Search Results for: gioco azzardo

Sensibilizzare alle mafie, educare alla cittadinanza e alla legalità

mafia-inchini-ed-educazione

di Mario Biani

Domenico Razzini, L’”Umanità” in classe: una conditio per educare a una cittadinanza democratica, in Orientamenti pedagogici, n. 2 (apr.-giu. 2023), pp. 49-56
Intesa la democrazia in senso “deweyano”, l’articolo si propone di indagare il concetto di “umanità” come condizione imprescindibile per un’educazione alla cittadinanza democratica. L’autore non si sofferma tanto sulla responsabilità civica, e quindi sulla necessità della partecipazione alla res pubblica, quanto sull’importanza, nella formazione di cittadini democratici, della responsabilità civile e quindi sul modo in cui ci si rapporta con gli altri, sulla cura che si ha per gli altri e per le loro condizioni di vita.

Ylenia Sina, “La scuola non deve solo creare lavoratori”, in lavialibera, n. 20 (mar.-apr. 2023), pp. 18-21
L’articolo presenta un’intervista ad Annalisa Savino, dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, che in seguito ad un pestaggio di due giovani di destra ai danni di studenti del liceo Michelangelo ha scritto una lettera ai suoi alunni per discutere dei fatti e della loro gravità, lettera che è circolata online e per cui ha ricevuto forti critiche dal ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. In questa intervista parla delle ragioni della lettera, della sua visione del mondo della scuola e quale deve essere il suo ruolo, soprattutto in questi tempi complessi e di fronte a una generazione sempre più fragile

Ferruccio Bianchi e Patrizia Farello, Educazione alla cittadinanza. Schede operative sui principi fondamentali della Costituzione, Erickson, Trento, 2022, 359 pp.
Le parole della cittadinanza devono essere oggetto di riflessione e rielaborate per essere davvero interiorizzate. Il volume, aggiornato alle linee guida MIUR per l’insegnamento e l’educazione civica del 2020 evidenzia l’importanza fondamentale dello studio della Costituzione e del ruolo della cittadinanza digitale, oltre al tema dello sviluppo sostenibile. Il testo è indirizzato al secondo ciclo della scuola primaria e alla secondaria di primo grado e, per sviluppare il concetto di cittadinanza attiva nei vari ambiti in cui si articola e si svolge la vita delle persone, presenta tredici unità didattiche, percorsi di riflessione relativi ai seguenti ambiti: la società, le regole, la comunicazione, l’inculturazione, la famiglia, la scuola, i mass media, il gruppo, la politica, il lavoro, la devianza, le migrazioni, il mondo digitale. Ogni unità didattica è arricchita di laboratori sull’educazione all’inclusione/convivenza democratica, alla legalità, al benessere, al patrimonio storico e artistico, alle emozioni, alla pace, alla tecnologia, alla cooperazione, all’identità nazionale e glocale, ai valori professionali, all’ambiente, all’intercultura e al contrasto del cyberbullismo..
Collocazione Biblioteca: 20132

Roberto Camarlinghi, Portiamo la classe davanti al mare. Scompaginare l’assetto d’aula per educare cittadini attivi, in Animazione Sociale, n. 08/358 (2022), pp. 6-16
Intervista a Elena Granata, docente di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano e vicepresidente della Scuola di Economia Civile, la quale riflette su una nuova forma di didattica nella scuola, intesa non come una mera trasmissione di dati, ma come un dialogo dei docenti e del gruppo classe con i luoghi della città, inventando nuovi spazi di apprendimento per educare gli studenti ad una cittadinanza attiva.

Piergiorgio Giacchè … [et al.], La scuola democratica?, in gli asini, a. 13, n. 102/103 (ago. – set. 2022), pp. 23-37
Il dossier sulla democrazia nella scuola comprende i seguenti articoli: “La giovane storia” di P. Giacchè; “Un oscuro scrutinare” di F. Lupi; “Democrazia, scuola e riconoscimento” di A. Vigilante; “Videogames, loot box e gioco d’azzardo” di D. Giovanzana.
A cura di Elisa Crupi … [ et al.], Percorsi di educazione civica. Cittadini nella scuola e nel mondo, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Roma, 2022, 120 p.
Il progetto di Libera è un lavoro diffuso in ambito formativo ed educativo, nel contrasto alle pedagogie mafiose, e nella promozione di spazi, occasioni e strumenti per rafforzare in ogni comunità la diffusione di pratiche di educazione civile nelle scuole di ogni grado. I percorsi suggeriti si rivolgono sia agli studenti che ai docenti. I temi proposti per la scuola primaria sono la relazione, le emozioni, le regole, l’ambiente. Per la scuola secondaria sono la Costituzione, la Giustizia, il web, le mafie, il lavoro. Tali contenuti vengono proposti attraverso schede (con bibliografia e sitografia per approfondimenti), attività laboratoriali, confronto finale.
Collocazione Biblioteca: H0110

G. M. Patrizia Surace, Biografie difficili. Famiglie e mafie tra conciliazione e rieducazione, Progedit, Bari, 2022, 144 pp.
La lettura multidisciplinare del fenomeno mafioso si concentra, in prevalenza, sull’intervento educativo a favore di quei bambini e ragazzi che si trovano, sin dalla tenera età, a stretto contatto, per ragioni familiari o ambientali, con i contesti di criminalità organizzata. L’obiettivo, in coerenza con l’esperienza maturata dall’autrice presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, è quello di tutelare la loro crescita. La specificità pedagogica di questo percorso offre ai minorenni coinvolti la possibilità di relazionarsi con il proprio mondo interiore e con gli altri a partire dalle occasioni educative proposte. Le biografie narrate descrivono l’annientamento delle loro potenzialità esistenziali secondo un sistema di “devianze apprese” nel quale la “normalità” di vita è l’esito di un investimento pedagogico deviato.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.504

Alessandra Papa, La scuola al servizio della comunità per sviluppare apprendimento, in La Salute umana, n. 286 (apr. – giu. 2022), pp. 67-71
La consapevolezza dei cambiamenti nella società e nella scuola richiede la messa in atto di nuove strategie educative che meglio rispondano ai nuovi e mutati percorsi disciplinari e che prevedono l’attivazione di pratiche educative e di metodologie didattiche attive, punto di incontro tra sapere formale e sapere informale. Viene qui presentata la proposta pedagogica dell’apprendimento e servizio (Service Learning) che unisce il servizio (la cittadinanza attiva, l’impegno a favore della comunità) con l’apprendimento (lo sviluppo di competenze sociali e disciplinari).

A cura di Anna Carletti, Educazione Civica vs Educazione alla Cittadinanza. Continuità? Novità? Conflitto?, in OPPInformazioni, a. 48, n. 129-130 (lug. 2020- giu. 2021), pp. 1-160
Il dossier raccoglie contributi sul tema dell’educazione civica nelle scuole, alla luce della Legge 92 del 2019 che ha reintrodotto la denominazione classica per questo insegnamento. L’educazione civica classica si intende centrata sull’apprendimento di contenuti di area storico-giuridico-costituzionale e del funzionamento delle istituzioni politiche di un paese. Negli ultimi vent’anni in Europa c’è stato il passaggio verso un’educazione civica e sociale in senso più ampio, orientata alla formazione di cittadini preparati e capaci di assumersi delle responsabilità verso se stessi e la comunità. Gli articoli intendono indagare le ragioni che hanno portato alla Legge 92, i limiti che essa pone e in quali direzioni orienta il lavoro degli insegnanti in ogni ordine e grado di scuola.

Luigi Garlando ; prefazione di Maria Falcone, Per questo mi chiamo Giovanni, BUR, Milano, 2020, 159 pp.
L’autore racconta una giornata speciale, trascorsa con il padre, il quale gli spiega come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, mentre prende vita il racconto, padre e figlio esplorano Palermo, e la storia di Giovanni Falcone, rievocata nei suoi momenti chiave, s’intreccia al presente di una città che lotta per cambiare. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c’è anche a scuola, nelle piccole prepotenze dei compagni di classe, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi, anche se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze.
Collocazione Biblioteca: MAF.05.02

7e7202483e31c80872f5452630722ead--vignette-google

Gibì e Doppiawdi Walter Kostner

Pedagogia, sociologia e psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza

ditigre

Calvin & Hobbes di Bill Watterson

Luisa Piarulli, Oltre le tecnologie e la pedagogia “bancaria”, la pedagogia del “sentire”, in .eco : l’educazione sostenibile, a. 35, n. 2 (giu. 2023), pp. 46-55
Abbiamo una scuola che propone sempre più un linguaggio “bancario” fatto di parole come debiti, crediti, risorse, spendibilità del titolo di studio, imprenditorialità, capitale umano, merito, etc., ma bisogna cambiare strada rispetto a un modello fatto di produttori e consumatori. C’è bisogno di educazione per restare umani, di una pedagogia del sentire in un processo costante di autoformazione, autoeducazione, autovalutazione.

Paolo Landi, “Mai seguire la demagogia”. La dimensione politica secondo don Lorenzo Milani, in Aggiornamenti Sociali, a. 74, n. 5 (mag. 2023), pp. 336-343
Intervista a Paolo Landi, un allievo di don Lorenzo Milani, nel centenario della sua nascita: la sua pedagogia politica, la diseguaglianza sociale, la formazione sociopolitica, i giovani, il progetto educativo, la responsabilità, la scuola, la società civile.

Vanessa Roghi, Mia patria sono gli oppressi. Don Milani, la scuola, la guerra, Momo, Roma, 2023, 74 pp.
Questo libro racconta la storia di Don Milani ed è un omaggio al suo rischiare in prima persona, al suo non tirarsi indietro mai quando in gioco ci sono l’ingiustizia, l’oppressione, la violenza. L’autrice ci ricorda che Don Milani diceva: “Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”. Età di lettura: da 6 anni.
Collocazione Biblioteca: 20110

Paola Navotti … [et al.], Una direzione (etica) per educare. Dossier, in Pedagogika.it, a. 27, n. 1 (gen.-mar. 2023), pp. 11-98
Il dossier proposto raccoglie numerosi contributi, volti ad approfondire il tema del rapporto tra educazione ed etica. Partendo dal suo personale punto di vista, dalla sua formazione e dai suoi saperi, ciascun autore ha provato a rispondere alla domanda se sia possibile insegnare l’etica.

A cura di Chiara Bove, Donatella Savio, Parlare con i bambini, in Bambini, n. 1 (gen. 2023), pp. 25-56
Questa raccolta di contributi vuole essere un invito a riflettere su come parlare ai bambini nei contesti educativi, prestando attenzione alla quantità e alla qualità della comunicazione. Gli articoli raccolti sono: 1) “Parole semplici per temi difficili. Come parlare ai bambini degli aspetti della vita che fanno paura” di Alberto Pellai, Barbara Tamborini; 2) “Corpo e linguaggio. Le interazioni comunicative e sociali nei primi anni di vita” di Elena Mignosi; 3) “La dimensione emotivo-affettiva del linguaggio nell’infanzia. Spunti di riflessione da recenti ricerche toscane nei servizi 0-6” di Paola Caselli; 4) “Parole, pensieri, discorsi tra adulti e bambini al nido. Gli Orientamenti nazionali interrogano la pratica educativa e la formazione” di Piera Braga; 5) “Prendere le misure al mondo. Parole, numeri, forme” di Gabri Magrini; 6) “Perché io i proiettili li schivavo! Comunicare con i bambini alla scuola dell’infanzia” di Maria Grazia Capra, Andrea Giubergia.

A cura di Presidio primaverile per una Scuola a scuola, Giuseppe Riva, L’Onda lunga. Effetti psicologici e sociali della pandemia sul mondo non-adulto, Erickson, Trento, 2023, 173 pp.
Il “Presidio primaverile per una Scuola a scuola” è un gruppo informale di studio e azione, costituito dai docenti del liceo “Leonardo da Vinci” di Casalecchio di Reno nel marzo del 2021 durante il secondo anno della pandemia da covid-19. A distanza di tre anni dall’inizio della pandemia è ormai appurato il sollevamento di “una diversa ondata” di stampo psicologico e sociale. I testi qui raccolti, testimonianze del lavoro di medici, psicoterapeuti, insegnanti ed educatori, descrivono le forme con cui i suoi flutti hanno trascinato le menti e i corpi di bambini, adolescenti e giovani. Leopoldo Grosso firma uno dei capitoli: “Il contrasto alla dispersione scolastica nelle esperienze del Gruppo Abele”. Si segnala inoltre, tra gli altri contributi, un articolo di C. Stancari sul ritiro sociale degli adolescenti.
Collocazione Biblioteca: 19838

Ires Emilia-Romagna, Alta Scuola Spi-Cgil, Chiedimi come sto. Gli studenti al tempo della pandemia, Ires Emilia-Romagna, Alta Scuola Spi-Cgil, Bologna, 2022, 68 pp.
La popolazione giovanile ha risentito notevolmente degli effetti della pandemia, poiché costretti all’isolamento proprio nella fase della vita in cui risulta centrale la socialità, l’esplorazione nei confronti dell’esterno e la ricerca di autonomia e di relazioni significative al di fuori della propria famiglia di origine. Inoltre, i più giovani si sono dovuti confrontare con la trasformazione, e talvolta la chiusura, dei propri spazi educativi e di socializzazione. Il presente lavoro di ricerca si propone di indagare quali siano stati gli effetti della pandemia nel rapporto tra studenti e scuola/università, e in particolare, oltre al profilo socio-anagrafico, esplorare: – L’orientamento valoriale e identitario degli studenti; – Le criticità e gli aspetti positivi vissuti durante il periodo della Dad; – Gli effetti dell’emergenza sanitaria in termini di salute mentale; – Gli effetti sulle preoccupazioni e sulle aspettative per il futuro.

Gustavo Pietropolli Charmet, prefazione di Lella Costa, Gioventù rubata. Che cosa la pandemia ha tolto agli adolescenti e come possiamo restituire il futuro ai nostri figli, BUR Parenting, Milano, 2022, 167 pp.
Durante la pandemia di Covid-19, ai giovani è stato chiesto di rinunciare alla propria gioventù e a ciò di cui un’adolescenza sana ha bisogno. Tra chiusure, restrizioni, DAD e distanziamento sociale, ragazze e ragazzi sono stati privati di incontri, amicizie, amori, errori, tentativi, contatti: una lunga lista di “prime volte” negate che essi hanno dovuto mettere in pausa indefinitamente, in una fase di vita decisiva per lo sviluppo delle relazioni e della propria identità. L’autore, psicoterapeuta degli adolescenti e delle loro famiglie, affronta i punti critici del periodo che stiamo vivendo e spiega come trasformarli in elementi di riflessione per consentire a genitori e figli di recuperare uno sguardo condiviso verso il futuro, costruendo relazioni sane in famiglia e nella collettività.
Collocazione Biblioteca: 19607

Silvia Negri, Mabel Giulia La Porta, Ilenia Barbuto, Professione pedagogista: Dallo 0-6… ai 99 anni, in Bambini, n. 8 (ott. 2022), pp. 14-19
L’articolo si propone di esplorare i diversi ambiti in cui può operare il/la pedagogista, figura apicale fra le professioni dell’educazione. Partendo dalle leggi che regolano la professione, si approfondiscono le risorse che il/la pedagogista può portare nei servizi 0-6 e in tutti i servizi socio-educativi dagli 0 ai 99 anni. Obiettivo dell’articolo è presentare la figura del/della pedagogista in un’accezione nuova e contemporanea, passando in rassegna i diversi ambiti in cui è auspicabile la sua presenza, tipo i settori della consulenza, della supervisione, della formazione e in tutti i contesti in cui è possibile fare educabilità.

Sofia Dal Zovo, Mindfulness e benessere educativo. Quando la scuola è qui e genera consapevolezza, in Bambini, n. 8 (ott. 2022), pp. 20-23
Secondo l’autrice introdurre la mindfulness educativa a scuola significa dare nuova consapevolezza al versante educativo e pedagogico, significa promuovere una scuola che punta al sapere didattico e al sapere emotivo di insegnanti e bambini. L’articolo presenta alcune strade educative in grado di mostrare come ci sia la possibilità, grazie alla mindfulness, di attivare una modalità didattica basata sulla gentilezza, sulla gratitudine e sul respiro. Della stessa Autrice si veda anche: I bambini e la mindfulness, in Bambini, n. 8 (ott. 2021), pp. 68-72

Cinzia Zadra, A casa nel mondo. Pedagogia dei luoghi ed esperienze educative estese, Guida, Napoli, 2022, 128 pp.
La pedagogia dei luoghi mette al centro dell’attenzione esperienze di progetto radicate nel mondo e nelle comunità che ci circondano. I percorsi educativi fuori dalla scuola sfruttano gli spazi pubblici, parchi, musei, teatri, le partnership con imprese e associazioni locali. Le voci di studenti e studentesse raccolte in questo lavoro fanno emergere le potenzialità delle esperienze vissute nel fuori scuola, mettono in luce le possibilità di generare cambiamento e di promuovere attenzione e cura per le sfide sociali e ambientali che caratterizzano il nostro tempo. L’autrice è ricercatrice e docente di Pedagogia generale e sociale.
Collocazione Biblioteca: 19907

A cura di Valeria Carli … [et al.], Mettere in campo un pensiero di cura verso le/gli adolescenti. Le evoluzioni negli anni dell’idea di prevenzione, in Animazione Sociale, n. 03/353 (2022), pp. 68-96
Tre gli articoli pubblicati in questo focus: “Cosa vuol dire ragionare oggi di prevenzione? Sintonizzarsi con questa generazione di adolescenti”; “Come potenziare la capacità educativa di una scuola. Oltre ogni delega ai cosiddetti esperti”; “Sperimentarsi a contatto con le cose del mondo. ‘Esperienze forti’: un progetto educativo territoriale”.

A cura di Giuseppe Licari, Indagini antropologiche e psico-pedagogiche nella formazione di adolescenti e nel contesto socio-sanitario, in Narrare i gruppi, n. 2 (dic. 2021), vol. 17, pp. 157-235
Questo numero monografico affronta, con un taglio antropologico e psico-pedagogico, temi e riflessioni che si pongono l’obiettivo d’indagare problematiche legate allo sviluppo dell’identità, personale e professionale, degli adolescenti. Il numero apre con il contributo di Elisabetta Di Giovanni e Roberto Zarcone, “Processi resilienti e controversie culturali nel care leaving”. che affronta il tema della resilienza dei giovani che, dopo lunga permanenza all’interno di strutture residenziali, si accingono a inserirsi nella società al compimento del diciottesimo anno d’età (care leavers). Segue il contributo di Antonino Giorgi e altri, “Il gioco d’azzardo: comportamenti e percezioni in un campione di adolescenti”, una ricerca svolta in tempi di Covid che si rivolge anche, e soprattutto, alla realtà scolastica e coinvolge attivamente i docenti a fini preventivi; “La psicopedagogia del sogno”, di Veronica Montefiori e altri, articolo nel quale vengono presentati i risultati di una ricerca in ambito scolastico che mostra come la condivisione dei propri sogni con altri aiuta a rafforzare l’affettività e l’emotività nel gruppo classe. Chiude il numero l’articolo di Roberta Clara Zanini, “Una comunità che cura. Note etnografiche su un progetto di welfare in area alpina”, che presenta un progetto svolto in ambito socio-sanitario che ha visto alcuni studenti di infermieristica.Impegnati in un tirocinio esperienziale in collaborazione con una Società di Mutuo Soccorso.

Piera Ruffinatto … [et al.], La Pedagogia salesiana dopo don Bosco. Messaggi attuali e (dis)continuità, in Orientamenti pedagogici, n. 4 (386), (ott.-dic. 2021), pp. 9-72
La sezione monografica della rivista raccoglie gli approfondimenti del seminario svoltosi il 13 maggio 2021 all’Università Pontificia Salesiana, sui diversi paradigmi pedagogici salesiani e la loro evoluzione all’interno di diverse epoche storiche, tracciando alcune linee di continuità e segnalando alcune discontinuità. I contributi proposti sono i seguenti: “La relazione educativa salesiana vissuta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Snodi della storia” di Piera Ruffinatto; “Per una rilettura filosofica della pedagogia salesiana in chiave est-etica” di Cristiano Ciferri; “Il servizio «educativo-pastorale» salesiano. Origine e uso di una espressione post-conciliare” di Gustavo Cavagnari; “Le sfide della continuità e dell’adattamento nella pedagogia salesiana” di Pascual Chávez Villanueva.

A cura di Donatella Savio, Dai bisogni ai diritti dei bambini. In dialogo con Lorenzo Campioni, Commissione nazionale 0-6, in Bambini, n. 8 (ott. 2021), pp. 6-7
La rubrica “Linea zerosei” prende in esame il documento intitolato “I diritti dell’infanzia”, dove si richiama la cultura pedagogica ad un passaggio da una visione dei bambini come portatori di bisogni (fisici, cognitivi, sociali ecc.) ad una prospettiva centrata sulle loro potenzialità e sul diritto di poterle sviluppare.

Matteo Lancini, L’età tradita. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti, Raffaello Cortina, Milano, 2021, 186 pp.
Forte della propria esperienza di psicologo e psicoterapeuta, l’autore delinea il ritratto più aggiornato di giovani e giovanissimi e indica agli adulti la strada da percorrere per svolgere al meglio il proprio ruolo e per smettere di guardare gli adolescenti senza vederli.
Collocazione Biblioteca: 19577

Enrico Bottero, Pedagogia cooperativa. Le Pratiche Freinet per la scuola di oggi, Armando, Roma, 2021, 206 pp.
Colmando un vuoto nella letteratura pedagogica di questi anni, il libro presenta in modo organico la pedagogia Freinet nelle sue pratiche e nei principi che le ispirano. Nel libro sono documentate le esperienze di Célestin Freinet, quelle attuali di insegnanti del Movimento di Cooperazione Educativa e dell’Institut Coopératif de l’École Moderne, due Associazioni che fanno parte della rete internazionale di educatori che si ispirano alle idee del maestro francese.
Collocazione Biblioteca: 19282

Chiara Foà, Matteo Saudino, Cambiamo la scuola. Per un’istruzione a forma di persona, Eris, Torino, 2021, 62 pp.
Oggi la scuola sembra aver dimenticato il suo ruolo. Ricostruirla significa prima di tutto riflettere su cosa vogliamo diventare come persone e come comunità. Serve una scuola incentrata sulla persona, una scuola umanista.
Collocazione Biblioteca: 19299

A cura di Simonetta Polenghi, Ferdinando Cereda, Paola Zini, La Responsabilità della pedagogia nelle trasformazioni dei rapporti sociali. Storia, linee di ricerca e prospettive, Sessioni Junior, Pensa MultiMedia, Lecce, 2021, 409 pp.
Il volume raccoglie gli atti del Congresso nazionale Siped svoltosi on-line il 14, 15 e 16 gennaio 2021, a chiusura del triennio della presidenza di Simonetta Polenghi, organizzato con l’apporto del Dipartimento di Pedagogia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Con i saggi proposti, la pedagogia accademica italiana si in­terroga sulle responsabilità della pedagogia nelle trasformazioni dei rapporti sociali, da ricercare nelle radici storiche, per arrivare alle prospettive presenti e alle indicazioni per il futuro, per tendere verso una società più giusta, inclusiva e rispettosa delle diversità e delle capacità dei singoli. Si veda anche “La Responsabilità della pedagogia nelle trasformazioni dei rapporti sociali. Storia, linee di ricerca e prospettive, Sessioni parallele”.

Matteo Lancini, Cosa serve ai nostri ragazzi. I nuovi adolescenti spiegati ai genitori, agli insegnanti, agli adulti, Utet, Roma, 2021, 110 pp.
L’autore, psicologo e psicoterapeuta, affronta i problemi dei nuovi adolescenti, narcisisti, schivi e rinchiusi in se stessi, spiriti fragili e spavaldi, apatici e indisciplinati, ragazzi iperconnessi eppure soli. Sono molti i paradossi che sembrano contraddistinguere questa nuova generazione di adolescenti, di fronte ai quali gli adulti si trovano spesso impreparati. Gli adolescenti degli anni zero, usciti da un’infanzia ovattata e ricca di privilegi, non utilizzano più il conflitto e la trasgressione per affermare se stessi. Sono, secondo l’autore, ostaggio di ideali presto disillusi e aspettative smisurate e scontano la mancanza di figure autorevoli capaci di guidarli nel loro percorso evolutivo. Il cyberbullismo, il ritiro sociale, l’autolesionismo, la bulimia e l’anoressia sono alcuni dei modi in cui si manifesta una sofferenza nascosta e trascurata.
Collocazione Biblioteca: 19077

A cura di Stefano Vicari, Silvia Di Vara, Bambini, adolescenti e Covid-19. L’impatto della pandemia dal punto di vista emotivo, psicologico e scolastico, Erickson, Trento, 2021, 103 pp.
Il volume raccoglie le riflessioni di esperti in tema di infanzia e adolescenza, per cercare una prima valutazione dell’impatto della pandemia su aspetti emotivi, psicologici e scolastici dei minori, individuando snodi critici e strategie percorribili per fronteggiare l’emergenza. I titoli dei contributi sono i seguenti: 1) “L’anno del pipistrello” di Vittorio Lingiardi; 2) “I bambini, gli apprendimenti e le emozioni” di Nicoletta Perini e Daniela Lucangeli; 3) “I bambini e la scuola” di Giacomo Stella; 4) “Non uno di meno: bambini e adolescenti con bisogni educativi speciali alla prova del Covid-19” di Dario Ianes e Rosa Bellacicco; 5) “Bambini 0-6 anni ai tempi del Covid-19 raccontati da genitori, educatori e insegnanti” di Alessandra Sansavini et al.
Collocazioni Biblioteca: 19078

Marco David Benadì, A un metro dal futuro. Speranze e paure di una gioventù sospesa, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2021, 68 pp.
Il testo mette al centro le ragazze e i ragazzi, le loro opinioni e idee su questo tempo così difficile e soprattutto le loro attese per il futuro. I testi proposti nascono da 16 interviste individuali e un focus group, realizzati nei mesi di marzo, aprile e maggio 2021. Il lavoro ha coinvolto soprattutto i presidi e le realtà che operano sul territorio nazionale a fianco dell’Associazione Libera, attraversando tutta l’Italia.
Collocazione Biblioteca: 18861

Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza Gruppo Emergenza Covid-19, Covid-19 e adolescenza, Dipartimento per le Politiche della Famiglia, Roma, 2021, 26 pp.
Il documento evidenzia in modo articolato i fenomeni degenerativi e gli effetti della pandemia sugli adolescenti attraverso uno sguardo alle ricerche, ma indica anche delle linee d’intervento: è infatti innegabile che le misure restrittive utili al contenimento della diffusione del Covid-19 abbiano creato, per gli adolescenti, delle condizioni di sviluppo anomale oltre che inaspettate. Le regole sociali che è stato chiesto loro di seguire sono del tutto in contrasto con le spinte naturali di questa fase del ciclo di vita in cui la persona è fortemente coinvolta nell’esplorazione nei confronti dell’esterno, nella ricerca di autonomia e di nuove esperienze, nella costruzione di relazioni significative al di fuori della propria famiglia di origine. Si definiscono gli orientamenti per contrastare questi effetti negativi e perseguire una ripresa a partire dall’estate, attraverso un’offerta formativa ricca e diffusa a misura di adolescenti e preadolescenti, che veda l’educazione come bene comune, rinforzando le reti territoriali, offrendo agli adolescenti luoghi fisici e occasioni per incontrarsi e confrontarsi, spazio per la partecipazione attiva e il protagonismo anche attraverso percorsi di consultazione.

Raffaele Mantegazza … [et al.], Nei luoghi delle parole: le consulenze psicologiche e pedagogiche, in Pedagogika.it, n. 4 (ott.-dic. 2020), pp. 8-67
Il dossier approfondisce, attraverso una serie di contributi, il tema della pratica nell’intervento nei centri di consulenza: nella consulenza pedagogica, nella terapia psicologica, nel counselling, nella mediazione. I centri di ascolto e consulenza svolgono molto spesso un lavoro di rete, di relazione e di conoscenza dei servizi e delle loro pratiche che vano oltre la relazione individuale con il singolo utente. Infatti, oltre alla conoscenza del setting psicologico e pedagogico, devono riconoscere e saper attivare le interazioni sinergiche che possono instaurarsi fra i vari attori dei servizi.

A cura di Alessia Agliati, La tenerezza non fa rumore, in Bambini, n. 5 (mag. 2020), pp. 27-59
La monografia tratta di come la pratica educativa possa fare spazio alle emozioni positive, in particolare alla tenerezza e alla premura tra i bambini e dell’importanza dell’educazione emotiva. Gli articoli presenti sono: “La natura della tenerezza” di Alessia Agliati; “La tenerezza si educa?” di Alessia Agliati e altre; “Le interazioni tra bambini al nido” di Martina Bassetti e Ada Cigala; “Il potente solvente dei conflitti” di Sara Genny Chinnici; “Comportamenti premurosi al nido” di Valeria Dellabiancia e altre; “Emozioni libera tutti” di Raffaella Ceres; “Non dimentichiamo di agire” di Aldo Fortunati.

Michele Pellerey, Educazione e lavoro: una rilettura in prospettiva pedagogica. Prima parte, in Rassegna CNOS, n. 1 (gen.-apr. 2020), pp. 33-44
L’articolo affronta il tema dell’educazione al lavoro come parte del percorso formativo scolastico, proponendo una riflessione sul concetto stesso di lavoro all’interno del contesto tecnologico e organizzativo odierno. Secondo l’autore, docente universitario nell’ambito dell’educazione, della didattica e della pedagogia, fin dall’infanzia è necessario promuovere la cosiddetta agentività nella vita familiare e scolastica. In seguito vanno favorite le esperienze che orientino alla comprensione delle attività più compatibili con l’agentività personale. Le iniziative di alternanza scuola lavoro possono sollecitare tale agentività e devono essere integrate con la progettazione curricolare per non rimanere un corpo estraneo rispetto ad essa. Nello stesso numero si veda anche: Dario Nicoli, Il curricolo dell’educazione al lavoro, pp. 45-57.

A cura di Gennaro Pagano e Fausta Sabatano, Oltre il disagio. Il lavoro educativo tra scuola, famiglia ed esperienze di comunità, Guerini Scientifica, Milano, 2020, 293 pp.
Il volume presenta il Metodo Integra, nato da un’attività di continua autoriflessione e condivisione di pratiche educative, a valle di anni di lavoro in contesti di particolare difficoltà, legata alla carenza del tessuto sociale, in cui il contesto non sostiene la difficoltà: il bambino con difficoltà spesso vive in una famiglia difficile, in un quartiere difficile, in una città difficile, in una Regione difficile. Educare in queste situazioni significa riuscire ad incarnare le teorie e orientare le pratiche nel confronto con questo quotidiano, con questi bambini e ragazzi, non smettendo mai di immaginare con loro e per loro un altrimenti e un altrove. Gennaro Pagano, psicologo, e Fausta Sabatano, pedagogista, sono direttore e coordinatrice pedagogica del Centro Educativo Diocesano Regina Pacis di Napoli.
Collocazione Biblioteca: 18727

Daniela Bulgarelli … [et al.], Lo psicologo scolastico. Cenni normativi e buone prassi, Ordine degli Psicologi del Piemonte, Torino, 2020, 45 pp.
Questo ebook è stato realizzato dal Forum Tematico Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte. Esso è rivolto ai colleghi che intendano lavorare, o che già lavorino, nei contesti scolastici di ogni ordine e grado e desiderino ulteriori spunti di riflessione e di approfondimento sulle buone pratiche della professione. La prima parte del volume illustra brevemente gli aspetti normativi e gli ambiti di intervento psicologico a scuola; la seconda parte è incentrata sulle buone prassi per la presa di contatto con le scuole e per l’implementazione degli interventi (progettazione, realizzazione, valutazione e restituzione)

dimostro

Calvin & Hobbes di Bill Watterson

 

Il mese del docente

bueb-docente

Prolungata fino al 31 dicembre 2016 l’iniziativa

Il mese del docente

la tessera della Biblioteca, che permette il prestito e uno sconto sulle fotocopie, è in promozione a 10 euro per docenti e dirigenti scolastici delle scuole diogni ordine e grado.

Bibliografia sulla scuola

Aggiornata a ottobre 2016 – a cura di Paola Moriondo

In questa sezione troverete testi, articoli e materiale audiovisivo dedicati al mondo della scuola e adatti per la formazione personale e per la didattica. Le tematiche suggerite sono le seguenti:

Pensare, organizzare e sperimentare a scuola

Pedagogia, sociologia e psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza

Apprendimento, tecnologie e lotta alla dispersione

Le relazioni, i conflitti e le emozioni

Le disabilità e i Bisogni Educativi Speciali

Prevenzione delle dipendenze, educazione alla salute e all’ambiente

Intercultura e integrazione

Sensibilizzare alle mafie, educare alla cittadinanza e alla legalità e fare memoria

In un’altra sezione del sito è possibile trovare bibliografie ricche e aggiornate sui temi maggiormente rappresentati in Biblioteca: Alcol/Alcolismo, Bullismo, Dipendenze, Disturbi alimentari, Famiglia, Giovani e adolescenti, Gioco d’azzardo, Immigrati e integrazione, Mafie, Nuove generazioni e tecnologiePovertà, Violenza di genere, ecc..

Per chi risiede lontano ed è impossibilitato a venire di persona da noi, è possibile attuare il prestito interbibliotecario di libri e materiale audiovisivo, rivolgendosi ad una biblioteca (civica o universitaria) del proprio territorio che effettui questo tipo di servizio e si impegni a inoltrare la richiesta di prestito alla nostra Biblioteca.

Vi aspettiamo numerosi.

Lo staff della Biblioteca del Gruppo Abele

Bibliografie tematiche su richiesta

 

 

 

 

Vittime di reato

Aggiornata a novembre 2023

I materiali, elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca.
Si consiglia di consultare anche le bibliografie specifiche su violenza di genere, tratta degli esseri umani e prostituzioneminoribullismo e mafie. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

Studi e ricerche sulle vittime di reato

International_Review_of_Victimology_journal_front_cover_image2Antoinette Huber, ‘A shadow of me old self’: The impact of image-based sexual abuse in a digital society, in International Review of Victimology, vol. 29, n. 2 (mag. 2023) – on line, pp. 199-216
L’articolo versa nuova luce sull’impatto dell’abuso sessuale sulla donna basato sulle immagini (IBSA). Basandosi su 17 interviste in profondità, analizza l’impatto emozionale, fisico e sociale di questa vittimizzazione online e studia come l’IBSA impatti nella vita quotidiana delle donne. L’articolo offre anche più ampie considerazioni su come la tecnologia abbia facilitato un cambiamento nelle forme di violenza sessuale.

Sofia Fiore, La credibilità della donna nel processo per stupro: la vittima perfetta, in Studi sulla questione criminale, a. 17, n. 3 (2022), pp. 27-49
L’articolo indaga gli effetti della riproduzione dei “rape myths” (un complesso di credenze che incoraggiano l’aggressività sessuale maschile e supportano la violenza contro le donne) nel processo penale attraverso l’analisi di una sentenza assolutoria della Corte di Appello di Ancona in un caso di violenza sessuale. Nella motivazione della sentenza sono stati riprodotti diversi tra i più importanti miti sullo stupro che paiono essere stati determinanti nella ricostruzione dei fatti.

A cura di Francesca Di Muzio, Giorgio Vaccaro, Cosmologia della violenza familiare. Dinamiche, strumenti di contrasto e strategie di prevenzione, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2022, 202 pp.
Il volume intende affrontare in modo “interdisciplinare” i diversi atteggiarsi della violenza intrafamiliare e nelle relazioni di intimità, non solo attraverso un’analisi psico-giuridica-criminologica del fenomeno e delle dinamiche ad essa sottese, ma anche con la disamina delle varie fattispecie di reato in cui può concretizzarsi il fenomeno della violenza. L’entrata in vigore del Codice rosso (l. n.69/2019) ha introdotto nuove tipologie di reato e rafforzato gli strumenti processuali a tutela delle vittime, sia esse vittime dirette sia esse vittime indirette, come i minori che assistono alle violenze, imprimendo un’accelerazione al procedimento penale sin dalla fase delle indagini preliminari. La parte finale del volume è dedicata agli esempi concreti sia in ambito civile che penale delle misure di sostegno alle vittime di violenza domestica, con particolare riguardo alle forme di indennizzo per le vittime di reato e per gli orfani di femminicidio e all’assistenza prestata dai centri antiviolenza e dalle case rifugio.
In arrivo in Biblioteca

41T1XyCMpOLRenos K. Papadopoulos, Dislocazione involontaria. Trauma e resilienza nell’esperienza di sradicamento, Bollati Boringhieri, Torino, 2022, 400 pp.
Con un approccio multidisciplinare e orientato alla pratica, il saggio offre una riflessione profonda e innovativa sui molti aspetti legati alla migrazione forzata, che l’autore chiama «dislocazione involontaria». Grazie alla sua lunga esperienza con i rifugiati, presenta casi di pratica clinica e analisi epistemologiche che mettono a nudo le trappole del pensiero terapeutico e dell’immaginario sociale legate allo sradicamento. Le diverse prospettive adottate dalla psicoanalisi, dalla filosofia e dall’etimologia non solo permettono di identificare soluzioni a sostegno della persona dislocata, ma espandono anche gli orizzonti di significato relativi a concetti onnicomprensivi e fuorvianti come «trauma» e «vittima», che finiscono per patologizzare, anziché sostenere un percorso di crescita e di cambiamento. Nel saggio vengono proposti strumenti inediti per inquadrare il fenomeno in modo corrispondente alla sua sfaccettata complessità.
Collocazione Biblioteca: 19674

Gillian Dell, Andrew McDevitt, Exporting Corruption 2022: Assessing Enforcement of the OECD Anti-Bribery Convention, Transparency International, Berlino, 2022, 134 pp.
Il rapporto valuta lo stato della corruzione internazionale in 43 dei 44 firmatari della Convenzione anticorruzione dell’OCSE, nonché in Cina, Hong Kong SAR, India e Singapore. Identifica le inadeguatezze dei quadri giuridici e dei sistemi di applicazione, nonché i progressi compiuti per porvi rimedio. Inoltre, punta i riflettori sulla questione cruciale del risarcimento delle vittime e individua aree di miglioramento per quanto riguarda la trasparenza dei dati relativi all’applicazione della legge.

Nina Törnqvist, Drizzling sympathy: Ideal victims and flows of sympathy in Swedish courts, in International Review of Victimology, vol. 28, n. 3 (set. 2022) – on line, pp. 263-285
Collegando le prospettive sociologiche della compassione con il concetto di ‘vittime ideali’, questo articolo esamina come la compassione modelli e informi il pensiero e le pratiche riguardo allo stato di vittima nei tribunali svedesi. Nella sua accezione più vasta, la compassione può essere intesa come comprensione e cura della sofferenza di un’altra persona e in molti contesti vittimizzazione e compassione sono strettamente intrecciati. Tuttavia, poiché gli ideali di obiettività e neutralità prevalgono in tribunale, le norme emotive sono ristrette e la compassione incontra sospetto. Attingendo a un lavoro etnografico sul campo effettuato nei tribunali svedesi, l’autrice sostiene che mentre i sentimenti di compassione fanno per la maggior parte da sfondo, essi sono ancora una parte centrale dei procedimenti e delle delibere giudiziarie.

61g-+IlV-ZL._AC_UF1000,1000_QL80_Francesca Florio, Non chiamatelo Revenge Porn. Storie di vittime presunte colpevoli, Mondadori, Milano, 2022, 189 pp.
“Revenge porn” (traducibile con “porno per vendetta”) è l’espressione con cui viene comunemente indicata la diffusione non consensuale di immagini o video sessualmente espliciti da parte di un individuo – spesso un ex partner – allo scopo di denigrare la persona che compare nelle immagini, perlopiù donne e ragazze. Questi contenuti sono una forma vera e propria di abuso sessuale. Il testo racconta le storie vere di donne e ragazze che hanno visto tradire la fiducia che avevano riposto in persone sbagliate. Oltre a queste storie di vite violate, l’autrice, grazie alla sua competenza in materia di diritto, fornisce strumenti e consigli legali per aiutare a prevenire il fenomeno e a proteggere le vittime future di questa ennesima forma di violenza di genere.
Collocazione Biblioteca: 19880

Caterina Peroni, From another place: prospettive femministe sugli effetti della pandemia sulla violenza di genere, in Studi sulla questione criminale, a. 17, n. 1 (2022), pp. 55-73
L’articolo, prendendo come spunto l’articolo “Criminological futures and gendered violence(s): lessons from the global pandemic for criminology” di Sandra Walklate (Journal of Criminology, 2021), discute degli effetti della pandemia sulle violenze di genere attraverso una lettura criminologica femminista che indichi prospettive concrete da cui far emergere come prevenire quella che l’autrice definisce la “pandemia ombra”, l’aumento vertiginoso della violenza di genere dovuto al cortocircuito culturale della casa come posto sicuro dalla pandemia che diventa prigione per la vittima tagliandone le vie di fuga dal suo aguzzino. Nell’ultima parte dell’articolo sono inoltre raccolte riflessioni di operatrici dei centri antiviolenza, per sottolineare la necessità dell’approccio proposto.

Eva Mulder, Alice Kirsten Bosma, Filling in the (gendered) gaps: How observers frame claims of sexual assault, in International Review of Victimology, n. 2 (mag. 2022) – on line, pp. 215-234
Gli autori hanno indagato come le persone giudichino la veridicità delle denunce di violenza sessuale e come successivamente inquadrino le loro interpretazioni di queste denunce utilizzando “conoscenze generali” sotto forma di copioni sessuali, miti sullo stupro e stereotipi di genere. I partecipanti (n = 161) hanno letto una denuncia di violenza sessuale da parte di un uomo o di una donna e sono stati invitati a descrivere più dettagliatamente ciò che pensavano fosse accaduto. I dati sono stati analizzati utilizzando una combinazione di analisi quantitativa e qualitativa. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

41uesQ3ULZLTamar Pitch, Il malinteso della vittima. Una lettura femminista della cultura punitiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2022, 111 pp.
Secondo l’autrice, già docente di filosofia del diritto e di sociologia del diritto, il termine “sicurezza” si è spogliato, ormai da parecchi anni, delle caratteristiche sociali cui era legato (lavoro, salute, diritti). Oggi ci si sente al sicuro con condizioni che ci proteggono individualmente dal rischio di diventare “vittime” di comportamenti dannosi. Da qui l’assunto che tutte e tutti siamo vittime potenziali; quindi fenomeni sociali complessi vengono governati con il codice penale e, di fatto, si criminalizza la povertà, la marginalità sociale, l’immigrazione. Ma com’è successo tutto questo? E soprattutto, com’è successo che a questa deriva securitaria aderiscano movimenti politici – tra i quali quello femminista – il cui obiettivo è la libertà dallo sfruttamento, dall’oppressione, dalla violenza dei gruppi di cui si fanno portavoce?
Collocazione Biblioteca: 19819

A cura di Maurizio Esposito, Lucio Meglio, Sicurezza sociale e gioco d’azzardo, in Sicurezza e scienze sociali, a. 10, n. 1 (gen.-apr. 2022), pp. 7-134
In questo numero della rivista il gioco d’azzardo viene approfondito e osservato attraverso il prisma delle sensibilità, degli approcci e delle visioni differenziate di autori, ricercatori ed esperti del settore. Lo scopo è quello di mostrare i vari volti di uno stesso fenomeno, le sfaccettature di una dipendenza comportamentale che influisce sulla vita degli adulti e dei più giovani e che ha trovato nel web un canale di chiaro e preoccupante sviluppo con innesti e ramificazioni in altri fenomeni di dipendenza, oltre alla lettura che ne viene data dai nuovi media.

Judy Eaton, Jenniffer Olenewa, Cole Norton, Judging extreme forgivers: How victims are perceived when they forgive the unforgivable, in International Review of Victimology, vol. 28, n. 1 (gen. 2022) – on line, vol. 28, pp. 1-19
Quando un individuo commette una trasgressione o un atto aggressivo nei confronti di un altro, spesso terze parti hanno aspettative su come la vittima dovrebbe rispondere, anche quando non hanno alcun coinvolgimento personale nell’evento. Questa ricerca esamina come reagiscono gli osservatori terzi quando le vittime perdonano reati apparentemente “imperdonabili”. Lo studio 1 ha mostrato che, sebbene le terze parti non fossero direttamente critiche nei confronti di una vittima che perdona, non erano d’accordo con la decisione di perdonare. Lo studio 2 ha replicato questi risultati ed esplorato in modo più approfondito i sentimenti del terzo legati alla giustizia. I risultati suggeriscono che, sebbene le terze parti siano riluttanti a criticare direttamente i perdonatori “estremi”, non sostengono la loro decisione di perdonare.

9788828842460_0_536_0_75Chiara Fiandanese, Il minore vittima di reato, Giuffrè, Milano, 2022, 437 pp.
L’autrice, avvocato penalista, affronta le diverse tematiche relative al minore come persona offesa dal reato o come persona coinvolta in un processo penale. In particolare esamina tutte le fattispecie nelle quali il minore è soggetto offeso da comportamenti che costituiscono reati o illeciti: sia quando tali reati o illeciti sono commessi nei confronti del minore sia quando il minore è destinatario della norma incriminatrice. Inoltre, esamina le fattispecie in cui la minore età è circostanza aggravante di delitti che possono essere commessi nei confronti di chiunque. Approfondisce i problemi di natura processuale causati dalla presenza di un minore nel processo, considerando il coinvolgimento emotivo del minore come parte offesa o testimone, per salvaguardarne lo sviluppo e la crescita psichica. L’opera espone tutti i problemi che riguardano i minori coinvolti nel procedimento penale, illustra la normativa di riferimento, richiama ed esamina la giurisprudenza più recente.
Collocazione Biblioteca: 19745

Maria Teresa Maragò, Mobbing coniugale e alienazione parentale, Una ricerca tra vittime e operatori, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a.51, n. 4 (autunno 2021), pp. 28-31
Oltre alla violenza fisica di cui ci raccontano le cronache dei mass media, esiste un altro tipo di violenza che non lascia lividi sul corpo ma origina ferite profonde ed invisibili che si radicano nella comunicazione patologica, soprattutto intra familiare. Si parla allora di mobbing coniugale e sindrome di alienazione parentale. Dallo studio emerge che la comunicazione patologica fa più vittime di quanto si creda e può diventare una potente arma per distruggere indistintamente sia dall’età che dal genere.

Alessandro Lo Presti, Alfonso Landolfi, Gestire il mobbing nelle organizzazioni, il Mulino, Bologna, 2021, 205 pp.
Autonomia economica, possibilità di esprimere le proprie conoscenze e competenze, di acquisire status, di essere parte attiva della società e di intessere relazioni sono aspetti che si possono realizzare grazie al lavoro e che contribuiscono al nostro benessere. Nel lavoro e nelle organizzazioni esistono tuttavia condizioni che producono, al contrario, esiti negativi, sia per le persone sia per le organizzazioni stesse. Tra i fattori che riguardano il deterioramento delle relazioni e del clima psicosociale troviamo il mobbing. In questo volume gli autori, oltre a descrivere questo complesso e articolato fenomeno, propongono innovativi progetti di intervento e di gestione basati sull’approccio dello sviluppo organizzativo e validati empiricamente. Uno strumento indispensabile per affrontare quello che possiamo considerare oggigiorno una delle più importanti fonti di stress e di disagio lavorativo e al tempo stesso origine e causa di disfunzioni e problemi nella performance, nella gestione dei conflitti e nel benessere organizzativo.
Collocazione Biblioteca: 19391

Reati-informatici-e-investigazioni-digitali-300x424A cura di Fabrizio Corona, Reati informatici e investigazioni digitali. Diffamazione via web, prove digitali, sex crimes, cyberstalking, cyberbullismo, reati privacy, Pacini Giuridica, Pisa, 2021, 247 pp.
Il progressivo diffondersi degli strumenti e delle tecnologie digitali ha prodotto l’inevitabile aumento della criminalità informatica, impegnando il Legislatore nell’individuazione di nuove figure criminose, il cui insieme ha dato vita a una nuova categoria di reati: quella dei computer crimes o reati informatici. Questa situazione ha comportato la nascita di una nuova disciplina giuridica che realizza l’incontro del diritto con l’informatica: la computer forensics, finalizzata all’individuazione delle prove nei supporti informatici. Il volume, pertanto, fornisce una descrizione dei reati informatici, il tutto corredato da una minuziosa descrizione delle tecniche di acquisizione, individuazione e analisi dei reati informatici. L’opera analizza le più recenti ipotesi di reati informatici quali: la diffamazione nell’era dei social network, i sex crimes nell’era digitale, il cyberstalking, il cyberbullismo, i reati informatici ex d.lgs 231/2001 e i reati in materia di protezione dei dati personali. Il curatore è docente universitario e consulente nel campo.
Collocazione Biblioteca: 19022

Vicky Heap, Exploring the effects of long-term anti-social behaviour victimisation, in International Review of Victimology, n. 2 (mag. 2021) – on line, pp. 227-242
Nonostante l’interesse vittimologico per gli impatti dei diversi tipi di vittimizzazione criminale, c’è poco lavoro empirico che esamini gli effetti del comportamento criminale a lungo termine sulle vittime. Questo articolo inizia a ristabilire l’equilibrio riportando i risultati di un progetto di ricerca qualitativa in Inghilterra che ha studiato gli effetti della vittimizzazione del comportamento antisociale a lungo termine. Le interviste semi-strutturate hanno esplorato i resoconti delle vittime del comportamento antisociale a lungo termine che hanno subito e gli effetti che ne derivano sulle loro vite. La ricerca ha scoperto che le vittime sperimentano una serie di effetti sulla salute mentale e fisica, nonché cambiamenti comportamentali e ha fornito la prima visione approfondita dell’impatto di questo tipo di vittimizzazione. I risultati suggeriscono che i danni cumulativi associati al comportamento antisociale devono essere meglio riconosciuti, compresi e affrontati, con un maggiore sostegno messo a disposizione delle vittime.

Didier Fassin, Richard Rechtman ; traduzione e cura di Luigigiovanni Quarta, L’impero del trauma. Nascita della condizione di vittima, Meltemi, Milano ; Udine, 2020, 439 pp.
Dagli attentati ai terremoti, dagli incidenti aerei ai sequestri, dai massacri ai suicidi, ogni avvenimento violento invoca la presenza di psichiatri e psicologi che intervengono in nome della traccia psichica del dramma: il trauma. A lungo questa nozione è servita a squalificare soldati e operai della cui sofferenza si metteva in dubbio l’autenticità. Oggi, grazie al trauma, le vittime trovano un riconoscimento sociale. Il libro delinea il percorso che dai lavori di Charcot, Janet e Freud giunge all’invenzione del disturbo post-traumatico da stress negli Stati Uniti, fino all’attuale era di riabilitazione.
Collocazione Biblioteca: 19752

Workplace-violence-300x424Serena Gianfaldoni, Workplace violence. Quando la violenza è esercitata sul lavoro, Pacini, Pisa, 2020, 139 pp.
Il libro affronta il tema della violenza nel contesto lavorativo, nelle sue diverse forme. Per ogni forma di violenza citata, sono presentate una descrizione del fenomeno, una bibliografia di approfondimento, una scheda giuridica, il riferimento a un caso reale, una citazione e un’elaborazione grafica originale. Le forme di violenza considerate sono le seguenti: mobbing, bossing, side mobbing, low mobbing, molestia e ricatto sessuale, stalking, ostacoli alla progressione di carriera, discriminazioni verso le donne, difficile conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, violenza economica e mancato pagamento della prestazione lavorativa, maternità ostacolata, violenza verbale, violenza indiretta, violenza da parte dell’utenza, discriminazioni e violenze legate all’appartenenza.
Collocazione Biblioteca: 18913

Giacomo Gualtieri … [et al.], “Online romantic scam” (Le truffe sentimentali via internet). Dinamiche relazionali, profilo psicologico delle vittime e degli autori: una scoping review, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 49, n. 2 (2020), pp. 110-119
Le tecnologie di comunicazione digitali consentono di superare barriere fisiche, psicologiche e sociali nella ricerca e costruzione di legami affettivi. Il fenomeno delle truffe sentimentali online (“Online Romance Scam”) è una moderna forma di frode diffusasi nelle società occidentali parallelamente alla nascita di social media e app per incontri. L’autore sviluppa una relazione sentimentale con la vittima per 6-8 mesi, costruendo un legame affettivo profondo attraverso un profilo Internet fittizio, con l’obiettivo di estorcere risorse economiche attraverso strategie manipolatorie. Due sono le peculiarità: da una parte il doppio trauma legato alla perdita di denaro e della relazione al momento della scoperta, dall’altra la vergogna della vittima, aspetto che potrebbe far sottostimare il numero di casi. Il presente lavoro descrive una scoping review delle evidenze quantitative e qualitative sulle caratteristiche di questo fenomeno con particolare riferimento agli aspetti epidemiologici, alle dinamiche relazionali che si instaurano tra i due attori, al profilo di personalità delle vittime e degli autori. Comprendere le caratteristiche psicologiche delle vittime e degli autori di un fenomeno tanto emergente quanto ancora in larga parte sommerso, può consentire l’identificazione di profili di personalità a rischio e lo sviluppo di strategie di sensibilizzazione e prevenzione.

Simonetta Vernocchi, Stalking, Un fenomeno sommerso, Lupetti, Milano, 2020, 232 pp.
Lo stalking è un fenomeno sommerso che difficilmente viene denunciato, soprattutto se si verifica in ambito familiare. I centri d’ascolto, le interviste anonime, i data-base dei servizi di emergenza-urgenza ci offrono un quadro più complesso rispetto ai dati delle fonti ufficiali. Parlare di stalking è parlare di controllo, anzi di ipercontrollo, di gelosia, di possesso e non ultimo di violenza. La violenza domestica è spesso preceduta da anni di stalking, sopportato e tollerato dalle vittime. Nella prima parte il testo analizza i dati della letteratura, nella seconda il comportamento iper-controllante alla luce delle recenti classificazioni, la psicodinamica dell’ipercontrollo, della gelosia, del possesso e dell’evoluzione violenta dello stalker. Infine, il testo si occupa della psicodinamica della vittima, per cercare di capire come mai alcune relazioni familiari, amicali, sentimentali veramente tossiche si protraggono per anni nonostante la sofferenza di chi ne resta invischiato.
Collocazione Biblioteca: 18929

Ivan Urlic, Miriam Berger, Avi Berman ; a cura di Franco Del Corno, Vittime, vendetta e perdono. Trattamento del trauma individuale e collettivo, Edra, Milano, 2019, 334 pp.
Gli esiti traumatici del rapporto vittima-carnefice e la costruzione di percorsi che, attraverso la dimensione laica del perdono, consentano alla vittima di recuperare un accettabile equilibrio delle emozioni e dei comportamenti costituiscono il filo rosso di questo volume, che coniuga teoria e pratica clinica, in un ambito che sfida continuamente la capacità degli operatori di essere d’aiuto in modo efficace. Vengono presi in considerazione in particolare i traumi collettivi, nei quali i ruoli di vittima e di carnefice sono svolti da intere popolazioni o da parti di esse, tenendo presente anche l’aspetto della trasmissione intergenerazionale del trauma. Si evidenzia come il desiderio di vendetta, pur rappresentando un passaggio ineliminabile e legittimo del percorso di elaborazione del trauma, metta a rischio il ritorno a una condizione psichica adeguata. In continuità con l’eziopatogenesi di queste condizioni traumatiche, il gruppo psicodinamico è proposto come strumento terapeutico privilegiato e a tal fine vengono presentati casi clinici che ne descrivono il funzionamento ed esemplificano l’efficacia dell’approccio degli autori.
Collocazione Biblioteca: 19109

Torture e violazioni dei diritti umani

9788815386434_0_536_0_75A cura di Laura Calafà, Olivia Bonardi, Susanne Elsen, Lavoro sfruttato e caporalato. Una road map per la prevenzione, Il Mulino, Bologna, 2023, 288 pp
È possibile prevenire lo sfruttamento lavorativo e il caporalato? Il volume, frutto del lavoro pluriennale di quattro unità di ricerca di altrettante università italiane, presenta un’innovativa road map per la prevenzione di questi complessi fenomeni, usualmente oggetto di un’attenzione (politica, legislativa e scientifica) soltanto repressiva. Il libro, oltre a presentare un complesso progetto di ricerca-azione, traccia linee di intervento dirette verso quattro dimensioni fondamentali: emersione dei fenomeni, inclusione delle persone immigrate, intermediazione del lavoro, autoregolazione responsabile. I diversi capitoli approfondiscono queste dimensioni, ponendo in evidenza il ruolo del pubblico e del privato – attori, governance, risorse – nella regolamentazione del lavoro. Nel caso concreto si parla del lavoro in agricoltura, ma la riflessione scientifica contenuta nel libro è estensibile a molti altri settori a rischio.
In arrivo in Biblioteca

Save the Children Italia, Piccoli schiavi invisibili – XIII edizione 2023. Dentro lo sfruttamento: un’indagine sui figli dei braccianti a Latina e Ragusa, Save the Children Italia, Roma, 2023, 81 pp.
Il rapporto denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese. Si concentra sui bambini, bambine e adolescenti che crescono in aree dove la condizione di sfruttamento dei genitori li rende vittime, sin dalla nascita, della violazione dei loro diritti basilari in maniera sistematica, esponendoli anche al rischio di essere sfruttati ed esposti ad abusi. La ricerca è stata condotta nella provincia di Latina nel Lazio, e nella Fascia Trasformata di Ragusa in Sicilia. Sono riportate testimonianze dirette di chi ha subito o subisce lo sfruttamento, insieme a quelle di rappresentanti delle istituzioni e delle realtà della società civile, dei sindacati, dei pediatri, dei medici di base e degli insegnanti, impegnati in prima linea.

A cura di Michele Miravalle, Antonio Scandurra, È vietata la tortura. XIX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, Antigone, Roma, 2023, 502 pp.
Il rapporto di Antigone, che ogni anno fa il punto sullo stato delle carceri italiane, lancia un allarme sul sovraffollamento, un problema ormai endemico del sistema penitenziario, certificato anche dai tribunali di sorveglianza che, solo nel 2022, hanno accolto 4.514 ricorsi di altrettante persone detenute. I diversi capitoli del Rapporto affrontano i seguenti argomenti: stranieri, donne e bambini, minori, 41 bis e Alta sicurezza, suicidi e autolesionismo, isolamento ed eventi critici, lavoro e formazione, istruzione, criminalità. Il focus centrale è invece dedicato alla tortura, esaminando la recente introduzione del reato e i processi in corso. Successivi approfondimenti sono invece centrati su: affettività in carcere, salute mentale, le politiche sulle droghe, i diritti LGBTQI+ in carcere.

downloadEuropean Union Agency for Fundamental Rights (FRA), Fundamental Rights Report 2023. Report, European Union Agency for Fundamental Rights, Luxembourg, 2023, 277 pp.
Il documento presenta i progressi e gli arretramenti nel campo della difesa dei diritti fondamentali nell’Unione europea nell’anno 2022. Il focus di quest’anno riguarda le implicazioni per l’Unione Europea della guerra in Ucraina, descrivendo la gestione dell’improvviso e massiccio ingresso di persone in fuga dalla guerra e la necessità di misure a lungo termine per coloro che intendono restare nell’UE. Gli altri capitoli del rapporto esplorano i principali sviluppi, identificando sia le conquiste, sia le aree di attenzione, riguardanti: la Carta europea dei diritti fondamentali; l’uguaglianza e la non discriminazione; il razzismo e la relativa intolleranza; l’inclusione dei Rom; l’asilo, i confini e le migrazioni, la società dell’informazione e la protezione dei dati; i diritti dei minori; l’accesso alla giustizia, i diritti delle vittime e l’indipendenza della giustizia; l’implementazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Il documento riguarda non solo i 27 stati membri dell’Unione, ma anche l’Albania, la Macedonia del nord e la Serbia. Infine, le opinioni del FRA, disponibili separatamente nelle diverse lingue europee, suggeriscono alle istituzioni europee e ai governi nazionali una serie di azioni tempestive e pratiche di comprovata efficacia.

Giada Girelli, Marcela Jofré, Ajeng Larasati, The Death Penalty for Drug Offences: Global Overview 2022, Harm Reduction International, Londra, 2023, 54 pp.
Questo rapporto dell’HRI si concentra sull’uso della pena di morte in casi di uso di droghe, aggiornato al 2022. Viene registrato un forte aumento rispetto all’anno precedente, in parte dovuto alla ripresa delle esecuzioni per possesso di droga in Arabia Saudita e a Singapore, e della repressione in Iran. Si contano ancora 35 paesi in cui ancora vige la pena di morte per crimini legati alla droga, e nonostante proteste più forti a riguardo (in particolare a Singapore) il trend sembra essere per un aumento di questi numeri. Si nota anche che la risposta delle istituzioni internazionali è stata debole.

World Organisation Against Torture (OMCT), Who in their right mind wants to put up with this? Resilience strategies for a sustainable human rights movement, OMCT, Ginevra, 2022, 56 pp.
I gruppi che lavorano per la tutela dei i diritti umani hanno sviluppato, in tutto il mondo, strategie efficaci per sostenere il loro personale nel far fronte ad alti livelli di stress e paura e alle conseguenze dell’essere testimoni di abusi e traumi. Gli attivisti di queste organizzazioni sopportano violenze, intimidazioni, persecuzioni legali e condizioni di lavoro difficili, caratterizzate da tensione e urgenza. Molti di loro finiscono per lottare contro depressione, traumi, burnout e altri disturbi mentali. Alcune delle loro esperienze sono pubblicate nella guida proposta, che raccoglie anche le migliori pratiche utilizzate tra 23 organizzazioni membri e partner della Rete SOS-Tortura dell’OMCT.

81OLOLkqLtL._AC_UF1000,1000_QL80_Laura Cappon, Gianluca Costantini, Patrick Zaki. Una storia egiziana, Feltrinelli, Roma, 2022, 128 pp.
La giornalista che fin dall’inizio ha seguito il caso di Patrick Zaki e il disegnatore che ne ha realizzato l’immagine più iconica scelgono il fumetto per ricostruire una vicenda drammatica, eppure piena di speranza, che ha destato attenzione a livello internazionale e mobilitato le coscienze contro la violazione dei diritti umani. Il racconto comincia il 7 febbraio 2020, giorno in cui Patrick Zaki, studente egiziano iscritto a un master in Studi di genere all’Università di Bologna e collaboratore di EIPR, l’Egyptian Initiative for Personal Rights, viene fermato all’aeroporto del Cairo, mentre sta tornando a casa. Cinque sono i capi d’accusa: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di notizie false, propaganda per il terrorismo. Le prove sono dieci post su Facebook, ritenuti non autentici dai suoi avvocati, che inciterebbero alla rivolta. Patrick è rimasto in detenzione preventiva per 22 mesi. Nel settembre del 2021 è stato rinviato a giudizio con l’accusa di diffusione di notizie false e per aver seminato il terrore fra la popolazione con un articolo sulla situazione della minoranza cristiana in Egitto. A dicembre il giudice ha deciso la sua scarcerazione ma non lo ha assolto.
Collocazione Biblioteca: 19109

Alessandro Albano, Daniela de Robert, Mauro Palma, Nelle mani altrui, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2022, 374 pp.
Mantenere viva la memoria attraverso il recupero e la diffusione di discorsi e scritti che hanno rappresentato tappe decisive nell’affermazione dei diritti umani è l’obiettivo della collana Da dove del Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà personale. Questo quarto volume è sulla tortura, reato entrato nel Codice penale italiano solo nel 2017. Suddiviso in tre parti – Presenza, Persistenza e Prevenzione –, nella prima il libro ripropone alcuni testi del secolo scorso che hanno disvelato la Presenza della tortura in Europa; nella seconda prende atto della Persistenza del problema in Italia, negli Stati Uniti, in Egitto e in Libia, con documenti giudiziari e contributi di protagonisti e studiosi; nella terza dà conto della Prevenzione come arma messa in campo in ambito nazionale e sovranazionale per impedire, mediante l’azione di appositi Organismi di vigilanza, che la tortura si verifichi e proponendo una analisi e un bilancio della legge sulla tortura in Italia a cinque anni dalla sua approvazione.

Sergio Seminara, Sui confini tra i delitti di schiavitù, servitù e sfruttamento del lavoro, Sistema Penale, Milano, 2022, 35 pp.
Il reato di sfruttamento del lavoro presenta elementi comuni con l’incriminazione di riduzione in servitù, che a sua volta risulta contigua all’incriminazione di riduzione in schiavitù. L’analisi dei concetti di schiavitù, servitù e sfruttamento del lavoro rivela tuttavia taluni motivi di incongruenza che, allargando la visuale al diritto internazionale, si accrescono a causa dell’assenza, nel nostro ordinamento, di una norma penale sul lavoro forzato.

Cover-1A cura della campagna LasciateCIEntrare ; Yasmine Accardo … [et al.], Dietro le mura. Abusi, violenze e diritti negati nei Cpr d’Italia, LasciateCIEntrare, [S.l.], 2022, 267 pp.
Il Dossier racconta, nella prima parte, i casi drammatici seguiti dalle attiviste e dagli attivisti nei Cpr di tutta Italia, che hanno causato la morte di tanti migranti con la sola colpa di aver raggiunto l’Europa alla ricerca di una vita migliore. La seconda parte è dedicata all’approfondimento giuridico della detenzione amministrativa, che, secondo gli autori, colpevolizza il migrante e favorisce i gestori di questi centri, dove attivisti, giornalisti e parlamentari non possono entrare liberamente per informare l’opinione pubblica di quanto avviene al loro interno. Nell’appendice, tabelle comparative e dati statistici aiutano a comprendere il fenomeno migratorio e la repressione ad esso collegata, al di là della narrazione costruita per favorire paure ed insicurezza care ad una certa politica. Completano il volume interviste a psichiatri e operatori che raccontano il loro vissuto all’interno di queste strutture.

Chima Agazue, “My Daughter Was Sacrificed by My Mother”. Women’s Involvement in Ritually Motivated Violence and Murder in Contemporary Africa, in Dignity, n. 5 (2021) – on line, vol. 6, pp. 1-28
I crimini motivati ​​​​dal rituale sono crimini gravi che continuano ad affliggere l’Africa contemporanea. Sebbene prendano forme diverse, la maggior parte di essi comporta atti brutali di violenza e omicidio. Tradizionalmente gli autori di questi crimini efferati erano uomini, ma ultimamente sono stati agiti anche da donne. Pertanto, i ricercatori in criminologia e psicologia criminale hanno rivolto una crescente attenzione al coinvolgimento delle donne. L’industria della magia africana infatti attrae sia uomini che donne come clienti, stregoni e ritualisti. Come gli stregoni maschi, le donne allo stesso modo ingaggiano cacciatori di corpi umani e rapitori per trovare vittime. Le donne lavorano indipendentemente o come complici dei maschi che rapiscono, attaccano o uccidono coloro che sono presi di mira a scopi rituali. Mentre il coinvolgimento delle donne in diversi tipi di crimini violenti e omicidi è ben documentato, la partecipazione delle donne a violenze e omicidi motivati ​​da rituali è stata eccessivamente trascurata nella letteratura accademica. Questo articolo mira a colmare questo divario. L’autore è un ricercatore universitario inglese.

