Dipendenza da gioco e altre dipendenze comportamentali

Aggiornata a febbraio 2022 – a cura di Paola Moriondo

I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Centro Studi, Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Sono presenti anche pubblicazioni scaricabili on line o in PDF. 

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

 Studi e ricerche sulle dipendenze da comportamento e i servizi preposti alla cura

9788836250349_0_536_0_75Oliver J. Morgan, Dipendenza, attaccamento, trauma e recovery. Il potere della connessione, Giovanni Fioriti, Roma, 2021, 268 p.
La cornice teorica esposta nel libro, il cui autore è terapeuta e docente universitario, permette di comprendere la dipendenza, integrando la neurobiologia personale e l’ecologia sociale, culminando in un approccio terapeutico che possiamo chiamare “terapia sensibile all’attaccamento”. Il tema centrale del libro è costituito dalla dipendenza e dal recovery, anche attraverso la presentazione di casi clinici. La dipendenza è vista come un esito e un sintomo di condizioni più generali, per cui può essere risolutivo un approccio integrato.
Collocazione Biblioteca: 19056

Francesco Melozzi, La dipendenza e le dipendenze, in Pedagogika.it, a. 25, n. 3 (lug. – set. 2021), pp. 64-69
La dipendenza è comunemente intesa come un bisogno del soggetto a livello psichico che lo porta a ricercare in maniera compulsiva una certa sostanza. Recentemente, accanto alla dipendenza da sostanze, sono state approfondite anche le dipendenze del comportamento, che portano il soggetto a reiterare in maniera spasmodica uno stesso comportamento. L’autore si interroga su quale possa essere il ruolo della pedagogia in queste problematiche e trova una risposta nella pedagogia di Freire, che propone modelli di intervento educativo, formativo e sociale, basati sul ruolo attivo del soggetto e sulla liberazione personale e collettiva.

Henri Margaron, La droga in testa. Una nuova narrazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2021, 117 p.
«Le droghe sono considerate da tutti i genitori il maggiore pericolo in cui incorrono i figli quando iniziano la strada dell’autonomia.» Sono le parole d’esordio di questo saggio, scritto da uno psichiatra esperto di dipendenze che qui approfondisce il tema del rapporto tra consumo, dipendenza e cervello, con l’obiettivo di sfatare alcune convinzioni. A lungo si è stati convinti dell’esistenza nel cervello di una particolare struttura suscettibile di essere messa “in tilt” dal consumo di sostanze stupefacenti. Le più recenti scoperte in campo di neuroscienze, tuttavia, hanno messo in discussione questo approccio. Se il fulcro delle straordinarie capacità del nostro cervello sta nel modo in cui questo apprende continuamente a interagire con il contesto esterno, l’attenzione va posta, invece, sul modo in cui le droghe, o alcuni comportamenti, condizionano questa interazione sino alla dipendenza e interferiscono con la formazione della personalità.
Collocazione Biblioteca: 18911

missionAntonietta Grandinetti, Francesco Grieco, Psicoterapia e dipendenze. Dal trattamento supportivo alla cura fenomenologica, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 40-44
Gli autori propongono una riflessione sulla psicoterapia delle dipendenze. Partendo dall’analisi delle caratteristiche complesse e problematiche di questa peculiare psicopatologia, gli autori cercano di ricondurre il canone fondamentale del processo di guarigione al trattamento supportivo. In seguito, ampliando l’argomento, prendono in considerazione la possibilità di un trattamento fenomenologicamente orientato, inserendolo nel novero di quelle psicoterapie più adatte a rispondere agli aspetti tipici di queste condizioni cliniche.

A cura di Roberto Decidue, … [ et al.], Fatti e cifre sulle dipendenze da sostanze e comportamenti in Piemonte-Bollettino 2019, Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze Regione Piemonte, Grugliasco, 2020, pp. 4-52
Questa edizione del Bollettino è stata elaborata dopo tre anni dall’ultima edizione (2016, con dati del 2015) e vi sono presentati i dati di attività (anno 2018) dei Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze della Regione Piemonte relativi al trattamento delle dipendenze da sostanze (escluso l’alcol) e comportamenti. Nel 2018 si registra una diminuzione dei trattamenti per gioco d’azzardo 1.149 (1.240 nel 2017; 7,3% in meno). La prima parte dell’articolo si trova sul n. 39 (set. 2020), pp. 4-56

Paolo Jarre … [et al.], COVID-19 e dipendenze – 2, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 10, n. 40 (dic. 2020), pp. 4-52
Questa seconda monografia della rivista sugli effetti del COVID-19 nell’ambito delle dipendenze si apre con una revisione sistematica delle evidenze disponibili tra COVID e dipendenze, che ben rappresenta in modo analitico tutte le possibili rotte di incrocio tra pandemia e dipendenza. Di particolare interesse il contributo sul lavoro di prevenzione dell’uso problematico del web.

downloadA cura di Luciano Pasqualotto, Paola Carozza e Mauro Cibin, ICF, salute mentale e dipendenze. Strumenti per la riabilitazione orientata alla recovery, Carocci Faber, Roma, 2020, 242 p.
Il libro traccia le linee per un moderno approccio riabilitativo nella salute mentale e nelle dipendenze basato sulle evidenze internazionali e sulla Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF). In particolare vengono approfonditi alcuni temi che accomunano i contributi dei diversi autori: innanzitutto il focus si sposta dalla condizione patologica verso l’obiettivo della riabilitazione, sintetizzata nel concetto di recovery, che implica il convolgimento attivo della persona nel suo processo di cura, affermando anche la necessità che i percorsi riabilitativi siano orientati all’inclusione sociale. La proposta culturale e metodologica è supportata dagli strumenti ICF-Recovery, sviluppati sulla base di quelli già diffusamente sperimentati nelle dipendenze, atti anche a sostenere in modo appropriato adulti fragili e in situazione di marginalità sociale.
Collocazione Biblioteca: 19054

A cura di Sabrina Molinaro and Julian Vicente, ESPAD Report 2019. Results from the European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, EMCCDA – ESPAD, Lisbon, 2020, 136 p.
Questo rapporto presenta i risultati della settima ondata di raccolta dati ESPAD, condotta in 35 paesi durante la primavera e l’autunno del 2019. Dipinge un quadro completo della situazione attuale tra gli studenti di 15-16 anni per quanto riguarda l’uso di sigarette, alcol, droghe illecite, inalanti, nuove sostanze psicoattive e prodotti farmaceutici, oltre a fornire approfondimenti sul gioco d’azzardo, sull’uso dei social media e sull’uso dei videogiochi. Il rapporto offre una panoramica delle tendenze per il periodo 1995-2019.

