Area povertà ed esclusione sociale

6946Cesare Bianciardi, Roberto Albano, Povertà nascoste. Il fenomeno dell’homelessness sul territorio metropolitano torinese, Liguori, Napoli, 2022, 120 p.
Gli autori, docenti dell’Università di Torino nel campo delle scienze sociali e del servizio sociale, illustrano i risultati di un percorso di ricerca sviluppato sui comuni dell’area metropolitana torinese, volto a far emergere le povertà, che essi definiscono “nascoste” nei piccoli centri abitati. Il territorio oggetto dell’indagine comprende quindi tutti i 312 comuni dell’ex Provincia, ad esclusione del capoluogo Torino. La prima parte del testo mette in luce i profili delle persone senza fissa dimora, fornisce una mappatura delle strutture e dei servizi e descrive alcune pratiche di intervento. La seconda parte affronta il tema dei sistemi informativi nei servizi socioassistenziali, indicati dagli autori come possibile via per il miglioramento delle politiche territoriali di contrasto all’emarginazione adulta. Il testo è rivolto sia agli operatori sia agli studiosi del tema delle persone senza fissa dimora. Un sunto della ricerca si trova anche online: Roberto albano, Cesare Bianciardi, L’homelessness nel territorio metropolitano torinese: conoscere per intervenire, Università degli Studi di Torino, Torino, 2022, 46 p.
Collocazione Biblioteca:  19425

Martina Locatelli, Outreach social work. Il lavoro sociale con le persone senza dimora, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 2 (apr. 2022), pp. 11-15
Il titolo dell’articolo è un’espressione che si riferisce a tutte quelle pratiche di lavoro rivolte alle persone che vivono in situazioni di rischio o di bisogno ma che difficilmente si rivolgono ai servizi per chiedere aiuto. L’articolo propone metodologie atte ad avvicinarsi ed aiutare queste persone, iniziando con l’incontro nel luogo dove si trovano, spesso per strada.

Biljana Meshkovska, Arjan E.R. Bos, Melissa Siegel, Long-term (re)integration of persons trafficked for the purpose of sexual exploitation, in International Review of Victimology, vol. 27, n. 3 (set. 2021) – on line, pp. 245-271
Questo articolo si concentra sui processi di recupero e (re)integrazione delle donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Europa. Guarda alla loro vita non solo dopo un’esperienza di tratta, ma per diversi anni dopo. Cinquantadue interviste semistrutturate e approfondite sono state condotte con fornitori di servizi, persone trafficate e famigliari delle persone trafficate. Sono stati individuati vari fattori che influenzano il processo di (re)integrazione, tuttavia, ciò che è stato identificato come particolarmente importante per la sostenibilità del processo di (re)integrazione sono state le relazioni costruite con gli operatori de servizi, le relazioni ricostruite con i famigliari esistenti o le relazioni costruite con le nuove famiglie formatesi dopo l’esperienza della tratta.

9788892139442_0_536_0_75A cura di Laura Chies, Maria Dolores Ferrara, Elena Podrecca, Le dimensioni della povertà. Aspetti economici e giuridici, Giappichelli, Torino, 2021, 285 p.
Le autrici sono docenti di Economia, Diritto del lavoro o Macroeconomia all’Università di Trieste. Il volume nasce dalla collaborazione tra le curatrici nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia avente per oggetto le tematiche del benessere e delle misure di inclusione attiva dei cittadini e delle cittadine. Questo obiettivo iniziale si è poi ampliato in occasione della preparazione di questo volume che offre una generale riflessione multidisciplinare sulle diverse dimensioni della povertà sia in ambito economico sia in ambito giuridico alla luce anche delle crisi economiche e sociali che si sono succedute nell’ultimo decennio, culminate con l’emergenza causata dalla pandemia da Sars-Cov2. I saggi danno conto delle diverse nozioni di povertà, delle parabole evolutive che ha subito questo concetto, dei problemi di misura e delle cause sottostanti, in un quadro di riferimento teorico e di politica sociale e del lavoro in cui i diversi approcci disciplinari sono unificati dall’obiettivo di individuare le più idonee misure di contrasto con particolare riguardo all’esperienza italiana.
Collocazione Biblioteca: 19158

Francesco Santanera, Lotta alla povertà e emarginazione sociale: commento al libro di Cristiano Gori, in Prospettive Assistenziali, n. 215 (lug.-set. 2021), pp. 46-55
Secondo l’autore, il professor Cristiano Gori nel suo libro “Combattere la povertà. L’Italia dalla social card al Covid-19” (Coll. Bibl.: 19165) non riconosce la realtà dei fatti. L’autore contesta con dati effettivi le affermazioni di Gori, riportando le politiche di concreta lotta alla povertà messe in atto fin dagli anni ’80.