Medici per i Diritti Umani (MEDU) e Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR), Margini. Rapporto sulle condizioni socio-sanitarie di migranti e rifugiati negli insediamenti informali della città di Roma, MEDU, UNHCR, Roma, 2022, 60 pp.
Nella città di Roma oltre 14mila individui vivono sulla strada o in situazioni abitative di grave precarietà. La pandemia da Covid-19 ha contribuito ad accrescere il numero di queste persone e ad aggravarne le condizioni di vita. Questo rapporto, realizzato da Medici per i Diritti Umani (MEDU) in collaborazione con l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), si pone l’obiettivo di raccontare in modo lucido e accurato – attraverso dati, immagini e testimonianze dirette – le condizioni socio-sanitarie di migranti, richiedenti asilo e rifugiati che vivono in alcuni dei più grandi insediamenti informali della capitale d’Italia, tra edifici occupati ed aree intorno alle grandi stazioni ferroviarie. Sulla base della realtà fotografata dagli operatori e dei volontari di MEDU, il rapporto propone un’analisi delle numerose e gravi criticità rilevate ma anche di alcune buone pratiche emerse nel corso della pandemia, formulando raccomandazioni alle istituzioni locali e nazionali, nel tentativo di contribuire a riportare tra le priorità della politica la salute e i diritti di una popolazione vulnerabile confinata ai margini socio-esistenziali, prima ancora che geografici, delle nostre città. Sull’azione di MEDU nel mondo si veda anche il loro Rapporto annuale Gennaio 2020 – Giugno – 2021 e il Report sul Consultorio Persefone. Donne migranti vittime di tratta, violenze e torture.

MEDU Medici per i diritti umani, La fabbrica della tortura. Rapporto sulle gravi violazioni dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati in Libia (2014-2020) : marzo 2020, Medici per i diritti umani, Roma, 2020, 52 pp.
Il rapporto si basa su oltre tremila testimonianze dirette di migranti e rifugiati transitati dalla Libia, raccolte dagli operatori di Medici per i Diritti Umani (MEDU) nell’arco di sei anni dal 2014 al 2020. Analizza questo periodo sotto tre punti di vista: 1) i flussi migratori che giungono in Italia dalle coste libiche; 2) il sistema di abusi e di sfruttamento che si consuma in Libia ai danni di migranti e rifugiati; 3) le conseguenze psico-fisiche delle violenze subite. Viene inoltre approfondito il confronto tra due fasi: i tre anni che precedono l’accordo Italia-Libia sui migranti (febbraio 2014 – gennaio 2017) e i tre anni successivi al medesimo accordo (febbraio 2017 – gennaio 2020). Disponibili anche le conclusioni e la mappa.

Aspetti psicologici e linee di intervento

9788829932665_0_536_0_75Giancarlo Nivoli, Cristiano Depalmas, Fabrizia Nivoli, Le relazioni umane pericolose. Manuale di prevenzione vittimologica. Le 5 regole per non essere vittima delle 7 relazioni umane pericolose più insidiose, ambigue, dannose e difficili da riconoscere, Piccin, Padova 2022, 141 pp.
Molte relazioni pericolose hanno una caratteristica comune: si presentano spesso in modo insidioso e inizialmente appaiono anche piacevoli e gratificanti. In questo libro utile e attuale, gli autori (Giancarlo Nivoli, Cristiano Depalmas, Fabrizia Nivoli e Alessandra Nivoli) aiutano i lettori a riconoscere subito gli indizi di una relazione pericolosa e offrono delle strategie di intervento preventivo e di assistenza psico-socio-giudiziaria, sia alle vittime che agli aggressori. Il libro si sofferma in particolare su un campione che comprende la manipolazione dissociale, la violenza psicologica, le relazioni virtuali dannose, il bullismo, le molestie nel privato e sul luogo di lavoro e la perversione narcisista, che possono tutte costituire la base sulla quale si possono poi sviluppare relazioni che in casi estremi portano all’omicidio, alle guerre, ai crimini contro l’umanità. Prefazione a cura della Presidenza della Società italiana di psichiatria (Enrico Zanalda, Massimo di Giannantonio).
In arrivo in Biblioteca

Natalie Sclippa, Figli violenti, uscirne si può. Intervista ad Adriana Casagrande, in lavialibera, n. 16 (2022), pp. 18-21
Adriana Casagrande, psicologa e psicoterapeuta che da tanti anni si occupa di dipendenze al Gruppo Abele, racconta nell’intervista come negli ultimi anni sia aumentato il numero di richieste di aiuto da parte di genitori che subiscono maltrattamenti e atti di violenza da parte dei figli. E’ nato così il progetto del Gruppo Abele “Querce di Mamre” con l’obiettivo di accompagnare le famiglie in difficoltà e aiutarle a ritrovare equilibrio e serenità.

Enhancing Stakeholder Awareness and Resources for Hate Crime Victim Support (EstAR), Quality Specialist Support Services for Hate Crime Victims. Training Course, OSCE, Vienna, 2022, 133 pp.
Il corso di formazione sulla qualità dei servizi di supporto specialistico per le vittime di crimini motivati dall’odio è stato sviluppato nell’ambito del progetto Enhancing Stakeholder Awareness and Resources for Hate Crime Victim Support (EStAR) e attuato dall’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR) dell’OSCE, in collaborazione con l’Associazione dei Centri di consulenza per le vittime della violenza di destra, razzista e antisemita in Germania (VBRG). I crimini d’odio sono una manifestazione di discriminazione e intolleranza con un profondo impatto sulle vittime, sulle comunità e sulle società. Le vittime necessitano di servizi specializzati che le aiutino a riprendersi da queste violenze, per consentire loro di partecipare efficacemente al processo giudiziario penale e di riacquistare un senso di autonomia. Questo supporto personalizzato comprende aiuto pratico, sostegno emotivo e psicosociale, consulenza su questioni legali e finanziarie e lavoro di comunità. Su questo progetto si vedano anche i seguenti documenti del Enhancing Stakeholder Awareness and Resources for Hate Crime Victim Support (EstAR), Hate crime victim support. Policy brief, OSCE/ODHIR, [S.l.], 2022, 49 pp.; Structural Arrangements for Hate Crime Victim Support. Policy Brief, Vienna, OSCE, 2022, 46 pp.; Practices of civil society and government collaboration for effective hate crime victim support. Compendium, [S.l.], OSCE, 2022, 41 pp.; Policy Brief: Specialist Support for Hate Crime Victims, Vienna, OSCE, 2022, 29 pp.

71fuAoeg22L._AC_UF1000,1000_QL80_Iacopo Bertacchi, Silvia Mammini, Maria Grazia Anatra, Violenza assistita e percorsi d’aiuto per l’infanzia. Proposte di attività attraverso un approccio narrativo, Erickson, Trento, 2022, 149 pp.
ll libro fornisce proposte d’intervento nei casi di violenza assistita, da utilizzare nella pratica quotidiana di chi opera nei percorsi di tutela minori, nei centri antiviolenza o in ambito clinico/terapeutico. Il volume si compone di un manuale e un albo illustrato. I clinici, psicologi o psicoterapeuti potranno utilizzare il racconto presente nell’albo e le attività proposte nel manuale per svolgere un percorso, in setting individuale o di gruppo, con bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni che hanno vissuto in contesti di violenza domestica allo scopo di aiutarli a prendere contatto con i propri vissuti emotivi, a rielaborare le proprie esperienze in un contesto protetto per costruire un senso di sé più integrato e positivo. Il volume si rivolge anche agli insegnanti interessati ad approfondire la conoscenza della violenza assistita e a sviluppare una maggiore sensibilità e capacità di lettura rispetto alla sua complessità.
Collocazione Biblioteca: 19739

National Referral Mechanisms. Joining efforts to protect the rights of trafficked persons. A practical handbook – Second edition, Varsavia, OSCE, 2022, 385 pp.
I meccanismi nazionali di riferimento (National Referral Mechanisms=NRM) sono meccanismi istituzionali che permettono agli Stati di identificare, proteggere e assistere le vittime della tratta, attraverso il coinvolgimento dell’autorità pubblica e della società civile. Questo documento costituisce una guida che i paesi aderenti all’OSCE possono adattare e applicare ai propri sistemi nazionali, per assicurarsi che i propri NMR siano appropriati. Fornisce una panoramica dei metodi di lavoro, delle procedure e dei servizi che sono richiesti attraverso quattro pilastri fondamentali: identificazione e protezione; supporto individuale e accesso ai servizi; inclusione sociale; giustizia e risarcimento. Questa seconda edizione pone un accento particolare sul traffico dei minori e sulla salute. Sul tema si consulti anche le raccomandazioni contenute nel documento dell’ Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE), Model Guidance on Sensitive and Respectful Treatment of Hate Crime Victims in the Criminal Justice System, Vienna, OSCE, 2021, 61 pp.     e la guida alla valutazione dei bisogni individuali (Individual Needs Assessment – INA) delle vittime dei crimini d’odio: Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE), Model Guidance on Individual Needs Assessments of Hate Crime Victims, Vienna, OSCE , 2021, 51 pp.

Alfredo De Risio, Matteo Pio Ferrara, Lorenzo Cristilli, InContro l’adulto maltrattante. Percorsi conoscitivi e prospettive di cambiamento, Alpes Italia, Roma, 2022, 132 pp.
Il volume nasce da un’esigenza importante, quella di spostare l’attenzione dalla violenza come problema delle donne alla violenza come questione maschile, prendendo in considerazione quindi il soggetto che esercita la violenza stessa. Le Raccomandazioni del Consiglio D’Europa (2002) 5, invitano gli Stati membri a pianificare interventi rivolti a uomini che agiscono violenza nelle relazioni affettive, intesi come misura aggiuntiva alla sentenza di condanna, volta a prevenire futura violenza. L’Italia, in questo percorso virtuoso, sconta un ritardo scientifico, culturale e legislativo nelle azioni di intervento psicologico e riabilitativo ad indirizzo dell’uomo abusante. Da tale consapevolezza è derivata la volontà degli Autori di scrivere un testo il più possibile sintetico e “pratico”, di facile consultazione, centrato sui problemi concreti dell’intervento ad indirizzo di partner violenti, nella consapevolezza che è solo nello sviluppo di una rete competente, di azioni e di servizi, che si possono superare le tante difficoltà insite nel problema.
In arrivo in biblioteca

41qC83NGehLCorina Giacomello, Children whose parents use drugs. Promising practices and recommendations, Council of Europe, Strasburgo, 2022, 96 pp.
Il documento affronta il tema delle famiglie dove i genitori fanno uso di sostanze o alcool in modo problematico e dei servizi di supporto al riguardo. Descrive un insieme di interventi presenti in diversi paesi e mirati alle famiglie e ai figli: servizi per le madri che usano sostanze; servizi per il trattamento della dipendenza che tengono conto delle responsabilità parentali, dei bisogni dei figli e di situazioni particolari; rifugi per donne vittime di violenza che usano sostanze. Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale che ha lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa. Altri documenti sull’argomento si trovano a questo link.

G. Ruggeri, S. Pignataro, A. Argemandy Naghad, Lo stalking nella relazione di coppia. Rassegna delle ricerche empiriche e valutazione delle possibilità di prevenzione, Diritto Più, Castel San Giorgio (SA), 2022, 121 pp.
Nel volume vengono rilevate le tipologie di stalker, i comportamenti, le motivazioni e i tipi di vittima. In particolare viene approfondito l’argomento con analisi sugli effetti psicologici e sociali delle vittime. Oltre a rilevare alcune teorie psicodinamiche sullo stile di attaccamento dello stalker il libro offre una comparazione del fenomeno in Italia e in Europa e propone strategie di intervento.
Collocazione Biblioteca: 19728

Derald Wing Sue, Lisa Beth Spanierman, Le microaggressioni. La natura invisibile della discriminazione, Raffaello Cortina, Milano, 2022, 297 pp.
Il testo presenta il concetto di “microaggressioni”, ne classifica le tipologie e offre soluzioni per individuarle e affrontarle a livello individuale, di gruppo e di comunità ed esplora le motivazioni di chi le agisce e di chi le subisce. Razzismo, sessismo, eterosessismo e altre forme sottili di aggressione possono essere relativamente invisibili, ma comunque dannose per l’autostima e la qualità della vita di chi appartiene a categorie stigmatizzate. Le microaggressioni vengono studiate in diversi contesti, quali scuola e aziende, e ogni capitolo si conclude con la sezione “Direzioni future” che fornisce linee guida e interventi. Gli autori sono docenti di Counseling in università statunitensi.
Collocazione Biblioteca: 19878

4794855_FCOVEkaterini Anagnostopoulos … [et al.], Psicologia per Migranti. Accoglienza e sostegno per rifugiati, profughi e richiedenti asilo, dall’emergenza all’integrazione, Armando, Roma, 2021, 187 pp.
La presenza in Italia di persone che richiedono protezione, fuggendo da situazioni di guerra, è diventata ormai abbastanza consistente e ha stimolato risposte su numerosi piani, compreso quello del supporto psicologico. Il libro, attingendo all’analisi teorica ed all’esperienza operativa, presenta il modello pluralistico integrato che trae fondamento dalla psicologia umanistica e fenomenologico-esistenziale, oltre ad avvalersi dei contributi della psicologia dell’emergenza e della psicologia di comunità. Gli autori sono psicologi e psicoterapeuti. Si consulti anche il testo di Silvia Torresin, Anime altre. Psicoterapia e migrazione, Mimesis, Milano ; Udine, 2021, 88 pp. (coll. Bibl. 18908).
Collocazione Biblioteca: 19931

Ordine degli Psicologi del Lazio ; a cura di Vera Cuzzocrea, Melania Scali, Elisa Spizzichino, Le Vittime nel processo penale. Dall’ascolto alla valutazione psicologico-giuridica: aspetti descrittivi, strumenti operativi e buone prassi, Franco Angeli, Milano, 2021, 134 pp.
L’Ordine degli Psicologi del Lazio da anni contribuisce al dibattito tecnico-scientifico sulle buone prassi in sede processuale, in particolare penale, anche in considerazione del contributo specialistico fornito dagli psicologi sia nella raccolta della prova testimoniale sia nella valutazione di questa. Il volume intende quindi essere un’occasione per esaminare la gestione delle vittime in condizione di vulnerabilità nelle varie fasi dell’iter giudiziario e per riflettere sulle buone prassi da adottare. Ciò alla luce delle diverse innovazioni della ricerca scientifica sul campo, delle disposizioni europee e dei diversi cambiamenti normativi e procedurali introdotti in Italia negli ultimi anni.
Collocazione Biblioteca: 19106

A cura di Roberta Luberti e Caterina Grappolini, Violenza assistita, separazioni traumatiche, maltrattamenti multipli. Percorsi di protezione e di cura con bambini e adulti. Nuova ed. agg., Erickson, Trento, 2021, 482 pp.
Separazioni conflittuali gravi, violenza domestica e assistita, perdite familiari traumatiche sono eventi complessi e difficilmente elaborabili senza il supporto di un intervento psicoterapeutico mirato. Il libro affronta questo genere di fenomeni partendo proprio dalla loro definizione concettuale, per poi disegnare una «mappa» della diffusione della cultura sulla cura del trauma in Italia, con un’attenzione specifica alla presa in carico delle vittime, sia adulti che minori. Vengono inoltre presentati percorsi riparativi, focalizzati prevalentemente sugli effetti post-traumatici, a breve e a lungo termine, e sulla prevenzione del ciclo intergenerazionale della violenza. Il volume illustra i possibili percorsi terapeutici, soffermandosi sulla comprovata efficacia dell’approccio EMDR.
Collocazione Biblioteca: 18870

i__id11818_mw600__1xJanina Fisher ; a cura di Maria Paola Boldrini e Giovanni Tagliarini, Trasformare l’eredità del trauma. Manuale pratico per la vita quotidiana e per la terapia, Mimesis, Milano ; Udine, 2021, 173 pp.
Questo manuale è stato ispirato dalle idee di due dei pionieri più influenti in campo psicotraumatologico: Judith Herman e Bessel van der Kolk. Oltre a loro, un decisivo contributo è arrivato dai survivor, persone che hanno vissuto esperienze traumatiche di vario tipo e in varie epoche della loro vita. In questo contesto scientifico e clinico, è diventato storicamente sempre più importante informare ed educare le persone sui loro sintomi e reazioni. Secondo Janina Fisher, dovremmo cercare di spiegare, in modo comprensibile per ogni survivor, anche altri concetti complessi, proprio perché la ricerca ha dimostrato che la memoria di lavoro e la capacità di espressione verbale vengono compromesse dalle reazioni post-traumatiche. Al fine di semplificare queste informazioni e renderle accessibili ai pazienti in psicoterapia, Janina Fisher ha scoperto, attraverso l’esperienza clinica e lo studio della letteratura di ricerca, l’importanza di lavorare con gli strumenti immediati della psicoeducazione, come, per esempio, semplici diagrammi, in modo che vi siano meno parole da elaborare. Il libro è di fatto supporto tecnico per i clinici e per i pazienti in ogni percorso terapeutico “trauma informed”.     Sul tema si consulti anche il testo di Antonella Montano e Roberta Borzì, Manuale di intervento sul trauma. Comprendere, valutare e curare il PTSD semplice e complesso, Erickson, Trento, 2019, 353 pp. (Coll. Bibl: 18475).
Collocazione Biblioteca: 19238

A cura di Giada Maslovaric, EMDR di gruppo. Insieme verso il BenEssere. Protocolli di intervento, ApertaMenteWeb, Roma, 2020, 414 pp.
La curatrice, psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice degli interventi clinici per l’Associazione EMDR Italia (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) durante disastri naturali ed emergenze, presenta l’applicazione di gruppo di questa terapia, utile per il trattamento di disturbi causati da eventi stressanti o traumatici. Nella prima parte del volume vengono descritte le fondamenta del protocollo di gruppo, con riflessioni e schede di lavoro per orientare il clinico, a cui si rivolge. La seconda parte è dedicata alle declinazioni dell’EMDR di gruppo nelle diverse fasce d’età, mentre la terza approfondisce l’utilizzo della terapia nel gruppo famiglia su traumi specifici. La quarta parte è dedicata ai contesti emergenziali, con i contributi di diversi autori che hanno partecipato agli interventi di supporto, ad esempio, per gli operatori sanitari in occasione della pandemia di Covid-19, nei centri di accoglienza per migranti, ai minori orfani siriani. Infine, la quinta parte esplora alcune potenzialità di applicazione della terapia con gruppi omogenei di pazienti, ad esempio oncologici, carcerati, colleghi di una persona suicida, o persone con dipendenze patologiche.
Collocazione Biblioteca: 18707   

Michel Dorais, Succede anche ai ragazzi. L’abuso sessuale al maschile, Armando, Roma, 2020, 264 pp.
Le testimonianze contenute nel libro ripercorrono le domande esistenziali che affliggono le vittime maschili di aggressioni sessuali e illustrano in che modo essi riescano a liberarsi dal fantasma di tali aggressioni, suggerendo alcune strategie di assistenza e prevenzione. Si tratta di uno dei pochi testi sul tema che sia in grado di comprendere e di aiutare al meglio le vittime maschili di violenza sessuale. L’autore è sociologo della sessualità, docente e ricercatore in Canada.
Collocazione Biblioteca: 19566

Gli autori di reato e la giustizia riparativa

lavialibera_n21_copertinaDani Amza, Giuseppe Sami, Amin, Non siamo i reati che abbiamo commesso, in lavialibera, n. 21 (mag. – giu. 2023), pp. 68-69
Un gruppo di giovani tra i 18 e 25 anni, detenuti nel carcere di Torino, ha scritto una lettera alla città denunciando il modo con cui i media parlano di baby gang. I ragazzi dicono che non rispettando la loro privacy, pubblicando quindi nomi e cognomi, etichettandoli, di fatto viene negato loro il diritto di potersi ricostruire una vita nella legalità. Oggi questi ragazzi dicono di avere paura di uscire dal carcere per andare in un mondo che tende a giudicare anziché dare opportunità. Inoltre, dicono, l’esclusione sociale inizia con l’articolo di giornale e continua col tempo vuoto “dalla branda al carrello” mentre il tempo della pena dovrebbe permettere di acquisire nuove consapevolezze.

Dorotea Lo Bianco, La coprogettazione sociale per lo sviluppo di una giustizia di comunità, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 53, n. 1 (2023), pp. 26-29
L’intento dell’articolo è quello di costruire insieme una definizione di “coprogettazione”, delimitando un quadro concettuale che possa contenere le rispettive declinazioni nell’ambito dei servizi sociali e, soprattutto, tentare di trasporre tale strumento nell’ambito del trattamento intramurario ed extramurario orientato al paradigma della giustizia riparativa.

A cura di Isabella Mastropasqua, Ninfa Buccellato, 2° Rapporto nazionale sulla giustizia riparativa in area penale, Gangemi, Roma, 2022, 591 pp.
Il “2° Rapporto sulla Giustizia riparativa in area penale”, curato dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, è un lavoro che intende rappresentare e condividere la centralità, oltre che la significativa evoluzione, che si auspica in progressiva crescita, dei programmi di giustizia riparativa tra le attività del Dipartimento. Un cammino che può considerarsi ufficialmente avviato grazie al processo di riforma che dal 2017 ha fissato, tra gli obiettivi dipartimentali, la giustizia riparativa e la prevenzione della devianza: ambiti di studio ed intervento fortemente interconnessi, rispondenti alle indicazioni normative sovranazionali, anche in materia di “probation” e di tutela delle vittime, orientati al miglioramento della qualità dei programmi di reinserimento e delle relazioni sociali anche in funzione di sviluppo di sicurezza sociale. L’istituzione di uno specifico Ufficio dipartimentale dedicato ha favorito il rafforzamento di attività istituzionali orientate all’implementazione di un modello di giustizia penale in grado di configurare scenari complementari ed innovativi: la commissione del reato inteso non solo come violazione di un precetto in una prospettiva statica, ma quale lacerazione di un equilibrio sociale tra “individui” e tra “individuo e comunità”.
Collocazione Biblioteca: 86R02

downloadA cura di Jimmy Ciliberto, Mauro Piccinin, Le pratiche collaborative nei servizi di cura e di tutela, Carocci, Roma, 2022,175 pp.
Il volume descrive una serie di pratiche – Dialogo aperto, Giustizia riparativa, Tutela minorile collaborativa, Riunioni di famiglia – la cui efficacia e versatilità sono state riconosciute, a livello internazionale, nel lavoro di cura e tutela delle famiglie vulnerabili. Gli approcci e gli strumenti presentati nel testo «forniscono un quadro operativo di intervento, ma anche una prospettiva epistemologica che capovolge il modo stesso di concepire l’intervento e i personaggi che lo popolano». Il libro è dunque un contributo rivolto a psicologi, assistenti sociali, educatori e docenti, sia in formazione sia già inseriti nei servizi sociali, sanitari, educativi, scolastici in particolare. Gli autori sono psicologi e psicoterapeuti.
Collocazione Biblioteca: 19759

Patrizia Patrizi, Le sfide aperte dall’integrazione delle tutele e dal cambiamento dei soggetti, in Minorigiustizia, n. 4 (2022), pp. 17-93
La monografia di questo numero propone diversi articoli sul contrasto alla tendenza in atto nella nostra giurisdizione, compresa quella minorile, a frammentare la propria azione in singoli atti e procedimenti su cui attestare indicatori di efficienza, a scapito di una visione unitaria e delle stesse possibilità di trasformazione dei destinatari di questa azione. I contributi raccolti sono i seguenti: 1) “La giustizia riparativa: per disfare ingiustizia” di Patrizia Patrizi; 2) “Il carcere minorile tra superamento e riforma” di Susanna Marietti; 3) “Strutture comunitarie per adolescenti con sofferenza psichica. Preziose opportunità e pericolose scelte di politica socio sanitaria” di Claudio Bencivenga; 4) “Le misure amministrative alla prova della Riforma Cartabia: “post fata resurgo” di Andrea Conti: 5) “Le misure rieducative nell’ambito del tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie: alcune prime osservazioni” di Raffaele Bianchetti; 6) “Una riflessione sull’attualità della competenza amministrativa” di Aldo Alberti et al.; 7) “Minorenni traviati, irregolari, sfuggenti: la freccia dei tempi e le incognite del presente nei procedimenti amministrativi” di Alessandro Rudelli.

Riccardo Battistoni, La persona offesa tra esigenze deflattive e bisogno di tutela, in Studi sulla questione criminale, a. 16, n. 3 (2021), pp. 35-66
La forma di tutela della persona offesa oggi si fonda sulla giustizia riparativa e, conseguentemente, sulla mediazione. Il sistema penale non nasce come luogo deputato alla protezione e alla tutela della vittima , ma di recente si è acceso un dibattito in ordine alla compatibilità della “Restorative Justice” col sistema penale. L’articolo propone un caso effettivo.

manuale-di-giustizia-riparativa-e-devianza-minorileMaria Cristina Ciambrone, Maria Esposito, Manuale di giustizia riparativa e devianza minorile. Tra interpretazione e prevenzione, Santelli, Cosenza, 2021, 140 pp.
Il testo presenta una disamina sulla devianza in relazione all’età evolutiva, permettendo ai destinatari (soggetti con formazione giuridica, psicologica, sociale e pedagogica) di sviluppare un’analisi psicologica e sociologica del fenomeno e del conseguente, dove accade, passaggio ad atti di criminalità. Una forma di prevenzione alle varie forme di devianza che si sviluppano fra i minori è la mediazione penale, che si sta divulgando capillarmente come strategia di riparazione alle conseguenze che i crimini, perpetrati in età evolutiva, possono generare nella vittima, ma anche nell’autore del reato. La prima parte è dedicata alla mediazione penale ed alla giustizia riparativa con casi reali di laboratori tenuti con soggetti detenuti e non. La seconda parte ha per oggetto la devianza minorile, analizzata non solo da un punto di vista psicologico, ma anche sociale e con un particolare accento posto sulle dipendenze in età evolutiva, spesso segno e sintomo di forme di devianza nascenti.
Collocazione Biblioteca: 19740   

Francesco Chiavarini, Elisa Rossignoli, Giustizia che fa bene, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 254 (ott. 2021), pp. 32-37
Uno dei punti più interessanti del disegno di legge sulla riforma del processo penale promosso dalla Ministra Cartabia è quello che incentiva il ricorso alle pene alternative e disciplina in modo organico la cosiddetta giustizia riparativa. L’obiettivo è quello di promuovere percorsi tra chi ha commesso il reato, le vittime e la comunità. Nell’articolo viene presentata l’esperienza di Casa Abramo a Lecco.

Silvia Clementi, Marzia Tosi, La giustizia riparativa nel lavoro di gruppo: analisi di un progetto con gli imputati in messa alla prova all’Uepe di Mantova, in Studi sulla questione criminale, a. 16, n. 1 (2021), pp. 49-82
L’articolo presenta i risultati della valutazione di un progetto di responsabilizzazione e giustizia riparativa rivolto a persone in messa alla prova, imputate in un procedimento penale per guida sotto l’effetto di alcool o sostanze. Caratteristiche del progetto sono l’approccio relazionale al lavoro sociale, il coinvolgimento di diversi attori del territorio, l’adozione di un modello di giustizia di comunità. I dati qualitativi e quantitativi raccolti mostrano gli aspetti positivi del progetto, secondo gli autori meritevole di continuazione.

81a-1FHeqqS._AC_UF1000,1000_QL80_Rachel D. MacKenzie … [et al.] ; edizione italiana a cura di Angelo Zappalà … [et al.], Stalking Risk Profile. Linee guida per la valutazione e la gestione degli stalker, Franco Angeli, Milano, 2021, 260 pp.
Il volume è un manuale operativo, rivolto a medici, psicologi, magistrati, avvocati assistenti sociali e operatori delle forze dell’ordine, per la valutazione dei casi di stalking e la gestione del rischio. Oltre alla traduzione del testo sviluppato dal gruppo di ricerca australiano di Paul Mullen, contiene una parte sul contesto italiano dal titolo “Il fenomeno dello stalking in Italia. Uno sguardo attuale sulla tutela offerta dall’ordinamento giuridico e dal contributo delle scienze psicologiche” di Chiara Cemmi … [et al.]. Scopo dello strumento è fornire linee guida che possano supportare i professionisti nella formulazione di giudizi rispetto al rischio di potenziali agiti violenti, al rischio di recidiva e ai riflessi psicosociali sulla vittima e sul persecutore.
Collocazione Biblioteca: 19012

Carmen Iadevaia, Riflessioni sull’ambiente in RSA: quando la relazione d’aiuto diventa violenta, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n.1 (inverno 2020), pp. 13-17
L’articolo indaga i meccanismi che trasformano un operatore socio-sanitario in una persona capace di atti violenti nei confronti degli assistiti, riflettendo però anche sul fenomeno inverso: gli assistiti aggressivi e violenti verso gli operatori. Vengono inoltre esaminati alcuni fattori ambientali che nelle RSA possono essere fattori predisponenti alla violenza, quali il modello organizzativo, il contesto, la comunicazione efficace. Mentre l’organizzazione motivante che mette la persona al centro dell’intervento può essere efficace nel prevenire atti di violenza.

Adolfo Ceretti, Oriana Binik, Fare ricerca su “genere e crimine” oggi. Stereotipi, dibattiti, prospettive, in Rassegna Italiana di Sociologia, A. 61, n. 3 (lug.-set. 2020), pp. 437-462
Il dibattito sul concetto di “genere”, entrato nel discorso pubblico negli ultimi anni, dando origine a battaglie per la parità, ma anche a forti polemiche e preoccupazioni, si complica ulteriormente quando si espande sino al campo criminologico, creando manifestazioni di allarme sociale. In questa cornice, gli autori si propongono di: verificare se i fenomeni oggetto di allarme sociale hanno subito un effettivo incremento; svolgere una breve rassegna della letteratura sulla dicotomia “virgin and vamps”, che connota il discorso pubblico quando intende rappresentare le donne autrici di reato, ma anche le vittime; evidenziare la rilevanza di questa dicotomia anche a livello accademico; individuare alcune linee di ricerca idonee ad arricchire tale dibattito, considerando il genere sia come “struttura” sia come “interazione”.

cop2013Elisa Martino, Clinica della responsabilità e giustizia riparativa, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n. 4 (autunno 2020), pp. 29-33
L’articolo esplora il tema della responsabilità, muovendo dalle basi neurobiologiche che ne costituiscono il substrato cerebrale, per poi affrontarlo sul piano pratico sia come gestione dell’utente sia come strumento di lavoro per l’équipe curante. Vengono poi introdotte le pratiche della giustizia riparativa, esplorandone alcune potenzialità applicative. Infine vengono esposte alcune strategie psicosociali, basate sulla gestione e sulla rielaborazione degli agiti impulsivi dei pazienti.

Ugo Sabatello, Simona Stefanile, Persecutor and victim in the juvenile sexual crimes, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 49, n. 3 (2020), pp. 202-211
Nella letteratura esistente sui Juvenile Sexual Offenders (JSO), vi è una totale eclissi delle vittime e soprattutto della relazione tra la vittima e il perpetratore. Il lavoro sui JSO è finalizzato a migliorare la comprensione del fenomeno, cercando di individuare quelle variabili utili a diminuirne l’eterogeneità. Le vittime, invece, sono considerate solo ed esclusivamente in funzione dell’autore di reato o meglio come una delle possibili variabili che possono migliorare la classificazione, al pari delle caratteristiche di personalità, della storia criminale ecc.. Lo scopo di questo articolo è quello di prendere in considerazione il legame misconosciuto tra vittima e perpetratore attraverso tre direttrici: il perpetratore come vittima; il perpetratore nel sistema giuridico; la relazione del perpetratore con particolari tipi di vittime.

Stefano Natoli, Dei relitti e delle pene. Giustizia, giustizialismo, giustiziati. La questione carceraria fra indifferenza e disinformazione, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 2020, 182 pp.
Secondo l’autore, giornalista e volontario presso la Casa di reclusione di Milano-Opera, oggi di carcere si parla poco e male, non tanto per raccontarne le condizioni effettive, quanto per far leva sulle paure (anche legittime) di quella parte dell’opinione pubblica malata di agnosìa e incline a un populismo giustizialista che in nome della sicurezza chiede che i cattivi vengano presi e “buttati in galera”. Il sistema carcerario costa ogni anno tre miliardi di euro e produce solo in minima parte il risultato che le assegna la Costituzione: “reinserire, a fine pena, i detenuti nella comunità”. Attualmente nelle carceri ne sono rinchiusi oltre 61mila (al febbraio 2020), 15mila in più rispetto alla capienza effettiva: un sovraffollamento disumano e indegno di un Paese civile. Una buona parte potrebbe beneficiare di misure alternative alla detenzione, che trovano però ancora scarsa applicazione. La causa del problema è a monte dell’esecuzione penale, in un sistema giudiziario carcero-centrico che va smontato pezzo a pezzo e rimontato con strumenti innovativi come la giustizia riparativa.
Collocazione Biblioteca: 19198

61JvCf98erL._AC_UF1000,1000_QL80_Silvio Ciappi, Silvio Masin, Riccardo Pavan, Come oro tra le crepe. Ovvero l’arte gentile di riparare le relazioni. Modalità e prassi d’intervento del facilitatore nella giustizia riparativa, PM, Varazze (SV), 2020, 154 pp.
Il libro vuole essere un supporto metodologico alla realizzazione di percorsi e servizi di giustizia riparativa. Gli autori, a partire dalla loro esperienza concreta, muovendosi all’interno del più recente dibattito nazionale e internazionale sul tema, forniscono strategie e modelli applicativi attraverso l’introduzione delle figura del facilitatore. L’obiettivo del volume è quello di delineare un percorso di armonizzazione degli approcci in ambito riparativo attraverso un excursus tra i contributi teorici spendibili nelle pratiche di gestione dei conflitti non solo strettamente giudiziari e offrire la prospettiva di uno sguardo più ampio sulle pratiche di giustizia sociale.
Collocazione Biblioteca: 19972

Chiara Sgarbi … [et al.], Analisi retrospettiva di una serie di stalker violenti, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 49, n. 2 (2020), pp. 90-98.
Lo stalking è spesso accompagnato da atti violenti che talvolta possono essere gravi o addirittura letali. Il presente studio prende le mosse dai dati raccolti nel 2010 per il progetto “Stalking and Risk of Violence”, sintetizzato in un database comprendente 59 casi di stalking esitati in violenza grave. Su questo campione sono state condotte un’analisi descrittiva e un’analisi di regressione logistica univariata e multivariata alla ricerca di fattori associati all’esito violento. I risultati dell’analisi univariata rivelano che le condotte di stalking complicate da violenza grave sono accompagnate da abuso di sostanze, comportamenti di minaccia, basso livello di istruzione e precedenti condanne penali dello stalker. Dall’analisi multivariata, invece, emerge una significativa associazione tra il precedente contatto dello stalker con i centri di salute mentale e l’abuso di sostanze, la condotta di appostamento e l’esito degli atti persecutori in omicidio. Ulteriori ricerche prospettiche sono necessarie per confermare questi risultati e applicarli nei programmi di prevenzione.

 

Violenza di genere

Aggiornata a novembre 2023

I materiali, elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro catalogo bibliografico

Vengono proposti i seguenti percorsi:

Norme giuridiche, linee guida e dati di contesto sulla violenza di genere

Screenshot 2023-11-10 104914Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale della Polizia Criminale, 8 Marzo Giornata Internazionale della Donna. Donne vittime di violenza, Direzione Centrale della Polizia Criminale, Roma, 2023, 36 pp.
L’obiettivo di questo report è quello di fornire un contributo attraverso il lavoro svolto dalle diverse articolazioni della Direzione centrale della polizia criminale, come il Servizio Analisi Criminale, che si avvale delle informazioni presenti nelle banche dati delle forze di polizia, e l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), che si occupa dei crimini dell’odio e di tutte le forme di violenza che colpiscono una donna in quanto tale. Le forze di polizia sono in prima linea nella lotta alla violenza di genere, investendo nella specifica formazione del personale, nelle campagne di informazione e prevenzione del fenomeno, nonché nella predisposizione e nell’utilizzo di tecnologie e strumenti che possano supportare in maniera sempre più efficace le specifiche attività di contrasto. Il presente elaborato dunque si prefigge lo scopo di fornire aggiornati elementi di valutazione sul fenomeno, attraverso l’esame dell’andamento dei c.d. reati spia, delle fattispecie di reato introdotte con il cosiddetto “Codice rosso”, degli omicidi volontari (con un approfondimento sulle vittime di genere femminile), nonché di fornire indicazioni, utili non solo alle vittime ma anche agli autori e a ogni altro soggetto interessato, in merito ai presidi di assistenza e sostegno cui è possibile rivolgersi con fiducia nei casi di violenza di genere.

A cura di Terre des Hommes, In difesa. La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo. 12a edizione – 2023, Terre des Hommes Italia, Milano, 2023, 124 pp.
La 12a edizione del Dossier racconta in modo dettagliato quali sono i principali ostacoli che ritardano la piena parità di genere nei vari continenti, senza trascurare il nostro Paese. Ma anche raccoglie storie di ragazze che ogni giorno, con il loro operato, cercano di cambiare il mondo e renderlo migliore, più equo e vivibile per tutti. Testimonianze che dimostrano come, assicurando la piena partecipazione delle ragazze e delle donne alla nostra società e coltivando i talenti di ogni bambina, potremo liberare un potenziale finora inutilizzato che può portare prosperità per tutti. Nei vari capitoli del Dossier vengono affrontati argomenti quali matrimoni e gravidanze precoci, accesso all’istruzione e allo sport, salute mentale, rischi per bambine e ragazze dovuti ai conflitti e ai cambiamenti climatici, rischi nel mondo web, violenza di genere.

Inkeri von Hase … [et al.]; UN Women, From evidence to action : Tackling gender-based violence against migrant women and girls, UN Women, New York, 2022, 8 pp.
Essere migrante accentua i rischi per le donne e le ragazze di varie forme di violenza di genere (GBV) nei paesi di origine, transito, destinazione e ritorno. La loro maggiore vulnerabilità alla GBV deriva, non solo dall’intersezione e dalle molteplici forme di discriminazione che devono affrontare, ma anche come risultato delle disuguaglianze strutturali e di genere, inclusa la mancanza di accesso a percorsi migratori sicuri e regolari. I casi di violenza contro le donne migranti si verificano in tutte le fasi della migrazione e sono commessi da una varietà di attori tra cui trafficanti di esseri umani, autorità (ad esempio polizia e guardie di frontiera), partner intimi e altri migranti. Al fine di affrontare e prevenire la violenza contro le donne e le ragazze migranti e migliorare la fornitura di servizi essenziali alle vittime, è fondamentale rafforzare la raccolta, l’analisi e la diffusione sicure ed etiche dei dati sulle loro esperienze di violenza. Su questo argomento si consulti anche il report Violence Against Women and Girls Data Collection during COVID-19, 2020, 5 pp.; Sull’aumento della violenza dovuto ai cambiamenti climatici si veda invece Tackling violence against women and girls in the context of climate change, 2022, 12 pp.

i__id13343_mw600__1xA cura di Claudia Pecorella, La legittima difesa delle donne. Una lettura del diritto penale oltre pregiudizi e stereotipi, Mimesis, Milano ; Udine, 2022, 260 pp.
Sono poche le donne condannate per omicidio ma tra queste ci sono donne che hanno ucciso il partner per difendersi dalla sua violenza reiterata. La mancata conoscenza del fenomeno della violenza di genere e degli effetti che essa produce sul comportamento di chi subisce spiega la lettura riduttiva e stereotipata che viene data dell’uccisione del tiranno domestico e quindi le difficoltà che le donne incontrano a veder riconosciuta a loro favore una situazione di legittima difesa. Non è dunque di nuove norme che abbiamo bisogno, ma di superare gli stereotipi e pregiudizi per leggere quelle vigenti in maniera adeguata.
Collocazione Biblioteca: 19981

Gaia Calcini, Acid Attacks: An Overview of Legal Measures and Motivation Trends in India, Pakistan, Bangladesh, Colombia, and Cambodia, in Dignity, vol 7, n. 4 (2022), pp. 1-18
Le aggressioni con l’acido (vetriolo) sono una forma di violenza che si verifica nella maggior parte dei Paesi del mondo. Non sono più una prerogativa dei Paesi in via di sviluppo, ma si verificano anche nei Paesi occidentali. Questo articolo analizza le misure legislative adottate da India, Bangladesh, Pakistan, Colombia e Cambogia per combattere il fenomeno ed evidenzia i punti di forza e di debolezza di queste misure nei diversi sistemi legali. Esamina, inoltre, le tendenze più importanti sulle motivazioni degli aggressori riportate nella letteratura di questi Paesi, evidenziando la natura di violenza di genere del fenomeno.

Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE), Turning commitments into action: Conclusions and recommendations to implement the OSCE commitments on preventing and combating violence against women and girls. OSCE-wide report, OSCE, Vienna, 2021, 11 pp.
Il 27 gennaio 2021 si è tenuta una riunione di esperti e una sessione plenaria a livello di OSCE, aperta alle delegazioni e al personale OSCE, al fine di sintetizzare i messaggi chiave provenienti da ciascuna delle riunioni subregionali e formulare raccomandazioni pertinenti agli Stati partecipanti, alle strutture esecutive dell’OSCE, alle organizzazioni della società civile e alle organizzazioni internazionali che lavorano nel campo della lotta alla violenza contro le donne. Il presente documento riassume gli argomenti discussi ed evidenzia le questioni prioritarie comuni rilevate.

5038-20213877_pdf_mh0921321enn_002European Institute for Gender Equality (EIGE), Measuring femicide in the EU and internationally: an assessment, EIGE, Vilnius, 2021, 63 pp.
Questo report si propone di presentare dati solidi e comparabili sulle uccisioni di donne e ragazze legate al genere per meglio comprendere la diffusione del femminicidio. La maggior difficoltà nel far questo è ottenere da nazioni diverse dati comparabili e una definizione comune di femminicidio. Questo rapporto fornisce una panoramica completa di definizioni, sistemi di raccolta dati, metodologie e variabili nella raccolta di dati sul femminicidio. In particolare l’EIGE definisce il femminicidio come “l’uccisione di una donna”. da parte di un partner intimo e la morte di una donna a seguito di una pratica dannosa per le donne”. • Comprende dunque: •uccisioni intenzionali di donne e ragazze (atti di genere); • morte di donne derivante dalla violenza del partner intimo, • decessi legati a mutilazioni genitali femminili (MGF), • decessi legati ad aborto non sicuro e feticista • delitti d’onore e morti per dote. Il report si basa sui dati di 27 Paesi dell’U.E. più il Regno Unito e 27 Stati membri dell’UE (UE-27), inoltre vengono presentati sistemi e metodologie di raccolta dati innovativi da altre regioni del mondo.

Save the Children, Global Girlhood Report 2021, Save the Children, Roma, 2021, 38 pp.
La pandemia da Covid-19 sta esacerbando le già presenti disuguaglianze di genere mettendo a rischio il futuro delle ragazze. La crisi climatica, le epidemie passate come quella del virus Ebola e del virus Zika e i conflitti hanno sempre avuto conseguenze sproporzionate per donne e ragazze. La crisi data dal Covid-19 non fa eccezione: già dai primi dati disponibili le conseguenze economiche hanno infatti aumentato l’esposizione delle ragazze alla violenza, ridotto il loro accesso ai servizi e alle informazioni essenziali e ha influito sulla capacità delle ragazze di realizzare e proteggere i propri diritti. A più di un anno e mezzo dalla dichiarazione di una pandemia globale, la raccolta dei dati rimane però limitata, rendendo la situazione delle ragazze ancor meno visibile. La mancanza di dati sulla situazione delle donne e delle ragazze ha implicazioni dirette sui processi decisionali e sui piani per far fronte a questa emergenza in maniera inclusiva. Il rapporto chiude con alcune raccomandazioni dirette ai Governi nazionali, alle Nazioni Unite, alle Ong, alle organizzazioni della società civile.

Diana E. H. Russell, Robert Brannon, Phyllis Chesler, Femicide. Diana Russell’s Work to Name the Misogynist Killing of Women by Men, in Dignity, vol. 6, n. 5 (mag. 2021), pp. 1-30
Questa monografia sul femminicidio comprende tre articoli: il primo “My Years Campaigning for the Term “Femicide”“della sociologa femminista Diana E. H. Russell, pubblicato postumo, tratta la terminologia relativa al femminicidio; il secondo “The Value and Scope of the Term Femicide” di Robert Brannon fornisce esempi di omicidi che sono e non sono femminicidi e chiarisce la portata del termine e la sua valenza misogina; Il terzo “Honor Killing: A Form of Femicide” di Phyllis Chesler sviluppa il tema di quella particolare forma di femminicidio che è l’omicidio d’onore.

download221Seiya Morita, Caroline Norma, Pornography, its Harms, and a new legal strategy: research and experience in Japan, in Dignity, vol. 6, n. 2 (mar. 2021), pp. 1-35
L’articolo descrive i danni derivanti dalla pornografia in Giappone (uno dei maggiori produttori mondiali di pornografia dopo gli Stati Uniti), noti grazie a indagini e ricerche, e all’attivismo di gruppi abolizionisti femministi. Gli autori propongono un nuovo schema di classificazione per i danni da pornografia che considera l’esperienza delle vittime. Infine, considerano vari approcci legali per affrontare i numerosi danni descritti e suggeriscono nuove strategie, anche per minare l’intera industria pornografica.

European Institute for Gender Equality (EIGE), The Covid-19 pandemic and intimate partner violence against women in the EU, EIGE, Vilnius, 2021, 78 pp.
Questo studio offre una panoramica preliminare delle misure intraprese nell’UE per sostenere le vittime della violenza durante l’epidemia di Covid-19 (da marzo a fine settembre 2020), identifica esempi di pratiche promettenti e fornisce raccomandazioni iniziali per l’U.E. e gli Stati membri su come sostenere meglio le vittime durante la pandemia, così come in altre potenziali crisi. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per valutare appieno la portata delle sfide emergenti, i risultati di questo studio possono essere utilizzati per esplorare ulteriormente le questioni e contribuire allo sviluppo di strategie governative sulla prevenzione della violenza di genere e sulla preparazione alle crisi.

Maria Giuseppina Muratore, Il contributo dei dati statistici alle politiche sulla violenza di genere, in Sicurezza e scienze sociali, a. 8, n. 3 (set.- dic. 2020), pp. 129-152
L’articolo si propone di evidenziare il legame tra i dati statistici sulla violenza contro le donne e le politiche di genere. Viene analizzata l’importanza delle ricadute di questo legame a livello legislativo e politico, viene considerato il panorama nazionale delle politiche di genere e il nuovo approccio della statistica ufficiale allo studio della violenza di genere, delle sue cause e conseguenze. L’autrice è sociologa e ricercatrice presso l’ISTAT.

Screenshot 2023-11-10 105535Save the Children ; IPSOS, Stereotipi di genere, Save the Children, Roma, 2020, 134 pp.
Il documento presenta i risultati di un’indagine svolta fra i giovani italiani sugli stereotipi di genere, l’atteggiamento di fronte a episodi di violenza di genere, il comportamento sui social network, esperienze personali che riguardino molestie, difficoltà nella relazione di coppia, tentativi di controllo da parte del partner, reazioni violente.

Roberto Bortone, Francesca Cerquozzi, Non è un web per donne, in Aggiornamenti Sociali, a. 71, n. 6/7 (giu.- lug. 2020), pp. 493-502
Le interazioni sui social media riproducono le dinamiche della nostra società, comprese quelle legate agli stereotipi di genere. La violenza di genere assume forme particolari quando viene esercitata attraverso gli strumenti digitali, come la denigrazione pubblica o varie modalità persecutorie mirate. Gli autori cercano di risalire alle origini di questo fenomeno e accennano agli strumenti legislativi per contrastarlo.

Adolfo Ceretti, Oriana Binik, Fare ricerca su “genere e crimine” oggi, in Rassegna Italiana di Sociologia, a. 61, n. 3 (lug.-set. 2020), pp. 437-462
Il dibattito sul concetto di “genere”, entrato nel discorso pubblico negli ultimi anni, dando origine a battaglie per la parità, ma anche a forti polemiche e preoccupazioni, si complica ulteriormente quando si espande sino al campo criminologico, creando manifestazioni di allarme sociale. In questa cornice, gli autori si propongono di: verificare se i fenomeni oggetto di allarme sociale hanno subito un effettivo incremento; svolgere una breve rassegna della letteratura sulla dicotomia “virgin and vamps”, che connota il discorso pubblico quando intende rappresentare le donne autrici di reato, ma anche le vittime; evidenziare la rilevanza di questa dicotomia anche a livello accademico; individuare alcune linee di ricerca idonee ad arricchire tale dibattito, considerando il genere sia come “struttura” sia come “interazione”.

Screenshot 2023-11-10 111256EuroMed Rights, COVID-19 and the increase in domestic violence against women- Cases of Jordan, Italy, Morocco and Tunisia, EuroMed Rights, Copenhagen, 2020, 22 pp.
Nel presente documento, EuroMed Rights, rete di associazioni euro-mediterranee, nata per la difesa dei diritti umani, fornisce informazioni sulla situazione delle violenze contro le donne durante la crisi COVID-19 in Italia, Giordania, Marocco e Tunisia, con lo scopo di confrontare, integrare e rafforzare con un’azione congiunta le misure prese a livello nazionale.

Commissione Europea, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e al comitato delle Regioni, Strategia dell’UE sui diritti delle vittime (2020-2025), Commissione Europea, Bruxelles, 2020, 27 pp.
Il confinamento della società durante la pandemia di Covid-19 ha fatto registrare in tutta l’Europa un aumento della violenza domestica, degli abusi sessuali su minori, dei reati informatici e dei reati basati sull’odio xenofobo e legati al razzismo. La presente prima strategia dell’UE sui diritti delle vittime definisce i lavori della Commissione per il periodo 2020-2025. Il piano presentato, che presta particolare attenzione alle esigenze specifiche delle vittime di violenza di genere, con la definizione di interventi di prevenzione e di contrasto, di assistenza e di protezione, intende perseguire i seguenti obiettivi: lanciare una campagna di sensibilizzazione a sostegno dei diritti delle vittime; promuovere attività di formazione per le autorità giudiziarie e di contrasto; mettere a disposizione finanziamenti dell’UE a favore di organizzazioni nazionali di assistenza e protezione alle vittime e a favore della promozione di servizi di giustizia riparativa. Compito degli Stati membri è garantire la piena e corretta attuazione della direttiva sui diritti delle vittime e di altre norme dell’UE in materia di vittime di reati e lanciare campagne di sensibilizzazione sul territorio nazionale.

Hazel Feigenblatt … [et al.], The breaking the silence around sextortion, Links between power, sex and corruption, Transparency International, Berlin, 2020, 48 pp.
L’estorsione sessuale (sextortion) si verifica quando coloro a cui è affidato il potere lo usano per sfruttare sessualmente chi dipende da quel potere. È una forma di corruzione che si verifica non solo nei Paesi in via di sviluppo e che colpisce minori e adulti, soggetti vulnerabili (come i migranti privi di documenti che attraversano le frontiere), ma anche cittadini liberi professionisti. A essere colpiti sono soprattutto le donne, ma anche uomini, transgender e persone di genere non conforme. La sextortion è stata a lungo una forma silenziosa di corruzione, nascosta, se pur in bella vista. Fino a poco tempo fa, non lo è mai stato discusso o riconosciuto come un fenomeno distinto all’interno dell’ambito della corruzione o del fenomeno della violenza di genere. In mancanza di un nome, la sextortion è rimasta in gran parte invisibile e poche ricerche e progetti, leggi o strategie sono stati sviluppati per affrontarlo. Questo rapporto valuta lo stato delle conoscenze sui legami tra corruzione e sextortion. Vengono presentate prove sulla prevalenza del fenomeno, i quadri giuridici esistenti e consigli su come affrontarlo.

Synthesis-of-evidence-on-collection-and-use-of-administrative-data-on-VAW-enTamil Kendall, Background paper: A synthesis of evidence on the collection and use of administrative data on violence against women, UN Women, New York, 2020, 65 pp.
Nonostante la necessità di dati sulla violenza contro le donne (VAW) sia attualmente una priorità nell’agenda globale, manca la sintesi delle buone pratiche e l’orientamento per la raccolta e l’uso da parte di diversi settori. Questo documento sintetizza le prove, comprese le opinioni divergenti degli esperti, sulla raccolta e l’uso di dati amministrativi sulla violenza contro le donne.

GREVIO, Baseline Evaluation Report – Italy, Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2020, 120 pp.
Il rapporto rappresenta una valutazione in merito all’attuazione delle misure adottate dalle autorità italiane riguardanti tutti gli aspetti della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La valutazione è stata effettuata dal Gruppo di esperti/e del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), un organismo indipendente di controllo dei diritti umani, responsabile di monitorare l’attuazione della convenzione. Le conclusioni tratte dal GREVIO si basano sulle informazioni ottenute nel corso delle varie fasi della prima procedura di valutazione (di base) descritta all’Articolo 68 della convenzione. Le fonti delle informazioni comprendono rapporti scritti (un rapporto statale presentato dalle autorità italiane e altre informazioni inviate dalle ONG e da altri attori della società civile) e una visita di valutazione di sette giorni in Italia. L’Allegato II mostra un elenco degli organismi e delle entità consultate dal GREVIO.

 Saggi e studi sulla violenza di genere

Carolyn Gage, The Happy Hooker Revisited. Trauma and Sexualized Memories, in Dignity, vol. 8, n. 2 (ago. 2023), pp. 1-4
Carolyn Gage è una scrittrice, regista e attivista autistica. In passato ha descritto l’infanzia traumatica e gli abusi subiti da Marilyn Monroe sostenendo che una donna che avrebbe potuto essere un manifesto della sindrome da stress post-traumatico veniva invece celebrata come un’icona per la donna adulta. In questo articolo parla di un caso analogo: quello di Xaviera Hollander, autrice di “The Happy Hooker”, un bestseller internazionale e icona della “Rivoluzione sessuale” degli anni ’60. Xaviera infatti è colta, eloquente, parla fluentemente una mezza dozzina di lingue ed è piena di fascino e gioia di vivere, molto lontana dall’immagine che si ha comunemente di una prostituta. Tuttavia non è possibile non ricollegare le sue scelte di vita al vissuto traumatico di prostituta all’interno di campo di internamento giapponese, durante la seconda guerra mondiale.

Rossella De Leonibus, Educazione sentimentale per adulti, è urgente!, in Rocca, a. 82, n. 11 (giu. 2023), pp. 42-44
L’autrice descrive la fenomenologia di alcune evenienze “tossiche” che spesso si incontrano nelle relazioni affettive, cercando di osservare, comprendere e attivare nuove risorse. Viene preso in esame in particolare il cosiddetto “gaslighting” (termine tratto dalla commedia Gas Light del’38), una forma insidiosa di violenza psicologica.

Antoinette Huber, ‘A shadow of me old self’: The impact of image-based sexual abuse in a digital society’, in International Review of Victimology, vol. 29, n. 2 (mag. 2023), pp. 199-216
L’articolo versa nuova luce sull’impatto dell’abuso sessuale sulla donna basato sulle immagini (IBSA). Basandosi su 17 interviste in profondità, analizza l’impatto emozionale, fisico e sociale di questa vittimizzazione online e studia come l’IBSA impatti nella vita quotidiana delle donne. L’articolo offre anche più ampie considerazioni su come la tecnologia abbia facilitato un cambiamento nelle forme di violenza sessuale.

copertina_girls_on_the_move_2023A cura di Samuel Hall; Save the Children, Girls on the Move in North Africa, Save the Children, Roma, 2023, 68 pp.
Lo studio intitolato “Girls on the Move in North Africa”, realizzato in collaborazione con l’impresa sociale Samuel Hall, rivela che violenze domestiche, conflitti, mancanza di prospettive di lavoro, matrimoni forzati sono tra i fattori che spingono le ragazze a migrare, senza avere spesso consapevolezza dei pericoli. Una ragazza migrante su tre intervistata in Nord Africa subisce o è testimone di abusi sessuali o altre forme di violenza di genere, mentre scappano dai loro Paesi d’origine per cercare un futuro migliore in altri luoghi. Le politiche e i programmi esistenti devono essere adattati, lavorando con le dirette interessate per sviluppare approcci mirati e inclusivi di genere, per assicurarsi che il sostegno che ricevono soddisfi effettivamente le loro esigenze.

Rosella De Leonibus, Violenza economica la più invisibile, in Rocca, a. 81, n. 14 (lug. 2022), pp. 40-42
Dentro il vasto e pericoloso territorio della violenza di genere, le donne che non hanno un’indipendenza economica sono molto più facilmente penalizzate. Manca una percezioni di soggettività, c’è un abbassamento di autostima e una minore convinzione di autoefficacia. Inoltre, se decidono di rompere una relazione malata sono impossibilitate a ricrearsi una vita autonoma per mancanza di autonomia economica.

Nathan Birdsall, Laura Boulton, Theorising victim decision making in the police response to domestic abuse, in International Review of Victimology, vol. 28, n. 3 (set. 2022), pp. 330-344
Il documento fornisce un’argomentazione concettuale sull’importanza di comprendere il processo decisionale delle vittime nel rispondere ai casi di abuso domestico. Applica gli elementi fondamentali della teoria del processo decisionale per illustrare come le vittime possano essere soggette a diverse forme di pensiero, possano essere influenzate da pregiudizi, considerino in modo diverso il guadagno e la perdita e soffrano di inerzia decisionale. Vengono forniti suggerimenti su come questa prospettiva possa essere utilizzata nella pratica per fornire un approccio di empowerment alle vittime nell’attività di polizia. Tuttavia, il documento esprime anche l’importanza dei limiti della teoria, soprattutto per quanto riguarda la validità esterna, e suggerisce che la ricerca in varie discipline è fondamentale per determinare se la prospettiva possa essere posta su una base empirica.

COP. RASSEGN fronte 03-21 copiaGiovanna Ricci … [et al.], Revenge porn in the Italian regulatory and social context: new crime or old blackmail?, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 16, n. 3 (2022), pp. 201-210
Il revenge porn ( o vendetta porno) è la pubblicazione su siti online di fotografie esplicite o video realizzati in momenti intimi senza il consenso della persona coinvolta. E’ una nuova forma di violenza di genere, considerato che la maggior parte delle vittime sono donne o adolescenti. L’aumento di questo fenomeno negli ultimi anni è dovuto alla crescita in popolarità e diffusione dei social networks. Fenomeni quali il revenge porn o il cyberbullismo sono aberrazioni delle relazioni online e hanno diversi aspetti in comune, che sfortunatamente a volte hanno portato ad esiti drammatici, quali il suicidio. Questo contributo mira a inquadrare pienamente il problema da un punto di vista sociale, delineandone le caratteristiche legali con riferimento alle legislazioni europee e italiane, partendo dalle analisi dei dati presentati nel rapporto del novembre 2020 dal Ministro italiano della Giustizia.

Tafadzwa Oswell Rugoho … [et al.], The experiences of Sexually Abused Women with Disabilities Who Consulted Services in Zimbabwe: The Intersection of Disability, Gender, and Poverty, in Dignity, vol. 7, n. 3 (lug. 2022), pp. 1-20
Questo studio vuole analizzare gli ostacoli che le donne con disabilità incontrano quando accedono ai servizi di polizia, sanitari e di consulenza dopo aver subito un abuso sessuale. Sono state segnalati ostacoli, come le lunghe distanze, le barriere fisiche nei siti di assistenza, le barriere di comunicazione, le questioni di genere, la mancanza di fiducia nei fornitori di servizi e una generale mancanza di risorse. In uno studio condotto in Zimbabwe, le donne con disabilità hanno incontrato barriere intersecanti, come l’intersezione tra disabilità e genere, la povertà, la disoccupazione e i bassi livelli di istruzione, che hanno aggravato gli ostacoli strutturali e sociali nella ricerca di aiuto. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.

Eloise Longo … [et al.], Violenza domestica e conseguenze sulla salute psico-fisica. Convegno. Roma, 26 novembre 2021, in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, n. 2 (feb. 2022), pp. 1-4
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima come a livello globale, anche prima dell’inizio della pandemia da SARS-CoV-2, una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica o sessuale da parte di un partner e/o sconosciuto. La pandemia e le misure di distanziamento e di isolamento sociale hanno esposto donne e bambini a ulteriori violenze, maltrattamenti, abusi e persino omicidi. Sono aumentate forme di stress psico-fisico soprattutto tra donne e bambini.

la-violenza-psicologica-nella-coppia-cosa-ce-prima-di-un-femminicidioMonica Bonsangue, La violenza psicologica nella coppia. Cosa c’è prima di un femminicidio, Dario Flaccovio, Palermo, 2022, 262 pp.
Ogni anno nel mondo migliaia di donne vengono uccise dai propri compagni, ex compagni, sconosciuti, mentre altre migliaia subiscono violenza fisica e/o psicologica, molto spesso senza denunciare. La violenza psicologica è stata per secoli sottovalutata non solo a livello giuridico, ma anche a livello sociale e psicologico. Oggi sappiamo che di violenza psicologica ci si può anche ammalare e morire. Il libro cerca di delineare la tipologia dei maltrattanti per fornire un quadro della loro personalità utile per avvocati, psicologi, criminologi, assistenti sociali, mediatori penali e soprattutto per le forze dell’ordine che sono i primi chiamati ad intervenire.
Collocazione Biblioteca: 19732

Isabella Merzagora … [et al.], #Wetoo? Le molestie sessuali in ambito accademico. Per una criminologia (anche) di genere, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 16, n. 2 (2022), pp. 115-127
Sulla scia del crescente interesse dimostrato per la violenza di genere in tutte le sue declinazioni da parte della criminologia italiana e in particolare da parte della sua rivista, le Autrici affrontano un tema finora meno trattato, quello delle molestie sessuali in ambito accademico. Di queste si forniscono le definizioni e dunque gli elementi che le caratterizzano, si riportano i dati disponibili nel mondo, in Europa e, relativamente alle pochissime ricerche esistenti, in Italia. Sono spiegati i fattori che favoriscono il ricorrere delle molestie sessuali in università, anche in relazione ai differenti settori disciplinari. Fra questi motivi è di rilievo la difficoltà nelle denunce o addirittura la “cultura del silenzio” di cui si riferiscono le ragioni. Le conseguenze negative, che vengono elencate, sono molteplici, per le persone offese ma anche per le istituzioni accademiche e per la ricerca in generale. Particolare attenzione è riservata alle strategie per prevenire e reprimere il fenomeno, riportando i suggerimenti emersi a livello internazionale, le risorse negli ambiti giuridici lavoristico e penale, soprattutto le proposte emerse dalla ricerca.

Jeanette M. Westbrook, Surviving child pornography: fifty years on, in Dignity, vol. 7, n. 2 (2022), pp. 1-7
L’articolo è la testimonianza di una vittima dello sfruttamento sessuale minorile casalingo. L’abuso è avvenuto da parte del padre nei confronti non solo della vittima, ma anche delle sue sorelle, con ogni genere di violenza, compreso la somministrazione di sostanze stupefacenti. L’utilizzo nella produzione di materiale pedopornografico è stata un’aggiunta all’incesto, alla tortura e all’abuso, sia fisico che mentale subito tra gli 8 e i 24 anni. Nella sua testimonianza l’autrice riporta anche i suoi sforzi per curarsi dal terribile trauma subito, reinserirsi nella società e ottenere giustizia.

9788855001694_0_536_0_75A cura di Luciana La Stella, Franco Quesito, Alberto Zino, Violenza di genere e femmini-cidio. Discriminazione, oggettivizzazione, de-umanizzazione, NeP, Roma, 2021, 295 pp.
Il volume raccoglie gli atti dell’omonimo convegno online CIP-OPIFeR -Sotto la Mole tenutosi il 23 e 24 gennaio 2021. I contributi affrontano il tema della violenza di genere dal punto di vista della psicoanalisi.
Collocazione Biblioteca: 19376

Sara Veggi, Chiara Carpignano, Georgia Zara, Lo spazio intimo della violenza: tipologia e durata delle relazioni violente, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 15, n. 4 (2021), pp. 292-303
Lo studio si focalizza sulla violenza contro persone offese conosciute dall’autore, con cui ha avuto una relazione familiare, intima o superficiale. Tre sono le tipologie di violenza considerate (sola violenza sessuale [SO], sola intimate partner violence [IPV], violenza combinata sia SO che IPV). I risultati mostrano che più lunga era la relazione, più forte era la litigiosità tra partner. Contrariamente alle attese, la violenza sessuale è stata più spesso agìta contro una donna con cui l’autore aveva da poco iniziato una relazione, laddove nei legami di lunga durata, qualora la violenza sessuale sia emersa, rappresentava l’ultimo atto dell’escalation di umiliazione della partner dopo una lenta e patologicamente abusante relazione (violenza combinata). La differenza nelle tipologie di violenza contro le donne richiama una valutazione differenziale del rischio e delle strategie di intervento.

Ilaria Roveda, Aurelio Oddo, Valeria Franco, Riconoscere la violenza: una visione caleidoscopica, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 15, n. 2 (2021), pp. 95-102
È scientificamente condiviso che la violenza perpetrata ai danni della popolazione femminile sia statisticamente più frequente rispetto a quella maschile. Non si può però ignorare l’esistenza di una percentuale della popolazione maschile che la subisce. Questo articolo cerca di far luce sulla tematica della violenza agita e subita dagli uomini all’interno delle relazioni intime partendo dal lavoro di assessment realizzato in Inghilterra dove il fenomeno viene studiato da diversi anni dall’Ente RESPECT®. Partendo da una prospettiva di genere, integrata dalle teorizzazioni sullo sviluppo del legame di attaccamento, si è definito come elementi centrali del lavoro di cambiamento, con l’autore e con la vittima, la consapevolezza e la percezione della violenza. Gli autori hanno inoltre proposto di integrare il modello sopracitato con il Modello circolare di vittimizzazione – rivisitato, ideato dal Prof. Marco Monzani.

A cura di Flaminia Saccà, Stereotipo e pregiudizio. La rappresentazione giuridica e mediatica della violenza di genere, Franco Angeli, Milano, 2021, 232 pp.
Il volume presenta i risultati del progetto “STEP. Stereotipo e pregiudizio. Per un cambiamento culturale nella rappresentazione di genere in ambito giudiziario, nelle forze dell’ordine e nel racconto dei media”, realizzato dall’Università degli Studi della Tuscia in partnership con l’Associazione Differenza Donna ONG. La ricerca ha analizzato la rappresentazione della violenza contro le donne in due differenti ambiti discorsivi: il linguaggio adottato dai giudici nelle sentenze e il linguaggio utilizzato nella stampa quotidiana. L’indagine ha mostrato come il discorso pubblico sia ancora caratterizzato dalla presenza strutturale di pregiudizi e stereotipi ricorrenti: attraverso un’analisi socio-linguistica su un repertorio di 16.715 articoli e di 283 sentenze, il gruppo di ricerca ha infatti riscontrato la presenza non episodica di rappresentazioni della violenza contro le donne capaci di determinare una seconda vittimizzazione della parte offesa e la tendenza insistita a riprodurre schemi che della figura femminile offrono ancora un’immagine fortemente stereotipata e discriminante. Il volume ricostruisce nel dettaglio lo sviluppo e gli esiti della ricerca, attraverso i contributi di Flaminia Saccà, Fabrizia Giuliani, Michele Negri, Luca Massidda, Rosalba Belmonte, Maria Teresa Manente e Ilaria Boiano.

