Area salute mentale e dipendenze

prima-di-copertina-speciale-2024-sitoweb-24-01-2024__w500Serena Ferri, Presentati i dati OISED 2023 sul settore delle dipendenze patologiche. L’Osservatorio si è concentrato sull’analisi dei modelli organizzativi, sull’epidemiologia, sull’impatto giudiziario ed economico riferiti al fenomeno della dipendenza da stupefacenti e da alcol, in Dal fare al dire, a. 33, numero speciale (2024), pp. 7-11
Report sul settore delle dipendenze patologiche che presenta i dati OISED (Osservatorio per l’Impatto Socio-economico delle Dipendenze) 2023. dai dati emerge che un incremento degli investimenti ben orientato consentirebbe un risparmio maggiore grazie al contenimento dei costi sociali.

Mauro Cibin … [et al.], Il rinnovamento delle comunità terapeutiche tra cura, riabilitazione e ricerca, in MDD: Medicina delle dipendenze, a. 13, n. 52 (dic. 2023), pp. 4-59
Il numero monografico della rivista affronta il tema delle comunità terapeutiche, cercando di valorizzarne in particolare la relazione col sistema delle dipendenze nel suo complesso. S segnalano in paricolare i seguenti contributi: “Il sistema delle dipendenze alla prova del cambiamento: tra cura, riabilitazione e assistenza” di Mauro Cibin; “Le comunità terapeutiche: tra presente, passato e bisogno di futuro” di Luciano Squillaci; “Una comunità terapeutica al femminile: il progetto Frida” di Micaela Crestani; “Dalla prassi operativa alla formazione: una scuola universitaria e di perfezionamento del terzo settore” di Mario Dondi.

Livia Sanna … [et al.], Percorsi diagnostico-terapeutico-riabilitativi e assistenziali multidisciplinari individualizzati in REMS, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 17, n. 4 (2023) – on line, pp. 253-264
La Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza (REMS) è una struttura sanitaria psichiatrico-forense che accoglie pazienti psichiatrici autori di reato con una pericolosità sociale tale per cui non è possibile un percorso alternativo sul territorio. Alla luce della duplice mission della struttura di ridurre la pericolosità sociale del paziente e sostenerne il reintegro nel tessuto sociale di provenienza, gli autori propongono la formulazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali incentrati sul paziente, con carattere sia riabilitativo che forense, ad opera di equipes multidisciplinari in grado di intervenire in modo integrato e flessibile in un progetto articolato in tre fasi, diagnostica, terapeutico-riabilitativa intensiva e di licenza finale di esperimento, finalizzato all’assunzione di responsabilità e allo sviluppo di strategie alternative alla violenza. Sull’argomento si può anche leggere l’articolo di Luca Castelletti … [et al.], I luoghi della cura in psichiatria forense in Italia: aspetti terapeutici e criticità in un sistema in evoluzione, n. 2 (2023) – on line, pp. 141-152

as368Enrico Daly, La cura è una questione di democrazia. Rileggendo Franco Basaglia, in Animazione Sociale, n. 9/368 (2023), pp. 19-30
L’articolo presenta la figura di Franco Basaglia soprattutto attraverso le “Conferenze brasiliane” che rappresentano il testamento intellettuale, filosofico e spirituale dello psichiatra italiano. Ricostruiscono il senso del motivo conduttore di tutta l’azione riformatrice di colui che si propose di trasformare radicalmente la psichiatria e, di riflesso, la medicina e l’intera società. Al di là dell’impianto ideologico di un’epoca di promesse che il tempo ha rivelato essere spesso illusioni, occorre però riconoscere nel pensiero di Basaglia la presenza di riflessioni e considerazioni di notevole lungimiranza: per esempio la necessità di un rapporto di reciprocità tra medico e paziente e la richiesta che il servizio sanitario sia pubblico. Interessante anche il testo di Paolo Francesco Peloso, Ritorno a Basaglia? La deistituzionalizzazione nella psichiatria di ogni giorno, Erga, Genova, 2022, 475 pp. 8 (Coll. Bibl.: 19835).