A cura di Paolo Girardi, Massimo Di Giannantonio, Psicopatologia delle dipendenze, Pacini Editore, Pisa, 2020, 323 p.
Da almeno venti anni si è diffusa una precisa consapevolezza sull’importanza della comorbidità psichiatrica nelle tossicodipendenze, ovvero la copresenza di disturbi psichici e di disagio psicologico in questi pazienti. L’abuso di sostanze può essere alla base di patologie e disturbi psichiatrici. La dipendenza, sovrapponendosi ad altri disturbi, può compromettere il quadro psichiatrico rendendo difficile la valutazione del paziente. Scopo di questo manuale è fornire, attraverso i contributi di autori impegnati da tempo nella ricerca e nella clinica, gli strumenti e le conoscenze utili per individuare un disturbo da abuso di sostanze e facilitare la diagnosi clinica. In quest’ottica il volume costituisce una guida pratica e concisa rivolta a studenti, medici e ad altre figure professionali.
Collocazione Biblioteca: 19014

www.mondadoristoreMaurizio Frisina, Sul bordo del caos. Complessità, terapia sistemica e dipendenze, Mimesis, Milano – Udine,  2020, 253 p.
Questo libro, frutto di diversi anni di esperienza nel campo della clinica delle dipendenze e di insegnamento, propone delle mappe innovative per orientarsi nel paesaggio delle dipendenze. La teoria del caos, la terapia narrativa, la teoria dei sistemi complessi e una visione ricorsiva del tempo sono il filo rosso che guiderà il passaggio dalla teoria alla pratica, dalla classificazione ai modelli di intervento, dall’epistemologia ai numerosi casi clinici. L’autore è psicoterapeuta e co-direttore della Clinique La Ramée, centro d’eccellenza per la terapia delle dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 18984

Gianni Morandi, L’esperienza modenese di valutazione delle dipendenze, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n. 2 (primavera 2020), pp. 33-37
Nell’articolo si intende stimare adeguatamente esiti ed effetti dell’esperienza valutativa introdotta nella cartella regionale dipendenze dell’Emilia-Romagna dal 2008. L’utilizzo dello strumento valutativo, che ci permette comparazioni misurabili dei cambiamenti intervenuti nel tempo sull’utenza trattata terapeuticamente, ha fornito risultati positivi, supportando la validità del lavoro degli operatori anche nelle situazioni meno credibili (interruzioni o abbandoni).

Francesca Andronico, Lo psicologo clinico e la Prevenzione delle Dipendenze. Un progetto di intervento nella scuola, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 50-54
L’articolo racconta un’attività di prevenzione del disagio giovanile e delle dipendenze, condotta da un’equipe di psicologi clinici presso il liceo statale Orazio di Roma (I e II classi). Il progetto è nato dal convincimento che la scuola, nella società attuale, debba assumere un ruolo diverso da quello esclusivo della didattica, configurandosi come un’istituzione a tutto tondo che diventa luogo di formazione in relazione ai bisogni e alle necessità dei ragazzi, integrando la propria vocazione educativa con l’intervento di esperti esterni. L’intervento è stato formulato secondo i principi della Psicologia di Comunità e attuato attraverso la metodologia della ricerca-azione e della psicoeducazione.

downloadMauro Cibin, Cristiano Chiamulera, Aftercare & Post-prevention nelle Addiction. Verso il benessere. I manuali professionali, Publiedit, Cuneo,  2019, p. 298
Questo Manuale descrive e analizza la tematica del “benessere” nel senso piú ampio del termine, introducendo vecchi e nuovi concetti ora arricchiti dai risultati dei piú recenti studi che investono, dunque, ogni persona nel suo insieme secondo un approccio che oggigiorno possiamo definire “olistico”. La proposta si delinea innovativa non soltanto per l’aspetto scientifico e strutturato dei complessi temi affrontati (alimentazione, attivitá fisica, mindfulness, abitudini, ambiente ecc.) ma anche per l’applicazione di un insieme cosí vasto di prospettive alla cura delle Addiction. Sono infatti descritte, accanto all’uso di farmaci e integratori, anche tecniche quali la mindfulness, lo Yoga e pratiche contemplative basate sul movimento, la narrazione, il metodo dei 12 passi. Un’innovativa visione culturale che apre nuove prospettive di assistenza e cura per i pazienti affetti da Dipendenze Patologiche; utile non solo per i professionisti sanitari, ma anche per le professioni dell’area sociale, pubblica e privata.   
Collocazione Biblioteca: 18940

Paola Nardone …[et al.], Gli stili di vita degli adolescenti in Italia: i principali risultati 2018 del Sistema di sorveglianza HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, n. 12 (dic. 2019) – on line, vol. 32, pp. 3-6
Nel 2018 è stata condotta nelle Regioni italiane un’indagine sugli studenti di 11, 13 e 15 anni nell’ambito dello studio internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children). Le classi su cui si è svolta l’indagine sono state la prima e la terza media della scuola secondaria inferiore e la seconda della secondaria superiore. A tutti i soggetti delle classi campionate è stato somministrato un questionario per indagare i loro stili di vita : attività fisica, peso corporeo, alimentazione e comportamenti a rischio, in particolare consumo di tabacco, alcool e sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo. La ricerca del 2018 e le precedenti sono consultabili aquesto link.

Pietro Algisi, Terapia di gruppo: il setting gruppale nel trattamento delle dipendenze, in Mission, a . 14, n. 51 (mar. 2019), pp. 51-58
Nell’articolo vengono presi in considerazione alcuni tipi di terapie gruppali: gruppi centrati sul cambiamento, gruppi orientati alla crescita e al cambiamento individuale, gruppi ad orientamento interpersonale, gruppi psicodinamici ad orientamento processuale. Si considera, inoltre, l’efficacia della terapia di gruppo, i fattori curativi e quelli terapeutici quali: l’infusione di speranza, l’universalità, l’informazione, l’altruismo, la ricapitolazione correttiva del gruppo primario familiare, le tecniche di socializzazione, il comportamento imitativo, l’apprendimento interpersonale, la coesione. Si conclude con un aspetto specifico nella terapia delle dipendenze e con aspetti generali sulla fenomenologia gruppale.

9788843096077_0_536_0_75A cura di Matteo Cornacchia e Sergio Tramma, Vulnerabilità in età adulta. Uno sguardo pedagogico, Carocci, Roma, 2019, pp. 278
A fronte di una consistente produzione pedagogica che, nel tempo, si è occupata delle “potenzialità” dell’apprendimento in età adulta, sembra di constatare come l’attuale condizione adulta sia anche caratterizzata da forme conclamate di disagio o da una diffusa fatica esistenziale nel sostenere i ruoli e le responsabilità che questa fase della vita comporta. Lo sguardo degli autori intende pertanto rivolgersi a questa “zona grigia” che, trovandosi all’incrocio di più ambiti disciplinari, rischia di sfuggire alla dimensione teorica e, di conseguenza, alla possibilità di avere gli opportuni orientamenti per interventi socio-educativi mirati. A tale scopo il libro accoglie contributi dedicati a varie forme di vulnerabilità, a volte inscritte nella stessa condizione adulta, altre volte determinate o amplificate dall’imprevedibilità delle traiettorie di vita.
Collocazione Biblioteca: 18617.

Mauro Croce, Tra Neurofobici e Neuromaniaci. Note sul Brain Disease Model of Addiction, in Dal fare al dire, a. 28, numero speciale (2019), pp. 8-15
Nell’articolo, l’autore riporta alcune osservazioni sul dibattito, nella comunità scientifica e nel mondo degli operatori, riguardo all’importanza delle neuroscienze nel campo dello studio delle dipendenze. C’è chi vede nelle conquiste delle neuroscienze una minaccia, che distoglie l’attenzione dal contributo della filosofia, della psicologia e della sociologia e chi invece ritiene che solo dalla ricerca neuroscientifica si potrà finalmente arrivare alla comprensione ed alla soluzione di questioni complesse. Sull’argomento si veda anche l’articolo di  Francesco Mancuso, Brain disease model of addiction: neuroscienze e scienze sociali a confronto, in Dal fare al dire, a. 27, n.1 (2018), pp. 6 -8

Pietro Paolo Guzzo, La co-genitorialità sociale nelle dipendenze. Proposte di riflessione, in Dal fare al dire, n. 1, 2019, pp. 55-61
La co-genitorialità consiste in una forma di azione collettiva, presa in carico congiunta in chiave anti-addiction tra famiglie, istituzioni pubbliche, agenzie educative, servizi delle dipendenze e società civile. Il tentativo è quello di aiutare le famiglie a recuperare e innovare il loro ruolo genitoriale, inteso come un processo continuo di apprendimento sociale, promuovendo percorsi di partecipazione e co-progettazione sociale e istituzionale di nuovi servizi di prevenzione, gestione e cura delle dipendenze. Pietro Paolo Guzzo è professore a contratto di Politica Sociale dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

Dipendenza da gioco

Si veda anche la bibliografia “Il gioco d’azzardo e il trattamento“.