41t3vNQ29OL._AC_SY780_A cura di Claudia Corbari, Uomini vittime di violenza: cosa ne pensano i giovani, Nuova Ipsa, Palermo, 2020, 145 p.
Il volume nasce al fine di denunciare il fenomeno della violenza sugli uomini, poco discusso e studiato. La prima parte tratta a livello teorico la violenza di genere, la violenza nella coppia, gli aspetti legislativi nella violenza di genere, il cambiamento della figura del padre nel corso del tempo, la sindrome da alienazione parentale e l’influenza dei mass media verso la richiesta di aiuto da parte degli uomini. La seconda parte presenta sia un lavoro di ricerca, effettuato attraverso un questionario a più di 400 studenti di scuola superiore, sia le riflessioni di alcuni adolescenti e docenti sul tema della violenza sugli uomini.
Collocazione Biblioteca: 18945

Maria Clotilde Pettinicchi, La violenza in una società anomica, Cleup, Padova, 2020, 119 pp.
L’autrice, psichiatra, criminologa, psicoterapeuta, espone le proprie riflessioni sul tema della violenza e presenta alcuni casi clinici e giudiziari di femminicidio, maschicidio e abuso sui minori. Ne emerge una comune “violenza relazionale”, che sembra essere alla base delle manifestazioni patologiche descritte.
Collocazione Biblioteca: 19112

Lucia Beltramini, La violenza di genere in adolescenza, Carocci, Roma, 2020, 206 p.
La violenza di genere rappresenta, in tutto il mondo, un grave problema di salute pubblica. Spesso, quando ci si occupa della tematica, si guarda alla realtà degli adulti o alla sfera dell’infanzia, tralasciando una fase particolarmente delicata dello sviluppo: l’adolescenza. Ma cosa succede quando la violenza entra nella vita di un/a adolescente? Come riconoscerla e quali strumenti preventivi adottare? Il libro si rivolge ai professionisti/e che lavorano con ragazzi/e a scuola o in altri contesti educativi, con un duplice obiettivo. Da una parte, fornire agli operatori una base teorica sulle tipologie di violenza, le dinamiche che la caratterizzano e l’impatto di tali esperienze su salute, comportamenti e relazioni dei giovani. Dall’altra, offrire strumenti pratico-operativi utili per pensare e realizzare interventi di prevenzione con gli/le adolescenti, per accompagnarli/e in un percorso di educazione a rapporti paritari, rispettosi e mai violenti.
Collocazione Biblioteca: 19086

9788835862130_0_200_0_0Giovanni Callegari, Carlo Viberti, Il pensiero immobile, Callegari Viberti, Asti, 2020, 271 pp.
Gli autori, psicoanalisti, espongono le proprie riflessioni sulla condizione femminile, penalizzata in termini di potere, diritti, riconoscimenti e opportunità. Raccolgono ritratti e tracce storiche di alcune donne di diverse epoche storiche, le quali rifiutano il ruolo imposto loro dalla subalternità al maschile, e ripercorrono il contributo di alcune donne italiane alla modernizzazione culturale e sociale del nostro paese. Forniscono dati sul fenomeno della violenza di genere, sulle iniziative di accoglienza per le vittime, delle quali raccolgono alcune testimonianze, senza tralasciare il ritratto umano e psicologico degli aggressori. Infine, affrontano il tema dell’uso degli stereotipi di genere da parte dei mezzi di comunicazione e concludono avanzando alcune proposte per reagire.
Collocazione Biblioteca: 19118

 Simonetta Vernocchi, Stalking, Lupetti, Milano, 2020, 232 pp.
Lo stalking è un fenomeno sommerso che difficilmente viene denunciato, soprattutto se si verifica in ambito familiare. I centri d’ascolto, le interviste anonime, i data-base dei servizi di emergenza-urgenza ci offrono un quadro più complesso rispetto ai dati delle fonti ufficiali. Parlare di stalking è parlare di controllo, anzi di ipercontrollo, di gelosia, di possesso e non ultimo di violenza. La violenza domestica è spesso preceduta da anni di stalking, sopportato e tollerato dalle vittime. Nella prima parte il testo analizza i dati della letteratura, nella seconda il comportamento iper-controllante alla luce delle recenti classificazioni, la psicodinamica dell’ipercontrollo, della gelosia, del possesso e dell’evoluzione violenta dello stalker. Infine, il testo si occupa della psicodinamica della vittima, per cercare di capire come mai alcune relazioni familiari, amicali, sentimentali veramente tossiche si protraggono per anni nonostante la sofferenza di chi ne resta invischiato.
Collocazione Biblioteca: 18929

A cura di Elena Cabras e Valeria Saladino, La dipendenza affettiva, Carocci, Roma, 2020, 101 pp.
Il testo analizza le tante facce dell’affettività al di là del genere e dell’orientamento sessuale attraverso le testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto in prima persona storie di dipendenza affettiva e che descrivono come una relazione amorosa possa trasformarsi in uno spazio fertile per la prevaricazione e la violenza. Rapporti interpersonali in cui la vittima, che non sempre o immediatamente percepisce di esserlo, mette in atto condotte autodistruttive in nome di un amore che non esiste se non nel proprio immaginario. Comportamenti che mantengono, anche per lungo tempo, una relazione malata grazie a un circuito co-costruito fatto di sudditanza, insicurezza e bisogno di conferme da un lato e di coercizione psicologica e fisica dall’altro. L’introduzione dà particolare spazio al tema dell’uomo maltrattato e della dipendenza affettiva al maschile.
Collocazione Biblioteca: 19051

71c1tQE-CVL._AC_UL600_SR600,600_Francesca Bettio, Elisa Ticci e Gianni Betti, L’eguaglianza di genere riduce la violenza sulle donne?, in Rassegna Italiana di Sociologia, a. 61, n. 1 (gen. – mar. 2020) , pp. 29-57.
Gli autori, dell’Università degli Studi di Siena, intendono indagare sulla relazione fra uguaglianza di genere e violenza sulle donne, chiedendosi se a livelli alti di uguaglianza corrispondano elevati livelli di violenza, o se invece la prima riduca la seconda. La violenza qui indagata è quella quotidiana (non il “femminicidio”), quindi abusi di natura fisica, sessuale e psicologica o molestie sessuali. Nell’analisi dei dati viene anche proposto un confronto tra l’Italia e altri Paesi europei.

Alessandra Paladino, Revenge porn e cyber bullismo, Alpes Italia, Roma, 2020, 102 pp.
Questo libro analizza e correla il revenge porn e il cyberbullismo, due nuove forme di prevaricazione, che si concretizzano attraverso l’impiego dei sistemi telematici nel cyberspazio. La parte I del volume propone una riflessione sul revenge porn, ponendo l’accento sulla non consensualità alla divulgazione del materiale come aspetto centrale, palesando lo scenario delle possibili conseguenze ed evidenziando l’importanza della prevenzione per contrastare il fenomeno. La parte II offre una panoramica del cyberbullismo, ne illustra le caratteristiche, gli strumenti utilizzati dai cyberbulli e le conseguenze, delineando i profili psicologici dei protagonisti e tracciando le linee di intervento. La parte III del testo espone i profili giuridici e normativi dei due fenomeni. Il libro si rivolge a tutti coloro che entrano in contatto con il revenge porn e il cyberbullismo in ambito clinico, educativo e giudiziario quali psicologi, insegnanti, assistenti sociali, educatori e avvocati oltre che a tutti coloro interessati all’argomento.
Collocazione Biblioteca: 18677

Violenza di genere: gli autori

119824_spirv_27_3_72ppiRGB_150pixwJames Banks, Jaime Waters, An examination of the interrelationship between disordered gambling and intimate partner violence, in International Review of Victimology, n. 2 (mag. 2023), pp. 277-292
Questo articolo esplora l’interrelazione fra il gioco d’azzardo “disturbato” e la violenza da parte del partner. Sono stati derivati dati qualitativi da interviste con 26 partecipanti ricercatrici, illustrando come la violenza del partner perpetrata da uomini con un disturbo da gioco d’azzardo sia spesso di natura strumentale. I resoconti dei nostri rispondenti hanno indicato che le pratiche coercitive e di controllo erano utilizzate dal partner con un disturbo da gioco per: (a) accedere al denaro per giocare; (b) nascondere agli altri il proprio comportamento di gioco; (c) alleviare il proprio senso di colpa e attribuire la colpa alla partner femminile per il loro gioco d’azzardo “disturbato” e il loro comportamento di abuso. Si riflette sui modi in cui la giustizia penale, la violenza domestica, le agenzie di sostegno per la vittima e per il gioco d’azzardo possano meglio affrontare le esigenze dei partner e delle famiglie colpite dal gioco d’azzardo “disturbato”.

Chiara Ionio, Luca Milano, Buttare la chiave: violenza di genere e trattamento dei maltrattanti, in Maltrattamento e abuso all’infanzia, n. 3 (nov. 2022), pp. 7-75
Nel presente focus gli autori affrontano il fenomeno della violenza di genere all’interno della famiglia attraverso lo sguardo della giurisprudenza, della criminologia, della psicologia e della pedagogia. I contributi proposti sono i seguenti: “Dalla prevenzione al trattamento. Autori di maltrattamenti e di violenza domestica e problemi di effettività della tutela penale” di Lara Ferla; “L’approccio multidisciplinare nel contrasto alla violenza di genere: il trattamento degli autori” di Francesca Garbarino, Paolo Giulini; “Questioni di famiglia: la relazione del genitore maltrattante con il figlio all’interno di un servizio di Spazio Neutro” di Mara Pirotta.

Marco Grassini, Uomini autori di violenza. Le esperienze in Lombardia di alcuni percorsi di aiuto, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 4 (ago. 2022), pp. 11-15
L’articolo affronta il tema dei percorsi di aiuto per autori di violenza contro le donne, fornisce alcuni riferimenti normativi e una panoramica dei percorsi presenti nella regione Lombardia. Gli uomini che intraprendono tali percorsi sono ancora pochi, mentre le donne vittime di violenza prese in carico in un solo anno sono molto più numerose.

9788858148884_0_536_0_75Chiara Volpato, Psicosociologia del maschilismo, Laterza, Bari, 2022, 194 pp.
L’autrice, psicologa e docente di Psicologia sociale, analizza i processi psicologici e sociali che, nelle società occidentali, sorreggono il potere maschile, si oppongono al cambiamento e limitano diritti, libertà e creatività delle donne, ma anche degli uomini, spesso costretti in ruoli stereotipati. Esamina i meccanismi di costruzione della presunta superiorità maschile e quelli che perpetuano la subordinazione femminile nel lavoro, nella politica, nei mass media. Il libro è una nuova edizione ampliata e aggiornata rispetto alla prima del 2013. Da allora, il divario di genere a livello internazionale e nazionale, non è cambiato in modo sostanziale. I progressi sono lenti e persiste una cultura ancora per molti aspetti patriarcale. L’esperienza della pandemia suggerisce che si possano capovolgere gli schemi culturali tradizionali e riconoscere che la capacità di cura, attribuita alle donne come stereotipo, valga più dei principali tratti stereotipici maschili, la forza e il potere.
Collocazione Biblioteca: 19866

Cristina Oddone, Uomini normali. Maschilità e violenza nell’intimità, Rosenberg & Sellier, Torino, 2020, 198 pp.
Attraverso l’analisi femminista e gli studi sulle maschilità, in questo volume viene trattata una specifica forma di gender-base violence, la violenza nelle relazioni di intimità. L’attenzione è rivolta in modo particolare agli autori di violenza. Grazie ai risultati di una ricerca etnografica svolta in un centro di ascolto per uomini maltrattanti, il ricorso alle pratiche di prevaricazione emerge come parte di un gioco di controllo e potere che non si esaurisce nel rapporto con le donne, ma acquisisce valore anche nelle relazione sociali tra maschi e tra diversi modelli di maschilità. L’autrice è ricercatrice in Sociologia, ha lavorato al Consiglio d’Europa sulla violenza di genere.
Collocazione Biblioteca: 19900

A cura di Loredana Pedrone, Le adolescenti autrici di abuso sessuale, Alpes Italia, Roma, 2020, 86 pp.
Nel volume viene analizzato il fenomeno delle F.A.S.O. (Female Adolescente Sexual Offender): “qualsiasi ragazza di età compresa tra i 12 e i 17 anni che abbia commesso atti sessuali con una persona di qualsiasi età senza il suo consenso, contro la sua volontà, con modalità aggressive, di sfruttamento o minacciose”. Nel primo capitolo la Curatrice, coadiuvata dal contributo di altri autori, ne dà un identikit, analizza differenze-similitudini tra maschi e femmine abusanti, tra adolescenti e donne adulte, le motivazioni che spingono al sexual offending, l’assetto cognitivo e le modalità giustificative delle abusanti. Nel secondo capitolo analizza gli effetti sulla vittima. Nel terzo capitolo si concentra sui percorsi preventivi e riabilitativi delle adolescenti sessualmente abusanti. La curatrice è psicoterapeuta, sessuologa ed esperta in psicologia giuridica.
Collocazione Biblioteca: 18678

download191Antonella Baiocchi, La violenza non ha sesso. Alle radici della relazione malata, Alpes, Roma, 2019, 243 pp.
Questo libro vuol essere un contributo alla crimino-genesi della violenza nella relazione affettiva. L’autrice indaga su che cosa spinge una persona al di sopra di ogni sospetto, anche appartenente alla propria sfera affettiva (partner, genitori, figli, vicini, colleghi) a trasformarsi in spietato aguzzino, come mai la violenza nelle relazioni affettive è sempre più frequente e perché ad avere la peggio sono, solitamente, le donne. L’autrice ritiene che il nucleo del problema sia nell’Analfabetismo Psicologico, che induce alla gestione dicotomica delle Divergenze, “un vero e proprio programma infetto”, che prevede la prevaricazione di uno dei poli della relazione e il conseguente fallimento del reciproco rispetto. L’autrice afferma che la violenza non ha sesso, né età, né cultura, né razza e suggerisce di sostituire la miriade di neologismi che si coniano per specificare i diversi tipi di vittime (femminicidio, femicidio, infanticidio, uxoricidio, etc.) con un neologismo unico rappresentativo di ogni tipologia di vittima: il termine “Debolicidio”, inteso come prevaricazione/uccisione di chi si trova in situazione di debolezza.
Collocazione Biblioteca: 18497

Fortuna Procentese … [et al.], Lavorare in centri per uomini violenti affrontandone l’invisibilità della violenza, in Psicologia della Salute, n. 3 (2019), pp. 123-136
In Europa, ormai da più di vent’anni, sono proposti programmi d’intervento per gli autori di violenza contro le donne, oltre che per le vittime. La ricerca descrive le modalità con cui in Italia gli operatori affrontano l’intervento con uomini autori di violenza nei centri di nuova istituzione. Dodici operatori sono stati intervistati sulle loro rappresentazioni e vissuti emotivi riguardanti gli autori di violenza e sulle difficoltà da loro sperimentate, nonché sulle risorse attivate nella gestione del servizio e nella presa in carico dell’autore di violenza.

Gilda Scardaccione, Lara Fontanella, Giovanna Gravelli, Distorsioni cognitive e rischio di recidiva nei sex offenders: uno studio preliminare, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 47, n. 4 (2018), pp. 308-320
Lo studio proposto mira a rilevare la presenza di distorsioni cognitive sullo stupro nei Sex Offenders. L’analisi statistica, basata su un modello IRT applicato su dati rilevati attraverso la Bumby Rape Scale, ha mostrato come vi siano maggiori distorsioni cognitive nel campione di Sex Offenders rispetto al campione di non Sex Offenders, soprattutto in relazione alla tendenza a mitigare la responsabilità dello stupro. Le autrici hanno indagato, inoltre, il rischio di recidiva nei Sex Offenders attraverso lo Static-99R. Sebbene la numerosità ridotta del campione abbia limitato il ricorso a generalizzazioni inferenziali sul legame esistente fra le distorsioni cognitive ed il rischio di recidiva, una prima analisi esplorativa ha consentito di rilevare come a livelli maggiori di distorsioni cognitive corrisponda un livello crescente di rischio di recidiva.

81N5Bq2-7CL._AC_UF1000,1000_QL80_Georgia Zara, Il diniego nei sex offender. Dalla valutazione al trattamento, Raffaello Cortina, Milano, 2018, 263 pp.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender, che spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Nella maggior parte dei casi non accettano la responsabilità per le loro azioni, invocando spiegazioni, a volte razionalizzando, altre volte minimizzando, per discolparsi da quanto accaduto. Quali che siano le cause e le spiegazioni offerte, il diniego svolge un ruolo importante a livello psicologico, clinico e soprattutto sociale. Capire la funzione del diniego nei sex offender è il primo passo per una valutazione accurata, che sta alla base del trattamento e che ha come obiettivo la prevenzione. A questo scopo, il volume introduce in Italia il CID-SO® (Comprehensive Inventory of Denial – Sex Offender Version), uno strumento che valuta il diniego in modo dimensionale e che può essere utilizzato nel contesto clinico e di cura, clinico-forense e terminologico.
Collocazione Biblioteca: 18233

Francesca Garbarino, Paolo Giulini, Working with sex offenders relatives as a tool in the “treatment field”, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 12, n. 3 (2018), pp. 254-261
Nella costruzione del “campo del trattamento”, fondamentale è la presa in carico intramuraria e sul territorio, che permette di estendere l’alleanza al trattamento e di favorire un “controllo sociale benevolo”. E’ significativa, in tale prospettiva, l’estensione della responsabilità ai parenti degli autori di reato. L’obiettivo è di aiutare i parenti sia a riconoscere che ad accettare la sofferenza conseguente alla commissione del reato e alla stigmatizzazione connessa, favorendo così un’elaborazione rispetto alla vergogna e ai sensi di colpa che fornisce un valido contrasto alla frequente attivazione di meccanismi difensivi di negazione e minimizzazione rispetto agli agiti violenti, che tendono a colludere con quelli messi in atto dai rei. Ciò rafforza l’alleanza terapeutica e la costruzione di una collaborazione che favorisce uno scambio autentico nell’ambito dei rapporti famigliari e l’attivazione nei confronti del congiunto di una pressione benevola che funge da leva trattamentale.

Prevenzione, servizi, trattamento

Jo-Anne Wemmers, Isabelle Parent, Marika Lachance Quirion, Restoring victims’ confidence: Victim-centred restorative practices, in International Review of Victimology, vol. 29, n. 3 (set. 2023), pp. 466-486
La vittimizzazione e in particolare la violenza sessuale minano la fiducia e l’autostima delle vittime. Le vittime si sentono spesso colpevoli e biasimano sé stesse per quello che è successo. Temendo reazioni negative le vittime di violenza sessuale sono spesso riluttanti nel denunciare il reato alla polizia. Quando le vittime lo fanno, il procedimento della giustizia penale è spesso difficile e la maggior parte dei casi di violenza sessuale non finiscono con la condanna. Pratiche riparative (d’ora in avanti RP = Restorative Practices) che potrebbero migliorare l’esperienza delle vittime sono state presentate sia come possibili alternative che come complemento del procedimento di giustizia penale. Tuttavia esiste anche una considerevole resistenza all’utilizzo di RP in casi di violenza di genere. Esaminiamo le RP usando una lente centrata sulla vittima, in cui le pratiche riparative sono viste come reazione alla vittimizzazione e mirano a soddisfare le esigenze delle vittime e permettere loro di progredire nel percorso di guarigione. Sulla base di interviste semi-strutturate con 18 vittime di violenza sessuale in Canada, che hanno partecipato alle RP, esploriamo il potenziale di guarigione per le vittime.

cover-Report-2022-212x300A cura di Paola Sdao, Sigrid Pisanu, Report annuale. Rilevazione dati 2022, Di.Re Donne in Rete contro la violenza, Roma, 2023, 46 pp.
Il Report di D.i.Re riporta i dati 2022 raccolti in 78 su 81 Associazioni aderenti a D.i.Re per un totale di 105 su 108 centri antiviolenza, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nell’anno 2022 sono state accolte complessivamente 20.711 donne di cui 14.288 sono donne “nuove”, numeri sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (14.565 nell’anno 2021). Nuova area d’indagine per l’anno considerato riguarda le donne rifugiate/richiedenti asilo che hanno subito violenza e alla quale è dedicata l’ultima sezione del report.

Maddalena Cannito, Paola Maria Torrioni, Valeria Zanapa, Ripensare le relazioni tra attori nel contrasto alla violenza contro le donne, in Rassegna Italiana di Sociologia, a. 64, n.1 (gen. – mar. 2023), pp. 77-104
Le riflessioni sulle trasformazioni delle relazioni fra enti e servizi che a vario titolo entrano in contatto e si occupano del contrasto alla violenza contro le donne sono ancora poco sviluppate. Obiettivo dell’articolo dunque è contribuire al dibattito sul tema utilizzando le teorie sui campi organizzativi e applicandole al caso empirico della Città di Torino, che ha istituito il Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne (CCVD). Sono stati allo scopo attivati cinque focus group condotti con operatrici di CAV, Sportelli e Case rifugio raccolti all’interno del Progetto VARCO.

Kirsty Welsh, Long-term partners – Reflections on the shifts in partnership responses to domestic violence, in International Review of Victimology, vol. 29, n. 1 (gen. 2023), pp. 27-51
Questo documento esamina i cambiamenti nella risposta del lavoro di partenariato alla violenza domestica in Inghilterra e Galles negli ultimi 10 anni. Sostiene che non solo la grande maggioranza delle donne a basso rischio è esclusa dalla struttura prevalente, ma che, concentrandosi sulla riduzione dell’alto rischio, l’intervento all’interno di questa struttura non riesce a rispondere ai bisogni complicati e spesso contraddittori delle donne in relazione all’abuso. La risposta prevalente del partenariato si basa su una nozione di sicurezza come cessazione del rischio, piuttosto che su una nozione che dà priorità all’ampliamento dello spazio d’azione delle donne e alla loro liberazione dalle conseguenze dell’abuso. Il documento conclude che, sebbene la partnership abbia un enorme potenziale pratico e filosofico come risposta alla violenza domestica, solo vedendo la violenza domestica attraverso la lente della diminuzione delle possibilità e con una più ampia concettualizzazione della sicurezza, una struttura di partnership può sostenere le donne a raggiungere i loro obiettivi.

Screenshot 2023-11-10 162034Luigia Barone, Francesca Mallamaci, Donne che aiutano altre donne. L’approccio di genere e la metodologia di accoglienza dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, in Welfare oggi, n. 4 (ott.-dic. 2022), pp. 6-13
Il presente contributo è rivolto a tutti coloro che entrano in contatto a vario titolo con donne e minori vittime di violenza. Individua e descrive il ruolo e le funzioni svolte dai Centri Antiviolenza e dalle Case Rifugio e la loro metodologia di interventi e propone una disamina delle normative di riferimento.

Natalie Sclippa, Figli violenti, uscirne si può. Intervista ad Adriana Casagrande, in lavialibera, n. 16 (2022), pp. 18-21
Adriana Casagrande, psicologa e psicoterapeuta che da tanti anni si occupa di dipendenze al Gruppo Abele, racconta nell’intervista come negli ultimi anni sia aumentato il numero di richieste di aiuto da parte di genitori che subiscono maltrattamenti e atti di violenza da parte dei figli. E’ nato così il progetto del Gruppo Abele “Querce di Mamre” con l’obiettivo di accompagnare le famiglie in difficoltà e aiutarle a ritrovare equilibrio e serenità.

Lore Lorenzi … [et al.], Il Codice Rosa: un nuovo modello di presa in carico per le vittime di violenza. L’esperienza in Toscana, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 16, n. 1 (2022), pp. 24-37
La violenza di genere è un fenomeno la cui dimensione effettiva purtroppo ancora non emerge nella sua reale entità: nonostante la grande attenzione su di essa a livello internazionale e nazionale i dati disponibili risultano essere ancora parziali a causa sia di un ampio “sommerso”, sia per la difficoltà nel comparare dati e studi poco esaustivi. In questa ottica si inserisce il grande lavoro delle reti locali antiviolenza, delle istituzioni e delle associazioni che hanno moltiplicato i loro sforzi cercando di dare risposte concrete ai bisogni e offrendo nuove modalità di erogazione dei servizi. Di particolare rilevanza è il ruolo svolto sul versante sanitario dal modello “Codice Rosa” che, partendo dall’esperienza nella Regione Toscana, si è posto l’obiettivo di un serio ed efficace contrasto alla violenza di genere e come nuovo modello di presa in carico delle vittime. Tale rete attraverso il “Percorso Donna Codice Rosa” attiva un intervento specifico, diretto e tempestivo all’interno dei Pronto Soccorso, che si sviluppa poi in maniera coordinata attraverso le varie reti territoriali.

downloadOrganization for Security and Co-operation in Europe (OSCE), Guide for Social Service Officers in Assisting Victims of Domestic Violence. A Compilation of relevant international instruments and Kosovo legislation for Centres for Social Work, OSCE, Vienna, 2021, 26 pp.
L’obiettivo del presente documento è quello di assistere i fornitori di servizi sociali nel trattare le vittime e i sopravvissuti alla violenza domestica con un approccio incentrato sulla vittima. Gli operatori dei servizi sociali identificano gli episodi di violenza domestica, assistono le vittime e i sopravvissuti nell’affrontare e riprendersi dal trauma che hanno subito e spiegano le opzioni disponibili alle vittime e ai sopravvissuti in modo che possano prendere una decisione informata sui passi successivi da compiere. La guida è redatta sulla base degli standard internazionali e nazionali e delle politiche sulla prevenzione della violenza domestica.

CAT- cooperativa sociale, MEDU e Associazione progetto Arcobaleno, Consultorio Persefone. Donne migranti vittime di tratta, violenze e torture. Report attività novembre 2020 – giugno 2021, MEDU, [Firenze], 2021, 20 pp.
L’ obiettivo principale del progetto Persefone è quello di supportare le donne straniere vittime di tratta e di tortura, richiedenti asilo e/o titolari di protezione internazionale nell’accesso e nella presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale e del Servizio sanitario regionale, integrando i loro bisogni sanitari e sociali specifici. Nel periodo tra Novembre 2020 e Giugno 2021 sono giunte a Persefone 91 richieste di presa in carico. La maggior parte delle donne sono giovani, nella fascia d’età che va dai 18 ai 35 anni, più della metà provengono dalla Nigeria. L’equipe ha nell’ultimo periodo ricevuto la maggior parte delle segnalazioni dai CAS e dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. I principali motivi di accesso sono la violenza estrema subita e la tratta, ma anche vittime di violenza di genere, problematiche ostetriche. Sono tutte donne che necessitano di un approccio multidisciplinare, che va dal livello fisico a quello psicologico-culturale.

Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità, Il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021- 2023, Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità, Roma, 2021, 58 pp.
L’obiettivo che il Ministro con delega alle pari opportunità e alla famiglia si prefigge con il “Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023” è di continuare a dare impulso all’azione di Governo, nella consapevolezza che occorre fornire risposte a bisogni molto particolareggiati, che attengono a molteplici aspetti connessi alle condizioni di violenza: la prevenzione, la protezione delle vittime, la punizione degli uomini che agiscono la violenza, la formazione e l’educazione di operatori e popolazione, l’informazione e la sensibilizzazione, l’azione sugli uomini maltrattanti, la tutela delle donne migranti e vittime di discriminazioni multiple, l’autonomia lavorativa, economica e abitativa e la diffusione dei luoghi dedicati alle donne. Attraverso l’azione strategica e operativa del Piano, il Dipartimento per le Pari opportunità intende fornire risposte positive e concrete agli obiettivi strategici prioritari per il triennio 2021-2023 e, quindi, individuare strutture, interventi e risorse adeguate per contrastare il fenomeno della violenza di genere, mettendo in campo iniziative efficaci ed efficienti, in continuità con quanto realizzato nell’ambito dei precedenti Piani strategici (che si trovano al medesimo link).

81a-1FHeqqS._AC_UF1000,1000_QL80_Rachel D. MacKenzie … [et al.], Stalking Risk Profile, Franco Angeli, Milano, 2021, 260 pp.
Il volume è un manuale operativo, rivolto a medici, psicologi, magistrati, avvocati assistenti sociali e operatori delle forze dell’ordine, per la valutazione dei casi di stalking e la gestione del rischio. Oltre alla traduzione del testo sviluppato dal gruppo di ricerca australiano di Paul Mullen, contiene una parte sul contesto italiano dal titolo “Il fenomeno dello stalking in Italia. Uno sguardo attuale sulla tutela offerta dall’ordinamento giuridico e dal contributo delle scienze psicologiche” di Chiara Cemmi … [et al.]. Scopo dello strumento è fornire linee guida che possano supportare i professionisti nella formulazione di giudizi rispetto al rischio di potenziali agiti violenti, al rischio di recidiva e ai riflessi psicosociali sulla vittima e sul persecutore.
Collocazione Biblioteca: 19012

Elvira Reale, La violenza invisibile sulle donne, Franco Angeli, Milano, 2021, 332 pp.
La violenza psicologica – detta “invisibile” perché non lascia segni evidenti- è il tema centrale di questo volume, la cui autrice è psicologa e direttrice scientifica dell’Associazione Salute Donna. Gli operatori sanitari sono ora preparati a fronteggiare la violenza fisica e quella sessuale, mentre sono ancora inesplorati gli effetti della violenza psicologica e gli effetti psicologici di ogni tipo di violenza. Il cuore della violenza psicologica è il controllo coercitivo che riduce i gradi di libertà di una donna attraverso il ricatto, le minacce, la colpevolizzazione e l’isolamento. Il volume fornisce una guida per affrontare il tema della violenza psicologica, considerata anche più lesiva di quella fisica, offrendo strumenti per sostenere le vittime in Pronto Soccorso, e presentando vari casi clinici.
Collocazione Biblioteca: 19107

Valeria Pasqualini, Potenziare la Rete Locale Antiviolenza: l’esperienza dell’Ambito Territoriale Sociale 15 di Macerata, in Welfare oggi, n. 3 (lug.-set. 2021), pp. 41-44
L’autrice, assistente sociale, affronta il tema del contrasto alla violenza di genere, a partire dalla sua definizione e dal percorso normativo avvenuto nell’ultimo decennio. In seguito definisce gli obiettivi e le modalità di azione della Rete locale antiviolenza, riferendosi in particolare all’esperienza dell’ATS 15 di Macerata.

Ciaravolo-150x210_21x65A cura di Virginia Ciaravolo, Violenza di genere dalla A alla Z, Armando, Roma, 2021, 363 pp.
Il libro vuole essere un vademecum per chiunque voglia interessarsi al problema della violenza di genere. Gli autori operano tutti nel settore del contrasto e della prevenzione, descrivono quindi anche delle prassi operative, quali i Centri antiviolenza, le Case Rifugio il servizio 1522, il Percorso Rosa nei Pronto Soccorso, con l’intento di migliorare un lavoro di rete, di formazione e prevenzione. Viene anche riportata e commentata la giurisprudenza in merito.
Collocazione Biblioteca: 19102

Claudia Pecorella … [et al.], Osservatorio sulla violenza contro le donne n. 2/2021 – Ancora insufficiente la formazione in tema di violenza di genere di operatori giudiziari e consulenti, 1 p.
Rapporto della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni altra forma di violenza di genere, sull’indagine svolta dalla stessa Commissione relativamente agli anni 2016/2018 (cioè prima dell’approvazione della legge 69/2019 c.d. Codice Rosso) per accertare, sotto il profilo quantitativo, quali siano state le formule organizzative e il tasso di formazione e specializzazione degli operatori giudiziari nel contrasto alla violenza contro le donne.

Maria Teresa Maragò, Mobbing coniugale e alienazione parentale. Una ricerca tra vittime e operatori, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a.51, n. 4 (autunno 2021), pp. 28-31
Oltre alla violenza fisica di cui ci raccontano le cronache dei mass media, esiste un altro tipo di violenza che non lascia lividi sul corpo ma origina ferite profonde ed invisibili che si radicano nella comunicazione patologica, soprattutto intra familiare. Si parla allora di mobbing coniugale e sindrome di alienazione parentale. Dallo studio emerge che la comunicazione patologica fa più vittime di quanto si creda e può diventare una potente arma per distruggere, indistintamente sia dall’età che dal genere.

711slxNLraL._AC_UF1000,1000_QL80_A cura di Roberta Luberti e Caterina Grappolini, Violenza assistita, separazioni traumatiche, maltrattamenti multipli, Erickson, Trento, 2021, 482 pp.
Separazioni conflittuali gravi, violenza domestica e assistita, perdite familiari traumatiche sono eventi complessi e difficilmente elaborabili senza il supporto di un intervento psicoterapeutico mirato. Il libro affronta questo genere di fenomeni partendo proprio dalla loro definizione concettuale, per poi disegnare una «mappa» della diffusione della cultura sulla cura del trauma in Italia, con un’attenzione specifica alla presa in carico delle vittime, sia adulti che minori. Vengono inoltre presentati percorsi riparativi, focalizzati prevalentemente sugli effetti post-traumatici, a breve e a lungo termine, e sulla prevenzione del ciclo intergenerazionale della violenza. Il volume illustra i possibili percorsi terapeutici, soffermandosi sulla comprovata efficacia dell’approccio EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
Collocazione Biblioteca: 18870

Janet C. Bowstead, Stay put; remain local; go elsewhere: three strategies of women’s domestic violence help seeking, in Dignity, vol. 6, n. 3 (mag. 2021), pp. 1-26
Nelle strategie sulla violenza domestica pubblicate, c’è la tendenza a concentrarsi sulla fornitura di servizi e sulle risposte dei servizi in ogni località amministrativa, piuttosto che riconoscere la misura in cui le donne e i bambini si spostano attraverso i luoghi a causa dell’abuso domestico. La ricerca di aiuto da parte di una donna può essere locale – se ha le informazioni e le risorse, e ritiene possibile farlo – ma questa è solo una delle tante strategie provate dalle donne che subiscono violenza domestica. Questo articolo utilizza i dati amministrativi (registri di monitoraggio), raccolti nell’ambito di un programma di finanziamento, per fornire prove della ricerca di aiuto delle donne che subiscono violenza domestica che coinvolgono questi tipi di servizi legati alla casa in Inghilterra. Più di 180.000 casi di accesso ai servizi in otto anni forniscono prove delle tre strategie di ricerca di aiuto delle donne in termini di luogo (Staying Put, Remaining Local, e Going Elsewhere) e i modelli distintivi di coinvolgimento dei servizi e le risposte a queste strategie. Nell’articolo sono riportati e approfonditi i risultati dell’indagine.

Pietro Demurtas … [et al.], Il contrasto alla violenza sulle donne in Italia, tra definizioni e pratiche situate, in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 3/4 (lug.-dic. 2021), pp. 9-104
Nella monografia sono proposti i seguenti contributi: “Il contrasto alla violenza sulle donne: attori, processi e pratiche di un campo in evoluzione. Nota introduttiva” di Pietro Demurtas, Maura Misiti e Angela M. Toffanin; “La metodologia dei centri antiviolenza e delle case rifugio femministe come «politica sociale di genere»” di Beatrice Busi, Marta Pietrobelli e Angela M. Toffanin; “Una convergenza impossibile? Gli interventi per autori di violenza in Italia tra resistenze e istanze innovatrici” di Pietro Demurtas e Caterina Peroni; ” I centri antiviolenza nelle politiche regionali: eterogeneità e prospettive” di Pamela Pasian e Francesca Proia; “Fare rete nel contrasto alla violenza maschile contro le donne” di Anna Gadda e Alice Mauri; “Violenza sulle donne e intersezionalità: la capacità di risposta degli interventi a supporto dell’empowerment socio-economico” di Luciana de Pascale e Chiara Carbone.

9788891791931_0_536_0_75Annamaria Venere, Cristiano Desideri, Fabrizio Fratoni, Vittime della violenza di genere, Gestione giuridica dell’operatore sanitario, Franco Angeli, Milano, 2020, 200 pp.
La violenza contro le donne è un fenomeno ampio e trasversale, che racchiude diverse espressioni e interseca dimensioni eterogenee: contesto culturale e ruoli sociali, rappresentazioni simboliche e potere, vissuti individuali e tratti psicologici. Il volume descrive lo stato in Italia delle politiche e dei servizi sanitari, ponendosi come uno strumento utile per chi quotidianamente, per passione o per lavoro, si trova a contatto con una donna vittima di violenza.
Collocazione Biblioteca: 18715

 World Health Organisation, Caring for women subjected to violence: a WHO curriculum for training health-care providers, WHO, Ginevra, 2020, 100 pp.
Il documento è pensato per fornire agli operatori sanitari, in particolare nei paesi a reddito medio e basso, una base per intervenire sulla violenza domestica del partner e, in generale, sulla violenza sessuale contro le donne. Sviluppa competenze e offre strumenti agli operatori per fornire cure cliniche essenziali e supporto di prima linea, attraverso l’identificazione delle donne che subiscono violenza con l’approccio LIVES (Ascolta, Informati, Convalida, Migliora la sicurezza e supporto). Vengono forniti strumenti per migliorare i propri comportamenti e per comprendere in maniera approfondita l’esperienza delle vittime, attraverso modalità di comunicazione compassionevole ed empatica

ISTAT, I centri Antiviolenza, Principali risultati dell’indagine condotta nel 2019, ISTAT, Roma, 2020, 23 pp.
Dal 2018 l’Istat conduce annualmente le rilevazioni “sulle prestazioni e i servizi offerti” rispettivamente dai Centri antiviolenza e dalle case rifugio, in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità (Dpo) presso la Presidenza del Consiglio e le Regioni. In questo report si presentano i principali risultati della seconda edizione dell’indagine sui Centri antiviolenza, effettuata nel 2019 e riferita all’attività svolta nell’anno precedente.

9788836250103_0_536_0_751A cura di Annamaria Fantauzzi, Narrare la violenza, Giovanni Fioriti, Roma, 2020, 112 pp.
Si può narrare la violenza subita, vista, vissuta? Qual è l’atteggiamento eticamente corretto di accoglienza, ascolto e azione di un operatore sanitario (medico, infermiere, psicologo) di fronte a una persona vittima di una qualsiasi forma di violenza? Dall’antropologia medica, tramite la medicina narrativa, alla pratica infermieristica e la clinica biomedica e psicologica, il libro propone alcuni casi emblematici, tecniche e situazioni illustrate da esperti del settore, su cui riflettere e interrogarsi, soprattutto di fronte all’aumento continuo di vittime di violenza. Uno sguardo particolare è riservato alla violenza di genere, in particolare domestica, con le testimonianze dirette di donne italiane, che si raccontano in una forma di trauma indelebile inscritto nel corpo e nella mente. A questo si aggiunge invece il silenzio delle vittime straniere, spesso bambine e inserite nella rete della tratta, per le quali è richiesta un’alta formazione transculturale nella clinica e nel supporto psico-antropologico.
Collocazione Biblioteca: 19099

A cura di Gina Troisi, Violenza contro le donne nell’emergenza COVID -19/ Violence against woman in the COVID-19 emergency, in La camera blu, n. 22 (2020), pp. 1-30
L’emergenza COVID-19, che si sta diffondendo in tutto il mondo costringendo all’isolamento e alla convivenza forzata, spinge ad una riflessione sull’aggravarsi della condizione di pericolo che le donne vittime di violenza vivono. I centri antiviolenza, le istituzioni e servizi specifici sono chiamati a ripensare a nuove pratiche e misure da adottare per prevenire il rischio, continuare ad assicurare il supporto alle donne e mantenere una rete di sostegno per contrastare la violenza di genere. Le questioni da ripensare sono tante: la difficoltà di raggiungere i servizi, la crisi economica che ostacola il percorso di fuoriuscita dalla violenza, i procedimenti legali sospesi, la possibilità di riconoscere la violenza al di là di una sua valutazione emergenziale.

Laura Malacrida, Mitia Rendiniello, Punti di forza e criticità di una rete antiviolenza, in Lavoro sociale, vol. 20, n. 4 (ago. 2020), pp. 12-17
In Italia, a partire dal 1996, sono state attivate misure specifiche per la lotta alla violenza contro le donne che hanno definito l’attuale assetto dei servizi e che prevedono l’attivazione congiunta di realtà pubbliche e private. In particolare è stato previsto il potenziamento dei centri anti violenza, delle case rifugio e delle reti interistituzionali anti violenza. In questo quadro, si colloca il progetto della rete territoriale interistituzionale anti violenza “La Rosa dei Venti”, attiva nei comuni dell’hinterland milanese. La sfida del progetto, che vede insieme centri antiviolenza, servizi sociali e sociosanitari e case rifugio, è costruire una rete diffusa, promossa dalle istituzioni, ma che coinvolga anche realtà non strettamente istituzionali (volontariato, associazioni sportive e culturali, parrocchie, ecc…) al fine di responsabilizzare e promuovere, in più ambiti, azioni di collaborazione e sensibilizzazione.

9788891770233_0_536_0_75Marco Monzani, Anna Giacometti, Le relazioni violente, Franco Angeli, Milano, 2018, 144 pp.
Il volume propone una nuova chiave di lettura per la violenza intrafamiliare, chiamata spesso anche violenza di genere o violenza contro le donne. Secondo gli autori, criminologi, queste forme di violenza sono accomunate non tanto dal genere a cui appartengono i soggetti coinvolti, ma dalla relazione che accomuna autore e vittima del reato, quindi è più appropriata la definizione di violenza relazionale. La prima parte del testo presenta la questione vittimologica in chiave teorica dalla nascita della vittimologia e affronta il modello circolare di vittimizzazione e l’approccio clinico-giuridico. Inoltre, contiene una riflessione criminologica sull’opportunità dell’introduzione del nuovo reato di femminicidio. La seconda parte presenta una ricerca volta a verificare l’utilizzo dei modelli teorici descritti nell’attività quotidiana dei centri antiviolenza e la necessità del lavoro in équipe.
Collocazione Biblioteca: 19096

 A cura di Carmen Andreuccioli, In difesa delle donne. Leggi, aiuti e risorse contro la violenza di genere in Italia, Senato della Repubblica, Roma, 2018, 92 pp.
L’Ufficio Valutazione Impatto del Senato della Repubblica, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2018, ha messo a punto questa guida pratica per orientarsi tra gli aiuti disponibili a livello nazionale e nei piani di intervento regionale. Nella prima parte vengono descritti i reati: stalking, femminicidio, maltrattamenti in famiglia, mutilazioni genitali, violenza sessuale; nella seconda si parla degli interventi e delle risorse disponibili: dalle case rifugio per le donne in fuga da partner violenti al codice rosa che accoglie le vittime al pronto soccorso, dalle campagne di sensibilizzazione nelle scuole ai centri per il recupero di uomini maltrattanti.

Sitografia

1522 Numero anti violenza e stalking
Dipartimento Pari Opportunità
Dignity: A journal of analysis of exploitation and violence
Direcontro la violenza
European Institute for Gender Equality (EIGE)
Istat
MEDU- Medici per i diritti umani
Ministero della salute
Osservatorio sicurezza contro gli atti discriminatori
Parlamento Europeo
Parlamento Italiano
Regione Piemonte
Save the Children
Senato della Repubblica
Rete Nazionale Antiviolenza a sostegno delle donne vittime di violenza
Rete Dafne
Terres del Hommes
UNwomen
We World
World Healt Organization ( WHO)

Politiche e servizi sociali

Aggiornata a dicembre 2017 – a cura di  Paola Moriondo

I materiali elencati (libri, articoli di riviste e documentazione grigia), elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Centro Studi, Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto è relativo al materiale pubblicato tra il 2014 e il 2016 e non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Per approfondimenti sulle specifiche aree tematiche si consiglia di consultare anche le relative bibliografie.

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

Teoria, metodologia, organizzazione

A cura di Marco Brunod, Mario Moschetti ed Emanuela Pizzardi, La coprogettazione sociale. Esperienze, metodologie e riferimenti normativi, Erickson, Trento, 2016, pp. 259
Questo volume mira a fornire indicazioni metodologiche e organizzative e strumenti normativi regolativi utili per impostare la coprogettazione sociale nel proprio contesto, coniugando le diverse risorse culturali, professionali ed economiche e instaurando una collaborazione sussidiaria tra ente pubblico e privato sociale. Il libro, arricchito dal contributo di diversi autori, ognuno dei quali ha maturato un’esperienza diretta di lavoro negli enti locali e nella cooperazione sociale, si rivolge dunque in particolare a chi opera in enti locali, consorzi, cooperative, associazioni e servizi sociali. Il libro è completato da una “Proposta di regolamento locale della coprogettazione”, utile strumento per la gestione in partenariato pubblico/privato sociale di servizi e interventi sociali d’ambito. Collocazione Biblioteca: 17536

Cira Stefanelli, Se il servizio sociale diventa una trincea. Uno sguardo dietro le quinte per provare ad aprire ipotesi di futuro, in Animazione Sociale, a. 46, n. 303 (set.-ott. 2016), pp. 66-77
L’autrice, dirigente dell’Istituto centrale di formazione del Dipartimento di giustizia minorile e di comunità, racconta in queste pagine un’esperienza di lavoro in un servizio sociale di un grande Comune. L’intento è quello di mettere a fuoco difficoltà e contraddizioni, motivazioni e delusioni, mandati pesanti che incombono sugli operatori. E’ dalla comprensione di quello che accade nelle trincee dei servizi sociali che è necessario ripartire per ripensare il lavoro sociale sul territorio e per rilanciarlo in una prospettiva più attiva e collaborativa.

Lavoro di comunità. Costruire la partecipazione dal basso, in Lavoro sociale, n. 4 (ago. 2016), pp. 40-43
In tutti gli interventi del servizio sociale il processo di aiuto riguarda sempre una pluralità di persone; si può parlare di lavoro di comunità (comunity work) quando la finalità è il miglioramento della situazione non di un singolo ma di una collettività (una città, un quartiere, una categoria di persone). Nel lavoro di comunità si distinguono tre principali filoni: il “community development”, lo sviluppo del senso di comunità; il “community problem solving” la promozione di azioni partecipate finalizzate anche a rafforzare i legami; il “social care planning” la pianificazione di interventi sociali nella comunità locale. Nel lavoro sociale l’operatore deve aver chiari il metodo e le finalità, ma essere particolarmente flessibile nell’attuazione, attuando una progettualità aperta e partecipata.

Emanuele Ranci Ortigosa, Verso un welfare dei diritti. Disegno, criteri e contenuti della riforma compiuta da noi proposta, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 46, n. 2.2 (mag. 2016), pp. 1-9
In questo articolo vengono sintetizzati i contenuti della proposta di riforma organica del welfare italiano in campo socio-assistenziale, cosiddetta Irs-Capp, che nasce da un periodo di osservazione delle politiche e degli interventi sociali, in particolare di contrasto alla povertà in Italia e in Europa. Vengono discusse alcune obiezioni critiche alla riforma proposta, senza esaurirne il possibile dibattito. Il tema è sviluppato anche negli articoli: Costruiamo il welfare dei diritti. Ridefinire le politiche sociali su criteri di efficacia e di equità, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 46, n. 2 (primavera 2016), pp. 1-88; La nostra proposta di riforma: ostacoli e risultati previsti, n. 2.3 (giu. 2016) – on line, pp. 1-13; 43-45 e Il Welfare dei diritti e i doveri dell’accoglienza, n. 3 (giu. 2016), pp. 1-22

Tiziano Vecchiato, GIA cioè valutazione di impatto generativo, in Studi Zancan, a. 17, n. 2 (mar.-apr. 2016) – on line, pp. 5-20
L’interesse per la valutazione di impatto sociale sta evidenziando una crescente domanda di responsabilità nell’utilizzo delle risorse, di maggiore sostenibilità delle pratiche, di condivisione dei benefici nelle comunità locali. La riduzione delle resistenze culturali verso l’agire socialmente responsabile non basta se poi non si mettono in campo pratiche valutative effettivamente capaci di misurare il valore redistribuito. La metodologia GIA (Generative Impact Assessment) è stata pensata per misurare l’impatto sociale generativo: si propone infatti di misurare l’eccedenza resa possibile da pratiche di welfare generativo e capire come reinvestirla e valorizzarla nello sviluppo di comunità più solidali. Sul tema della valutazione si veda anche:  Valutare l’impatto sociale con metriche adeguate, n. 5 (set.-ott. 2015) – on line, pp. 14-20

A cura di Animazione Sociale, Coltivare il desiderio di una «città del noi». Documento base del III appuntamento nazionale per operatori sociali, in Animazione Sociale, a. 46, n. 298 (feb. 2016), pp. 28-35
Nel documento base del III appuntamento nazionale per operatori sociali, si parla delle città come luogo simbolico delle vite individuali e collettive. Oggi le città sono delicati esperimenti, dove si prova a comporre le tante diversità, tra pulsioni a escludere e tensioni a tener dentro. Dentro i tessuti locali sempre più gli operatori sociali sono chiamati a essere anime pensanti e desideranti. Perché operare nel sociale è sempre lavorare nei contesti, a beneficio di quanti, in modi differenti e spesso diseguali, li abitano. Storicamente questa prospettiva ha costituito una matrice del lavoro sociale, che si è un po’ smarrita in anni di specialismi dilaganti e approcci individualistici ai problemi. Oggi va riscoperta, per continuare a coltivare il progetto di una città inclusiva.

Maria Luisa Raineri, Assistente sociale domani. Letture scelte (e Prove svolte) per la preparazione dell’esame di Stato – sez. B, vol. 1 e 2, Erickson, Trento, 2016
L’opera, di cui possediamo anche le precedenti edizioni, è composta da due volumi ed è uno strumento agile, ma insieme rigoroso e approfondito, finalizzato alla preparazione degli esami di Stato per l’iscrizione alla sezione B dell’Ordine professionale degli assistenti sociali. Il primo volume riguarda le tematiche di metodologia professionale e di politica sociale oggetto delle due prove scritte e della prova orale. È organizzato in una serie di argomenti-chiave, per ciascuno dei quali vengono proposte una selezione antologica di letture di importanti studiosi italiani e internazionali, percorsi di sintesi dei concetti sotto forma di riassunti e di mappe concettuali, una serie di domande per lo studio e il ripasso, con le relative risposte, una raccolta delle tracce delle prove scritte assegnate in diverse sedi e sessioni di esame su quell’argomento e infine l’indicazione delle norme di legge suddivise per argomento. Il testo è fornito in sola consultazione, non è ammesso al prestito.
Collocazione Biblioteca: 17595-6

Roberto Calbucci … [et al.], Servizio sociale e calamità naturali. Interventi di servizio sociale, EISS, 2016, Roma, pp. 159
Questo testo è il frutto del progetto formativo e informativo promosso dal Coordinamento degli Ordini Regionali degli Assistenti Sociali del Nord Italia e volto a far emergere contenuti e metodi del servizio sociale dalle esperienze di assistenti sociali impegnati nel soccorso in situazioni di calamità. Lo scopo è di contribuire a costruire una competenza e una formazione specifica che definisca ruolo ed apporto del servizio sociale in tale ambito professionale. Il volume raccoglie testimonianze e riflessioni sul valore della professione e sugli strumenti del servizio sociale in contesti di calamità naturali, attraverso i contributi di alcuni attori impegnati in prima persona e l’illustrazione dei primi esiti di una ricerca di tipo qualitativo condotta in Italia centrale. Dal volume emerge complessivamente come, nonostante si tratti di un ambito relativamente nuovo per la professione, il Servizio sociale si collochi con appropriatezza come una delle discipline deputate a svolgere un ruolo attivo e strategico nel sistema della Protezione civile, tanto quanto va impiegato nella protezione quotidiana della vita delle persone nei territori.

A cura di Silvia Fargion, Sabina Frei e Walter Lorenz, L’Intervento sociale tra gestione del rischio e partecipazione, Carocci, Roma, 2015, pp. 195
Il libro offre spunti di riflessione a partire da due esperienze di ricerca fatte in questi anni: la prima ha studiato la questione della qualità nelle professioni sociali da un’ottica pluralista, la seconda ha esplorato il tema dell’accesso ai servizi sociali quale processo chiave per gli interventi sociali. Proponendosi come risposta critica e costruttiva a un clima di politiche sociali, generate da economie neo-libeali, che enfatizzano l’attivazione dell’ìindividuo e della resource efficiency dei metodi di intervento, il volume intende contribuire alla crescita e al consolidamento del progetto delle professioni sociali, consoludamento basato su processi di produzione di conoscenza che si confrontano con prospettive differenti. La finalità etica è quella della produzione di un sapere che non contribuisca a processi di oppressione ma che apra percorsi di democratizzazione dei contesti e dei servizi sociali.
Collocazione Biblioteca: 17555

Luca Bianchi e Elisabetta Kolar, L’assistente sociale e la prima domanda di aiuto, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 3 (dic. 2015), pp. 499-515
Secondo gli autori la collocazione del servizio sociale professionale nei punti di accesso al sistema dei servizi e, sul versante disciplinare, le riflessioni teoriche relative al primo contatto tra persona e servizi paiono giustificare, in termini di opportunità e pertinenza, la scelta di circoscrivere la rilevazione agli assistenti sociali. L’attenzione dedicata dalla presente ricerca alle rappresentazioni che questi professionisti hanno del primo contatto tra la persona e il mondo dei servizi consente di evidenziare quel patrimonio conoscitivo, socialmente elaborato e condiviso, che nel suo insieme costituisce, una “forma di sapere pratico”.

Emanuela Ranci Ortigosa, L’innovazione sociale nei servizi alla persona, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45, n. 4.1 (nov. 2015), pp. 1-25
Il tema dell’innovazione sociale è diventato un riferimento costante specialmente da quando i trasferimenti di risorse pubbliche dal livello nazionale a quello locale sono andati progressivamente assottigliandosi. Welforum, la rete delle Regioni e Province autonome e dei grandi Comuni promossa dall’Istituto per la ricerca sociale e dalla rivista Prospettive sociali e sanitarie, ha dedicato al tema il seminario svoltosi a Cagliari il 7 maggio 2015. In questo numero della rivista vengono presentati i principali contributi.

A cura di Francesco Messia e Chiara Venturelli, Il welfare di prossimità. Partecipazione attiva, inclusione sociale e comunità, Erickson, Trento, 2015, pp. 226
Nel quadro del dibattito attuale e urgente sulle forme alternative e praticabili di welfare, il volume raccoglie contributi provenienti da diverse esperienze e territori: una fattoria sociale, i servizi di collocamento mirato, le associazioni di volontariato, la cooperazione sociale e i servizi socio-sanitari, proponendo un cambiamento di paradigma culturale ed economico. Al centro viene messa la prossimità, che può diventare una soluzione per ottimizzare risorse e qualità della vita. Francesco Messia lavora al Servizio Studenti Disabili dell’Università di Bologna. Chiara Venturelli ha lavorato per alcuni anni come tutor e educatrice nelle scuole secondarie di primo e secondo grado nel comune di Modena. E’ allegato al libro dvd con l’adattamento teatrale di “Il welfare di prossimità – S’io fossi foco”, basato su un testo originale di Andrea Canevaro.
Collocazione Biblioteca: 17394

Francesco Maietta, Un Nuovo welfare può nascere. In fondo un welfare inedito prende oggi forma andando oltre tagli e tabù, in Animazione Sociale, a. 45, n. 294 (set.-ott. 2015), pp. 24-33
L’autore, responsabile dell’Area politiche sociali alla Fondazione Censis, sostiene che oggi nuove idee, nuove organizzazioni, nuovi percorsi di cittadinanza attiva possono superare le due logiche entrambe inadeguate per ripensare le politiche di welfare: la logica demolitiva dei tagli e la logica dei tabù, cioè dei principi intoccabili. Solo così molteplici risorse etiche, sociali, finanziarie e istituzionali possono convergere nel rimuovere le cause di esclusione.

Paolo Ferrario, Politiche sociali e servizi. Metodi di analisi e regole istituzionali, Carocci Faber, Roma, 2015, pp. 447
Il testo si rivolge ai professionisti che operano nel settore, con particolare riguardo ad assistenti sociali, educatori professionali, pedagogisti e psicologi. Con la riforma costituzionale del 2001 si è entrati in una nuova fase delle politiche dei servizi alla persona e alla comunità. In particolare si è accentuato il processo di regionalizzazione e localizzazione delle azioni organizzative, rendendo più complesso individuare i caratteri unitari del modello italiano che, per tali ragioni, si è trovato più esposto alla crisi finanziaria pubblica iniziata nel 2008. Tre gli obiettivi di questo volume: definire l’analisi dei caratteri storico-istituzionali della svolta del 2001; indicare, a scopo didattico, alcuni schemi e metodi di studio e analisi delle politiche messe in atto nei vari ambienti operativi; proporre una serie di monografie su alcune aree problematiche dei servizi, sociali, sanitari ed educativi. P. Ferrario è formatore nel settore delle professioni sociali e docente di Scienze Pedagogiche.
Collocazione Biblioteca: 17375

Laura Cataldi, Willem Tousijn, Quale managerialismo nei servizi sociali? Considerazioni critiche, in Polis, a. 19, n. 2 (ago. 2015), pp. 157-190
La riflessione sviluppata nell’articolo prende le mosse da una ricerca empirica sulle professioni sociali e i mutamenti del sistema di welfare nell’ambito metropolitano torinese, tenendo conto di come i precetti del managerialismo, o meglio del New public management, hanno fatto irruzione nella pubblica amministrazione. L’indagine qualitativa ha come focus la ricomposizione di due logiche contrapposte, quella manageriale e quella professionale, affrontando soprattutto il processo di managerializzazione dei servizi sociali.

Devis Geron … [et al.], Welfare generativo: approfondimenti ed esperienze, in Studi Zancan, a. 16, n. 3 (mag.-giu. 2015), pp. 39-91
La sezione monografica di questo numero è dedicata al welfare generativo, un nuovo approccio al welfare che si basa sulla responsabilizzazione di ogni persona in una logica di attivazione di capacità e di rigenerazione delle risorse disponibili a beneficio collettivo. I contributi raccolti sono i seguenti: Capitale sociale e welfare generativo, di D. Geron; Responsabilizzare, rendere, rigenerare nel servizio sociale, di P. Rossi; Le professioni sociali in un welfare generativo. Quale contributo? di E. Neve; Welfare generativo e lavoro: flessibilità e complessità, di G. Spreafico; Verso un welfare generativo con giovani in uscita da percorsi di tutela, di F. Zullo; Welfare generativo: lavorare con il non-lavoro, di G. Chiari; Formarsi e valutarsi per rigenerarsi, di G. Gobbi; Il servizio sociale di comunità: una proposta generativa a sostegno dei minori, di S. Savietto. Nello stesso numero si segnala anche Un nuovo orizzonte di welfare: i beni di comunità di Anna Valentina Pagnin, nel quale vengono presentate quattro realtà progettuali attive nel territorio italiano.

Cristiano Gori, Valentina Ghetti, Giselda Rusmini, Rosemarie Tidoli, Il welfare sociale in Italia. Realtà e prospettive, Carocci, 2014, pp.288
Qual è l’attuale situazione del welfare sociale in Italia? Quali ipotesi si prospettano per il suo futuro? Il libro affronta queste domande cruciali riguardanti la realtà e le prospettive degli interventi rivolti perlopiù ad anziani non autosufficienti, persone con disabilità, famiglie in povertà e prima infanzia. La parte prima presenta i principali tratti che contraddistinguono oggi il welfare sociale del nostro paese per poi esaminare gli interventi che hanno contribuito a determinarli. La parte seconda, invece, mette a fuoco le diverse strade che il welfare sociale italiano potrebbe intraprendere nei prossimi anni e discute le opzioni che determineranno quale verrà effettivamente scelta.
Collocazione Biblioteca:17093

Patrizia Marzo, L’assistente sociale 2.0, Politiche sociali e lavoro di comunità, La Meridiana, Molfetta (BA), 2015, pp. 160
L’assistente sociale è ancora oggi l’unica professione di aiuto che porta nella propria definizione l’aggettivo “sociale”. Tuttavia, la dimensione comunitaria del servizio sociale professionale è trascurata a vantaggio del lavoro sui casi, anche se contribuisce a ridurre il numero di cittadini-utenti e a migliorare le relazioni di aiuto con ciascuno di essi. Questo testo è un invito a scoprire/riscoprire il rilevante ruolo dell’assistente sociale nei processi di prevenzione e di educazione, nell’emancipazione delle fasce più deboli delle comunità, nel rafforzamento delle pari opportunità fra esseri umani, nel ribaltamento delle tradizionali logiche tecnico-professionali, che impongono di guardare non solo ai bisogni dell’utente, ma anche alla comunità come risorsa, nella quale i cittadini esprimono tutte le proprie potenzialità.
Biblioteca  Biblioteca: 17372

Giovanni Viel. Servizio sociale e complessità, Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN), 2015, pp. 158
A fronte della complessità che l’assistente sociale incontra nel lavoro, l’autore si confronta con la teoria della complessità di Edgar Morin, chiedendosi se leggere nell’ottica della complessità la realtà delle persone, gli eventi interni ed esterni, le situazioni di disagio può consentire una più ampia comprensione e aprire nuove strade di intervento, consentendo una strategia di relazione più compartecipe. Questo approccio viene applicato ad alcuni casi emblematici nel Consultorio Familiare Friuli.
Biblioteca  Biblioteca: 17295

Silvia Fargion, Il metodo del servizio sociale. Riflessioni, casi e ricerche, Carocci Faber, Roma, 2015, pp. 223
Come lavorano gli assistenti sociali? Quali percorsi e processi caratterizzano le loro pratiche? Questo testo introduce le varie fasi del processo metodologico di servizio sociale e identifica gli aspetti distintivi di questa professione nel lavoro con le persone e con i loro contesti di vita, in una logica di promozione dell’inclusione e della solidarietà sociale. La contemporanea attenzione alle dimensioni personali, istituzionali e sociali degli interventi, la professionalità riflessiva, la dimensione di ricerca e quella etica e valoriale fanno da sfondo a una rivisitazione dei passaggi cruciali dell’intervento. Il lavoro sociale è caratterizzato dalle contemporanee e a volte contraddittorie esigenze di rigorosa metodologia e di valorizzazione della dimensione umana del processo. Il testo propone nuove strade per coniugare queste due rilevanti istanze. Coerentemente con un approccio riflessivo alla metodologia del servizio sociale, né presenta le varie fasi, attraverso l’analisi di casi e di incidenti critici e il riferimento ai principali risultati della ricerca scientifica. L’autrice è professore associato alla Libera Università di Bolzano-Bozen, dove insegna Servizio sociale.
Collocazione  Biblioteca: 17156

Luca Fazzi, Servizio sociale riflessivo. Metodi e tecniche per gli assistenti sociali, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 172
Il servizio sociale riflessivo è composto dal più vasto insieme di metodi e tecniche che permettono agli operatori di essere consapevoli del proprio agire professionale e di contribuire, in modo coerente con i principi e i fondamenti etici della professione, al cambiamento dei modelli di organizzazione e lavoro nei servizi. Il volume analizza le pratiche di servizio sociale riflessivo attraverso il resoconto del lavoro quotidiano degli assistenti sociali. Decine di racconti e storie di professionisti rivelano al tempo stesso le difficoltà e le opportunità che si aprono per il servizio sociale quando sono chiariti i meccanismi taciti e inconsapevoli che orientano la professione, attraverso processi di apprendimento e socializzazione in ambienti in cui prevalgono burocrazia e norme standardizzate rispetto a riflessività e tensione alla promozione e alla soddisfazione dei bisogni delle persone. Luca Fazzi è docente presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, dove insegna Metodi e tecniche di servizio sociale e Lavoro sociale.
Collocazione  Biblioteca: 17199

Maria Luisa Raineri, Linee guida e procedure di servizio sociale. Manuale ragionato per lo studio e la consultazione. Seconda edizione aggiornata, Trento,  Erickson, 2014, pp. 533
Il volume raccoglie in maniera sistematizzata le linee guida e le procedure di servizio sociale professionale, vale a dire le indicazioni operative che gli assistenti sociali, impegnati nel lavoro sul campo a diretto contatto con l’utenza, seguono in ottemperanza alle leggi di settore, agli orientamenti dell’ente per cui lavorano, ai regolamenti di servizio. I contenuti sono organizzati attorno ai diversi tipi di utenza di cui si occupa il servizio sociale professionale: persone con difficoltà di reddito e di alloggio, anziani non autosufficienti, persone con disabilità, persone con difficoltà legate ai rapporti di coppia, famiglie in cui vi sono difficoltà genitoriali, minorenni interessati da provvedimenti di tutela, minorenni sottoposti a procedimento penale, persone con problemi di dipendenza, persone con problemi di salute mentale, persone sottoposte a misure penitenziarie e persone con difficoltà legate all’immigrazione. In ciascun capitolo, per ogni area di utenza vengono riportate alcune specifiche informazioni di contesto, le fasi essenziali del processo di aiuto e la descrizione delle varie prestazioni legate a quel tipo di problema, con l’indicazione del procedimento che segue l’assistente sociale per attivarle, monitorarne la realizzazione e verificarne gli esiti.
Biblioteca  Biblioteca: 17098

Area famiglia e minori

A cura di Giovanna Badalassi e Federica Gentile, Le equilibriste. Da scommessa a investimento: la sfida della maternità in Italia. Rapporto Mamme 2016, in Save the children, Roma, 2016, pp.36
Il Rapporto Mamme 2016 propone anche quest’anno un’analisi dettagliata di quello che significa oggi essere madri in Italia: avere il ruolo di protagoniste del welfare nazionale e svolgere quindi un compito fondamentale per garantire il benessere di tutti, bambini, adulti e anziani, anche se con un costo personale e professionale importante. Una fatica quotidiana spesso insostenibile per le donne a causa di un’asimmetria delle responsabilità di cura che grava ancora quasi esclusivamente sulle loro spalle. Nel primo capitolo il rapporto affronta la condizione delle mamme in Italia oggi, in famiglia e al lavoro; nel secondo capitolo il carico di cura delle mamme e il loro bisogno di conciliazione e condivisione; nel terzo capitolo si parla delle condizioni economiche e sociali delle mamme e della povertà educativa 0-6 anni. Infine un Focus, il Mothers’ Index italiano, che ci aiuta a comprendere le differenze tra i vari territori rispetto alla qualità di vita e di benessere per le mamme.

