Ricordando Zygmunt Bauman

15894301_468821689979005_1878551915460968348_n E’ morto il 9 gennaio a Leeds (Regno Unito) all’età di 91 anni, il sociologo polacco Zygmunt Bauman, uno dei più grandi pensatori del nostro tempo.

L’hanno definito l’autore della postmodernità, della “Società Liquida”, dell’età della paura. Per Bauman, infatti, il tessuto della società contemporanea, sociale e politico, era “liquido”, cioè sfuggente a ogni categorizzazione del secolo scorso e quindi inafferrabile. Questo a causa della globalizzazione, delle dinamiche consumistiche, del crollo delle ideologie che nella postmodernità hanno causato uno spaesamento dell’individuo e quindi la sua esposizione brutale alle spinte, ai cambiamenti e alle “violenze” della  società contemporanea  e a causa dell’incertezza, che spesso portano a omologazioni collettive immediate e a volte inspiegabili per esorcizzare la “solitudine del cittadino globale“, come si chiama uno dei suoi lavori più celebri.
In Biblioteca abbiamo molti testi scritti da Bauman e molti articoli su di lui. Tra i suoi ultimi scritti ricordiamo: “Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida” (2015, coll. 17351); “Il ritorno del pendolo. Psicoanalisi e futuro del mondo liquido” (2014, coll. 17319); “La scienza della libertà. A cosa serve la sociologia. Conversazioni con Michael Hviid Jacobsen e Keith Tester” (2014, coll. 16728);