CatturaClaudia Gandin … [et al.], Identificazione Precoce e Intervento Breve (IPIB) per i disturbi da uso di alcol e da gioco d’azzardo: il progetto di formazione e di attivazione aziendale e istituzionale della rete IPIB della ASL Salerno, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2021, 91 pp.
Il progetto “Rete IPIB – Rete Aziendale per l’Identificazione Precoce e l’Intervento Breve su alcol, gioco d’azzardo e altre Addiction” è un accordo di collaborazione promosso dal Dipartimento Dipendenze della ASL Salerno e implementato in partnership con l’Osservatorio Nazionale Alcol del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superire di Sanità, che è Centro Collaborativo della World Health Organization per la promozione della salute e la ricerca sull’alcol e le problematiche alcol-correlate. Il progetto, della durata di 4 anni, concluso di recente, è nato con la finalità di creare le condizioni per la realizzazione di uno staff aziendale abilitato al Programma di Identificazione Precoce e Intervento Breve-IPIB, originariamente EIBI-Early Identification and Brief Intervention della WHO. Il progetto è un’attività formale accreditata dalla WHO e inserita nel workplan ufficiale del WHO CC ITA-79. Il presente rapporto include i principali risultati del progetto e rappresenta la sintesi dell’esperienza condotta sulla formazione e sulla rete IPIB delle attività del suddetto accordo di collaborazione con la Regione Campania.

Pekka Sulkunen … [et al.], Limitare l’azzardo. Gioco, scienza e politiche pubbliche, Carocci, Roma, 2021, 302 p.
Il libro offre una riflessione sistematica sul gioco d’azzardo in un’ottica di salute pubblica. E’ rivolto in particolare ai decisori politici, chiamati a prevenire e ridurre i problemi provocati dalla crescita esponenziale dell’offerta di gioco avvenuta in gran parte del mondo nel XX secolo. Gli autori, appartenenti a un gruppo di ricerca internazionale sul tema, descrivono il contesto storico in cui l’industria del gioco d’azzardo si è sviluppata e la sua diffusione a livello globale e discutono alcune delle attuali forme di regolamentazione sulla base delle evidenze scientifiche disponibili. L’analisi delle politiche pubbliche mette in evidenza gli ostacoli politici ed economici a una buona regolamentazione, ma porta anche solide ragioni a supporto dell’introduzione di interventi atti a proteggere la salute della popolazione. La postfazione contiene l’articolo “La regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia e il “caso Piemonte”: un’efficace policy di contenimento dell’offerta di Sara Rolando e Paolo Jarre, che integra le evidenze internazionali presentando i risultati di una valutazione multidisciplinare dell’impatto della legge piemontese e della sua efficacia nella riduzione dell’offerta.
Collocazione Biblioteca: 18829

Claudio Forleo, Giulia Migneco, La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma, Altra Economia, Milano, 2021, 160 p.
La patologia di disturbo da gioco d’azzardo produce effetti devastanti sulle persone, inoltre il settore legale dell’azzardo è pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata che alimenta un mercato parallelo di gioco clandestino. Lo stato incassa oltre 10 miliardi di euro all’anno, ma le entrate sono inferiori ai costi sociali e sanitari. Con il contributo di esperti, addetti ai lavori, questo libro affronta tutti gli aspetti della “pandemia da azzardo”, offrendo a Stato ed Enti locali indicazioni concrete per attuare riforme ed azioni per prevenire il fenomeno. Il testo si avvale di una prefazione di Federico Cafiero de Raho, Procuratore nazionale antimafia.
Collocazione Biblioteca: 18955

9788813376550Sarah Grieco, Gli strumenti giuridici nella cura delle nuove dipendenze: il disturbo da gioco d’azzardo, Cedam, Padova, 2021, 144 p.
Lo spunto per un testo interdisciplinare nasce dalla recente attività di formazione svolta, nel gennaio 2020, nell’ambito del “Piano locale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico” della ASL di Frosinone. Questo lavoro intende essere uno strumento fruibile anche per gli operatori a cui è affidato il compito di indirizzare i giocatori patologici e le loro famiglie, nel fronteggiare le questioni giuridiche più frequentemente connesse alle situazioni vissute. Dopo un approfondito esame della normativa vigente in tema di gioco d’azzardo, l’analisi si concentra sui principali istituti forniti dal codice civile, utili alla gestione dei debiti in essere e ad arginare il dissesto, apprestando una tutela anche alle famiglie. Vengono, poi, affrontate le questioni più rilevanti in ambito di crisi coniugale e genitorialità, fino a giungere ai più recenti approdi giurisprudenziali in termini di imputabilità e continuazione dei reati.
Collocazione Biblioteca: 18949

A cura di Sara Rolando, Chiara Ferrari. Per me era soltanto un vizio- Lo stigma e altre barriere all’accesso al trattamento per gioco problematico, Eclectica, Torino, 2021, 54 p.
La ricerca è partita dalla premessa che solo una minima parte delle persone che presentano un profilo di gioco problematico si rivolge a un servizio di trattamento, dato rilevato dalle ricerche internazionali. Attraverso la realizzazione di trenta interviste in profondità nelle aree di competenze di tre ASL piemontesi, si è indagato su quali siano queste barriere dal punto di vista di giocatori in trattamento presso il SerD o altri servizi (terapeuti privati, comunità terapeutiche, G.A.) e di giocatori non in trattamento. I dati analizzati sembrano indicare che i processi di stigmatizzazione che riguardano sia i giocatori problematici sia i servizi pubblici dedicati, costituiscono la barriera principale. Risulta evidente che il gioco d’azzardo è ancora concepito da molti come un “vizio” e dunque attribuito alla responsabilità dell’individuo, mentre fatica ad affermarsi pienamente il concetto di gioco quale problema di salute. Per giunta il giudizio morale è introiettato dai giocatori stessi, che finiscono per auto-stigmatizzarsi, Lo stigma che investe servizi per le dipendenze è un problema di vecchia data. Lo studio prospetta infine alcuni interventi da fare per agire sullo stigma.

Mauro Croce, Andrea Gnemmi, La peer education in epoca di coronavirus. Prevenire i nuovi rischi: gambling online, abuso dei device (e contagio), in Animazione Sociale, n. 1/342 (2021), pp. 32-38
L’epidemia da coronavirus e le conseguenti chiusure sono state buone alleate di tante forme di dipendenza che passano dall’uso intensivo dei device digitali, tra cui il gioco d’azzardo online. Si comprende quindi l’attualità della prevenzione e soprattutto l’importanza di utilizzare un metodo quale la peer education. Questa infatti è un modo di favorire l’elaborazione autonoma del pensiero critico che emerge proprio dal gruppo dei pari che, se adeguatamente formato e informato, può rappresentare una sorta di controcultura in grado di superare le insidie che il modello consumistico pone. La stessa modalità si potrebbe utilizzare per fare prevenzione del contagio da coronavirus.