Donata Micucci e Frida Tonizzo, La tutela del diritto alla continuità affettiva dei minori in affidamento familiare: approvata la legge n. 173/2015, in Prospettive Assistenziali, n.193 (gen.-mar. 2016), pp. 26-31
Il Coordinamento nazionale servizi affidi e le associazioni di questo settore si sono attivamente impegnati per l’approvazione della legge 19 ottobre 2015 n. 173 “Modifica alla legge 4 maggio 1983 n. 184 sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare” con cui viene finalmente affermato un diritto, ancora oggi talvolta negato dalle istituzioni preposte. La legge, i cui punti principali vengono esaminati nell’articolo, non si limita ad affermare la possibilità che un minore affidato, se dichiarato adottabile, possa, a tutela del suo prioritario interesse, essere adottato dagli affidatari, ma sottolinea anche la necessità di assicurare, sempre nel suo interesse, “la continuità delle positive relazioni socio-affettive consolidatesi durante l’affidamento” con gli affidatari anche quando egli “fa ritorno nella famiglia di origine o sia dato in affidamento ad un’altra famiglia o sia adottato da altra famiglia”

Francesca Corradini, Per un’indagine partecipata. Possibile collaborazione tra assistenti sociali, famiglie e minori nell’indagine psicosociale, in Lavoro sociale, n.1 (feb. 2016), vol. 16, pp. 14-25
Nel contesto dei procedimenti di tutela minorile dove è richiesta un’indagine psicosociale, generalmente l’indagine viene subita dalle famiglie, che assumono dunque un atteggiamento strumentale. Sarebbe invece auspicabile costruire percorsi condivisi dove anche chi è oggetto di indagine possa avere un’atteggiamento di partecipazione attiva. La partecipazione presuppone però una condivisione delle decisioni e il riconoscimento da parte degli operatori della capacità di autodeterminazione anche di chi si trova in difficoltà, il che è particolarmente problematico nei casi in cui ci si trova a dover garantire la tutela dei minori. In una tabella sono confrontati, in 10 punti, il metodo di indagine tradizionale e quello di indagine partecipata. Viene proposta inoltre la testimonianza di una persona adulta su come, nell’infanzia, aveva vissuto gli operatori che dovevano valutare la sua situazione familiare come qualcuno “che dovevo tenere fuori” per proteggere la sua famiglia.

Marco Tuggia, L’educatore come geografo dell’umano. L’ “Osservazione educativa” nel lavoro dei servizi educativi con bambini e famiglie fragili, in Animazione Sociale, a. 46, n. 297 (gen. 2016), pp. 77-85
Cosa vuol dire “osservare” la storia di una persona, in particolare quella di un minore nella sua concretezza, e dunque approssimarsi ai suoi vissuti di sofferenza ma anche alle sue aspirazioni? Non è sufficiente la vicinanza fisica o emotiva, perché non è detto che troppo da vicini si veda e si “abbracci” meglio il paesaggio umano in cui il minore si sta muovendo. Da qui l’idea che un educatore osserva se si percepisce “geografo dell’umano”, che procede nell’esplorazione con uno sguardo prossimo ma distaccato, attento agli indizi senza la pretesa di aver capito tutto, sensibile alla fatica ma soprattutto alle aspirazioni che possono portare bambini e famiglie oltre le fatiche.

Elena Cabiati, Le forme di gestione dei Servizi Tutela Minori in Lombardia: un’indagine alla luce dei processi isomorfici, in Autonomie locali e servizi sociali, n.3 (dic. 2015), pp. 517-536
In questo articolo vengono esposti e analizzati i risultati di un lavoro di ricerca dedicato alla organizzazione dei Servizi di tutela minorile in ambito regionale lombardo, con particolare riferimento alle forme di gestione delle relative organizzazioni realizzate nei diversi Comuni.

Maurizio, Norma Perotto, Giorgia Salvadori, L’affiancamento familiare. Orientamenti metodologici, Carocci Faber, Roma, 2015, pp. 186
Il testo rappresenta uno strumento metodologico per approfondire gli aspetti più significativi dell’affiancamento familiare, così come è stato sviluppato in diverse parti d’Italia dalla Fondazione Paideia, in collaborazione con servizi sociali territoriali e realtà del privato sociale. Dietro un minore in difficoltà spesso c’è una famiglia in difficoltà: questo lo spunto che ha condotto all’elaborazione del modello di affiancamento familiare, una forma innovativa di intervento sociale, pensata per sostenere famiglie che vivono un periodo problematico nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il focus dell’intervento non è solo il bambino ma tutto il suo nucleo familiare: una famiglia solidale sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità. Le aree tematiche proposte nel volume costituiscono uno stimolo alla riflessione sugli aspetti preventivi e sullo sviluppo di azioni integrate nell’ambito del sostegno all’infanzia e alla famiglia in difficoltà.
Collocazione Biblioteca: 17621

Massimiliano Di Toro Mammarella, Nuova domiciliarità a Bologna in Prospettive Sociali e Sanitarie  a. 45, n. 3.1 (ago. 2015), pp. 12-15
L’esperienza presentata attiene al tema della “nuova domiciliarità” nell’area metropolitana di Bologna e testimonia l’impegno di riforma e cambiamento nella produzione di interventi sociali attraverso l’integrazione di questi nel sistema complessivo di welfare reale, che tiene cioè conto di tutti i fattori produttivi: intervento pubblico, famiglie, lavoro informale, risorse del volontariato.

Giuliana Costa, Politiche e progetti di nuova generazione a sostegno dell’autonomia abitativa dei giovani a Torino e a Milano, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 1 (apr. 2015), pp. 35-53
L’articolo illustra alcune delle politiche e dei progetti rivolti ai giovani dai 18 ai 35 anni d’età a Torino e Milano, due contesti metropolitani che hanno risposto in modo diverso alle esigenze abitative dei giovani e al tema della loro autonomizzazione dalla famiglia di origine. Ci si sofferma prioritariamente sulle politiche rivolte al sostegno dell’affitto e sugli interventi che vedono il coinvolgimento di attori pubblici in grado, se non di finanziarli, anche solo di diffonderli. La domanda cui si vuole cercare di dare risposta è se e come si sono create delle opportunità abitative per i giovani nei due contesti, e a partire da quale sistema di vincoli e di opportunità.

Francesco C. Billari, Gianpiero Dalla Zuanna, Nei Paesi moderni nascono ancora bambini, in Il Mulino, n. 477 (2015)  pp. 29-38
Gli autori, entrambi docenti di Demografia, analizzano l’andamento della natalità nei Paesi dell’Occidente, sottolineando come la decisione delle coppie di avere uno o più figli è collegata alla mentalità individuale e di coppia e all’organizzazione sociale, che non sono le stesse per tutti i Paesi. Si chiedono quindi quale possa o debba essere l’intervento che lo Stato può praticare a favore delle famiglie con figli, per incoraggiare la natalità, soffermandosi in particolare sulle politiche attuate dall’Italia.

Forum ANIA Consumatori, Università degli Studi di Milano, La famiglia al tempo della crisi. Tra vulnerabilità economica e nuove forme di tutela, Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 183
Crisi economica, crisi del welfare e contrazione dei redditi: un mix di fattori che rende le famiglie sempre più esposte a shock di varia natura, che ne possono compromettere la stabilità finanziaria. Il secondo monitoraggio sulla vulnerabilità economica delle famiglie italiane, condotto dall’Università degli Studi di Milano per il Forum ANIA – Consumatori, descrive l’evoluzione dell'”Indice di vulnerabilità” ed evidenzia i principali fattori di rischio, fornendo un quadro oggettivo e misurabile dei cambiamenti in atto nella nostra società. Il testo è articolato in due parti: 1) Vulnerabilità e benessere delle famiglie italiane, di S. Andreani; 2) Nuove emergenze e risposte innovative per fronteggiare il rischio vulnerabilità, di F. Maino e E.B. Benzi.
Collocazione Biblioteca: 16779

 Area disabili e anziani

Sabrina Quattrini, Assistenza alle persone con malattie croniche multiple. Politiche e pratiche, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 46, n. 4 (2016), pp. 25-29
L’articolo propone una riflessione sulle cure integrate per i pazienti con multimorbidità in Italia. Dopo una presentazione del contesto italiano a livello epidemiologico e di policy sulla multimorbidità, vengono illustrati i risultati del progetto europeo “ICARE4EU” relativi ai quattro programmi tra i più innovativi individuati in Italia e i principali driver di successo.

Mauro Perino, Perché le valenze sociali dei livelli essenziali dovrebbero essere assunte direttamente dal servizio sanitario, in Prospettive Assistenziali, n. 195 (lug.-set. 2016), pp. 4-7
Le prestazioni socio-sanitarie sono state definite dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, al quale è stata data forza di legge con l’approvazione dell’articolo 54 della finanziaria 2003. Si tratta di un provvedimento normativo importante che, mentre conferma il trasferimento dei malati cronici non autosufficienti o con gravi disabilità e limitata autonomia nella cosidetta “area dell’integrazione socio-sanitaria”, individua le prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali ad essa riconducibili, che devono rientrare tra i LEA, Livelli essenziali che il servizio sanitario nazionale è tenuto ad assicurare. Nell’articolo viene presentato un dibattito in merito all’argomento.

Cristiana Pregno, Servizio sociale e anziani, Carocci Faber, Roma, 2016, pp. 182
L’autrice affronta il processo di invecchiamento soprattutto nei suoi aspetti sociali riguardanti l’invalidità personale e l’implicazione della famiglie. Il ruolo dei servizi sociali è esposto sia per l’assistenza istituzionale che domiciliare. In ultimo viene considerata la violenza di cui gli anziani sono spesso vittime. Il servizio sociale, come disciplina e come professione, può apportare un contributo significativo alle nuove sfide che i bisogni della popolazione anziana propongono alla società e sollecitare lo sviluppo di sensibilità pubbliche e di competenze sul tema. Il libro si rivolge agli studenti e a chi già opera nell’ambito dei servizi sociali ed è interessato ad approfondire le complessità della condizione anziana e le strategie utili ad affrontarla. Cristina Pregno è assistente sociale specialista presso il Comune di Torino.
Collocazione Biblioteca: 17626

August Österle, Long-term Care Policies in Europe: Between Fiscal and Social Sustainability, in Politiche Sociali, a. 3, n. 1 (gen.-apr. 2016), pp. 3-20
Nel corso degli ultimi due decenni, molti paesi europei hanno visto ampliarsi l’esigenza di politiche di assistenza a lungo termine, ma questa tendenza è stata accompagnata dal contenimento dei costi. Questo contributo discute questi sviluppi delle politiche di assistenza a lungo termine europei dal punto di vista della sostenibilità. La sostenibilità di solito è discussa in termini di sostenibilità finanziaria, ma questi dibattiti di solito ignorano le conseguenze sociali per le generazioni future, mentre invece è necessario che, per essere sostenibili, le pratiche attuali non danneggino le loro opportunità. In questo articolo si evidenzia che, nella pratica, le misure di contenimento dei costi mettono a rischio la copertura delle esigenze di assistenza, la fornitura di lavoro di cura e un equo accesso alle cure a lungo termine. Secondo l’autore, se il concetto di sviluppo sostenibile è preso sul serio, è assolutamente necessario investire nelle politiche di assistenza a lungo termine.

Fondazione Italiana Malati di Alzheimer, L’impatto economico e sociale della malattia di Alzhaimer: Rifare il punto dopo 16 anni. Sintesi dei risultati, Censis, Roma, 2016, pp. 11
La collaborazione tra AIMA e Censis ha reso possibile la realizzazione di tre importanti studi sulla condizione delle persone affette da Alzheimer e delle loro famiglie. L’obiettivo di questo terzo e nuovo studio nazionale, realizzato grazie al contributo di Lilly, è stato quello di analizzare l’evoluzione negli ultimi 16 anni della condizione dei malati e delle loro famiglie privilegiando il punto di vista dei caregiver. L’indagine ha coinvolto un campione di 425 caregiver di malati di Alzheimer non istituzionalizzati e sono stati delineati: il profilo socio-demografico dei malati e dei caregiver; il quadro clinico dei malati e il percorso diagnostico; le terapie farmacologiche; i modelli di assistenza; il ruolo del caregiver; l’impatto sul caregiver degli oneri assistenziali; la dimensione economica dell’assistenza.

Bisogni di normalità. Intervista al prof. Carlo Lepri sui temi dell’autonomia e dell’adultità per le persone con disabilità, in Lavoro sociale, n. 1 (feb. 2016), vol. 16, pp. 5-13
L’articolo riporta un’intervista al prof. Carlo Lepri, uno dei maggiori esperti sulla tematica della disabilità, in particolare sulla promozione dell’autonomia e dell’adultità nelle persone disabili. Il professore ritiene che si corra a volte il pericolo di centrare troppo il proprio lavoro su una dimensione assistenziale e sui bisogni speciali, lasciando i secondo piano i bisogni normali della persona e lo sviluppo delle sue capacità di autonomia. Anche le politiche dovrebbero tener in conto queste istanze, incrementando le politiche di integrazione che aumentano la qualità della vita delle persone con disabilità. Nell’attuale società diventare adulti non è più una meta scontata neppure per i giovani normodotati, ma è un compito nel quale è necessario impegnarsi e lottare. Sui temi di questa intervista la Erickson sta preparando un convegno dal titolo “Sono adulto. Disabilità, diritto alla scelta e progetto di vita”, in programma per marzo 2016.

Laura Longo … [et al.], Indagine sul “Dopo di noi”. Prospettive nella provincia di Ferrara, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45, n. 4 (autunno 2015), pp. 12-15
Nel 2013 un gruppo di famigliari di persone disabili, in collaborazione con l’Azienda USL di Ferrara e in accordo con i gestori dei Centri socio-riabilitativi diurni e dei Centri socio-occupazionali della Provincia di Ferrara, ha compiuto un’indagine finalizzata a capire la tenuta e la composizione della rete familiare degli utenti disabili inseriti nei vari Centri. In una fase successiva la rilevazione ha permesso di analizzare in maniera approfondita il contesto familiare sino a giungere a una stima di richieste di residenzialità potenziali nel lungo periodo

Giancarlo Sanavio, Un sistema di servizi per le persone con disabilità e le loro famiglie, in Studi Zancan, a. 16, n. 4 (lug.-ago. 2015), pp. 69-77
L’articolo presenta l’evoluzione storica dei servizi diurni e residenziali nell’esperienza del Consorzio cooperative sociali di Padova e la costituzione dell’impresa di comunità. Viene preso in esame il periodo di crisi che ha investito i servizi dal 2008 e le strategie adottate con le famiglie nella ricerca di nuove soluzioni per garantire sostenibilità ai servizi, tra cui la Fondazione di partecipazione, il trust e la valutazione dell’esito.

Elena Luppi, Prendersi cura della terza età. Valutare e innovare i servizi per anziani fragili e non autosufficienti, Franco Angeli, 2015, Milano, pp. 140
Le riflessioni, gli approcci e gli strumenti metodologici presentati nel volume sono i risultati di un progetto di ricerca valutativa con esiti di ricerca-formazione. In particolare vengono illustrati la metodologia della ricerca realizzata, gli strumenti valutativi messi a punto nel corso del progetto e le relative procedure di valutazione formativa. Il libro si propone di offrire spunti teorici e operativi per progettare e realizzare interventi di valutazione, ricerca e formazione per tutti coloro che operano nei servizi alla terza età, nei vari contesti, per migliorarne l’offerta. L’autrice è ricercatrice in Pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, dove insegna Progettazione e valutazione degli interventi educativi e Pedagogia sperimentale. Collocazione biblioteca: 17097

Guido Bodda… [et al.], Centri diurni per disabili. Quali sfide nei nuovi scenari del welfare, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 44, n. 3.1 (ago. 2014), pp. 20-24
L’articolo rende conto del risultato di un lavoro di gruppo costituito da operatori di servizi diversi appartenenti al pubblico e al privato sociale, collocati in diverse province italiane, in preparazione del seminario “Centri diurni e disabilità: pensare futuro”, tenutosi nel 2013.

Valide sentenze sul diritto delle persone non autosufficienti alle prestazioni socio-sanitarie e sui relativi contributi Economici, in Prospettive Assistenziali, n. 191 (lug.-set. 2015), pp. 16-19
Questo articolo analizza cinque sentenze, ritenute molto valide, sul diritto alle prestazioni socio-sanitarie e ai relativi contributi economici delle persone non autosufficienti con grave disabilità o anziani malati.

Elena Cappellini … [et al.],  Sostenibilità di un modello universale di copertura contro il rischio di non autosufficienza, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 44, n. 2 (2014), pp. 5-10
L’obiettivo del lavoro è esporre un modello di finanziamento per la non autosufficienza, sostenibile da un punto di vista sia economico sia sociale. Avendo l’obiettivo di soddisfare in modo universale il fabbisogno di cura e assistenza dei non autosufficienti, l’approccio seguito è di tipo bottom up. L’articolo è suddiviso in tre paragrafi: il primo espone l’attuale sistema di offerta e finanziamento degli interventi per la non autosufficienza degli ultra sessantacinquenni; il secondo descrive il modello di cura e finanziamento proposto; l’ultimo fornisce una quantificazione del possibile impatto occupazionale.

Area dipendenze

Roberto Dalla Chiara, Cosa mi dice Andrea quando racconto di lui. Apprendere conversando dalle storie di servizio sociale in un’aula universitaria, in Animazione Sociale, a. 46, n. 302 (lug.-ago. 2016), pp. 81-89
L’autore, docente di Servizio sociale, racconta il caso di un ragazzo che ha seguito nel percorso di uscita dalla tossicodipendenza, focalizzandosi sulle parole che sono state significative e hanno inciso sulla decisione di curarsi.

Metello Corulli, Appunti sul movimento delle comunità in Italia. Nascita, sviluppi, enfatizzazioni e ridimensionamenti, malefici e malesorti…, in Terapia di Comunità, a.16, n. 62 (feb. 2016), pp. 1-30
Il presente scritto è una versione estesa del cap. I del volume “Comunità terapeutiche per la salute mentale. Intersezioni” (coll. 17249) e tratta la storia delle comunità terapeutiche: sia gli esordi in Gran Bretagna nel 1948 sia la nascita in Italia in seguito alle sperimentazioni e poi alla lenta applicazione della legge Basaglia (1978). Il tutto è riassunto in una tabella con una mappatura cronologica delle “comunità terapeutiche” italiane dagli anni ’60 agli anni ’90 dello scorso secolo L’articolo individua anche alcune tipologie di comunità: di accoglienza, di lavoro, leggere, alloggio, gruppi appartamento, “terapeutiche” per tossicodipendenti (con ulteriori specificazioni), residenziali, riabilitative,c. per la comorbilità, c. istituite da sette, REMS (C. per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza sanitaria, SRP. (Strutture Residenziali Psichiatriche). Troviamo inoltre un excursus storico delle difficoltà di rapporto tra il Servizio di Salute Mentale e il Dipartimento per le Dipendenze e sulle politiche sociali inerenti al tema; infine una mappatura nazionale delle comunità divise per regioni. Gli autori sono tre psicologi, psicoterapeuti e un medico, con vasta esperienza specifica sulle comunità terapeutiche.

Benedikt Fischer … [et al.], Illicit drug use and harms, and related interventions and policy in Canada: A narrative review of select key indicators and developments since 2000, in The International Journal of Drug Policy, gen. 2016 – on line, vol. 27, pp. 23-35
Già prima del 2000, il Canada ha affrontato alti livelli di consumo di droghe illegali e i relativi danni. Nello stesso tempo era sorta una fondamentale tensione fra la continuazione con un approccio politico antidroga basato principalmente sulla repressione e il passaggio a un approccio maggiormente orientato verso la salute. Nonostante l’abbondanza di nuovi dati e numerosi studi individuali emersi da allora, non esiste una rassegna esauriente degli indicatori chiave o degli sviluppi dell’epidemiologia riguardante il consumo e il danno delle droghe illegali, né esistono interventi o alcuna legge/politica; questo documento cerca di colmare tale lacuna. Gli autori hanno cercato e recensito pubblicazioni su riviste, come pure rapporti chiave, pubblicazioni governative, indagini ecc. che riferivano informazioni e dati dal 2000. I dati importanti sono stati selezionati ed estrapolati per inserirli nella rassegna e successivamente raggruppati e riassunti narrativamente in categorie sottotematiche per argomenti principali.

Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione Annuale al Parlamento 2015 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, Dipartimento Politiche Antidroga, Roma, 2015, pp. 691
Si consulti la parte 3: Interventi sanitari e sociali (rete dei servizi, trattamenti in carcere, segnalazione di reati).

Claudio Renzetti, Possono i servizi uscire dalla fortezza della solitudine? Educarci al welfare bene comune/1, in Animazione Sociale, n. 274 (giu.-lug. 2013), pp. 100-104
Secondo l’autore, sociologo clinico, oggi la disaffezione dei cittadini verso i servizi è alta, come pure i livelli di “paranoia e depressione” degli operatori. I cittadini faticano a trovare un senso ai servizi e questo processo di delegittimazione impedisce di vedere l’apporto del welfare per sopravvivere dentro l’attuale crisi. L’autore suggerisce alcuni possibili rimedi per cercare di uscirne.

Giovanni Pieretti, Enzo Grossi, Dalla drug addiction al benessere dell’individuo quale fenomeno socio-ambientale, in Sociologia urbana e rurale, a. 37, n. 106 (2015), pp. 89-100
Nel presente articolo gli autori descrivono un nuovo modello teorico-interpretativo rispetto al dibattuto tema delle dipendenze patologiche e quindi al correlato ambito della prevenzione, in grado di alterare lo stato psichico e fisico dell’individuo, pregiudicandone il funzionamento sociale ed economico oltre che, lo stato di salute. Gli autori illustrano come sia necessario passare da un approccio tecnicistico ad uno olistico, allargando la visione ad una prospettiva di prevenzione e cura, collegata alla relazione tra ambiente sociale e benessere dell’individuo.

Leopoldo Grosso, Dieci questioni di agenda politica sulle sostanze. Allestire adeguate condizioni per l’azione progettuale dei servizi per le dipendenze, in Animazione Sociale, a. 45, n. 292 (mag.-giu. 2015), pp. 23-29
Secondo l’autore, psicologo, psicoterapeuta e presidente onorario del Gruppo Abele, la crisi del welfare minaccia anche il lavoro di quanti, nei servizi, si occupano del consumo di sostanze. Una crisi finanziaria, ma, prima ancora, di tipo culturale e politico che irrigidisce la progettualità, incapace così di fare i conti con un originale contributo di ipotesi di lettura e di azione dentro l’evolversi dei problemi. Molte sono le questioni di una nuova agenda culturale e politica per una società che intenda misurarsi con le molte sofferenze connesse ai consumi di sostanze.

Educare senza punire. Oltre la droga e il disagio: quale progettualità?, Roma, pp. 11
Il documento, redatto a Roma il 2/12/1988, ha raccolto le adesioni delle seguenti associazioni: ACLI, AGESCI, Azione cattolica, Carcere e comunità, Caritas italiana, Centro studi zingari; CNCA (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza), Comunità di S. Egidio; CSI (Centro Sportivo Italiano); FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), GIOC, LABOS, Opera Don Calabria.
Collocazione Biblioteca: B4906

Alfio Lucchini, Droghe, comportamenti, dipendenze. Fenomeni norme protagonismo, Franco Angeli, 2014, Milano, pp. 298
Il consumo di sostanze e i comportamenti di addiction fanno ormai parte in modo strutturale della società contemporanea. Il volume definisce, contestualizza e analizza tematiche attuali, ma che spesso ancora sono ignorate, a partire dalla natura dei comportamenti di addiction e degli aspetti patologici delle dipendenze. Vengono illustrate le diverse sostanze e i principali comportamenti di addiction; vengono proposti approfondimenti e descritti strumenti e pratiche di particolare valore e interesse di applicazione, con grande attenzione al gioco d’azzardo patologico e all’alcolismo, due tipi di dipendenza che sono all’origine di molteplici problematiche, anche sociali. Vasta e aggiornata è anche la rassegna normativa presentata, con le fonti di legge che regolano questo complesso settore, evidenziando lo sviluppo storico e il senso delle normative. Ampio e dettagliato, infine, il capitolo dedicato alle proposte di politiche di settore e al ruolo degli operatori del mondo delle dipendenze. Alfio Lucchini è medico, direttore di struttura complessa di psichiatria, specialista in psicologia medica, psicoterapeuta, direttore del Dipartimento delle Dipendenze della Asl Milano 2.
Collocazione Biblioteca: 17030

Alfio Lucchini, Società Consumi Dipendenze. Principi Contesti Servizi, Franco Angeli, 2014, Milano, pp. 254
Il volume nasce dalla necessità di comprendere i fenomeni sociali e sanitari legati alle tematiche dei consumi e delle dipendenze patologiche in Italia, analizzando anche le risposte possibili e le attività dei servizi di cura. Obiettivo dell’autore è di proporre elementi di base utili per affrontare il tema, a partire dalla natura dei comportamenti di addiction e degli aspetti patologici delle dipendenze. Vengono inoltre sviluppati focus di approfondimento teorici e proposti strumenti e pratiche di particolare valore e interessi applicativi. Non mancano poi illustrazioni di progetti e sperimentazioni, ampi riferimenti legislativi utili al lavoro quotidiano degli operatori dei servizi. Il volume vuole promuovere un maggiore interesse al tema tra studenti, professionisti e amministratori pubblici. Collocazione Biblioteca 16886

Area Immigrazione

Marcello D’Amico, Questione migratoria e un’ Europa davvero inclusiva. Flussi migratori, crisi economica, minacce terroristiche: sono le sfide che attendono il Vecchio Continente. Senza dimenticare i valori profondi che lo contraddistinguono, in Lavoro sociale, n. 2 (apr. 2016), vol. 16, pp. 58-60
La questione migratoria è tornata con forza nell’agenda europea per diversi motivi: a causa del forte impatto negativo che la crisi economica ha avuto sull’occupazione e sul reddito; per la continua minaccia di attentati terroristici che fomenta xenofobia e intolleranza e per l’inarrestabile flusso di migranti richiedenti protezione internazionale. Si tratta di sfide per gli Stati Nazionali sul rispetto dei diritti umani e sulla solidarietà. Per una maggiore coesione interna, l’Europa non può basarsi solo su misure di sicurezza e su controlli alla frontiera, è necessario puntare su adeguate politiche per l’accoglienza e l’integrazione e sulla definizione di un quadro legislativo comune. Nel 2005 la commissione europea ha definito 11 principi e le possibili conseguenti strategie di integrazione suggerite, sono inoltre stati messi a disposizione delle singole nazioni un portale, un manuale sull’integrazione e un forum. Nell’ambito della programmazione finanziaria 2014-2020 è stato istituito il FAMI – Fondo Asilo Migrazione e Integrazione. Infine nel 2015 la commissione europea ha pubblicato un rapporto sugli “Indicatori per l’integrazione degli immigrati”.

Andrea Canevaro, Superare l’emergenza. Appunti per un progetto ambizioso e necessario, in Educazione interculturale, n.1 (gen. 2016) – on line, vol. 14, pp. 7
L’autore, uno dei massimi esperti di pedagogia viventi, avverte che l’articolo è scritto con l’intenzione di non dare risposte nell’immediato, ma di proporre una logica di progetto che esige tempo. Gli annegati dei barconi, le vittime della negazione dei diritti, vittime dei trafficanti, forse a loro volta vittime degli impresari dell’illegalità che vive sull’ignoranza dei propri diritti e sul lavoro nero… Tutte queste situazioni ci chiedono di: inserire in maniera strutturale e stabile le informazioni sulla cittadinanza fatta di diritti e di doveri; farlo insieme, chi scappa dalle disperazioni e noi, che potremmo credere, sbagliando, di essere liberi e di saperla lunga; fare uscire, chi fugge le disperazioni, dall’emergenza e costruire, con loro, un progetto.

Rita Finco, Marion Jacoub, Minori stranieri non accompagnati. Comprendere una realtà complessa e contradditoria in una prospettiva etnoclinica, in Educazione interculturale, n. 1 (gen. 2016) – on line, pp. 5
Da 25 anni, la Francia e l’Italia affrontano un’immigrazione particolare chiamata, in termini di legge, minori stranieri non accompagnati (MSNA): sono ragazzi non ancora maggiorenni che hanno lasciato il loro Paese d’origine senza genitori o tutore legale. Questo fenomeno di erranza indipendente ha visto la sua intensificazione in questi ultimi anni, provocando nei differenti Stati europei una situazione caotica, in quanto le realtà istituzionali incaricate di occuparsi di questa popolazione non dispongono di strumenti sufficienti né di politiche nazionali coerenti. Le contraddizioni sono tali che i professionisti dei servizi minorili e di salute mentale sono in una posizione di smarrimento continuo che impedisce loro di pensarsi protagonisti nell’accoglienza, nell’accompagnamento e nella cura. In questo articolo vorremmo offrire al lettore una breve riflessione sull’argomento, soffermandoci in particolare su una situazione clinica, in quanto tale problematica che è già stata approfondita nel dibattito scientifico da un testo curato da una delle autrici. Sul tema si veda anche I minori stranieri non accompagnati in Italia. V Rapporto ANCI/Cittalia.

A cura di Alfredo Agustoni, Alfredo Alietti, Politiche abitative e mix sociale: considerazioni e analisi di caso, in Sociologia urbana e rurale, a. 37, n. 108 (2015), pp. 15-116
Il presente lavoro si propone di riflettere, attraverso più contributi, sul mix sociale, quale politica di contrasto alla disuguaglianza socio- spaziale. La questione relativa agli esiti della prossimità sociale e spaziale tra le differenze, negli ultimi vent’anni, è tornata ad essere centrale come dispositivo di governo nelle aree metropolitane nordamericane ed europee. La promozione del social-mix a livello di quartiere attraverso la coabitazione (co-housing) con segmenti di popolazione caratterizzati da maggiori risorse sociali, economiche e culturali raffigura una strategia assai diffusa nel contrasto alla crescente marginalizzazione e segregazione dei gruppi sociali ed etnici più vulnerabili. Si veda anche Neoliberalismo, migrazioni e segregazione spaziale. Politiche abitative e mix sociale nei casi europeo e italiano, nel n. 106 (2015)  pp. 118-136

Davide Pizzi, “Mi chiamo Svetlana e faccio la badante”. Imparare a considerare con uno sguardo politico i fenomeni delle nostre città, in Animazione Sociale, a. 45, n. 296 (dic. 2015), pp. 91-98
Le inadeguate politiche del welfare italiano dagli anni Novanta hanno costretto i cittadini dotati di maggiori possibilità economiche a rivolgersi all’assistenza privata per far fronte alle necessità di cura dei loro anziani: un welfare autogestito dalle famiglie, come lo definisce il Censis. Il numero di badanti in Italia è arrivato a 700.000, ma il loro costo per molte famiglie è diventato insostenibile. Su questi temi si interroga l’autore, con l’attenzione rivolta all’integrazione delle risorse pubbliche e familiari, ma anche alle condizioni di vita e di lavoro delle badanti.

Chiara Peri, Rifugiati: un banco di prova per l’Unione Europea, in Aggiornamenti Sociali, a. 66, n. 11 (nov. 2015), pp. 747-757
Il tema della gestione delle migrazioni ha assunto sempre maggior rilievo nella politica europea, fino a diventare centrale nel corso dell’estate 2015 per l’acuirsi della situazione e per l’impatto mediatico delle molte tragedie avvenute. L’autrice, responsabile dei rapporti internazionali del Centro Astalli, in questo breve lavoro descrive il quadro della situazione degli ultimi mesi, indaga sulle decisioni che sono state prese dalle istituzioni europee al riguardo, evidenziandone alcune lacune.

Mariarosa Pipponzi, Stranieri e prestazioni assistenziali: il punto della situazione dopo le pronunce della Corte costituzionale sull’art. 80 co. 191. n. 388 del 2000, in Diritto Immigrazione e Cittadinanza, a. 17, n. 1 (2015)
L’articolo ricostruisce il percorso delle norme sulla fruizione delle provvidenze e delle prestazioni di assistenza sociale da parte di stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno. In seguito all’introduzione di forti limitazioni con l’art. 80 co. 191. n. 388/2000, alcuni giudici del lavoro presentarono ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo l’ultima norma discriminatoria. L’articolo analizza e commenta le prime pronunce della Corte costituzionale in merito.

A cura di Andrea Bassi e Giuseppe Moro, Politiche sociali innovative e diritti di cittadinanza.  Franco Angeli, 2015, Milano, pp. 271
Il testo analizza le politiche sociali e le loro implicazioni relativi al tema dei diritti sociali e di cittadinanza, con particolare riferimento a tre aree: famiglia e infanzia, invecchiamento attivo, immigrazione, al fine di individuare principi, metodologie e pratiche innovative, nonché gli esiti prodotti nei contesti sociali. Concetti come partecipazione, partnership, cittadinanza e advocacy, si rivelano fattori trasversali strategici per politiche sociali adeguate e personalizzate, nella prospettiva di un nuovo welfare inclusivo, partecipato e attivo.
Collocazione Biblioteca: 17094

Leonardo Cannavò… [et al.], Inclusione sociale. Prospettive-Approcci–Ricerche. Bonanno, 2014, Catania, pp. 208
Inclusione, integrazione, assimilazione, cittadinanza, e altri concetti ancora, descrivono in modo diverso quando e come le minoranze (sociali, etniche, linguistiche, migratorie) riescano a inserirsi nella più ampia società. Il libro, che nasce da una giornata di studi tenutasi alla Sapienza nel 2012, racconta come districarsi fra i molti approcci e problemi, che investono sia le basi teoriche sia i temi urgenti delle politiche sociali e del lavoro sia ancora le esperienze empiriche, tutte condotte secondo un approccio “mixed methods” nella consapevolezza della complessità dei temi ma anche delle possibili soluzioni all’esclusione sociale.
Collocazione Biblioteca 17018

A cura di Eide Spedicato Iengo, Vittorio Lannutti, Claudia Rapposelli, Migrazioni femminili, politiche sociali e buone pratiche. Narrazione di sé fra segnali di inclusione e distanze sociali, Franco Angeli, 2014, Milano, pp. 252
Frutto di una ricerca sull’inclusione sociale e lavorativa delle donne immigrate, il testo approfondisce i nodi problematici ancora presenti nel loro quotidiano. Le quaranta storie di vita analizzate hanno portato all’identificazione dei fattori sui quali va concentrata l’attenzione per consolidare le “buone pratiche” utili ad attivare relazioni costruttive fra autoctoni e stranieri. Un libro per tutti coloro che sono interessati alla conoscenza del fenomeno migratorio declinato al femminile, dai ricercatori ai decisori pubblici, dagli assistenti sociali a coloro che operano nelle organizzazioni di advocacy e nei servizi per le politiche migratorie, sia nel settore pubblico che nel Terzo Settore.
Collocazione Biblioteca: 16863

A cura di Adriano Cancellieri ed Elena Ostanel, Immigrazione e giustizia spaziale. Pratiche, politiche e immaginari, in Mondi migranti, n. 1 (gen.-apr. 2014), pp.21-136
La presente monografia è dedicata al concetto di “giustizia spaziale”, che fatica a trovare un adeguato riconoscimento nel dibattito scientifico in Italia, nonostante abbia una crescente, ancorchè discussa, visibilità a livello internazionale. Il presente lavoro è il risultato di un percorso collettivo che vuole far dialogare fra loro differenti prospettive disciplinari (sociologia, antropologia e urbanistica) rispetto ad alcuni dei principali ambiti di ricerca degli studi sull’immigrazione: casa, lavoro, spazio pubblico e scuola. Obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare in maniera riflessiva se il concetto di giustizia spaziale possa costituire una lente efficace per indagare i processi migratori e, più in generale, i processi di territorializzazione della differenza nelle città contemporanee.

Giovanni F. Ricci, Samantha Armani, Cittadinanza attiva e cultura euro mediterranea. Buone pratiche interculturali per una politica inclusiva, Franco Angeli, 2014, Milano, pp. 259
Di fronte a una cultura euromediterranea caratterizzata oggi da tensioni e violenze, osserviamo come essa costituisca, più che un insieme di culture, un unico bacino culturalmente attivo nel quale le ragioni della convivenza e della pacificazione possono trovare un terreno privilegiato per sviluppare valori di ricchezza, dialogo, integrazione e inclusione. In questa prospettiva il testo si prefigge lo scopo di raccogliere esperienze particolarmente significative messe in atto a livello comunitario da parte di istituzioni europee, autorità locali, organizzazioni non governative e centri di formazione professionale, e volte a favorire un’educazione alla responsabilità in grado di includere in una cittadinanza attiva.
Collocazione Biblioteca: 16780

Area penale

Pietro Buffa, Accompagnare i detenuti alla vita libera, in Animazione Sociale, a. 46, n. 301 (mag.-giu. 2016), pp. 18-28
Secondo l’autore, tra chi oggi opera in carcere è diffusa la convinzione che con molti detenuti sia impossibile preparare le dimissioni quando si avvicina il fine pena, ossia progettare percorsi di reinserimento sociale. E’ una convinzione motivata dal fatto che le persone in carcere appaiono prive di risorse personali, familiari e sociali su cui poter far leva per progettare il dopo. Le pagine di questo articolo documentano come costruire un’altra prospettiva di lavoro e di senso sia possibile.

Giorgia Stefani, Dalla certezza della pena alla certezza del recupero. Misure alternative: i primi risultati della ricerca, in Sempre, a. 39, n.3 (mar. 2016), pp. 36-38
L’articolo illustra i primi risultati del progetto “Reducing prison population: advanced tools of justice in Europe”, inserito nel progetto europeo Criminal Justice e coordinato dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, un progetto finalizzato al miglioramento delle conoscenze e allo scambio di misure innovative sulle pratiche alternative alla detenzione, sia nella fase pre che post processuale. Dal punto di vista di questa associazione, pensare alle alternative al carcere non significa solamente ridurre la popolazione carceraria, ma progettare percorsi integrali di recupero. Ne sono un esempio la “Comunità educante con i carcerati” e il progetto “Acero” rivolto a detenuti da ospitare in comunità perché senza casa e famiglia. Segue un’intervista a S. Zanni, coordinatrice del progetto sulla funzione riabilitativa della pena. Altro materiale sul progetto si trova al link:

Simona Materia, Welfare penitenziario e percorso di vita dei migranti, in Studi sulla questione criminale, a. 9, n. 1-2 (2014), pp. 65-80
Il carcere è a volte la prima istituzione italiana con cui entrano in contatto i migranti dal momento del loro arrivo in Italia. Proprio al suo interno essi hanno modo di usufruire di alcuni servizi, quali, ad esempio, l’istruzione, l’apprendimento della lingua italiana e la formazione lavorativa, e di avere l’opportunità di lavorare in regola. Nel presente lavoro l’autore analizza, con riferimento agli stranieri di sesso maschile che transitano per il carcere, se questo passaggio attraverso la detenzione rappresenti una tappa del processo di inclusione subordinata dei migranti, o sancisca la loro esclusione dalla società italiana. Per capire se il “welfare penitenziario” giochi un ruolo importante in questo processo di integrazione, l’autore prende in esame i racconti di vita di migranti recidivi e regolarmente residenti intervistati nel 2011 in Umbria, dai quali evince se hanno avuto modo di beneficiare di nuove opportunità – in particolare istruzione e lavoro – e quale sia stata la reale utilità della detenzione ai fini dell’inclusione e dell’inserimento nel mercato del lavoro.

Ruggero Capra, Il sapere professionale dell’assistente sociale innanzi alle pressioni erosive del welfare state: uno studio di caso nel settore delle misure alternative alla detenzione in Italia, in Autonomie locali e servizi sociali, a. 38, n. 1 (apr. 2015), pp. 107-125
L’articolo si propone di far luce sul possibile divario, o al contrario sulla possibile coerenza esistente, tra gli assunti della professione degli assistenti sociali e quanto accade nella realtà operativa del loro lavoro. Tale domanda viene intrecciata con un’altra che riguarda la trasformazione della società: come reagiscono gli assistenti sociali ai processi di erosione del welfare state? Da un lato si analizzano le caratteristiche del sapere professionale nel settore delle misure alternative alla detenzione in Italia, dall’altro si esplora come il medesimo sapere sia stato utilizzato nell’ipotesi che il neoliberismo rappresenti una forza erosiva del welfare state.

Ennio Tomaselli, La carta dei figli dei genitori detenuti, in Minorigiustizia, n. 3 (2014), pp. 175-183
L’articolo riporta e commenta il testo della “Carta dei figli dei genitori detenuti”, un Protocollo d’intesa sottoscritto il 21 marzo 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e dalla onlus Bambinisenzasbarre. Mancava infatti ancora un documento ufficiale dedicato ai diritti dei figli dei detenuti, sostanzialmente basati sull’esigenza di mantenere i rapporti con i genitori in carcere.

Area privato sociale

Massimo Campedelli … [et al.], Caratteristiche e transizioni del non profit in Italia, in Politiche Sociali, a. 3, n. 1 (gen.-apr. 2016), pp. 21-122
Lo scopo di questo focus è quello di aggiungere analisi e considerazioni al dibattito sulla riforma del Terzo settore, attualmente in discussione in Parlamento, dibattito che negli ultimi quarant’anni è andato crescendo in ambito politico e mutidisciplinare. Si propone inoltre di offrire indicazioni di metodo per affrontare uno scenario complesso dal punto di vista politico, giuridico ed economico. I contributi presenti nel focus si concentrano su alcune linee di riflessione. Sulla prima, che riguarda la “demografia” delle istituzioni no-profit, sono centrati i seguenti contributi: “Il non profit: conoscenza e cambiamento” di M. Campedelli e G. B. Sgritta, “Cambiamenti organizzativi e ruolo societario delle organizzazioni di Terzo settore” di M. Lori e E. Pavolini. L’articolo di F. Deriu e D. De Francesco analizza le “Differenze di genere nell’occupazione, l’organizzazione e la gestione delle istituzioni non profit in Italia”; l’articolo di G. P. Barbetta e R. Lodigiani “In or out? Le società di mutuo soccorso tra Terzo settore e welfare plurale” affronta il tema dei confini tra settore no profit ed economia sociale; infine il contributo di S. Busso ed E. Gargiulo “«Convergenze parallele»: il perimetro (ristretto) del dibattito italiano sul Terzo settore” è una rassegna (non esaustiva) degli studi sul tema fatti negli ultimi quarant’anni.

A cura di Franco Floris, Buona economia senza buone istituzioni? Prime riflessioni dopo la legge delega sul Terzo settore e impresa sociale, in Animazione Sociale, a. 46, n. 300 (apr. 2016), pp. 3-13
Nell’intervista a Luca Fazzi, docente di Sociologia presso l’Università di Trento ed esperto di temi del Terzo settore e di cittadinanza attiva, si affrontano interrogativi su come dare futuro al Terzo settore e all’impresa sociale dopo l’approvazione della legge delega.

Welforum: Rivisitare il rapporto tra enti pubblici e del privato sociale, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45 n. 2.2 (giu. 2015), pp. 3-33
La monografia prosegue (dopo il numero di maggio) la pubblicazione di articoli tratti dagli interventi al Seminario Welforum dal titolo “Verso una nuova strategia di relazione tra enti pubblici ed enti del privato sociale”, tenutosi a Firenze il 4-5 dicembre 2014. Vengono qui presentate le esperienze locali, portate avanti in diversi territori italiani, sulla coprogettazione, la domiciliarietà, l’officina partecipata, le abitazioni assistite, il welfare comunitario, le integrazioni tra le professioni sociali. Nel numero successivo (a. 45, n. 2.1, mag. 2015, pp. 1-31) troviamo la monografia Costruire nuove relazioni tra enti pubblici e privato sociale. Speciale welforum, dove sono presentate le relazioni più di taglio politico, nazionali e regionali, aggiornate seguendo l’iter parlamentare della riforma del Terzo settore

A cura di Matteo Olivo, Il farsi impresa di un’impresa che si vuole sociale. Quel che il nostro tempo richiede alle imprese sociali per una co-produzione del welfare, in Animazione Sociale, n. 291 (2015), pp. 3-12
Intervista a Stefano Zamagni, docente di Economia politica presso l’Università di Bologna, secondo il quale la cooperazione sociale e il terzo settore, facendo leva sullo spirito imprenditoriale che hanno accumulato nella loro storia, oggi sono chiamati a lavorare a una nuova fase imprenditiva che può prendere forma dal confronto tra terzo settore, imprese profit, pubbliche istituzioni.

A cura di Lucia Boccacin, Annette Zimmer, La morfogenesi del terzo settore: approcci e prospettive internazionali, in Sociologia e Politiche Sociali, n. 3 (2015), vol.18, pp. 5-171
Questo numero della rivista propone una riflessione sulle organizzazioni di terzo settore in Europa, alla luce di studi e analisi condotte in Germania, Inghilterra, Spagna, Irlanda, Croazia e Italia. Le analisi condotte entro i diversi contesti consentono di chiarire le peculiarità della presenza del terzo settore a livello internazionale, il suo apporto distintivo, i tratti qualificanti e quelli di criticità. Il quadro complessivo che emerge è quello di un settore sociale composito, differenziato e in profonda trasformazione sotto il profilo culturale, organizzativo e operativo. Chiudono la rivista due ricerche che parlano rispettivamente del volontariato giovanile in Emilia Romagna e di come la mutua sanitaria Cooperazione Salute di Trento possa essere un caso di innovazione sociale

A cura di Matteo Orlandini, Niels Akestrom Andersen, Partnership e interfacce regolative oltre il welfare state, in Sociologia e Politiche Sociali, n. 1 (2015), pp. 9-102
La monografia vuole continuare la riflessione sulle partnership sociali con un taglio teorico ed empirico. Il primo contributo approfondisce il concetto di partnership come forma del contratto. Il secondo presenta lo sviluppo del modello sociale tedesco di partenariato tra Stato sociale e società civile organizzata: sotto l’onda della liberalizzazione del corporativismo, questo modello rischia oggi di ridursi a un universo in cui esistono solo Stato e mercato. Il terzo contributo svolge il tema della partnership dal punto di vista dell’incertezza che oggi caratterizza il sistema del welfare. Infine l’ultimo articolo indaga sulle partnership attraverso i dati raccolti con l’ultimo Censimento Istat sulle Istituzione Non Profit.

Massimo Tagarelli. La partecipazione del terzo settore nella pianificazione di zona. Sinergie e occasioni perse per la costruzione del welfare locale?, in Autonomie locali e servizi sociali,  n. 1 (apr. 2014), pp. 81-94
L’articolo mira a riflettere sulle discrasie esistenti tra enunciazione formale e pratiche reali nei modelli di governo della programmazione sociale. L’ipotesi che l’autore cerca di indagare è che una delle ragioni per cui la costruzione partecipata della pianificazione di zona si presenta in modo difforme e discontinuo sul territorio risiede nel fatto che l’élite politico-amministrativa faccia fatica ad adeguarsi a un modello di governo declinato in termini di “governance” piuttosto che di “government” e, soprattutto, a identificare il terzo settore come parte sociale nel processo di costruzione allargata delle politiche pubbliche.

Area povertà ed esclusione sociale

Maurizio Motta, Quanti sono i poveri? Come misurare la povertà e a quale scopo, in Prospettive Assistenziali, n. 195 (lug.-set. 2016), pp. 8-15
I dati che l’Istat presenta periodicamente sulla povertà in Italia (quante sono le famiglie povere e qual’è la soglia di povertà) devono essere utilizzati con attenzione al loro significato e al modo con il quale sono stati ricavati. Ad esempio, non sono strumenti adatti per definire quando e quanto erogare un contributo di sostegno al reddito, nè identificano adeguatamente tutte le risorse che compongono la condizione economica di una famiglia, perchè ignorano i patrimoni mobiliari e immobiliari posseduti. Impressionanti le differenze fra le rilevazioni dell’Istat e quelle del Comune di Torino in materia di povertà. L’autore propone una riflessioni su metodi alternativi utilizzabili.

Francesco Maggio, Economia decente. Come crescere senza umiliare le persone, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2016, pp. 155
L’autore prende spunto dall’invito di papa Francesco ad elaborare un’economia “decente”, cioè adeguata alla dignità umana. Il libro contiene numerose informazioni sull’andamento dell’economia mondiale e di quella italiana con particolare riguardo all’industria, alla borsa, alle banche. Vengono forniti molti dati riguardanti fatti di cronaca economica anche molto recenti, con una critica all’organizzazione a livello mondiale dell’economia che produce sempre maggiore povertà. Si cerca di proporre un cambiamento rispetto al presente che tenga in maggiore considerazione i fattori di equilibrio nella programmazione politica ed economica. Francesco Maggio è giornalista ed economista e scrive sui rapporti fra etica, economia e società civile. Collocazione Biblioteca: 17635

 Massimo Baldini, Troppi bambini poveri in Italia, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 46, n. 3.1 – 3.2 (lug. 2016) – on line, pp. 46-47
In Italia nel 2015 il rischio di povertà è aumentato soprattutto per le coppie con due figli. Sono poveri circa un milione di bambini. Rimane invece sostanzialmente stabile la quota degli anziani. Il fenomeno riguarda tutta l’area euro. Si nota però un cambio di rotta nelle politiche, avvenuto con la delega al governo per il contrasto alla povertà, che prevede la nascita del reddito di inclusione, una forma di reddito minimo per le famiglie in grave povertà, condizionato dalla partecipazione a un percorso di inclusione e per ora riservato a nuclei con minori, disabili o disoccupati anziani.

A cura di Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali, Come contrastare la grave emarginazione adulta. Far fronte alla sofferenza urbana, in Animazione Sociale, a. 46, n. 301 (mag.-giu. 2016), pp. 29-72
Questo inserto ospita le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia. Approvate in Conferenza Unificata il 5 novembre 2015 “(Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), indicazioni preziose, frutto dell’elaborazione di chi opera a contatto con storie di povertà estrema. La grave emarginazione adulta è un problema sociale in aumento. Essa è un intreccio di povertà di beni materiali, di competenze, di possibilità e capacità, che si combinano in situazioni di fragilità personali multidimensionali e complesse, le quali conducono alla deprivazione e all’esclusione sociale di chi ne è colpito. Varie sono le storie delle persone in povertà estrema che sopravvivono nelle strade delle città. Un disagio sociale profondo, ancora troppe volte affrontato con logiche emergenziali o residuali. Sul tema si veda anche l’articolo di Caterina Cortese, Anna Zenarolla, Housing First: una sfida per il contrasto alla grave marginalità e l’accesso alla casa anche in Italia, in Autonomie locali e servizi sociali, a. 39, n. 1 (apr. 2016), pp. 179-193

Paolo De Nardis … [et al.], Le città nella crisi, in RPS : La rivista delle politiche sociali. n. 1 (gen.-mar. 2016), pp. 7-182
In un tempo in cui la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle città e in cui mutamenti strutturali e recessione economica hanno impatti significativi sulle condizioni di vita delle persone, la «questione urbana» si impone con urgenza. Questa monografia indaga le politiche urbane messe in campo per far fronte alla crisi, con uno sguardo anche alle soluzioni innovative sperimentate in alcune realtà locali. Un focus specifico è riservato alle periferie, luoghi stigmatizzati dove vivono i soggetti e i gruppi maggiormente colpiti dai mutamenti degli assetti socioeconomici.

 A cura di Teresa Bertotti, Valentina Zanetello, Il servizio sociale di fronte alle nuove povertà. Un percorso di riflessione, in Prospettive Sociali e Sanitarie, n. 1.1 (2016), pp. 30-42
Si tratta di due contributi sul tema della povertà e del ruolo degli assistenti sociali in questo ambito presentati al Convegno “Il servizio sociale di fronte alla sfida delle nuove povertà” (Castiglione Olona, ottobre 2015). Nel primo (“Il servizio sociale di fronte alla sfida delle nuove povertà” di Maria Antonietta Masullo e Valentina Zanetello) le autrici prendono spunto dal codice deontologico della professione di assistente sociale per riflettere sulle sfide che questa deve affrontare di fronte all’emergere di nuove forme di povertà. Nel secondo (“Nuove povertà: sguardi e traiettorie del servizio sociale” di Cecilia Menefiglio e altri), a partire da una riflessione sui diversi significati del termine povertà e sulle conseguenze di esclusione sociale a cui le persone povere vanno incontro, si propone un’analisi dei diversi modi di reagire delle persone alla povertà.

 Lorenzo Bandera, Chiara Lodi Rizzini e Franca Maino, La povertà alimentare, in Il Mulino, n. 2 (2016), vol. 65, pp. 259 -267
Il welfare italiano è sottoposto a due grandi pressioni che ne condizionano efficienza ed efficacia: da una parte i vincoli di bilancio, dall’altra l’aumento dell’indigenza, dovuta solo in parte alla crisi del 2008. I dati legati ai consumi alimentari, a dispetto dell’abbondanza di risorse disponibili nei Paesi europei, Italia compresa, dimostrano come sempre più persone riducano gli acquisti alimentari e non siano in grado di accedere ad alimenti in modo sufficiente a garantire una vita sana (povertà alimentare). L’Europa, a partire dal 2014, ha dunque messo a disposizione un Fondo di aiuti Europei agli indigenti (Fead) a cui si affiancano in Italia alcune misure varate con la Legge di stabilità. La povertà alimentare si accompagna però spesso anche ad altri bisogni: di lavoro, salute, contatto umano, bisogni a cui spesso cerca di far fronte il privato sociale insieme ai servizi pubblici. La partnership pubblico-privato sembra dunque tentare di rileggere e ricodificare bisogni, risorse e soluzioni dettate dall’aumento della povertà e, di conseguenza, l’insicurezza alimentare.

Daniela Mesini .. [et al.], Il nuovo ISEE nei servizi sociali, in Prospettive Sociali e Sanitarie, n. 1.1 (2016), pp. 1-24
Si tratta di una raccolta di tre articoli sul tema del nuovo ISEE (indicatore della situazione economica equivalente, DPCM 159/2013), tratti dal seminario Welforum tenutosi a Milano il 13 novembre 2015. Nel primo articolo (“Stato di recepimento dell’ISEE e adempimenti necessari” di Daniela Mesini) l’autrice, economista dell’Istituto per la Ricerca Sociale, informa sullo stato di applicazione del nuovo indicatore e pone l’accento sui problemi incontrati dagli enti erogatori di prestazioni sociali o socio-sanitarie nell’adeguamento alla nuova normativa. Nel secondo articolo (“ISEE: principali questioni applicative e punti di attenzione” di Maurizio Motta) l’autore, docente universitario ed esperto di welfare, analizza i principali nodi applicativi dell’ISEE utilizzando le informazioni raccolte da Regioni e Comuni attraverso un questionario. Infine l’ultimo articolo (“Nuovo ISEE e servizi sociosanitari e socio-assistenziali a Firenze” di Andrea Francalanci e Raffaele Uccello) illustra l’esperienza dell’applicazione del nuovo indicatore alle prestazioni sociali erogate dal Comune di Firenze dove gli autori sono amministratori.

 Alessandro Martelli, Lotta alla povertà e articolazione locale delle policies. Il caso della carta acquisti sperimentale, in Sociologia urbana e rurale, a. 38, n. 110 (2016), pp. 107-123
La Carta acquisti sperimentale, realizzata in 12 Comuni italiani nel periodo 2014-2015, ha proposto una combinazione fra erogazione monetaria e forme di inclusione attiva di tipo socio-lavorativo. L’articolo propone una ricognizione comparativa del processo di implementazione della Carta dei Comuni coinvolti, mettendo in luce le implicazioni e gli aspetti emergenti in relazione a un possibile schema nazionale di reddito minimo che si ponga come livello essenziale delle prestazioni.

Censis, 49° Rapporto sulla situazione sociale del paese 2015, Franco Angeli, Milano, 2015, pp. 532
Giunto alla 49ª edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase di ripresa che stiamo attraversando. Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come la società stia seguendo uno sviluppo fatto sulla sua storia di lungo periodo, sulla capacità inventiva, sulla naturalezza dei processi oggi vincenti: un impasto che connota il «resto» che non entra nella cronaca e nel dibattito socio-politico, e non accede al proscenio della visibilità mediatica, ma anima il «racconto» reale del Paese. Nella seconda parte, «La società italiana al 2015», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, descrivendo una società sconnessa a bassa autopropulsione, ma anche i punti di ripartenza (e trasformazione) dell’Italia, nonostante politica e società siano ancora fuori sincrono. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.
Collocazione Biblioteca: 01R49

Maurizio Motta, Questioni da non eludere per costruire un reddito minimo, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 45, n. 4.2 (dic. 2015), p. 8-12
E’ in corso un vivace dibattito politico riguardo alle misure da prendere contro la povertà e si va nella direzione di promulgare un “Piano nazionale contro la povertà” nella legge di stabilità 2016. L’autore, docente di politiche e servizi sociali, auspica che siano definiti con precisione i meccanismi dell’intervento da costruire e vengano messi a fuoco efficacemente i nodi sui quali esprimere le scelte politiche: come conciliare le nuove misure riguardanti l’istituzione del reddito minimo con le preesistenti; come impostare il tema delle pensioni e degli assegni sociali; come allestire percorsi di inserimento sociale e lavorativo; come misurare la condizione economica (uso dell’ISEE); quali limiti e procedure fissare per usufruire dei servizi garantendo equità.

A cura di Alessandro Martelli, La carta Acquisti Sperimentale per la lotta alla povertà, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 3 (dic. 2015), pp. 347-497
La lotta alla povertà costituisce uno dei nuclei centrali dei sistemi di welfare e, in questo senso, può dunque essere riconosciuta come missione fondativa delle politiche socio-assistenziali. Nel corso del tempo, la lotta alla povertà ha assunto forme e ha seguito finalità e criteri assai differenziati e variabili, in rapporto all’idea stessa di povertà, alla sua definizione e alla sua misurazione, alla sua genesi e ai fattori intervenienti. Nella monografia i diversi contributi analizzano la Carta Acquisti sperimentale nel suo disegno politico e nella sua attuazione, attraverso i casi di diverse città italiane.

A cura di Giulio Cederna, Atlante dell’infanzia (a rischio). Bambini senza. Origine e coordinate delle povertà minorili, in Save the Children, Roma, 2015,102
Il “senza” del titolo rimanda a una condizione di privazione ed esclusione che tanti, troppi bambini sperimentano ancora oggi nel nostro paese e che viene esplorata in questo nuovo Atlante, attraverso mappe e grafici. L’inserimento dei dati in un sistema informatico facilmente aggiornabile e flessibile e la loro rappresentazione in forma di mappe e cartogrammi tramite il sistema GIS, consentono una visione simultanea, riassuntiva e comparativa dei fenomeni che aiuta a leggere i bisogni dei territori, a orientare le scelte e i programmi di intervento. Per arricchire il quadro informativo si è scelto di integrare la ricerca con un reportage realizzato dal fotografo Riccardo Venturi che, come l’anno scorso, ha accompagnato Save the Children lungo le strade, i quartieri, i luoghi educativi e di relazione, battuti dall’Atlante. Questi i titoli dei capitoli: La mafia uccide anche i bambini; Corruzione dei minori; Bambini senza stato; La crisi del capitale; Altri senza nell’età dell’innocenza.

Fondazione Emanuela Zancan, Cittadinanza generativa. La lotta alla povertà. Rapporto 2015, Il Mulino, Bologna, 2015, pp. 181
Il «welfare generativo» prefigura politiche capaci di andare oltre l’assistenzialismo e porre un freno alla dissipazione delle risorse disponibili. La «cittadinanza generativa» è un cambio di paradigma verso nuovi modi di essere società. Chiede ad ogni persona di contribuire alla lotta alla povertà e alla disuguaglianza, mettendo in campo le proprie capacità a «corrispettivo sociale». In questo modo chi beneficia di aiuti di welfare può entrare in gioco attivamente e aiutare ad aiutarsi, così da generare dividendo sociale. Il volume si divide in tre parti. Nella prima parte vengono presentati esempi di welfare generativo e degenerativo, evidenziando modi per riconvertire la spesa sociale da costo a investimento. Nella seconda si illustra come valorizzare al meglio le risorse e le capacità a disposizione, facendo della lotta alle disuguaglianze un’area di investimento e sviluppo sociale. La terza parte affronta il tema delle innovazioni giuridiche necessarie per facilitare pratiche di tipo generativo, a livello locale, regionale e nazionale.
Collocazione Biblioteca: 33R15

 Pierluigi Dovis, Per carità e per giustizia, Il welfare delle parrocchie, Edizioni Gruppo Abele, Torino,  2015, pp. 139
Il welfare “ecclesiale” tra delega e responsabilità è il tema che attraversa il libro dell’autore, una rassegna documentata sull’evoluzione della povertà che, a seguito della crisi e più in generale della carenza di adeguate politiche di intervento, continua a interessare le comunità. Il testo descrive chi sono i poveri che arrivano alle parrocchie e le loro esigenze, e come le comunità parrocchiali si “inventano” nuovi modi di accompagnare le persone che non trovano risposte in altri servizi. Pierluigi Dovis è Direttore della Caritas diocesana di Torino.
Collocazione biblioteca: 17233

A cura di Luca Ricolfi e Rossana Cima, Disuguaglianza economica in Italia e nel mondo. Dossier 1/2015, Fondazione Hume, 2015, pp.89
Il dossier della Fondazione David Hume, che analizza più di 50 anni di storia della diseguaglianza in quasi tutti i paesi del mondo, fornisce una base di dati ampia e relativamente completa per provare a fornire qualche risposta all’interrogativo seguente: è vero che le diseguaglianze stanno crescendo in modo esplosivo nel mondo? Nel dossier, ogni qual volta sono presentati dati o elaborazioni (altrui o originali), vengono sempre esplicitate le fonti e i metodi di analisi, che sono poi ulteriormente dettagliati in appendice. Il primo capitolo è una breve rassegna di alcuni dei più importanti e recenti studi sulle disuguaglianze. Il secondo capitolo presenta una nuova stima dell’andamento della disuguaglianza mondiale, tra i paesi e entro i paesi, dal 1950-60 al 2012, ricostruito a partire dalla base dati più esaustiva tra quelle accessibili, sia in termini di nazioni sia in termini di rilevazioni nel tempo. Nel terzo capitolo viene presentata la dinamica dei due gruppi che occupano le posizioni estreme nella distribuzione dei redditi: i super ricchi e le persone in condizione di povertà. Il quarto mostra l’andamento della disuguaglianza in Italia, analizzando dapprima l’evoluzione della disuguaglianza nazionale dei redditi e del numero di famiglie in difficoltà, poi il divario Nord-Sud. La frattura tra Nord e Sud Italia viene esaminata anche nell’ultimo capitolo, dedicato al peso e alla consistenza della cosiddetta Terza società.

A cura di Massimo Santinello e Marta Gaboardi, Marginalità estreme, in Psicologia di Comunità, n. 2 (2015) pp. 9-92.
La parte monografica di questo numero raccoglie i seguenti contributi: – “Povertà e marginalità: quali strategie in tempo di crisi?”, di F. Disperati, M. Gaboardi, M. Santinello; – “Housing First: successo, modelli e sfide politiche”, di M. Lancione; – “Dalla marginalità verso l’empowerment: le famiglie di Bolognaland”, di D. Corna, Enrica Sibillio, C. Albanesi; – “Percorsi di impoverimento al femminile”, di A. Zenarolla; – “La promozione della salute del territorio per la gestione delle marginalità sociali a fronte della crisi economica. Esperienze progettuali per il riassetto delle interazioni nella comunità”, di G.P. Turchi, D. Cigolini, P. Ferrari; – “Dall’inclusione alla coesione sociale: riflessioni dalla “strada” alla luce del concetto di proscialità reciprocante”, di V. Rosa, P. Luengo Kanacri.

A cura di Vito Peragine, Povertà e politiche di inclusione sociale. Differenze e confronti territoriali, Carocci, 2014, Roma, pp. 182
Il volume affronta il tema della povertà e delle politiche di inclusione sociale a partire dal caso-studio della Regione Puglia, ma offrendo analisi di interesse generale. I diversi contributi toccano problemi cruciali e spesso insidiosi che andrebbero affrontati in vista dell’introduzione, anche nel nostro Paese, di una misura universale di contrasto alla povertà, sia essa il reddito minimo o il supporto per l’inclusione attiva o una qualche altra forma di sostegno alle persone e alle famiglie in stato di disagio economico. Affronta il tema di chi sono i poveri, come individuarli e come individuare efficacemente i beneficiari di una politica di inclusione. Intorno a queste domande, che pongono questioni metodologiche, analitiche e normative di non facile natura, si snoda il volume.
Collocazione Biblioteca: 17150

Emanuela Ranci Ortigosa … [et al.], La misurazione del benessere per orientare le politiche territoriali, in Prospettive Sociali e Sanitarie, n. 3 (2014), pp. 1-29.
Questo numero monografico raccoglie alcuni degli interventi presentati il 26 marzo 2014 a un seminario organizzato da Wellforum, in collaborazione col Comune di Genova, nel corso del quale si è affermato che, per misurare il benessere, occorre un approccio diverso da quello focalizzato solo sullo sviluppo economico, misurabile come PIL. Il benessere è quello delle persone, riguarda la loro condizione di vita; inoltre il benessere a livello sociale e di contesto non è determinato dalla mera somma dei benesseri individuali. Oltre a considerare i vari indicatori di povertà, sviluppo, benessere elaborati da diverse istituzioni internazionali e locali, i contributi pubblicati sono orientati anche a misurare il benessere in relazione alle politiche sociali territoriali, presentando diverse esperienze, come quelle riguardanti le città di Barcellona e di Genova.

Area lavoro

Paolo Roberto Graziano … [et al.], Le politiche per l’occupazione giovanile in Europa, in Politiche Sociali, a. 3, n. 2 (mag.-ago 2016), pp. 219-310
Questo focus monografico raccoglie i seguenti contributi: “Youth unemployment policies: beyond school-to-work transition policies”, di P. R. Graziano, P. Vesan; “Plus ca change…? Innovation and continuity in UK employment policy during the Great Recession”, di A. Tassinari, K. Hadjivassiliou, S. Swift; “NEETs. Can the Dutch meet their needs?”, di S. Bekker, S. Klosse; “Per uno schema europeo di sostegno alle transizioni attive: prime riflessioni a partire dalle politiche per l’occupazione giovanile in Italia”, di P. Vesan; “Le prospettive occupazionali dei giovani al termine dei percorsi di istruzione e formazione in Italia e in Europa alla luce dell’indicatore europeo sulla transizione scuola-lavoro”, di R. Cascioli. Sullo stesso tema anche l’articolo a cura di Alessandro Martelli, Le politiche giovanili in Europa: sviluppo, articolazione e recenti tendenze, in Autonomie locali e servizi sociali, a. 37, n. 3 (dic. 2014), pp. 373-490.

Luciano Abburrà, Luisa Donato, Carla Nanni, Né a scuola, né al lavoro. Chi sono i Neet? Una ricognizione in Piemonte e in provincia di Torino, in Informa Ires, n. 2 (giu. 2016), pp77-85
L’acronimo “Neet” (Neither in Employment, nor in Education or Training) identifica i giovani che non lavorano e al contempo non sono più in formazione o istruzione, con l’obiettivo di circoscrivere soggetti a rischio di esclusione sociale verso i quali indirizzare le politiche di contrasto all’emarginazione. L’Ires Piemonte ha pubblicato un ampio dossier statistico sul tema: in Italia, nel 2014, oltre un giovane su quattro si trova nella condizione di essere definito Neet; in Piemonte mostra nel biennio 2012-13 un incremento più consistente rispetto ad altre regioni come la Lombardia e Veneto.