Sonia Scalvini, Il servizio sociale nelle dipendenze, in Lavoro sociale, vol. 23, n. 1 (feb. 2023), pp. 52-54
L’articolo presenta un caso concreto di dipendenza da gioco e alcool all’interno di una famiglia, come spunto per riflessioni di metodo per affrontare il caso. Viene descritto il Servizio per le Dipendenze (Ser.D) e il primo passo operato dall’assistente sociale. Nel numero successivo della rivista (Il Servizio sociale nelle dipendenze. Quando il problema non è percepito e l’aiuto indesiderato. Parte due: verso il cambiamento, n. 2, apr. 2023, pp. 52-54) viene presentata l’evoluzione del caso.

A cura di Maria Cacioppo, Marco Terraneo, Mara Tognetti Bordogna, Alla ricerca del territorio perduto. La mappatura dinamica delle risorse, FrancoAngeli Open Access, Milano, 2023, pp. 271
Il territorio, con i soggetti attivi e interessati che ne fanno parte, sia individui sia organizzazioni, costituisce almeno a partire dalla legge 180/78 un punto di riferimento importante per l’inserimento sociale degli individui con disagio psichico. Nel tempo però tale centralità sembra essersi persa a causa di “altre urgenze e nuove problematiche” (risorse finanziarie sempre più ridotte, servizi con carenza di personale, ecc.). La mappatura dinamica delle risorse, di cui questo volume tratta, rappresenta uno strumento e l’occasione per rimettere al centro della salute mentale l’individuo con il suo disagio psichico (il paziente) e il suo territorio di appartenenza. Uno strumento, e una metodologia, pensato per attivare i pazienti, per valorizzare le loro aspirazioni, ma allo stesso tempo utile all’operatore per decentrarsi da sé e dal servizio di appartenenza. Il volume, frutto di un lavoro collettivo, ha visto impegnarsi e sperimentarsi fianco a fianco pazienti, operatori, ricercatori ed è stato pensato per tutti coloro che fanno della salute mentale il loro campo di interesse. L’obiettivo è quello di offrire uno strumento che valorizzi le potenzialità dei territori, delle sue risorse formali e informali, per una salute mentale orientata alla recovery.

12954A cura di Ilze Swanepoel … [et al.] A pre-experimental design evaluation of brief harm reduction interventions to improve coping self-efficacy of carers of people with substance use disorder in Harm Reduction Journal, n. 1 ( dic. 2023)- on line, pp. 1-6
A livello globale, l’aumento del numero di persone che vivono con un disturbo da uso di sostanze (SUD) comporta implicazioni sanitarie individuali e sociali per chi se ne prende cura e per le loro famiglie, con un impatto spesso negativo sulla loro qualità di vita. Dalla letteratura esistente non risulta che l’approccio della riduzione del danno sia stato applicato per per rispondere ai bisogni dei caregiver che si fanno carico della cura del SUD. Questo studio ha valutato il Programma Care4Carers. Si tratta di una serie di interventi brevi, progettati appositamente, per migliorare l’autoefficacia di coping di chi si prende cura di persone affette da SUD, mettendoli in grado di pensare a come esercitare un controllo sulla loro motivazione, sui loro comportamenti e sul loro ambiente sociale.

S. Scalvini … [et al.], Social work e dipendenze, in Lavoro sociale, vol. 23, n. 6 (dic. 2023.), pp. 17-31.
Il Focus della rivista raccoglie tre articoli i cui titoli sono: 1) Ogni mongolfiera ha il diritto di volare di S. Scalvini, R. Dalla Chiara, E. Parolin e C. Sampaoli che tratta di Assistenti Sociali e adolescenti nei SERD; 2) Sostegno e salute nella comunità di G. Dell’Agnolo e F. Valenti che tratta dell’esperienza, nel territorio trentino, dei Club che sono gruppi di persone e famiglie che scelgono liberamente di trovarsi per condividere e affrontare insieme momenti della vita legati a fatiche, fragilità o particolari disagi; 3) E adesso che gli dico? di V. Quercia che tratta del colloquio sul cambiamento.