41JdYc5cGoL._SX331_BO1,204,203,200_Fabio Lucchini, Il gioco d’azzardo problematico. Politiche e impatti sociali, Franco Angeli, Milano, 2020, 91 p.
E’ ormai riconosciuto quanto siano rilevanti le ripercussioni economiche, psicologiche e relazionali dei comportamenti di gioco eccessivo sull’individuo e il suo ambiente sociale, specialmente con l’aumento delle occasioni di gioco a partire dagli anni Duemila. Il volume intende pertanto approfondire l’impatto del gioco d’azzardo problematico, riflettendo sulla associazione tra indicatori di posizione sociale e fenomeni connessi alla salute. Dopo un’attenta descrizione delle politiche sul gambling e un’analisi sociologica del profilo dei giocatori problematici, viene presentata la più recente ricerca italiana sui costi sociali del fenomeno (sanitari, di disoccupazione e mancata produttività, suicidi, rotture familiari e problemi legali). L’autore è dottore di ricerca in Sociologia applicata.
Collocazione Biblioteca: 18751

Alessandra Salerno, Iolanda Raciti, Miriana P. Vella, Il disturbo da gioco d’azzardo: la dipendenza patologica come patologia della relazione, in Terapia familiare, a. 43, n. 123 (lug. 2020), pp. 27-52
L’intento dell’articolo, attraverso una rassegna della letteratura e un approfondimento clinico, è quello di evidenziare l’aspetto relazionale del disturbo da gioco d’azzardo patologico descrivendo tra le sue principali ricadute differenti forme di “patologia della relazione” (familiare, di coppia, genitore-figli).

Marco Riglietta, La comorbilità nel Disturbo da Gioco d’Azzardo, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 59-65
Anche se il disturbo da gioco d’azzardo è stato riconosciuto nei sistemi di classificazione delle malattie come un comportamento di dipendenza con la V edizione del DSM (2015), i servizi per le dipendenze hanno da tempo evidenziato la presenza del Gambling come una diagnosi aggiuntiva nei pazienti con disturbo da uso di sostanze. Molti servizi hanno iniziato a trattare il DGA anche prima che fosse incluso nei livelli essenziali di assistenza (LEA) su richiesta degli stessi pazienti, che si riconoscevano nelle caratteristiche dei pazienti con dipendenza da droghe, alcol o tabacco e quindi accedevano ai SerD riconoscendoli come servizi appropriati. I tassi di comorbidità sono stati stabiliti come significativi, in particolare con l’uso di sostanze, i disturbi di personalità, disturbi dell’umore e disturbi d’ansia. Anche la valutazione degli effetti dei sintomi del gioco d’azzardo su altre condizioni psichiatriche è ampia, concludendo che in entrambi casi, la co-presenza di più disturbi esacerbano qualsiasi patologia esistente, peggiorano i risultati del trattamento e compromettono il funzionamento generale.

downloadAdriana Iozzi, Laura Angelica Berni, Paola Trotta, Le Giocatrici. Dalle grandi donne della storia alle moderne gamblers dei tempi attuali. Gioco d’azzardo patologico nei servizi per le dipendenze patologiche nell’ottica della differenza di genere, in Alcologia, n. 41 (2020) – on line, pp. 67-80
Nei nostri Servizi per le Dipendenze ora si ragiona anche di soldi e di debiti oltre che di sostanze d’abuso e controlli urinari; già questo cambia le cose, rivoluziona per molti operatori il modo di accogliere e valutare le persone che accedono ai Ser.D. e impone di rivolgere un differente sguardo alla Dipendenza. Quando si tratta di donne e gioco d’Azzardo Patologico l’intreccio si complica, i confini si allargano, poiché si parla anche di storia, di società, di condizione femminile, di famiglie e di idee. Quello che proveremo ad esplorare è una differenza di genere che dobbiamo tenere a mente e che ci deve guidare nelle risposte che siamo chiamati a dare alle giocatrici che a noi si rivolgeranno in numero sempre maggiore. Per quento riguarda le più giovani si consulti l’articolo di Maria Anna Donati … [et al.], Il gioco d’azzardo nelle adolescenti: analisi del comportamento e dei fattori di rischio attraverso la Gambling Behavior Scale for Adolescents (GBS-A), in Psicologia della Salute, n. 2 (2020), pp. 97-119

Alessandra Faraudello, Gioco d’azzardo e la sua dipendenza: evoluzione del fenomeno ed impatti economici, Pearson Italia, Milano, 2020, 160 p.
Il volume intende approfondire il tema del gioco d’azzardo e della sua dipendenza, nonché gli effetti collaterali e le conseguenze dirette e indirette che colpiscono i soggetti coinvolti. Importante è anche analizzare i flussi economici assai significativi generati dal gioco d’azzardo, anche come incasso per l’Erario. L’autrice è docente in Economia Aziendale presso l’Università del Piemonte Orientale.
Collocazione Biblioteca: 18967

Lucia Coco, Piero Picchietti, Il gruppo multicoppiale per il disturbo da gioco d’azzardo, in Alcologia, n. 39 (2020) – on line, pp. 64-68
L’articolo racconta l’esperienza di un gruppo di coppie all’interno di un centro per il trattamento per il disturbo da gioco d’azzardo. Obiettivo fondamentale è quello di mirare alla modificazione stabile e profonda nella struttura e nel funzionamento della coppia (sintomo-parte funzionale) e di cambiare le relazioni all’interno della coppia in cui si è manifestato il sintomo del Disturbo da gioco d’azzardo. Nel contempo il gruppo propone alle coppie partecipanti di lavorare per rompere le dinamiche patologiche preesistenti al sintomo, facilitando la presa di coscienza della propria storia personale, di coppia e familiare in relazione alla formazione o al mantenimento del sintomo stesso al fine di ricostruire la connessione emotiva tra i partners.

9788855191890_0_536_0_75Manuela Vinai, I giocatori. Etnografia nelle sale slot della provincia italiana, Maltemi, Milano,  2020, 153 p.
L’autrice, tramite un affascinante racconto etnografico, svela i falsi miti del giocatore dannato e irrazionale, accompagnando il lettore in un viaggio nelle sale slot della provincia italiana con sguardo lucido, partecipante e privo di pregiudizi. In questi luoghi si perdono le prerogative delle gerarchie sociali e tutto si annulla, resta solo il gioco.
Collocazione Biblioteca: 18956

Paolo Jarre, Le attività del Piano Regionale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico e il punto sugli effetti protettivi della Legge Regionale 9 del 2016, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 55-58
Nel presente articolo il Coordinatore Servizi per il Disturbo da Gioco D’Azzardo della Regione Piemonte illustra le attività del Piano Regionale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico previste per gli anni 2016-2020. Espone inoltre i risultati dello studio GAPS del CNR di Pisa per il Piemonte nel 2018 e nel 2019. Si veda anche, dello stesso autore l’articolo L’intesa Stato-Regioni sul gioco d’azzardo di stato. Tutto a posto e niente in ordine, in Dal fare al dire, a. 26, n.3 (2017), pp. 8-12 e, sul medesimo argomento, l’articolo di Gaetano Manna, Legge Regionale n. 9 del 2016 sul gioco d’azzardo patologico. Il punto sulle attività di interesse sanitario in corso in Piemonte, in Dal fare al dire, a. 28, n. 2 (2019), pp. 59-64

Giovanni Martinotti … [et al.], Il disturbo da gioco d’azzardo. Implicazioni cliniche, preventive e organizzative, in Journal of Psychopathology, vol. 26, n. 1 (2020) supplemento – on line, pp. 3-8
Il disturbo da gioco d’azzardo è una condizione psicopatologica con un importante potenziale di danno in termini personali e sociali. Le rilevazioni epidemiologiche nazionali e internazionali hanno permesso di meglio caratterizzare la diffusione del fenomeno, differenziando le forme di gioco sociale, problematico e patologico. Diverse misure sono state proposte dalle società contemporanee per la gestione del fenomeno, ma il loro impatto effettivo merita di essere accuratamente valutato. Attualmente, le risposte al problema del gioco d’azzardo non sono ancora sufficientemente delineate e socialmente soddisfacenti. Sono quindi necessarie strategie preventive, riabilitative e di cura che si basino maggiormente sulle conoscenze psicopatologiche e neuroscientifiche del disturbo. L’articolo è disponibile in PDF (riviste italiane).