Carlo Carboni, Lavoro ed evoluzione tecnologica, in Il Mulino, n. 2 (2016), vol. 65, pp. 346-354
Secondo l’autore, docente di Sociologia, in Europa la crisi dei ceti medi è imputabile maggiormente al declino del Welfare piuttosto che all’avvento delle tecnologie. Il mercato dei social media necessita ad esempio di un basso apporto di lavoro umano e spinge una maggior concentrazione di ricchezza in poche mani contribuendo all’aumento delle disuguaglianze, tuttavia il fatto che l’avvento delle nuove tecnologie abbia inciso negativamente sull’occupazione, è controverso. Il futuro del lavoro si presenta incerto soprattutto in alcuni grandi Paesi europei (Germania, Francia e Italia), mentre nei Paesi anglosassoni, Stati Uniti e Regno Unito la tecnologizzazione ha portato all’aumento di reddito e occupazione. Secondo l’autore sarebbe compito dei governati europei varare una politica espansiva nei settori high tech, altamente vantaggiosi per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro e l’aumento della qualità della vita

Guglielmo Malizia, Carlo Nanni, Welfare e Educazione. Le politiche del governo Renzi: la Buona Scuola, il Jobs Act, in Orientamenti pedagogici, n. 4 (ott.-dic. 2015), pp. 793-817
L’articolo esamina le relazioni tra sistemi nazionali di welfare e di educazione, cercando di delineare l’evoluzione nei modelli e nei rapporti che li caratterizzano. In particolare concentra l’analisi su un paradigma di Stato sociale attivo, dinamico e promozionale che pone al centro le politiche del capitale umano. Segue un’esemplificazione di questo andamento negli orientamenti dell’attuale governo: l’esame si focalizza soprattutto sugli interventi costituiti dal DDL 2994, “La Buona Scuola”, e dal cosiddetto “Jobs Act”. L’articolo si conclude con un confronto tra modelli e politiche concrete e cerca di trarre indicazioni operative per il futuro.

Isabella Crespi, Maria Letizia Zanier, Condizione femminile, percorsi di vita e politiche sociali: nuove diseguaglianze nell’età anziana, in Sociologia e Politiche Sociali , n. 1 (2015), vol. 18,  pp. 103-123
Lo status sociale delle donne e il loro ruolo è profondamente mutato negli ultimi decenni in direzione di una maggiore equità, ma ci sono ambiti ancora non abbastanza rivoluzionati. L’articolo esamina il divario pensionistico di genere in Europa, analizzando le ragioni dello svantaggio femminile. I congedi per maternità, la cura delle persone anziane della famiglia interrompono spesso i cicli lavorativi e non sempre il sistema di welfare nei paesi europei supporta le donne in queste circostanze.

Chiara Saraceno, Povertà senza governo, in Il Mulino , n. 479 (2015),  pp. 505-513
Nel presente lavoro l’autrice propone una riflessione su povertà e mancanza di lavoro. In questo contesto, indaga sul ruolo che rivestono alcuni fattori, determinanti per individuare l’incidenza del richio di povertà : l’età degli individui, le condizioni famigliari, il ruolo delle politiche del lavoro e dell’accesso all’occupazione.

Serena Sorrentino … [et al.], Jobs Act: criticità ed effetti, in RPS: La rivista delle politiche sociali, n. 4 (ott.- dic. 2014), pp. 13-130
La monografia qui presentata esamina l’ultima riforma del mercato del lavoro (la terza in poco più di dieci anni), il così detto “Jobs Act”. Per inserire le questioni specifiche in un contesto economico caratterizzato dal declino industriale e produttivo, dalle complesse trasformazioni in atto in Europa sia dal punto di vista strutturale che da quello delle politiche di sviluppo, si inizia con una fotografia della situazione attuale in Italia. Il contributo successivo analizza invece le novità riguardanti gli ammortizzatori sociali, a partire dalla così detta Naspi, per esaminare se le politiche sociali proposte siano in grado di ridurre le diseguaglianze e le frammentazioni oggi esistenti. I contributi successivi esaminano poi questioni fondamentali quali la revisione delle mansioni, la disciplina dei licenziamenti, gli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni, la mancanza di una politica industriale nel nostro paese

Altre fonti

Per altre indicazioni bibliografiche, pubblicazioni ed eventi relativi ai percorsi tematici proposti è possibile consultare i siti di seguito elencati, che costituiscono solo degli esempi e non esauriscono le fonti di aggiornamento presenti in rete:

wwww.aidoss.org/

www.cedostar.it

http://www.cnoas.it/

http://www.comune.bologna.it/sportellosociale/

https://www.fondazionezancan.it/

ww.lavoro.gov.it

www.minori.it/

www.osservatorionazionalefamiglie.it

www.piemonteimmigrazione.it/

www.ristretti.it/

www.redattoresociale.it

Mafie

Aggiornata a marzo 2024 

I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità indicate. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in Biblioteca sul tema in oggetto. Per ulteriori approfondimenti, consultare il catalogo bibliografico; in biblioteca ed anche su catalogo esiste un’apposita sezione “mafie” con ampio assortimento di studi di settore. 

Se interessati si può consultare anche la bibliografia e filmografia su educazione alla legalità e la bibliografia sulla corruzione.

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

 Studi e inchieste sulle mafie 

mafie-storie-della-criminalita-organizzata-milano-cronache-di-criminalita-organizzata_1Salvatore Garzillo, Sergio Nazzaro, Milano: cronache di criminalità organizzata, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 158 pp.
Milano, l’unica città realmente europea in Italia è anche la città più attraversata da diverse criminalità, di ogni angolo del mondo globalizzato. Una città che diventa preda di gruppi e organizzazioni di ogni dove, che camminano spalla a spalla per le strade del centro quanto della periferia. Si muovono veloci come la città stessa. Storie criminali passate velocemente nella cronaca quotidiana che vengono investigate in profondità per la prima volta e disvelano mondi sconosciuti.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.49

Stefano Becucci, La Mafia cinese, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 154 pp.
Il volume introduce il lettore al lato in ombra della storia cinese. Risponde alle domande sulla Triade, criminalità cinese in Italia, attività illecite in cui sono coinvolte queste formazioni criminali. La prima parte del volume mette in luce le circostanze che hanno portato alla costituzioni delle Triade e alla loro espansione nelle colonie dei cinesi d’oltremare. In seguito, lo sguardo si sposta sull’Italia, delineando le caratteristiche della criminalità organizzata presente nel nostro Paese e le relazioni che intercorrono con quella autoctona, mentre la parte finale esamina nel dettaglio l’ampia gamma di attività illegali entro le quali sono coinvolti i gruppi criminali cinesi. Nella stessa collana si vedano anche, tra gli altri, i volumi sulla mafia russa (MAF.07.51), giapponese (la Yakuza: MAF.07.39); nigeriana (Black mafia; MAF.07.28) e albanese (MAF.07.23)
Collocazione Biblioteca: MAF.07.51

Nadia Cozzolino, Le Guerre di ‘ndrangheta, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 154 pp.
La ‘ndrangheta è, oggi, una delle più potenti e ricche holdings criminali del mondo, con ramificazioni in tutti i continenti, Cinquant’anni fa, i vecchi capibastone che tutelavano le tradizioni della “società dello sgarro” vennero soppiantati dai boss emergenti di Reggio Calabria nel corso di una guerra da centinaia di vittime. Da quel momento la criminalità organizzatapcalabrese si è evoluta prestando il fianco ai pezzi deviati dello Stato e della massoneria, dedicandosi alla corruzione e al narcotraffico su scala globale.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.50

copertinaA cura di Marcello Ravveduto, Le Mafie nell’era digitale. Rappresentazione e immaginario della criminalità organizzata, da Wikipedia ai social media, Franco Angeli Open Access, Milano, 2023, 183 pp.
Attraverso un approccio double talent, in grado di coniugare conoscenze umanistiche e informatiche, lo studio ha indagato la presenza, in termini di qualità e quantità, delle mafie sugli SNS (Social Network Sites). Consapevole del ruolo rivestito dai contenuti digitali in quanto fonti primarie, l’autore ha adottando tre diversi tipi di metodi di ricerca per estrarre e analizzare una grande mole di dati dalle piattaforme. Da un iniziale metodo manuale per i social di proprietà di Meta, applicato a più di 50 profili, pagine e gruppi Facebook, è passato a un’analisi semiautomatica per l’individuazione di temi e argomenti. Questi sono stati, infine, trattati con un proficuo e innovativo metodo automatico, attraverso il ricorso a codici Python, che hanno permesso di processare 20mila commenti a video YouTube, 90 GB di video TikTok, per un totale di 11.500 video e 2 milioni e mezzo di tweet. Nel testo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

Francesco Ferasin, I Baby boss, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 153 pp.
Sfrecciano sui motorini, vestono all’ultima moda, hanno Rolex costosissimi al polso, collane d’oro e pistole con il colpo in canna nascoste nei pantaloni. I baby boss nascono così, tra i vicoli di Napoli. Crescono con la violenza della camorra negli occhi. Regnano nei social networks, comandano in strada. Un fenomeno inedito quello delle paranze dei bambini, sconosciuto al mondo delle mafie tradizionali. Dalle parti di Forcella, invece, il codice d’onore non c’è più. Qui la giovinezza viene barattata in cambio del potere. Una luce evanescente messa in mano a ragazzini che non sanno con cos’altro giocare se non con la propria vita. Sul tema si veda anche il libro di Isaia Sales, Teneri assassini. Il mondo delle babygang a Napoli, Marotta&Cafiero, Melito di Napoli, 2021, 219 pp. (Coll. Bibl.: 19659)
Collocazione Biblioteca: MAF.07.46

Stefano Baudino, Il Maxiprocesso di Palermo, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 159 pp.
Il testo, partendo dalla fine degli anni settanta, inizio ottanta, presenta la Palermo in cui cadono centinaia di mafiosi e uomini delle istituzioni. Ma quando Antonino Caponnetto, nuovo capo dell’Ufficio istruzione, raggruppa validi magistrati, tra i quali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta, creando il “pool” antimafia, intraprende un’azione leggendaria, rivoluzionando nel metodo e nel merito la lotta alla mafia. Si apre così la strada al Maxiprocesso di Palermo, che sancirà la più grande vittoria dello Stato contro cosa nostra.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.34

9788836172214_0_536_0_75Enzo Ciconte, Carte, coltello picciolo e carosello. I Grandi processi di fine Ottocento alla “mala vita” e le origini della criminalità organizzata in Puglia, Manni, San Cesario di Lecce, 2023, 1548 pp.
L’Autore ricostruisce le vicende dei processi celebrati nell’Ottocento attraverso la stampa dell’epoca, le deposizioni, gli atti giudiziari e l’Archivio Centrale dello Stato. E li situa nel contesto della Puglia di quegli anni, di miseria e disoccupazione. Analizza la situazione delle carceri pugliesi, in cui la malavita, discendente diretta della camorra e della ‘ndrangheta, fin dalla seconda metà dell’Ottocento riesce a proliferare, grazie anche alla corruzione delle guardie e alla loro connivenza con i detenuti. È un’organizzazione che detta le regole, stabilisce rituali di affiliazione, impone il pagamento del pizzo, che ha al suo interno una gerarchia, dei gradi con nomi precisi e un sistema di reciproci obblighi da rispettare.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.511

Elisa Ghidini, DIA & co., RCS Mediagroup, Milano, 2023, 154 pp.
La DIA, Direzione Investigativa Antimafia, è stata fondata ufficialmente nel 1991 a partire di un’idea di Giovanni Falcone e può rappresentare il braccio operativo della DNA, Direzione Nazionale Antimafia. Inoltre, poiché la mafia rischia di infiltrarsi ovunque girino grosse quantità di denari e quindi nei grandi cantieri, in seno alla DIA è operativo l’OCAP, cioè l’Osservatorio centrale sugli appalti pubblici, che devono essere informati dai Prefetti a proposito degli atti antimafia che emanano. La DIA agisce parlando poco e apparendo mai ma il sito della stessa rappresenta una miniera di informazioni. Qui si possono reperire infatti tutte le relazioni semestrali che la DIA produce e invia al Parlamento: si tratta di documenti che forniscono una fotografia della criminalità suddivisa per province italiane, per tipologia di affari e per metodi di contrasto. Collocazione Biblioteca: MAF.07.36

Nadia Cozzolino, Raffaele Cutolo e la nuova camorra, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 156 pp.
Dal caso Tortora, vittima di un grave errore giudiziario, al sequestro dell’assessore campano Ciro Cirillo il nome di Raffaele Cutolo è legato ad alcune delle più controverse storie italiane. Il superboss, fondatore e unico capo della Nuova Camorra Organizzata, ha trascorso molti anni in carcere e proprio lì è riuscito a organizzare un esercito di 10.000 camorristi pronti a tutto: fondando la consorteria Nuova Famiglia si è innescata una sanguinosa guerra di camorra da oltre 1000 morti ammazzati tra cui molti innocenti. Si veda anche il volume di Dario Fiorentino, La Camorra, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 155 pp. (coll. Bibl.: MAF.07.03) e il libro di Gigi Di Fiore, La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle parenze dei bimbi, UTET ; DeA Planeta Libri, [Torino] ; Milano, 2021, 557 pp. (Coll. Bibl.: MAF.01.457).
Collocazione Biblioteca: MAF.07.21

51fGGxkcgyL._AC_UF1000,1000_QL80_Nello Scavo, Libyagate. Inchieste, dossier, ombre e silenzi, Vita e pensiero, Milano, 2023, 102 pp.
Libyagate è il nome di un’inchiesta condotta da alcuni giornalisti anche a rischio della propria sicurezza personale, come l’autore inviato di “Avvenire. In una Libia già dilaniata dalle lotte tra clan e fazioni, vanno in scena i drammi dei migranti, uomini, donne e bambini, torturati, violentati, uccisi dai trafficanti, anche in quei centri governativi di detenzione sostenuti dall’Europa, Italia compresa: una vera e propria fabbrica della tortura, dove si vive in un solo modo, inumano e degradante, e si muore in molti modi diversi, mentre i traffici proseguono e si diramano ben al di là delle sabbie nordafricane. Perché il ‘grande gioco libico’ è allargato e trasversale, va dal traffico di uomini a quello delle armi, dallo smistamento di sostanze stupefacenti alle flotte fantasma che contrabbandano petrolio, in una rete internazionale che dalla Libia giunge in Europa attraverso Malta e l’Italia, con la connivenza di faccendieri e politici e sotto il grande ombrello delle organizzazioni mafiose.
Collocazione Biblioteca: 20501

Stefano Baudino, Tommaso Ricciardelli, Il clan dei Casamonica, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 155 pp.
Questa è la storia di un clan di ferro, che inizia dal viaggio intrapreso da una coppia di sinti d’ Abruzzo alla volta della Città Eterna, prosegue con la conquista di interi quartieri grazie ai legami con la banda della Magliana e con la ‘ndrangheta e trova il suo sbocco finale nella controffensiva dello Stato, sancita dal maxiprocesso ai danni degli “zingaracci”, riconosciuti ufficialmente come mafiosi. E’ la storia della famiglia Casamonica.
Collocazione Biblioteca: MAF. 07. 10

Andrea Giambartolomei, Il re di Denaro, in lavialibera, 16 gennaio 2023 – on line, pp. 1-5
Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande boss latitante di Cosa nostra, è stato arrestato all’alba del 16 gennaio 2023 dai carabinieri alla clinica privata Maddalena, nel centro di Palermo. Su di lui gravano diverse condanne per associazione mafiosa e diversi omicidi. Inoltre Messina Denaro è tuttora sotto processo perché accusato accusato di essere il mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Per trent’anni è stato tra gli uomini più ricercati al mondo. Latitante dal 1993, ha potuto contare su una fitta rete di protezione, dalla Sicilia al Nord Italia. All’interno dell’articolo si trova un’infografica sui beni sequestrati e confiscati a persone a vario titolo riconducibili al boss, aggiornato ai dati disponibili a luglio 2020. Sul sito della rivista si trova inoltre un editoriale datato 16 gennaio 2023 dal titolo: “Arrestato Matteo Messina Denaro, Ciotti: “Notizia di cui essere felici, ma le mafie non sono soltanto i loro capi””. Sul tema si veda inoltre il libro di Ettore Mazzotti, Messina Denaro, Provenzano e i grandi latitanti, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 157 pp. (coll. Bibl.: MAF.07-19) e l’articolo di Gian Carlo Caselli, Un successo ma la lotta alla mafia continua. La cattura di Messina Denaro, in Rocca, a. 82, n. 3 (feb. 2023), pp. 18-19

024219252Carla Cucco, Il Vizio del gioco: betting e gambling nella rete delle organizzazioni mafiose, Giuffrè Francis Lefebvre, Milano, 2023, 95 pp.
La ricerca descritta nel testo è articolata in quattro capitoli: 1) Mafia e giochi s.r.l.: una panoramica criminologica; 2) La disciplina normativa del gioco d’azzardo e delle scommesse e le ricadute criminali; 3) Il Tribunale di Palermo, tra indagini e merito; 4) Mafia-betting e Mafia-gambling de iure condendo. Per ciascuna delle quattro macro-aree è stato adottato un metodo di lavoro di stampo sia compilativo che sperimentale.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.520

Nino Fasullo … [et al.], Il motivo che tiene in vita Cosa nostra, in Segno, a. 48, n. 435 (mag. 2022), pp. 3-73
Questo fascicolo della rivista è dedicato quasi interamente alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, assassinati trent’anni fa a Palermo insieme alle scorte. I vari contributi intendono cercare risposte alla domanda “Perchè della mafia non si viene mai a capo?”. La riflessione, il dibattito, il confronto potrebbero aiutare a uscire, insieme, da una storia sempre più intricata e priva di moralità.

Elio Sanfilippo, Il grande abbaglio. Peppino Impastato e il PCI, Navarra, Palermo, 2022, 72 pp.
Per la prima volta un saggio analizza il rapporto tra il PCI e Peppino Impastato, grazie alla diretta testimonianza e all’analisi dell’autore, Elio Sanfilippo, dirigente del Partito e presente nei momenti cruciali di questa vicenda. Il rapporto tra Impastato e il PCI fu caratterizzato da aspre polemiche e dure contrapposizioni, che culminarono nel “grande abbaglio” del PCI che non denunciò, subito e apertamente, la matrice mafiosa dell’omicidio. Elio Sanfilippo descrive il travaglio interno che il gruppo dirigente visse alla notizia della morte di Peppino e le ragioni dell’iniziale posizione di ambiguità, dovute in parte alla coincidenza con il delitto Moro ad opera delle Brigate Rosse. Fino al momento della “svolta”, alla quale seguì un fermo impegno per rivelare la verità sull’omicidio e ricucire lo strappo provocato nel movimento antimafia.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.605

71PVeN768nL._AC_UF1000,1000_QL80_Enzo Ciconte, L’assedio. Storia della criminalità a Roma da Porta Pia a Mafia Capitale, Carocci, Roma, 2021, 280 pp.
L’autore, docente di Storia delle mafie italiane e già consulente della Commissione parlamentare antimafia, esplora le diverse facce della criminalità e il groviglio di interessi presenti nella città di Roma a partire dall’inclusione nel Regno d’Italia. Secondo l’autore, solo a Roma convivono tante forme eterogenee di malavita, dalla violenza di strada alla criminalità locale evoluta in organizzazione mafiosa, o che agisce con modalità mafiose, alle mafie storiche come cosa nostra, camorra e, soprattutto, ‘ndrangheta. Sotto attacco continuo, la città non è stata mai definitivamente espugnata da un solo potere criminale. Per la prima volta, questo libro fa luce sul groviglio di interessi e sull’anima oscura della città, lì dove traggono forza i poteri che per conquistarla si sono di volta in volta alternati, combattuti e alleati.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.593

Marco Mastroianni, Chiesa e mafie. Quale condanna?, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2021, 276 pp.
Il libro affronta il tema del rapporto tra la Chiesa ed il fenomeno della criminalità organizzata. Esso viene sviscerato partendo dall’analisi dei pronunciamenti offerti dai Pontefici e dai Vescovi sulla piaga delle mafie, evidenziando come, seppur a tratti in modo faticoso, la denuncia ecclesiale si sia gradualmente affermata fino ad essere ai giorni nostri incontrovertibile, con l’attestazione della totale incompatibilità tra l’appartenenza cristiana e quella mafiosa. Da tale constatazione, con particolare riferimento alla “scomunica” di Papa Francesco in Calabria del 2014, si cerca di appurare quali concreti provvedimenti tale denuncia abbia generato, per rilevare l’assenza di una vera norma penale canonica che colpisca i fedeli mafiosi. Si prospetta perciò il percorso da seguire per giungere ad un possibile intervento normativo canonico, cosa potrebbe motivarlo a partire dalla grave condotta morale degli aderenti alle mafie e quale ne sarebbe la finalità. Si veda anche l’articolo di Piero Melati, Non è lecito convivere con la mafia, in Segno, a. 47, n. 428-429 (ago.-set. 2021), pp. 12-20
Collocazione Biblioteca: MAF.01.494

Fedele Salvatore, Giovanni Zoppoli, Scampia, il vento del cambiamento, in Aggiornamenti Sociali, a. 73, n. 1 (gen. 2022), pp. 58-63
Dall’essere “supermercato della droga” sotto lo stretto controllo della camorra, il quartiere di Scampia alla periferia di Napoli ha cambiato volto, esprimendo una grande vitalità associativa e riappropriandosi di un territorio abbandonato a se stesso. Nell’intervista a Fedele Salvatore (Cooperativa sociale Irene) e a Giovanni Zoppoli (Associazione Mammut) si racconta il cambio di passo avvenuto, il ruolo dei vari soggetti coinvolti, dalle istituzioni pubbliche alla società civile.

COSA-LORO-COSA-NOSTRA-def_be60a8041a791783c5d48c954142a1b8Andrea Di Nicola, Giampaolo Musumeci, Cosa loro, Cosa nostra. Come le mafie straniere sono diventate un pezzo d’Italia, Utet, Milano, 2021, 233 pp.
Le triadi cinesi riciclano denaro in tutta Europa (ma in epoca di Covid-19 si danno al cybercrime); i clan ucraini gestiscono il contrabbando di sigarette; i cult nigeriani amministrano il racket della prostituzione e controllano le piazze di spaccio a colpi di machete; i dealers marocchini trasportano l’hashish da Tangeri a Genova; le gang di latinos trasformano i parchi di quartiere in zone di guerriglia. A poco a poco, le mafie d’importazione hanno guadagnato un loro spazio rispetto alle organizzazioni mafiose “tradizionali”, stravolgendo l’universo del crimine così come si conosceva, dove si alternavano cosche strutturate e piccolo malaffare. Nonostante le origini multiculturali, le nuove mafie si rifanno al modello della grande criminalità organizzata Made in Italy (Cosa nostra, camorra, ’ndrangheta) con cui a volte guerreggiano ma spesso collaborano, prendendone a prestito i codici e le regole. Il criminologo Andrea Di Nicola e il giornalista d’inchiesta Giampaolo Musumeci intrecciano atti processuali, fatti di cronaca e testimonianze dirette per ricostruire le dinamiche segrete e i riti di affiliazione di queste organizzazioni criminali.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.598

Antonio Laronga, La quarta mafia. La criminalità organizzata foggiana nel racconto di un magistrato sul fronte, PaperFIRST, Roma, 2021, 280 pp.
La “quarta mafia” è la definizione mediatica delle mafie foggiane, una criminalità emergente che coniuga arcaicità e modernità, localismo e globalizzazione. La “Società” foggiana, la mafia garganica e la mafia cerignolana sono raccontate attraverso quarant’anni di vicende criminali tratte da fonti giudiziarie e da documenti investigativi. Nel tempo, la “quarta mafia” ha saputo fare il salto di qualità, trasformarsi in una mafia moderna, in grado di permeare l’economia e la vita pubblica delle comunità assoggettate. Negli ultimi anni, lo scioglimento per mafia di alcuni comuni e l’improvviso aumento della violenza omicida, hanno lasciato intravedere ad un pubblico più ampio alcuni frammenti di un disastro civile. Questo libro contribuisce a disvelare l’origine, l’evoluzione e gli assetti attuali di un fenomeno criminale complesso e pericoloso, assurto ormai a problema nazionale. L’autore è Procuratore aggiunto di Foggia. Sul tema si veda anche l’articolo di Piero Ferrante [et al.], Foggia microcosmo mafioso, in lavialibera, n. 10 (2021), pp. 20-48
Collocazione Biblioteca: MAF.04.590

Giovanni Mancinon, Molise criminale. Quello che gli italiani non sanno su un crocevia di affari, omicidi, armi, droga, terroristi e latitanti, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2021, 189 pp.
L’autore, giornalista impegnato nell’informazione su tematiche ambientali e sociali, conduce il lettore nel Molise, specchio dell’Italia intera e anche del mondo, presentato a volte come vittima, a volte come responsabile di eventi delittuosi e mafiosi. Attraverso le storie raccontate nel libro, vengono toccati diversi temi, come l’uso del territorio per ospitare criminali e mafiosi, il coraggio di alcuni esponenti delle forze dell’ordine, il terrorismo, i femminicidi.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.597

Marco Vigna, Brigantaggio italiano. Considerazioni e studi nell’Italia unita, Interlinea, 2020, 559 pp.
Attraverso l’analisi delle fonti, lo studio permette di fare il punto sul problema del brigantaggio nell’Italia postunitaria. Rivelando la complessità di questo fenomeno e smontandone la percezione odierna, il libro offre uno sguardo originale anche sul problema attuale e irrisolto delle mafie.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.416

Aspetti pedagogici, psicologici e sociologici

cinemaGabriele Costa, Gian Mauro Costa, La mafia al cinema, RCS Mediagroup, Milano, 2024, 159 pp.
«Arriva la mafia!»: con questo grido Cosa Nostra, alla vista di alcuni uomini armati a cavallo, irrompe nel film di Pietro Germi In nome della legge e nel cinema italiano: È il 1949. Da quel momento saranno centinaia le pellicole e poi i prodotti televisivi a raccontare e a rappresentare la mafia. Con risultati artistici e stilistici ben differenti: dai capolavori ai gangster movie dominati dalla violenza, dalle celebrazioni più o meno retoriche, alle letture comiche intelligenti o volgari. Una lunga storia con vette luminose e anfratti in chiaroscuro che ha suscitato censure, contrasti, polemiche politi- che, scelte coraggiose, cambiamenti culturali, record di botteghino e audience. Ma che comunque ha emozionato, coinvolto il pubblico e segnato profondamente la storia del cinema e della televisione. E della stessa mafia.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.57

Girolamo Lo Verso e Laura Di Rienzo, Psicologia mafiosa, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 154 pp.
Il volume esplora, tramite il racconto di oltre due decenni di ricerche sul campo, il legame, recente, tra la mafia e la psicologia, partendo da una descrizione approfondita delle pratiche “educative” con cui i mafiosi vengono formati, e le peculiarità dei mondi famigliari in cui essi nascono. Si esplorano così le caratteristiche dell’identità mafiosa, facendo anche riferimento alle esperienze di psicoterapia.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.44

Sabrina Garofalo, Donne, violenza e ‘ndrangheta. Metodi, storie e politiche, Novalogos, Aprilia (RM), 2023, 109 pp.
La ‘ndrangheta, intesa come specifica organizzazione di potere, si traduce in forme quotidiane di dominio che lega i territori e i corpi. Partendo dalla violazione dei diritti e delle libertà delle donne, emerge un quadro a tinte variegate, in cui la comunanza delle esperienze non implica la negazione della soggettività. Il testo vuole contribuire al dibattito attuale su donne e ‘ndrangheta, proponendo prospettive altre che indeboliscano “l’imperativo della scelta” per proporre modelli e politiche di sottrazione e rifrazione. Ciò che emerge dalle storie è che le donne sopravvissute alla violenza mafiosa necessitano di percorsi il cui baricentro sia il diritto all’autodeterminazione. L’autrice è ricercatrice, impegnata negli studi di genere e nelle politiche di prevenzione e contrasto alle mafie.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.620

downloadA cura di Ombretta Ingrascì e Monica Massari, Come si studiano le mafie? La ricerca qualitativa, le fonti, i percorsi, Donzelli, Roma, 2022, 205 pp.
La criminalità organizzata, soprattutto di tipo mafioso, è un oggetto di analisi che impone ai ricercatori uno sguardo critico. Le autrici si interrogano su come si possa studiare un fenomeno che non si presta a essere osservato direttamente, che risulta sovraccarico di immagini di senso comune e che risente di rappresentazioni sociali diffuse, profondamente legate alla prospettiva istituzionale. A partire dalla ricerca di studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari – dalla sociologia al diritto, dall’antropologia alla storia, dalla geografia alla criminologia – questo volume si pone come strumento utile per coloro che non solo vogliono interrogarsi su tecniche di ricerca, fonti e approcci disciplinari, ma sono anche interessati ad approfondire e affinare la consapevolezza delle implicazioni etiche e politiche delle proprie scelte e farsi carico degli esiti che i processi di conoscenza sono in grado di innescare, sia sul piano delle rappresentazioni del fenomeno che su quello delle decisioni pubbliche.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.502

G. M. Patrizia Surace, Biografie difficili. Famiglie e mafie tra conciliazione e rieducazione, Progedit, Bari, 2022, 144 pp.
La lettura multidisciplinare del fenomeno mafioso si concentra, in prevalenza, sull’intervento educativo a favore di quei bambini e ragazzi che si trovano, sin dalla tenera età, a stretto contatto, per ragioni familiari o ambientali, con i contesti di criminalità organizzata. L’obiettivo, in coerenza con l’esperienza maturata dall’autrice presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, è quello di tutelare la loro crescita. La specificità pedagogica di questo percorso offre ai minorenni coinvolti la possibilità di relazionarsi con il proprio mondo interiore e con gli altri a partire dalle occasioni educative proposte. Le biografie narrate descrivono l’annientamento delle loro potenzialità esistenziali secondo un sistema di “devianze apprese” nel quale la “normalità” di vita è l’esito di un investimento pedagogico deviato.
Collocazione Biblioteca:   MAF.01.504

A cura di Antonio Vesco, Elena Ciccarello, Una questione politica. Il sapere sulla mafia in Italia, in Studi sulla questione criminale, a. 16, n. 2 (2021), pp. 7-107
Il numero monografico della rivista apre una riflessione sul rapporto tra stereotipi e le pratiche quotidiane che riguardano le mafie, cioè sul gioco di rimandi tra le rappresentazioni delle mafie veicolate dai mezzi di comunicazione e la vita quotidiana degli appartenenti all’universo mafioso o di coloro che, a vario titolo, vi si confrontano. I contributi proposti sono i seguenti: “La forza del diritto: attori, retoriche e campi sociali nella battaglia simbolica per la definizione del fenomeno mafioso” di Alessandra Dino; “La mafia come problema pubblico. Il ruolo del potere giudiziario nella scoperta delle “mafie di Ostia” ” di Elena Ciccarello; “Fra distanziamento e affermazione. Pratiche narrative di donne di mafia detenute” di Martina Paranza; “Meglio un pollaio domani che una gallina oggi. Le polizie speciali nella lotta al terrorismo e alla mafia: uomini, prassi e metodi” di Gabriele Licciardi.

476-99Z_Book Manuscript-2302-1-10-20200221.pdfA cura di Antonia Cava, Il gioco del killer. Culture mafiose e minori, Franco Angeli, Milano, 2020, 141 pp.
Questo volume raccoglie i contributi di studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari, accomunati dall’aver preso parte al Master “Esperto in intervento sociale minori e mafie”. I saggi proposti analizzano le culture mafiose e la devianza minorile generando un serrato confronto tra differenti prospettive teoriche e di ricerca. Una riflessione interdisciplinare che non solo interpreta il tema dei “figli di mafia”, ma esplora anche strategie che possano offrire un’alternativa sociale, culturale e affettiva.
Collocazione Biblioteca: P0041

Francesca Dalrì … [et al.], Nessuna parità oltre la finzione, in lavialibera, n. 7 (2021), 20-46
Il dossier raccoglie diversi contributi sul tema della parità di genere, dal tema delle disuguaglianze economiche, al disagio che devono affrontare le persone transessuali, alla violenza di genere e ai femminicidi, all’uso del corpo delle donne anche nelle proteste politiche, alle donne di mafia, all’attivismo ecologico femminile. Si segnala in particolare l’intervista di Marika De Maria ad Alessandra Dino, ordinario di Sociologia della devianza all’Università di Palermo, Alessandra Dino: “Le donne di mafia non sono un universo a parte”.

Le scienze sociali e il fenomeno mafioso. Mezzo secolo di strada (in salita), in Sicurezza e scienze sociali, a. 8, n. 3 (set.-dic. 2020), pp. 95-111
Attraverso una prospettiva autobiografica, l’autore racconta cinquant’anni di storia degli studi del fenomeno mafioso e della criminalità organizzata all’interno delle scienze sociali. Ricostruisce pregiudizi culturali, spinte al cambiamento, diffidenze e successi riguardanti questo campo di ricerca, giungendo fino al contesto europeo odierno, dove lo studio della criminalità organizzata non è considerato sufficientemente importante.

71X8z4aZtHL._AC_UF1000,1000_QL80_Liliana Madeo, Donne di mafia. Vittime. Complici. Protagoniste, Miraggi, Torino, 2020, 261 pp.
Il libro racconta il tumulto all’interno di Cosa Nostra che le donne hanno provocato o subìto, muovendosi fra silenzi, esplosioni di dolore e di ira, propositi buoni o insensati, ripensamenti e vendette. Donne che hanno incoraggiato i loro uomini a uscire dal circuito mafioso in cui sono cresciuti: li aiutano, gli dischiudono le potenzialità di una vita nuova, libera; sono al loro fianco nei rifugi all’estero o in Italia, sotto un altro nome, in luoghi continuamente diversi che il loro stato di collaboratori di giustizia gli garantisce. E donne che non condividono un percorso simile, si schierano clamorosamente contro i mariti o si chiudono in casa per godere almeno della rete di solidarietà della cosca. Le più giovani diverse da quelle anziane. Quelle che si pentono. Quelle che piantano il marito. Quelle che si suicidano. Quelle che tutto vedono e sanno ma non parlano né vengono consultate dai loro uomini, e quelle che – come ha detto Giovanni Falcone – «decise e sicure di sé, sono entrate in rotta di collisione con il mondo chiuso, oscuro, tragico, ripiegato su se stesso e sempre sul chi vive di Cosa Nostra» si raccontano e si alternano in questo libro.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.591

A cura di Giovanna Torre, L’insonnia della civetta. Dialoghi sulle mafie nella letteratura, Santa Caterina, Pavia, 2020, 141 pp.
Testo che indaga sulle mafie, risultato da incontri tenuti presso il Collegio Santa Caterina da Siena di Pavia, da ottobre a dicembre 2019. Analizza testi di G. Carofiglio, D. Chirico, E. Ciconte, G. Creazzo, D. De Silva, G. Di Feo, F. Feo, G. Pignatone, M. Prestipino, G. Savatteri, G. Tizian, A. Vannucci che raccontano nei loro romanzi i diversi territori italiani e sono qui in dialogo con giornalisti, storici, professori e procuratori per illuminare la nostra attualità investita di mafia e corruzione.
Collocazione Biblioteca: MAF.05.105

Roberto Di Bella, Monica Zappelli, Liberi di scegliere. La battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi della ‘ndrangheta, Rizzoli, Milano, 2020, 251 pp.
Violenza, onore, omertà sono i codici della ‘ndrangheta. All’interno delle famiglie rispettarli è un dovere che non si discute. Le madri crescono i figli per consegnarli a un mondo fondato su questi valori e i figli sanno che un giorno dovranno fare il mestiere dei padri. Roberto Di Bella, giudice minorile a Reggio Calabria, in venticinque anni ha processato prima i padri, poi i loro figli. Sempre per gli stessi reati. Ha visto ragazzi procedere inesorabilmente verso una vita adulta fatta di violenza e carcere duro. E ha capito che occorreva dare a questi ragazzi una possibilità. L’unico modo per farlo è stato allontanarli dalla Calabria, dalla ragnatela di ricatti, pressioni, allusioni che il loro nucleo familiare avrebbe messo in atto. Un percorso non sempre semplice, anzi, spesso faticoso e doloroso, ma che ha restituito a molti ragazzi la possibilità concreta di una vita diversa da quella segnata dal carcere e dalla violenza dei loro padri. Roberto Di Bella in queste pagine ci racconta come è maturata in lui questa scelta, le reazioni dei ragazzi, la collaborazione, inaspettata, di molte madri. Un’esperienza vissuta giorno dopo giorno che nel tempo ha dato vita a un protocollo oggi adottato anche in realtà diverse dalla Calabria.
Collocazione Biblioteca: MAF.06.385

Mauro Croce, Raffaele Bianchetti, Sara Sbaragli, Gioco d’azzardo e criminalità. Riflessioni introduttive e alcuni spunti di ricerca, in ALEA Bulletin, a. 8, n. 2 (2020) – on line, pp. 8-15
L’articolo propone una sintesi delle varie correlazioni tra gioco d’azzardo e criminalità, dalla permeabilità tra persone dipendenti dal gioco e il mondo della criminalità, sia nel passaggio dal gioco a commettere crimini che viceversa, all’uso del gioco d’azzardo da parte della criminalità organizzata per il riciclaggio di denaro ma anche per trovare “manovalanza” e prestanome approfittando di persona indebitate, e infine della possibilità che il gambling legale e illegale, al posto di controbilanciarsi, contribuiscano invece all’espandersi dei problemi correlati.

Gli intrecci tra mafia, economia e politica

97a1d81067Pierpaolo Romani, Mafia e politica locale, RCS Mediagroup, Milano, 2024, 151 pp.
La mafia è una particolare forma di criminalità organizzata che si distingue da altri fenomeni malavitosi per il suo rapporto con la po- litica, finalizzato a ottenere potere, ricchezza e impunità. Dall’Ottocento a oggi il rapporto tra mafiosi e politici si è modificato: non è più esibito ma negato; se un tempo erano i mafiosi a cercare i politici, da qualche decennio la situazione si è capovolta. Vi sono, tuttavia, ieri come oggi, sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali nonché parlamentari che operano con competenza e trasparenza, avendo la Costituzione come faro. Se non può esistere mafia senza rapporti con la politica, può e deve esistere una politica senza rapporti con la mafia. Pierpaolo Romani, è editorialista e coordinatore nazionale dell’associazione Avviso Pubblico che riunisce gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica.    Della stessa collana si veda anche il volume di Elisa Ghidini, Pio La Torre. La politica come servizio, RCS Mediagroup, Milano, 2024, 155 pp. (Coll. Bibl. : MAF.07.56)
Collocazione Biblioteca: MAF.07.54        

Marco Antonelli, Francesca Rispoli, Peppe Ruggiero, Diario di bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani, Libera Associazioni, Roma, 2023, 40 pp.
Gli scali marittimi rappresentano per i gruppi criminali un’opportunità per incrementare i propri profitti e per rafforzare collusioni. I business creati dai traffici e gli investimenti necessari per mantenere le infrastrutture operative rappresentano, infatti, possibili campi di espansione degli interessi criminali. Il documento, all’interno del quale sono stati elaborati i dati provenienti dalla rassegna stampa Assoporti, dalle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia, della DIA, della DNAA, dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanzia, rappresenta la prima ricerca sul tema a livello nazionale e ha come obiettivo quello di realizzare una fotografia delle modalità e degli andamenti con cui i fenomeni criminali si manifestano in ambito portuale, con una particolare attenzione al caso italiano e al ruolo delle organizzazione mafiose.

Avviso Pubblico ; a cura di Claudio Forleo, Giulia Migneco, Pierpaolo Romani, Amministratori sotto tiro. Rapporto 2022, Avviso Pubblico, Roma, 2023, 76 pp.
Avviso Pubblico dal 2010 redige annualmente un Rapporto, in cui vengono elencate le minacce e le intimidazioni mafiose e criminali nei confronti degli amministratori locali e di persone che operano all’interno della Pubblica Amministrazione in tutta Italia. Anche nel 2022 centinaia di amministratori locali in Italia hanno subito minacce, aggressioni e intimidazioni. Sebbene il trend dell’ultimo triennio descriva un fenomeno in diminuzione in termini numerici, ricoprire il ruolo di sindaco o di consigliere comunale era, e resta, un impegno particolarmente difficile e complesso, persino pericoloso in determinati contesti territoriali. La fotografia del Paese che viene scattata dal Rapporto “Amministratori sotto tiro” del 2022 delinea infatti un Paese con profonde differenze: un Mezzogiorno a tradizionale presenza mafiosa in cui la criminalità organizzata utilizza metodi molto violenti per intimidire e un Centro-Nord in cui il fenomeno assume manifestazioni meno violente ma non meno insidiose. Emerge inoltre che oltre alle strategie di repressione e alle sanzioni previste, è necessario operare sul versante della prevenzione, stimolando una cultura del rispetto delle persone, a partire dalle scuole. Per quanto riguarda l’Europa il report sottolinea l’accentuazione del fenomeno in presenza di guerra e come intimidazioni e violenze in Europa coinvolgano anche i giornalisti.

Tommaso Ricciardelli e Giuseppe Rotundo, I boss di Latina, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 159 pp.
Per anni considerati come un fenomeno criminale di bassa lega, i clan pontini sono oggi una realtà consolidata e radicata sul territorio. Dopo lunghe e numerose inchieste delle procure di Latina e Roma, si è arrivati attualmente a riconoscere, nella seconda città del Lazio, la presenza di sodalizi criminali a cui è stata riconosciuta recentemente l’aggravante del metodo mafioso. Le inchieste giudiziarie mostrano come, a causa della cecità di molti e della tolleranza dell’illegalità, si sia sviluppato e consolidato un fenomeno criminale nuovo e peculiare, la cui storia recente è ancora tutta da scrivere.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.42

23E0417p01C_9788849877984_APR_Omizzolo_piatto-1024x1536 A cura di Marco Omizzolo, Sfruttamento e caporalato in Italia. Il Ruolo degli enti locali nella prevenzione e nel contrasto, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2023, 137 pp.
Questo libro, curato dal sociologo Marco Omizzolo e promosso da Avviso Pubblico, ci parla dei circa 230.000 lavoratori e lavoratrici particolarmente vulnerabili e, quindi, soggetti a fenomeni di sfruttamento e caporalato, compreso il lavoro forzato, in Italia. È un dato che riguarda il solo settore agricolo, ratificato dal V Rapporto Agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto/FLAI-CGIL. Oltre allo sfruttamento lavorativo, al padronato e al caporalato nel settore agroalimentare, emergono profonde criticità dei rapporti di lavoro dovuti a contratti ingannevoli, a volte strumentalmente redatti per raggirare lavoratori, italiani e stranieri, impiegati in numerosi ambiti produttivi: Gig economy, logistica, edilizia, commercio al minuto e al dettaglio, pesca, facchinaggio. È un sistema criminale organizzato che mina i diritti fondamentali delle persone fissati dalla Costituzione italiana, propedeutico anche al radicamento delle mafie. I numeri rappresentano storie di donne, uomini, minori che devono richiamare l’attenzione della collettività e l’impegno radicale delle istituzioni. Questo libro vuole sviluppare una qualificata riflessione sulle possibilità di prevenzione e contrasto previste dalla legge 199/2016. La particolare prospettiva di Avviso Pubblico è al centro di ognuno dei sette saggi che compongono il testo: quanto hanno fatto, fanno e possono fare gli enti locali. Tre esperienze pratiche sono raccontate dai diretti protagonisti come buone prassi a cui far riferimento. Chiude una parentesi narrativa che richiama gli scritti del giornalista Alessandro Leogrande e la storia da non dimenticare di Jerry Masslo. Prefazione di Gian Carlo Caselli.
Collocazione Biblioteca: 20503

Paolo Vannini, Mafia e sport, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 154 pp.
Fra i mille ambiti in cui la mafia dipana i suoi tentacoli, lo sport è uno dei più ricercati. Muove capitali impressionanti e allo stesso tempo conquista le folle. Ma lo sport possiede anche un suo linguaggio e un potere intrinseco che, se ben direzionato, può diventare un clamoroso riparo dalla mentalità mafiosa. Coi riflettori puntati essenzialmente su Palermo, il testo riporta una raccolta di storie che spaziano dal calcio alla boxe, includono omicidi efferati e maligni condizionamenti, ma arrivano al riscatto di chi, attraverso le regole dello sport, dimostra che dire no alla violenza è possibile.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.38

Rocco Sciarrone, Federico Esposito, Lorenzo Picarella, Il gioco d’azzardo, lo Stato, le mafie, Donzelli, Roma, 2023, 215 pp.
Costruito a partire dai risultati di una vasta ricerca empirica, questo libro approfondisce i processi di regolazione del mercato dei giochi d’azzardo, analizzando in particolare il ruolo esercitato dalle mafie. L’indagine è basata su una duplice prospettiva: una orientata a capire come funziona concretamente il settore, ricostruendo le filiere di mercato e gli interessi economici in campo; l’altra focalizzata sulle strategie dei gruppi mafiosi, con riferimento sia al gioco su rete fisica sia al gioco online, in grande espansione negli ultimi anni. Rifuggendo da una prospettiva “mafiocentrica”, incentrata cioè esclusivamente sull’attore criminale, lo studio mette in evidenza la porosità della dicotomia legale-illegale che sembra contraddistinguere il mercato dell’azzardo, contribuendo a una più precisa conoscenza del rapporto tra gioco e fenomeni mafiosi per offrire proposte di policy per il dibattito pubblico in corso.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.517

Luigi Achilli, Il business dell’immigrazione, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 159 pp.
Il testo presenta il mondo del business dell’immigrazione. Attraverso interviste esclusive, analisi dettagliate ed esperienze vissute in prima persona, l’autore vuole svelare le dinamiche nascoste, gli interessi economici e le reti criminali che alimentano questo settore. Vuole inoltre invitare il lettore a riflettere criticamente sulle responsabilità individuali e collettive in un mondo globalizzato per comprendere appieno le implicazioni di uno dei fenomeni più complessi e urgenti del nostro tempo.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.32

downloadMarco Omizzolo … [et al.], La Festa continua. Illegalità nel basso Lazio, in lavialibera, n. 20 (mar.- apr. 2023), pp. 22-46
Nel basso Lazio convivono e fanno affari camorra, ‘ndrangheta e mafia, capaci di tessere relazioni con la politica, economia e società. Il denaro sporco è riciclato nell’edilizia, nel circuito agroalimentare, nella ristorazione e nelle sale da gioco. Nel sud Pontino i rapporti tra personaggi vicini alla camorra e politici sono frequenti e documentati: quasi non fanno più notizia. Il territorio convive ormai da anni con un potere che ha origini criminali. I patrimoni sottratti ai clan ci sono ma non vengono utilizzati; poche le testimonianze contro in un alveo di episodi oscuri dove si convive con le mafie in un intreccio di legami mai chiariti.

Dario Fiorentino, L’impresa mafiosa, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 154 pp.
La dimensione economica e imprenditoriale del fenomeno mafioso è rimasta a lungo nell’ombra, occultata da stereotipi e distorsioni interpretative che hanno veicolato un’immagine della mafia cosiddetta tradizionale. Al contrario, la mafia è sempre stata votata ad accumulare ricchezza per esercitare tramite questa il proprio potere. La mafia-impresa si è poi evoluta nel tempo, adattandosi ai cambiamenti di ogni epoca che ha attraversato, traendo vantaggio dalle trasformazioni economiche e finanziarie della fine del secolo scorso, utilizzando l’impresa mafiosa per esercitare ancora più efficacemente il suo potere tentacolare nell’ambito della politica, dell’economia e della società civile.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.40

A cura della Regione Lazio [Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la Legalità della Regione Lazio], Mafie nel Lazio. VI e VII rapporto, [Regione Lazio], [Roma], [2022], 218 pp.
Da diversi decenni a Roma operano gruppi di criminalità organizzata, con una varietà di forme di coabitazione che spaziano tra cooperazione e conflitto, strategie egemoniche e accordi per la spartizione di settori e campi di attività. Da una parte le mafie tradizionali, dall’altra i gruppi romani autoctoni. Questi rapporti presentano la situazione nella sua complessità ed in particolare, oltre che a Roma, ad Anzio, Nettuno, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti. I rapporti coprono due anni, il VI rapporto prende in considerazione il periodo che va dal 1° marzo 2020 al 31 maggio 2021, il VII, l’anno successivo.

variA cura di Francesca Rispoli … [et al., La variante “Criminalità”. La Tempesta perfetta 2022, Lavialibera, Torino, 2022, 93 pp.
Il documento è un rapporto sul diffondersi dell’infezione mafiosa all’interno del Paese attraverso dati e analisi delle Forze dell’Ordine e del Ministero dell’Interno, nonché studi e rapporti sul riciclaggio dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia (Uif). Sono stati elaborati i dati relativi ad alcuni reati spia, mettendo a confronto il biennio pre-pandemico 2018/19 con il biennio 2020/21 caratterizzato dall’emergenza pandemica. È stata elaborata per ogni regione la variazione percentuale tra i due bienni per i singoli reati. Si rileva un boom di incremento dei delitti informatici durante il biennio della pandemia, un aumento dei sequestri di droga e i settori economici coinvolti dall’infiltrazione mafiosa comprendono la sanità, la ristorazione, l’agroalimentare. Ne emerge che quello che viene definito come “il contagio della variante criminale” è arrivato ai massimi livelli storici approfittando dello stallo politico, economico e sociale determinato dalla pandemia.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.513

Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Complici e colpevoli. Come il Nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta, Mondadori, Milano, 2021, 160 pp.
Il libro parla del fenomeno dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel Nord Italia. Gli autori rigettano la “metafora del contagio”, per cui le mafie infetterebbero i territori sani, spargendosi come un virus. La mafia del giorno d’oggi si spande non con la paura, ma con la forza degli affari, offrendo soluzioni a basso costo a problemi spinosi, pronti a infiltrarsi in ogni spazio lasciato vuoto dallo stato. Non un contagio quindi, quanto un ospite, accolto a braccia aperte da parti del mondo imprenditoriale e politico, disposte a farsi complici per denaro e potere. Con almeno 46 “locali” di ‘ndrangheta scoperte nel Nord Italia, oltre 169.000 imprese riconducibili alla criminalità organizzata e un numero crescente di Comuni sciolti per infiltrazioni, ormai è impossibile negare l’evidenza che le mafie non sono più un problema solo del Sud Italia. Collocazione Biblioteca: MAF.04.610

Rosario Sardella, Il dossier mafia-appalti, in Siciliani, a. 16, n. 136 (dic. 2021) – on line, pp. 30-39
Rileggere oggi i faldoni del dossier “Mafia-Appalti” finito, al termine dell’inchiesta dei carabinieri del ROS, nelle mani dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ci fa conoscere qualcosa del livello più alto raggiunto da Cosa nostra, solleva interrogativi, ma ci fa guardare anche da una prospettiva diversa l’epoca delle stragi. Si veda anche, dello stesso autore, l’articolo La trattativa: ci fu ma non è reato, in Siciliani, a. 16, n. 135 (ott.-nov. 2021) – on line, pp. 40-49.

cop_ILGIRODEISOLDI_SITODavid Gentili, Ilaria Ramoni, Mario Turla, Il giro dei soldi. Storie di riciclaggio. Da Milano al Delaware: dove finiscono i capitali sporchi di evasori e criminali, Altra Economia, Milano, 2021, 159 pp.
Il riciclaggio, cioè l’impiego in attività economiche lecite dei profitti realizzati tramite condotte delittuose, è un reato universale: tutti i criminali ne hanno infatti bisogno. Il riciclaggio ha effetti devastanti sulla società e sulle attività economiche lecite perché altera il libero mercato, inquina la concorrenza, sottrae risorse allo Stato. Il libro racconta la storia del riciclaggio dagli anni ’70 ad oggi, ne spiega la fattispecie e il rapporto con altri reati, svela il funzionamento dei sistemi offshore, analizza i paradisi fiscali e gli habitat preferiti dai riciclatori, come i locali della movida. Per contrastarli un ruolo centrale lo possono giocare l’Europa e le amministrazioni comunali, controllando gli investimenti e e le gare di appalto. Gli autori sono presidente e collaboratori della Commissione antimafia del Consiglio Comunale di Milano.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.491

Christian Elia, Il sacco edilizio di Tirana, in FQ MillenniuM, a. 5, n. 51 (nov. 2021) – on line, pp. 78-85
A Tirana, capitale albanese, i proventi del traffico di droga e di migranti vengono “lavati” investendo nell’edilizia. Si costruiscono nuovi quartieri provocando l’impennata dei prezzi e la distruzione degli edifici più antichi. Tuttavia la povertà in Albania è ancora molto diffusa e pochi possono permettersi di comprare una casa.

Daniela De Crescenzo, Immobiliare camorra, in lavialibera, n. 10 (2021), pp. 61-63
In Campania è quasi impossibile ottenere un alloggio di edilizia popolare, poiché le assegnazioni sono nelle mani della malavita, che gestisce interi quartieri, oggi approfittando anche del blocco degli sfratti varato in pandemia.

9788865164082_0_536_0_75Claudio Forleo, Giulia Migneco, La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma, Altra Economia, Milano, 2021, 160 pp.
La patologia di disturbo da gioco d’azzardo produce effetti devastanti sulle persone, inoltre il settore legale dell’azzardo è pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata che alimenta un mercato parallelo di gioco clandestino. Lo stato incassa oltre 10 miliardi di euro all’anno, ma le entrate sono inferiori ai costi sociali e sanitari. Con il contributo di esperti, addetti ai lavori, questo libro affronta tutti gli aspetti della “pandemia da azzardo”, offrendo a Stato ed Enti locali indicazioni concrete per attuare riforme ed azioni per prevenire il fenomeno. Si segnalano in particolare il capp. 4: “Il secondo affare dopo la droga. Alle mafie piace l’azzardo” e il cap 10: “L’impatto Covid sugli interessi criminali.”   Il testo si avvale inoltre di una prefazione di Federico Cafiero de Raho, Procuratore nazionale antimafia.
Collocazione Biblioteca: 18955

A cura di Francesca Rispoli, Il triangolo pericoloso. Mafie, corruzione, pandemia. Indagine nazionale sulla percezione delle mafie e della corruzione durante il COVID-19, lavialibera, Torino, 2021, 127 pp.
Il libro presenta un’indagine sulla percezione delle mafie e della corruzione nel nostro paese, condotta da Demos e Libera durante l’epidemia di Covid-19. Le tabelle di dati sono interpretate e commentate da numerose voci appartenenti al mondo dell’università, del giornalismo, delle istituzioni e del mondo sociale.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.482

Andrea Giambartolomei, Un broker per tutte le organizzazioni, in lavialibera, n. 9 (2021), pp. 49-52
Quattro indagini sulle petrolmafie, condotte dal procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, hanno portato alla luce una rete di organizzazioni attive nel commercio degli idrocarburi, svelando intrecci tra imprenditori, professionisti, prestanome e mafie. Al centro della rete non si trova un boss mafioso, ma un colletto bianco, parente di camorristi.

9788804732563_0_536_0_75Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Ossigeno illegale. Come le mafie approfitteranno dell’emergenza Covid-19 per radicarsi nel territorio italiano, Mondadori, Milano, 2020, 143 pp.
L’attuale emergenza economico-sanitaria innescata dall’epidemia da Covid-19 rappresenta per le mafie un’occasione. Secondo gli autori le organizzazioni criminali cercheranno di trarne vantaggio, usando la corruzione per infiltrarsi nelle tante increspature dell’economia legale e soprattutto della politica. L’esortazione degli autori, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, è che le mafie andrebbero combattute anche sul piano culturale, sociale ed economico, perché «sono in molti a essere avvezzi alla logica della corruzione, ovvero a quella forma di “ossigeno illegale” che altera le regole del mercato e stravolge i principi della democrazia». Per fermare questo fenomeno, che non riguarda soltanto il nostro Paese ma è ormai di portata globale, è necessario proporre riforme e leggi più incisive, condivise dall’intera Europa.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.478

Gian Carlo Caselli, Guido Lo Forte, Lo Stato illegale. Mafia e politica da Portella della Ginestra a oggi, Laterza, Bari, 2020, 182 pp.
Il testo, i cui autori sono ex magistrati che per anni hanno lavorato alle inchieste e ai processi contro la mafia, ricostruisce la storia delle organizzazioni mafiose negli ultimi settanta anni, dal dopoguerra ad oggi, e soprattutto dei loro rapporti con la politica. Dopo aver analizzato le fasi della battaglia di potere con lo Stato, si sofferma sulla politica interna di Cosa nostra, sul suo ordinamento istituzionale, per arrivare poi a delineare gli scenari più attuali.     
Collocazione Biblioteca: MAF.01.500

Egidio Ceccato, Delitti di mafia, depistaggi di Stato, Castelvecchi, Roma, 2020, 249 pp.
Grazie a un’approfondita ricerca storiografica, testimonianze di pentiti e documenti giudiziari, l’Autore ripercorre alcuni degli eventi più oscuri della Prima Repubblica, mostrando come taluni settori delle istituzioni non abbiano esitato ad avvalersi della criminalità mafiosa o del terrorismo fascista per la difesa di inconfessabili segreti di Stato. Complemento del titolo sul frontespizio: “Gli intrecci tra mafia, estremismo fascista e istituzioni deviate nelle vicende Mattei, De Mauro, Verzotto e Dalla Chiesa”.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.594

Mafia, ambiente, agricoltura,  salute

Layout 1Osservatorio Placido Rizzotto, Flai-Cgil, Agromafie e caporalato. Sesto Rapporto, Futura, Roma, 2023, 327 pp.
Il VI Rapporto Agromafie e caporalato, curato dall’Osservatorio Placido Rizzotto/Flai Cgil, si pone ancora una volta l’obiettivo di realizzare una fotografia dettagliata dei diversi fenomeni di sfruttamento che riguardano i lavoratori e le lavoratrici della filiera agro-alimentare. Negli ultimi due anni, il contesto generale del settore ha subito stravolgimenti epocali, che ci restituiscono una delle fasi più incerte dal dopoguerra a oggi, evocando dinamiche e scenari fino a non molto tempo fa del tutto imprevedibili. È indubbio che gli effetti della pandemia e, successivamente, della guerra in Ucraina abbiano prodotto, soprattutto tra i lavoratori meno tutelati, ulteriori difficoltà e disagi. Un trend che non può non preoccupare, se si considera il fatto che nelle nostre campagne l’esercito delle persone occupate irregolarmente è in continua crescita, con il relativo aumento dell’esposizione al caporalato e allo sfruttamento. Le analisi e gli approfondimenti contenuti nelle prime due sezioni del volume, oltre a contestualizzare la fase, provano a esaminare le norme di contrasto alle forme di sfruttamento, così come quelle di tutela e assistenza alle vittime. Una lettura fatta di chiaroscuri, in cui emergono purtroppo con maggiore evidenza gli elementi di debolezza rispetto a quelli di forza. La terza sezione rappresenta, come di consueto, la parte più innovativa del Rapporto, con l’attività di inchiesta sociale, centrata quest’anno su quattro casi di studio (in due regioni del Nord e due del Mezzogiorno), effettuata ascoltando – e riportando – la voce e le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. Prefazione di Maurizio Landini. Introduzione di Giovanni Mininni.
In arrivo in Biblioteca.

Andrea Carnì, Ecomafia, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 159 pp.
Il testo parla del fenomeno delle ecomafie, accennando tutti gli ambiti a cui il termine può essere riferito ma con un focus specifico sul traffico di rifiuti e lo smaltimento di materiali pericolosi. Nello specifico, ampio spazio è dato a una trattazione sul traffico di rifiuti via nave e sulle “navi a perdere”, la pratica di affondare le navi di rifiuti con il loro carico come forma di smaltimento.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.30

Marco Bevilacqua, La mafia vive dove regna la legge del profitto. Conversazione con Luigi Ciotti, in Rocca, a. 82, n. 4 (feb. 2023), pp. 30-34
L’intervista a Luigi Ciotti, a cinquanta anni dalla sua ordinazione sacerdotale, tocca diversi temi da sempre al centro del suo impegno sociale: la mafia e le connivenze nella società civile, il suo trasformarsi in moderna impresa criminale con un preciso ruolo nel sistema economico globale, il crescere delle disuguaglianze sociali, il dramma delle devastazioni ambientali, la guerra in Ucraina, il messaggio cristiano di amore e fratellanza che oggi più che mai deve essere testimoniato con i fatti, con la vita.

9788866273653_0_536_0_75A cura dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, Ecomafia 2022. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, Ambiente, Milano, 2022, 320 pp.
L’edizione 2022 del rapporto Ecomafia, redatto come ogni anno da Legambiente in collaborazione con le forze dell’ordine, racconta e mette in chiaro le ultime storie di delinquenza ambientale. I settori in cui si impongono gli ecocriminali sono molti. Primo fra tutti quello dei rifiuti, con la gestione invisibile di enormi quantità di sostanze tossiche, subito seguito da quello del cemento illegale, con edifici e quartieri costruiti abusivamente a discapito del paesaggio e degli ecosistemi. Così, mentre il Paese tenta di accelerare sulla transizione ecologica, le organizzazioni ecomafiose intralciano lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’economia circolare, colgono ogni nuova occasione per speculare e continuano, parallelamente, a fare affari nell’agroalimentare e nella tratta degli animali.     Tra i focus si segnalano: “Ecomafia senza confini” a cura dell’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli.
In arrivo in Biblioteca.

Alberto Perduca, Caporalato: dieci tesi per combatterlo, in Rocca, a. 81, n.14 (lug. 2022), pp. 22-23
Il caporalato trova occasione di sviluppo nella lunga stagione in cui i salari vengono sacrificati per ottenere prezzi sempre più competitivi per merci e servizi. Il problema del reclutamento temporaneo utile ad alcuni tipi di impresa trova occasione perfetta in questo tipo di reclutamento della forza lavoro. Oggi non è interessata solo l’agricoltura ma anche l’edilizia, l’editoria, la logistica e la ristorazione. Per questo le opportunità offerte dal “Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo” e il PNRR costituiscono occasione da non mancare.

Francesca Dalrì, Francesco Donnici, Calabria, la centrale dei misteri, in lavialibera, n. 11 (2021), pp. 58-62
L’articolo indaga sulla centrale a biomasse del Mercure, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, che è da 40 anni al centro di controversie tra chi vuole rilanciarla e chi ne chiede l’immediata chiusura. Sulla sua attività gravano infatti molti punti oscuri: dagli interessi criminali per il settore, alle accuse di scarsa trasparenza nel monitoraggio dell’inquinamento ambientale, fino ai possibili nessi con gli incendi dolosi nei boschi calabresi.

9788866273271_0_536_0_75A cura di Giorgio Zampetti, Angelo Gentili, Agroecologia circolare. Dal campo alla tavola. Coltivare biodiversità e innovazione, Ambiente, Milano, 2021, 391 pp.
Da principale responsabile di molti dei più gravi squilibri ambientali del pianeta, l’agricoltura può trasformarsi in un prezioso alleato per combattere il cambiamento climatico e creare un’economia rispettosa dell’equilibrio naturale. Lo dimostrano realtà diffuse e ben radicate sul territorio italiano, custodi della tradizione ma anche capaci di rinnovarsi per affrontare con coraggio le sfide future. Attraverso i contributi di docenti universitari, professionisti del settore e le testimonianze di 30 tra le aziende italiane più innovative, il testo analizza gli aspetti fondamentali di un settore agroalimentare rispettoso dell’ambiente e capace di produrre cibo sano ed equo. Inoltre, attraverso la valorizzazione degli scarti, l’utilizzo di materiali eco-compatibili, lo sviluppo delle rinnovabili e di nuove tecnologie, riesce a favorire la resilienza delle comunità e a trasferire l’amore per la terra alle nuove generazioni. Si segnala in particolare il capp. 7: L’etica e i valori: combattere l’agromafia e il caporalato per un cibo giusto.
ollocazione Biblioteca: 19039

A cura di Alessandro Colletti, Goffredo Fofi, Terra di lavoro. Esperienze e riflessioni dai paesi di don Peppe Diana, Edizioni dell’Asino, Roma, 2020, 360 pp. 
Questa raccolta di saggi e testimonianze cerca di fare il punto sulla provincia casertana, vittima della camorra e delle scorie che ha lasciato nei decenni. Gli autori misurano lo stato di salute di un popolo che oggi vive la contemporanea presenza della camorra e assenza delle istituzioni, attraverso il welfare e l’ambiente, due punti di osservazione usati come chiave di lettura delle complesse dinamiche sociali, che mostrano forme di resistenza attive e passive, ma mai banali e scontate. Come un caleidoscopio di voci, la realtà della provincia viene composta di frammenti di vite vissute nel sociale, nell’attivismo civico, nella volontà di esserci.
Collocazione Biblioteca:    MAF.06.388 

Antonio Pergolizzi, Rifiuti, falle del sistema ed ecocriminali, in lavialibera, n. 5 (set. – ott. 2020), pp. 60-63
L’autore, esperto di temi ambientali e curatore del rapporto Ecomafia di Legambiente, fa il punto sulla “ecocriminalità”, a partire da un’operazione condotta in Toscana contro il traffico illecito di rifiuti speciali. Emerge dall’inchiesta il ruolo egemone in alcuni contesti delle mafie, integrate nel sistema economico locale, pronte a gestire, in proprio o con prestanomi, ditte di gestione dei rifiuti anche per riciclare denaro sporco. Si inseriscono con facilità in un sistema burocratico complesso e spesso inefficiente: la risposta quindi è la buona governance nel ciclo dei rifiuti.

9788868353605_0_536_0_75Marco Omizzolo, Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Milano, 2020, 317 pp.
Un viaggio nel cuore delle agromafie, tra caporali che lucrano sul lavoro di donne e uomini, spesso stranieri, sfruttati nelle serre italiane. Braccianti indotti ad assumere sostanze dopanti per lavorare come schiavi. Ragazzi che muoiono – letteralmente – di fatica. Donne che ogni giorno subiscono ricatti e violenze sessuali. Un sistema pervasivo e predatorio che spinge alcuni lavoratori a suicidarsi, mentre padroni e padrini si spartiscono un bottino di circa 25 miliardi di euro l’anno. Un viaggio, quello di Omizzolo, condotto da infiltrato tra i braccianti indiani nell’Agro Pontino e proseguito fino alla regione indiana del Punjab, sulle tracce di un trafficante di esseri umani. Un’inchiesta sul campo che parte dall’osservazione e arriva alla mobilitazione: scioperi, manifestazioni, denunce per rovesciare un sistema che si può sconfiggere.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.492

A cura di Antonello Scialdone, Direzioni di senso, migrazioni e conflitti sociali, in Sicurezza e scienze sociali, a. 8, n. 1 (gen.-apr. 2020), pp. 19-154
La monografia pubblica i contributi presentati al Festival della Sociologia tenutosi a Narni nell’ottobre del 2019, il cui tema generale è “Senso e direzione di senso”. Nella prima sezione “Saggi” sono raccolti contributi che analizzano in vari modi il disorientamento nella società, di fronte ad eventi storici, al sistema economico dominante, ai conflitti in atto, alle diverse forme di partecipazione, alla ricerca di senso nella “Smart city”. La sezione “Esperienze” è invece dedicata alle migrazioni: dall’analisi del fenomeno in Italia, agli indicatori di integrazione, al tema dell’esclusione abitativa, al rapporto tra globalizzazione, grande distribuzione organizzata, braccianti stranieri e agromafie.