Chiara Panciroli, Come il Poverty Aware Paradigm può guidarci? Il lavoro sociale con le persone che vivono in condizione di povertà, in Lavoro sociale, vol. 21, n. 3 (giu. 2021), pp. 5-9
L’articolo presenta il libro “Speranza Radicale” dell’accademica israeliana Michal Krumer-Nevo (Coll. Bibl.: 18875), che da oltre 30 anni studia e fa ricerca nell’ambito della povertà. Nel 2010 ha fondato un programma di formazione e sperimentazione per studenti universitari, futuri operatori sociali per sostegno a persone in difficoltà. Questo programma è servito da laboratorio per lo sviluppo dei principi teorici alla base del Poverty Aware Paradigm (PA-P), usato come paradigma di riferimento dal Ministero del welfare e dei Servizi sociali israeliani per i servizi sociali in molti enti locali presenti nel Paese. Nel libro l’autrice espone e spiega i presupposti teorici su cui si basa il paradigma e porta esempi concreti della sua applicazione pratica sul campo.

Cover-La-colpa-di-non-avere-un-tetto_webDaniela Leonardi, La colpa di non avere un tetto. Homelessness tra stigma e stereotipi, Eris, Torino, 2021, 53 p.
Daniela Leonardi racconta le persone senza dimora cercando di decostruire lo stigma e mostrare come la loro condizione sia generata non da colpe personali, ma da politiche per il diritto all’abitare insufficienti e totalmente sparite dal dibattito pubblico.
Collocazione Biblioteca: 19160

Fabio Berti, Andrea Bilotti, Andrea Valzania, La povertà alimentare in Toscana. Strumenti di contrasto e possibili ricadute sul benessere e la salute delle persone, in Salute e società, a. 20, n. 2 (2021), pp. 169-183
L’articolo analizza il legame tra la povertà alimentare e la salute a partire da una ricerca empirica sui beneficiari di interventi nazionali per combattere la povertà in Toscana. Lo scopo principale è quello di comprendere le implicazioni della povertà alimentare in termini di condizioni di salute e benessere psicofisico delle persone.

Jenna van Draanen… [et al.], Socioeconomic marginalization and opioid-related overdose. A systematic review, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 214, art. 108127 (set. 2020) – on line, pp. 1-18
L’emarginazione socioeconomica (SEM) è un fattore determinante ma sotto-esplorato dell’overdose da oppiacei, con importanti implicazioni per l’equità sanitaria e le iniziative di politiche pubbliche associate. Questa rassegna sistematica sintetizza l’evidenza riguardante il ruolo dell’emarginazione socioeconomica nell’overdose letale e non letale delle persone che fanno uso di oppiacei. Attraverso la ricerca su database elettronici, citazioni, e contattando esperti, sono stati individuati studi pubblicati fra l’1 gennaio 2000 e il 31 marzo 2018 e i dati sono stati sintetizzati usando la tecnica di raggruppamento. Gli studi inclusi contenevano variabili relative a otto fattori socioeconomici: coinvolgimento nel sistema di giustizia penale, reddito, occupazione, sostegno sociale, assicurazione sanitaria, abitazione/ mancanza di abitazione, istruzione e misure composite della condizione socioeconomica. La maggioranza degli studi hanno riscontrato associazioni nella direzione ipotizzata, secondo cui una maggiore emarginazione socioeconomica era associata a una percentuale maggiore o un aumento di probabilità del risultato di overdose misurato.

9788815283894_0_536_0_75Fondazione Emanuela Zancan, La lotta alla povertà è innovazione sociale. La lotta alla povertà. Rapporto 2020, Il Mulino, Bologna, 2020, 163 p.
Il Rapporto 2020 della Fondazione Zancan, dopo aver analizzato la dispersione delle scelte politiche e legislative, si concentra sulle pratiche generative e i loro potenziali, che si stanno diffondendo nel nostro paese per meglio collegare la lotta alla povertà all’innovazione sociale. Il Rapporto considera la lotta alla povertà “con i poveri” un investimento prioritario e fruttuoso per l’intera società.
Collocazione Biblioteca: 33R18

Maria Chiara Pedroni, Persone senza dimora e percorsi di aiuto. Esperienze di oppressione e resilienza nei casi di homelessness, in Lavoro sociale, vol. 20, n. 4 (ago. 2020), pp. 18-26
L’autrice, nel presente articolo, descrive la condizione di homelessness e le persone che la vivono. Esistono numerose espressioni che denotano questo stato: senza fissa dimora, grave emarginazione adulta, povertà estrema, vulnerabilità sociale, esclusione sociale. Viene proposto un breve approfondimento su queste definizioni e sugli interventi da parte di realtà pubbliche e private per contrastare e prevenire questo tipo di isolamento sociale.