Tiziana Antonini … [et al.], L’intervento integrato con i giovani: la collaborazione tra Centro Giovani Ponti ed équipe Diagnosi e Trattamento Precoce del Ser.D., in Mission, a. 17, n. 61 (set. 2023) – on line, pp. 20-24
Negli ultimi anni si è osservata una crescente affluenza ai servizi di cura, di adolescenti e giovani adulti con problematiche correlate ad uso di sostanze e/o addiction comportamentali e concomitanti sintomi psichiatrici o psicologici. È nata nel tempo la necessità di creare un modello di collaborazione tra centri che si occupano di problematiche in età giovanile nella realtà milanese. L’esperienza degli autori all’interno dell’ASST Santi Paolo e Carlo, ha portato alla realizzazione di un modello di lavoro congiunto tra équipe di Diagnosi e Trattamento Precoce (DTP) del Servizio per le Dipendeze (Ser.D.) Territoriale e Centro Giovani Ponti (CGP), afferenti entrambi al Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze (DSMD), specializzati nella cura di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 24 anni. Infatti i giovanissimi necessitano di un approccio specifico per quanto riguarda l’aggancio precoce e il percorso di consultazione o cura.

f2e5d18cover0486Luigi Gariglio, Elisabetta Luvera, “Io continuo a resistere”. Un’autoetnografia collaborativa sulle pratiche di resistenza alla coercizione in psichiatria, in Rassegna Italiana di Sociologia, a. 64, n. 3 (lug. – set. 2023), pp. 443-468
In questo articolo vengono presentate quattro forme di resistenza alla coercizione emerse da un lavoro di uno studioso e da una persona con diagnosi di schizofrenia. Questo contributo ha preso forma nel contesto di una ricerca etnografica che indagava le forme della cura e della coercizione all’interno di sei “repartini” psichiatrici e si propone di render conto di come prendono forma e come si declinano le pratiche di resistenza alle misure coercitive.

A cura di Aurora Trotta, Donato Donnoli, L’attività di prevenzione primaria e il ruolo svolto dall’assistente sociale del Ser.D., in Mission, a. 16, n. 60 (mag. 2023), pp. 39-40
Il presente lavoro focalizza l’attenzione su una delle tipologie di interventi sociali che vedono l’impegno del Ser.D. per quanto riguarda gli aspetti progettuali e realizzativi delle attività di prevenzione primaria volte a intervenire nella cosiddetta “promozione della salute”.

Elisa Zamagni … [et al.], Da doppie diagnosi a doppi servizi?, Riflessioni per un’ibridazione tra servizi di salute mentale e dipendenze patologiche, in Dal fare al dire, a.32, numero speciale (2023), pp. 25-36
Gli autori affermano che la presenza di due setting autonomi di diagnosi e di trattamento nella presa in carico di pazienti che presentano sintomi di natura psichiatrica e problematiche legate all’uso, abuso e dipendenza da sostanze è uno dei nodi critici, che richiede una riorganizzazione dei servizi. Per approfondire è stata svolta un’indagine sui dati raccolti nel 2020 dal sistema informativo del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Rimini per analizzare i ricoveri che hanno necessitato di ospedalizzazione dopo consulto psichiatrico, con attenzione all’uso di sostanze rilevato negli esami urinari.

