Dipendenza da gioco e altre dipendenze comportamentali

Aggiornata a ottobre 2024 

I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Centro Studi, Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto, per ulteriori approfondimenti, consultare il nostro catalogo e le altre bibliografie, in particola-re  la Bibliografia sulle dipendenze da sostanze. Sono presenti anche pubblicazioni scaricabili on line o in PDF. 

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

Le dipendenze da comportamento: i dati, il trattamento e i servizi preposti alla cura

prima-cop-2-2024-sitoweb-28-06-2024__w500A cura di Alberto Arnaudo, Rocco Mercuri, La Riforma Cartabia e i Servizi per le dipendenze patologiche. Intervista all’avvocato Antonietta Sara De Micco, in Dal fare al dire, a. 33, n. 2 (2024), pp. 9-12
Con il D. Lgs. 10 ottobre 2022 n. 150, la cosiddetta Riforma Cartabia, sono state introdotte modifiche importanti per il trattamento sanitario delle persone alcol/tossicodipendenti, o affette da gambling, con pene sostitutive quali la semilibertà, la detenzione domiciliare, il lavoro di pubblica utilità, la pena pecuniaria. Nell’intervista qui pubblicata si esaminano le conseguenze per il lavoro nei Ser.D. delle novità apportate dalla riforma Cartabia.

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche antidroga, Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, Anno 2024 (dati 2023), Dipartimento per le politiche antidroga, Roma, 2024, 112 pp.
La Relazione, prevista dal DPR 309/90, è la principale fonte informativa nazionale del Dipartimento per le Politiche Antidroga. I dati inseriti nella Relazione vengono raccolti dalle amministrazioni centrali, periferiche, dai centri di ricerca, dagli enti del privato sociale competenti in materia. Lo scopo della Relazione è di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore. Quest’anno un paragrafo è dedicato alla prevenzione ed in particolare ad uno studio pilota su percezioni e competenze genitoriali

Fiorella Basile, Paola Cicatelli, Psicoterapia e dipendenze patologiche: una strada possibile, in Dal fare al dire, a. 33, numero speciale (2024), pp. 28-38
L’idea qui sostenuta è quella per cui il superamento della dipendenza patologica si configura come una liberazione del paziente dalla ripetitività obbligata dai propri meccanismi compulsivi che rendono l’esistenza immiserita e depauperata. Il trattamento della dipendenza patologica riguarda la ricerca del piacere, il recupero dei progetti smarriti o distrutti, la riscoperta di gratificazioni.

Claudia Mortali … [et al.], Dipendenze comportamentali nella Generazione Z. Uno studio di prevalenza nella popolazione scolastica (11-17 anni) e focus sulle competenze genitoriali, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2023, 108 pp.
Questo volume ha l’obiettivo di illustrare i principali risultati dello studio epidemiologico su alcune dipendenze comportamentali condotto nell’ambito del progetto “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z. Studi di prevalenza nella popolazione scolastica e correlazione con percezioni e competenze genitoriali, anche alla luce dell’emergenza pandemica da COVID-19”. Lo studio è stato realizzato tra il 2022 e il 2023 dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, grazie al supporto del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I primi capitoli descrivono la metodologia e i principali risultati dell’indagine condotta tra i giovani e le giovani di 11-17 anni. Il capitolo finale è dedicato alla discussione dei principali risultati di uno studio focalizzato sulle percezioni dei loro genitori relative alle abitudini di figli e figlie.

51oW9nM0SsL._AC_UF1000,1000_QL80_Luigi Galimberti, Guarire il paziente, curare la persona. Dalla clinica alla prevenzione delle dipendenze, Bur Rizzoli, Milano 2023, 165 pp.
L’autore, psichiatra, studioso di fama mondiale della cura delle dipendenze, fornisce una visione unitaria di un fenomeno che coinvolge la nostra società in moltissimi ambiti, da quelli più tradizionali di alcol, droghe e gioco d’azzardo, a quelli più recenti di internet e social network. Partendo dalla sua esperienza di terapeuta e dalle storie dei suoi pazienti dimostra la necessità di prestare attenzione non solo alla componente medica, ma anche a quella sociale e mentale, e propone un modello innovativo e basato su prove per il trattamento dei diversi tipi di disturbo. II testo è rivolto a chiunque voglia capire i meccanismi che portano alle dipendenze e le soluzioni oggi esistenti per affrontarle e superarle.
Collocazione Biblioteca: 20284

Filippo Besana, The phenomenological psychopathology of addiction: historical perspectives and possible new research direction. in Psychopatology, n. 3-4 (set.-dic. 2023) – on line, pp. 120-126
La psicopatologia fenomenologica mira a comprendere e descrivere le alterazioni esperienziali che si verificano nella malattia mentale. La comprensione fenomenologica della dipendenza è un argomento che è stato esplorato da vari autori nel corso degli ultimi secoli, che hanno studiato l’argomento in modo approfondito dalle loro esperienze cliniche. Autori come Karl Bonhoeffer, De Clérambault, Moreau de Tours, Giovanni Enrico Morselli e Danilo Cargnello hanno ampiamente analizzato queste condizioni. Lo scopo di questo articolo è quello di riassumere le idee di alcuni dei principali autori che hanno fornito un contributo rilevante in questo campo, fornendo possibili prospettive di ricerca future sulle considerazioni fenomenologiche che sono state intraprese. L’approccio fenomenologico alla dipendenza offre un quadro prezioso per comprendere la natura complessa e soggettiva della dipendenza e ulteriori ricerche in quest’area possono contribuire in modo significativo sia alla conoscenza teorica che all’intervento terapeutico.

A cura di Raimondo Maria Pavarin … [et al.], Consumatori marginali e consumatori socialmente integrati. Rapporto 2023 su consumi problematici e dipendenze nell’area metropolitana di Bologna (dati 2022). Quadro epidemiologico. Caratteristiche persone con problemi dovuti all’uso di sostanze illegali, alcol e gioco problematico. Attività dei servizi, Azienda USL di Bologna, DSM-DP UOS, Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche, Bologna, 2023, 80 pp.
Il documento presenta un quadro epidemiologico del consumo di sostanze, alcol e gioco problematico nell’area metropolitana di Bologna per l’anno 2022. Descrive le caratteristiche delle persone con problemi dovuti a questi comportamenti e le attività dei servizi che se ne occupano. Ad esempio, nel corso del 2022, nell’area metropolitana di Bologna si osserva: l’incremento del numero di consumatori problematici (CP) di sostanze psicoattive legali/illegali, in particolare di cocaina e di alcol; l’aumento del numero di poliassuntori e del numero di accessi al Pronto Soccorso (PS); la diminuzione del numero di non nativi e di non residenti

9788827912348_0_424_0_75Miriam Lazzaretto, Psicologia delle dipendenze. Aspetti clinici e forensi, Key, Milano, 2023, 159 pp.
Il volume offre una panoramica aggiornata delle molteplici tipologie di dipendenze riferibili ai “disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze” e alle cosiddette “dipendenze comportamentali” in chiave clinico-forense. Intessendo un intreccio espositivo che si propone di mantenere focalizzata l’attenzione sulle possibili correlazioni tra le dimensioni personologiche e psicopatologiche e il fenomeno della dipendenza, viene proposta una rappresentazione del fenomeno delle Novel Psychoactive Substances (NPS), fenomeno di consumo sempre più diffuso ma ancora poco conosciuto, di cui vengono messe in luce caratteristiche e criticità per la salute individuale e pubblica. A seguire si presenta una descrizione dei disturbi correlati all’alcol, analizzandone le implicazioni di carattere giuridico in termini di imputabilità, tematica strettamente interconnessa ed estendibile alla disciplina del Codice Penale in materia di abuso di sostanze. Nel capitolo 7 viene sviluppato l’argomento delle dipendenze comportamentali ed in particolare il gioco d’azzardo patologico, la sex addiction, la dipendenza affettiva, lo stalking, lo shopping compulsivo, la dipendenza da internet e la work addiction. Nell’ultimo capitolo invece vengono descritti vari tipi di trattamento, tra cui la psicoeducazione, le tecniche cognitivo-comportamentali, le tecniche metacognitive, l’orientamento psicodinamico, le terapie individuali e di gruppo, l’inserimento in programmi residenziali. L’autrice è medico psichiatra e docente di Psicologia delle dipendenze presso l’Università IUSVE di Venezia-Verona.
Collocazione Biblioteca: 20313

Giorgio Cerizza, Stefano De Vecchi ; prefazioni di Gino Rigoldi e Clara Mondonico, Un cambiamento possibile. Il valore delle relazioni e dello sport nel trattamento delle dipendenze, Franco Angeli, Milano, 2023, 122 pp.
“Mettiamo le persone al posto della sostanza”: questa è la frase ispiratrice del percorso terapeutico descritto nel volume. Si tratta di un percorso per le dipendenze diverso e innovativo: attraverso il racconto di alcune storie personali si mostrerà come questo trattamento sia messo in pratica grazie alla forza e all’importanza di una relazione sana che, indipendentemente dai ruoli, può far superare ostacoli insormontabili e indurre cambiamenti insperati. Nessun farmaco, nessuna sostanza, nessun intervento può offrire quello che una relazione affettiva calda, vicina, attenta e vera è in grado di dare. Questo è possibile non solo nelle relazioni affettive familiari e amicali ma anche in quelle terapeutiche o d’aiuto. Nel testo viene inoltre descritto come l’incontro con il Mister Emiliano Mondonico ha permesso di completare in tutte le sue forme questo percorso di recupero nelle tossicodipendenze. Un modello dove lo sport, attraverso i valori della fatica, dell’attesa, della collaborazione con il compagno e del rispetto dell’avversario, diventa uno strumento fondamentale per la “ricostruzione” dell’uomo. Il volume si rivolge agli operatori che si occupano del trattamento delle dipendenze ma anche agli operatori sportivi (allenatori, mental coach, istruttori), perché possano comprendere come valorizzare le potenzialità insite nel loro fare e nel loro esserci. Inoltre, è utile a quanti stanno vivendo situazioni problematiche, difficili e sofferte di dipendenza e a quanti, a diverso titolo, stanno loro vicino.
Collocazione Biblioteca: 20298

Sabrina Costantini, Il trauma e la dipendenza, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 50-56
L’articolo affronta il tema dell’impatto del trauma sulla dipendenza patologica, con o senza sostanze. Dopo una disamina teorica sul tema, l’autrice riporta i dati di un piccolo campione di pazienti appartenenti al SerD di Pisa, relativi alle pregresse esperienze traumatiche, stili di attaccamento e successive esperienze autodistruttive e delinea l’ipotesi e la necessità di modulare gli interventi terapeutico-riabilitativi all’interno dei servizi, con strumenti e modalità più specifici e orientati.