Stefano Lepri, Cosa urge per la protezione dei fragili, in Welforum.it, Milano, 2020, 4 p.
L’autore, senatore, espone alcuni aspetti del dibattito in corso tra le forze politiche nell’ambito delle questioni sociali legate all’epidemia di Covid-19 e rispetto ai quali è impegnato con proposte normative. I temi trattati sono il sostegno alla famiglia, alla genitorialità e ai minori per contrastare l’ulteriore diffusione della povertà minorile, l’attenzione alle povertà estreme e alle persone senza fissa dimora, l’assistenza domiciliare agli anziani, i servizi erogati dal Terzo settore, il potenziamento degli organici dei servizi sociali.

X01651781Nadia Nara Rolim Lima… [et al.], People experiencing homelessness: Their potential exposure to COVID-19, in Psychiatry Reasearch, vol. 288, art. 112945 (giu. 2020) – on line, pp. 1-3
Affollamento, inquinamento, rumore, illuminazione inadeguata, mancanza di accesso a spazi verdi e altri fattori ambientali associati ai bassifondi possono esacerbare i disturbi di salute mentale, fra cui depressione, ansia, violenza, e altre espressioni di disfunzione sociale. Gli studi sono stati individuati attraverso grandi giornali a circolazione internazionale. Gli esperti dicono che le persone che dormono in ricoveri o sulla strada hanno già un’aspettativa di vita inferiore, soffrono di dipendenze, e hanno problemi sottostanti di salute che li mettono a maggiore rischio se dovessero contrarre il virus. Molte persone che vivono per strada hanno già una situazione sanitaria indebolita, tassi superiori di malattie croniche, o sistemi immunitari compromessi, che sono tutti rischi di malattie mentali, e possono avere difficoltà a riconoscere e rispondere alla minaccia di contagio. I senzatetto hanno minore accesso agli operatori della salute mentale, che potrebbero invece ordinare test diagnostici, e in caso di conferma, isolarli dagli altri, coordinandosi con i dipartimenti sanitari locali.

Jacopo Paffarini, Le occupazioni abitative tra emergenza sociale e legalità. Dai territori una risposta politica al punitivismo dello Stato, in Studi sulla questione criminale, a. 15, n. 2 (2020), pp. 11-30
L’articolo propone l’analisi di alcuni recenti episodi in cui le autorità regionali e comunali si sono opposte alle misure repressive adottate dal Governo centrale per contrastare i movimenti sviluppatisi attorno al tema delle occupazioni abitative.

Fabrizio Totis, Maria Rosaria Vaccaro, Adulti in difficoltà, in Prospettive sociali e sanitarie, a. 50, n. 1 (inverno 2020), pp. 25-29
L’articolo descrive la coprogettazione tra area adulti ed équipe educativa che ha ridisegnato nel Comune di Bergamo la Porta di accesso ai servizi sociali (Pass), un servizio di primo livello con funzioni di informazione, orientamento e segretariato professionale per cittadini italiani e stranieri. Nasce così l’Unità operativa Adulti di cui si descrive il funzionamento.

23427Équipe del Fareassieme, Homeless peer: quando la dignità si fa risorsa. Un’esperienza di inclusione e servizio alla comunità locale, in Aggiornamenti Sociali, a. 71, n. 3 (mar. 2020), pp. 227-234
Un progetto del Comune di Trento valorizza l’esperienza di persone senza dimora, coinvolgendole nella gestione di centri d’accoglienza, in biblioteca, università e altri servizi a vantaggio della comunità locale. Sono gli Hope, acronimo di Homeless Peer, e fanno della loro esperienza una risorsa per aiutare gli altri, grazie al sostegno del progetto Fareassieme. Alla base del progetto è un approccio che mira a mettere tra parentesi l’obiettivo dell’autonomia personale, spesso esasperato nella nostra società in chiave individualista, per porre in primo piano la sfida dello stare insieme al servizio della comiunità.

Maria Chiara Pedroni, Vulnerabilità: un concetto da maneggiare con cura. Una ricerca indaga i significati del termine e le implicazioni etiche e pratiche del suo utilizzo, in Lavoro sociale, vol. 20, n. 1 (feb. 2020), pp. 4-11
Il concetto di vulnerabilità influenza il modo in cui descriviamo le persone e giustifichiamo gli eventi. Un articolo pubblicato da Kate Brown sulla rivista “Ethic and Social Welfare” pubblica una rassegna della letteratura sul tema, esplorando implicazioni etiche e pratiche dell’utilizzo del termine, spesso usato dagli operatori sociali, dai servizi, dai policy-makers.

Consultare anche, all’interno di questa Bibliografia, il cap. 4: Politiche sociali, welfare e diritti  e 5: Welfare, partecipazione e lavoro di comunità.