Beatrice Longoni, Gli assistenti sociali dei servizi non specialistici e il gioco d’azzardo,  in ALEA Bulletin, vol.11, n. 1 (2023) – on line, pp. 46-50
L’articolo propone il percorso che ha portato l’autrice, assistente sociale, ad interessarsi al tema del gioco d’azzardo, portando all’attenzione i vari elementi su cui intervenire.

Cattura qFabio Giovannoni ; con scritti di Giovanni Valle … [et al.], Quando il saper fare diventa sapere. Tracce di educazione professionale nelle dipendenze, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2023, 202 pp.
Questa pubblicazione nasce dalla convinzione che praticare la professione educativa renda possibile l’accumularsi di una conoscenza che diviene competenza nel realizzarsi del lavoro. Promuove uno scambio di esperienze e riflessioni finalizzato ad acquisire competenze, oltre ad essere una proposta di ricerca ripetibile in altri ambiti. Si tratta di un’analisi di contributi offerti da educatori professionali che lavorano nel campo delle dipendenze patologiche: osservazioni, talvolta narrazioni, aperte al confronto fra esperienze, nelle quali il tema della gestione della relazione assume una centralità all’interno di una tripla tensione tra esperienza, metodo e imprevedibilità delle situazioni.
Collocazione Biblioteca: 20321   

 Santo Rullo … [et al.], Crazy for Football. C’erano una volta il manicomio e un’Italia Campione del Mondo, in Welfare oggi, n. 4 (ott.-dic. 2022), pp. 14-21
L’articolo presenta il progetto “Crazy for Football”, la Nazionale italiana di calcio a 5 per persone con problemi di salute mentale, composta da ragazzi in cura o trattamento presso i servizi territoriali di salute mentale. Il progetto ha grande valenza sia da un punto di vista tecnico-sportivo che scientifico: la Nazionale è una squadra di calcio con valori sportivi e tecnici di assoluto livello, che promuove, inoltre, il messaggio dell’importanza dello sport per la salute non solo fisica, ma anche mentale. I programmi di cura territoriali in psichiatria, quindi, non possono, secondo gli autori, prescindere dall’integrazione di interventi sociali complementari a quelli farmacologici e psicologici; e tra questi, lo sport è sicuramente uno dei più efficaci

Andrea Valdevit … [et al.], La camaleonticità delle addictions tra territorio e carcere. L’esperienza presso i Servizi per le Dipendenze della ASL Caserta, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022), pp. 38-48
L’obiettivo di questo lavoro è proporre una visione globale e complessa del fenomeno delle dipendenze, con un occhio riservato a quelle senza sostanze, attingendo all’esperienza viva della pratica clinica quotidiana in un Servizio specificamente progettato per trattare le nuove dipendenze. Gli autori, pur consapevoli della tragedia che sottende le nuove dipendenze, vanno oltre la mera manifestazione fenomenica: esse sono quindi considerate nella loro ampiezza bio-psico-sociale, nel tentativo di non perdere il senso di quello che non è solo un disturbo ma anche una crisi epidemiologica contemporanea, che si diffonde più velocemente di qualsiasi trattamento attuale messo in campo, sia esso operativo o preventivo.

Libro_montagnaterapiaAngelo Brega … [et al.], Montagnaterapia, Erickson, Trento 2022, 305 pp.
La montagnaterapia è un’attività riabilitativa nata in modo spontaneo e indipendente in vari regioni d’Italia sulla scorta di esperienze pioneristiche avviate con successo in altri Paesi. L’idea che vi sta alla base è che il beneficio della frequentazione della montagna, evidente a chiunque pratichi l’escursionismo, l’alpinismo o altre attività all’aperto, abbia un’importante valenza terapeutica, in particolare per i pazienti psichiatrici.
Collocazione Biblioteca: 19654

Giovanni Sciolè … [et al.], Nessuno resti solo, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 52, n. 3 (estate 2022), pp. 25-29
L’articolo descrive il “Servizio di Educativa Territoriale per adulti in difficoltà – Sostegno all’abitare” di Ventimiglia e presenta una ricerca svolta sui risultati degli interventi con i pazienti. Le persone seguite si trovano in situazione di disagio psico sociale, in maggior parte con patologia psichiatrica e senza fissa dimora o a rischio di diventarlo. Scopo del servizio è una progressiva riabilitazione alla quotidianità in modo da evitare l’istituzionalizzazione anche per i casi più complessi.

