Il 13 e 14 novembre 2017 presso il Campus Luigi Einaudi, in Lungo Dora Siena 100/A, a Torino, si terrà il seminario Trauma e diritti umani – Strategie per l’ascolto e la cura delle vittime di violenza.
Il seminario è promosso dall’Associazione Gruppo Abele con il CPS dell’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Culture, Politica e Società) e il Cretam dell’Università degli Studi di Torino (Centro Ricerche in Etnopsichiatria e Antropologia delle Migrazioni)
Il presente è sempre più assediato da immagini di violenza e minacciato dall’assurdo ripetersi di attacchi terroristici che spesso rimangono ostinatamente incomprensibili. E se la paura dell’altro, dello straniero, della cosiddetta radicalizzazione cresce alimentando atteggiamenti xenofobi e nuove forme di razzismo, le vicende dei richiedenti asilo e dei rifugiati parlano di inedite forme di crudeltà e sfruttamento, che vedono spesso proprio gli immigrati come le vittime per eccellenza delle contemporanee economie della morte.
In un orizzonte dominato dai discorsi sul trauma, gli operatori sociali, non diversamente dagli esperti della mente, fanno fatica a trovare strumenti adeguati per interpretare e curare questa diffusa sofferenza spesso già espressa in forma di sintomo, e sono messi alla prova da ansie che non risparmiano nessuno.
Mentre si moltiplicano le sorgenti dell’incertezza (politica, economica, ma anche ambientale), un rischio ulteriore è originato dalla banalizzazione delle categorie adottate per nominare disturbi e classificare esperienze di sofferenza . La medicalizzazione della vita quotidiana rivela in questo caso un’espressione peculiare: nell’impoverimento delle forme di ascolto e di trattamento, una sola nozione, quella del PTSD (Disturbo posttraumatico da stress), che si è imposta come la litania universale che nomina ogni disturbo, ogni condizione, ogni forma di crisi, immancabilmente occultando traiettorie, ruoli, contesti, e partecipando di fatto a una singolare burocratizzazione dei dispositivi di riconoscimento del diritto d’asilo.
In un orizzonte dominato dai discorsi sul trauma, gli operatori sociali, non diversamente dagli esperti della mente, fanno fatica a trovare strumenti adeguati per interpretare e curare questa diffusa sofferenza spesso già espressa in forma di sintomo, e sono messi alla prova da ansie che non risparmiano nessuno.
Mentre si moltiplicano le sorgenti dell’incertezza (politica, economica, ma anche ambientale), un rischio ulteriore è originato dalla banalizzazione delle categorie adottate per nominare disturbi e classificare esperienze di sofferenza . La medicalizzazione della vita quotidiana rivela in questo caso un’espressione peculiare: nell’impoverimento delle forme di ascolto e di trattamento, una sola nozione, quella del PTSD (Disturbo posttraumatico da stress), che si è imposta come la litania universale che nomina ogni disturbo, ogni condizione, ogni forma di crisi, immancabilmente occultando traiettorie, ruoli, contesti, e partecipando di fatto a una singolare burocratizzazione dei dispositivi di riconoscimento del diritto d’asilo.
Vi è pertanto una duplice urgenza: riflettere in modo rigoroso sulle molteplici ragioni della violenza e sui modi attraverso i quali essa grava sui corpi, sugli individui e i gruppi (tortura, abusi, esodi, ecc.), ma anche sugli approcci clinici più adeguati quando l’obiettivo è prendersi cura di giovani e adolescenti catturati fra le vertigini del ricatto, della menzogna e dell’arbitrio (pensiamo alle donne vittime di tratta) o quando il dolore dell’umiliazione e della tortura ha reso opaco il senso stesso dell’umano per persone che hanno come ultima possibilità di restaurare una vita normale la richiesta di asilo politico. Quando, in altre parole, diventa urgente evitare ogni routinizzazione dei modelli di cura.
L’incontro proposto, immaginato come un’occasione di approfondimento, vedrà la partecipazione di Marcelo Viñar(Montevideo), psicoanalista che ha consacrato la sua vita alla riflessione sul trauma e alla cura delle persone vittime di violenza, e Claire Mestre, psichiatra, psicoterapeuta e antropologa dell’Università di Bordeaux e dell’Associazione Mana.
Condurranno l’incontro Roberto Beneduce e Simona Taliani (Università di Torino e Centro Frantz Fanon)…Il seminario si rivolge agli studenti e alle studentesse dell’Università di Torino e agli operatori sociali e sanitari del servizio pubblico e del privato sociale.
L’iscrizione è obbligatoria, l’entrata libera.
L’incontro proposto, immaginato come un’occasione di approfondimento, vedrà la partecipazione di Marcelo Viñar(Montevideo), psicoanalista che ha consacrato la sua vita alla riflessione sul trauma e alla cura delle persone vittime di violenza, e Claire Mestre, psichiatra, psicoterapeuta e antropologa dell’Università di Bordeaux e dell’Associazione Mana.
Condurranno l’incontro Roberto Beneduce e Simona Taliani (Università di Torino e Centro Frantz Fanon)…Il seminario si rivolge agli studenti e alle studentesse dell’Università di Torino e agli operatori sociali e sanitari del servizio pubblico e del privato sociale.
L’iscrizione è obbligatoria, l’entrata libera.
Per altre informazioni ——————> Trauma e diritti umani