caratterizzano i suoi spazi? Come si compone la popolazione che lo abita e quella che lo gestisce? Quali dinamiche si attivano tra questi gruppi? Quali declinazioni specifiche ha assunto in Italia? L’autrice, ricercatrice in Sociologia generale presso l’Università di Milano-Bicocca, attraverso un’analisi dei dati (serie storiche e note osservative) e l’individuazione dei fattori più significativi che caratterizzano il carcere in Italia oggi (migrazioni, crisi economica, pandemia, conflittualità interna) intende rispondere a queste domande, provando a comprendere se possa ancora dirsi istituzione totale o, in alternativa, quali siano gli aggettivi e le funzioni che meglio lo descrivono.
Collocazione Biblioteca: 18259

Pandemia e sistema penitenziario. Tra salute e sicurezza. (Antigone, Have prisons learnt from Covid-19? How the world has reacted to the pandemic behind bars, Antigone, Roma, 2021), in RPS : La rivista delle politiche sociali , n. 1 (gen.-mar. 2021) – on line, pp. 133-162
Due gli interventi qui pubblicati nell’ambito del dibattito aperto dalla pubblicazione dell’Associazione Antigone: Pietro Buffa “Covid-19 e carcere. Senso, opportunità e opportunismi di una pandemia all’interno e intorno al sistema penitenziario”; Michele Miravalle “Tra salute e sicurezza. Cosa resta del carcere dopo la pandemia? Analisi comparata delle politiche penitenziarie nel Global North”.

Francesco Chiavarini… [et al.], Chiusi dentro, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 247 (feb. 2021), pp. 24-33
La pandemia ha peggiorato le condizioni in cui una buona parte dei detenuti in Italia sconta la propria pena. Per limitare i contagi, gli istituti di detenzione si sono isolati, chiudendo le porte a parenti, operatori e volontari e revocando le uscite lavorative, con la conseguenza che quasi tutti i detenuti hanno perso il loro lavoro, la maggior parte non può seguire le lezioni scolastiche e molti non hanno vestiti adeguati alla stagione e il necessario per la loro pulizia personale.

9788829008896_0_536_0_75Perla Arianna Allegri, Daniela Ronco, Giovanni Torrente, Le agenzie del controllo penale nel post-welfare e il trattamento degli inaffidabili, in Studi sulla questione criminale, a. 16, n. 1 (2021), pp. 7-29
L’articolo presenta i risultati di una ricerca qualitativa sulla valutazione di un progetto volto alla reintegrazione sociale di detenuti. Un campione di detenuti e uno di operatori sono stati coinvolti in attività di riabilitazione sociale, come laboratori, tirocini formativi, lavoro non retribuito, lavori di pubblica utilità. Lo studio si focalizza sui diversi punti di vista raccolti dai due gruppi, in particolare riguardo al divario tra gli obiettivi del progetto e i traguardi effettivamente raggiunti. I risultati dello studio confermano quanto noto in letteratura riguardo all’emarginazione e alla criminalizzazione degli “inaffidabili”, facendo emergere uno scenario di neutralizzazione degli indesiderati attraverso l’esclusione dal mercato del lavoro.

Elisa Ceccarelli… [et al.], Prospettive interdisciplinari e interventi di giustizia, Minorigiustizia, n. 1 (2021), pp. 5-207
Il numero monografico della rivista intende contribuire alla riflessione sulla necessità di una prospettiva interdisciplinare negli interventi di giustizia a favore di persone di età minore. In particolare, propone un confronto con discipline “altre” che da sempre concorrono a sviluppare l’ampio campo della giustizia minorile e considera le modalità di interazione tra diverse culture nelle istituzioni e nelle attività professionali per capire se e quanto riescano ad attuare una collaborazione e un’integrazione dei servizi deputati alla tutela e alla cura dei minori.

A cura di Luca Decembrotto, Adultità fragili, fine pena e percorsi inclusivi. Teorie e pratiche di reinserimento sociale, Franco Angeli, Milano, 2020, pp. 190
Il percorso tracciato in questo testo ha l’intento di descrivere lo stato dell’arte e problematizzare, da diversi punti di vista, il significato odierno dei progetti di reinserimento sociale per le persone detenute, mettendo a confronto la teoria pedagogica, sociologica e giuridica con le prassi sviluppate da enti pubblici e privati in diverse città dell’Emilia-Romagna. L’Emilia-Romagna è stata scelta come sfondo di questi ragionamenti, in quanto territorio ricco di esperienze cui attingere per sviluppare considerazioni più ampie all’interno di una attenta analisi del fenomeno locale e, pertanto, ancorate sia alle progettualità concrete, sia ai vissuti personali e collettivi. L’obiettivo complessivo del testo è quello di fornire una riflessione aggiornata e multidisciplinare per gli studenti e gli operatori del settore. Disponibile in PDF.
Collocazione Biblioteca: P0045

EwRg10eWgAM9z1uA cura di Franco Prina, Francesca Vianello, Sistema penitenziario, diritti dei detenuti, ruolo dei servizi e degli interventi sociali e sanitari, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 3 (dic. 2020), pp. 463-659
Il volume monografico della rivista raccoglie studi, ricerche e riflessioni che intrecciano le dimensioni teoriche sui principi, il senso, le funzioni della penalità nel contesto contemporaneo con quelle relative a condizioni o esperienze specifiche. Il volume è suddiviso in tre ambiti tematici: il primo guarda alle attuali condizioni di detenzione e al ruolo del carcere a fronte dei bisogni della popolazione socialmente marginale, che in misura prevalente lo abita, con una particola attenzione all’impatto che la pandemia ha avuto in riferimento ai diritti alla salute; il secondo illustra aspetti rilevanti del funzionamento dell’istituzione e anche alcune buone pratiche che indicano prospettive possibili di un parziale cambiamento della stessa; il terzo propone riflessioni ed esperienze su come l’opportunità di formazione professionale, l’attenzione specifica alla fase del fine pena e l’impegno dei servizi e sensibilità delle comunità locali possano incidere positivamente nei percorsi di reentry, soprattutto per le persone meno dotate di capitale sociale e più vulnerabili.