Giulia Elena Trentini … [et al.], Natura e salute mentale: pratiche ortoterapiche nel trattamento di psicopatologie negli adulti, in Psicologia della Salute, n. 2 (2022), pp. 31-54
Nel registrare l’aumento di disturbi psichiatrici nella popolazione in particolare disturbi depressivi, considerando anche l’aumento di interesse su pratiche curative che coinvolgono la natura, gli autori hanno preso in considerazione 13 studi relativi agli effetti dell’ortoterapia. Dagli studi è emerso come queste pratiche di giardinaggio semplice, possono esser utili nel trattamento di varie psicopatologie, sempre in associazione ad una terapia convenzionale.

51lculLYX4LA cura di Associazione Società INformazione Onlus, Droghe e diritti umani, Le politiche e le violazioni impunite, Milieu, [Milano], 2022, 201 pp.
La questione delle droghe è diventata una questione globale, dato che oltre 270 milioni di persone nel mondo fanno uso di sostanze illegali, secondo i dati delle Nazioni Unite. Una questione che chiama in causa non solo le politiche, a livello nazionale e internazionale, ma in modo evidente, diffuso e massiccio anche i diritti umani. Dei 12 milioni di persone che ogni giorno nel mondo si trovano in carcere, un quinto, 2 milioni e mezzo, sono detenute per reati di droga, la maggioranza per illeciti minori, tra cui circa 500.000 per solo uso personale. Le politiche globali sulle droghe si rivelano così un potente dispositivo di produzione di violazione dei diritti umani in tutto il mondo: di una buona parte delle condanne a morte e delle esecuzioni extragiudiziali, dell’incarcerazione di massa, della negazione al diritto alla salute e al welfare, della discriminazione di genere, dei diritti dei popoli produttori. Questo libro svela e documenta l’impressionante mappa delle violazioni dei diritti che si consuma con il pretesto delle droghe, in primo piano quelli alla vita, alla giustizia e alla salute, individua battaglie e progressi, denuncia le impunità, dà voce ai protagonisti di una lotta che ci riguarda tutti, in ogni angolo del mondo.
Collocazione Biblioteca: 19453

Eleonora Buganè … [et al.], Unicità e specificità del servizio Orientadonna, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 47–54
Orientadonna è un servizio del Dipartimento Dipendenze dell’ASL Città di Torino ubicato presso l’Ospedale Amedeo di Savoia e si rivolge alla popolazione femminile con problemi di dipendenza cronica e di marginalità; è nato nel 2006 in partnership con l’Associazione Gruppo Abele a partire dai risultati di una ricerca che indicava maggiori condizioni di disagio e di stigma delle frequentanti il drop-in rispetto ai tossicodipendenti maschi. Successivamente è diventato un’attività strutturata all’interno dell’Area Bassa Soglia del Dipartimento delle Dipendenze. Si connota come una sorta di centro diurno sovrazonale che lavora sulla prevenzione delle patologie droga-correlate e sull’accompagnamento alla cura. L’articolo descrive le caratteristiche dell’utenza di Orientadonna, le finalità e i servizi offerti, la metodologia adottata e il funzionamento del servizio durante la pandemia.