Francesca Rispoli, Peppe Ruggiero, Alberto Vannucci ; introduzione di Gian Carlo Caselli, InSanità. L’impatto della corruzione sulla nostra salute, lavialibera, Torino, 2020, 110 pp.
Diverse caratteristiche rendono la sanità un terreno fertile per la corruzione e un contesto interessante per la criminalità organizzata. Il problema si è aggravato durante l’epidemia di Covid-19. Questo rapporto presenta una sintesi di alcune condotte che espongono alla corruzione il mondo dell’assistenza alla salute e riunisce la lettura delle evidenze derivanti dalle attività degli organi inquirenti con la lettura della percezione del fenomeno corruttivo. Riferendosi a diverse fonti, si propone come punto di partenza per chi voglia approfondire il fenomeno.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.480

Narcotraffico

9788817163804_0_536_0_75Floriana Bulfon, Macro Mafia. La Multinazionale dei clan che sta conquistando il mondo, Bur, Milano, 2023, 199 pp.
Con documenti inediti e storie raccolte sul campo, incontri ravvicinati con i boss e conversazioni riservate con i detective in prima linea, Floriana Bulfon, giornalista d’inchiesta italiana, rivela in questo libro l’alleanza dei clan che si sta trasformando in una vera e propria corporazione multinazionale, cresciuta sfruttando i punti deboli del mondo globalizzato e contro cui gli investigatori internazionali, dall’FBI alle polizie europee, hanno scatenato una caccia anch’essa globale.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.624    

Antonio Bonanata, Pizza Connection, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 157 pp.
Nata in America dopo l’uccisione del boss Carmine Galante, e in Italia grazie al sequestro di due valigie con mezzo milione di dollari, Pizza Connection viene considerata la più grande indagine sul contrabbando di stupefacenti del XX secolo. Al centro dell’accordo tra le famiglie mafiose in Sicilia e i cinque clan della Cosa Nostra newyorkese, il traffico di eroina tra l’Europa e il continente americano. Per nascondere la “roba”, i boss e loro soldati usarono come centri di smistamento ristoranti e pizzerie gestite da emigranti italiani; il tutto con la regia di Gaetano Badalamenti. Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali e alla legge RICO, Pizza Connection fu sgominata da una complessa azione investigativa dell’FBI e della DEA, in collaborazione con le autorità italiane ( Falcone e Sciacchitano).
Collocazione Biblioteca: MAF.07.13

Anna Sergi … [et al.], Altro che locale. Economia ‘ndranghetista, in lavialibera, n. 22 (lug.-ago. 2023), pp. 22-50
I diversi contributi della sezione “Copertina” di questo numero dimostrano come la mafia calabrese, pur restando ancorata alla tradizione, sopravvive e si adatta anche in Europa, dove lega i propri affari al narcotraffico (specialmente di cocaina) e impiega il denaro sporco in attività economiche in Italia e all’estero.

downloadUNODC United Nations Office on Drugs and Crime, Global Report on Cocaine 2023. Local dynamics, global challenges, United Nations Publications, Vienna, 2023, 184 pp.
Questo rapporto, redatto dall’UNODC, fornisce i dati più recenti sul traffico di cocaina. Dal 2020 la produzione di cocaina è aumentata vertiginosamente, e con essa la sua distribuzione. Sono state individuate nuove zone di passaggio dei traffici nel sud-est Europa e nelle regioni centrali e occidentali dell’Africa, continente in cui peraltro si registra un pericoloso rischio di aumento dell’uso di cocaina, rischio condiviso con le regioni del sud Asia. Si registrano anche cambiamenti nel panorama criminale legato alla gestione dei traffici, con la dissoluzione dei gruppi delle FARC che detenevano il monopolio sulla produzione colombiana di coca, fattore che ha aperto la strada a una miriade di piccole reti di trafficanti intente a riempire il vuoto. Inoltre, si nota la proliferazione di “service providers”, gruppi specializzati in aspetti specifici della produzione e del traffico che offrono a pagamento servizi logistici ai network criminali.

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche antidroga, Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. Anno 2023 (dati 2022), Dipartimento per le politiche antidroga, Roma, 2023, 540 pp.
La Relazione, prevista dal DPR 309/90, è la principale fonte informativa nazionale del Dipartimento per le Politiche Antidroga. I dati inseriti nella Relazione vengono raccolti dalle amministrazioni centrali, periferiche, dai centri di ricerca, dagli enti del privato sociale competenti in materia. Lo scopo della Relazione è di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore. E’ in fase di elaborazione un adeguamento nella raccolta dei dati, per rendere l’aggiornamento, dal prossimo anno, ancora più puntuale.

Filippo Pala, Pablo Escobar. E il Cartello di Medellin, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 155 pp.
La storia di Pablo Escobar e del Cartello di Medellin è quella della più famosa organizzazione dedita al traffico di cocaina, capace di creare un vero e proprio impero sulla polvere bianca e la sua esportazione negli Stati Uniti. Un narcotrafficante diventato stragista, dopo aver provato ad aumentare il suo potere con le armi della diplomazia e della politica. Spietato, esibizionista, eccessivo, controverso, Escobar resta uno dei criminali più famosi della storia, a lui sono state dedicate decine di film, libri e serie televisive, e ancora oggi è oggetto di un vero e proprio culto in tutto il mondo e in particolare tra la popolazione della sua città.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.11

380167f5-c7b1-4bfd-b04e-43088b78e5e7International Narcotics Control Board, Report of the International Narcotics Control Board for 2022, United Nations, Vienna, 2023, 142 pp.
Il primo capitolo del rapporto si focalizza ogni anno su un tema specifico per contribuire al dibattito sulla politica della droga e in questa edizione si tratta della legalizzazione del consumo di cannabis. Il documento passa poi in rassegna il funzionamento del sistema internazionale di controllo della droga, basato su resoconti da parte dei governi e fornisce una panoramica riguardo a diversi aspetti della produzione e distribuzione delle droghe nelle diverse regioni del mondo. Infine, riporta alcune raccomandazioni ai governi, alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni rilevanti internazionali e nazionali in merito al controllo della droga. Sul sito dell’International Narcotics Control Board è disponibile anche il Rapporto “Precursors Annual Report 2022”, che rende conto delle tendenze e degli sviluppi del mercato legale e del traffico illegale dei precursori chimici dei farmaci.  Sul sito si trovano anche le edizioni precedenti e report specifici sui narcotici e sulle sostanze psicotrope.

Vincenzo Scalia, Sinaloa e i narcos messicani, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 159 pp.
Negli ultimi anni, il cartello di Sinaloa e i narcos messicani sono saliti alla ribalta delle cronache mondiali. La cattura del boss El Chapo, avvenuta all’inizio del 2016, ha acceso i riflettori su questo sodalizio che ha acquisito rilevanza mondiale nel traffico di stupefacenti, arrivando a condizionare la politica messicana e a diventare uno spauracchio per l’opinione pubblica statunitense.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.53

David Restrepo, Daring to Regulate Coca and CocaineLessons from Colombias Drug War Trenches, Beckley Foundation, Oxford, 2022, 34 pp.
Il documento presenta una revisione critica della proposta legislativa colombiana del 2020 (progetto di legge 236) per regolamentare i mercati della foglia di coca e della cocaina, redatta dal senatore Iván Marulanda e co-sponsorizzata dal senatore Feliciano Valencia. Il saggio fornisce un’analisi qualitativa del regime normativo proposto, dei suoi effetti sul sistema di approvvigionamento e dei relativi benefici e costi per la Colombia. Il saggio si conclude con una riflessione sulle sfide poste dall’adozione di una regolamentazione delle foglie di coca e della cocaina e offre insegnamenti per superare gli ostacoli politici al cambiamento delle politiche.

Vincenzo Scalia, La criminalità organizzata in Italia e in Messico. Dalla costruzione sociale al contrasto: una comparazione, in Sicurezza e scienze sociali, a. 10, n. 3 (set.-dic. 2022), pp. 185-196
Analizzando gli approcci teorici e la storia delle organizzazioni criminali in Italia e Messico, l’autore prova a fornire, attraverso un percorso comparativo, uno spunto analitico che ruota attorno ai concetti di “legalità illegalizzata” e “illegalità legalizzata”, provando a inquadrare il fenomeno come una costruzione sociale inscritta nei conflitti di potere che si formano in ogni società. Si prova a dimostrare come il ruolo dello stato sia fondamentale nella definizione del problema e che le politiche di repressione, in quanto non guardano alla rete criminale, ma solo al fenomeno esterioe, tendono ad aggravare il problema e a violare i diritti umani.

9788855194686Peter Andreas, Killer high. Storia della guerra in sei droghe, Meltemi, Milano, 2021, 363 pp.
In questo libro Peter Andreas scava nella Storia umana per scoprire il ruolo decisivo che le sostanze psicoattive – pesanti o leggere, lecite o illecite, naturali o sintetiche – hanno avuto nei conflitti armati sin dall’epoca romana. Dalle antiche battaglie inzuppate di vino e birra alle metamfetamine che alimentarono l’aggressività dei soldati nazisti; dalle Guerre dell’oppio, alle Drug Wars americane contro la cocaina, che ora devastano il Messico dopo aver già segnato la Colombia; dall’invenzione della distillazione, che facilitò la conquista e la pulizia etnica del Nuovo Mondo, agli sconcertanti effetti dei conflitti armati sulla diffusione del tabacco e della polvere bianca: il viaggio nella Storia condotto dall’autore dimostra che droga e guerra sono cresciute insieme e sono diventate dipendenti l’una dall’altra.
Collocazione Biblioteca: 18983

Jonathan PP. Caulkins, Radical technological breakthroughs in drugs and drug markets. The cases of cannabis and fentanyl, in International Journal of Drug Policy, vol. 94, art. 103162 (ago. 2021) – on line, pp. 1-19
La legalizzazione della cannabis e l’arrivo del fentanyl non medico stanno modificando radicalmente i mercati della droga nordamericani. Una parte essenziale di questo cambiamento è la capacità di produrre grandi quantità di queste droghe a basso costo, che è come una svolta tecnologica nella produzione. Questo saggio, attraverso tecniche di statistica descrittiva, analogia storica e ragionamento economico, esplora le possibili conseguenze future di queste tendenze. Lo studio indica che per la cannabis e gli oppioidi in Nord America, le condizioni sono mature per cambiamenti significativi, non solo nelle quantità consumate e nei danni associati, ma anche nei ruoli di queste droghe e nel loro controllo nella società. Non ci sono ragioni ovvie per cui queste tendenze non si diffonderanno anche in altri continenti.

Alberto Perduca, Le sfide della legalità, in Rocca, a. 79, n. 14 (lug. 2020), pp. 20-22
Il 2 giugno 2020 è stato pubblicato il Rapporto Com 2020 217 def, destinato a Parlamento e Consiglio europeo sul tema dell’aggressione dei beni criminali. Viene così operata una stima del volume di affari e di profitto generato dal crimine, che sia narcotraffico, tratta di esseri umani (a fine di sfruttamento sessuale e lavorativo,) traffico di migranti, frode online e riciclaggio. Vengono avanzate anche proposte operative per contrastare efficacemente il crimine e le ricchezze così accumulate.

Leopoldo Grosso … [et al.], Consumi stupefacenti, in lavialibera, n. 2 (mar. – apr. 2020), pp. 20-48
Il Dossier è preceduto alle pp. 2-3 dall’editoriale di don Luigi Ciotti “Persone, non problemi”, in cui il fondatore del Gruppo Abele ripercorre i 50 anni di incontro col problema droga, dagli anni ’70 con la diffusione mortale dell’eroina, al consumo della cocaina e ad altre sostanze da prestazione, fino all’attuale ritorno dell’eroina, sintetizzando anche la legislazione repressiva che non ha puntato sulla prevenzione. Il dossier contiene diversi articoli raggruppati in una sezione ‘Consumi” e una sezione “Narcotraffico”.

Educazione alla legalità

336660127_541109951344451_6147271701177132946_nA cura di Elisa Crupi, … [et al.], Percorsi di educazione civica. Cittadini nella scuola e nel mondo, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, 2023, 116 p.
Questo non è il classico manuale scolastico, ma un kit pensato da Libera Formazione per facilitare docenti ed educatori in un viaggio attraverso contenuti e pratiche per educare alla cittadinanza attiva e responsabile, con un’attenzione particolare all’insegnamento dell’educazione civica in classe. Un percorso organico di crescente complessità e apertura al mondo, dalla scuola primaria alle secondaria di secondo grado, organizzato in 15 schede di introduzione e in 38 moduli tematici, con approfondimenti, attività guidate, tracce di attivazione pratica e indicazioni bibliografiche. Una ricchezza di stimoli per accompagnare e vivere un viaggio che porti i ragazzi a sentirsi comunità, ad essere cittadini nella scuola e nel mondo.
In arrivo in Biblioteca.

A cura di Stefano Pasta, Pier Cesare Rivoltella, Crescere onlife. L’ educazione civica digitale progettata da 74 insegnanti-autori, Scholé, Brescia. 2022, 259 pp.
Cittadinanza onlife è il ripensamento del digitale a scuola attorno all’educazione, allo spirito critico e alla responsabilità. La proposta nasce da due testi quadro (la legge 92 sull’Educazione civica e il Curriculum di Educazione Civica Digitale), due progetti di formazione di istituti scolastici e soprattutto 74 autori tra insegnanti ― dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado ―, dirigenti scolastiche e formatori del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica. Ponti tra realtà fisica e digitale, coding, gamification, potenza del linguaggio, selezione delle fonti e fake news, digital library, consumi mediali, democrazia ed ecologia: questi alcuni dei temi al centro del libro. I capitoli sono l’esito della scrittura collaborativa tra insegnanti e formatori universitari, che ha voluto superare la contrapposizione tra teorici e pratici e proporre il coaching come dispositivo per lo sviluppo professionale. Attraverso la riflessione sulla cittadinanza al tempo del digitale, l’idea di questo percorso è che in questi contesti di forte innovazione, l’insegnante conta. Ma per contare ha bisogno di essere credibile e questa credibilità trova nella consapevolezza e nello sviluppo professionale due dispositivi di fondamentale importanza. Nasce così un’idea di cittadinanza onlife, ma anche una nuova proposta di “fare scuola” e di “fare università”.
Collocazione Biblioteca: 20394

A cura di Flavia Stara, Agorà. Educazione alla cittadinanza tra problemi e prospettive, Pellegrini, Cosenza 2022, 190 pp.
Il volume raccoglie i contributi di ricerca elaborati da un gruppo di studiosi afferenti a varie università del Paese che si riconoscono nella necessità di (ri)pensare in termini critici e dialogici la nozione di cittadinanza attiva. Attraverso le riflessioni contenute nel volume, si è cercato di sviluppare un’analisi della fenomenologia della contemporaneità che mettesse in primo piano le criticità legate alle dimensioni di violenza e illegalità, alla problematizzazione di misure sociali e giuridiche, alla ridefinizione di obiettivi educativi in funzione di percorsi di sperimentazione e innovazione, alla responsabilizzazione dei cittadini nella costruzione di reti relazionali più coese.
Collocazione Biblioteca: 20273

51+jFnazvCL._AC_UF1000,1000_QL80_Nando dalla Chiesa, La Legalità è un sentimento. Manuale controcorrente di educazione civica, Bompiani, Milano, 2023, 245 pp.
Secondo l’autore, noto sociologo, c’è un pregiudizio radicato nella cultura civile delle democrazie, ed è che l’educazione alla legalità consista nell’indicare una serie ordinata di norme e possibilmente avere una buona conoscenza della Costituzione del proprio paese. Decenni di insegnamento universitario, nelle scuole e nei movimenti civili hanno convinto invece Nando dalla Chiesa che l’educazione alla legalità è un processo mai uguale che si nutre di suggestioni, valori, letture, esempi, viaggi e sentimenti. È da tale processo che sgorgano le disposizioni mentali e d’animo che portano verso una legalità solida, diffusa, condivisa. Nasce così questo libro nel quale il lettore incontrerà figure sorprendenti, a volte apparentemente distanti tra loro e spesso “disobbedienti”: da Pasolini a Erri De Luca, da Calvino a Primo Levi, da Basaglia a don Milani, a Gramsci, a Danilo Dolci, e poi indietro fino a Leopardi e a Pericle.
Collocazione Biblioteca: MAF.06.389

Gabriele Cortella, Omnicrazia. Manuale pratico di sopravvivenza scolastica, Marotta&Cafiero, Melito di Napoli, 2023, 282 pp.
Come fare per rendere effettiva la partecipazione all’interno della scuola? In che modo realizzare un’efficace educazione civica? Quali strumenti utilizzare per gestire tutti insieme una comunità che vuol costruire cittadini veramente attivi? Come generare protagonismo e impegno? Ecco finalmente un manuale pratico pensato per guidare, passo dopo passo, la realizzazione di un sistema organizzativo che sia realmente coerente con l’idea di scuola descritta nella nostra Costituzione e nelle nostre leggi. Un indispensabile strumento di pedagogia generativa, in grado di far fiorire tutte le potenzialità e le risorse dei giovani e del proprio ambiente di vita. Nato da un’esperienza pluridecennale, un prezioso aiuto per rivitalizzare e rendere efficaci gli organi collegiali al fine di coinvolgere realmente tutte le componenti nella gestione condivisa della scuola. Incluso nel manuale un software gratuito creato appositamente per supportare gli strumenti partecipativi. L’autore è educatore professionale e consulente educativo esperto di partecipazione.
Collocazione Biblioteca: 20359

Philippe Meirieu, Quale educazione per salvare la democrazia? Dalla libertà di pensare alla costruzione di un mondo comune, Armando, Roma, 2023, 205 pp.
In una società preoccupata per il futuro, in preda a tentazioni autoritarie e derive neoliberiste, di fronte all’ascesa dell’individualismo e del comunitarismo, l’educazione può ancora fare qualcosa? Philippe Meirieu cerca di rispondere a questa domanda sviluppando alcune riflessioni a partire dalla storia della pedagogia e dalla sua esperienza personale. L’educazione non è una forma di manipolazione: noi possiamo creare le condizioni per l’esercizio della libertà, ma non possiamo esonerare nessuno dal suo libero impegno ad apprendere e ad agire. Per l’autore questa tensione tra l’educabilità di tutti e la libertà di ciascuno è al centro di ogni democrazia e, quindi, della stessa educazione alla democrazia. A partire da questa tensione, secondo l’autore, possiamo individuare i due obiettivi dell’educazione e della scuola di oggi: aiutare le nuove generazioni a pensare con la propria testa per sfuggire a ogni forma di controllo manipolatorio e promuovere la creazione di un terreno comune per “costruire la società”.
Collocazione Biblioteca: 20192

81IvX9NBJsL._AC_UF1000,1000_QL80_Catello Maresca, La banalità della mafia, Fabbri, Milano, 2022, 151 pp.
Cosa sono le mafie? Dove si trovano? E come si combattono? Le risposte nelle parole del magistrato Catello Maresca, sotto scorta dal 2008 per essersi impegnato nell’eradicare dall’Italia il clan dei Casalesi. Che cos’è la mafia, anzi: che cosa sono le mafie? Sì perché, come un mostro mitologico, la mafia ha molte teste, e più le tagli più queste sembrano ricrescere. Ma, come tutti i mostri, anche le mafie possono essere sconfitte. Per farlo, bisogna capire come funzionano; come nascono, da chi sono formate, come e perché operano. Quali sono le differenze tra le mafie italiane e quelle estere? Ma soprattutto, come si combattono e chi sono i coraggiosi che, con impegno e dedizione, si sono dedicati nel corso degli anni a contrastare questo terribile nemico, giungendo perfino, a volte, a sacrificare la propria vita? A queste e ad altre importanti domande, l’autore si adopera per dare una risposta, prestando a questo tema così delicato e drammatico la propria esperienza decennale, in un volume pensato e rivolto a tutte le ragazze e i ragazzi: per aiutarli a conoscere e capire, per fornire loro gli strumenti utili non solo a scoprire le ingiustizie della mafia, ma anche a difendersi da esse.
Collocazione Biblioteca: MAF.06.359

Gian Carlo Caselli, Guido Lo Forte, La giustizia conviene. Il valore delle regole raccontato ai ragazzi di ogni età, Piemme, Milano, 2021, 221 pp.
Non è facile, oggi, parlare di legalità. Da un lato, infatti, la giustizia sembra far fatica ad assolvere il proprio compito di garantire i diritti dei cittadini, col suo funzionamento sempre ostacolato da processi lunghi e costosi, scontri all’interno della magistratura, violazione delle leggi da parte di chi dovrebbe farle rispettare. Dall’altro lato, modelli sociali negativi diffondono una cultura della prepotenza e della furbizia, alimentando l’insofferenza nei confronti delle regole e la sfiducia nelle istituzioni. Ma sarebbe pericoloso cedere alla rassegnazione e al disimpegno, o limitarsi allo sdegno e alla denuncia. La giustizia, affermano gli autori, entrambi ex magistrati, è stata e rimane un pilastro portante nella vita di una comunità e va difesa e sostenuta perché è un bene comune, l’unico strumento a salvaguardia delle libertà e dei diritti di tutti, e soprattutto di chi non ha né potere né privilegi. In questo libro lo dimostrano cercando esempi nella storia e nella cronaca italiane ed europee e nelle loro esperienze professionali, analizzando i problemi del processo e del carcere, affrontando le scottanti questioni della sicurezza, del terrorismo, delle mafie. Seguendo il percorso che propongono, diventa evidente che più legalità significa non solo più sicurezza, ma anche possibilità concreta di una migliore qualità della vita e speranza di una crescita per tutti, nella più ampia e profonda prospettiva della vera giustizia. Qualcosa per cui vale la pena di impegnarsi, fin da giovani.
Collocazione Biblioteca:19074

Romano Prodi … [et al.], Ripartiamo dai beni comuni. Avrò cura di te, in lavialibera, n. 5 (set. – ott. 2020), pp. 20-50
Il dossier dedicato ai beni comuni si apre con un articolo di Romano Prodi “Internet, bene comune e diritto umano”, in cui si sostiene come diritto umano il diritto alla connessione per non essere esclusi, in tempo di pandemia e non solo. Seguono articoli sulla sanità, che affrontano la diminuzione dei finanziamenti negli ultimi 15 anni e le conseguenze di cui ci si rende conto specialmente nell’emergenza sanitaria attuale, ma anche le infiltrazioni mafiose nel settore e la corruzione. L’ultima parte del dossier è dedicata alla scuola, considerata più che mai bene comune e presidio di educazione alla legalità.

Antimafia e cittadinanza attiva

9788881954865_0_424_0_75Valeria Grasso, Mafia, una donna contro. Testimone di giustizia: una scelta difficile, Guerini e Associati, Milano, 2023, 141 pp.
Cosa accade quando rifiuti di pagare il pizzo alla mafia? Può essere che un giorno esci di casa per andare a prendere tuo figlio a scuola, e non fai più ritorno? Può essere che scappi per una meta sconosciuta a tutto il mondo, tranne a una manciata di agenti delle forze dell’ordine? La storia di Valeria Grasso, testimone di giustizia, ci invita a toccare con mano e a comprendere quali siano le conseguenze drammatiche di una resistenza civile e consapevole. Il volume vuole offrire una lente di ingrandimento per riflettere sul Paese in cui viviamo e aiutare a prendere coscienza dell’importanza che le nostre scelte quotidiane hanno sulla Storia.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.617

Sara Amerio, La Legislazione antimafia nazionale, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 158 pp.
L’autrice, sostituto procuratore presso la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sostiene che la legislazione nazionale antimafia prende le mosse nell’anno 1982 con la legge n. 646, meglio nota come legge Rognoni La Torre, a seguito dell’uccisione dell’onorevole Pio La Torre e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. I frequenti interventi legislativi e giurisprudenziali hanno tentato di adeguare lo strumento giuridico alla realtà in continua evoluzione e ad oggi questa speciale branca del diritto penale e processuale è unica nel panorama internazionale. Tutti gli ordinamenti giuridici stranieri la guardano con attenzione, curiosità e invidia.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.35

 Enrico Deaglio, Il Depistaggio perfetto, Utet, Segrate (MI), 2023, 135 pp.
L’autore, noto giornalista, parte dalla strage di via D’Amelio, riguardo alla quale si è consumato il più grande depistaggio della storia d’Italia, per descrivere il culmine di quei misteri che hanno inquinato la vita della nostra Repubblica. L’autore traccia una breve storia e fenomenologia dell’insabbiamento, dell’accusa posticcia, del complotto per nascondere la verità: tutte cose su cui l’Italia repubblicana non ha l’esclusiva, ma di certo molta esperienza. Deaglio conduce il lettore in una galleria impressionante di casi e ricorrenze, all’inseguimento di una verità che viene a galla – se viene a galla – troppo tardi per cambiare le cose, buona al massimo per scriverci libri di storia, lasciando il dubbio che sia la natura stessa delle cose, del potere e della società, a garantire l’esistenza e la costante fortuna del depistaggio.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.622

9791254861684_0_536_0_75A cura di Lorenzo Barucca, Alessio Di Addezio, Carlo Andorlini, Soluzioni civili. Praticare economia civile nei territori, Pacini, Ospedaletto, 2023. 103 pp.
Soluzioni Civili può essere considerato un manuale per il lavoro sul campo che propone un quadro tematico, un metodo di lavoro e soprattutto pratiche e ambiti di intervento civile. Si rivolge a operatori sociali, operatori socio-ambientali, attivisti ambientali, operatori della cultura, funzionari e amministratori degli Enti Locali, assistenti sociali, innovatori, rigeneratori di luoghi e contesti, giovani che lavorano o vogliono lavorare all’interno del paradigma culturale, economico e sociale dell’economia civile, collaborativo. Soluzioni Civili è il risultato di alcuni anni di lavoro dell’Ufficio nazionale economia civile di Legambiente, in cui ha prima contestualizzato l’economia civile all’interno dei processi e delle attività dell’Associazione e dei Circoli nei territori per poi affinare la costruzione di un impianto teorico pratico chiamato Distretto dell’economia civile che ha aiutato a generare e sviluppare in numerosi territori in Italia. Nella logica dell’essere un compendio pratico e utile il libro è organizzato con una prima parte di inquadramento culturale e con una seconda parte più ampia dove il lettore può trovare le varie “soluzioni” civili La pubblicazione è infine costellata di interventi di esperti e organizzazioni che si occupano di processi e azioni di economia civile e di esperienze pratiche che arrivano dal fermento dei Circoli di Legambiente nei vari contesti territoriali.
Collocazione Biblioteca: 20271

Gian Carlo Caselli, L’Olio buono della libertà, in Rocca : quindicinale della Pro Civitate Cristiana, a. 82, n. 8 (apr. 2023), pp. 28-30
L’articolo ripercorre in breve il percorso giurisprudenziale e la lotta alla mafia per arrivare a Libera, fondata da Don Ciotti nel ’95 che trasforma la mobilitazione spontanea del dopo stragi in attività nazionale organizzata e permanente, che punta sulla confisca dei beni da redistribuire alla collettività. I prodotti dei terreni confiscati dimostrano che l’antimafia è recupero di legalità che paga anche in termini di concrete prospettive di una migliore qualità della vita.

Francesco Donnici, Rinascita Scott. Il Maxiprocesso alla ‘ndrangheta, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 155 pp.
La maxi-inchiesta Rinascita Scott, coordinata dalla DDA di Catanzaro e guidata da Nicola Gratteri, conta oltre quattrocento indagati tra presunti boss, professionisti, politici, imprenditori e massoni. Al centro, Luigi Mancuso, vertice della storica famiglia di Limbadi, divenuto “u Supremu” dopo aver unificati i più potenti clan della provincia di Vibo Valentia sotto il suo vessillo. Il processo è iniziato nel gennaio 2021 nell’aula bunker di Lamezia Terme costruita per l’occasione. A oltre trent’anni dal maxiprocesso di Palermo, si discute di analogia e differenze tra due eventi destinati a fare la storia di due regioni in lotta contro le mafie.
Collocazione Biblioteca: MAF. 07.45

9788897050971_0_536_0_75Umberto Santino, Mafie: a che punto siamo? Ricerche e le politiche antimafia, Di Girolamo, Trapani, 2022, 300 pp.
Il volume pubblica le relazioni al convegno “Mafia e antimafia. Lo stato della ricerca e delle politiche negli ultimi anni”, svoltosi a Palermo il 26 ottobre 2017. In questa occasione alcuni tra i maggiori studiosi del fenomeno mafioso e tra i magistrati più impegnati in inchieste sulla mafia hanno riflettuto sulla natura della criminalità organizzata, sulla sua evoluzione e sulla realtà attuale. Se il modello mafioso a cui si è fatto maggiore riferimento è quello della mafia siciliana, negli ultimi decenni si è assistito a fenomeni come il radicamento di mafie storiche in aree diverse da quelle originarie e il nascere di nuovi attori del mondo del crimine, di problematica definibilità. Le politiche antimafia hanno registrato successi innegabili con l’arresto e le condanne di capi e gregari, le confische dei beni, ma debbono confrontarsi con problemi di fondo: la riforma della giustizia, la condizione della magistratura e la necessità di riformare l’ordinamento giudiziario, dopo eventi, come il caso Palamara, che più che fatti isolati sono spie di un sistema che richiede un’adeguata politica di rinnovamento.
Collocazione Biblioteca: MAF.06.378

Francesco Merlino, Don Puglisi e i sacerdoti in lotta, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 155 pp.
Il 15 settembre 1993, uno sparo di pistola colpisce alla nuca padre Puglisi, parroco della chiesa di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo. Nonostante un tentativo di depistaggio, è subito chiaro a tutti che la mano omicida sia quella della mafia. Don Puglisi era una figura scomoda per i fratelli Graviano, i boss del quartiere. Con la sua opera di evangelizzazione sottraeva i giovani alle grinfie di Cosa Nostra. Il suo martirio, come quello di altri sacerdoti che l’hanno preceduto e seguito, ha messo in ginocchio la mafia e ridato speranza a una terra che credeva di non poterne più avere.
Collocazione Biblioteca: MAF. 07.07

Rosy Bindi … [et al.], 30 anni dopo, in lavialibera, n. 14 (2022), pp. 18-60
Le stragi di Capaci e Via D’Amelio hanno segnato un prima e un dopo alla lotta alla mafia, eppure resta ancora una verità monca con numerose zone d’ombra. Il dossier di questo numero propone vari articoli di approfondimento: 1) “Quello che resta della mafia é conseguenza di Tangentopoli” di Rosy Bindi; 2) “Non possiamo indebolire l’ergastolo ostativo” di Gian Carlo Caselli; 3) “A Palermo si paga ancora il pizzo” di Augusto Cavadi; 3) “La storia inizia almeno dieci anni prima” di Nando dalla Chiesa; 4) “Trent’anni di depistaggi , pigrizia e collusioni” di Enrico Deaglio; 5)” Di fronte alla mafia i magistrati non sono tutti uguali” di Federico Cafiero De Raho; 6) “Serve la verità per restituire senso ai riti della memoria” di Alessandra Dino; 7) ” Se qualcosa è cambiato è merito della coscienza civile” di Nino Fasullo; 8) “Siamo diventati meno felici e più cattivi” di Carlo Lucarelli; 9) “Crescere sulle spalle dei giganti” di Enza Rando; 10) “Mafia e corruzione sono storia nazionale” di Isaia Sales; 11) ” Gli stati ingiusti sono forme di macromafia” di Anna Puglisi, Umberto Santini; 12) “Chiesero aiuto nessuno li ascoltò” di Roberto Saviano; 13) “E’ tempo di abbandonare la logica emergenziale” di Rocco Sciarrone.

www.mondadoristoreA cura di Giuseppe Pignatone, Legislazione antimafia. Lezioni. Volume secondo. Il contrasto ai patrimoni mafiosi, Santa Caterina, Pavia, 2022, 92 pp.
In questo secondo volume di lezioni si fa il punto su uno specifico settore della legislazione antimafia con attenzione alla fase del sequestro, della confisca e della gestione dei beni, nonchè alle recenti previsioni sull’amministrazione e sul controllo giudiziario che mirano a salvare le imprese, considerate una ricchezza in tutto il Paese, quando è possibile far venire meno l’influenza su di esse delle associazioni mafiose. In Biblioteca è disponibile anche il Volume primo, I temi cruciali, 107 pp. (Coll. Bibl.:MAF.03.133).
Collocazione Biblioteca:   MAF.03.134

Conferenza episcopale calabra, No a ogni forma di mafie!, in Il Regno, a. 67, n. 17 (ott. 2022), pp. 551-565
Il 15 settembre 2021, nell’anniversario dell’assassinio per mano mafiosa di Don Puglisi, gli arcivescovi e vescovi di Calabria hanno firmato “no a ogni forma di mafie! Linee guida per un sentire ed agire comuni del clero, dei consacrati e dei fedeli laici delle diocesi di Calabria”. L’azione comune dichiarata mira a combattere ogni forma di mafia e di cultura mafiosa. Chiunque trasgredisca i comandamenti dettati dalla Chiesa rimane un “operatore di iniquità” dove il suo peccato arreca danno non solo a se stesso ma a tutta la comunità. Nella totale incompatibilità tra mafie e Vangelo, le “linee guida” offrono uno strumento operativo per rinnovarne l’annuncio.

Nino Fasullo … [et al.], Il motivo che tiene in vita Cosa nostra, in Segno, a. 48, n. 435 (mag. 2022), pp. 7-73
Questo fascicolo della rivista è dedicato quasi interamente alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, assassinati trent’anni fa a Palermo insieme alle scorte. I vari contributi intendono cercare risposte alla domanda “Perchè della mafia non si viene mai a capo?”. La riflessione, il dibattito, il confronto potrebbero aiutare a uscire, insieme, da una storia sempre più intricata e priva di moralità.

www.mondadoristoreGiuseppe Governale, Sapevamo già tutto. Perché la mafia resiste e dovevamo combatterla prima, Solferino, Milano, 2021, 350 pp.
L’autore, generale dei carabinieri a lungo ai vertici del Ros e della Dia, offre una ricostruzione lucida della lotta alla criminalità organizzata tra storia e attualità, tesa a evidenziare le vulnerabilità e gli aspetti culturali e di soft power che alimentano le mafie, ma anche a rilanciare con passione l’impegno del Paese e dei suoi cittadini contro uno dei suoi nemici più insidiosi.
Collocazione Biblioteca:   MAF.01.501

Gian Carlo Caselli, La strada impervia di una buona soluzione, in Rocca, a. 80, n. 12 (giu. 2021), pp. 24-25
In seguito alle stragi di mafia culminate con la strage di Capaci e la strage di Via D’Amelio, nel 1992 si riscontrò la necessità di reprimere le condotte mafiose in modo maggiormente repressivo. Venne istituito l’ergastolo “ostativo”, che introduce la perpetuità della pena detentiva nei casi in cui il condannato per reati di mafia non appare incline a collaborare con la giustizia. Il 15 aprile 2021 questa forma di detenzione è stata dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale. Gian Carlo Caselli espone, nel presente articolo, il suo punto di vista in merito.

Luigi Ciotti, La mafia si batte solo eliminando le ingiustizie sociali, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 250 (mag. 2021), pp. 52-53
L’autore, presidente del Gruppo Abele, fondatore dell’associazione Libera, impegnato nella lotta alle mafie, indica le azioni da intraprendere per contrastare le mafie in tutti i loro aspetti: accanto all’azione di magistratura e forze di polizia, occorrono misure di sostegno per chi diventa testimone e per chi rompe i vincoli con la famiglia mafiosa.

9791259761453_0_536_0_75Leandro Limoccia … [et al.], Disobbedienza civile a leggi ingiuste, Editoriale Scientifica, Napoli, 2021, 1037 pp.
Il volume raccoglie contributi di diversi autori che toccano aspetti giuridici, politici, economici e filosofici dell’antimafia, della pace, della disobbedienza civile. Ne emerge che, in molti casi, è necessario mettere in discussione le leggi per affermare la democrazia, la fraternità, l’umanità. Si segnala in particolare il capp. 3 Disobbedienza e antimafie e il capp. 16: Disobbedienza civile e cittadinanza attiva.
Collocazione Biblioteca: 19128

A cura di Alessandra Valastro, Marco Damiani, Partecipazione e legalità. Dilemmi e sfide, in Etica pubblica, n. 2 (lug.-dic. 2021), pp. 11-91
Partecipazione e legalità vengono oggi associate spesso in un discorso pubblico che aspira a riappropriarsi di valori in senso lato democratici. Una delle riflessioni frequenti al riguardo è la trasparenza, ambigua nelle sue attuazioni (ad esempio consultazioni on line e referendum consultivi) e la legalità per la partecipazione. Il saggio in questione ha lo scopo di indagare il rapporto esistente tra società e diritto e i nuovi strumenti fra legalità e partecipazione.

Elena Ciccarello, Andrea Giambartolomei, Rosita Rijtano, Ergastolo ostativo. Il diritto alla speranza sia per tutti, in lavialibera, n. 8 (2021), pp. 59-61
La Corte Costituzionale, nell’aprile 2021, ha stabilito che la collaborazione con la giustizia non può essere l’unico modo per recuperare la libertà, neppure per un condannato all’ergastolo per mafia. Ha concesso un anno di tempo al Parlamento per intervenire e modificare l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, il cosiddetto ergastolo ostativo, perché in contrasto con gli articoli della Carta e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel lavoro proposto gli autori ripercorrono la storia di questa pena detentiva. A questo proposito si veda anche l’opinione che Gian Carlo Caselli esprime nell’articolo La strada impervia di una buona soluzione, in Rocca, a. 80, n. 12 (giu. 2021), pp. 24-25.

9788849867022_0_536_0_75Vincenzo Bertolone, Rosario Livatino. Agende non scritte, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2021, 137 pp.
L’arcivescovo di Catanzaro Vincenzo Bertolone rievoca l’esistenza del giovane magistrato Rosario Livatino, vittima della mafia e promulgato “beato” da Papa Francesco. Uno dei più fedeli servitori dello Stato, spinto nell’agire dall’ideale del perseguimento della giustizia tanto come magistrato, quanto come credente. Si consulti inoltre il fascicolo di Nino Fasullo … [et al.], Rosario Livatino un martire dalla parte degli infedeli, in Segno, a. 47, n. 424 (apr. 2021), pp. 5-124
Collocazione Biblioteca: MAF.04.601

Danilo Chirico, Storia dell’antindrangheta, Rubettino, Soveria Mannelli, 2021, 260 pp.
Il libro ricostruisce per la prima volta i movimenti per l’occupazione delle terre, le lotte politiche e per il lavoro, le vertenze ambientaliste, le denunce della Chiesa, i conflitti sociali, i cortei studenteschi, le vicende personali e collettive di tutti coloro che in Calabria hanno combattuto una dura e rischiosa battaglia contro la criminalità organizzata dal secondo Dopoguerra ad oggi. Ripercorre anche i fatti della storica manifestazione “Reggio-Archi” del 6 ottobre 1991 quando – unica volta in 60 anni – la Marcia per la Pace lascia il tradizionale percorso Perugia-Assisi e si trasferisce in Calabria. Quel giorno decine di migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia sfilano contro la ’ndrangheta: un evento che segna la nascita dell’antimafia sociale in Italia.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.489    

A cura di Raffaele Cantone e Luca Della Ragione, Diritto penale dell’antimafia. Profili sostanziali e processuali – Prevenzione penale ed amministrativa – Sistema delle confische, Pacini, Pisa, 2021, 358 pp.
Il volume si propone di fornire un quadro completo del vasto settore della legislazione antimafia. Vengono affrontati tanto i profili di diritto sostanziale quanto quelli processuali, ivi comprese le aree di intersezione, come ad esempio le confische, che oggi rappresentano uno strumento centrale nel contrasto alla criminalità organizzzata. All’analisi delle figure di reato tipiche della legislazione antimafia si affianca quella delle fattispecie, rilevate più frequentemente nella pratica quotidiana. Una specifica trattazione è riservata poi alle misure di prevenzione, sia penale che amministrativa.
Collocazione Biblioteca: MAF.03.132

9788855222273_0_536_0_75A cura di Stefano D’Alfonso, Gaetano Manfredi, L’università nella lotta alle mafie. La ricerca e la formazione, Donzelli, Roma, 2021, 231 pp.
Il libro presenta un’indagine sull’impegno delle università italiane nella formazione alla legalità e nella ricerca sulle mafie. Presenta dati e riflessioni di studiosi di differenti aree scientifiche e differenti atenei, i quali mettono in luce punti di forza e di debolezza di questo impegno, in circa cento settori disciplinari, come la sociologia, il diritto, la storia, l’economia. Ne emerge un contesto territoriale e culturale dinamico, che interagisce con l’università riguardo agli strumenti da adottare nel contrasto alle mafie. L’indagine rivela un capitale di conoscenze negli atenei italiani che può essere valorizzato all’interno dell’azione antimafia.
Collocazione Biblioteca: MAF.06.383

Tina Cioffo, Alessandra Tommasino, Oltre la camorra: una storia di resistenza. Valerio Taglione partigiano del bene, Città Nuova, Roma, 2020, 151 pp.
Le autrici, entrambe giornaliste, raccontano l’esperienza vissuta al fianco di Valerio Taglione, coordinatore del Comitato don Peppe Diana, per anni referente del coordinamento casertano di Libera, una vita dedicata al volontariato e all’associazionismo, morto nel 2020.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.603

Gabriele Santoro, La scoperta di Cosa Nostra, Chiarelettere, Milano, 2020, 256 pp.
Il libro presenta la storia di un mafioso e di un politico: Joe Valachi, soldato nelle potenti famiglie di Cosa nostra a New York, e Robert Kennedy, che, dalla fine degli anni Cinquanta al cuore dei Sessanta, lavora alla realizzazione di una società più equa. Dopo trent’anni di militanza, Valachi, sentitosi tradito dal boss Vito Genovese, abbatte il muro dell’omertà: è lui il primo collaboratore di giustizia a fare il nome dell’associazione mafiosa. Il suo contributo rappresenta l’apice della svolta nella conoscenza e nel contrasto al crimine organizzato impressa da Kennedy, ministro della Giustizia dal 1961 al 1964 e creatore del primo pool antimafia. Dando voce ai protagonisti, grazie all’esame di numerose fonti d’archivio statunitensi e alla raccolta di testimonianze dirette, questo libro ricostruisce in modo puntuale la storia di una strategia che ha rivoluzionato la percezione della mafia e indicato i metodi per contrastarla.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.417

71bO72FQsGL._AC_UF1000,1000_QL80_Valerio de Gioia, Gian Ettore Gassani, Codice antimafia e delle misure di prevenzione. Con le norme a tutela delle vittime della mafia, La Tribuna, Piacenza, 2020, 584 pp.
Il Codice raccoglie, in modo organico e ragionato, le norme finalizzate a prevenire e reprimere il fenomeno mafioso – in tutte le forme in cui si manifesta sia a livello locale sia a livello nazionale – corredate dalle massime delle sentenze più importanti e recenti rese dalle Corti nazionali e sovranazionali. Ampio spazio è dedicato alla disciplina delle misure di prevenzione (personali e reali) e alle disposizioni volte a fronteggiare il fenomeno delle infiltrazioni di tipo mafioso negli enti locali e, più in generale, la corruzione e l’illegalità nella pubblica amministrazione. L’Opera è arricchita dalle norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà – tanto più importanti all’indomani delle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte Europea dei diritti dell’Uomo sul c.d. ergastolo ostativo – e da quelle dedicate al trattamento (sanzionatorio e di protezione) dei collaboratori di giustizia. A completamento del Volume sono stati riportati i provvedimenti legislativi emanati a tutela delle vittime delle mafie (dal fondo di solidarietà al collocamento obbligatorio). In rete si può inoltre consultare il Codice Antimafia 2023, Altalex, Milano, 2023, 64 pp.
Collocazione Biblioteca:    MAF.03.130 

Gian Carlo Caselli, Boss ai domiciliari. Una falla nell’antimafia, in Rocca, n. 12 (giu. 2020), pp. 28-30
L’autore, già magistrato e Procuratore della Repubblica commenta le scarcerazioni di appartenenti alle mafie avvenute per motivi sanitari durante il periodo del Covid-19. Il pericolo del contagio è particolarmente forte in carcere a causa del sovraffollamento, tuttavia per i detenuti al 41-bis, le condizioni di vita sono diverse, a causa dell’isolamento imposto da quel regime, non si giustifica dunque la necessità della scarcerazione. E’ necessario garantire il diritto alla salute, ma anche la sicurezza sociale e i diritti delle vittime, oltre a quelle dei detenuti.

Beni confiscati, beni comuni

rocca 12Francesco Gianfrotti, Ogni bene confiscato sia un bene comune, in Rocca, a. 80, n. 12 (giu. 2021), pp. 26-27
La legge 109 del 1996 prevede il riutilizzo a fini sociali o istituzionali dei beni confiscati alle mafie. Troppo spesso, però, questi beni non ricevono un pronto riutilizzo e rimangono in stato di abbandono, generando oneri per lo Stato, calo di tensione nell’impegno antimafia e calo di consenso nei confronti di chi si batte per la legalità. Occorre, quindi, dotare le Regioni di strumenti normativi ed operativi che consentano di accelerare le procedure dell’impiego dei beni, attraverso intese con i Comuni e gli Uffici Giudiziari.

Marco Colombo, I beni confiscati alle mafie, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 155 pp.
Non solo semplici immobili, terreni agricoli o imprese. I beni confiscati sono anche e soprattutto un simbolo di riscatto che nasce dal desiderio di riappropriarsi della terra e di ritrovare l’orgoglio di essere cittadini attivi e consapevoli. Proprietà che un tempo erano l’emblema del potere e della ricchezza di un singolo mafioso diventano luoghi aperti a tutti e in grado di garantire servizi e lavoro. Strumenti determinanti nella lotta alla criminalità organizzata, colpiscono il potere mafioso al suo cuore e al contempo generano effetti positivi sulla collettività ed il territorio. Si segnala anche il paragrafo: “L’esperienza di Libera Terra e il riutilizzo dei terreni confiscati”.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.31

Marta Zanella, Andrea Cuminatto, Laura Guerra, Cose Nostre, in Scarp de’ tenis, a. 27, n. 258 (mar. 2022), pp. 22-29
Una gran parte del patrimonio confiscato alla mafia in Italia resta inutilizzato perchè non ancora assegnato. E molti beni già assegnati non vengono utilizzati, per eccessiva burocrazia, incapacità gestionale o disinteresse. Nell’articolo sono raccontati alcuni progetti di rinascita del territorio, in diverse regioni italiane, che guardano con interesse ai finanziamenti previsti dal Pnrr.

Tatiana Giannone, Di bene in meglio, in lavialibera, n. 8 (2021), pp. 51-54
In Italia la prima legge che ha previsto la confisca degli averi come strumento fondamentale contro il potere mafioso è stata la Rognoni-La Torre del 1982. Un ulteriore traguardo è stato raggiunto nel 1996, con la legge 109, approvata grazie all’impegno di Libera, che ne ha introdotto il riutilizzo sociale. In 25 anni sono stati raggiunti molti risultati positivi, ma per valorizzare al meglio questo patrimonio sono ancora necessari importanti passi avanti. Nell’articolo il punto della situazione, con dati e statistiche aggiornati.

fpbA cura di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Settore Beni Confiscati, Fatti per bene. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati in Italia. Numeri, esperienze e proposte, Libera, Roma, 2021, 80 pp.
Il dossier fotografa il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie in Italia, in occasione dei 25 anni dall’approvazione della legge n.109 del 7 marzo 1996, evidenziando innanzitutto le positività di un percorso e di tante esperienze nate grazie alla presenza di beni di vario tipo sottratti alla disponibilità delle mafie. Tuttavia, i dati mostrano che poco più della metà dei beni destinati alle amministrazioni comunali è stato poi effettivamente riutilizzato e molti rimangono ancora da destinare perché presentano varie forme di criticità. Secondo Libera, il contributo che questo patrimonio può apportare alla ripresa nel nostro Paese post pandemia sarebbe maggiore se tutti i beni fossero rapidamente restituiti alla collettività e le politiche sociali diventassero una priorità politica a sostegno del diritto all’abitare, alla salute pubblica, alla sostenibilità ambientale, al lavoro dignitoso e ai percorsi educativi e culturali.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.487

 Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, 7 marzo 1996 – 7 marzo 2021, 25 anni legge 109, Libera, Roma, 2021, 58 pp.
La legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie compie 25 anni. Dal 7 marzo del 1996 la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Il testo ripercorre le vicende e le azioni intraprese in questi 25 anni.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.486

 A cura di Libera, BeneItalia. Economy, welfare, culture, ethics, Generating value through public and social reuse of property confiscated from organised crime, Libera, 2020, 91 pp.
Nel 2016, a vent’ anni dall’approvazione della legge 109/96, Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati, Libera, con il sostegno di Fondazione Charlemagne, ha realizzato una ricerca sui beni confiscati alle mafie e riutilizzati socialmente. Una ricerca che viene aggiornata ogni anno e che risponde a due esigenze di fondo: 1) colmare una lacuna informativa e di portare i suoi risultati al servizio del compito istituzionale dell’ANBSC – Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – e di tutti gli attori, pubblici e privati, coinvolti nei processi di valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata; 2) diffondere dati trasparenti, aggiornati e pubblici, sui beni riutilizzati, far conoscere le potenzialità positive di questi luoghi.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.484

Biografie e narrativa

gioBianca Giammanco, Giornalisti. Contro le mafie, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 158 pp.
Nella lunga scia di sangue con cui le mafie hanno macchiato la storia d’Italia, compaiono anche molti giornalisti. Uomini che hanno saputo sfidare la criminalità organizzata con le armi della parola e della conoscenza e che hanno pagato con la vita la loro battaglia per la libertà di stampa. Questo testo ci parla di Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano e anche dell’editore Antonio Mazza.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.27

Tommaso Ricciardelli, Joe Pistone, alias Donnie Brasco, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 153 pp.
Il libro narra la storia di un uomo comune e di un eroe leggendario, la trasposizione letteraria di un mito urbano, di un nome che ha cambiato per sempre la criminalità organizzata degli Stati Uniti d’America, un uomo che ha lottato contro il male fingendosi parte di esso. È il racconto della vita professionale di Joe Pistone, l’agente dell’FBI che, sotto copertura con il nome Donnie Brasco, fece sprofondare la mafia nell’oblio, distruggendo la concezione di invulnerabilità della quale Cosa Nostra americana si era fregiata fino a quel momento.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.47

Dario Fiorentino, Mori. Il Prefetto di ferro, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 151 pp.
Nella Sicilia degli anni Venti, Cesare Mori, noto come il “Prefetto di ferro”, intraprende la battaglia contro la mafia. il suo nome è infatti legato alla sua crociata contro la malavita organizzata, alle retate e ai processi che sembrano far conseguire al regime fascista una storica vittoria contro l’Onorata Società. A lungo andare Mori diviene uno strumento propagandistico del regime e quando cerca di colpire la zona grigia in cui agiscono mafia e politica viene promosso e rimosso, destinato ad altro incarico.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.52

Roberto Leone, Tommaso Buscetta e i collaboratori di giustizia, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 159 pp.
Il volume fa parte di una serie sulla storia e sull’evoluzione delle mafie e della criminalità organizzata in Italia e all’estero. E’ la storia del primo storico pentito, Tommaso Buscetta, grazie al quale fu possibile istituire il maxiprocesso di Palermo a Cosa nostra nel 1986. Il suo gesto cambiò non solo la sua storia personale, ma anche quella dell’intero Paese.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.05

md31734031792Giovanni Falcone, Paolo Borsellino ; A cura di Nando dalla Chiesa ; con la collaborazione di Paolo Intoccia, Ostinati e contrari, Solferino, Milano, 2022, 204 pp.
L’autore, docente di Sociologia della criminalità organizzata all’Università degli Studi di Milano e figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982 a Palermo, racconta le storie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due uomini ostinatamente contrari alla banalità del male, ripercorrendo i momenti drammatici delle due stragi del 1992 nelle quali entrambi persero la vita. Attraverso i loro interventi, le riflessioni e i messaggi anche premonitori di una latitanza dello Stato nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, l’autore fa ben comprendere le conseguenze delle scelte dei due giudici che con estremo coraggio, avevano deciso di combattere la mafia in prima linea.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.611

Ettore Gobbato ; a cura di Barbara Biscotti, Totò Riina. Il boss, RCS Mediagroup, Milano, 2023, 156 pp.
Salvatore Riina è stato uno dei capi della banda più efferata di Cosa Nostra: i Corleonesi, chiamati i viddani (contadini), per il loro abbigliamento. Il loro marchio di fabbrica era la violenza cieca con cui regolavano ogni controversia. Furono loro a inventare la lupara bianca, ovvero l’assassinio con successivo occultamento del cadavere. Prima di diventare il capo di Cosa Nostra, Riina era stato un killer spietato. Con furbizia e determinazione si impadronì di Corleone e, a poco a poco, di Palermo e delle altre città siciliane. Protagonista della stagione delle bombe che colpirono Falcone, Borsellino e seminarono morte e distruzione a Milano, Firenze e Roma, fu condannato a 26 ergastoli e trent’anni di reclusione.
Collocazione Biblioteca: MAF.07.02

Vincenzo Ceruso ; Prefazione di Ignazio De Francisci, Come mafia non comanda. Inchiesta sulla morte di Vincenzo Spinelli, un martire civile, Di Girolamo, Trapani, 2022, 107 pp.
Il libro tratta del caso di Vincenzo Spinelli, ucciso dalla mafia nel 1982, ricostruendone la storia umana e la storia processuale delle indagini sulla sua morte, inizialmente approssimative e inconclusive, e riaperte in seguito solo su insistenza della famiglia. Inizialmente annoverato tra le tante vittime di un periodo turbolento, questo volume ci restituisce la storia di un uomo ucciso per il suo coraggio nell’opporsi alla mafia.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.608

9788868667467_0_536_0_75Antonio Mattone, La vendetta del boss. L’omicidio di Giuseppe Salvia, Guida, Napoli, 2021, 517 pp.
Il saggio romanzato ripercorre la storia di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale, ucciso nel 1981 dalla camorra, perché cercava di contrastarne il potere all’interno dello stesso carcere. Il libro descrive anche la vita carceraria dell’epoca, con collegamenti ad avvenimenti di quel periodo.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.606

Toni Mira; Prefazione di don Luigi Ciotti, Rosario Livatino. Il giudice giusto, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2021, 236 pp.
Il 9 maggio 2021 Rosario Livatino è stato beatificato. Toni Mira ha compiuto un ampio lavoro di indagine intorno alla figura dell’uomo, del cittadino, del servitore dello Stato, per offrirci la possibilità di un incontro faccia a faccia con un personaggio che è un altissimo esempio di valore civile e che scuote le coscienze di tutti noi ben più di quanto farebbe un “santo da immaginetta”. Livatino era soprattutto un professionista, magistrato competente, concentrato e abile. L’uomo di legge che guadagna sul campo rispetto e autorevolezza. L’uomo scomodo per le mafie e forza trainante nel contrasto alla malavita. Un incontro vivo, emozionante e istruttivo, reso possibile dall’ascolto di molti testimoni: colleghi, collaboratori nelle indagini, persone informate sui fatti. Al termine del percorso vengono pubblicati integralmente tre discorsi di Livatino (uno dei quali inedito) che, in circostanze e su temi diversi, ci fanno scoprire la sua voce, il suo pensiero, i suoi ideali.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.602

Alessandro Chiolo ; prefazione di Piero Melati, Dietro ogni lapide. Morti per mafia, vivi per amore, Navarra, Palermo, 2020, 174 pp.
L’autore, insegnante, scrittore, appassionato di storia del crimine, racconta le storie di dieci vittime della mafia meno conosciute. Sono storie di vita comune, distrutte dalla mafia dagli anni ’60 al 2000. Sono storie di persone che, per motivi diversi, si trovarono dinanzi alla ferocia di Cosa Nostra, colpite da proiettili indirizzati non a loro ma a chi del loro corpo si faceva scudo, uccise perché scambiate per altri o rapite e torturate nonostante la loro completa estraneità nei confronti della mafia. Sono storie anche di imprenditori che ebbero il coraggio di non piegarsi alla violenza mafiosa.
Collocazione Biblioteca: MAF.01.505

9788832963106_0_536_0_75Alfredo Galasso, La mafia che ho conosciuto, Chiarelettere, Milano, 2020, 244 pp.
Alfredo Galasso, avvocato e docente universitario, da sempre difensore di parte civile in numerosi procedimenti di mafia, ricostruisce qui nella forma del racconto in prima persona la sua esperienza nel campo. Rievoca come testimone d’eccezione efferati omicidi, misteri e poteri occulti degli ultimi 40 anni, ma anche la nascita del pool antimafia, il maxiprocesso fino al Biografie difficili processo di Mafia Capitale.
Collocazione Biblioteca: MAF.04.595

Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni. Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone, BUR, Milano, 2020, 159 pp.
L’autore racconta una giornata speciale, trascorsa con il padre, il quale gli spiega come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, mentre prende vita il racconto, padre e figlio esplorano Palermo, e la storia di Giovanni Falcone, rievocata nei suoi momenti chiave, s’intreccia al presente di una città che lotta per cambiare. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c’è anche a scuola, nelle piccole prepotenze dei compagni di classe, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi, anche se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze. Adatto ai ragazzi dagli 8 anni.
Collocazione Biblioteca: MAF.05.02

Cetta Brancato e Marzia Sabella, Mafia: singolare, femminile, Navarra Editore, Palermo, 2020, 68 pp.
Le autrici propongono un’opera teatrale composta da monologhi intensi, che portano in scena storie al femminile, poco conosciute, che, tuttavia, per la loro intensità e, soprattutto, per la loro “normalità”, finiscono per descrivere i prototipi delle donne di mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna, la quale, per il suo lavoro le “ha conosciute”, incontrandole nei verbali, nelle aule di udienza, nelle sale colloquio dei penitenziari, nelle intercettazioni.
Collocazione Biblioteca: MAF.05.106

Luigi Ciotti, L’amore non basta, Firenze, Giunti, 2020, 320 pp.
In questa sorta di autobiografia collettiva, Don Luigi Ciotti parla di se stesso attraverso dubbi e inquietudini, restituendoci la sua vita come autentica incarnazione del “noi”, perché costituita dalla miriade di incontri che l’hanno segnata e trasformata. Luigi Ciotti è infatti un sacerdote che non si limita alla cura delle anime ma si batte per una maggiore giustizia sociale, per una società dove tutti, a partire dai più fragili, siano riconosciuti nella loro libertà e dignità di persone; un sacerdote che vive il Vangelo senza dimenticare la Costituzione, le responsabilità e i doveri dell’essere cittadini. Attraverso il lavoro del Gruppo Abele in soccorso degli ultimi e l’esperienza di Libera contro le mafie, racconta in controluce le vicende cruciali della recente storia del nostro Paese, ponendo al centro quei problemi che la classe politica non ha mai affrontato alla radice, a cominciare dalla mafia e dalla droga.
Collocazione Biblioteca: MAF.05.106

Dipendenze da sostanze

Aggiornata a giugno 2023 – a cura di Paola Moriondo

I materiali elencati sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Sono presenti anche pubblicazioni scaricabili on line o in PDF. 

I percorsi tematici proposti sono i seguenti:

Dati di contesto

380167f5-c7b1-4bfd-b04e-43088b78e5e7International Narcotics Control Board, Report of the International Narcotics Control Board for 2022, United Nations, Vienna, 2023, 142 pp.
Il primo capitolo del rapporto si focalizza ogni anno su un tema specifico per contribuire al dibattito sulla politica della droga e in questa edizione si tratta della legalizzazione del consumo di cannabis. Il documento passa poi in rassegna il funzionamento del sistema internazionale di controllo della droga, basato su resoconti da parte dei governi e fornisce una panoramica riguardo a diversi aspetti della produzione e distribuzione delle droghe nelle diverse regioni del mondo. Infine, riporta alcune raccomandazioni ai governi, alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni rilevanti internazionali e nazionali in merito al controllo della droga. Sul sito dell’International Narcotics Control Board è disponibile anche il Rapporto “Precursors Annual Report 2022“, che rende conto delle tendenze e degli sviluppi del mercato legale e del traffico illegale dei precursori chimici dei farmaci.

Claudio Leonardi … [et al.], Impatto Covid-19 su consumo di alcol e sostanze. Indagine breve su impatto della pandemia da Covid-19 rispetto alle abitudini di consumo di alcol e sostanze stupefacenti, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 44-51
La ricerca ha indagato sull’impatto della pandemia da Covid-19 rispetto alle abitudini di consumo di alcol e sostanze stupefacenti. L’emergenza sanitaria era data dalla problematicità di gestione di pazienti già affetti da disturbo da uso di alcol (DUA) e sostanze (DUS), aumento del consumo di alcolici e sostanze nella popolazione generale con relativi danni psico-fisici, fragilità dei pazienti DUA e DUS in caso di malattia da Covid-19. Il campione dell’indagine è costituito da 135 soggetti, utenti del Ser.D. Roma Distretto 9, che hanno compilato un questionario self-report.

Dan Lewer… [et al.], The characteristics of people who inject drugs in the United Kingdom. Changes in age, duration, and incidence of injecting, 1980–2019, using evidence from repeated cross-sectional surveys, in Addiction, vol. 117, n. 9 (sett. 2022) – on line, pp. 2415-2430
La mortalità e i dati del trattamento per droga indicano che l’età media delle persone che si iniettano droghe è in aumento. Questa ricerca vuole descrivere i cambiamenti delle caratteristiche delle persone che si iniettano droghe e frequentano i Servizi di bassa soglia nel Regno Unito quali i programmi per aghi e siringhe nel Regno Unito. Sono state misurate: l’età delle persone che si iniettano droga attualmente, l’età della prima iniezione, la durata dell’attività iniettiva (ciascuna 1990 – 2019) e calcolate stime delle nuove persone che hanno iniziato a farsi iniezioni(1980-2019). Nel Regno Unito vaste coorti hanno cominciato a iniettarsi droghe psicoattive negli anni 1980 e ’90 e molti si iniettano sostanze ancora oggi. Relativamente poche persone hanno cominciato in anni più recenti. Questo ha portato a cambiamenti nelle persone che si iniettano droghe, fra cui un’età media più matura e storie più lunghe di attività iniettiva.

OECD European Union, Health at a Glance: Europe 2022. State of Health in the EU Cycle, OECD, Paris, 2022, 216 pp.
L’edizione 2022 del Rapporto sulla salute in Europa riguarda gli stati membri dell’Unione Europea, i paesi candidati (Moldavia e Ucraina), i paesi di libero scambio commerciale con l’UE e il Regno Unito. Esamina le sfide che i paesi devono affrontare per migliorare i sistemi sanitari a seguito della fase acuta della pandemia da Covid-19. Il documento contiene un focus sull’impatto della pandemia sulla salute giovanile fisica e mentale ed evidenzia la necessità di misure per evitare che la pandemia possa segnare per tutta la vita una generazione di giovani. Un secondo focus è dedicato all’impatto della pandemia sui servizi sanitari per i pazienti non-Covid e alle risposte intraprese al riguardo dai diversi paesi. Infine, il Rapporto contiene una panoramica dei principali fattori di rischio comportamentali e ambientali per la salute, rimarcando l’importanza della prevenzione sia delle malattie infettive sia di quelle non trasmissibili.

Health-at-a-Glance-Europe-2022-coverpage-web-259x347Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. Anno 2022 (dati 2021), Dipartimento Politiche Antidroga, Roma, 2022, 556 pp.
La Relazione, frutto del lavoro di coordinamento assicurato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga, si compone di 7 parti suddivise in 10 capitoli. La prima parte analizza il mercato delle sostanze stupefacenti, fornendo dati sui sequestri, sulle variazioni di prezzo e sulle analisi qualitative delle sostanze sequestrate. Inoltre, espone strategie mirate alla riduzione dell’offerta e si sofferma sulle denunce penali per i reati droga-correlati. La seconda e la terza parte analizzano la diffusione e le tendenze di consumo nella popolazione, nonché le attività di prevenzione del fenomeno delle dipendenze messe in atto da tutti gli attori istituzionali del panorama nazionale. Si para inoltre per la prima volta del fenomeno degli ikikomori. La quarta parte è dedicata ai servizi di trattamento delle persone che presentano dipendenza da sostanze. La quinta parte tratta i danni correlati al consumo di sostanze stupefacenti a partire dall’incidentalità stradale. Le ultime due parti, infine, riguardano le attività promosse dal Dipartimento e i lavori svolti durante la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze dal titolo “Oltre le Fragilità”, conclusa a Genova il 27 e 28 novembre 2021.

DSM-DP UOS Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche; a cura di Raimondo Maria Pavarin con la collaborazione di Silvia Marani, Elsa Turino e Giovanni Coccagna, Rapporto 2021 sulle dipendenze in area metropolitana. Quadro epidemiologico, caratteristiche tossicodipendenti, alcolisti e giocatori d’azzardo problematici, attività dei servizi, Azienda USL di Bologna; DSM-DP UOS, Bologna, 2022, 61 pp.
Il rapporto presenta un quadro epidemiologico riguardo alle dipendenze patologiche nell’area metropolitana di Bologna. Dal report emerge che: nel corso del 2020 nell’area metropolitana di Bologna diminuisce il “consumo sociale” di sostanze ed emergono le conseguenze negative per le persone che hanno o avevano avuto un consumo problematico di sostanze. Diminuiscono i decessi per overdose. Cala il numero di consumatori problematici che si rivolgono ai servizi, ma aumenta il numero di consumatori problematici di cocaina, degli utenti dell’Unità Mobile Metadone, l’età media e il numero di persone senza fissa dimora che si rivolgono alle diverse strutture sanitarie. È in aumento l’incidenza del consumo problematico di alcol tra i minori, in particolare tra i maschi nati in Italia, mentre è in calo il numero di Giocatori Problematici che si rivolgono ai servizi.

EMCDDA, New psychoactive substances: 25 years of early warning and response in Europe. An update from the EU Early Warning System, EMCDDA, Luxembourg,  2022, 42 pp.
Questa pubblicazione presenta i dati dell’EU EWS (Early Warning System) nei suoi primi 25 anni di attività, nello specifico sul suo ruolo di monitoraggio del fenomeno delle “nuove sostanze psicoattive” (NPS), con un particolare focus sulla situazione del fenomeno negli ultimi anni. Il testo presenta dati aggiornati sulla diffusione dei vari tipi di NPS all’interno dell’Unione aggiornata al 2022, oltre a una breve trattazione dell’operato dell’EU EWS dalla sua fondazione nel 1997.