9791221384932_0_536_0_75Margherita Pizzetti, Uscire dalla dipendenza. Dagli approcci terapeutici agli interventi di prevenzione, [StreetLib, s.l., 2022], 110 pp.
Il progressivo aumento delle conoscenze in parecchi ambiti delle neuroscienze, della psicologia sperimentale e delle ricerche in campo sociale hanno permesso di approfondire la comprensione del meccanismo che sta dietro al consumo costante di sostanze psicoattive. Interessante è, però, il fatto che il cervello sia dotato di una enorme plasticità che permette alla persona dipendente, nonostante le recidive, di non essere all’interno di un cammino ineluttabile e di poter ritrovare, tramite opportuni aiuti, la via maestra. La dipendenza infatti non può essere intesa soltanto come un’alterazione del funzionamento cerebrale, ma quest’ultimo deve essere messo in relazione con almeno altre due variabili: quella psicologica e quella socio-economica. Questo è tanto più vero, quando si vanno a considerare le dipendenze senza sostanza che innescano meccanismi simili a quelli provocati dalle sostanze d’abuso. Il testo cerca di chiarire i punti di avvio della dipendenza per impostare una possibile attività di prevenzione.
Collocazione Biblioteca: 20315

Vincenzo Aliotta ; a cura di Barbara Bonomi Romagnoli, Un passo alla volta. La vita oltre le dipendenze, Giunti, Firenze ; Milano, 2022, 123 pp.
Il libro descrive il metodo proposto dal Centro Recupero Dipendenze San Nicola in provincia di Ancona, rivolto alle persone che vogliono uscire dalle dipendenze sia comportamentali sia da sostanze. A differenza di molte esperienze comunitarie, questo programma terapeutico è breve, intenso e basato su un approccio interdisciplinare ispirato al metodo dei 12 Passi degli Alcolisti Anonimi. Il libro è anche il racconto dell’esperienza del Centro e dell’autore, fondatore del Centro, e la storia di un progetto sanitario e culturale per accogliere le fragilità di chi non riesce a reggere la frenesia della società contemporanea e ha bisogno di fare un passo alla volta.
Collocazione Biblioteca: 20330

Stephanie S. Merkouris … [et al.], Affected other interventions. A systematic review and meta-analysis across addictions, in Addiction, vol. 117, n. 9 (sett. 2022) – on line, pp. 2393 – 2414
Le persone colpite dai problemi di alcol, droghe illecite, gioco d’azzardo, dipendenza da videogiochi, in quanto coinvolte con persone che hanno questi disturbi (terzi interessati) soffrono di danni estesi. Questa è probabilmente la prima rassegna sistematica e meta-analisi a determinare l’efficacia di interventi psicosociali erogati a terzi interessati per tutte le dipendenze. Sono stati esaminati esiti relativi a depressione, soddisfazione nella vita e coping dei terzi coinvolti, gli esiti del trattamento delle persone dipendenti e il funzionamento relazionale (discordia coniugale) tra dipendenti e terzi e si è rilevato che gli interventi possono essere efficaci nel migliorare alcuni, ma non tutti. La conclusione rimane incerta a causa della scarsità di studi e delle limitazioni metodologiche.

9788874669134Felice Alfonso Nava, Francesco Sanavio, Il trattamento integrato per le dipendenze patologiche. Percorsi basati sulle evidenze, Carocci, Roma, 2022, 177 pp.
Il volume presenta le più aggiornate basi neurobiologiche delle dipendenze patologiche, degli interventi psicoterapeutici e delle cure farmacologiche. I moderni orientamenti diagnostico-terapeutici fondati sulle evidenze scienti­fiche sono descritti seguendo la storia dell’evoluzione del trattamento cognitivo e comportamentale a partire dalla comprensione delle tecniche di base (di prima e seconda generazione) per arrivare agli attuali approcci processuali (di terza generazione). Tra le terapie di terza generazione troviamo anche l’utilizzo della metacognizione e della Mindfulness e la Schema Therapy. Ampie esempli­ficazioni operative permettono di tradurre in maniera efficace i contenuti teorici nella pratica clinica. Il testo propone un punto di vista unitario sulla presa in carico della persona con dipendenza patologica offrendo una metodologia efficace e flessibile per le fasi di valutazione, diagnosi e scelta del percorso terapeutico. In­fine, sono compendiate le più autorevoli linee guida internazionali sul trattamento dei consumatori di sostanze e con dipendenza comportamentale.
Collocazione Biblioteca: 20107

Mattia Mazzarese, Caterina Primi, Maria Anna Donati, La peer education è efficace per la prevenzione dei comportamenti di addiction in adolescenti e giovani adulti? Una rassegna sistematica, in Psicologia della Salute, n. 1 (2022), pp. 61-90
La peer education è un approccio molto diffuso a livello internazionale nell’ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio negli adolescenti. Tuttavia, un solo studio ha valutato in modo sistematico l’efficacia di questo approccio nella prevenzione dell’uso di sostanze. Lo scopo della presente rassegna sistematica consiste nel sopperire a questa carenza, valutando l’efficacia degli interventi di peer education rivolti alla prevenzione di comportamenti di addiction negli adolescenti, tra cui anche il gioco d’azzardo.

Alberto Arnaudo, Augusto Consoli, Angelo Giglio, L’ Ottimismo della ragione, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 8-12
L’articolo racconta e commenta la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze – Oltre la fragilità, che si è tenuta a Genova, il 27 e 28 novembre 2021. La conferenza viene indetta dopo 12 anni dalla precedente ed è stata preceduta da sette tavoli preparatori e da una “Fuoriconferenza”, indetta il giorno prima dalla Rete per la Riforma delle Politiche sulle Droghe. Il dibattito è stato molto influenzato dalle sollecitazioni della Fuoriconferenza e dalle esperienze e riflessioni estere, pertanto si è esteso oltre le dipendenze da sostanze illegali e ha toccato anche le dipendenze da comportamento e l’opportunità della legalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis. Si è parlato anche del progressivo impoverimento delle risorse messe a disposizione del pubblico e del privato sociale e l’intervento di Luigi Ciotti ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prevenzione, di qualificazione e potenziamento dei servizi e non tanto di penalizzazione. Il potenziamento dei servizi per le dipendenze e l’adeguamento ai nuovi bisogni dell’utenza è stato un altro tema fondante della conferenza, così come l’importanza di una prevenzione efficace, moderna e a lungo termine e della sinergia tra pubblico e privato sociale. Sono infine state delineate nuove prospettive nel campo della lotta alle dipendenze anche in riferimento ai contesti di reclusione, alle pene alternative, alle questioni di genere, ai minori e ai migranti. Nel medesimo n. della rivista si trova anche la riflessione di Fabio Lugoboni sullo stato attuale dei servizi per le dipendenze: Parlando di vino in casa dell’oste. Una possibile roadmap per i (poco) ruggenti anni ’20,), pp. 31-35. Le relazioni finali della Conferenza posso invece essere consultate nel documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Antidroga, VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze. Oltre le fragilità. Relazioni Conclusive dei Tavoli Tecnici della VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, Dipartimento per le politiche antidroga, Roma, 2021, 53 pp.

9788835138273_0_536_0_75Paola Di Nicola, Debora Viviani, Felicità tra libertà e dipendenza: la via impervia per il Paradiso, Franco Angeli, Milano, 2022, 138 pp.
Nel nostro immaginario sociale, fatto di idee, pensieri, ideologie, teorie e pratiche, è sorta da pochi decenni una nuova costellazione: felicità, libertà, emozioni, alla quale l’attore sociale guarda con interesse crescente. Tale costellazione indica la via da prendere per arrivare al Paradiso: un nuovo Eden in cui trascorrere l’esistenza senza l’assillo delle premure, delle preoccupazioni e delle inquietudini che il vivere tra gli altri e con gli altri necessariamente comporta. La promessa della felicità si basa su una contraddizione che, in realtà, l’ideologia corrente non ha risolto: il dilemma tra libertà e dipendenza, ovvero pensare e teorizzare che l’esercizio della libertà sia possibile solo se la dipendenza viene annullata. In realtà la dipendenza non si può sopprimere, perché la vita quotidiana è fatta di intrecci, relazioni, connessioni, positive o negative, felici o infelici, gioiose o tristi che costituiscono la rete di un sistema di interdipendenza di cui nessuno può fare a meno, a meno che non si decida di vivere da soli, su un’isola deserta.
Collocazione Biblioteca: 19913

Francesco Melozzi, La dipendenza e le dipendenze, in Pedagogika.it, a. 25, n. 3 (lug. – set. 2021), pp. 64-69
La dipendenza è comunemente intesa come un bisogno del soggetto a livello psichico che lo porta a ricercare in maniera compulsiva una certa sostanza. Recentemente, accanto alla dipendenza da sostanze, sono state approfondite anche le dipendenze del comportamento, che portano il soggetto a reiterare in maniera spasmodica uno stesso comportamento. L’autore si interroga su quale possa essere il ruolo della pedagogia in queste problematiche e trova una risposta nella pedagogia di Freire, che propone modelli di intervento educativo, formativo e sociale, basati sul ruolo attivo del soggetto e sulla liberazione personale e collettiva.