Sara Rolando, Chiara Ferrari, Gap e accesso al trattamento. La necessità di contrastare i processi di stigmatizzazione, in Dal fare al dire, a. 31, n. 1 (2022), pp. 57-62
L’articolo è tratto dal report “Per me era soltanto un vizio“, frutto di una ricerca-azione finalizzata ad approfondire la comprensione dei fattori che ostacolano o facilitano la richiesta d’aiuto da parte dei giocatori problematici, per fornire al Servizi informazioni utili a incrementare l’accesso al trattamento. La ricerca è stata promossa dall’Asl To3 nell’ambito del Piano Locale Dipendenze ed affidato ad Eclettica. Il progetto prevedeva 30 interviste individuali semi-strutturate a giocatori in trattamento e la realizzazione di un workshop in ciascuno dei territori coinvolti (Cuneo, VCO, To4). Vengono esposti e discussi i risultati che suggeriscono che i tipi di intervento prioritari per fare emergere la richiesta d’aiuto sono quelli orientati a ridurre lo stigma: interventi preventivi ed educativi e interventi di advocacy volti a svelare le tattiche dell’industria

Massimo Magnano San Lio, Dalla marginalità all’inclusione sociale: un percorso di guarigione. Residenzialità leggera e progetto di cura per persone con disturbi mentali nel territorio della ASL Roma 4, in Welfare oggi, n. 4 (ott.-dic. 2021), pp. 39-45
Nella rubrica “Le proposte del welfare di domani”, l’articolo descrive i risultati di un programma nato dalla collaborazione della Comunità di Sant’Egidio con il Dipartimento di Salute Mentale e con il Servizio per le Dipendenze della ASL Roma 4, iniziato nel 2012, che in 9 anni ha realizzato una rete di convivenze protette, la creazione di reti di supporto alla persona, iniziative di volontariato e opportunità di lavoro.

Cattura tfFrancesca Pierazzuoli … [et al.], Il benessere psicologico dei caregiver di pazienti con gravi disturbi psichiatrici: uno studio osservazionale, in Terapia familiare, a. 44, n. 126 (lug. 2021), pp. 81-101
Lo studio presentato esplora alcune caratteristiche psicologiche dei fratelli con funzione di caregiver di pazienti con gravi patologie psichiche. È stato condotto su un campione di 60 individui, di cui 30 fratelli di persone con patologie psichiatriche e 30 soggetti di controllo. Attraverso la somministrazione di questionari, gli autori individuano alcune caratteristiche peculiari tra i fratelli caregiver, rispetto alle variabili esaminate, quali percezione della relazione con le figure genitoriali, esperienze traumatiche, tratti di personalità e alcune caratteristiche psicosociali.

Robert D. Hinshelwood, La Psichiatria sottosopra. Comunità terapeutica e salute mentale, in Terapia di Comunità, a. 21, n. 69 (apr. 2021) – on line, pp. 1-8
Lo psichiatra inglese Hinshelwood mette in discussione l’approccio terapeutico dall’alto, quello che prevede che vi sia qualcuno (i curanti) che sanno più di tutti come funzionano le cose. L’intento non è dimenticarsi che i pazienti hanno dei problemi, ma non accettare che questi rappresentino l’interezza del paziente. Si tratta di trovare un equilibrio: il paziente ha bisogno di aiuto, ma deve dare il suo contributo. Infatti, aiutarlo significa aiutarlo a dare il suo contributo all’aiuto. In proposito si consulti anche il testo a cura di Sara Manzoli, Il potere della parola. La carenza dialogica nelle relazioni tra utenti e operatori nell’istituzione psichiatrica, Sensibili alle foglie, Roma, 2021, 95 p. (Coll. Bibl: 19411).