9791280682383_0_536_0_75A cura di Associazione Società INformazione Onlus, Droghe e diritti umani. Le politiche e le violazioni impunite, Milieu, [Milano], 2022, 201 pp.
La questione delle droghe è diventata una questione globale, dato che oltre 270 milioni di persone nel mondo fanno uso di sostanze illegali, secondo i dati delle Nazioni Unite. Una questione che chiama in causa non solo le politiche, a livello nazionale e internazionale, ma in modo evidente, diffuso e massiccio anche i diritti umani. Dei 12 milioni di persone che ogni giorno nel mondo si trovano in carcere, un quinto, 2 milioni e mezzo, sono detenute per reati di droga, la maggioranza per illeciti minori, tra cui circa 500.000 per solo uso personale. Le politiche globali sulle droghe si rivelano così un potente dispositivo di produzione di violazione dei diritti umani in tutto il mondo: di una buona parte delle condanne a morte e delle esecuzioni extragiudiziali, dell’incarcerazione di massa, della negazione al diritto alla salute e al welfare, della discriminazione di genere, dei diritti dei popoli produttori. Questo libro svela e documenta l’impressionante mappa delle violazioni dei diritti che si consuma con il pretesto delle droghe, in primo piano quelli alla vita, alla giustizia e alla salute, individua battaglie e progressi, denuncia le impunità, dà voce ai protagonisti di una lotta che ci riguarda tutti, in ogni angolo del mondo.
Collocazione Biblioteca: 19453

UNODC United Nations Office on Drugs and Crime, World Drug Report 2022, United Nations, Vienna, 2022, 500 pp.
Il rapporto fornisce una serie di dati sul consumo di droga nel mondo, sugli sviluppi dei mercati e del narcotraffico, e sull’impatto del consumo sulla salute. È formato da 5 volumetti: Booklet 1 riassume i quattro volumetti seguenti ed evidenzia le implicazioni politiche connesse ai dati riportati; Booklet 2 contiene una panoramica delle stime più recenti riguardanti il numero, l’età e il genere dei consumatori, le tendenze di consumo, l’impatto della pandemia da Covid-19 su questi dati, le conseguenze del consumo sulla salute, l’entità delle coltivazioni illecite, della produzione e del traffico a livello globale; Booklet 3 si focalizza su cannabis e oppiacei, compresa la liberalizzazione del consumo di cannabis in alcuni paesi; Booklet 4 si concentra sul mercato degli stimolanti e delle nuove sostanze; infine, Booklet 5 affronta il rapporto tra droghe e ambiente, le conseguenze ambientali delle coltivazioni illegali, della produzione di droghe e delle politiche di risposta. Sul sito UNODC e sul nostro catalogo sono presenti le edizioni precedenti, anche in altre lingue.

A cura di Federica Vigna-Taglianti, Luca Acierno, L’utenza piemontese dei Servizi per le Dipendenze Patologiche durante la pandemia da Covid-19. Report sull’utenza dei servizi pubblici per le dipendenze patologiche in Piemonte nel 2020 e 2021 rispetto al 2019: analisi dei dati di sorveglianza epidemiologica dell’OED Piemonte e sintesi dei dati nazionali e internazionali, OED, Grugliasco, 2022, 33 pp.
Gli obiettivi principali del report proposto sono: 1) Fornire una panoramica di sintesi dei dati internazionali e nazionali sull’uso di sostanze e sull’assistenza sanitaria fornita ai soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti durante la pandemia da SARS CoV-2; 2) Sintetizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti sul territorio nazionale nel 2020 e 2021, e confrontarli con quelli del 2019, con particolare attenzione per la regione Lazio e l’AUSL Toscana Centro per le quali è reperibile reportistica specifica; 3) Analizzare i dati relativi all’assistenza dei soggetti dipendenti da sostanze e comportamenti in Piemonte nel 2020 e 2021, confrontarli con quelli del 2019 e fornire possibili interpretazioni e raccomandazioni. Si vedano inoltre: l’ultimo bollettino disponibile di A cura di Roberto Decidue, … [ et al.], Fatti e cifre sulle dipendenze da sostanze e comportamenti in Piemonte. Bollettino 2019, Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze Regione Piemonte, Grugliasco, 2016, 52 pp.;  l’articolo di Paolo Jarre … [et al.], COVID-19 e dipendenze – 2, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 10, n. 40 (dic. 2020), pp. 4-52 e il report di a cura di Elisa Fornero, Una rassegna degli strumenti di indagine sul consumo di sostanze durante il lockdown, Coopcat.it, Firenze, 2020, 4 pp.

Screenshot2022-06-1412.09.08Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, Relazione europea sulla droga 2022. Tendenze e sviluppi, EMCDDA, Lussemburgo, 2022, 60 pp. = European Drug Report 2022. Trends and Developments, 55 pp.
Il rapporto mette in evidenza il ritorno ai livelli pre-pandemici del consumo di stupefacenti, sulla base anche dei dati elaborati dal Dipartimento per le Politiche Antidroga, e segnala l’aumento della produzione, del traffico e della disponibilità di droga in Europa nell’anno 2021. Il traffico di cocaina e di stupefacenti ha registrato un superamento dei livelli pre-pandemici, insieme con la crescente diversificazione dei prodotti a base di cannabis e l’aumento della produzione di droghe sintetiche. Inoltre, con l’allentamento delle restrizioni dovute al COVID-19 in tutta Europa, il trattamento della tossicodipendenza e gli altri servizi sono tornati all’”ordinaria amministrazione”, pur mantenendo alcune delle pratiche innovative adottate durante il lockdown (servizi di sanità digitale, telemedicina). In biblioteca si trova anche la versione inglese cartacea.
Collocazione Biblioteca: 50R22

Observatoire francais des drogues et des tendances addictives, Drugs and Addictions Key Data, OFDT, Parigi, 2022, 8 pp.
La pubblicazione riporta, periodicamente, gli indicatori statistici più recenti per quantificare e descrivere il fenomeno del consumo di sostanze psicoattive (droghe e farmaci) e delle dipendenze in Francia. Il documento si basa sul lavoro dell’Osservatorio francese delle droghe e delle dipendenze e altre organizzazioni che raccolgono dati sul fenomeno.
Collocazione Biblioteca: A1102

Patrizia Balbinot, Gianni Testino, Alcol, fumo, cannabis, nuove sostanze psicoattive, farmaci non prescritti e altri parametri in una popolazione studentesca dell’area metropolitana genovese, in Alcologia, n. 49 (2022) – on line, pp. 72-85
Lo studio presentato intende valutare il consumo di alcol, fumo di sigaretta, cannabis, nuove sostanze psicoattive (NSP), farmaci non prescritti (NPD) in una popolazione studentesca del nord-ovest dell’Italia (area metropolitana di Genova). Sono stati coinvolti 3805 studenti tra i 9 e i 17 anni, che hanno seguito una serie di incontri di educazione al corretto stile di vita e ai quali è stato somministrato un questionario anonimo relativo allo stile di vita, al consumo delle suddette sostanze e all’inserimento in un percorso psicologico. Gli autori discutono i risultati, che ritengono utili ai decisori politici per attuare politiche di prevenzione e promozione della salute attraverso la didattica, da inserire stabilmente nei programmi scolastici e riconoscere nel percorso curriculare, già nella preadolescenza.

Amanda Roberts … [et al.], Alcohol and other substance use during the COVID-19 pandemic: A systematic review, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 229, Part. A (dic. 2021) – on line, pp. 1-35
Nello studio proposto è stata condotta una revisione sistematica di tutte le prove disponibili per documentare e interpretare la frequenza e la gravità dell’uso di alcol e altre sostanze (prevalentemente cannabis, oppiacei, marijuana, anfetamine) durante la pandemia Covid-19 e la loro relazione con le variabili demografiche e di salute mentale che possono suggerire ulteriori implicazioni cliniche. Sono stati ricercati articoli peer reviewed in MEDLINE, Embase, PsycINFO, CINAHL complete e Sociological Abstracts da dicembre 2019 a novembre 2020. L’articolo riporta e commenta i risultati dell’indagine. Si consulti anche il rapporto del European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction EMCDDA, Impact of COVID-19 on drug markets, use, harms and drug services in the community and prisons. Results from an EMCDDA trendspotter study. April 2021, EMCDDA, Lisbon, 2021, 58 pp. e i precedenti rapporti: Teodora Groshkova … [et al.] ; EMCDDA, COVID-19 and drugs. Drug supply via darknet markets, 2020, 22 pp. ; European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction EMCDDA, Impact of COVID-19 on patterns of drug use and drugrelated harms in Europe. EMCDDA trendspotter briefing. June 2020, 2020, 27 pp.

Report_ESPAD2021_CoverA cura di Silvia Biagioni, Simone Sacco, Sabrina Molinaro, I comportamenti a rischio tra gli studenti. Italia. Rapporto di Ricerca sui comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca attraverso lo studio ESPAD®Italia 2021, CNR, Pisa, 2022, 298 pp.
Lo studio ESPAD®Italia viene condotto annualmente dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (IFC-CNR) a partire dal 1999. Questo permette, attraverso un questionario anonimo e auto-somministrato, il monitoraggio dei comportamenti a rischio e delle abitudini degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Le tematiche affrontate sono molteplici: l’utilizzo di sostanze psicoattive legali e illegali, l’utilizzo di Internet, il cyberbullismo, il gioco d’azzardo o ai videogame e altri fenomeni come il ritiro scolastico e l’isolamento sociale. Per quanto riguarda il trend dei consumi, nel 2020, anno della pandemia da COVID-19, si è osservata una generale diminuzione del consumo di tutte le sostanze psicoattive. Nell’ultima rilevazione le percentuali sono invece tornate a crescere pur non raggiungendo, nella maggior parte dei casi, i livelli pre-pandemici. Il cyberbullismo, nel 2021, ha coinvolto il 46% degli studenti come vittima e il 29% come autore. Poco diffuso è il fenomeno dell’internet challenge, mentre molto diffuso è l’uso di videogames ed anche il gioco d’azzardo. In crescita i comportamenti violenti. Viene inoltre per la prima volta preso in considerazione il ritiro sociale.

European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Prison and drugs in Europe. Current and future challenges, EMCDDA, Lisbon, 2021, 124 pp.
Questa pubblicazione fornisce una panoramica delle conoscenze attuali e degli ultimi sviluppi nel campo del consumo di droga e delle carceri in Europa. Il rapporto esplora in modo approfondito l’epidemiologia del consumo di droga e dei problemi correlati alla droga tra la popolazione carceraria, le risposte disponibili dei servizi sociali e sanitari ai problemi legati alla droga in carcere, comprese le prove più recenti di efficacia, e l’offerta e i mercati di stupefacenti all’interno delle prigioni. Il report discute anche le sfide recenti e future in questo settore ed è rivolto ai responsabili delle politiche e i loro consulenti, a specialisti e professionisti, a ricercatori e scienziati e a tutti coloro che sono interessati a queste questioni.

A cura di Silvia Biagioni, Sabrina Molinaro, ESPAD #iorestoacasa 2020. I comportamenti a rischio durante il primo lockdown tra gli studenti dai 15 ai 19 anni, CNR, Pisa, 2021, 178 pp.
Questo report contiene informazioni sull’esperienza e sulla percezione degli studenti 15-19enni italiani in relazione a una varietà di sostanze e consumi, come tabacco, alcol, droghe, prodotti farmaceutici, nuove sostanze psicoattive, ma anche social media, challenge, gaming e gioco d’azzardo, raccolte durante il periodo di isolamento in seguito alle misure restrittive imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza pandemica. Si consulti inoltre l’articolo acura di Paola Nardone … [et al.], Sorveglianza HBSC 2018 – Health Behaviour in School-aged Children: risultati dello studio italiano tra i ragazzi di 11, 13 e 15 anni, in Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, n. 9 (set. 2020) supplemento – on line, vol. 33, pp. 1-65

EubgkaTWgEoPGcbMonitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), An Analysis of drugs in used syringes from sentinel European cities. Results from the ESCAPE project, 2018 and 2019. Technical report, EMCDDA, Luxembourg, 2021, 47 pp.
Questo rapporto presenta i nuovi risultati della rete ESCAPE (European Syringe Collection and Analysis Project Enterprise), basati sull’analisi chimica del contenuto delle siringhe usate nei siti sentinella in Europa. Le siringhe sono state raccolte nel 2018 e 2019 dai cestini dei distributori automatici di kit per iniezioni in strada e presso i servizi di riduzione del danno in otto città europee: Amsterdam, Budapest, Colonia, Helsinki, Losanna, Oslo, Parigi e Vilnius. Nel documento sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Drug-related homicide in Europe: data protocol, EMCDDA, Lisbon, 2020, 38 pp.
L’impatto della droga e dei mercati della droga va oltre coloro che sono direttamente esposti ai problemi di salute e sociali derivanti dal consumo di droga. In senso più ampio, la questione è di grave preoccupazione in relazione al situazione della sicurezza in Europa in quanto lo spaccio e il consumo di stupefacenti possono fungere da facilitatori trasversali di tutti i tipi di violenza, compreso l’omicidio correlato alla droga (DRH). Il DRH ha il potenziale per agire come prezioso indicatore di un più ampio crimine violento legato alla droga. Il confronto dei livelli di DRH dei Paesi può essere uno strumento prezioso per identificare le tendenze e i rischi.

Sostanze e dipendenze tra storia, cultura e società

Leopoldo Grosso, Lo stigma delle persone con disturbo d’uso di sostanze, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 10-16
Il processo di stigmatizzazione delle condotte devianti è variabile dipendente dalla percezione sociale della responsabilità individuale. In base ai parametri di ogni singola cultura, un comportamento di mancata assunzione di responsabilità provoca un’istantanea reazione di biasimo, che svolge un ruolo propulsore nella propagazione dello stigma. Il fatto che la dipendenza sia stata riconosciuta ormai da tempo come malattia dovrebbe fungere da filtro e da correttivo nei confronti della dinamica del pregiudizio. Tuttavia, nella rappresentazione del senso comune, il passaggio interpretativo della dipendenza come vizio (la cui colpa è unicamente imputabile alla persona), alla dipendenza come malattia (le cui cause sono dovute a una costellazione di eventi che pregiudicano le scelte soggettive), è ancora in mezzo al guado.

strade

Susanna Polloni, Strade acide, Sandro Teti, Roma, 2023, 163 pp.
Il testo è l’autobiografia dell’autrice, archivista e medievalista, ha vissuto un’adolescenza burrascosa, caratterizzata da abuso di alcol e droghe e ha diretto per molti anni un’associazione culturale internazionale che si occupa di filosofia comparata . Nel luglio 1984, a Madrid, Susanna, che vive per strada ormai da molti mesi, viene sconvolta da un “bad trip” da Lsd. Un’esperienza spaventosa, uno spartiacque che segnerà un prima e un dopo nella sua vita, trasformandola in una continua ricerca di sé stessa. Il libro affronta il disagio rifuggendo il luogo comune dell’“esperienza alterata” come degenerazione patologica di soggetti privi di volontà. Nelle pagine di questo moderno romanzo di formazione lo stato mentale modificato e la percezione dilatata sono considerati dall’autrice bisogni insopprimibili della psiche umana. Nel viaggio attraverso sé stessi, l’oppio è una tappa del percorso, così come lo sono l’amore e l’arte. Prefazione di Fabio Cantelli Anibaldi, già vicepresidente del Gruppo Abele.
Collocazione Biblioteca: 20116

Luigi Ciotti con Stefano Garzaro, C’è bisogno di te. Per costruire un mondo più bello e più giusto, Piemme, Milano, 2023, 189 pp.
Sei davvero libero dai tanti pregiudizi che pervadono la nostra società? Sei finalmente in grado di andare oltre quelle che sentiamo definire ovunque “differenze”? E che cosa sono, queste differenze? Per quanto molte vite siano spesso il rovescio di altre, per quanto ognuno di noi maturi le proprie esperienze e affondi nella terra con radici diverse, l’umanità è una grande famiglia allargata. Attraverso un dialogo appassionato, in questo testo Luigi Ciotti e Stefano Garzaro ci mostrano le storie dei cosiddetti “emarginati”, e ci ricordano che non ha nessuna importanza il luogo da cui veniamo: dovremmo tutti imparare a prenderci cura l’uno dell’altro, proprio come in una famiglia.
Collocazione Biblioteca: 20103

Emanuele Bignamini, Amir Garofalo, Nuove droghe e nuovi occhi per guardarle, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 39-49
Le riflessioni degli autori, rispettivamente psichiatra e filosofo, prendono avvio da aspetti di contesto sociale e culturale per focalizzarsi poi sul fenomeno specifico del consumo delle nuove sostanze psicoattive. Intendono seguire così il suggerimento che molti offrono agli operatori dei servizi “psi”, di alzare lo sguardo e aprire la mente per rendersi maggiormente conto delle condizioni in cui loro e i loro pazienti si pongono questioni riguardanti il benessere, la soddisfazione di vivere e il senso dell’essere al mondo. L’articolo inaugura un nuovo spazio dedicato dalla rivista alle nuove forme di dipendenza, con o senza sostanze, che vanno diffondendosi sempre più in ogni parte del mondo.

9788865484333_0_536_0_75Cecco Bellosi, L’orlo del bosco. La cura delle dipendenze tra catene e libertà, DeriveApprodi, Roma, 2022, 318 pp.
La droga è tornata come grande questione sociale che attraversa ceti e classi, integrati ed esclusi, alla ricerca performante della cocaina, illusoria degli psicofarmaci, lenitiva dell’eroina, straniante del crack, consolatoria dell’alcol, tra spaesamento, paura, angoscia, rabbia, rancore. L’orlo del bosco è la soglia tra luce e oscurità: questo è il senso del viaggio dell’autore nella sofferenza delle dipendenze, della follia, delle solitudini, dove praticare una cura non significa imporre modelli normativi né discipline. Un libro denso di storie di vita vissuta ai margini, racconti biografici e rimandi teorici a chi per primo ha pensato la terapia senza le mura o le camicie di forza.
Collocazione Biblioteca: 19676

Mastica’zine ; a cura di Paolo Cerruto, Ero una fanzine, Agenzia X, Milano, 2022, 183 pp.
‘Ero una fanzine’ nasce nel 2020. Il progetto prende vita dall’urgenza di raccontare la realtà dell’eroina nell’Italia contemporanea. Dopo vent’anni di numeri in calo, la curva delle morti per overdose da eroina è tornata a piegare verso l’alto. Oggi abita il quotidiano di sempre più persone. Il libro si propone di tornare a ragionare su questa presenza dando voce a chi vive la sostanza in prima persona. Attraverso una raccolta di diari, cronache, poesie e racconti, il libro narra la realtà dell’eroina e di tutto ciò che vi sta attorno, spaccio, consumo, dipendenza, astinenza, overdose.
Collocazione Biblioteca:  19729

Sonia Scalvini, Uno sguardo sociale sulle dipendenze. Riflessioni su competenze e risorse degli operatori, in Lavoro sociale, vol. 22, n. 3 (giu. 2022)pp. 39-43
L’Organizzazione Mondiale della Sanità in più documenti ci ricorda il carattere complesso della dipendenza, definita come una condizione frutto di una pluralità di fattori (ambientali, sociali, contestuali..). Oggi nell’alveo dei disturbi connessi alla dipendenza si parla di “dipendenza patologica” in sostituzione del termine “tossicodipendenza”, in contrapposizione alle dipendenze comportamentali. Questo cambiamento è importante per superare un atteggiamento stigmatizzante nei confronti della tossicodipendenza e delle persone che vivono tale condizione.

9788804749936_0_536_0_75

Vanessa Roghi, Eroina. Dieci storie di ieri e di oggi, Mondadori, Milano, 2022, 198 pp.
Valentina ha iniziato a fumare eroina a 13 anni. Parte da qui, dalla vicenda di una ragazza come tante, il percorso di ricerca di Vanessa Roghi sul mondo delle cosiddette droghe pesanti. Sullo sfondo di questo scenario, l’autrice si interroga sulla possibilità di una soluzione diversa, sia dalla politica punitiva adottata da molti Paesi europei, tra cui l’Italia, sia da quella delle comunità terapeutiche, dove l’imperativo è rinunciare di colpo e per sempre alle sostanze. Parliamo cioè di riduzione del danno, cioè l’ammissione che per alcuni smettere di assumere stupefacenti non è un’opzione praticabile. L’autrice è ricercatrice storica.
Collocazione Biblioteca: 19847

Maria Elena Cantilena, Una storia disonesta? Il consumo di droghe nell’Italia dei lunghi anni Settanta, Pacini, Ospedaletto (PI), 2022, 226 pp.
A partire dagli anni Sessanta del Novecento, in Italia si registra un graduale aumento del consumo di cannabis, allucinogeni e oppiacei, che suscita un forte interesse, soprattutto per il suo legame con le culture giovanili. Questo volume ricostruisce il fenomeno nella sua complessità, indagando il dibattito pubblico e le risposte legislative e sanitarie. Attraverso fonti archivistiche, riviste di movimenti politici e gruppi controculturali, atti di convegni scientifici, sono analizzati il significato che i consumatori attribuiscono alla loro pratica e l’ampio dibattito politico, dal quale scaturisce una nuova normativa sugli stupefacenti nel 1975. Intrecciando diversi ambiti storiografici, il tema diventa così una cartina di tornasole per riflettere sulla trasformazione dei modelli di consumo, delle pratiche mediche e sui processi di allargamento della partecipazione democratica nell’Italia dei lunghi anni Settanta. Sull’argomento si può leggere anche il romanzo di Gianni De Martino, La città dei jinn, La nuova carne, Milano, 2023, 202 pp. (Coll. Bibl.: P046)
Collocazione Biblioteca:  19403

Luca Angrisano … [et al.]; a cura di Danilo Lazzaro, Dentro al bosco che non c’è. Rogoredo experience, Epoké, Novi Ligure, 2022, 273 pp.
Il volume è frutto di una ricerca svolta dagli studenti del terzo anno del corso di Criminalistica dell’ISF (Istituto di Scienze Forensi – Milano, anno accademico 2020-2021) nel quartiere di Milano Rogoredo. Il quartiere periferico, posto a sud est del centro di Milano è famoso per essere diventato la più grande piazza di spaccio di stupefacenti del Nord Italia. Il testo racconta questo fenomeno sociale attraverso la voce di chi il “boschetto” l’ha vissuto e di quotidianamente ci opera, attraverso il racconto dell’immaginaria passeggiata di un suo abitante.
Collocazione Biblioteca: 19827

9788855194686Peter Andreas, Killer high. Storia della guerra in sei droghe, Meltemi, Milano, 2021, 363 pp.
In questo libro Peter Andreas scava nella Storia umana per scoprire il ruolo decisivo che le sostanze psicoattive – pesanti o leggere, lecite o illecite, naturali o sintetiche – hanno avuto nei conflitti armati sin dall’epoca romana. Dalle antiche battaglie inzuppate di vino e birra alle metamfetamine che alimentarono l’aggressività dei soldati nazisti; dalle Guerre dell’oppio, alle Drug Wars americane contro la cocaina, che ora devastano il Messico dopo aver già segnato la Colombia; dall’invenzione della distillazione, che facilitò la conquista e la pulizia etnica del Nuovo Mondo, agli sconcertanti effetti dei conflitti armati sulla diffusione del tabacco e della polvere bianca: il viaggio nella Storia condotto dall’autore dimostra che droga e guerra sono cresciute insieme e sono diventate dipendenti l’una dall’altra.
Collocazione Biblioteca: 18983

Pablito el Drito, Lo spettro della droga. Storia, mercato e politica delle sostanze, Agenzia X, Milano, 2021, 257 pp.
Il libro si occupa delle interazioni tra sostanze, politica, cultura e società. Si basa su fonti di vario tipo, tra cui quotidiani, letteratura alta e popolare, riviste mainstream e underground, interviste, memoir, reportage tv, saggi di storia, politica, antropologia e farmacologia. La tesi dell’autore è che il controllo delle sostanze sia una faccenda tremendamente politica, perché decide della fortuna o delle disgrazie di intere nazioni, gruppi etnici e sociali. Per liberarci dalle logiche dello sfruttamento, della diseguaglianza crescente e della guerra è necessario saper guardare oltre il presente e immaginare un futuro diverso, anche per quanto riguarda le sostanze.
Collocazione Biblioteca: 19721

 Helen Keane, A normalised future of addiction, in The International Journal of Drug Policy, vol. 94, art. 102972 (ago. 2021) – on line, pp. 1-5
Questo saggio ipotizza la possibilità di un futuro normalizzato della dipendenza, in cui la dipendenza da sostanze non sia più legata a una categoria di malattia o a un’identità disordinata. Si basa sulla letteratura sociologica critica che affronta il tema dell’aspettativa e dell’economia morale dell’anticipazione, oltre ad adottare una prospettiva utopica ispirata alla teoria femminista e queer. Mette in discussione i discorsi dominanti sull’innovazione tecnologizzata nel campo delle dipendenze e vede invece aperture verso un futuro migliore negli spazi e nelle pratiche della riduzione del danno.

9788829008681_0_536_0_75Anna Paola Lacatena, La polvere sotto al tappeto. Discorso pubblico sulle droghe tra evidenze scientifiche e ipocrisie, Carocci, Roma, 2021, 198 pp.
L’autrice, giornalista e sociologa, espone la propria visione nell’ambito del dibattito sulle droghe. In Italia, il confronto sul consumo di sostanze psicotrope tiene conto del sensazionalismo dei media, del moralismo della società, dell’immobilismo e della retorica della politica. Le evidenze scientifiche sono sacrificate alle ideologie, ai lobbismi, alla disumanizzazione dei consumatori e dei dipendenti patologici. I proibizionisti non ammettono il piacere e l’uso ricreativo delle droghe e gli antiproibizionisti escludono aprioristicamente la malattia, rischiando entrambi di estromettere il contesto, le differenze tra le sostanze, l’individualità e la storia personale. Le droghe e i loro utilizzatori non possono essere considerati in maniera univoca. Partendo dal presupposto che chi fa uso di droghe non è un criminale, il testo tiene in considerazione il piano sanitario e socioculturale, sulla scorta del modello portoghese e del contributo offerto da alcuni protagonisti del mondo della cultura.
Collocazione Biblioteca: 19851

Chiara Pensa, Valeria Ugazia, Perché drogarsi, in Psicologia contemporanea, n. 283 (gen. – feb. 2021), pp. 68-73
Ciascuno attribuisce alla droga significati e funzioni diversi a seconda della semantica con cui costruisce il proprio mondo. L’articolo riporta i risultati di una ricerca svolta tra tossicodipendenti in struttura riabilitativa: la maggioranza usava la “semantica della bontà”, attraverso la polarità buono/cattivo e vivo/morto, in cui l’uso di eroina e cocaina permetteva loro di trovare un posizionamento stabile in uno dei due poli. Altri facevano riferimento alla “semantica del potere” per cui il mondo si divide tra vincenti e perdenti. La cocaina li aiutava a sentirsi vincenti, mentre il crack li faceva sentire falliti.

Raimondo Maria Pavarin, Io non sono uno spacciatore. Sono un consumatore, aiuto gli amici. La ricerca qualitativa con interviste a venditori di cannabis non professionisti, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 51, n. 3 (estate 2021), pp. 42-45
L’obiettivo principale della ricerca proposta è conoscere alcuni aspetti collegati alla vendita di cannabis in Italia a partire dal punto di vista del consumatore. Per questo motivo sono stati intervistati alcuni consumatori che abbiano venduto almeno una volta nella vita tale sostanza. Particolare attenzione è stata posta al funzionamento di alcuni aspetti del mercato della droga: l’acquisto, la rivendita, l’intermediazione, le motivazioni e l’identità dello spacciatore.

la_droga_in_testa-1Henri Margaron, La droga in testa. Una nuova narrazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2021, 128 pp.
«Le droghe sono considerate da tutti i genitori il maggiore pericolo in cui incorrono i figli quando iniziano la strada dell’autonomia». Sono le parole d’esordio di questo saggio, scritto da uno psichiatra esperto di dipendenze che qui approfondisce il tema del rapporto tra consumo, dipendenza e cervello, con l’obiettivo di sfatare alcune convinzioni. A lungo si è stati convinti dell’esistenza nel cervello di una particolare struttura suscettibile di essere messa “in tilt” dal consumo di sostanze stupefacenti. Le più recenti scoperte in campo di neuroscienze, tuttavia, hanno messo in discussione questo approccio. Se il fulcro delle straordinarie capacità del nostro cervello sta nel modo in cui questo apprende continuamente a interagire con il contesto esterno, l’attenzione va posta, invece, sul modo in cui le droghe, o alcuni comportamenti, condizionano questa interazione sino alla dipendenza e interferiscono con la formazione della personalità.
Collocazione Biblioteca: 18911

Carl L. Hart, Drug Use For Grown-ups: Chasing Liberty in the Land of Fear, Penguin Putnam Inc, New York, 2021, 304 pp.
Da uno dei massimi esperti mondiali sull’argomento, una forte argomentazione secondo cui i maggiori danni delle droghe derivano dalla loro illegalità e un fiducioso calcolo della possibilità del loro uso come parte di una vita responsabile e felice. Il Dr. Carl L. Hart, Professore Ziff alla Columbia University ed ex presidente del Dipartimento di Psicologia, è uno dei massimi esperti mondiali degli effetti delle cosiddette droghe ricreative sulla mente e sul corpo umaniIn Drug Use for Grown-Ups, attinge a decenni di ricerca e alla sua esperienza personale per sostenere definitivamente che la criminalizzazione e la demonizzazione del consumo di droga – non le droghe stesse – sono state un tremendo flagello per l’America.
Collocazione Biblioteca: 19784

Leopoldo Grosso, Quale lettura del consumo di sostanze psicoattive? Appunti per una rappresentazione del consumo nei mondi giovanili, in Animazione Sociale, n. 9/341 (2020), pp. 16-27
Secondo l’autore, psicologo e psicoterapeuta, le analisi dei consumi giovanili a volte sono controproducenti, in quanto finiscono per vedere pericoli ovunque, al punto di inibire in genitori e operatori l’essere di aiuto là dove insorgono difficoltà. L’autore offre una serie di riflessioni e suggerimenti per avvicinarsi a rappresentazioni in grado di condividere la ricerca giovanile di spiragli entro cui interrogarsi sull’esserci in questa società. Delo stesso autore si veda anche l’articolo Consumi stupefacenti, in La Via Libera, n. 2 (mar. – apr. 2020), pp. 20-48

51smTQ-r3QL._AC_UF1000,1000_QL80_Luigi Ciotti, Droga. Storie che ci riguardano, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2020, 111 pp.
Partendo da un’esperienza di quasi cinquant’anni – don Luigi Ciotti aprì il primo centro di accoglienza per tossicodipendenti in Italia nel 1973 – questo libro affronta la complessità dell’argomento dell’uso e abuso di sostanze e degli effetti di queste sulle vite di tutti giorni. Racconta le storie umane dietro la dipendenza, denuncia il narcotraffico – il più redditizio business delle mafie – e stimola un impegno costante verso il raggiungimento di normative e metodologie di recupero che siano umane, che non puniscano ma valorizzino la dignità e la ricerca di autonomia.
Collocazione Biblioteca: 18635

 Simone Feder, Alice e le regole del bosco, Mondadori, Milano, 2020, 159 pp.
La storia raccontata in questo libro è vera e nasce dall’incontro che ha cambiato la vita di Alice, quello con Simone, l’educatore che l’ha aiutata a disintossicarsi. L’incontro ha poi dato vita a un’autobiografia corale, che presta la voce a chi troppo spesso è giudicato, allontanato ed emarginato solo perché diverso, scomodo, magari sporco e inquietante. La protagonista, Alice, diciassette anni, ha quella che potrebbe definirsi una “vita normale”: una famiglia che le vuole bene, una buona carriera scolastica, una migliore amica che la adora, Daria. Eppure si sente diversa, fuori posto, incompresa. Fino a che non incontra Samuele, di un paio di anni più grande, che vive il suo stesso malessere. Samuele ha una brutta fama, dice Daria ad Alice, è “un drogato, uno che va al boschetto”. Si riferisce a Rogoredo, una delle più grandi piazze di spaccio della Lombardia. Ma Samuele è affascinante, seducente e Alice se ne innamora. È lui a condurla al bosco, introducendola a poco a poco ai suoi abitanti e all’atmosfera di disperazione che li avvolge. Pochi mesi e Alice, seguendo Samuele, passa come lui dal “fumo” al “buco”, fino a diventare succube dell’eroina. Benché cerchi disperatamente di far coesistere le sue due vite parallele, quella di “ragazza normale” e quella di “tossica”, la sua è una discesa inarrestabile verso il fondo più oscuro della tossicodipendenza. Entrare nel bosco è facile, uscirne non lo è affatto.
Collocazione Biblioteca: 19788

Le sostanze psicoattive

Jørg Mørland … [et al.], On the duration of cannabis effects and the presence of THC in the body, in Addiction, vol. 118, n. 2 (feb. 2023) – on line, pp. 390-391
Quando il tetraidrocannabinolo (THC), l’ingrediente psicoattivo più importante della cannabis, è presente in concentrazioni sufficientemente elevate, influisce sulla funzione cerebrale. È importante conoscere la durata di questo effetto, sia per uso medico che ricreativo. Nuovi studi indicano che piccole quantità di cannabis rimangono presenti nel cervello più a lungo di quanto precedentemente ipotizzato e si accumulano con l’assunzione ripetuta. Questo breve articolo spiga le attuali conoscenze in merito e, auspicando ulteriori ricerche in merito, afferma che i consumatori dovrebbero esserne informati.

FrUteWEaMAAiYT5UNODC, Global Report on Cocaine 2023. Local dynamics, global challenges, United Nations Publications, Vienna, 2023, 184 pp.
Questo rapporto, redatto dall’UNODC, fornisce i dati più recenti sul traffico di cocaina. Dal 2020 la produzione di cocaina è aumentata vertiginosamente, e con essa la sua distribuzione. Sono state individuate nuove zone di passaggio dei traffici nel sud-est Europa e nelle regioni centrali e occidentali dell’Africa, continente in cui peraltro si registra un pericoloso rischio di aumento dell’uso di cocaina, rischio condiviso con le regioni del sud Asia. Si registrano anche cambiamenti nel panorama criminale legato alla gestione dei traffici, con la dissoluzione dei gruppi delle FARC che detenevano il monopolio sulla produzione colombiana di coca, fattore che ha aperto la strada a una miriade di piccole reti di trafficanti intente a riempire il vuoto. Inoltre, si nota la proliferazione di “service providers”, gruppi specializzati in aspetti specifici della produzione e del traffico che offrono a pagamento servizi logistici ai network criminali. Si veda inoltre il report dell’EMCDDA, Europol, EU Drug Market: Cocaine, EMCDDA, Lisbona, 2022, 92 pp.

EMCDDA, Hexahydrocannabinol (HHC) and related substances. Technical report, EMCDDA, Lisbona, 2023, 107 pp.
Rapporto tecnico dell’EMCDDA sulla diffusione dell’Hexoidrocannabinolo (HHC), un cannabinoide semisintetico (SSC) la cui diffusione sta aumentando per il suo status tecnicamente legale, dato che non contiene il principio attivo della cannabis, nonostante gli effetti comparabili. La pubblicazione studia la sua diffusione nel mercato europeo, la diffusione di altri SSC, e propone nella sua seconda parte uno studio dettagliato sul principio attivo in sé, a livello chimico, come viene prodotto, identificato, i suoi usi legittimi e le informazioni scientifiche sui cannabinoidi più simili.

Sylvia Kay, Prohibited plants. Environmental justice in drug policy, TNI, Amsterdam, 2022, 76 pp.
La politica sulle droghe e la politica ambientale hanno spesso operato in modo opposto l’una all’altra. Tuttavia, nell’epoca attuale, caratterizzata da stress ambientale, cambiamenti climatici e riscaldamento globale, questo scollamento richiede un urgente rimedio per sviluppare un approccio di “riduzione del danno ambientale” alla politica sulle droghe. Questo rapporto illustra tale approccio, con un’attenzione particolare alle tre principali colture di droghe agricole. Attraverso una serie di casi di studio sulla coltivazione della coca nella regione andina e il traffico di cocaina in America centrale, sulla coltivazione del papavero da oppio in Myanmar e in Afghanistan e sulla coltivazione di cannabis in Marocco e in California, il rapporto documenta una serie di impatti ambientali associati a queste “piante proibite” e pone le basi per una serie di percorsi di sostenibilità da esplorare nell’ambito della politica della droga a tutela delle persone, della terra e delle sue risorse.

Otto Simonsson … [et al.], Prevalence and associations of classic psychedelic-related seizures in a population-based sample, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 239,  (ott. 2022) – on line, pp. 1-4
Studi precedenti hanno riportato collegamenti fra il consumo classico di sostanze psichedeliche e le convulsioni, ma rimane scarsa la conoscenza sulla prevalenza e i potenziali fattori di rischio delle tipiche convulsioni legate alle sostanze psichedeliche. Usando un campione rappresentativo della popolazione USA adulta riguardo a sesso, età ed etnia (n = 2822), questo studio ha esaminato la prevalenza e i potenziali fattori di rischio delle tipiche convulsioni causate da sostanze psichedeliche, in un sotto-campione di rispondenti che hanno segnalato un consumo tipico di sostanze psichedeliche nel corso della vita (n = 613). Nell’articolo sono riportati e commentati risultati dello studio.

David Adzrago … [et al.], Kratom use categories and their associations with co-occurring substance use and mental health disorder symptoms during the COVID-19 pandemic, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 239,  (ott. 2022) – on line, pp. 1-8
Il consumo di kratom, una sostanza psicoattiva, costituisce un’area di ricerca in evoluzione, ma è ancora poco studiata. Il lavoro proposto esamina l’associazione fra le categorie di consumo del kratom, la salute mentale e i disturbi da consumo di sostanze nella popolazione USA. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

downloadEMCDDA, Europol, EU Drug Market: Methamphetamine, EMCDDA, Lisbona, 2022, 56 pp.
Questa pubblicazione dell’EMCDDA in collaborazione con la Europol descrive un’analisi aggiornata del mercato della metanfetamina nell’Unione Europea, dalla produzione al traffico alla distribuzione, a tutti i livelli. Il testo si propone come una guida per l’Unione Europea e per i suoi stati membri a quali sono i rischi più urgenti di cui tenere conto e gli approcci da prendere a riguardo. In Europa il mercato della metanfetamina è relativamente piccolo, storicamente relegato alle regioni centro-europee della Repubblica Ceca e Slovacchia, ma negli ultimi anni è in espansione. Paesi Bassi e Olanda hanno grandi centri di produzione di metanfetamine e altre droghe con metodi e materiali di produzione simili (MDMA, anfetamina) sia per il mercato interno che per mercati esterni, e aggiungendo il fatto che l’Unione Europea è luogo di passaggio di prodotto da altri grandi esportatori come Messico e Nigeria, c’è il rischio che la maggior quantità e quindi facile reperibilità di metanfetamine causi un aumento del consumo.

Raimondo Maria Pavarin … [et al.], Il mercato sociale della cannabis in Italia, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 45 (mar. 2022), pp. 7-52
Nel corso degli ultimi trenta anni l’uso di cannabis ha subito un processo di normalizzazione e di maggiore accettazione sociale. Il dossier analizza il mercato sociale della cannabis, la coltivazione della cannabis e il labirinto legislativo, la potenzialità della canapa industriale, la dimensione economica del mercato sociale, i Cannabis social club e l’approvvigionamento moderatamente commerciale di sostanze illecite. A livello internazionale si veda invece il report di  Mike Vuolo, João Matias, Sources of cannabis acquisition by country and frequency of use in the European web survey on drugs. Monitoring drug use in the digital age: studies in web survey, EMCDDA, Lisbona 2022, pp. 11

Andrea Giambartolomei, La droga del sesso arriva col postino, in lavialibera,  n. 12 (2021), pp. 57-59
“Droga dello stupro” o ecstasy liquida, nel gergo “G”: di tratta del Ghb e del Gbl, molto ricercate per i chemsex, orge a base di droghe (soprattutto tra gay). In circolazione già dagli anni ’90, quel che è cambiato è la diffusione, in crescita ed effettuata tramite acquisti on line e invii per posta o corriere.

9788867833368_0_536_0_75Dale Pendell, Pharmako Gnosis. Piante psicoattive e la via venefica, Add, Torino, 2021, 407 pp.
Ayahuasca, mescalina, amanita muscaria, peyote, San Pedro, jurema, DMT, ketamina, toloache, alcaloidi tropan e molte altre specie e sostanze sono raccolte in uno studio enciclopedico e interdisciplinare in cui si incontrano farmacologia e neuroscienze, etnobotanica, antropologia e mitologia. Il libro è la più completa esplorazione scientifico-poetica delle piante psicoattive e dei relativi sintetici. E’ illustrato seguendo la tradizione degli antichi erbari.
Collocazione Biblioteca: 19824

Psy*Co*Re ; a cura di Alessandro Novazio e Bernardo Parrella, Verso la maturità psichedelica. Interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia, AnimaMundi, Otranto, 2022, 240 pp.
L’obiettivo primario dei due eventi, di cui questo testo raccoglie i principali interventi, è di fare il punto, in ambito italiano, sugli studi e sulle iniziative relative agli stati modificati di coscienza e alle scienze della mente in relazione all’utilizzo delle sostanze enteogene, avviando un ponte informativo tra gli addetti ai lavori e chiunque sia interessato a conoscere questi percorsi. Il network di riferimento è Psy.Co.Re costituito nel 2019 a Torino che riunisce tutti le persone che a vario titolo si occupano di stati modificati di coscienza con particolare attenzione alla salute e agli aspetti etici che ne conseguono.
Collocazione Biblioteca: 19862

EMCDDA, Synthetic cannabinoids in Europe – a review, EMCDDA, Lisbona, 2021, 70 pp.
Questo rapporto dell’EMCDDA fa il punto sulla situazione dei cannabinoidi sintetici e della loro diffusione nell’Unione Europea secondo i dati raccolti dall’EU EWS (European Union Early Warning System). Viene dettagliata la storia della loro diffusione, descrizioni chimiche, fisiche e farmacologiche delle varie sostanze, i loro effetti sulla salute e i modelli di utilizzo osservati, con l’obiettivo di informare e dare le basi per contrastare il fenomeno agli organismi preposti.

CSB_DROGHE_COVER-510x796A cura di Ludovica Lugli, Le droghe, in sostanza. Una guida per capire perché ci sono sempre state e ci saranno sempre, e perché la parola vuol dire tante cose diverse, Iperborea ; Il Post, Milano, 2022, 256 pp.
Le sostanze che chiamiamo «droghe» sono tante e diverse, e i loro effetti variano molto a seconda delle dosi, delle caratteristiche di chi le assume e delle ragioni per cui lo fa. Per questo parlare delle droghe come se fossero tutte uguali è riduttivo e fuorviante. Inoltre ignora il fatto che la stessa sostanza che qualcuno usa per provare piacere e divertirsi, può essere utile a qualcun altro per i suoi effetti terapeutici: il confine tra «droghe», per come abitualmente usiamo questo termine, e «farmaci» è meno netto di quanto si pensi. In molte parti del mondo si mette in discussione la cosiddetta «guerra alle droghe» e si tentano nuovi approcci, con depenalizzazioni e legalizzazioni, conservando l’attenzione necessaria sui rischi. Per capire quale direzione prendere bisogna prima di tutto capire di cosa parliamo.
Collocazione Biblioteca:  19403

Jonathan P. Caulkins, Radical technological breakthroughs in drugs and drug markets. The cases of cannabis and fentanyl, in International Journal of Drug Policy, vol. 94, art. 103162 (ago. 2021) – on line, pp. 1-19
La legalizzazione della cannabis e l’arrivo del fentanyl non medico stanno modificando radicalmente i mercati della droga nordamericani. Una parte essenziale di questo cambiamento è la capacità di produrre grandi quantità di queste droghe a basso costo, che è come una svolta tecnologica nella produzione. Questo saggio, attraverso tecniche di statistica descrittiva, analogia storica e ragionamento economico, esplora le possibili conseguenze future di queste tendenze. Lo studio indica che per la cannabis e gli oppioidi in Nord America, le condizioni sono mature per cambiamenti significativi, non solo nelle quantità consumate e nei danni associati, ma anche nei ruoli di queste droghe e nel loro controllo nella società. Non ci sono ragioni ovvie per cui queste tendenze non si diffonderanno anche in altri continenti.

Johannes Thrul & Albert Garcia-Romeu, Whitewashing psychedelics. Racial equity in the emerging field of psychedelic-assisted mental health research and treatment, in Drugs : Education, Prevention and Policy, n. 3 (2021) – on line, vol. 28, pp. 211-214
La crescente ricerca sulle potenziali applicazioni terapeutiche di allucinogeni appartenenti alla Tabella I, tra cui la psilocibina “psichedelica classica” e l’ MDMA, ha dimostrato di essere promettente per una serie di malattie mentali. I risultati preliminari suggeriscono benefici sostanziali del trattamento assistito da psilocibina per la depressione maggiore, per la dipendenza da alcol e tabacco e per il disagio esistenziale correlato al cancro. Allo stesso modo, la terapia assistita da MDMA ha dimostrato miglioramenti persistenti nei sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Pertanto, sia la psilocibina che l’MDMA hanno ottenuto la designazione di “terapia rivoluzionaria” dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e, in attesa di esiti positivi degli studi clinici in corso e futuri, potrebbero emergere come un nuovo paradigma di trattamento con notevoli ramificazioni per la cura della malattia mentale.

European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), New benzodiazepines in Europe. A Rewiew, EMCDDA, Luxembourg, 2021, 48 pp.
Questo rapporto fornisce una revisione tecnica dell’attuale corpo di conoscenze relative alle nuove benzodiazepine monitorate dal sistema di allarme rapido dell’UE. Gli obiettivi di questo rapporto sono rafforzare la consapevolezza situazionale delle nuove benzodiazepine in Europa e aiutare le parti interessate a prepararsi e rispondere alla salute pubblica e alle minacce sociali causate da tali sostanze.

npsEuropean Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), New psychoactive substances: global markets, glocal threats and the COVID-19 pandemic. An update from the EU Early Warning System, EMCDDA, Lisbon, 2020, 32 pp.
In questo aggiornamento del sistema di allarme rapido dell’UE si propone di fornire approfondimenti su ciò che sta accadendo con le nuove sostanze psicoattive in Europa, sulla base dei dati delle attività di allarme rapido e di valutazione dei rischi dell’agenzia. Il rapporto copre il periodo fino a ottobre 2020 e quest’anno si concentra sui mercati globali, le minacce glocal e la pandemia di COVID-19.

Leah Moyle, Alexandra Aldridge, Ben Mechen, Pharmacosex: Reimagining sex, drugs and enhancement, in The International Journal of Drug Policy, vol. 86, n. 102943 (dic. 2020) – on line, pp. 1-10
Il consumo di droghe in contesti sessuali sta ricevendo più attenzione che mai nei media, nelle istituzioni sanitarie pubbliche, e nelle comunità. Tuttavia, la ricerca ad oggi è più spesso interessata all’uso di droga collegato al sesso delle popolazioni lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer (LGBTQ), e in particolare uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini praticando il ‘chemsex’. In un contesto dominato dalle prospettive della salute pubblica e della scienza medica, questo articolo cerca di andare oltre i discorsi prevalenti su sesso e droga caratterizzati da rischio e danno, o piacere. Attingendo a una nozione espansiva di accrescimento, esploriamo gli incroci fra consumo di droga e sesso attraverso il concetto di ‘pharmacosex’ (sesso e farmaci): i modi in cui le popolazioni più vaste esperimentano una gamma di droghe illegali che modificano e aumentano la loro vita sessuale nel contesto di processi più vasti di “farmacizzazione” della sessualità.

Blake Beaton, … [et al.], Accounting for Microdosing Classic Psychedelics, in Journal of Drug Issues, n. 1 (gen. 2020) – on line, vol. 50, pp. 3-14
Il microdosaggio di sostanze psichedeliche classiche (ad es. LSD [dietilamide dell’acido lisergico] e psilocibina) è la pratica di assumere piccole quantità di queste sostanze per apportare vari cambiamenti positivi nella vita. Poco si sa delle esperienze soggettive e delle percezioni di coloro che si impegnano in questa pratica. Di conseguenza, usiamo la sociology of accounts come quadro teorico per esplorare i modi in cui coloro che effettuano microdosi scusano o giustificano la loro pratica. Utilizzando i dati di interviste semistrutturate con 30 persone che avevano microdosato, scopriamo che nessuno ha fornito scuse per il loro microdosaggio, ma tutti hanno offerto una o più giustificazioni. Quando hanno discusso del loro microdosaggio, i partecipanti hanno sottolineato sei giustificazioni chiave: negazione del danno, autosufficienza, autorealizzazione, appello alla normalità, appello alla lealtà e alla conoscenza. I risultati forniscono approfondimenti sulle esperienze soggettive di coloro che effettuano microdosi di sostanze psichedeliche, compresi i modi in cui tentano di allineare le proprie azioni con le aspettative della società.

La prevenzione

copertina-nuovo-numero-blu-speciale-2023 - WEB - PAG SEPARATERoberto Fiorini … [et al.], Prevenzione al Centro, Il nuovo Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute del Piemonte, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 54-58
L’articolo presenta il Progetto Prox Experience, nato nel 2014 all’interno delle attività di Promozione della Salute previste nel Piano Locale delle Dipendenze, sviluppatosi poi all’interno del Centro Regionale di Prevenzione e Promozione della Salute.

Max Felker-Kantor, DARE to say no: Police and the cultural politics of prevention in the war on drugs, in Modern American History, vol. 5, n. 3 (nov. 2022) – on line, pp. 313-337
L’articolo racconta del programma DARE (Drug Abuse Resistance Education), introdotto nelle scuole elementari nel 1983 dal Dipartimento di Polizia di Los Angeles e diventato, negli anni, il programma di educazione antidroga più importante della nazione. Il programma, oltre ad insegnare ai bambini i pericoli costituiti dalle droghe, sposta la responsabilità della prevenzione del consumo di droga dalla politica sociale e sanitaria pubblica a progetti educativi locali. Condotti dalle forze dell’ordine, questi progetti educano alla responsabilità personale, al valore di famiglie moralmente forti e al rispetto per l’autorità della polizia e sottolineano le conseguenze di un comportamento scorretto e l’importanza del rispetto della legge e dell’ordine.

Ruth McGovern… [et al.], The effectiveness of psychosocial interventions at reducing the frequency of alcohol and drug use in parents. Findings of a Cochrane Review and meta-analyses, in Addiction, vol. 117, n. 10 (ott. 2022) – on line, pp. 2571-2582
Il consumo di sostanze da parte dei genitori è una preoccupazione importante per la salute e la salvaguardia pubbliche. Vi sono stati diversi studi che hanno esaminato interventi mirati a questo fattore di rischio. In questo studio si è voluto stimare l’efficacia di interventi psicosociali nel ridurre il consumo di sostanze da parte dei genitori (di figli sotto i 21 anni). La ricerca ha rilevato che gli interventi mirati solo all’uso di sostanze o alle capacità genitoriali non sono stati efficaci nel ridurre la frequenza del consumo di alcol o droghe. Gli interventi psicosociali, pertanto, dovrebbero mirare sia alla genitorialità che al consumo di sostanze in un intervento integrato.

Hélio Manhica … [et al.], Trajectories of NEET (Not in Education, Employment, and Training) in emerging adulthood, and later drug use disorder – a national cohort study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 233,  (apr. 2022) – on line, pp. 1-7
L’assenza di istruzione, occupazione o formazione (NEET) è stata associata a esiti negativi per la salute. Questo studio si propone di indagare l’associazione tra NEET durante l’età adulta emergente e il successivo disturbo da uso di droghe (DUD) tra maschi e femmine. È stato analizzato un campione di 383.116 maschi e 362.002 femmine svedesi nati tra il 1984 e il 1990. Sono stati valutati annualmente i giovani NEET tra i 17 e i 24 anni e il loro follow-up per i DUD tra i 25 e i 33 anni. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

as353A cura di Valeria Carli … [et al.], Mettere in campo un pensiero di cura verso le/gli adolescenti. Le evoluzioni negli anni dell’idea di prevenzione, in Animazione Sociale, n. 03/353 (2022), pp. 68-96
Tre gli articoli pubblicati in questo focus: “Cosa vuol dire ragionare oggi di prevenzione? Sintonizzarsi con questa generazione di adolescenti”; “Come potenziare la capacità educativa di una scuola. Oltre ogni delega ai cosiddetti esperti”; “Sperimentarsi a contatto con le cose del mondo. ‘Esperienze forti’: un progetto educativo territoriale”. Si consulti inoltre l’articolo di Claudio Renzetti, Tre tracce di discussione sulla prevenzione. Domande scomode per tempi difficili, n. 8/340 (2020), pp. 60-66

Zoe E. Reed, Robyn E. Wootton, Marcus R. Munafò, Using Mendelian randomization to explore the gateway hypothesis: possible causal effects of smoking initiation and alcohol consumption on substance use outcomes, in Addiction, vol. 117, n. 3 (mar. 2022) – on line, pp. 741-750
Si pensa che l’uso iniziale di droghe quali il tabacco e l’alcol possa portare a un consumo più problematico successivo di droghe, è l’ipotesi del ‘passaggio’. Tuttavia le associazioni osservate possono essere dovute a un fattore condiviso di rischio sotterraneo, quali la caratteristica di impulsività. In questo studio è stato utilizzata la randomizzazione bidirezionale Mendeliana (Mendelian randomization = MR) per verificare l’ipotesi del “passaggio”. La ricerca ha evidenziato che l’iniziazione al fumo può portare a un aumento del consumo di alcol, al consumo e alla dipendenza da cannabis. Il consumo di cannabis può anche portare all’ iniziazione al fumo e la dipendenza da oppiacei al consumo di alcol. Tuttavia, dato che il consumo di alcol e tabacco tipicamente inizia prima dell’uso di altre droghe, questi risultati possono riflettere un fattore di rischio condiviso o un effetto bidirezionale per il consumo di cannabis e la dipendenza da oppiacei.

Giovanni Battista Modonutti, Fulvio Costantinides, Conoscenze sulla natura, le proprietà e gli effetti ed i rischi del fumo di tabacco espresse dagli/lle adolescenti in Friuli-Venezia Giulia (AS 2018/2019), in Alcologia, n. 48 (2022) – on line, pp. 129-167
L’articolo espone i risultati di una ricerca sulle conoscenze degli adolescenti scolarizzati riguardo al fumo di tabacco. Un campione di 447 studenti di alcuni Istituti Tecnici e Professionali della provincia di Gorizia, di cui 293 maschi e 154 femmine, ha risposto a un questionario anonimo, auto somministrato, semi strutturato, con domande riguardanti l’età anagrafica, il genere e la classe scolastica frequentata; la conoscenza della normativa italiana che regola le vendite dei prodotti del fumo di tabacco; la natura, le proprietà, gli effetti e l’entità dei rischi tabacco/nicotina correlati. Ne emerge che le conoscenze degli studenti in proposito non raggiungono livelli ottimali neanche alla fine della carriera scolastica. Secondo gli autori, i risultati acquisiti suggeriscono di rivisitare la programmazione didattica con l’intento di modificare le conoscenze scorrette presenti nel background culturale degli studenti in modo da favorire scelte critiche e responsabili a favore della salute.

psic

Mattia Mazzarese, Caterina Primi, Maria Anna Donati, La Peer education è efficace per la prevenzione dei comportamenti di addiction in adolescenti e giovani adulti? Una rassegna sistematica, in Psicologia della Salute, n. 1 (2022), pp. 61-90
La peer education è un approccio molto diffuso a livello internazionale nell’ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio negli adolescenti. Tuttavia, un solo studio ha valutato in modo sistematico l’efficacia di questo approccio nella prevenzione dell’uso di sostanze. Lo scopo della presente rassegna sistematica consiste nel sopperire a questa carenza, valutando l’efficacia degli interventi di peer education rivolti alla prevenzione di comportamenti di addiction negli adolescenti, tra cui anche il gioco d’azzardo.

Francesco Amato … [et al.], Riflessioni sull’uso di cannabis in adolescenza. Banalizzazione, complessità e interventi sanitari, in Dal fare al dire, a. 31, n. 1 (2022), pp. 47-54
L’ uso di cannabis rappresenta una problematica di rilievo nel corso del’adolescenza, la cui complessità spesso non viene compresa in modo adeguato. La percezione dei rischi associati al consumo di tale sostanza in adolescenza appare distorta e spesso banalizzata sia dagli adolescenti che dagli adulti, anche per via dell’ambiguità e della contradditorietà della comunicazione mediatica; inoltre la repentina ascesa del ricorso alla cannabis terapeutica genera confusione. Risulta dunque importante indagare le possibili ragioni associate al consumo della sostanza, che spesso è indice di un blocco evolutivo e di una difficoltà ad affrontare in modo adattivo emozioni e sentimenti. I servizi del territorio sono chiamati a rispondere con un approccio multidisciplinare e flessibile, volto ad aumentare la consapevolezza dei ragazzi e delle loro famiglie rispetto ai rischi, anche neurologici, associati all’uso di cannabis.

Fabio Cantelli Anibaldi, Prevenzione? Non pervenuta, in lavialibera, n. 18 (2022), pp. 66-67
Secondo l’autore, nell’ambito delle tossicodipendenze si è perso di vista un tema cruciale: la prevenzione, vale a dire cosa fare affinché un giovane non incontri le droghe o, avendole incontrate, sia in grado di abbandonarle senza rimpianti e senza aver messo a repentaglio la propria salute fisica ed emotiva. Le dipendenze non vanno “sedate”, con il metadone, per esempio, ma esplorate nelle loro radici, perché solo così è possibile liberarsene e imparare ad amare la vita. Si consulti inoltre nel numero precedente l’inserto dedicato al consumo di sostanze da parte dei giovani di Nicholas Medone … [et al.], Liberi di crepare, pp. 22-46

Claudio Leonardi … [et al.], Adolescenza on-line, sovraesposizione alla tecnologia e uso di sostanze prima del CoronavirusDal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 52-59
Nell’anno scolastico 2019-2020 la U.O.S. Patologie da Dipendenza, della ASL Roma 2, ha condotto un’indagine esplorativa con l’obiettivo di monitorare la percezione dei fenomeni di diffusione di uso e abuso di sostanze stupefacenti, alcol, web, nuove tecnologie, gioco d’azzardo e shopping da parte di adolescenti di età compresa tra i 13 e 20 anni in una realtà scolastica territoriale. L’obiettivo della ricerca è esplorare il mondo degli adolescenti rispetto al tema delle sostanze e della tecnologia, tra realtà percepita e abitudini personali, al fine di individuare interventi di prevenzione mirati. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

cover202109bIcro Maremmani … [et al.], Adolescenza e uso di sostanze: disturbi duali, scuola e famiglia, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 11, n. 43 (set. 2021), pp. 1-55
L’approccio medico al paziente con disturbo duale (DD) è indubbiamente delicato a causa del contesto culturale in cui i pazienti si trovano inseriti e che coinvolge due componenti, quella psichiatrica e quella dell’addiction, che non posso essere separate. Si segnalano in particolare gli articoli: “ll disturbo duale negli adolescenti: considerazioni diagnostiche e implicazioni cliniche” di Yifrah Kaminer; “Trattamento dell’uso di cannabis negli adolescenti in comorbidità con disturbo depressivo maggiore: un caso di studio” di Yifrah Kaminer; ““Una scuola per la vita”. Monitoraggio di un intervento di prevenzione multidisciplinare in quattro scuole napoletane” di Fabio Curcio … [et al.]; ” Associazione tra esperienze avverse infantili e comportamenti rischiosi per la salute come il fumo, l’uso di alcol e l’abuso di sostanze nell’adolescenza” di Marija Raleva, Liljana Ignjatova.

Alex Mold, Just say know: Drug education and its publics in 1980s Britain, in The International Journal of Drug Policy, vol. 88, n. 103029 (feb. 2021) – on line, pp. 1-7
Fino agli anni 80 del ‘900 le campagne di educazione contro la droga nel Regno Unito erano rare. Questo articolo esamina le ragioni dietro un cambiamento della politica che portò all’introduzione dell’educazione contro la droga nei mass media alla metà degli anni ’80. Si concentra su due campagne. “L’eroina ti rovina” (Heroin Screws You Up), fu effettuata in Inghilterra e “Scegli la vita, non le droghe” (Choose Life Not Drugs) in Scozia. Le campagne avevano toni diversi: “L’eroina ti rovina” utilizzava tattiche di paura e ‘horror shock’, mentre ‘Scegli la vita non le droghe’ cercava di fornire un messaggio di salute più positivo. ‘L’eroina ti rovina’ fu criticata da molti esperti per il suo approccio stigmatizzante. ‘Scegli la vita non le droghe’ fu recepita con maggior favore, ma entrambe le campagne incontrarono difficoltà con il più vasto pubblico. Questa analisi delle politiche storiche punta a esaminare la relazione complessa e sfumata fra le campagne di educazione antidroga e il loro pubblico, che solleva più ampie questioni sull’educazione sanitaria e i suoi ‘utenti’.

Prosperini di San Pietro, Annarosa Airoldi, Il lockdown e il suo impatto su adolescenti e famiglie, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 51, n. 1 (2021), pp. 31-35
Il contributo nasce dal confronto tra i caregiver della Cooperativa sociale onlus Piccolo Principe e della Neuropsichiatria infantile, che collaborano da anni nella presa in carico integrata degli adolescenti e famiglie del territorio della provincia di Varese. In questo articolo le autrici condividono le riflessioni inerenti la gestione dell’utenza in carico durante il lockdown e riflettono sull’impatto che esso ha avuto. Sull’argomento si consulti anche la ricerca americana di Richard Miech … [et al.], Adolescent drug use before and during U.S. national COVID-19 social distancing policies, in Drug and alchool dependence, art. 108822 (set. 2021) – on line, vol. 226, pp. 1-7

Vibeke A. Frank …  et al.], Drug experienced young people in contact with the Criminal Justice System. Special Focus, in Drugs: Education, Prevention and Policy, n.1 (2021) – on line, vol. 28, pp. 1-58
Il focus di questa raccolta di documenti è sui giovani (14-25 anni) che hanno esperienza con la droga e sono in contatto con il sistema di giustizia penale (CJS). In generale, la ricerca, e di conseguenza anche le politiche e i servizi, tendono a concentrarsi sul consumo da parte dei giovani o sui reati collegati, ma raramente affrontano problemi più complessi, come intende invece fare questa monografia. I quattro documenti di questa raccolta si basano sulla ricerca del progetto EPPIC (Exchange Prevention practices on Polydrug use between Youth In Criminal Justice systems) finanziato dall’UE. Il progetto si è svolto da gennaio 2017 a febbraio 2020 e ha raccolto la sfida di indagare su come i giovani con esperienza di droga coinvolti in reati siano trattati nei sistemi legali, sanitari e previdenziali in sei paesi dell’UE (Austria, Danimarca, Germania, Italia, Polonia, UK). Alla ricerca effettuata in Italia hanno partecipato anche, come ricercatrici, Franca Beccaria e Sara Rolando.

9788833533315_0_536_0_75Maddalena Bisollo, Pensieri stupefacenti. La prevenzione filosofica delle tossicodipendenze, Lindau, Torino, 2020, 253 pp.
L’autrice, filosofa, affronta un tema complesso come quello della prevenzione delle tossicodipendenze che richiede oggi nuove e molteplici chiavi di lettura. Una di queste ci viene offerta dal metodo della consulenza filosofica che, integrandosi agli approcci preventivi di carattere medico e psicologico, promuove una visione olistica della cura dell’essere umano. Per l’autrice la filosofia è la più titolata per soccorrerci nella vita dinanzi alle questioni di senso e di significato. Oltre a una disamina teorica, il volume propone un’analisi di metodologie, laboratori ed esempi concreti. Al fondo del volume è presente anche una sitografia.
Collocazione Biblioteca: 19832

Ina M. Koning … [et al.], Implementation of the Icelandic Prevention Model. A critical discussion of its worldwide transferability, in Drugs: Education Prevention and Policy, n. 4 (2020) – on line, pp. 367-378
Il Modello di prevenzione islandese (IPM) sta guadagnando particolare attenzione a causa del suo approccio ambientale innovativo e per il suo presunto impatto sulla riduzione dell’inizio dell’uso di sostanze tra i giovani negli ultimi due decenni in Islanda. Sebbene questo modello sia radicato in principi di prevenzione ben accettati e sia stato molto presente nelle discussioni pubbliche e nei media di tutto il mondo, rimangono sconosciuti i principi attivi, gli elementi fondamentali e il loro contributo. In questo documento si mettono in evidenza i punti di forza del modello e si sollevano alcune criticità che dovrebbero essere considerate e affrontate prima di implementare, adattare e valutare il modello in altri contesti. Nel medesimo numero della rivista si trovano anche due documenti di discussione sull’argomento: un commento critico di Kristjansson et al. e la replica degli autori di questo articolo. Si può inoltre consultare l’articolo di Lara Bassi, L’Icelandic Prevention Model. Una buona pratica da cui imparare, in Lavoro sociale, suppl. al n. 4 (ago. 2020) – on line, pp. 7-18

Daniele Biondo, Gruppo evolutivo e branco. Strumenti e tecniche per la prevenzione e la cura dei nuovi disagi degli adolescenti, Franco Angeli, Milano, 2020, 334 pp.
Con il presente volume, l’autore, partendo dalla teoria del funzionamento della mente adolescente, propone un’originale tecnica di lavoro psicoanalitico che passa attraverso il potere curativo del gruppo all’interno delle istituzioni, analizzando sia il gruppo evolutivo (con un funzionamento orientato alla crescita), sia il gruppo primitivo a funzionamento tipo branco. Gli adolescenti hanno una naturale propensione a lasciarsi andare alla corrente della mente gruppale. Quando questa propensione viene ostacolata o bloccata da esperienze traumatiche, la mente adolescente degrada nel funzionamento tipo branco. Approfondendo questa linea di ricerca, l’autore propone qui uno specifico strumento per valutare i diversi gradi di trasformazione delle emozioni e dei pensieri degli adolescenti: la Griglia Gruppo-Branco. La seconda parte del volume permette di applicare tale inedito strumento in vari ambienti e situazioni.
Collocazione Biblioteca: 18747

I servizi per le dipendenze

cover_mission_59Andrea Monculli … [et al.], Dipendenze, empowerment, lavoro: attivazione di un’esperienza di laboratorio ispirata alla metodologia dell’Individual Placement and Support presso un Servizio delle Dipendenze, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 36-39
Questo contributo presenta un Laboratorio di informatica di base & ricerca lavoro, ispirato alla metodologia IPS, presso il Servizio delle dipendenze di Udine. Il metodo IPS (Individual Placement Support) è un metodo alternativo di ricerca lavorativa rivolto a persone con problemi di dipendenza. E’ basato su otto principi che ne garantiscono la massima efficacia. Tra questi vi è l’obiettivo dell’ottenimento di un lavoro competitivo, integrato nella comunità di appartenenza, attraverso una rapida ricerca del lavoro su libero mercato, escludendo tirocini o laboratori protetti, e mantenendo il focus sulle preferenze della persona riguardo al tipo di lavoro, al tempo e alla natura del supporto richiesto all’operatore impiegato nella ricerca di lavoro e dell’équipe clinica. I risultati ottenuti nei nove mesi di sperimentazione su un piccolo gruppo di tossicodipendenti appaiono promettenti.