Oliver J. Morgan, Dipendenza, attaccamento, trauma e recovery. Il potere della connessione, Giovanni Fioriti, Roma, 2021, 268 pp.
La cornice teorica esposta nel libro, il cui autore è terapeuta e docente universitario, permette di comprendere la dipendenza, integrando la neurobiologia personale e l’ecologia sociale, culminando in un approccio terapeutico che possiamo chiamare “terapia sensibile all’attaccamento”. Il tema centrale del libro è costituito dalla dipendenza e dal recovery, anche attraverso la presentazione di casi clinici. La dipendenza è vista come un esito e un sintomo di condizioni più generali, per cui può essere risolutivo un approccio integrato.
Collocazione Biblioteca: 19056

Dipendenza da gioco

Si veda anche la bibliografia “Il gioco d’azzardo e il trattamento“.

jogLevi Pérez, Too Young to Gamble. Long-term Risks from Underage Gambling, in Journal of Gambling Studies, vol. 40. n.3 (sett. 2024) – on line, pp. 1575 – 1584
La crescente disponibilità di opportunità di gioco d’azzardo in tutto il mondo ha il potenziale di avere un impatto sul comportamento di gioco d’azzardo dei giovani e sulla prevalenza di danni correlati al gioco d’azzardo. Questo documento studia se iniziare a giocare d’azzardo in giovane età (ad esempio, al di sotto dell’età minima legale per il gioco d’azzardo) aumenta la probabilità di un individuo di subire qualche tipo di danno correlato al gioco d’azzardo in futuro. I dati tratti dallo studio sulla prevalenza, il comportamento e le caratteristiche dei giocatori d’azzardo in Spagna forniscono informazioni sull’età di inizio del gioco d’azzardo degli intervistati e valutano il rischio di gioco d’azzardo in base ai criteri stabiliti dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-IV). Le stime di un modello probit ordinato suggeriscono che iniziare a giocare d’azzardo mentre si è al di sotto dell’età minima legale è associato a una maggiore probabilità di gioco d’azzardo problematico. Nel medesimo n. della rivista segnaliamo anche l’articolo di Anders Nilsson … [et al.], Gambling and Migration. The role of Culture and Family, in Journal of Gambling Studies, vol. 40, n.3 (sett. 2024) – on line, pp. 1157 – 1170

Enrico Teta, Paola Damiano, Le azioni e i servizi per il gioco d’azzardo patologico in Piemonte, in Dal fare al dire, a. 33, n. 2 (2024), pp. 50-59
L’articolo fornisce alcuni dati sulla diffusione del gioco d’azzardo problematico e l’attività dei servizi pubblici dedicati in Italia e particolarmente in Piemonte, che offrono anche trattamenti online. Gli autori, operanti come responsabili nei servizi dipendenze della ASL di Torino, sottolineano l’importanza delle politiche sanitarie, sociali e culturali per favorire l’emersione della richiesta di aiuto e il cambiamento della percezione del problema da vizio a malattia.

Michela Ghelfi … [et al.], Online Gambling, A Systematic Review of Risk and Protective Factors in the Adult Population, in Journal of Gambling Studies, vol. 40, n.2 (giu. 2024) – on line, pp. 673 – 699
Negli ultimi decenni, il gioco d’azzardo su Internet ha registrato una forte crescita e diffusione grazie a caratteristiche intrinseche che lo rendono particolarmente attraente per i giocatori (accessibilità, anonimato, varietà di giochi). Questo articolo si propone di presentare lo stato attuale delle conoscenze sui fattori di rischio e di protezione del gioco d’azzardo online. Una ricerca bibliografica condotta nei database PubMed, PsychInfo e Scopus ha trovato 42 articoli, che sono stati inclusi nella revisione. Gli aspetti metodologici e i fattori di rischio e di protezione sono stati analizzati in modo trasversale. In generale, la revisione ha mostrato che i fattori di rischio e le variabili a livello individuale sono indagati in misura maggiore, mentre i fattori protettivi a livello relazionale e contestuale necessitano di studi più approfonditi nelle ricerche future.

71hPK+56DTL._AC_UF1000,1000_QL80_Fabio Pellerano, Come uscire dalla rete del gioco d’azzardo. Indicazioni, suggerimenti e strumenti per giocatori, familiari e operatori, Amrita, Bellaria-Igea Marina, 2024, 333 pp.
Uscire dalla rete del gioco d’azzardo non è facile, perché non si tratta di un vizio, ma di una malattia che richiede una cura specifica, dai risultati non sempre certi. L’autore in questi anni ha incontrato molte persone con un disturbo da gioco d’azzardo (e i loro familiari): molte di loro, un po’ alla volta, sono riuscite a superare le difficoltà e a vivere meglio, senza più quel desiderio incontrollabile di recarsi alla slot sotto casa, comprare un Gratta e Vinci, scommettere su un evento sportivo. Questo libro nasce quindi grazie a loro: leggendolo si incontrano le loro storie e le loro strategie. Si illustrano dei percorsi efficaci già sperimentati, si spiega come gestire le ricadute, si offre un sistema per monitorare i progressi e pianificare i passi futuri. Vi si trovano suggerimenti e strategie anche per i familiari, e può risultare molto utile anche agli addetti ai lavori o a chi si interessa del fenomeno del gioco d’azzardo per la sua connotazione sociale, sanitaria, economica e legale. In appendice si trovano elenchi di servizi pubblici e privati per il trattamento, delle fondazioni antiusura e di risorse Web.
Collocazione Biblioteca: 20636

Aino Suomi … [et al.], An Gambling Harm Experienced by Children Exposed to Parental Gambling. An Online Survey of Australians, in Journal of Gambling Studies, vol. 40, n.1 (mar. 2023) – on line, pp. 181 – 200
Sebbene sia noto che il benessere dei bambini è influenzato negativamente dal gioco d’azzardo, si sa relativamente poco sui danni specifici subiti dai bambini esposti a problemi di gioco d’azzardo da parte dei genitori. L’attuale studio mirava a comprendere meglio i danni del gioco d’azzardo direttamente attribuiti al gioco d’azzardo regolare dei genitori in aree chiave del benessere dei bambini: benessere finanziario, psicologico, interpersonale e trasmissione intergenerazionale del gioco d’azzardo problematico. Utilizzando i dati di un sondaggio nazionale su adulti australiani esposti al gioco d’azzardo dei genitori di età inferiore ai 18 anni (n = 211), i risultati mostrano che il gioco d’azzardo dei genitori era correlato a livelli significativi di danni finanziari, abusi, negligenza e problemi relazionali e psicologici come risultato diretto del gioco d’azzardo dei genitori. La probabilità di subire danni da gioco d’azzardo era positivamente associata alla gravità del gioco d’azzardo problematico dei genitori. Questa ricerca evidenzia la necessità di maggiori supporti per le famiglie con bambini in cui almeno un genitore gioca regolarmente.

Sara Rolando … [et al.], Disturbo da Gioco d’Azzardo: uno sguardo sui “nuovi” utenti, in Mission, a. 17, n. 62 (dic. 2023), pp. 16-22
L’articolo parla di uno studio, condotto nel dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze, ASST di Melegnano e Martesana (Mi), che va a completare un’indagine che ha analizzato le caratteristiche socio-anagrafiche e il trend in carico ai citati servizi. Si sono raccolti elementi utili alla pianificazione e individuazione di eventuali nuovi bisogni conoscitivi in materia di disturbo da gioco d’azzardo, analizzandolo anche da un punto di vista di genere (“Il gioco al femminile”) e del gioco online. In proposito, si consulti anche l’articolo a cura di Sara Rolando, Gaia Cuomo, Disturbo da Gioco d’Azzardo e “nuovi” utenti. Report di ricerca di approfondimento su giocatrici donne e giocatori online, Eclectica, Torino, 2023, 36 pp.

i__id6522_mw600__1xRocco Sciarrone, Federico Esposito, Lorenzo Picarella, Il gioco d’azzardo, lo Stato, le mafie, Donzelli, Roma, 2023, 215 pp.
Costruito a partire dai risultati di una vasta ricerca empirica, questo libro approfondisce i processi di regolazione del mercato dei giochi d’azzardo, analizzando in particolare il ruolo esercitato dalle mafie. L’indagine è basata su una duplice prospettiva: una orientata a capire come funziona concretamente il settore, ricostruendo le filiere di mercato e gli interessi economici in campo; l’altra focalizzata sulle strategie dei gruppi mafiosi, con riferimento sia al gioco su rete fisica sia al gioco online, in grande espansione negli ultimi anni. Rifuggendo da una prospettiva “mafiocentrica”, incentrata cioè esclusivamente sull’attore criminale, lo studio mette in evidenza la porosità della dicotomia legale-illegale che sembra contraddistinguere il mercato dell’azzardo, contribuendo a una più precisa conoscenza del rapporto tra gioco e fenomeni mafiosi per offrire proposte di policy per il dibattito pubblico in corso. Sul legame tra mafie e gambling si veda anche il testo di Carla Cucco, Il vizio del gioco: betting e gambling nella rete delle organizzazioni mafiose, Giuffrè Francis Lefebvre, Milano, 2023, 95 pp. (coll. Bibl.: MAF.01.520)
Collocazione Biblioteca: MAF.01.517

Fulvio Fulvi, Nel vortice dell’azzardo. Il Gruppo Abele: «Non è un gioco, è un virus», in Avvenire, 20 ott. 2023, pp. 1-4
«Il gioco d’azzardo non è un vizio ma un virus molto contagioso da cui non è facile guarire» sostiene don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele, associazione impegnata da anni anche a sostenere concretamente le vittime delle scommesse e le loro famiglie, anche col progetto “Vite in gioco”. «È un problema di salute che si attacca alle personalità fragili ” aggiunge Pasquale Somma, consilier in ambito socioeducativo e operatore del Gruppo Abele, che analizza poi come nasce questa forma di dipendenza e da dove poi si può cominciare a ricostruire.

M. Muzzi, A. Ravera, C. Celata, Verso una “azzardificazione” dei mercati, Dal trading online allo sport, in ALEA Bulletin, a. 11, n. 2 (2023) – online, pp. 15-28
L’articolo esplora “le motivazioni che hanno accelerato il passaggio da un’esperienza di gioco fisico all’online, fino ad arrivare ad un nuovo paradigma, in cui l’azzardo non è più solo un comportamento, ma diventa un frame culturale”. Gli autori, partendo dalla considerazione di eventi storici recenti (prima tra tutti la pandemia da Covid 19) che hanno influenzato l’economia, i comportamenti di investimento e l’interazione uomo-macchina, considerano le forme più recenti assunte dall’azzardo, come il trading online, proponendo l’assunzione di un approccio di prevenzione ambientale che coinvolga operatori sanitari, comunità ed Enti locali.

9791254773192_0_536_0_75A cura di Chiara Pazzaglia, Francesco Pegreffi, Mi prendo cura di lei. Contrasto e prevenzione al gioco d’azzardo patologico, Bologna University Press, Bologna, 2023, 120 pp.
Il volume propone un’analisi multidisciplinare sulla ludopatia, con un focus sul gioco d’azzardo femminile e da parte delle caregivers. Partendo dall’analisi dei dati attuali, procede indagando le cause del fenomeno e proponendo soluzioni volte a prevenire e mitigare le conseguenze. L’Unione sportiva Acli di Bologna ha avviato una ricerca sociologica sul tema dell’azzardo femminile. Sulla base dei risultati ottenuti, ha progettato alcune attività di contrasto e prevenzione alla ludopatia. Attraverso laboratori ludici, sportivi, gruppi mutualistici, il sistema Acli ha ideato alcuni percorsi utili, soprattutto alle donne impegnate nel lavoro di cura, a ritrovare una dimensione di equilibrio personale allontanandole dai rischi delle dipendenze.