Valentina Battiloro … [et al.], Supported employment e tirocinio: una formula efficace per l’inserimento lavorativo dei disoccupati con disabilità psichica?, in Politiche Sociali, a. 8, n. 1 (gen.-apr. 2021), pp. 189-208
L’articolo presenta la valutazione sperimentale di un intervento di inserimento lavorativo di persone disoccupate con disturbi psichiatrici gravi nel nord Italia. Sebbene esperienze simili negli Stati Uniti siano risultate efficaci per aumentare la probabilità di impiego dei partecipanti, questo studio mostra che l’intervento in questione ha aumentato le possibilità di accedere a un tirocinio, ma non ha avuto effetti sull’occupazione.

astrumentiSarah Grieco, Gli strumenti giuridici nella cura delle nuove dipendenze: il disturbo da gioco d’azzardo, Cedam, Padova, 2021, 144 pp.
Lo spunto per un testo interdisciplinare nasce dalla recente attività di formazione svolta, nel gennaio 2020, nell’ambito del “Piano locale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico”; progetto attivo nel Dipartimento di Salute Mentale e delle Patologie da Dipendenze della ASL di Frosinone. Il piano formativo, rivolto agli operatori del settore sanitario, aveva come obiettivo quello di fornire i principali strumenti normativi utili al trattamento di chi si rivolge ai Servizi per le Dipendenze per essere assistito e curato, a seguito dell’introduzione del Gioco D’Azzardo Patologico (GAP) nei livelli di servizi essenziali. Questo lavoro intende essere uno strumento fruibile anche per gli operatori a cui è affidato il compito di indirizzare i giocatori patologici e le loro famiglie, nel fronteggiare le questioni giuridiche più frequentemente connesse alle situazioni vissute. Dopo un approfondito esame della normativa vigente in tema di gioco d’azzardo, l’analisi si concentra sui principali istituti forniti dal codice civile, utili alla gestione dei debiti in essere e ad arginare il dissesto, apprestando una tutela anche alle famiglie. Vengono, poi, affrontate le questioni più rilevanti in ambito di crisi coniugale e genitorialità, fino a giungere ai più recenti approdi giurisprudenziali in termini di imputabilità e continuazione dei reati.
Collocazione Biblioteca: 18717

Caterina Balenzano, Giuseppe Moro, Mental illness and social exclusion: An evaluation of a recovery-oriented rehabilitation programme, in Relational social work, vol. 5, n. 1 (apr. 2021) – online, pp. 11-33
Usando metodi misti, l’articolo ha indagato sulla coerenza, l’efficacia e l’impatto sociale di un programma orientato al recupero (MeNS) realizzato in un servizio di salute mentale nell’Italia del Sud. In primo luogo, lo studio ha analizzato come gli indicatori del recupero sono stati adottati dallo staff di MeNS usando interviste e discussioni in gruppi di focus. Secondo, un progetto di valutazione con due gruppi ha messo a confronto 50 beneficiari MeNS e 100 pazienti trattati secondo percorsi di riabilitazione tradizionali in termini di recupero, usando sia un Questionario di Stile del Recupero che una Scala di Valutazione dello stesso. Infine la qualità di vita dei beneficiari e l’impatto sociale del programma sono stati esplorati con i dati di un gruppo focus con beneficiari e articoli di giornale su MeNS e stigma sociale.

Ugo Zamburru, Angela Spalatro, Piccolo manuale di sopravvivenza in psichiatria, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2021, 157 pp.
Gli autori, due professionisti della psichiatria, fanno il punto sui bisogni e i diritti delle persone con sofferenze psichiche, sulle reali possibilità di accesso ai Servizi territoriali per loro e per le loro famiglie e sui falsi miti che accompagnano il discorso sulla malattia mentale: dalla contenzione agli psicofarmaci, dalle basi biologiche dei disturbi al tema della guarigione. Nel capitolo “Le buone prassi” fra le altre è raccontata l’esperienza del Caffè Basaglia a Torino, una “locanda sociale” avviata attorno a un progetto clinico con l’assunzione di quattro pazienti psichiatrici come lavoratori, ma anche con un progetto politico di partecipazione della cittadinanza attiva.
Collocazione Biblioteca: 18717

Consultare anche la bibliografia su alcol e alcolismodipendenza da sostanze, dipendenza da gioco e altre dipendenze comportamentali