Giulia Avancini, Gli anziani e il gioco d’azzardo. Un’ emergenza sommersa, in Lavoro sociale, vol. 19, n.6 (dic. 2019), pp. 12-17
La dipendenza da gioco d’azzardo è un fenomeno in crescita in tutto il Paese e gli anziani sembrano essere una categoria particolarmente fragile: giocano infatti meno percentualmente rispetto ai giovani e agli adulti, ma sono più a rischio di dipendenza e di gioco problematico. L’articolo, a partire dal rapporto a cura di Auser e Gruppo Abele del 2013 (Coll. Bibl.: H2302), cerca di individuare le cause e le possibili piste di intervento. A proposito di anziani e gioco d’azzardo si consultino:  Mauro Croce, Fabrizio Arrigoni, Gratta e perdi. Anziani, fragilità e gioco d’azzardo, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2017, pp. 12 (Collocazione Biblioteca: 17891); Annalisa Pistuddi … [et al.], Anziani e gioco d’azzardo: una ricerca su consapevolezza, abitudini e rischi tra gli over 65 anni con il Senior Problem Gambling Questionnaire (SPGQ), in Mission, a. 13, n. 48 (set. 2017), pp. 8-16

istisanA cura di Roberta Pacifici … [et al.], “Gioco d’azzardo in Italia: ricerca, formazione e informazione”: risultati di un progetto integrato, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2019, 176 p.
Questo volume ha l’obiettivo di illustrare i principali risultati delle azioni condotte nell’ambito del progetto ‘Il gioco d’azzardo in Italia: ricerca, formazione e informazione’. Il progetto è stato realizzato tra il 2016 e il 2019 dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. La prima sezione riporta i risultati dello studio epidemiologico trasversale di tipo osservazionale condotto nella popolazione adulta e il parallelo studio condotto nella popolazione studentesca di 14-17 anni, i risultati di uno studio sulle abitudini di gioco online condotto tra gli internauti e quanto emerso dallo studio qualitativo con i giocatori d’azzardo in trattamento. La seconda sezione illustra le attività di formazione e del Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo 800 558822.

Carmela Corleto, La famiglia come risorsa nella cura del gioco d’azzardo patologico, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 49, n. 4 (autunno 2019), pp. 24-27
L’autrice affronta il tema del gioco d’azzardo patologico che si presenta con le caratteristiche di una dipendenza di cui sono elencati i sintomi. Viene, quindi, presentata una ricerca su alcuni casi tramite un questionario. Se la famiglia è informata e si dimostra in grado di fornire un supporto, appare utile coinvolgerla sia per il sostegno psicologico che può fornire che per il controllo economico.

Giovanni Truono, Disturbo da gioco d’azzardo e prevenzione: un’esperienza con gli studenti delle scuole medie superiori, in Dal fare al dire, a. 28, n. 2 (2019), pp. 49-58
Studi epidemiologici e clinici hanno rilevato che tra le persone potenzialmente più vulnerabili ai rischi connessi al gioco d’azzardo, un’attenzione specifica va rivolta agli adolescenti. Questi risultati hanno indotto i responsabili delle politiche sanitarie pubbliche ad avviare iniziative di prevenzione finalizzate a promuovere tra gli adolescenti una visione del gioco d’azzardo corretta e consapevole. A questo proposito è stato realizzato il Progetto Fair Gambling, rivolto a studenti minorenni delle scuole secondarie nel territorio di competenza dell’Area Nord dell’ASL Salerno. Sull’argomento si veda anche l’articolo di Maurizio Varese … [et al.] Adolescenti a rischio: il gioco tra attrazione e inganno in Alcologia, n. 35 (2019) – on line, pp. 65-69.

Ginetta Fusi, Adriana Iozzi, Il gruppo per persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) e i loro familiari, in Alcologia, n. 37 (2019) – on line, pp. 71-75
Nei Servizi per le Dipendenze (SERD) il gruppo motivazionale per persone affette da Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) ed i loro familiari rappresenta un importante strumento clinico; naturalmente l’approccio motivazionale è parte integrante del programma terapeutico multidisciplinare. Il gruppo così strutturato diventa al tempo stesso strumento importante di valutazione e di trattamento che va ad integrarsi con le altre parti del programma terapeutico. Negli ultimi anni si rileva un aumento graduale e costante del numero di giocatori che si rivolgono al SerD.

Dipendenza affettiva

RscPaolo Antonelli … [et al.], La dipendenza affettiva oggi: concettualizzazione, valutazione e trattamento, in Rivista di sessuologia clinica, a. 27, n. 1 (2021), pp. 45-65
L’articolo intende fare il punto sulla dipendenza affettiva, una forma di amore ossessivo ed esasperato nei confronti del partner, che nuoce al benessere della persona. Nella prima parte vengono trattate la definizione, la fenomenologia e la prevalenza di questa condizione, esponendo anche le principali teorie e le considerazioni diagnostiche per differenziarlo da altre patologie simili. La seconda parte riporta le varie ipotesi sull’eziologia della dipendenza affettiva, le principali misure per il suo assessment e i trattamenti finora proposti.

A cura di Elena Cabras e Valeria Saladin, La dipendenza affettiva. Testimonianze e casi di manipolazione e violenza, Carocci, Roma, 2020, 101 p.
Il testo analizza le tante facce dell’affettività al di là del genere e dell’orientamento sessuale attraverso le testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto in prima persona storie di dipendenza affettiva e che descrivono come una relazione amorosa possa trasformarsi in uno spazio fertile per la prevaricazione e la violenza. Rapporti interpersonali in cui la vittima, che non sempre o immediatamente percepisce di esserlo, mette in atto condotte autodistruttive in nome di un amore che non esiste se non nel proprio immaginario. Comportamenti che mantengono, anche per lungo tempo, una relazione malata grazie a un circuito co-costruito fatto di sudditanza, insicurezza e bisogno di conferme da un lato e di coercizione psicologica e fisica dall’altro. L’introduzione dà particolare spazio al tema dell’uomo maltrattato e della dipendenza affettiva al maschile.
Collocazione Biblioteca: 19051

Simonetta Vernocchi, Stalking. Un fenomeno sommerso, Lupetti, Milano, 2020, 232 p.
Lo stalking è un fenomeno sommerso che difficilmente viene denunciato, soprattutto se si verifica in ambito familiare. I centri d’ascolto, le interviste anonime, i data-base dei servizi di emergenza-urgenza ci offrono un quadro più complesso rispetto ai dati delle fonti ufficiali. Parlare di stalking è parlare di controllo, anzi di ipercontrollo, di gelosia, di possesso e non ultimo di violenza. La violenza domestica è spesso preceduta da anni di stalking, sopportato e tollerato dalle vittime. Nella prima parte il testo analizza i dati della letteratura, nella seconda il comportamento iper-controllante alla luce delle recenti classificazioni, la psicodinamica dell’ipercontrollo, della gelosia, del possesso e dell’evoluzione violenta dello stalker. Infine, il testo si occupa della psicodinamica della vittima, per cercare di capire come mai alcune relazioni familiari, amicali, sentimentali veramente tossiche si protraggono per anni nonostante la sofferenza di chi ne resta invischiato.
Collocazione Biblioteca: 18929

Rosella De Leonibus, Dipendenza affettiva, il dolore di restare appesi…, in Rocca, a. 78, n. 20 (ott. 2019), pp. 37-39
Quando la dipendenza dal partner è totale e la propria volontà sembra azzerata e perfino i bisogni più basilari sono oscurati dalla paura di restare soli, non si può parlare di rapporto affettivo sano, ma di un quadro simile a quello delle dipendenze che riguardano i comportamenti. Il rapporto affettivo e la persona che lo incarna sono l’oggetto di questa dipendenza. La relazione diventa un terreno dove ogni distanza genera angoscia, paura di essere abbandonati, insicurezza profonda, sentimenti di vuoto e di inadeguatezza.