Maurizio Fiasco, Il decreto di riordino del gioco d’azzardo on-line. Alea rompe il silenzio, in ALEA Bulletin, a. 11, n. 2 (2023) – on line, pp. 5-14
Questo articolo espone l’azione di Alea riguardo all’iter legislativo che ha portato all’emanazione del Dlgs n. 41/24 sul “riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza”. Maurizio Fiasco descrive il ruolo di “sentinella” svolto dall’Associazione Alea e di altre realtà del terzo settore per richiamare l’attenzione della società civile, dei politici, dei clinici, delle associazioni, sugli importanti cambiamenti che il Decreto comporta in un settore in costante espansione; vengono parimenti argomentati i vantaggi per le società che lo gestiscono e le proposte avanzate da Alea per ridurre i rischi gioco-correlati, nell’interesse preminente della tutela della salute dei cittadini.

Roberto Fiorini … [et al.], Prevenzione al Centro, Il nuovo Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute del Piemonte, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 54-58
L’articolo presenta il Progetto Prox Experience, sulla prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo patologico. Il progetto è nato nel 2014 all’interno delle attività di Promozione della Salute previste nel Piano Locale delle Dipendenze, sviluppatosi poi all’interno del Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute. Nel medesimo numero si segnala anche l’articolo di Sabrina Rizzo, Luca Rossi, Silvia Rosina, Il tema della sfida nei pazienti con disturbo da gioco d’azzardo. Confronto con altre dipendenze e prospettive di intervento, pp. 59-64

5310547_FCOVLuca Biffi … [et al.], Il coinvolgimento dei locali nella prevenzione del gioco d’azzardo: un’azione di corresponsabilità attraverso un codice etico, in Psicologia della Salute, n. 2 (2022), pp. 129-144
Il gioco d’azzardo si è notevolmente diffuso negli ultimi anni in Italia e conseguentemente sono aumentate le preoccupazioni sulle conseguenze negative su salute, economia e società. Lo studio presenta la valutazione di un’azione di coinvolgimento dei locali che offrono gioco d’azzardo in ambito preventivo, attraverso l’adesione ad un codice etico. Sono stati coinvolti 24 esercenti ed è stata realizzata un’analisi del comportamento e dell’atteggiamento differente tra chi ha aderito al Codice etico e chi no.

La nuova campagna di comunicazione della Regione Piemonte sui pericoli da gioco d’azzardo, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 57-59
Presentazione della nuova campagna informativa della Regione Piemonte per contrastare il gioco d’azzardo patologico. Lo slogan scelto è “Perdere tutto non è un bel gioco”.

Marzia Di Girolamo, Andrea Lazzara, Buone prassi nel trattamento del Disturbo da Gioco D’Azzardo, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 57-63
Dopo aver delineato a partire dalla letteratura il concetto di guarigione nelle dipendenze e in particolare nel Disturbo da Gioco D’Azzardo (DGA), l’articolo descrive una ricerca che ha intervistato operatori di 17 équipe di SerT del Piemonte che si occupano di DGA riguardo alla loro rappresentazione di “buone prassi” nel trattamento del DGA (obiettivi, metodi, figure professionali necessarie e variabili che lo influenzano). Vengono descritti i risultati della ricerca.

cover-storie-di-dipendenze-Color-683x1024Storie di dipendenze. 10 racconti sul gioco d’azzardo, Medicina delle Dipendenze, Verona 2022, 205 pp.
Il gioco d’azzardo era presente anche nell’antichità ma con caratteristiche completamente diverse da quelle attuali: ha perso le componenti di lentezza, ritualità, socialità e ha assunto quelle di velocità, tecnologia, solitudine. Le comunicazioni sociali sul gioco responsabile non sembrano avere l’effetto deterrente che dovrebbero avere e l’industria del gioco realizza grandi profitti. Questo è il tema di questi racconti, storie di vita che hanno in comune il gioco d’azzardo.
Collocazione Biblioteca: 20478

A cura di Giuseppe Masengo, Valentino Merlo, Il gioco infinito, La media education per contrastare l’azzardo: l’esperienza del progetto Steadygap, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 57-62
Nella programmazione delle attività di contrasto al gioco d’azzardo della Regione Piemonte per gli anni 2021-2022, un’area importante è stata individuata negli interventi di prevenzione realizzati all’interno del setting scolastico. In implementazione e integrazione con le attività territoriali delle singole ASL, la Regione Piemonte ha messo in campo un progetto regionale offerto alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Il progetto è stato affidato al Dipartimento dell’ASL CN2 che lo ha realizzato all’interno delle attività del Centro Steadycam.

A cura di Maurizio Esposito, Lucio Meglio, Sicurezza sociale e gioco d’azzardo, in Sicurezza e scienze sociali, a. 10, n. 1 (gen.-apr. 2022), pp. 7-134
In questo numero della rivista il gioco d’azzardo viene approfondito e osservato attraverso il prisma delle sensibilità, degli approcci e delle visioni differenziate di autori, ricercatori ed esperti del settore. Lo scopo è quello di mostrare i vari volti di uno stesso fenomeno, le sfaccettature di una dipendenza comportamentale che influisce sulla vita degli adulti e dei più giovani e che ha trovato nel web un canale di chiaro e preoccupante sviluppo con innesti e ramificazioni in altri fenomeni di dipendenza, oltre alla lettura che ne viene data dai nuovi media.

9788895425191_0_536_0_75A cura di Amelia Fiorin, Daniela Capitanucci, Manuale operativo di presa in carico clinica nel disturbo da gioco d’azzardo, Publiedit, Cuneo ; Roma, 2022, 426 pp.
Il Manuale mira a recuperare e mettere a disposizione modelli competenti e consolidati, buone prassi operative dettate dall’esperienza e dalla ricerca internazionale, in un percorso guidato rivolto ai professionisti per supportarli a muoversi nella complessità della presa in carico del paziente con Disturbo da Gioco d’Azzardo.
Collocazione Biblioteca: 18829

Loredana Acquadro, Alessandro Ganci, La legge “Salva Suicidi” per il sovraindebitamento da gioco d’azzardo. Un Case Report, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 61-63
Le persone affette da DGA non possono usufruire delle misure alternative alla detenzione previste da DPR 309/90 in quanto dipendenti patologicamente da un comportamento, e non, come previsto specificatamente dal DPR, da droghe o alcol. Possono, però, beneficiare, in caso di sovraindebitamento, della cosiddetta Legge “salva-suicidi”, n. 3/22, per la ristrutturazione del debito, purchè dimostrino l’esistenza della dipendenza e la volontà di sottoporsi ad un trattamento. Questa possibilità, nel tempo, sta trovando sempre più applicazione nei tribunali italiani. Nell’articolo è presentato un case report esemplare in merito dalla ASL di Biella.

Sara Rolando, Chiara Ferrari, Gap e accesso al trattamento. La necessità di contrastare i processi di stigmatizzazione, in Dal fare al dire, a. 31, n. 1 (2022), pp. 57-62
L’articolo è tratto dal report “Per me era soltanto un vizio“, frutto di una ricerca-azione finalizzata ad approfondire la comprensione dei fattori che ostacolano o facilitano la richiesta d’aiuto da parte dei giocatori problematici, per fornire ai Servizi informazioni utili a incrementare l’accesso al trattamento. La ricerca è stata promossa dall”Asl To3 nell’ambito del Piano Locale Dipendenze ed affidato ad Eclettica. Il progetto prevedeva 30 interviste individuali semi-strutturate a giocatori in trattamento e la realizzazione di un workshop in ciascuno dei territori coinvolti (Cuneo, VCO, To4). Vengono esposti e discussi i risultati che suggeriscono che i tipi di intervento prioritari per fare emergere la richiesta d’aiuto sono quelli orientati a ridurre lo stigma: interventi preventivi ed educativi e interventi di advocacy volti a svelare le tattiche dell’industria del gioco d’azzardo e le proprietà assuefacenti del gambling.

Anna Ravera … [et al.], Contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 52, n. 1 (2022), pp. 37-40
L’articolo descrive un’esperienza pilota di attivazione di comunità per la promozione della salute, dove enti pubblici e terzo settore hanno stipulato un accordo operativo per il contrasto al gioco d’azzardo, nel Municipio 4 del Comune di Milano.

9788829009626Pekka Sulkunen … [et al.], Limitare l’azzardo. Gioco, scienza e politiche pubbliche, Carocci, Roma, 2021, 302 pp.
Il libro offre una riflessione sistematica sul gioco d’azzardo in un’ottica di salute pubblica. E’ rivolto in particolare ai decisori politici, chiamati a prevenire e ridurre i problemi provocati dalla crescita esponenziale dell’offerta di gioco avvenuta in gran parte del mondo nel XX secolo. Gli autori, appartenenti a un gruppo di ricerca internazionale sul tema, descrivono il contesto storico in cui l’industria del gioco d’azzardo si è sviluppata e la sua diffusione a livello globale e discutono alcune delle attuali forme di regolamentazione sulla base delle evidenze scientifiche disponibili. L’analisi delle politiche pubbliche mette in evidenza gli ostacoli politici ed economici a una buona regolamentazione, ma porta anche solide ragioni a supporto dell’introduzione di interventi atti a proteggere la salute della popolazione. La postfazione contiene l’articolo “La regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia e il “caso Piemonte”: un’efficace policy di contenimento dell’offerta di Sara Rolando e Paolo Jarre, che integra le evidenze internazionali presentando i risultati di una valutazione multidisciplinare dell’impatto della legge piemontese e della sua efficacia nella riduzione dell’offerta.
Collocazione Biblioteca: 18829

Alberto Arnaudo, La nuova legge per il contrasto al gioco d’azzardo patologico in Piemonte. Legge Regionale n. 19 del 15 luglio 2021, in Dal fare al dire, a. 30, n. 3 (2021), pp. 57-64
L’articolo presenta il disegno di legge (DDL) per il contrasto del gioco d’azzardo in Piemonte e il relativo dibattito nella società civile. La legge in particolate propone, tra l’altro, nuove regole per il distanziamento dai luoghi sensibili, fasce orarie di apertura unificate e azioni di contrasto e prevenzione della dipendenza. Si consulti inoltre l’articolo a cura del medesimo autore, Revisione della legge n. 9/2016 per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. I Risultati della prima discussione in Consiglio Regionale del Piemonte, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 50 – 51 e il documento Le politiche di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico in Piemonte- L’evoluzione del fenomeno, l’attuazione della legge regionale n. 9/2016 e le attività del piano triennale, Iamma.it, [s. l.], 2021, 43 p.