A cura di Ariela Casartelli, Il carcere al tempo del coronavirus, Welforum.it, Milano, 2020, 6 p.
Il 22 maggio 2020 è uscito il XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione, Il carcere al tempo del coronavirus” dell’Associazione Antigone (Coll. Bibl.: W1476) per i diritti e le garanzie nel sistema penale, presentato sui social network. L’uscita del rapporto, frutto dell’attività dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione in Italia, assume una particolare valenza in questi tempi di emergenza, in quanto le carceri sono state ulteriormente avvolte dal silenzio e le porte si sono chiuse a tutti gli accessi. L’autrice ha colto l’occasione, in prossimità dell’uscita del report, per intervistare Perla Allegri, una delle autrici del rapporto e osservatrice del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia per l’associazione Antigone ma anche ricercatrice per il laboratorio dei diritti fondamentali di Vladimiro Zagrebelsky.

Fulvio Carabellese… [et al.], Tutela della salute in carcere, durante la pandemia Covid-19, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 49, n. 4 (2020), pp. 300-304
L’impatto della pandemia Covid-19 sul sistema penitenziario rischia di determinare gravi effetti sulla salute dei detenuti e degli operatori. In Italia, uno dei paesi maggiormente colpiti in termini di contagi e mortalità, si è assistito all’applicazione di misure dirette alle strutture penitenziarie, atte al contenimento e alla gestione dei rischi per la salute e la sicurezza. L’ambiente carcerario, tuttavia, notoriamente caratterizzato da sovraffollamento e gravato da fattori di rischio specifici, rende problematico adottare misure che sono state previste per la popolazione generale. Nel presente lavoro, dopo aver fornito un inquadramento sintetico delle problematiche sanitarie in ambito detentivo, vengono discussi i dati raccolti e fornite possibili interpretazioni di potenziali utilità per la gestione a livello comunitario.

71-IubS-3RLSusanna Ronconi, Grazia Zuffa, La prigione delle donne. Idee e pratiche per i diritti, Ediesse, Roma, 2020, 206 p.
Il testo prende spunto da un progetto di ricerca-azione (Women in Transition – WIT) nelle sezioni femminili di due carceri della Toscana (Sollicciano a Firenze e Don Bosco a Lucca). Si è scelto di dare voce alle donne detenute, lavorando sui vissuti sì da ricostruire il filo dell’identità dentro/fuori del carcere. Sono stati individuati i meccanismi di inutile “sofferenza aggiuntiva” della quotidianità del carcere che più colpiscono le donne, oltre il dettato istituzionale della pena come sola privazione della libertà: cercando di scoprire le strategie per contrastarli, attraverso un confronto che ha coinvolto anche le operatrici e gli operatori. Da questa esplorazione della soggettività femminile hanno preso avvio i laboratori di self empowerment, mirati a valorizzare gli elementi di forza che le donne possono trovare in sé per fronteggiare lo scacco della detenzione; e chiamando il contesto sociale a fare la sua parte e mettere in campo risorse per poter guardare oltre il carcere. Il progetto WIT ha suggerito piste di approfondimento che il libro raccoglie: la questione della sessualità e dell’affettività dentro le mura, dall’ottica della differenza femminile; la riformabilità o meno del carcere, vista dal paradosso delle pratiche di empowerment in una istituzione totale.
Collocazione Biblioteca: 19183

Laura Pinto, Il “campo preoccupato”. Il lavoro sociale con i contesti giudiziari, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n. 1 (inverno 2020), pp. 35-38
Uno degli ambiti di lavoro che maggiormente preoccupa i professionisti del social work è il lavoro con i contesti giudiziari per la complessità e la forte responsabilità degli interventi. Lo studio qui pubblicato esamina questo particolare contesto al fine di accompagnare i professionisti nei loro delicati interventi.

Giuseppe Caputo, Carcere senza fabbrica: povertà, lavoro forzato e welfare, Pacini Giuridica, Pisa, 2020, 317 p.
La teoria e la storia della moderna penalità sono riconducibili a due letture che si presentano come antitetiche: quelle riformiste e quelle revisioniste. Il libro, attraverso una articolata genealogia storica e socio-giuridica del lavoro forzato carcerario dallo Stato liberale ad oggi, mostra come il progetto correzionalista di assimilazione del carcere alla fabbrica sia rimasto, nel caso italiano, un dogma ideologico, presente nella retorica di alcuni dei riformatori, ma non recepito nella legislazione e tantomeno nelle pratiche di governo.
Collocazione Biblioteca: 19201

 

Consultare anche le bibliografie su: carcerevittime di reato“La conduzione di gruppi di rielaborazione del reato in carcere”, sex offender.