Dipendenza da internet

Si veda anche la bibliografia su “Nuove generazioni e tecnologie – Aspetti patologici.

ADD_117_2_Cover.inddYuan-Wei Yao, … [et al.], Reward-related decision-making deficits in internet gaming disorder. A systematic review and meta-analysis, in Addiction, n. 1 (gen. 2022) – on line, vol. 117, pp. 19-32
L’articolo descrive una ricerca bibliografica e meta-analitica mirata a stimare il  deficit decisionale legato alla ricompensa nel disturbo da gioco su Internet (IGD). La rassegna prende in considerazione ventiquattro studi e confronta le differenze decisionali relative alla ricompensa tra IGD e gruppi di controllo. Questo articolo ne discute i risultati, concludendo che il disturbo del gioco su Internet sembra essere costantemente associato a deficit decisionali legati alla ricompensa.

Giulia Bini, Ilaria Piaggesi, Stefania Bargagna, Videogame, come diventa una dipendenza?, in La Salute umana, n. 283 (lug. – set. 2021), pp. 15-22
Il tempo passato sui videogiochi è sempre più in aumento, specialmente con il lockdown del 2020, con numerosi casi in cui si possono riconoscere i segni di una vera e propria dipendenza. L’articolo esplora la letteratura scientifica dedita a riconoscere e analizzare l'”Internet Gaming Disorder”. Si interroga inoltre sugli effetti dell’evoluzione della tecnologia e dell’appeal dei giochi, sui vantaggi e sui punti di forza dei videogiochi, sugli effetti in ambito socio-relazionale, sulle caratteristiche di personalità di chi ha maggior rischio di sviluppare una dipendenza da videogioco.

Hiroaki Kubo … [et al.], Development of a 3-Day Intervention Program for Family Members of Hikikomori Sufferers, in Journal of Clinical Psychology, 2 Giugno 2021 – on line, pp. 1-10
Gli Hikikomori, una grave forma di ritiro sociale, sono un grave problema di salute mentale per il quale è indicato l’approccio terapeutico familiare. In Canada è stato recentemente sviluppato un programma di intervento familiare di 5 giorni (120 minuti a settimana) basato sul pronto soccorso per la salute mentale (MHFA), sul rinforzo comunitario e sulla formazione familiare (CRAFT). Nel presente studio, è stato modificato il programma di 5 giorni in un programma di 3 giorni (180 minuti ogni quindici giorni) e ne è stata misurata l’efficacia . Nell’articolo vengono presentati e discussi i risultati. Disponibile in Pdf.

Vincenzo Lamartora, Z Houses. Nuovi servizi dedicati ai giovani nel Dipartimento Dipendenze della ASL Napoli2Nord, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 19-25
Lo studio si concentra sulle caratteristiche della Generazione Z (i giovani nati dal 2000 a oggi). Sono nativi digitali, che possiedono vari dispositivi e li usano per diverse ore al giorno. L’utilizzo dei social non è solo finalizzato allo scambio di contenuti, ma anche per strutturare relazioni emotive e per reagire a tensioni ed emozioni. Si è osservato che un’alta percentuale di giovani possessori di smartphone soffre di nomofobia: il giovane vive un vero e proprio stato di ansia quando perde il cellulare, esaurisce la batteria o il credito residuo e non ha copertura di rete. Questi ragazzi sono notoriamente distanti dagli attuali Servizi Pubblici di Dipendenza, che percepiscono come vecchi e inadeguati. Non si sentono tossicodipendenti, non capiscono perché dovrebbero essere guariti, o da cosa dovrebbero essere guariti. A seguito di questi cambiamenti antropologici e tecnologici, l’autore propone una serie di riflessioni sui cambiamenti da apportare nei Servizi per le Dipendenze (per diventare attrattivi per questi giovani “abusers”) e porta come esempio le Z House, ideate dal Dipartimento Dipendenze Patologie dell’ASL Napoli2Nord.

psi saAndrea Costa, Alberto Rebacini, Dipendenza da Internet e sensation seeking negli adolescenti: uno studio descrittivo, in Psicologia della Salute, n. 2 (2021), pp. 54-75
Gli obiettivi di questo studio erano quelli di valutare il grado di dipendenza da internet nella popolazione adolescente e la relazione esistente tra questo costrutto e la ricerca di sensazioni forti. Lo studio ha coinvolto 155 adolescenti frequentanti i Centri di Aggregazione Giovanile di Brescia che hanno compilato il questionario sull’uso, abuso e dipendenza da internet (UADI-2) e la Brief Sensation Seeking Scale (BSSS). I risultati hanno dimostrato che un sempre crescente numero di adolescenti, senza differenze di genere, abusa degli strumenti informatici o ne è dipendente per un tempo sempre maggiore nell’arco della giornata e si è confermata la correlazione con le dimensioni della sensation seeking riferita alla suscettibilità alla noia e alla disinibizione.

A cura di Silvia Biagioni, Sabrina Molinaro, ESPAD #iorestoacasa 2020. I comportamenti a rischio durante il primo lockdown tra gli studenti dai 15 ai 19 anni, CNR, Pisa, 2021, 178 p.
Questo report contiene informazioni sull’esperienza e sulla percezione degli studenti 15-19enni italiani in relazione a una varietà di sostanze e consumi, come tabacco, alcol, droghe, prodotti farmaceutici, nuove sostanze psicoattive, ma anche social media, challenge, gaming e gioco dazzardo, raccolte durante il periodo di isolamento in seguito alle misure restrittive imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza pandemica.