Emanuela Atzori … [et al.], Gaming patologico. Quando il gioco diventa pericoloso, L’asino d’oro, Roma, 2021, 146 pp.
Gli autori indagano su quando e perché il gioco diventa pericoloso, come questo possa rappresentare un rischio per la salute, e come si può riconoscere e affrontare un disturbo da gaming patologico. Nel volume proposto viene tracciato un quadro delle caratteristiche peculiari del gioco e dei video­giochi in particolare, del cui utilizzo, ormai diffuso a ogni età, sono evidenziati i rischi. Emerge chiara­mente che la responsabilità dello sviluppo del “gaming disorder” non può essere imputata allo strumento tecnologico in sé e che non è sufficiente intervenire con divieti e regole per affrontare il problema. Le cause della dipendenza da videogiochi, così come di altre dipendenze patologiche, vanno individuate nella ricerca compulsiva di stimolazioni sensoriali, dovuta a una perdita di sensibilità, che va ricreata in uno specifico rapporto di cura, la psicoterapia.
Collocazione Biblioteca: 19698

Dipendenza affettiva

Eleonora Cosma, Mauro Croce, Love addiction. Il delicato equilibrio tra amore e dipendenza, in Dal fare al dire, a. 33, n. 2 (2024), pp. 32-43
L’articolo fornisce alcune informazioni sulla dipendenza affettiva, che non è ancora inclusa nei principali manuali psicodiagnostici, a causa della mancanza di una definizione condivisa. Gli autori, psicologi, ne descrivono la sintomatologia, le cause e i fattori di rischio, concentrandosi su tre diverse manifestazioni di questa dipendenza: codipendenza, stalking e violenza domestica. Infine, forniscono una sintesi degli approcci psicoterapeutici per affrontarla,

71bhqDdDd+L._UF1000,1000_QL80_Laura Pigozzi, Amori tossici. Alle radici delle dipendenze affettive in coppia e in famiglia, Rizzoli, Milano, 2023, 238 pp.
Questo libro parla degli amori “tossici”, ovvero di quei legami che diventano predatori, che tolgono spazio, depotenziano e fanno male. Si parla in particolare dei fenomeni di ghosting, serial lover e gaslighter, ma anche di silenzi, invasività e abbandono genitoriale. Per capire come l’amore può ribaltarsi in odio è importante guardare indietro, alle invasioni nei confini delle relazioni che si vivono in primo luogo in famiglia, dove può succedere che le madri, in nome dell’amore assoluto, impediscano il necessario e vitale processo di separazione dei figli. I sadici, i prepotenti, i manipolatori hanno un fiuto infallibile nell’annusare e scegliere la vittima perfetta che ogni ex bimbo o bimba violata rappresenta in potenza. L’amore è una questione di confini, di bordi che dovrebbero restare porosi e consentire il passaggio di ciò che nutre, come fa la membrana di una cellula, definita ma non assoluta, stabile ma non necrotizzata. Nell’amore tossico, invece, i confini sono perturbati: abbattuti nell’invasione simbiotica dell’amore assoluto, oppure irrigiditi, invalicabili ed espulsivi, nell’abbandono. Esiste una strana equivalenza tra simbiosi e abbandono che viene vissuta nei primi legami famigliari e che si riproduce inevitabilmente nelle relazioni d’amore stabilite da adulti. L’autrice è una psicoanalista lacaniana.
Collocazione Biblioteca: 20496

Stefano Orsolini … [et al.], L’ideazione suicidaria in un gruppo di dipendenti affettivi italiani: una ricerca qualitativa, in Psicologia della Salute, n. 2 (2023), pp. 11-26
Lo studio qui descritto mira a fornire prove empiriche sull’eziologia e sulle caratteristiche della dipendenza affettiva e ad analizzare la sua relazione con l’ideazione suicidaria. Il risultato della ricerca ha confermato la rappresentazione del fenomeno della dipendenza affettiva come finora è stata ipotizzata in letteratura, sottolineandone l’associazione con comportamenti suicidari o para-suicidari, e di conseguenza l’importanza della prevenzione.

Maria Chiara Gritti, La Principessa che voleva amare Narciso. Come uscire insieme dai labirinti del cuore, Sonzogno, Venezia, 2022, 175 pp.
Una mattina d’estate, in un antico e bellissimo regno nasce la generosa principessa Febe, colei che dona luce. O almeno, questo è ciò che crede di dover fare, perché crescendo impara a dedicarsi solo agli altri e a renderli felici riempiendoli di affetto e calore. Quando incontra Flavio, il principe Narciso, se ne innamora al primo sguardo e crede di aver finalmente trovato la persona giusta. Ma il ragazzo nasconde un segreto: educato per diventare un perfetto principe azzurro, non può rivelare a nessuno le proprie debolezze e deve sempre mostrarsi impeccabile. Più Febe si avvicina, più lui si sente minacciato; più Flavio si allontana, più lei fa di tutto per tentare di salvarlo. La complessità dei loro sentimenti li porta a perdersi in un labirinto emotivo senza uscita, che li tiene dolorosamente legati e distanti, finché Vera non insegnerà loro a guardarsi dentro per ritrovare la strada… Attraverso questa suggestiva favola metaforica, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti svela con sensibilità i meccanismi e le cause profonde della dipendenza affettiva e del narcisismo patologico, tracciando un percorso liberatorio verso la conoscenza di sé. Perché solo scoprendosi si può raggiungere la consapevolezza necessaria ad amare e farsi amare pienamente.
Collocazione Biblioteca: 20485

71CofUJrNXL._AC_UF1000,1000_QL80_Floriana Lunardelli, A porte chiuse. Violenza domestica e dipendenza affettiva. Volti del male contemporaneo, Erga, Genova 2022, 192 pp.
L’Autrice è operatrice all’interno di un centro antiviolenza genovese nel quale si accolgono donne maltrattate. Questo manuale descrive a 360 gradi la violenza domestica. Parte dal tema del male e dall’idea che la violenza, soprattutto quella domestica a carico di donne e minori, sia l’espressione più pericolosa, ma al contempo più celata agli occhi di aggressori e vittime, del male post-moderno. L’Autrice non si ferma quindi ad una mera analisi teorica: a corollario di questo studio ci fornisce due preziose testimonianze in cui porta alla luce il percorso di aiuto necessario a sostenere chi, il Male, lo ha subito “a porte chiuse”, all’interno di quelle mura domestiche che non contengono il calore di una famiglia ma il dolore della violenza. La violenza, in qualunque forma venga agita, fisica, psicologica, sessuale e/o economica, ha come obiettivo quello di incutere paura e assoggettamento. Talvolta segue una ciclicità, fatta di passaggi, durante i quali si alternano tensione, intimidazione, esplosione dell’aggressività, pentimento, fase della “luna di miele”, nella quale la donna tendenzialmente perdona il proprio carnefice nell’illusione che questi possa cambiare. Il libro è interattivo e scaricando un’apposita applicazione si possono ascoltare altre testimonianze di vittime di maltrattamento.
Collocazione Biblioteca: 20487

Massimo Borgioni, Eco, Narciso e le figure della dipendenza amorosa, Alpes Italia, Roma 2022, 123 pp.
L’autore, psicologo e psicoterapeuta, analizza tutti i fattori che possono portare a forme di dipendenza psicopatologiche nelle relazioni d’amore. Si avvale delle figure mitologiche della dipendente Eco e del contro-dipendente Narciso per approfondire il tema e fare un excursus storico sul Narcisismo. Segue poi una sezione dedicata al pensiero di Alexander Lowen sulle problematiche della dipendenza. L’autore sostiene che se le nostre esperienze primigenie hanno creato ferite non guarite, rischiamo di restare prigionieri di ripetizioni infinite di schemi, da cui solo la terapia può liberarci.
Collocazione Biblioteca: 20486

Paolo Antonelli, Le dipendenze affettive. Quando amare fa male, Giunti Psychometrics, Firenze, 2022, 240 pp.
Il volume fornisce una disamina della dipendenza affettiva basata sulla letteratura scientifica, per spiegare cosa sia, come venga concettualizzata e come si possa manifestare; inoltre, ne analizza le cause e descrive le strategie e tecniche di intervento per affrontarla e superarla. In questa condizione, sempre più diffusa nel mondo contemporaneo, l’amore si trasforma in abitudine a soffrire, portando gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali. La relazione di coppia viene vissuta come un prerequisito indispensabile per la propria esistenza e ciò rappresenta l’antitesi dell’amore verso sé stessi. L’autore è psicologo e psicoterapeuta esperto di nuove dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 19852

71YwwppYwkL._AC_UF1000,1000_QL80_Antonella Lebruto … [et al…], Dipendenza affettiva. Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo-comportamentale, Erickson, Trento, 2022, 246 pp.
La Dipendenza affettiva è comparabile alle dipendenze comportamentali e si caratterizza peculiarmente per il timore della perdita relazionale. Partendo dal suo inquadramento nosografico e dalla sua eziopatogenesi, questo lavoro propone un modello di funzionamento del disturbo e il corrispondente protocollo di valutazione e trattamento. Nel volume sono presenti numerosi esempi di schede che possono essere utili al terapeuta nel processo di costruzione della concettualizzazione cognitivo-comportamentale dei casi e nel loro trattamento. Al fine di consentire una valutazione che tenga conto della complessità degli aspetti clinici di questa condizione, e data la carenza in letteratura scientifica di strumenti specifici, il libro include un nuovo strumento clinico per la valutazione e la diagnosi: l’INLOAD (Inventory for Love Addiction, a cura di Antonella Lebruto).
Collocazione Biblioteca: 19861

Paolo Antonelli … [et al.], La dipendenza affettiva oggi: concettualizzazione, valutazione e trattamento, in Rivista di sessuologia clinica, a. 27, n. 1 (2021), pp. 45-65
L’articolo intende fare il punto sulla dipendenza affettiva, una forma di amore ossessivo ed esasperato nei confronti del partner, che nuoce al benessere della persona. Nella prima parte vengono trattate la definizione, la fenomenologia e la prevalenza di questa condizione, esponendo anche le principali teorie e le considerazioni diagnostiche per differenziarlo da altre patologie simili. La seconda parte riporta le varie ipotesi sull’eziologia della dipendenza affettiva, le principali misure per il suo assessment e i trattamenti finora proposti.

