Abbiamo aggiornato due bibliografie sulle vittime: la bibliografia sulle vittime di reato e quella sulla violenza di genere.
Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: non sono mai i colpevoli a soffrirne. Spesso sono le vittime a farsene carico, solo perché occorre che qualcuno se ne faccia carico
Amélie Nothomb
“Se non avessi dimenticato aperto il finestrino, forse non sarebbe successo” (dopo il furto dell’auto)
“La polizia deve fare il suo lavoro!” (riguardo agli interrogatori violenti)
“Se va vestita in quel modo se la cerca!” (di una donna in vesti succinte)
“Guarda cosa mi hai fatto fare!” (il marito violento alla moglie)
Sono alcune delle frasi che testimoniano come sia facile colpevolizzare la vittima per ciò che è successo. La colpevolizzazione della vittima consiste nel ritenere la vittima di un crimine o di altre sventure parzialmente o interamente responsabile di ciò che le è accaduto e spesso nell’indurre la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi.
Lavorare con le vittime è invece saper ascoltare e stare accanto a loro nel dolore senza giudizio per poi aiutarle a risollevarsi.
Un dolore che spesso appartiene anche al reo, all’autore del reato o della violenza, in modo consapevole o inconsapevole. La consapevolezza di questa sofferenza, ma anche della responsabilità dei propri atti e la forza di riabilitarsi e rimediare deve essere invece l’obiettivo per chi lavora con questi ultimi.
Per aggiornarti su queste e altre tematiche sociali consulta qui anche le altre bibliografie tematiche della biblioteca.
Immagine: “Le lacrime di Freyja” di Anne Marie Zilberman (particolare) dal Web