Karin Bagnato, I diversi volti della dipendenza da smartphone, in Orientamenti pedagogici, n. 1 (gen.-mar. 2021), vol. 68, pp. 31-46
L’articolo descrive la dipendenza da smartphone e presenta alcune riflessioni pedagogico-educative. Obiettivo dell’autrice è analizzare i diversi volti di questa dipendenza al fine di individuare le azioni educative più funzionali per abilitare le nuove generazioni a utilizzare le tecnologie digitali in modo critico e consapevole. Un esempio di tali azioni è costituito da percorsi di alfabetizzazione digitale che coinvolgano non solo i giovani, ma anche genitori e insegnanti, i quali devono divenire consapevoli dell’importanza dell’educazione tecnologica e digitale come un aspetto dei propri compiti educativi.

disagio-esistenziale-e-dipendenze-patologiche-9788835110019Mario G. L. De Rosa, Disagio esistenziale e dipendenze patologiche, Franco Angeli, Milano, 2021, 156 p.
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, descrive la fenomenologia della dipendenza da sostanze psicoattive a da internet. Nel mondo occidentale l’individuo viene educato a operare soprattutto nella realtà esterna, considerata fonte della propria sopravvivenza e benessere, trascurando l’armonia interna e le funzioni psichiche essenziali per l’equilibrio personale. La soluzione al proprio disagio emotivo viene sempre cercata fuori di sé e gli oggetti tecnologici contribuiscono a stimolare la distrazione dall’interiorità. Il testo descrive come da un funzionamento psichico fisiologico, in potenza, volto a realizzare il benessere della persona, possa svilupparsi una disfunzionalità della mente. Tra i fattori che determinano questa deviazione problematica viene evidenziato il ruolo dell’odierno modello estetico-edonista, che favorisce lo sviluppo di personalità onnipotenti orientate solo all’affermazione assoluta di se stesse, senza regole né limiti. In seguito analizza l’influenza dello strumento tecnologico, pervasivo tra giovani e adulti, a livello psichico. La problematicità del modello citato viene espressa oggi frequentemente dal ritiro sociale o dal consumo di sostanze. Infine, i due capitoli finali del libro trattano la valutazione diagnostica del disagio esistenziale e la sua terapia.
Collocazione Biblioteca: 18965

A cura di Claudio Mencacci, Giovanni Migliarese, ADHD nell’adulto. Dalla diagnosi al trattamento, Edra, Milano 2021, 329 p.
Il libro raccoglie numerosi contributi di specialisti, dedicati al tema del disturbo da deficit di attenzione e iperattività nell’età adulta. La ricerca scientifica ha fornito numerose evidenze su questo disturbo, sottolineando la necessità di riconoscerlo e trattarlo, anche nell’adulto. Il testo si rivolge a tutti gli operatori della salute mentale e intende essere una base di partenza per acquisire informazioni sul disturbo, sulle sue manifestazioni, sulle procedure e le difficoltà diagnostiche, sull’impostazione di un programma terapeutico multidisciplinare. Di particolare interesse i capitoli 23 e 24 che collegano il disturbo alla dipendenza da videogiochi e internet e alla dipendenza da gioco d’azzardo.
Collocazione Biblioteca: 18965

Rosaria Giordano, Hikikomori e dipendenze digitali, in Dal fare al dire, a. 29, n. 1 (2020), pp. 12-21
L’articolo è un’introduzione al fenomeno degli hikikomori e alla relazione tra questo fenomeno e le dipendenze digitali, senza tralasciare le differenze e le assonanze che intercorrono tra i fenomeni, nonchè le possibilità di aggancio e di intervento terapeutico. Di particolare interesse l’associazione con il Disturbo da gioco su Internet (DGI) e la lettura della realtà come inter-realtà che rede possibile concepire il mondo off-line e on-line come interagenti e integrati e favorisce una concettualizzazione dell’esperienza dei ragazzi al passo coi tempi.

9788843053599_0_536_0_75Maria Cristina Gugliandolo, Valeria Verrastro, Francesca Liga, Parenting invalidante e dipendenze tecnologiche: ruolo del controllo psicologico genitoriale, in Maltrattamento e abuso all’infanzia, vol. 21, n. 3 (nov. 2019), pp. 55-74
Recenti studi hanno evidenziato come pratiche genitoriali disfunzionali (quali il controllo psicologico) si correlino con esiti maladattivi nei figli. L’obiettivo del presente studio è indagare i meccanismi che sottendono l’insorgere di un uso dipendente delle nuove tecnologie. E’ stato analizzato un campione di 311 partecipanti, tra i 18 e i 26 anni, ai quali sono stati sottoposti dei questionari. I risultati hanno evidenziato una relazione tra controllo psicologico genitoriale e dipendenza da internet. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Franco Fabbro, Manuale di neuropsichiatria infantile, Una prospettiva psicoeducativa, Carocci, Roma, 2019, pp. 459
Questo manuale intende rispondere alle esigenze di insegnanti ed educatori, proponendosi come un compendio di neuropsichiatria dell’età evolutiva. Il volume è organizzato in cinque parti: la prima (La conoscenza del soggetto) illustra l’itinerario diagnostico e gli strumenti più frequentemente utilizzati per la valutazione delle disabilità intellettive, linguistiche, neuropsicologiche e psicopatologiche; le tre parti successive descrivono i più importanti disturbi neurologici, del neurosviluppo e psichiatrici. Infine, l’ultima parte tratta i principali interventi riabilitativi, farmacologici e psicoterapeutici dell’età evolutiva. Si segnala in particolare il cap. 42: Dipendenza da videogiochi e Internet.
Collocazione Biblioteca: 18630

Daniele Giansanti, I giovani e lo smartphone: come lo usano e che rapporto hanno?, in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, vol. 32, n. 9 (set. 2019) – on line, pp. 8-12
Lo smartphone sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra quotidianità. Le sue potenzialità, accompagnate dalle sue caratteristiche di utilizzo user-friendly, lo rendono particolarmente attrattivo per un uso giornaliero, soprattutto da parte dei giovani, particolarmente importante. Ciò espone gli utilizzatori a problematiche da abuso della tecnologia. Tra le problematiche sono presenti quelle posturali, da uso scorretto di App rispetto alla reale destinazione di utilizzo ad altre problematiche psicocognitive, comportamentali e comunicative. Il Centro Nazionale per le Tecnologie Innovative in Sanità Pubblica dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha il ruolo di investigare l’impatto delle nuove tecnologie in sanità pubblica, ha avviato uno studio, basato su strumenti elettronici per la raccolta di dati, per analizzare nello specifico l’impatto dello smartphone sui giovani.

images5A cura di Matteo Lancini, Il ritiro sociale negli adolescenti. La solitudine di una generazione iperconnessa, Raffaello Cortina, Milano 2019, pp. 334
Il libro traccia il profilo di una generazione cresciuta “nella rete”, inducendo gli adulti a interrogarsi su come distinguere un uso adattivo dei social e dei videogiochi da un sintomo di malessere o dipendenza. Cyberbullismo, sexting, gioco d’azzardo e, in modo particolare, il ritiro sociale sono alcuni dei comportamenti affrontati in questo testo, ricco di indicazioni sui motivi della loro diffusione e sulle modalità di intervento. La rivoluzione digitale ha creato ambienti espressivi nei quali gli adolescenti non solo sperimentano nuove possibilità di realizzazione ma si rifugiano in occasione di gravi crisi evolutive, in una forma di autoricovero che esprime sia il dolore sia un tentativo di risolverlo, come avviene nel ritiro sociale, la più significativa manifestazione del disagio giovanile odierno. A partire dall’esperienza maturata negli ultimi quindici anni, gli autori inquadrano la psicodinamica del ritiro sociale e presentano gli orientamenti clinici che guidano la presa in carico dell’adolescente in una prospettiva evolutiva.
Collocazione Biblioteca: 18439

Giovanni Sabato, Dipendenza da videogame. Manuale Diagnostico OMS, in Rocca, a. 78, n. 9 (mag. 2019) pp. 38-40
L’Organizzazione Mondiale della Sanità risponde sulla questione relativa alle ore passate davanti ai videogiochi dai ragazzi. Per la gran parte dei giocatori non è altro che una cattiva abitudine, ma per altri la situazione è più seria. Si può arrivare a fare una diagnosi di disturbo mentale e di dipendenza. Il “gaming disorder” , dipendenza da videogame, consiste per OMS in abitudini di gioco caratterizzate da una mancanza di controllo sull’attività di gioco, cioè intensità, durata, incapacità di smettere, reazione all’assenza del gioco. Anche se una parte di psicologi consiglia cautela su questa diagnosi.