Dipendenza da internet

Si veda anche la bibliografia su “Nuove generazioni e tecnologie – Aspetti patologici.” e “Hikikomori e ritiro sociale

Taisei Kubo … [et al.], Hikikomori and gaming disorder tendency. A case-control online survey for nonworking adults, in Psychiatry and clinical neurosciences, vol. 78, n.1 (gen. 2024) – on line, pp. 77-78
In questa ricerca è stato condotto un sondaggio online per esaminare l’associazione tra tendenze GD (Disturbo da gioco) e hikikomori patologico/non patologico tra adulti non lavoratori in Giappone. I risultati evidenziano che la fase iniziale di hikikomori patologico (entro 3 mesi) ha la più alta tendenza alla GD. Questa tendenza può essere aumentata da sintomi depressivi e compromissione funzionale, dovuta all’isolamento. Inoltre, “l’evitamento dei ruoli sociali” è stato un predittore significativo di una minore tendenza alla GD, suggerendo che le situazioni di ritiro possono causare la perdita di ruoli nella società e l’uso di giochi durante questa condizione può essere un’azione di auto-cura attraverso l’acquisizione di ruoli nel mondo del gioco. Tuttavia questa ricerca non è stata in grado di chiarire una relazione causale; pertanto, ulteriori sondaggi longitudinali su larga scala dovrebbero essere condotti per convalidare i presenti risultati.

imagesA cura di Mauro Croce, Pier Giovanni Mazzoli ; contributi di G. Biggio … [et al.], Dipendenze e disturbi da tecnologie digitali. Indicazioni per la comprensione e l’intervento clinico integrato, Publiedit, Cuneo ; Roma, 2023, 640 pp.
Questo testo si propone come primo Manuale clinico italiano dedicato alla terapia e alla cura delle Dipendenze Digitali. Fenomeno nuovo e che quindi richiede innanzitutto uno sforzo di comprensione e di interpretazione per capirne le specificità rispetto ad altre forme di Dipendenza Patologica da sostanze o comportamentali e sia per delineare i confini tra uso e abuso della tecnologia e della dimensione patologica della Dipendenza stessa. L’impegno degli autori non si è focalizzato in una lettura del fenomeno meramente saggistica, ma in una chiave interpretativa fortemente clinica esplorando tutti gli aspetti biologici, psicoterapeutici e ambientali, approfondendone anche le differenze di genere e generazionali. Gli autori coinvolti, tra i più autorevoli a livello nazionale e internazionale, si distinguono per aver maturato esperienze importanti non solo nello studio ma soprattutto nel trattamento clinico di queste Dipendenze. Il Manuale propone indicazioni concrete di intervento integrato; è diretto ai terapeuti, ma anche a chi, tra i professionisti sanitari e gli educatori, voglia comprendere e studiare questo argomento. Il contributo prolusivo “Prevenire il rischio di un uso problematico degli schermi” è di Serge Tisseron. Hanno inoltre contribuito L. Grosso, P. Jarre, A. P. Lacatena, M. Marangi e molti altri.
Collocazione Bibloteca: 20319

Antonietta Grandinetti … [et al.], Tecnodipendenze. Analisi della letteratura e ipotesi per un progetto, in Dal fare al dire, a. 32, n. 3 (2023), pp. 31-41
Nello spazio della rivista dedicato alle Nuove droghe e nuove forme di dipendenza, che sempre più vanno diffondendosi in ogni parte del mondo, si presenta l’articolo sulle dipendenze da tecnologia, con l’analisi delle caratteristiche, delle differenze fra identità individuali e identità virtuali, le conseguenze della dipendenza sul funzionamento nervoso, un progetto di prevenzione e cura.

Elle Larsen … [et al.], Excessive smartphone use and addiction: When harms start outweighing benefits, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 586-588
L’uso eccessivo dello smartphone può diventare un problema serio per alcuni individui e dovrebbe essere indagato all’interno e all’esterno del quadro della dipendenza, con un’attenta considerazione dell’equilibrio tra effetti positivi e negativi dell’uso, nonchè delle dinamiche individuali nel tempo. L’aumento dell’uso dello smartphone va in parallelo con l’aumento delle preoccupazioni riguardanti il potenziale effetto negativo del suo uso eccessivo sulla salute mentale, l’attività lavorativa e scolastica e le relazioni interpersonali.

41SiqShftaL._SY780_Maria Pia Fontana, Adolescenti, interrealtà e cyberdevianza. Tra prevenzione e recupero, Franco Angeli, Milano, 2023, 256 pp.
Il testo analizza i fattori di rischio e le manifestazioni della devianza minorile e fornisce esemplificazioni di progettualità e di interventi socioeducativi per la prevenzione e per il recupero della criminalità minorile web-mediata. In particolare, sono analizzati i casi studio relativi a tre adolescenti sottoposti a programmi di messa alla prova. La tipologia dei reati e i bisogni educativi dei minori sollecitano un ripensamento dei saperi e delle pratiche del Servizio Sociale della Giustizia, valorizzando nello specifico i metodi e gli strumenti dell’educazione ai media anche nel settore penale minorile. La densità del quadro teorico, la documentazione degli interventi realizzati, le metafore tratte dalle produzioni culturali, i rimandi alla sub-cultura digitale giovanile, nonché il rinvio a molteplici risorse e strumenti on line, rappresentano elementi caratterizzanti del testo, utilizzabile per orientare il lavoro socioeducativo. Si può in particolare far riferimento alla parte III: Rischi, disagi e trasgressioni attraverso il web. Al fondo, dopo la bibliografia, è presente una sitografia sul tema e un elenco di siti utili per attività educative. L’autrice è assistente sociale e sociologa e si occupa di servizi sociali per i minori.
Collocazione Biblioteca: 20241

Jessika Robiolo, … [et al.], Centro di Prevenzione Regionale e Promozione della SaluteUn’esperienza condivisa, in Dal fare al dire, n. 2 (2023), pp. 61-63
Il Dipartimento Dipendenze dell’Asl Città di Torino ha ricevuto dal Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute del Piemonte il mandato di realizzare un percorso “Virtual Reality”, rivolto a bambini e ragazzi dai 6 ai 19 anni e agli adulti per loro significativi (genitori, insegnanti e educatori). Il gruppo di lavoro era costituito da operatori del servizio pubblico e del privato sociale (tra cui l’associazione Aliseo). In questo percorso, progettato per promuovere stili di vita sani e consapevoli, all’interno di una cornice ludico-didattica, vengono affrontate tematiche quali l’alcol, il gioco d’azzardo, le tecnologie e i social network. In questo articolo i referenti degli enti del privato sociale raccontano la loro esperienza nella progettazione e realizzazione di questa attività di prevenzione.

Luciano Di Gregorio, Le catene dello smartphone. Rischi e implicazioni psicologiche della rivoluzione digitale, Mimesis, Milano ; Udine 2023, 191 pp.
La nostra società è completamente disseminata di tecniche digitali e di oggetti che sono entrati a far parte della nostra quotidianità, come gli smartphone, il sistema Gps e i robot conversazionali che rispondono ai nostri comandi vocali. La rivoluzione digitale ci porta a stabilire relazioni mediate più in mobilità che da una postazione fissa e sembra che ciò rappresenti un’ulteriore forma di semplificazione della comunicazione. Al contrario, la percezione che se ne ricava, è quella di una colonizzazione dell’essere umano da parte delle macchine digitali, che tendono ad annullare la sua singolarità. L’autore riconosce gli indubbi vantaggi che si ottengono con l’uso della tecnologia, ma al tempo stesso evidenzia le problematiche psicologiche che si accompagnano alla sempre crescente passione per il mondo virtuale e per le semplificazioni offerte dal digitale e dall’intelligenza artificiale.
Collocazione Biblioteca: 20334

cop 22_5A cura di Adele Minutillo … [et al.], Dipendenze da Internet, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2022, 125 pp.
Lo scopo di questo rapporto è fornire una panoramica sulle principali problematiche legate all’uso di Internet come contributo per la creazione di definizioni condivise e studi confrontabili. La prima parte illustra la sintesi della letteratura scientifica di riferimento con particolare attenzione alla definizione dei costrutti, alle principali evidenze sui trattamenti e sulle strategie di prevenzione della dipendenza da Internet; un capitolo è dedicato alla presentazione del fenomeno emergente del ritiro sociale (hikikomori) e delle sue implicazioni con la dipendenza da Internet. La seconda parte descrive il progetto “Rete senza fili. Salute e Internet Addiction: tante connessioni possibili” e le attività di alcune Unità Operative del progetto. Infine, la terza parte sintetizza alcune esperienze pratiche delle risorse territoriali sociosanitarie che hanno partecipato al Tavolo Tecnico per la mappatura e censimento delle risorse territoriali per le dipendenze da Internet.

Graziano Bellio, Il disturbo da videogioco nel nuovo ICD-11, in ALEA Bulletin, a. 10, n. 1 (2022) – on line, pp. 28- 32
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, delinea le differenze dei due sistemi nosografici ICD e DSM e illustra le linee guida diagnostiche del Disturbo da Videogioco nel nuovo ICD-11. Riporta inoltre le principali perplessità e i disaccordi in merito. Sottolinea soprattutto che la letteratura sulla epidemiologia e sui trattamenti ha basi empiriche piuttosto deboli ed è possibile scivolare facilmente verso una inappropriata medicalizzazione dei comportamenti eccessivi. Importante è dunque rilevare la eventuale presenza di una compromissione personale e sociale significativa, uno dei pochi elementi che può aiutare a distinguere un consumo intensivo normale da un consumo patologico di videogiochi.

Luca Bernardelli, Guida psicologica alla rivoluzione digitale. I pericoli delle tecnopatologie, le opportunità delle psicotecnologie, Giunti, Firenze, 2022, 187 pp.
La rivoluzione digitale ha da tempo innescato una silenziosa e dirompente rivoluzione psicologica. Le nuove tecnologie hanno, infatti, modificato il funzionamento del nostro cervello, trasformando comportamenti e stili di vita. I professionisti della salute mentale (e figure di riferimento quali genitori, insegnanti, manager e politici) sono quindi chiamati a sviluppare una nuova consapevolezza sui rischi psicofisici, relazionali e sociali e, al tempo stesso, sulle opportunità benefiche per la mente, derivanti dalle piattaforme e dai dispositivi digitali odierni. Storicamente, discipline come la psicologia e la psichiatria hanno tenuto a debita distanza la tecnologia, spesso considerata disumanizzante e antitetica al rapporto d’aiuto, ma l’impulso delle neuroscienze, le nuove lauree a tema psicodigitale, l’ampia disponibilità di device, gli ingenti investimenti nel settore della salute mentale digitale, impianti normativi che spingono verso innovative terapie digitali e, non ultima, la pandemia, stanno contribuendo a trasformare definitivamente questo rapporto.
Collocazione Biblioteca: 19699

SU_283_copertina_page-0001-600x849Giulia Bini, Ilaria Piaggesi, Stefania Bargagna, Videogame, come diventa una dipendenza?, in La Salute umana, n. 283 (lug. – set. 2021), pp. 15-22
Il tempo passato sui videogiochi è sempre più in aumento, specialmente con il lockdown del 2020, con numerosi casi in cui si possono riconoscere i segni di una vera e propria dipendenza. L’articolo esplora la letteratura scientifica dedita a riconoscere e analizzare l'”Internet Gaming Disorder”. Si interroga inoltre sugli effetti dell’evoluzione della tecnologia e dell’appeal dei giochi, sui vantaggi e sui punti di forza dei videogiochi, sugli effetti in ambito socio-relazionale, sulle caratteristiche di personalità di chi ha maggior rischio di sviluppare una dipendenza da videogioco.

Li Lin, … [et al.], The Influence of Interpersonal Sensitivity on Smartphone Addiction, A Moderated Mediation Model, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 2787 (2021) – on line, pp. 1-9
La dipendenza da smartphone è una dipendenza comportamentale caratterizzata da un uso eccessivo o compulsivo di internet e la preoccupazione della perdita di controllo su tale uso, che interferisce con il funzionamento quotidiano della persona e può avere un impatto negativo su molti aspetti relativi alla salute fisica, mentale e relazionale. Sulla base della teoria compensativa sull’uso di Internet, questo studio esplora la relazione fra la sensibilità interpersonale e la dipendenza da smartphone in studenti universitari. I risultati hanno indicato che il timore di una perdita e l’auto-costrutto relazionale hanno un effetto di mediazione moderato sulla relazione fra dipendenza da smartphone e sensibilità interpersonale. I rilevamenti hanno fornito alcune implicazioni teoriche. In modo particolare, oltre a proporre un nuovo approccio per lo studio della dipendenza da smartphone, è stata anche introdotta una base teorica per la psicoterapia e l’intervento relativi alla dipendenza da smartphone. Inoltre, questo studio fornisce anche alcune idee interessanti per gli educatori.

Wenbo Wang, … [et al.], Perceived Stress and Smartphone Addiction in Medical College Students. The Mediating Role of Negative Emotions and the Moderating Role of Psychological Capital, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 2621 (2021) – on line, pp. 1-10
Molti studi hanno confermato l’esistenza di una relazione strettissima fra la dipendenza da smartphone e lo stress percepito. Tuttavia i meccanismi di mediazione e moderazione sottostanti lassociazione fra stress percepito e dipendenza da smartphone negli studenti universitari rimangono largamente inesplorati. E’ stato distribuito un questionario fra un totale di 769 studenti di medicina nella provincia di Heilongjiang in Cina. I partecipanti hanno fornito indicazioni su: misure di stress percepito, dipendenza da smartphone, emozioni negative e capitale psicologico. I risultati indicano che emozioni negative giocano un ruolo di mediazione fra lo stress percepito e la dipendenza da smartphone e il capitale psicologico ha un importante ruolo moderatore nel primo stadio del processo di mediazione.

missionVincenzo Lamartora, Z Houses. Nuovi servizi dedicati ai giovani nel Dipartimento Dipendenze della ASL Napoli2Nord, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 19-25
Lo studio si concentra sulle caratteristiche della Generazione Z (i giovani nati dal 2000 a oggi). Sono nativi digitali, che possiedono vari dispositivi e li usano per diverse ore al giorno. L’utilizzo dei social non è solo finalizzato allo scambio di contenuti, ma anche per strutturare relazioni emotive e per reagire a tensioni ed emozioni. Si è osservato che un’alta percentuale di giovani possessori di smartphone soffre di nomofobia: il giovane vive un vero e proprio stato di ansia quando perde il cellulare, esaurisce la batteria o il credito residuo e non ha copertura di rete. Questi ragazzi sono notoriamente distanti dagli attuali Servizi Pubblici di Dipendenza, che percepiscono come vecchi e inadeguati. Non si sentono tossicodipendenti, non capiscono perché dovrebbero essere guariti, o da cosa dovrebbero essere guariti. A seguito di questi cambiamenti antropologici e tecnologici, l’autore propone una serie di riflessioni sui cambiamenti da apportare nei Servizi per le Dipendenze (per diventare attrattivi per questi giovani “abusers”) e porta come esempio le Z House, ideate dal Dipartimento Dipendenze Patologie dell’ASL Napoli2Nord.

Hiroaki Kubo … [et al.], Development of a 3-Day Intervention Program for Family Members of Hikikomori Sufferers, in Japanese Psychological Research, vol. 25, n. 2 (apr. 2021) – on line, pp. 1-10
Gli Hikikomori, una grave forma di ritiro sociale, sono un grave problema di salute mentale per il quale è indicato l’approccio terapeutico familiare. In Canada è stato recentemente sviluppato un programma di intervento familiare di 5 giorni (120 minuti a settimana) basato sul pronto soccorso per la salute mentale (MHFA), sul rinforzo comunitario e sulla formazione familiare (CRAFT). Nel presente studio, è stato modificato il programma di 5 giorni in un programma di 3 giorni (180 minuti ogni quindici giorni) e ne è stata misurata l’efficacia . Nell’articolo vengono presentati e discussi i risultati.

Andrea Costa, Alberto Rebaicini, Dipendenza da Internet e sensation seeking negli adolescenti: uno studio descrittivo, in Psicologia della Salute, n. 2 (2021), pp. 54-75
Gli obiettivi di questo studio erano quelli di valutare il grado di dipendenza da internet nella popolazione adolescente e la relazione esistente tra questo costrutto e la ricerca di sensazioni forti. Lo studio ha coinvolto 155 adolescenti frequentanti i Centri di Aggregazione Giovanile di Brescia che hanno compilato il questionario sull’uso, abuso e dipendenza da internet (UADI-2) e la Brief Sensation Seeking Scale (BSSS). I risultati hanno dimostrato che un sempre crescente numero di adolescenti, senza differenze di genere, abusa degli strumenti informatici o ne è dipendente per un tempo sempre maggiore nell’arco della giornata e si è confermata la correlazione con le dimensioni della sensation seeking riferita alla suscettibilità alla noia e alla disinibizione.

thumbnail_COP_OP_1-21Karin Bagnato, I diversi volti della dipendenza da smartphone, in Orientamenti pedagogici, n. 1 (gen.-mar. 2021), vol. 68, pp. 31-46
L’articolo descrive la dipendenza da smartphone e presenta alcune riflessioni pedagogico-educative. Obiettivo dell’autrice è analizzare i diversi volti di questa dipendenza al fine di individuare le azioni educative più funzionali per abilitare le nuove generazioni a utilizzare le tecnologie digitali in modo critico e consapevole. Un esempio di tali azioni è costituito da percorsi di alfabetizzazione digitale che coinvolgano non solo i giovani, ma anche genitori e insegnanti, i quali devono divenire consapevoli dell’importanza dell’educazione tecnologica e digitale come un aspetto dei propri compiti educativi.

Maurizio Fiasco, La convergenza Gambling – Gaming, in ALEA Bulletin, a. 9, n. 1 (2021) – on line, pp. 3-8
La dipendenza da videogiochi è entrata ufficialmente nell’elenco dei profili clinici riconosciuti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 26 maggio 2019. Il confinamento collettivo domiciliare, imposto per frenare i contagi da Covid-19, ha poi determinato l’improvviso e totalitario irrompere del digitale nella vita quotidiana dell’umanità e recentemente l’OMS ha richiamato l’attenzione sul Gaming Disorder e sulla Gaming addiction. L’industria dei videogiochi è in continua espansione e con essa il rischio di patologie associate. L’articolo spiega le somiglianze (tra cui la gamification) e le differenze tra gambling e gaming e i meccanismi che nei videogiochi possono indurre alla dipendenza.

Dipendenza da sesso e altre dipendenze

Per quanto riguarda la dipendenza da cibo si veda la bibliografia sui disturbi alimentari.

Luca Rossi, Silvia Miceli, Verso una diagnosi di sex addiction, in Dal fare al dire, a. 33, n. 2 (2024), pp. 44-49
L’articolo fornisce un excursus storico dell’ipersessualità, che secondo alcuni studiosi può essere ricondotta nell’ambito della dipendenza dal sesso (sex addiction). Tuttavia, non c’è accordo all’interno della comunità scientifica su questa patologia ed essa viene descritta diversamente nei manuali psicodiagnostici più diffusi nel mondo. Gli autori sono psicologi e psicoterapeuti.

Rocco Mercuri, Runner e ultratrail: note per un possibile inquadramento clinico, in Dal fare al dire, a. 33, numero speciale (2024), pp. 22-27
Come nuova forma di dipendenza l’articolo si concentra sull’esercizio fisico eccessivo. L’eccesso è tale quando interferisce con altre importanti attività, quando avviene in orari o luoghi inusuali, o quando viene praticato nonostante le precarie condizioni fisiche. D’altra parte l’OMS non fissa un limite all’eccesso di attività fisica.

add.v118.12.coverCécile Miele … [et al.], Measuring craving: A systematic review and mapping of assessment instruments. What about sexual craving?, in Addiction, vol. 118, n. 12 (dic. 2023) – on line, pp. 2277-2314
Il craving è centrale nella definizione dei disturbi di dipendenza a causa del suo valore diagnostico e di prognosi e la sua misurazione è essenziale nella pratica clinica. Tuttavia, rassegne precedenti non considerano il craving relativo a sostanze emergenti e comportamenti quali le dipendenze sessuali. L’obiettivo dello studio è fornire una revisione sistematica degli strumenti di valutazione del craving e le loro caratteristiche psicometriche all’interno di un approccio trans-diagnostico, evidenziare e mappare le loro relazioni concettuali e individuare strumenti potenziali di valutazione del craving sessuale. La revisione è stata effettuata usando la metodologia Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA). Sono stati analizzati i database di PubMed, Embase, PsychInfo e Cochrane/Central alla ricerca di pubblicazioni di convalida degli strumenti di valutazione del craving, indipendentemente dalla sostanza target o dal comportamento.