Giuseppe Lavenia, Mio figlio non riesce a stare senza smartphone, Giunti Edu, Firenze 2019, pp. 127
Questo libro aiuta a: conoscere quali sono i cambiamenti che stanno avvenendo nella società moderna per comprendere il contesto in cui le dipendenze tecnologiche si sviluppano e le forme in cui si manifestano; capire in che cosa consistono Nomofobia, Hikikomori, dipendenza dai videogiochi e tanto altro, quali caratteristiche hanno e come si comportano i ragazzi che ne sono coinvolti; intervenire per aiutare concretamente i propri figli, fornendo suggerimenti e indicazioni operative su come sostenerli, spiegando se e quando chiedere l’intervento degli specialisti.
Collocazione Biblioteca: 18443

Dipendenza da sesso e altre dipendenze

Per quanto riguarda la dipendenza da cibo si veda la bibliografia sui disturbi alimentari.

downloadRoberta Rossi … [et al.], Pornografie. Tra opportunità e patologie, in Psicobiettivo, a. 41, n. 2 (mag.- ago. 2021), pp. 35-190
La monografia è dedicata al fenomeno della pornografia di massa, nelle sue dimensioni antropologiche, sociali, culturali e cliniche. I contributi raccolti esplorano diverse dimensioni di questo fenomeno: le implicazioni sociali e psicologiche che ne sostengono l’attuale diffusione, la correlazione con l’espansione del mondo digitale, l’evoluzione delle sue forme nel tempo della pandemia di Covid-19, la pornografia come sintomo o come risorsa, le eventuali strategie terapeutiche. Si segnala in particolare l’articolo di Luca Tornatola, Dipendenza sessuale nel DSM-5. Andrebbe riconsiderata la sua inclusione?

Donatella Marazziti … [et al.], I comportamenti gratificanti e le loro proprietà tossicomanigene, in Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 41 (mar. 2021), pp. 6-64
Le dipendenze ‘senza sostanza’ rappresentano una delle più rilevanti sfide della psichiatria contemporanea. L’auspicio per il futuro è la costruzione di un approccio standardizzato, omnicomprensivo e multidisciplinare, in grado di coordinare la ricerca neurobiochimica e genetica, il riassetto cognitivo-comportamentale, l’analisi dei fattori socioambientali condizionanti (di rischio o di resilienza), la programmazione e l’organizzazione dei sistemi sociosanitari, i necessari atti politici e le opportune modifiche legislative. I contributi proposti nella presente monografia sono i seguenti: “Le proprietà tossicomanigene dei comportamenti gratificanti ” di Valeria Serra, Francesco Tracis, Miriam Melis; “L’uso problematico di Internet: tra eterogeneità nosografica e clinica” di Stefania Palermo … [et al.]; “Aspetti psicopatologici dell’uso problematico di Internet” di Angelo GI Maremmani …[et al.]; “Shopping compulsivo” di Silvio Presta … [et al.]; “La dipendenza affettiva: stato dell’arte” di Samuele Torrigiani … [et al.]; “Sindrome da overtraining” di Silvia Presta … [et al.]; “Food addiction: una questione controversa” di Savatore Amadori … [et al.]; “Sex addiction” di Elisabetta Parra … [et al.].

Franco Riboldi, Enrico Magni, Cybersex addiction. Cause, sintomi, percorsi di autoterapia, Franco Angeli, Milano, 2020, 144 p.
Il volume indaga la cybersex addiction e mostra quanto sia attuale e incredibilmente diffusa in persone di ogni età. Il rischio è una sessualità appiattita, esaltata solo nei suoi lati più oscuri, incapace di contenere un desiderio di piacere ossessivo e fuori controllo. In tale disturbo del vissuto sessuale, non ancora contemplato nei manuali diagnostici, si rinviene tutta l’ambivalenza del cyberspazio, dove tutti possono accedere e spostarsi da un capo all’altro del mondo con un semplice “click”. Nel fotografare la complessità del rapporto tra sessualità e Internet, il testo illustra le motivazioni che possono portare a questa prigione virtuale e le diverse forme in cui si può sviluppare. Fornisce esempi di natura clinica, con personaggi della letteratura come protagonisti. Seguono esercizi di distensione immaginativa per chi – operatore o paziente – è alle prese con questo tipo di dipendenza. Riboldi è medico, criminologo e direttore dell’UOC Rete Dipendenze di Lecco; Enrico Magni è psicologo, psicoterapeuta e sessuologo.
Collocazione Biblioteca: 19066

www.mondadoristorePierluigi De Pascalis, Ortoressia. Quando il cibo diventa ossessione, Armando, Roma,  2020, 207 p.
L’autore descrive le tappe di individuazione e definizione di una condizione nota come ortoressia, che si manifesta quando la ricerca del cibo buono o sano diventa un’ossessione che compromette la sfera sociale e la salute dell’individuo. Il testo descrive i test diagnostici, i principali fattori di rischio, le strategie terapeutiche e preventive, il ruolo della famiglia e dell’ambiente riguardanti questo disturbo ossessivo compulsivo. Inoltre, presenta uno studio che delinea la situazione in Italia in merito al tema, individua i soggetti più a rischio e i regimi alimentari più facilmente coinvolti. Il volume è rivolto ai professionisti della nutrizione, ai terapeuti e ai famigliari di soggetti a rischio o con diagnosi di ortoressia.
Collocazione Biblioteca: 18989

Peter C. Kleponis, Uscire dal tunnel. Dalla dipendenza da pornografia all’integrità, D’Ettoris, Crotone, 2019, pp. 396
La pornografia è una delle piaghe sociali meno conosciute. Un gran numero di persone ne diventa dipendente, compromettendo l’integrità delle relazioni coniugali, familiari ed anche lavorative. Gli effetti di una esposizione frequente e prolungata ai video pornografici sono nocivi per la salute fisica e mentale, ma se ne può uscire. Questo libro intende aiutare chi desidera conoscere il problema, informando sulle caratteristiche delle immagini pornografiche, sul loro impatto sul sistema nervoso, sulla dipendenza emotiva e chimica che ne deriva. Inoltre descrive la strada per riacquistare la libertà, riacquistando la propria integrità attraverso l’auto-aiuto, la terapia ed il sostegno dei gruppi d’incontro.
Collocazione Biblioteca: 18453

Emiliano Lambiase, La dipendenza sessuale. Diagnosi e strumenti clinici, Carocci, Roma, 2019, pp. 197
La dipendenza sessuale è un disturbo di cui molto si parla e spesso, in modo inadeguato, vi si ricorre per giustificare condotte patologiche o immorali. Dopo anni di dibattiti scientifici è stata ufficialmente inserita nell’undicesima versione della classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione mondiale della sanità (ICD-11), all’interno della categoria dei disturbi del controllo degli impulsi, col nome di “compulsive sexual behaviour disorder”. Il libro, dopo aver presentato i più recenti sviluppi diagnostici e le attuali ipotesi psicologiche (attaccamento, funzionamento metacognitivo e meccanismi di apprendimento) e neurologiche, illustra un protocollo terapeutico basato su una lunga esperienza e impostato in modo da poter essere utilizzato da professionisti di qualunque approccio terapeutico. Le spiegazioni teoriche e pratiche sono affiancate dalla descrizione di alcuni casi clinici. L’autore è psicologo e psicoterapeuta.
Collocazione Biblioteca: 18612