Bugatti A., Rebaicini A., Costa A., Lucchini G., Il Binge watching tra normalità e patologia. Studio osservazionale descrittivo tra gli adolescenti bresciani, in FeDerSerD Informa, n. 36 (ott. 2023) – online, pp. 126-131

Considerata la sua sempre maggiore diffusione tra i giovani, lo studio si è concentrato sul fenomeno del Binge Watching (l’abitudine a una visione compulsiva di serie tv, programmi e film), domandandosi se esso possa rientrare nella categoria delle dipendenze comportamentali: si è indagata la sua presenza tra gli adolescenti bresciani cercando di tracciare un profilo dei “Binge Watcher problematici”. Vengono discussi i risultati e date indicazioni per la prevenzione.

Darryl Mead, The Pornography Industry’s Disinformation Campaign on Addiction Recovery Resources, in Dignity, vol. 8, n. 2 (ago. 2023) – on line, pp. 1-23
La popolarità delle risorse di auto-aiuto (forum e siti web) per contrastare il consumo problematico di pornografia on line e il loro potenziale nel ridurre i profitti di un’industria lucrativa hanno provocato campagne di disinformazione condotte da persone collegate all’industria pornografica. In questo articolo l’autore esamina come un documento contenente significative inesattezze sulle persone che organizzano i forum di recupero online abbia superato il processo di revisione paritaria senza svelare i conflitti di interesse dell’autore e prestandogli un falso alone di credibilità.

Esmeralda Greco, Cyberspazio e addiction, in Dal fare al dire, n. 2 (2023), pp. 27-34
L’uso della tecnologia è inscindibile dal nostro vivere quotidiano: abbiamo incorporato il mondo dell’artefatto digitale e l’abbiamo anche incarnato in quanto i confini extracorporei sono diventati quelli dell’artefatto. Anche la comunicazione è cambiata con lo sviluppo delle tecnologie digitali e così il nostro modo di lavorare, interagire, educare… Il cyberspazio permette l’interazione tra persone che non si conoscono e la creazione di comunità virtuali, che hanno regole proprie (neyiquette, privacy, …). In questi spazi vengono provate emozioni forti ma disincarnate, esperienze virtuali che possono, specialmente nelle nuove generazioni, sviluppare abilità nuove come il multitasking, ma anche difficoltà di relazione. Inoltre impulsività e ricerca estrema di sensazioni (sensation seeking) e di novità (novelty seeking) possono facilmente indurre alla dipendenza. L’articolo parla in particolare della cybersex addiction e del neoporn. Descrive le tappe del tragitto che porta alla cybersexaddiction secondo Kimberly Yung e quali sono i fruitori a rischio. Inoltre accenna ad alcuni particolari settori del neoporn legati al voyerismo e spiega gli effetti deleteri di questo fenomeno, Infine auspica una maggiore attenzione a questi temi da parte del mondo dell’educazione e della politica affinché venga attuata una prevenzione primaria secondaria e terziaria efficace.

51W330z11BL._AC_UL600_SR600,600_Cesare Guerreschi, Pornodipendenza: la sofferenza dietro l’apparenza. Un approccio alla valutazione e al trattamento della dipendenza da pornografia, Franco Angeli, Milano 2022, 125 pp.
La dipendenza da pornografia è più diffusa di quanto si pensi e necessita di una maggiore attenzione da parte degli specialisti. L’obiettivo del libro è proprio quella di esplorare e definire i molteplici e differenti aspetti legati a questo tema. Vengono analizzate sia l’evoluzione della pornografia che il suo ruolo nella società moderna nonché l’influenza sulle nuove generazioni che spesso approcciano alla pornografie in età preadolescenziale. Il libro si avvale anche di storie vissute. L’autore è psicoterapeuta, pioniere in Italia dei programmi di prevenzione e trattamento per le new addiction.
Collocazione Biblioteca: 19859

Andrea Costa, Anna Bugatti, Giuseppe Lucchini, Il fenomeno del Binge Watching tra gli adolescenti: uno studio osservazional e descrittivo, in Psicologia della Salute n. 2 (2022), pp. 80-108
Gli obiettivi di questo studio erano di osservare e descrivere il fenomeno del Binge Watching nella popolazione adolescente durante il periodo di emergenza sanitaria provocata dalla pandemia, individuando le variabili socio-demografiche maggiormente correlate a tale comportamento. Lo studio ha coinvolto 376 adolescenti frequentanti un istituto scolastico superiore di Brescia. I risultati hanno dimostrato che gli adolescenti, in larghissima parte, dedicano parte del loro tempo alle serie TV, più femmine che maschi. Pratica solitaria generalmente condotta sul cellulare nelle ore del dopo cena.

Luca Rossi, Sex addiction: fenomeno in evoluzione, in Mission, a. 15, n. 56 (dic. 2021), pp. 21-23
Da circa una quindicina di anni diversi Servizi sul territorio hanno intrapreso il trattamento dei giocatori d’azzardo patologici, che solo dal 2017 è rientrato nei LEA, venendo riconosciuta come patologia di cui il SSN deve occuparsi. Progressivamente negli ultimi anni alcuni Servizi hanno preso in carico pazienti con problemi collegati al sesso, comprese forme di dipendenza o abuso.

unnamedRoberta Rossi … [et al.], Pornografie. Tra opportunità e patologie, in Psicobiettivo, a. 41, n. 2 (mag.- ago. 2021), pp. 35-190
La monografia è dedicata al fenomeno della pornografia di massa, nelle sue dimensioni antropologiche, sociali, culturali e cliniche. I contributi raccolti esplorano diverse dimensioni di questo fenomeno: le implicazioni sociali e psicologiche che ne sostengono l’attuale diffusione, la correlazione con l’espansione del mondo digitale, l’evoluzione delle sue forme nel tempo della pandemia di Covid-19, la pornografia come sintomo o come risorsa, le eventuali strategie terapeutiche. Si segnala in particolare l’articolo di Luca Tornatola, Dipendenza sessuale nel DSM-5. Andrebbe riconsiderata la sua inclusione?

Yura Loscalzo, Costanza Ramazzotti, Marco Giannini, Studyholism e Study Engagement in relazione alle conseguenze sullo studio dovute alla pandemia da Covid-19. Uno studio pilota quali-quantitativo su studenti universitari, in Counseling, vol. 14, n. 2 (giu. 2021) – on line, pp. 79-91
La pandemia da Covid-19 ha richiesto l’adozione di misure governative volte a contenere la diffusione del virus, tra cui la chiusura delle università. Questo studio pilota quali-quantitativo ha l’obiettivo di analizzare, in un campione di 202 studenti universitari italiani (Metà = 24.60±5.50), se sono stati vissuti effetti positivi e negativi (oltre che neutrali) sullo studio a causa dell’emergenza sanitaria e se il livello di Studyholism (ossessione da studio) e Study Engagement (piacere/motivazione nei confronti dello studio) differisce in base alla presenza/assenza di questi effetti. Nell’articolo sono riportati commentati i risultati della ricerca.

Donatella Marazziti … [et al.], I comportamenti gratificanti e le loro proprietà tossicomanigene, in Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 41 (mar. 2021), pp. 6-64
Le dipendenze ‘senza sostanza’ rappresentano una delle più rilevanti sfide della psichiatria contemporanea. L’auspicio per il futuro è la costruzione di un approccio standardizzato, omnicomprensivo e multidisciplinare, in grado di coordinare la ricerca neurobiochimica e genetica, il riassetto cognitivo-comportamentale, l’analisi dei fattori socioambientali condizionanti (di rischio o di resilienza), la programmazione e l’organizzazione dei sistemi sociosanitari, i necessari atti politici e le opportune modifiche legislative. I contributi proposti nella presente monografia sono i seguenti: “Le proprietà tossicomanigene dei comportamenti gratificanti ” di Valeria Serra, Francesco Tracis, Miriam Melis; “L’uso problematico di Internet: tra eterogeneità nosografica e clinica” di Stefania Palermo … [et al.]; “Aspetti psicopatologici dell’uso problematico di Internet” di Angelo GI Maremmani …[et al.]; “Shopping compulsivo” di Silvio Presta … [et al.]; “La dipendenza affettiva: stato dell’arte” di Samuele Torrigiani … [et al.]; “Sindrome da overtraining” di Silvia Presta … [et al.]; “Food addiction: una questione controversa” di Salvatore Amadori … [et al.]; “Sex addiction” di Elisabetta Parra … [et al.].

61LJ4w4CKcL._AC_UF1000,1000_QL80_Pierluigi De Pascalis, Ortoressia. Quando il cibo diventa ossessione, Armando, Roma, 2020, 207 pp.
L’autore descrive le tappe di individuazione e definizione di una condizione nota come ortoressia, che si manifesta quando la ricerca del cibo buono o sano diventa un’ossessione che compromette la sfera sociale e la salute dell’individuo. Il testo descrive i test diagnostici, i principali fattori di rischio, le strategie terapeutiche e preventive, il ruolo della famiglia e dell’ambiente riguardanti questo disturbo ossessivo compulsivo. Inoltre, presenta uno studio che delinea la situazione in Italia in merito al tema, individua i soggetti più a rischio e i regimi alimentari più facilmente coinvolti. Il volume è rivolto ai professionisti della nutrizione, ai terapeuti e ai famigliari di soggetti a rischio o con diagnosi di ortoressia.
Collocazione Biblioteca: 18989

Ravi Philip Rajkumar, A biopsychosocial Approach to Understanding Panic Buying. Integrating Neurobiological, Attachment-Based, and Social-Anthropological Perspectives, in Frontiers in Psychology, vol. 12, art. 184 (2021) – on line, pp. 1-10
La pandemia globale del COVID-19 ha focalizzato l’attenzione sul fenomeno degli “acquisti dettati dal panico” caratterizzati da acquisti eccessivi di specifici materiali – in particolare cibo e prodotti di igiene – in previsione di una possibile carenza. Questo fenomeno è stato ben documentato in risposta a diversi disastri naturali e causati dall’uomo, ma la sua portata e gravità globale nel contesto del COVID-19 sono senza precedenti. Questa risposta può avere un impatto negativo su salute, sicurezza del cibo e sforzi di prevenzione dalle malattie. Questo documento analizza il fenomeno da una prospettiva biologica, evolutiva, psicologica e sociologica, si fa il tentativo di integrare queste tre prospettive e formulare in tal modo un modello bio-psico-sociale degli acquisti dettati dal panico in risposta a questa crisi sanitaria globale.