Elisa Zamagni … [et al.], Da doppie diagnosi a doppi servizi? Riflessioni per un’ibridazione tra servizi di salute mentale e dipendenze patologiche, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 25-36
Gli autori affermano che la presenza di due setting autonomi di diagnosi e di trattamento nella presa in carico di pazienti che presentano sintomi di natura psichiatrica e problematiche legate all’uso, abuso e dipendenza da sostanze è uno dei nodi critici, che richiede una riorganizzazione dei servizi. Per approfondire è stata svolta un’indagine sui dati raccolti nel 2020 dal sistema informativo del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Rimini per analizzare i ricoveri che hanno necessitato di ospedalizzazione dopo consulto psichiatrico, con attenzione all’uso di sostanze rilevato negli esami urinari. Nel medesimo numero della rivista si trova anche una riflessione del Presidente nazionale SITD (Società Italiana Tossicodipendenze): Augusto Consoli, Il lavoro che ci aspetta, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 8-11

Felice Alfonso Nava … [et al.], Substance use disorders and psychiatric co-morbidity in the public healthcare services of Veneto Region: State of art and epidemiological data, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 8-11
L’Italia ha due diversi servizi sanitari pubblici che prendono in carico i pazienti con doppia diagnosi: i Centri di Salute Mentale (CSM) e i Servizi per le Dipendenze (Ser.D.). I ricercatori hanno raccolto e analizzato i dati relativi alla frequenza delle comorbilità nella Regione Veneto nel 2019. Lo studio mostra che solo l’1% dei pazienti in cura presso i servizi di salute mentale e l’8,7% di quelli in cura presso i servizi per le tossicodipendenze sono riconosciuti come pazienti con doppia patologia. Nei servizi per le tossicodipendenze i più frequenti disturbi (SUD) correlati a una patologia psichiatrica sono stati i disturbi da uso di alcol e oppioidi, mentre i disturbi psichiatrici più frequenti associati a un SUD sono stati i disturbi di personalità e la schizofrenia, schizotipie e disturbi deliranti.

Augusto Consoli, Il consumo delle sostanze psicoattive: i bisogni di salute e l’evoluzione del sistema di welfare dedicato, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 4-8
Il fenomeno del consumo di sostanze psicoattive ha avuto negli ultimi anni una importante evoluzione anche riguardo alle problematiche di carattere sanitario. Sono cambiati i bisogni, le aspettative e le richieste di cui i consumatori di sostanze sono portatori. L’obiettivo dell’articolo proposto è quello di analizzare sommariamente tali modifiche per riconoscere i bisogni di salute presenti e di facilitare l’accesso agli interventi già disponibili e a quelli innovativi o in fase di progettazione. Nel numero precedente della rivista, si trova l’editoriale di Augusto Consoli e Liborio Matino Cammarata, Servizi per le patologie delle dipendenze in Italia. Quale collocazione organizzativa?, pp. 8-14

copertina_as_350Simone Spensieri, Katia Bellucci, Ilaria Delnevo, Abitare la strada con i giovani latinos. Un servizio per le dipendenze in un territorio di frontiera, in Animazione Sociale, n. 9/350 (2021),  26-38 pp.
Gli autori descrivono la propria esperienza come operatori impegnati a diverso titolo all’interno di un SERT ligure, nel lavoro con bande organizzate di giovani cosiddetti latinos, coinvolti in spaccio e consumo di sostanze. Ribaltando le regole del gioco, gli operatori non aspettano la richiesta di presa in carico da parte di questi giovani, ma tentano un contatto con modalità diverse, che li porterà a ottenerne la fiducia. L’esperienza è l’occasione per esporre alcune riflessioni sul modo di operare del servizio.

Domenico Attanasi, … [et al.], Impatto organizzativo sanitario, giudiziario ed economico della tossicodipendenza. Studio sulle ricadute e gli effetti del lavoro del sistema dei servizi e del privato sociale accreditato in termini sociali e sanitari, in Dal fare al dire, a. 30, n. 3 (2021), pp. 21-25
Negli anni 2012- 2019 lo studio ha analizzato a livello nazionale l’organizzazione e l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie dei Servizi per le Dipendenze (SerD), nonchè l’impatto sul sistema giudiziario (contrasto, illeciti amministrativi, reati, detenzione…). Vengono descritte le caratteristiche dell’utenza su base regionale, la gestione da parte dei Servizi e gli esiti della presa in carico. Si fa dunque una stima del costo attribuibile alla dipendenza da droghe: sanitari (gestione patologie droga-collegate, presa in carico SerD) e sociali tra i quali la voce maggiormente rappresentata è quella della detenzione. Lo studio ha inoltre effettuato alcune simulazioni generando scenari di impatto di azioni finalizzate a contenere gli esiti del fenomeno della tossicodipendenza al fine di indirizzare le politiche ad una gestione più efficace ed efficiente.

Mila Ferri … [et al.], Attraverso il COVID-19. Invisibile visibile nei servizi DSM-DP, in Sestante, a. 5, n. 10 (lug. 2020) – on line, pp. 1-100
La pandemia ha costretto i professionisti della salute mentale e delle dipendenze patologiche di tutto il mondo a riorganizzare e rivedere le proprie prassi, per ridurre il rischio di contagio e allo stesso tempo non abbandonare una popolazione così bisognosa di continuità nel trattamento. In questo numero di SESTANTE si illustra quanto fatto a livello regionale e locale nel corso della fase 1 della pandemia; i contributi restituiscono la varietà e la complessità delle esperienze, a testimonianza del grande impegno profuso: dalla organizzazione della risposta psicologica emergenziale, alla rimodulazione delle attività ambulatoriali, riabilitative, gruppali, di supporto al lavoro e alla vita autonoma, al mantenimento e supporto della rete delle associazioni degli utenti, a nuove forme di contatto a distanza; non mancano riflessioni sui vissuti dei professionisti rispetto alle modificazioni clinico-organizzative adottate. A questo proposito si consulti anche l’articolo a cura di Alberto Arnaudo … [et al.], Il sistema dei Servizi e del Privato Sociale alla prova della Covid19, in Dal fare al dire, a. 29, n. 2 (2020), pp. 5-64 e il più recente articolo di Massimo Corti … [et al.], Come si vive la dipendenza al tempo del Covid-19 in un ambito territoriale ad elevata incidenza. L’impatto sui consumatori e sui Servizi, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 16-23

responsabilita-professionale-22-02-2022__w500Mariagrazia Fasoli, Paolo Pelizza, Responsabilità professionale e rischio clinico nella gestione delle patologie da dipendenza, Publiedit, Roma, 2021, 527 pp.
La responsabilità professionale di chi opera nel SERT/SMI presenta peculiarità che richiedono una specifica attenzione. Da alcuni anni in molte Regioni il Servizio per le Tossicodipendenze/Dipendenze (SERT o SERD) è stato assorbito dal servizio di Igiene Mentale, con un sistema teorico e procedurale alquanto differente. Inoltre, con il diffondersi del consumo di sostanze ormai in tutte le fasce d’età e le condizioni sociali, anche altri operatori oltre a quelli dei servizi specifici, si trovano ad avere a che fare con queste problematiche. Il testo affronta aspetti medico-legali e psicologico-forensi e metodologie che si sono rivelate utili ad aumentare la sicurezza di operatori e cittadini, anche alla luce dei principi etico-giuridici della responsabilità professionale. Questo manuale si propone come utile strumento di orientamento e di comprensione in chiave pratica ed operativa per gli specialisti del settore pubblico e del privato sociale e per gli studenti interessati. Un testo utile anche per sviluppare modelli di attività, integrando gli aspetti clinici con le metodologie del Risk Management.
Collocazione Biblioteca: 18922

Paolo Ugolini, … [et al.], Dipendenze patologiche a 30 anni dalla 309/90- Vol. 2 Best Practices e innovazioni, in Sestante, n.09/2 (giu.2020) – on line, pp. 1-84
In questo secondo volume monografico dedicato alla situazione attuale dei servizi per le dipendenze, a trent’anni dalla legge quadro sulle dipendenze del 1990 e in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19, si dà voce al quadro socio-epidemiologico delle DIP PAT in Emilia Romagna e alle buone pratiche attivate all’interno delle specializzazioni dei SerDP, anche in contesti differenziati come Centro diurno, Carcere, Prefettura, Strada/prossimità. Si veda anche: Claudio Ravani, … [et al.], L’ innovazione nella personalizzazione. I nuovi DSM DP, in Sestante, n.08 (dic.2019) – on line, pp. 1-80

Johnny Acquaro, Emanuele Bignamini, Dipendenza da sostanze, cronicità e dipendenza da welfare. Ipotesi interpretative, in Mission, a. 14, n. 53 (apr. 2020), pp. 20-25
La finalità dell’articolo è di stimolare alla riflessione sull’ipotesi che l’applicazione del Piano Nazionale della Cronicità, redatto dal Servizio Sanitario Nazionale, al caso della dipendenza da sostanze possa dar luogo allo sviluppo della retorica della “welfare dependency”. Analizzando i documenti e la letteratura di settore, gli autori intendono argomentare sulla possibilità che la gestione della cronicità si trasformi in sistema che genera disuguaglianze, sottolineando anche come la dipendenza da welfare può essere considerata una condizione naturale della cronicità.

I trattamenti

prima-di-copertina-1-2023-sitoweb-24-03-2023__w500Sabrina Costantini, Il trauma e la dipendenza, in Dal fare al dire, n. 1 (2023), pp. 50-56
L’articolo affronta il tema dell’impatto del trauma sulla dipendenza patologica, con o senza sostanze. Dopo una disamina teorica sul tema, l’autrice riporta i dati di un piccolo campione di pazienti appartenenti al SerD di Pisa, relativi alle pregresse esperienze traumatiche, stili di attaccamento e successive esperienze autodistruttive e delinea l’ipotesi e la necessità di modulare gli interventi terapeutico-riabilitativi all’interno dei servizi, con strumenti e modalità più specifici e orientati.

Riley McNair, Mark Monaghan, Paul Montgomery, Heroin assisted treatment for key health outcomes in people with chronic heroin addictions: A context-focused systematic review, in Drug and Alcohol Dependence, n. 247 (giu. 2023) – online, pp. 1-9
L’obiettivo della ricerca è valutare l’efficacia del trattamento della dipendenza di lungo termine da eroina tramite il metodo del trattamento supervisionato assistito da eroina (HAT) in confronto ai metodi di trattamento per sostituzione di oppioidi (OST). Il metodo HAT consiste nella somministrazione supervisionata di diamorfina (eroina per uso medico), ed è meno diffusa rispetto ai metodi OST, in primis la somministrazione di metadone. I ricercatori hanno analizzato nove studi clinici randomizzati controllati che mettevano a confronto il metodo HAT con metodi OST, rilevando una maggiore efficacia di ritenzione dell’utente in trattamento e una rilevante riduzione dell’uso di droghe ‘da strada’.

Antonio Verdejo-Garcia … [et al.], Cognitive training and remediation interventions for substance use disorders: a Delphi consensus study, in Addiction, vol. 118, n. 5 (mag. 2023) – online, pp. 935-951
L’articolo presenta una ricerca con metodo Delphi per trovare un consenso condiviso tra esperti su quali siano le migliori modalità di sviluppo e applicazione di interventi di training cognitivo e remediation therapy per trattare i deficit cognitivi che si presentano nelle persone affette da disturbi da uso di sostanze (SUD). Si è trattato di uno studio online in due fasi, la prima svoltasi con un gruppo ridotto di esperti per redigere il sondaggio, successivamente somministrato ad una platea più ampia (54). Il sondaggio ha coperto 4 aree chiave di sviluppo degli interventi: obiettivi, approcci di intervento, ingredienti attivi e metodi di somministrazione. Le raccomandazioni degli esperti hanno messo in risalto la rilevanza del prendere di mira i bias impliciti, ricompense, regolazione emotiva e capacità cognitive di ordine superiore tramite approcci di intervento ben validati qualificati con tecniche meccanicistiche e opzioni di somministrazione flessibili. È disponibile anche un articolo che commenta la ricerca.

Maurizio Fea, Stigma: solo i pazienti ne sono colpiti?, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 7-9
L’autore propone una riflessione e cerca di dare una motivazione sul pregiudizio che la collettività tende ad avere nei confronti di chi, all’interno del servizio sanitario, si prende cura di soggetti tossicomani, rispetto a chi si prende cura degli stessi soggetti, ma non opera nel servizio sanitario. Nel medesimo numero della rivista si segnala anche l’articolo di Marzia Rovetta, Pensare la cura: modello di intervento nella presa in carico psicoterapeutica di pazienti con patologie di addiction. Un trattamento combinato con EMDR e Mindfulness, in Mission, pp. 33-35

9788855002479Marco Begaran, Dialettica, mindfulness, compassion e dipendenze. Un modello orientato alle DBT Skills. Vol. 1 e Modelli di implementazione orientati alla DBT nella comunità terapeutica, nei SerDP e negli interventi di prevenzione. Vol. 2, Nep, Roma, 2022, 291 pp.
Il lavoro qui presentato sintetizza l’esito di una sfida, quella di confrontarsi con il cambiamento nel trattamento delle dipendenze patologiche. Un cambiamento analizzato e contestualizzato nella società dei consumi ed in una prospettiva di welfare societario. Un cambiamento che richiede la transizione da un modello trattamentale lineare e concentrato nella comunità terapeutica ad un paradigma reticolare, diffuso, multicentrico in una prospettiva di stepped care e con un orientamento al recovery. Per la gestione di un tale sistema complesso di trattamento sono stati presi come riferimento approcci validati come la DBT (terapia dialettico-comportamentale), l’MBT (terapia basata sulla mentalizzazione) e la TFC (terapia focalizzata sulla compassione) e altri. Questi approcci sono stati elaborati ed adattati nella prospettiva di un nuovo modello integrato per l’intervento psicoeducativo, in grado di rispondere alle odierne configurazioni delle dipendenze patologiche, anche quando queste si trovano associate a disturbi gravi della personalità. Nel secondo volume vengono sviluppati nel dettaglio modelli di implementazione orientati alla DBT nella Comunità Terapeutica, nei SerDP e negli interventi di prevenzione maturati a partire da anni di esperienza sul campo.
Collocazioni Biblioteca: 19919 e 19920

Paolo Jarre … [et al.], Migranti, fragili e dipendenze, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 48 (dic. 2022), pp. 5-43
Questo numero approfondisce, sotto diversi punti di vista, l’incrocio tra la condizione di migrante nel nostro Paese e il consumo più o meno problematico di sostanze psicoattive. Si segnalano in particolare i seguenti contributi qui raccolti sono: “Migranti e accesso alla salute: diritto universalmente riconosciuto?”, di P. Fierro;”L’offerta di percorsi di cura rivolti ai migranti con disturbo da uso di sostanze: un’indagine nei Servizi pubblici italiani”, di M.T. Ninni, A. Ghia, L. Cavallo; “Il trattamento della dipendenza nei migranti: analisi del fenomeno con un approccio etnopsichiatrico, il Progetto Sa.Mi. di Torino”, di P. Finzi.

Stephanie S. Merkouris … [et al.], Affected other interventions. A systematic review and meta-analysis across addictions, in Addiction, vol. 117, n. 9 (sett. 2022) – on line, pp. 2393 – 2414
Le persone colpite dai problemi di alcol, droghe illecite, gioco d’azzardo, dipendenza da videogiochi, in quanto coinvolte con persone che hanno questi disturbi (terzi interessati) soffrono di danni estesi. Questa è probabilmente la prima rassegna sistematica e meta-analisi a determinare l’efficacia di interventi psicosociali erogati a terzi interessati per tutte le dipendenze. Sono stati esaminati esiti relativi a depressione, soddisfazione nella vita e coping dei terzi coinvolti, gli esiti del trattamento delle persone dipendenti e il funzionamento relazionale (discordia coniugale) tra dipendenti e terzi e si è rilevato che gli interventi possono essere efficaci nel migliorare alcuni, ma non tutti. La conclusione rimane incerta a causa della scarsità di studi e delle limitazioni metodologiche.

il-trattamento-integrato-per-le-dipendenze-patologiche-percorsi-basati-sulle-evidenze-353255Felice Alfonso Nava, Francesco Sanavio ; prefazione di Cesare Maffei, Il trattamento integrato per le dipendenze patologiche. Percorsi basati sulle evidenze, Carocci, Roma, 2022, 177 pp.
Il volume presenta le più aggiornate basi neurobiologiche delle dipendenze patologiche, degli interventi psicoterapeutici e delle cure farmacologiche. I moderni orientamenti diagnostico-terapeutici fondati sulle evidenze scienti­fiche sono descritti seguendo la storia dell’evoluzione del trattamento cognitivo e comportamentale a partire dalla comprensione delle tecniche di base (di prima e seconda generazione) per arrivare agli attuali approcci processuali (di terza generazione). Tra le terapie di terza generazione troviamo anche l’utilizzo della metacognizione e della Mindfulness e la Schema Therapy. Ampie esempli­ficazioni operative permettono di tradurre in maniera efficace i contenuti teorici nella pratica clinica. Il testo propone un punto di vista unitario sulla presa in carico della persona con dipendenza patologica offrendo una metodologia efficace e flessibile per le fasi di valutazione, diagnosi e scelta del percorso terapeutico. In­fine, sono compendiate le più autorevoli linee guida internazionali sul trattamento dei consumatori di sostanze e con dipendenza comportamentale.
Collocazione Biblioteca: 20107

Milja Heikkinen… [et al.], Real-world effectiveness of pharmacological treatments of opioid use disorder in a national cohort, in Addiction, vol. 117, n. 6 (giu. 2022) – on line, pp. 1505-1823
Lo scopo di questo studio di coorte nazionale svedese era indagare l’efficacia nel mondo reale dei trattamenti farmacologici (buprenorfina, metadone) del disturbo da consumo di sostanze (opioid use disorder =OUD). Sono stati presi in considerazione tutti i residenti dai 16 ai 64 anni che vivevano in Svezia e avevano utilizzato farmaci per OUD da luglio 2005 a dicembre 2016 (n=5757, 71,8% uomini). La ricerca evidenzia che, quando vengono confrontati con la loro assenza, l’utilizzo di buprenorfina e metadone sono entrambi associati a un rischio significativamente più basso di ricovero ospedaliero per disturbo da consumo di oppiacei e di decesso dovuto a tutte le cause e a cause esterne. Tra i molti altri articoli sull’argomento si vedano quello di Enrico De Vivo, Le terapie farmacologiche della dipendenza da oppiacei. Dalla neurobiologia alla farmacologia, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 22-26 e quello di Augusto Consoli … [et al.], Metadone racemico e levometadone a confronto. Valutazione degli esiti su un gruppo di pazienti con dipendenza da oppiacei in trattamento, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 20-37

Pier Paolo Pani … [et al.], Dipendenza da cocaina: aggiornamenti, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 46 (giu. 2022), pp. 5-68
La monografia fa il punto sulle conoscenze scientifiche correlate al cocainismo, compreso il contributo che questa sostanza ha fornito alle scoperte sul funzionamento del cervello. Gli articoli raccolti informano su farmaci, terapie psicologiche e altre tecnologie studiate per il controllo della dipendenza da cocaina, comprendendo anche fallimenti e prospettive. Infine viene dato conto del lavoro effettuato nei servizi per le dipendenze con gli strumenti oggi disponibili.

9781108947664_0_536_0_75A cura di Georg Schomerus, Patrick M. Corrigan, The stigma of the substance use disorders, Cambridge University Press, Cambridge,  2022, 274 pp.
Lo stigma e la discriminazione delle persone con disturbi da uso di sostanze contribuiscono in modo massiccio al danno causato dalla loro condizione: lo stigma ha effetti negativi sull’impegno nel servizio, sulle opportunità di vita e sulla vergogna personale, sia per coloro che lottano con l’abuso di sostanze che per le loro famiglie. Superare lo stigma dei disturbi da uso di sostanze è essenziale per aiutare il recupero. Questo libro fornisce una comprensione approfondita dello stigma del disturbo da uso di sostanze e propone modi per superarlo in diversi contesti, dal sistema di giustizia penale all’assistenza sanitaria. Combinando una moltitudine di punti di vista all’interno di un quadro teorico coerente, questo libro riassume le ultime evidenze e fornisce consigli pratici e indicazioni future su come combattere lo stigma del disturbo da uso di sostanze.
Collocazione Biblioteca: 19432

Robert Harris … [et al.], Utilizing telemedicine during COVID-19 pandemic for a low-threshold, street-based buprenorphine program, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 230,  (gen. 2022) – on line, pp. 1-4
I cambiamenti nelle politiche federali durante la pandemia di COVID-19, che hanno permesso l’uso della telemedicina per il trattamento del disturbo da uso di oppioidi (OUD) ha facilitato strategie innovative per coinvolgere e mantenere le persone in trattamento. Dal 2018, il Dipartimento della Salute della città di Baltimora gestisce un programma mobile di medicina di strada chiamato Healthcare on The Spot (The Spot) che fornisce trattamenti per OUD e malattie infettive. Questo studio descrive la transizione del servizio di buprenorfina di The Spot alla telemedicina durante la pandemia COVID-19 e un anno di mantenimento del trattamento. I pazienti attivamente in cura al momento del passaggio alla telemedicina e pazienti che hanno iniziato a usufruire dei servizi di servizi di buprenorfina attraverso la telemedicina sono stati inclusi in questa analisi descrittiva e sono stati valutati a un anno di distanza. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

Guilherme Messas, La situazione esistenziale dell’abuso di sostanze. Uno studio psicopatologico, Giovanni Fioriti, Roma, 2022, 305 pp.
Il volume è un contributo importante a una delle aree più impegnative della salute mentale: l’abuso di sostanze. Si concentra sulle esperienze psicopatologiche a esso associate: sia le conseguenze dell’abuso di sostanze che le vulnerabilità esistenziali che lo portano. L’associazione delle due prospettive (la psicopatologia fenomenologica e gli studi sull’abuso di sostanze) potrebbe costruire una maggiore comprensione ed essere di aiuto pratico per una vasta gamma di professionisti.
Collocazione Biblioteca: 19731

71qyncXQYTL._AC_UF1000,1000_QL80_Alessandro Emiliano Vento, Giuseppe Ducci, Manuale pratico per il trattamento dei disturbi psichici da uso di sostanze, 2. ed., Giovanni Fioriti, Roma, 2022, 441 pp.
Il manuale è rivolto agli operatori dell’area della salute mentale e delle dipendenze e rappresenta uno strumento di aggiornamento utile a tutte le figure che hanno un ruolo in ambito sociosanitario e forense. In questa seconda edizione (la prima ha collocazione 19602) i dati epidemiologici e le più recenti innovazioni in tema di strumenti di trattamento dei disturbi psichici da uso di sostanze e dell’addiction sono stati aggiornati; il capitolo sull’alcool è stato riscritto, aggiungendo una rilevante sezione sulla sindrome feto-alcolica; il capitolo sulle condizioni particolari è stato arricchito di un importante contributo di psichiatria forense.
Collocazione Biblioteca: 19734

Elena Vigna … [et al.], Riflessioni sulla psicoterapia sistemico-familiare con adolescenti con problemi di dipendenza patologica, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 41-51
Il Servizio di Terapia Familiare, collocato nel contesto dell’ASL Città di Torino, nel corso degli ultimi dieci anni ha accolto una casistica eterogenea di coppie e di famiglie, inviate dai servizi territoriali della Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche, tra cui alcune famiglie con figli adolescenti che presentavano comportamenti di abuso di sostanze stupefacenti. Nell’articolo gli autori raccolgono e descrivono queste esperienze di lavoro, riflettono sulle difficoltà riscontrate e propongono nuove strategie terapeutiche per fronteggiarle. Si segnala inoltre, nel n. speciale (2022), l’articolo di Deborah Dal Farra, Giancarlo Zecchinato, Alessandra Moro, Revisione della letteratura sui principali trattamenti relativi al disturbo da uso di cannabis negli adolescenti e nei giovani adulti, pp. 36-46

Gabriel Bastien … [et al.], Preferences for research design and treatment of comorbid depression among patients with an opioid use disorder. A cross-sectional discrete choice experiment, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 226,  (set. 2021) – on line, pp. 1-10
Fino al 74% delle persone con un disturbo da consumo di oppiacei (opioid use disorder = OUD) soffriranno di depressione nel corso della vita. Capire e affrontare il concetto di preferenza per i trattamenti della depressione e le progettazioni di studi clinici può servire come importante pietra miliare nel migliorare i risultati del trattamento e della ricerca. L’obiettivo di questo studio è valutare le preferenze per i trattamenti della depressione e le progettazioni di studi clinici nei soggetti con OUD e concomitante depressione. É stato usato un sondaggio trasversale online comprendente un esperimento a scelta discreta best-best. 165 partecipanti sono stati reclutati da cliniche che forniscono un trattamento con agonisti degli oppiacei e servizi di comunità in Canada. La psicoterapia era il trattamento più accettato (80,0 %) e preferito (31,5%). Esisteva tuttavia un’elevata variabilità nell’accettabilità e nelle preferenze dei trattamenti per la depressione. Dalla ricerca si evince che l’accessibilità e la diversità degli interventi sulla depressione, inclusa la psicoterapia, devono essere aumentate nei servizi per le dipendenze per assicurare che tutti i pazienti possano ricevere il loro trattamento preferito.

9788836250349_MorganC-scaledOliver J. Morgan, Dipendenza, attaccamento, trauma e recovery. Il potere della connessione, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2021, 284 pp.
Il tema centrale del libro è costituito dalla dipendenza e dal recovery e permette di comprendere la dipendenza affrontando la crisi contemporanea da essa causata, integrando la neurobiologia interpersonale e l’ecologia sociale. Da questa prospettiva, la dipendenza non è tanto una sfortuna che colpisce l’individuo quanto piuttosto un esito e un sintomo di condizioni più generali. Coloro che lottano con disturbi da uso di sostanze e da dipendenza potrebbero essere messaggeri di pericoli sociali più profondi. La conclusione è che gli studi sulle dipendenze possono trarre beneficio da un paradigma nuovo, consiliente e integrato, così come da nuove metafore che riescono a esprimere meglio ciò che le scienze e l’esperienza tentano di insegnarci sulle dipendenze e il recovery.
Collocazione Biblioteca: 19086

Antonietta Grandinetti, Francesco Grieco, Psicoterapia e dipendenze. Dal trattamento supportivo alla cura fenomenologica, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 40-44
Gli autori propongono una riflessione sulla psicoterapia delle dipendenze. Partendo dall’analisi delle caratteristiche complesse e problematiche di questa peculiare psicopatologia, gli autori cercano di ricondurre il canone fondamentale del processo di guarigione al trattamento supportivo. In seguito, ampliando l’argomento, prendono in considerazione la possibilità di un trattamento fenomenologicamente orientato, inserendolo nel novero di quelle psicoterapie più adatte a rispondere agli aspetti tipici di queste condizioni cliniche.

Mario G. L. De Rosa, Disagio esistenziale e dipendenze patologiche, Franco Angeli, Milano, 2021, 156 pp.
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, descrive la fenomenologia della dipendenza da sostanze psicoattive e da internet. Nel mondo occidentale l’individuo viene educato a operare soprattutto nella realtà esterna, considerata fonte della propria sopravvivenza e benessere, trascurando l’armonia interna e le funzioni psichiche essenziali per l’equilibrio personale. La soluzione al proprio disagio emotivo viene sempre cercata fuori di sé e gli oggetti tecnologici contribuiscono a stimolare la distrazione dall’interiorità. Il testo descrive come da un funzionamento psichico fisiologico, in potenza, volto a realizzare il benessere della persona, possa svilupparsi una disfunzionalità della mente. Tra i fattori che determinano questa deviazione problematica viene evidenziato il ruolo dell’odierno modello estetico-edonista, che favorisce lo sviluppo di personalità onnipotenti orientate solo all’affermazione assoluta di se stesse, senza regole né limiti. In seguito analizza l’influenza dello strumento tecnologico, pervasivo tra giovani e adulti, a livello psichico. La problematicità del modello citato viene espressa oggi frequentemente dal ritiro sociale o dal consumo di sostanze. Infine, i due capitoli finali del libro trattano la valutazione diagnostica del disagio esistenziale e la sua terapia.
Collocazione Bilioteca: 18965

9788835110927_0_536_0_75Pietro Scurti, Psicoterapia delle dipendenze. Contesti, percorsi e strumenti terapeutici, Franco Angeli, Milano, 2021, 337 pp.
La psicoterapia delle dipendenze patologiche rappresenta una delle principali sfide che gli operatori dei Ser.D. e delle Comunità sono chiamati ad affrontare. In questo volume l’autore illustra strategie, strumenti e percorsi terapeutico-riabilitativi attraverso i quali giungere al cuore della relazione di cura. Il  libro propone modalità comunicative funzionali all’aggancio di una utenza specifica e sfuggente, squalificante e desiderosa di accoglienza. L’autore, insieme ai i suoi collaboratori, anche attraverso la metafora, tenta di far luce sulle inevitabili trappole insite in questi incontri disperanti, rileggendo sedute di terapia ricche di sentimenti e provocazioni. Il testo si rivolge ai professionisti delle dipendenze: psicologi, medici, assistenti sociali, educatori professionali, infermieri. L’autore è dirigente in un SerD campano.
Collocazione Biblioteca: 19768

Giovanna Pasquero, Nadia Bignante, Le Pratiche corporee nei servizi per le dipendenze patologiche, esperienze prima e dopo il Covid-19, in Dal fare al dire, a. 30 n. 1 (2021), pp. 16-19
L’efficacia delle tecniche corporee nella cura delle tossicodipendenze è stata dimostrata da recenti studi, soprattutto per quanto riguarda la gestione dello stress, dell’ansia e del craving. L’articolo illustra le attività di questo tipo proposte dal SerT di Alba prima e durante la pandemia da Covid-19: laboratori di psicomotricità che si avvalgono anche di metodi di rilassamento (training autogeno, distensione immaginativa). Prima dell’emergenza questi laboratori sono stati proposti come parte del percorso diagnostico iniziale e hanno coinvolto, oltre agli utenti del Ser.T, anche quelli del Centro Crisi “R. Fenoglio”, presente nel territorio albese. Sono inoltre stati proposti laboratori di yoga per tabagisti. Infine dal 2017 l’Area Prevenzione del servizio ha attivato il progetto “Ci vuole calma… un progetto in cui rallentare e rilassarsi” rivolto ad adolescenti che facevano un uso eccessivo della tecnologia con l’obiettivo di accrescere nei ragazzi la consapevolezza del proprio corpo attraverso eservizi di yoga e respirazione. Questo progetto è proseguito con modalità telematiche durante il confinamento e si è pensato di estenderlo anche ai membri dell’equipe del servizio per migliorarne il benessere. In conclusione vengono fatte alcune considerazioni sulle esperienze passate e sulla sperimentazione ancora in corso.

Maurizio Fea, Avanti un altro. Alla ricerca di un paradigma nuovo per le dipendenze, Franco Angeli, Milano, 2021, 112 pp.
Maurizio Fea, psichiatra e clinico delle dipendenze, propone uno sguardo critico sul passato e sul presente delle dipendenze e individua una speranza per il futuro. I quattro capitoli in cui si articola il volume individuano quattro aree problematiche: etica, neurobiologica, culturale e politica, dei linguaggi della malattia e del nostro modo di definirla. Sullo sfondo aleggiano le dipendenze comportamentali, nodo critico recente che contribuisce a mettere in crisi la nostra idea di dipendenza.
Collocazione Bilioteca: 19798

9788832851830_0_536_0_75Laurel Parnell, Il trattamento basato sull’EMDR per le dipendenze, Raffaello Cortina, Milano, 2020, 326 pp.
Laurel Parnell, psicologa clinica specializzata nel trattamento del trauma, applica la propria competenza nell’EMDR focalizzato sull’attaccamento e nel Resource Tapping alla sfida clinica del trattamento delle dipendenze. È un libro ricco di tecniche – basate sulle neuroscienze, fondate sulla compassione e volte ad aumentare la resilienza –, che possono facilmente essere integrate in qualunque livello del trattamento delle dipendenze. I terapeuti che lavorano con soggetti con un disturbo da uso di sostanze troveranno in questo volume un’utile guida per orientarsi nel complesso territorio del trattamento della dipendenza, in modo da riconoscere e affrontare il trauma e integrare nella loro pratica interventi riparativi sui defi cit di attaccamento. Il lettore troverà numerosi esempi clinici nel corso di tutto il volume e, alla fine, alcuni capitoli dedicati specifi catamente a resoconti clinici che illustrano le tecniche descritte nel libro.
Collocazione Bilioteca: 19050

Ilse Vervee … [et al.], Multi-session electrical neuromodulation effects on craving, relapse and cognitive functions in cocaine use disorder: A randomized, sham-controlled tDCS study, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 217, (dic. 2020) – on line, pp. 1-8
L’uso della stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) ha già mostrato risultati promettenti per la riduzione del craving nel disturbo da uso di cocaina. In questo studio i ricercatori hanno esplorato ulteriormente il potenziale della tDCS come intervento aggiuntivo nel trattamento del disturbo da uso di cocaina. In uno studio randomizzato, controllato con placebo, tra soggetti, i ricercatori hanno applicato la tDCS bilateralmente con l’elettrodo anodico mirato alla corteccia prefrontale dorsolaterale destra. I pazienti con disturbo da uso di cocaina sono stati assegnati a dieci sessioni di tDCS attiva (n =29) o sham (n = 30) per cinque giorni consecutivi. Il controllo inibitorio e il processo decisionale rischioso sono stati misurati rispettivamente con un compito Go-NoGo e un compito di gioco d’azzardo a due scelte, al basale, un giorno dopo tutte le sessioni di tDCS e dopo tre mesi. Sono stati valutati anche la ricaduta al follow-up e il craving. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca. Sul craving si veda anche l’articolo di Icro Maremmani … [et al.], Il craving: stato dell’arte e prospettive future, in Medicina delle dipendenze, a. 10, n. 37 (mar.2020), pp. 5-52

Carmelo Percipalle, Il demone evitabile. La psicoterapia psicosintetica differenziale dell’addiction: tabagismo, alcolismo, ludopatia e altre dipendenze patologiche, Euno, Leonforte, 2020, 231 pp.
L’autore del libro offre un approccio teorico e clinico originale alla complessità del problema delle varie forme di dipendenza, basato su due aspetti centrali: da un lato la descrizione dei tipi psicologici che definiscono differenti motivazioni e modalità di approccio alle esperienze additive, dall’altro l’approfondimento delle sub-personalità correlate alle varie forme di dipendenza. Lo scopo del libro è offrire a terapeuti e operatori delle patologie da dipendenze uno strumento pratico che fa riferimento ai sette tipi umani individuati dalla psicosintesi.
Collocazione Biblioteca: 18953

9788836250035_0_536_0_75Michele Lovato, David Maddalon, Affrontare la dipendenza. Strategie cognitivo-comportamentali per fronteggiare il disturbo da uso di sostanze, Giovanni Fioriti, Roma, 2020, 280 pp.
Questo libro propone spiegazioni, tecniche e attività utili per affrontare il disturbo da uso di sostanze. I vari capitoli che compongono il manuale illustrano e approfondiscono i temi centrali nel trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo da uso di sostanze. Ciascun capitolo include una parte introduttiva in cui vengono illustrati i principi scientifici e clinici su cui si fondano le proposte di intervento, che vengono presentate a seguire nella seconda parte, e si completa con esercizi pratici da svolgere settimana per settimana. La dipendenza è certamente un fenomeno complesso anche perché il consumo protratto di droghe o alcol comporta inevitabili conseguenze sul piano neurobiologico, psicologico e sociale. Ciò non significa però che questo problema non possa essere affrontato con successo. L’evidenza è nei fatti: molte persone riescono a smettere, contraddicendo l’idea che la dipendenza è una malattia cronica per la quale c’è poco da fare.
Collocazione Bilioteca: 19055

Gianni Morandi, L’esperienza modenese di valutazione delle dipendenze, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 50, n. 2 (primavera 2020), pp. 33-37
Nell’articolo si intende stimare adeguatamente esiti ed effetti dell’esperienza valutativa introdotta nella cartella regionale dipendenze dell’Emilia-Romagna dal 2008. L’utilizzo dello strumento valutativo, che ci permette comparazioni misurabili dei cambiamenti intervenuti nel tempo sull’utenza trattata terapeuticamente, ha fornito risultati positivi, supportando la validità del lavoro degli operatori anche nelle situazioni meno credibili (interruzioni o abbandoni)

Maurizio Frisina, Sul bordo del caos. Complessità, terapia sistemica e dipendenze, Mimesis, Milano, 2020, 260 pp.
La clinica delle dipendenze è una pratica complessa, appassionante, faticosa. Ma è anche molto più di tutto questo: è il confronto – a volte brutale – con questioni comuni a ogni essere umano. Come ci ritroviamo imprigionati in comportamenti, posizioni relazionali e narrazioni da cui non riusciamo più a uscire? E, più profondamente, come attraversiamo le fasi di cambiamento della nostra vita e le parentesi di instabilità che ne conseguono? Questo libro, frutto di diversi anni di esperienza sul campo e di insegnamento, propone delle mappe innovative per orientarsi nel paesaggio delle dipendenze. La teoria del caos, la terapia narrativa, la teoria dei sistemi complessi e una visione ricorsiva del tempo sono il filo rosso che guiderà il passaggio dalla teoria alla pratica, dalla classificazione ai modelli di intervento, dall’epistemologia ai numerosi casi clinici.
Collocazione Bilioteca: 18984

Psicopatologia-delle-dipendenzeA cura di Paolo Girardi, Massimo Di Giannantonio, Psicopatologia delle dipendenze, Pacini, Pisa, 2020, 323 pp.
Da almeno venti anni si è diffusa una precisa consapevolezza sull’importanza della comorbidità psichiatrica nelle tossicodipendenze, ovvero la copresenza di disturbi psichici e di disagio psicologico in questi pazienti. L’abuso di sostanze può essere alla base di patologie e disturbi psichiatrici. La dipendenza, sovrapponendosi ad altri disturbi, può compromettere il quadro psichiatrico rendendo difficile la valutazione del paziente. Scopo di questo manuale è fornire, attraverso i contributi di autori impegnati da tempo nella ricerca e nella clinica, gli strumenti e le conoscenze utili per individuare un disturbo da abuso di sostanze e facilitare la diagnosi clinica. In quest’ottica il volume costituisce una guida pratica e concisa rivolta a studenti, medici e ad altre figure professionali.
Collocazione Bilioteca: 19014

A cura di Luciano Pasqualotto, Paola Carozza e Mauro Cibin, ICF, salute mentale e dipendenze. Strumenti per la riabilitazione orientata alla recovery, Carocci Faber, Roma 2020, 242 pp.
Il libro traccia le linee per un moderno approccio riabilitativo nella salute mentale e nelle dipendenze basato sulle evidenze internazionali e sulla Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF). In particolare vengono approfonditi alcuni temi che accomunano i contributi dei diversi autori: innanzitutto il focus si sposta dalla condizione patologica verso l’obiettivo della riabilitazione, sintetizzata nel concetto di recovery, che implica il convolgimento attivo della persona nel suo processo di cura, affermando anche la necessità che i percorsi riabilitativi siano orientati all’inclusione sociale. La proposta culturale e metodologica è supportata dagli strumenti ICF-Recovery, sviluppati sulla base di quelli già diffusamente sperimentati nelle dipendenze, atti anche a sostenere in modo appropriato adulti fragili e in situazione di marginalità sociale.
Collocazione Bioblioteca: 19054

 Le comunità terapeutiche

A cura di INDTC (International Network of Democratic Therapeutic Communities), Green care. Un contributo dalle comunità terapeutiche, Alpes Italia, Roma, 2022, 215 pp.
I contributi proposti costituiscono un insieme di studio scientifico ed esperienze personali sull’uso di animali e piante come elementi terapeutici all’interno di comunità per persone vulnerabili, con lo scopo di attirare l’attenzione sull’uso di ambienti e attività naturali come fonti di terapie o elementi addizionali della terapia. La prima parte del libro presenta i contributi italiani. La seconda parte riporta integralmente un testo nato nell’ambito dell’associazione delle comunità terapeutiche inglesi e della relativa rivista Therapeutics Communities, al fine di sopperire alla mancanza di letteratura specifica sulle Green Care in psichiatria.
Collocazione Biblioteca: 19983

41b-U7FE8RLMaurizio Coletti e Leopoldo Grosso, La Comunità terapeutica per persone tossicodipendenti. 2. ed., Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2022, 461 pp.
A dieci anni dalla prima edizione, Coletti e Grosso rivedono il loro scritto del 2011 sulle comunità terapeutiche. Si tratta di un classico imprescindibile. Sono approfondite, nel testo, la storia delle comunità, le speranze e le delusioni che le hanno accompagnate, i diversi metodi di intervento praticati, i problemi emersi nella vita quotidiana tra gli ospiti e nei rapporti con gli operatori e con il territorio. Negli ultimi dieci anni la situazione delle dipendenze e degli strumenti per affrontarle è molto cambiata, da qui la necessità di un aggiornamento per una guida su potenzialità e limiti del trattamento residenziale nella cura di vecchie e nuove dipendenze. Uno strumento per le giovani generazioni di operatori e operatrici, con solidi riferimenti a pratiche ed esperienze, ma anche spunti per affrontare nuove sfide. Uno stimolo a riportare l’attenzione e a riaprire un dibattito serio e consapevole, da troppo tempo accantonato, sulla complessa e delicata questione della cura delle persone tossicodipendenti.
Collocazione Biblioteca: 10434

Valeriya Mefodeva … [et al.], Polysubstance use in young people accessing residential and day-treatment services for substance use. Substance use profiles, psychiatric comorbidity and treatment completion, in Addiction, vol. 117, n. 12 (dic. 2022) – on line, pp. 3110–3120
Le persone con disturbo da consumo di sostanze (substance use disorders =SUDs) si presentano spesso al trattamento con un policonsumo e problemi di salute mentale concomitanti. Combinazioni diverse di consumo di sostanze e problemi di salute mentale richiedono approcci di trattamento diversi. Questo studio trasversale prospettico ha utilizzato i dati dei servizi e gli esiti dei trattamenti di 744 utenti di età compresa tra 18 e 35 anni (48% maschi), ammessi a sette programmi residenziali e quattro programmi di trattamento diurno. La ricerca ha inteso: (i) individuare le classi di consumo di sostanze all’atto di ammissione al trattamento, (ii) stabilire quali sintomi di salute mentale, qualità della vita (quality of life = QoL) e tipi di servizio erano associati alle classi di consumo di sostanze individuate, e (iii) stabilire in prospettiva quali classi di consumo di sostanze e tipi di servizio avevano maggiori probabilità di completare il trattamento. Le sostanze consumate erano: tabacco, alcol, cannabis, cocaina, stimolanti del tipo amfetamina, oppiacei, sedativi e inalanti. Le problematiche prese in considerazione erano: depressione, ansia, stress post-traumatico e sintomi psicotici, come pure la qualità della vita.

Placido La Rosa, Le cure e gli approcci farmacologici sostituitivi nelle comunità terapeutiche, in Dal fare al dire, a. 31, n. 2 (2022), pp. 38-40
A partire dagli anni ’80, si è assistito ad un cambiamento del fenomeno delle tossicodipendenze: si è registrato un aumento di consumo di cocaina e crack, associate ad alcol, e di Nuove Sostanze Psicoattive; sono cambiate le modalità di assunzione ed è cambiata la tipologia di consumatori. Di fronte a tali cambiamenti si è reso necessario un adeguamento dei sistemi di cura nelle comunità terapeutiche.

Antonio Simula, Francesca Andreoli, La funzione di contenimento delle comunità terapeutiche durante la pandemia Covid-19, in Mission, a. 15, n. 56 (dic. 2021), pp. 24-27
Questo lavoro di ricerca vuole porre l’attenzione all’operato e al vissuto delle Comunità Terapeutiche a doppia diagnosi nel periodo storico in cui ci troviamo. Lo studio si è incentrato sulla necessità di comprendere la gestione, l’operato e l’impatto dell’emergenza sanitaria all’interno delle comunità

9788892532755_0_536_0_75Pasquale Biagio Cicirelli, Adolescenti nella società delle dipendenze. L’esperienza e il modello delle Comunità Terapeutiche, Youcanprint, Tricase, 2022, 152 pp.
L’obiettivo di questo studio è quello di confermare il modello di intervento peculiare delle comunità terapeutiche come strumento ancora valido ed efficace. Quindi attraverso una analisi storica del mutamento e dell’adattamento delle comunità terapeutiche nel corso degli ultimi anni, e con una serie di interrogativi sulla trasformazione dei sistemi di welfare, si vuole stimolare una riflessione sul nuovo ruolo sociale delle CT. Il metodo terapeutico delle comunità ha bisogno di istituire e individuare nuove strategie e nuovi e più funzionali strumenti, utili al contenimento di quella che ormai è definita la “società delle dipendenze”. Vengono poste diverse questioni – alcune di esse affrontate nel WFTC Genoa Institute 2010 – sui mutamenti intervenuti nel fenomeno della dipendenza dalla nascita delle prime CT a oggi, sulle modifiche che le CT hanno adottato nel tempo, su come cambia il lavoro nelle CT e il loro ruolo in un contesto di rete. L’autore è sociologo ed educatore nel campo sociale e delle dipendenze.
Collocazione Biblioteca: 19359

Anna Paola Lacatena … [et al.], Dimore periferiche: le comunità terapeutiche per tossicodipendenti. Uno studio condotto dal Dipartimento Dipendenze Patologiche ASL Taranto (2015-2019), in Lavoro sociale, vol. 21, n. 6 supplemento (dic. 2021) – online, pp. 35-54
Sulla scorta delle criticità evidenziate dall’epidemia di coronavirus, questo studio intende promuovere una riflessione sugli esiti dei programmi seguiti dai pazienti dei SerD del territorio di Taranto inviati in Comunità terapeutiche dal 2015 al 2019, per indagare se la domanda rivolta dai pazienti ai SerD e alle comunità terapeutiche è cambiata nel tempo. Secondo gli autori, entrambi i servizi sono sempre più esposti a richieste di contenimento, accoglienza, riduzione di un disagio più ampio (sociale, piscologico, economico) rispetto a un pieno allontanamento dall’uso di sostanze, ed è necessaria una revisione dell’intero sistema della cura delle dipendenze patologiche.

Antonino Iacolino, La Comunità Terapeutica come luogo di recupero e di ricostruzione delle relazioni, in Mission, a. 15, n. 56 (dic. 2021), pp. 7-9
I molti volti del disagio sociale e della sofferenza psicologica oggi hanno in comune l’incapacità dell’individuo a relazionarsi. Le comunità terapeutiche assumono un ruolo importante nel trattamento da dipendenze, dove al loro interno prende forma la cultura della vita nella relazione con l’altro.

Sarita Bista … [et al.], Mortality among young people seeking residential treatment for problematic drug and alcohol use: A data linkage study, in Drug and Alcohol Dependence, Vol. 228,  (nov. 2021) – on line, pp. 1-10
I giovani con problemi di consumo di alcol e altre droghe (AOD) vengono spesso indirizzati a un trattamento residenziale. I tassi di mortalità successivi tra questo gruppo ad alto rischio non sono noti. Lo studio proposto stima i tassi di mortalità e determina le cause di morte tra i giovani indirizzati al trattamento residenziale a Sydney, Australia. I ricercatori hanno effettuato uno studio retrospettivo di collegamento dei dati: i dati di giovani (13-18 anni) che si sono rivolti a un servizio di trattamento residenziale nel periodo 2001-2015 (n = 3256) sono stati collegati con i dati australiani di registrazione dei decessi e seguiti fino a 16 anni (2001-2016). I tassi di mortalità (CMR) e rapporti standardizzati di mortalità (SMR, corretti per età, sesso e anno solare) sono stati calcolati utilizzando i tassi di mortalità della popolazione. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.

9788865317594_0_200_0_0A cura di Marino De Crescente, Gruppi che curano, gruppi che ammalano. Realtà e immaginario del gruppo della comunità terapeutica, Alpes, Roma, 2021, 93 pp.
Il volume trae origine dalla giornata di studio del ciclo di incontri annuali di Montefiascone organizzati dall’associazione Mito&Realtà, quest’anno inevitabilmente legato all’attualità dell’emergenza Covid 19. É risaputo che l’immaginario diffuso sulle comunità terapeutiche è vittima di una estrema polarizzazione. Da un lato queste vengono spesso idealizzate da chi opera al loro interno e dall’ambiente sociale che le vede come istituzioni salvifiche o finanche come paradisi ideali, in grado di proporre un’ingegneria sociale utopica, impensabile altrove. Dall’altro esse vengono viste come luoghi che ripropongono inevitabilmente processi di istituzionalizzazione e conseguente cronicizzazione e da cui è bene star lontani. Naturalmente questa contrapposizione non fa giustizia della estrema complessità del mondo delle comunità terapeutiche e dell’ampia diversità delle esperienze e dei differenti metodi utilizzati, irriducibili ad un unicum: non tiene in debita considerazione che le comunità sono micro organismi sociali e in quanto tali soggetti a auspicabili cambiamenti continui che ne definiscono la natura dinamica e la vitalità.
Collocazione Biblioteca: 19612

Douglas L. Polcin … [et al.], Understanding challenges for recovery homes during COVID-19, in The International Journal of Drug Policy, vol. 93, art. 102986 (lug. 2021) – on line, pp. 1-4
Capire gli effetti dell’attenuazione del COVID-19 per le persone che conducono vita di gruppo è di fondamentale importanza per limitare la diffusione del virus. Negli Stati Uniti le strutture residenziali di recupero per persone con disturbi da alcol e droga sono ambienti ad alto rischio dove le procedure per la limitazione del contagio sono essenziali. La National Alliance for Recovery Residences (NARR) ha ripreso le raccomandazioni elaborate dal Center for Disease Control (CDC) e le ha applicate agli ambienti delle strutture residenziali di recupero. Questo documento descrive come gli sforzi di attenuazione del COVID-19 in tali strutture possono essere influenzati da due fattori: alcune strutture sono autorizzate dagli stati con rigorosi standard di salute e sicurezza, altre non sono autorizzate e sono soggette a minore vigilanza; a vari livelli, le strutture residenziali di recupero utilizzano un approccio di modello sociale che contrasta con le misure di attenuazione quali il distanziamento sociale e gli ordini di rimanere a casa. Questo documento descrive come tali strutture sono state costrette ad adeguarsi alle opposte esigenze degli sforzi di attenuazione e del recupero del modello sociale.

Maria Antonion, La cultura della cura nelle dipendenze, in Shalom, n. 1 (gen. – apr. 2021), pp. 7-12
L’autrice dirige il Servizio Dipendenze Patologiche di Parma. Nell’articolo ricostruisce le risposte socio-sanitarie a chi si ammala di dipendenza, dalle prime Comunità terapeutiche nate negli USA negli anni ’50, alle associazioni di volontariato e religiose che costruiscono luoghi di accoglienza per giovani con disagio, alle risposte istituzionali di fronte al fenomeno droga dilagante negli anni ’80, cioè i SerT. Esamina poi i principi alla base della cura e l’esigenza di capire i bisogni dell’altro.

Laura Angelica Berni, Giuseppe Roberto Troisi, Paola Trotta, La psicoterapia del trauma in comunità terapeutica: uno studio su utenti tossicodipendenti e alcoldipendenti, in Nuova alcologia, n. 44 (2021) – on line, pp. 71-86
Il presente studio si prefigge di esaminare gli effetti di un intervento psicoterapeutico sistemico-relazionale integrato con la tecnica di rinegoziazione del trauma basata sui fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione di Stephen W. Porges, sugli approcci sul corpo di Peter Levine e sulle esperienze senso-motorie raccolte e discusse da Bessel A. Van Der Kolk, effettuato su tre utenti inseriti nella Comunità Terapeutica pubblica di Poggio Asciutto dell’Azienda USL Toscana Centro in un periodo di circa tre anni. Siamo partiti dal presupposto che il paziente sopravvissuto al trauma abbia un sistema nervoso autonomo disregolato e una capacità di autocura compromessa.

9788856681321_0_536_0_75Andrea Muccioli, Fango e risate. Storia di San Patrignano (1975-1995), Piemme, Milano, 2021, 341 pp.
San Patrignano è il risultato di un’idea, di una filosofia e di una vocazione ben precise. È il risultato, anche e forse più di tutto, di un’assenza clamorosa, quello dello Stato con i suoi figli più problematici. “Fango e risate” è un memoriale potente e commovente dell’impresa di uno dei personaggi italiani più celebri e controversi degli ultimi cinquant’anni di storia italiana, Vincenzo Muccioli, scritto dal figlio Andrea. Un “arcitaliano” per antonomasia, un uomo che ha diviso l’opinione pubblica come poche volte è successo.  Sull’argomento si veda anche l’articolo di Alison M. Devlin and Daniel Wight, Mechanisms and context in the San Patrignano drug recovery community, Italy, A qualitative study to inform transfer to Scotland, in Drugs: Education, Prevention and Policy, vol. 28, n. 1 (2021) – on line, pp. 85-96
Collocazione Biblioteca: 19848

Chiara Magrini, Daniele Carraro, Il Coordinamento Enti accreditati del Piemonte (CEAPI) e i costi della pandemia, in Dal fare al dire, a. 30, n. 2 (2021), pp. 41 -44
La pandemia ha comportato per le comunità terapeutiche di Enti accreditati costi di gestione notevoli a fronte di ristori insufficienti e difficili da ottenere. L’articolo, redatto dal Coordinamento Enti accreditati del Piemonte (CEAPI) illustra, anche con tabelle esemplificative, i costi sostenuti dalle realtà più significative in fatto di cure residenziali per le dipendenze durante la pandemia, la diminuzione degli inserimenti attuati e spiega le carenze del sistema di finanziamento regionale.

Antonio Simula, Laura Lunesu, L’efficacia del trattamento comunitario delle dipendenze. Analisi di follow-up nella comunità “Casa di Giano” di Trento, in Mission, a. 14, n. 54 (nov. 2020), pp. 50-55
In questo studio vengono presentati i risultati del follow-up realizzato a “Casa di Giano”, una comunità terapeutica con sede a Santa Massenza nella Valle dei Laghi (TN), gestita dal Centro Trentino di Solidarietà Onlus, rivolta a soggetti con disturbi psichici coesistenti con disturbi correlati a sostanze. Sono proposti due percorsi di cura: il modulo “Doppia Diagnosi”, caratterizzato da una forte impronta terapeutica in senso clinico, in cui è possibile accedere previa diagnosi di disturbo da uso di sostanze e concomitante disturbo psichico primario o secondario all’uso di sostanze; il modulo “Sobrietà”, un modulo specifico per persone con diagnosi di disturbo alcol-correlato, cocainismo e gioco d’azzardo. L’indagine per valutare l’efficacia dei programmi terapeutici è stata effettuata su un campione di 48 soggetti che hanno svolto un percorso terapeutico nel periodo tra il 2014 e il 2018, ai quali è stato sottoposto un questionario composto da 44 domande, tramite intervista telefonica.

Mauro Cibin, … [et al.], Ricerca e innovazione in comunità terapeutica, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 10, n. 38 (giu. 2020), pp. 4-56
Questo numero monografico di MDD, nasce dalla sessione “Sistema dei Servizi per l’Addiction” tenutasi nell’ambito del Congresso Nazionale della Società Italiana Tossicodipendenze (SITD) a Catanzaro nell’ottobre 2019 . Gli articoli hanno la caratteristica di essere nel contempo esempi di ricerca su vari aspetti delle comunità terapeutiche (CT) e proposte di cambiamento e innovazione in questo ambito: la situazione e le prospettive delle CT in Europa, con un focus sulla loro efficacia (W.Vanderplasschen, S. Vandevelde), il ruolo della riabilitazione psicosociale centrata sul recovery nel rinnovamento dei programmi in CT (M. Cibin), le problematiche connesse allo squilibrio delle normative regionali nei processi di accreditamento (G. Grillo, L.Squillaci), l’impatto della psicopatologia sulla permanenza in CT (Maremmani et al.), l’ambiente arricchito come prospettiva di benessere (Chiamulera et al.), il trattamento in CT della dipendenza da analgesici (Semenzato et al.) e per concludere i programmi di gestione delle contingenze nelle dipendenze (Cenedese e Canali).

La riduzione del danno

Screenshot-2023-02-22-at-11.44.44Rafaela Rigoni … [et al.], Civil Society Monitoring of Harm Reduction in Europe 2022. Data Report, Correlation – European Harm Reduction Network, Amsterdam, 2023, 72 pp.
Questo rapporto di Correlation – European Harm Reduction Network (C-EHRN), rete di organizzazioni di società civile europee, studia la situazione delle politiche di riduzione del danno nel territorio dell’Unione Europea nell’anno 2022. Il rapporto decide di concentrarsi su tre elementi specifici: presenza, gestione e accessibilità dei servizi di riduzione del danno, l’accessibilità e disponibilità per quel che guarda i percorsi di cura per l’Epatite C (la maggior parte dei nuovi casi infatti è costituita da persone che fanno uso di droghe) e i trend delle nuove droghe. Dall’analisi risulta una situazione non rosea: si nota un deterioramento e diminuzione dei servizi di riduzione del danno, sempre meno adeguati alle esigenze moderne dei consumatori. Anche le campagne di prevenzione e cura dell’Epatite C vedono una forte battuta d’arresto, conseguenza degli strascichi della pandemia Covid-19. Sul campo delle nuove sostanze non si registrano novità, ma viene anche evidenziato che potrebbe essere necessario un periodo più lungo di osservazione per reperire dati utili.

Raphael Magnolini … [et al.], Substances from unregulated drug markets – A retrospective data analysis of customer-provided samples from a decade of drug checking service in Zurich (Switzerland), in The International Journal of Drug Policy, vol. 114, art. 103972 (apr. 2023) – on line, pp. 1-12
Tra gli interventi di riduzione del danno sono compresi i servizi di controllo sostanze (drug checking) per i consumatori, poiché il mercato di droghe illegali fornisce dosi di contenuto variabile. Lo studio presentato contiene un’analisi retrospettiva dei dati provenienti dai servizi di Zurigo riguardo alla composizione di queste dosi, nel periodo 2011-2021. Più di 16000 campioni sono stati analizzati. Dall’analisi chimica emerge che più di metà dei campioni provenienti dal mercato illegale di sostanze sono rischiosi per i consumatori qualitativamente e quantitativamente. Inoltre, il numero di analisi richieste al servizio è aumentato di 2,5 volte in dieci anni. Secondo gli autori, l’indagine conferma che i servizi di controllo sostanze potrebbero influire sui mercati di droghe illegali per una migliore qualità delle sostanze e per stabilizzare i mercati stessi nel tempo; le politiche sulla droga dovrebbero cambiare per rendere questi servizi accessibili in ulteriori contesti, perché ancora oggi agiscono spesso in zone di legalità incerta.

Tobias Kammersgaard, From punishment to help? Continuity and change in the Norwegian decriminalization reform proposal, in The International Journal of Drug Policy, vol. 113,  art. 103963 (mar. 2023) – on line, pp. 1-9
L’articolo esplora in che misura la riforma norvegese di depenalizzazione della droga rappresenti un nuovo orientamento nel dibattito e nell’approccio alle sostanze illegali e quanto invece rimanga invariato nella proposta in termini di principi e pratiche associate. Inoltre, l’articolo analizza l’obiettivo principale della riforma, cioè lo spostamento da un approccio centrato sul reato verso un approccio centrato sulla salute di chi consuma droghe, e discute le potenzialità di un approccio basato sui diritti per riformare la odierna politica della droga dalle fondamenta. Secondo l’autore, la proposta di riforma norvegese costituisce un caso ideale di studio del dibattito in corso sulla depenalizzazione delle droghe, ma il cambiamento di approccio risulta essere solo parziale perché il ruolo delle forze dell’ordine viene mantenuto e il consumo di sostanze continua ad essere considerato patologico.

immagine_2023-06-25_130634695Luigi Mastrogennaio, Serve uno sguardo diverso sulla tossicodipendenza, in L’Essenziale, 9 gennaio 2023, pp. 1-6
La riduzione del danno è un insieme di politiche e servizi volti a ridurre le conseguenze negative del consumo di droghe. In Italia i primi progetti sul tema sono partiti negli anni novanta, con screening delle malattie, distribuzione di siringhe, drug checking (analisi delle droghe) e drop-in (strutture di accoglienza a bassa soglia). I servizi italiani di riduzione del danno per il consumo di droghe sono stati per anni tra i migliori al mondo, ma ora sono in difficoltà, soprattutto nel sud. Al nord si trovano servizi innovativi e particolarmente utili, ma spesso in difficoltà per mancati finanziamenti o comunque non continuativi. Si citano in particolare il progetto Neutravel (si veda anche il comunicato stampa della regione Piemonte) e il drop-in Punto Fermo di Collegno in Piemonte e l’unità mobile di Rogoredo e il drop-in dei padri Somaschi a Milano. La situazione purtroppo non sembra destinata a migliorare nel breve periodo in quanto il governo attuale è fortemente critico nei confronti del Piano di azione nazionale dipendenze (Pand) e sulle politiche di riduzione del danno.

Pauly … [et al.], A concept mapping study of service user design of safer supply as an alternative to the illicit drug market, in International Journal of Drug Policy, vol. 110, art. 103849 (dic. 2022) – online, pp. 1-10
Questo articolo presenta i risultati di una ricerca di mappatura concettuale su quali siano le caratteristiche necessarie per un servizio di fornitura sicura di droghe dal punto di vista delle persone che ne fanno uso. La ricerca si è svolta in British Columbia, Canada, dove sono stati introdotti durante la pandemia COVID-19, e proseguono tutt’ora, dei servizi di fornitura sicura di sostanze illecite per ridurre i rischi di contagio e di morte da overdose (rischi chiaramente maggiori se le sostanze vengono ottenute dalle vie e metodi classici dello spaccio). In questa ricerca si possono trovare importanti spunti per la gestione, organizzazione e pianificazione dei servizi di riduzione del danno tramite fornitura più sicura di sostanze illecite.

Øystein Bruun Ericson … [et al.], Risks and overdose responses: Participant characteristics from the first seven years of a national take-home naloxone program, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 240,  (nov. 2022) – on line, pp. 1-7
Nel 2014 il governo norvegese ha finanziato un programma su vasta scala di naloxone da portare a casa (THN) per affrontare gli alti tassi di mortalità dovuta a overdose. Gli scopi di questo studio sono: descrivere le caratteristiche delle persone formate a ricevere il THN, descrivere le azioni intraprese a seguito del consumo di THN in un episodio di overdose ed esplorare i fattori associati al consumo di naloxone. Si tratta di uno studio prospettico di coorte su soggetti che hanno ricevuto THN dal 2014 al 2021. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

GSHR-2022-Cover-Screenshot-MacHarm Reduction International, The Global State of Harm Reduction 2022, Harm Reduction International, Londra, 2022, 152 pp.
Il documento costituisce un’analisi indipendente della riduzione del danno nel mondo. I dati forniti riguardano lo stato dei servizi, dei programmi e delle politiche di riduzione del danno nei diversi paesi del mondo nell’ambito del consumo di droga (iniettabile, fumo e farmaci stimolanti), dell’infezione da HIV e da virus dell’epatite, nonché l’impatto della pandemia di COVID-19 su tali servizi.

Damon Barrett … [et al.], Child-centred harm reduction, in International Journal of Drug Policy, vol. 109, art. 103857 (nov. 2022) – online, pp. 1-5
L’articolo parla del tema della riduzione del danno per i minori. Le politiche di riduzione del danno, nonostante il loro avanzamento, sono storicamente mirate agli adulti, lasciando un vuoto nel campo specifico di bambini e adolescenti che fanno uso di droghe. Gli autori dell’articolo si propongono di essere scintilla della discussione e innovazione sul tema proponendo la “child-centered harm reduction” (= riduzione del danno incentrata sui bambini), un sotto-settore delle politiche sulla droga che si ponga all’intersezione tra politiche di riduzione del danno e politiche per i minori. Vengono anche presentati vari esempi di lavori e ricerche già esistenti, per aumentarne la visibilità e proporli come esempio.

Patrick Berrigan, Eugenio Zucchelli, Public preferences for safe consumption sites for opioid use: A discrete choice experiment, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 238,  (set. 2022) – on line, pp. 1-7
I luoghi di consumo sicuri forniscono alle persone che consumano droghe una supervisione medica e attrezzature sterili per il consumo. Benché la presenza di tali luoghi nei quartieri possa essere controversa, pochi studi hanno valutato le preferenze delle persone riguardo alle caratteristiche dei luoghi di consumo sicuri. E’ stato effettuato un esperimento di scelta discreta per valutare le preferenze pubbliche riguardo ai luoghi di consumo sicuri. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

Results of a qualitative research on professional practices in the field of addiction treatment. Working within harm reduction and drug treatment services: adapting missions to drug users and to field realities, OFDT, Parigi, 2022, 2 pp.
Breve sintesi dei risultati emersi da una ricerca qualitativa basata sull’osservazione etnografica e interviste individuali o di gruppo svolte tra il 2019 e il 2021 tra gli operatori di due servizi specializzati di trattamento della tossicodipendenza e due centri per la riduzione del danno.
Collocazione Biblioteca: A1402

hrAdam R. Winstock … [et. al.], Using the Global Drug Survey for harm reduction, EMCDDA, Lisbona, 2022, 9 pp.
La Global Drug Survey (GDS) è un’indagine annuale dettagliata sull’uso di sostanze psicoattive, condotta per la prima volta nel 2011. I 10 sondaggi GDS fino ad oggi hanno raccolto dati da oltre 900.000 intervistati, contenenti informazioni sulla diffusione di sostanze psicoattive e temi chiave al fine di sviluppare risorse per la riduzione del danno. L’articolo analizza la storia della GDS e la gamma di strumenti per la riduzione del danno che sono stati creati utilizzando i dati dell’indagine, sottolineando l’importanza di diffondere l’esperienza dei pari per indurre al cambiamento del comportamento in altri. Tra questi vi sono diverse applicazioni sanitarie mobili sviluppate a partire dai dati della GDS, che mirano a smantellare le barriere al cambiamento di comportamento, prendendo in considerazione i fattori di rischio individuali

Orsolya Feher, Building solidarity & mutual support. National Harm Reduction Networks in Europe, Correlation Network, Amsterdam, 2022, 30 pp.
Correlation – European Harm Reduction Network (C-EHRN) è un’organizzazione con sede ad Amsterdam che si occupa di consumo di droghe, riduzione del danno e inclusione sociale, per garantire a tutti l’accesso ai servizi sanitari e sociali senza discriminazioni e stigma. Il documento fornisce una panoramica delle reti di riduzione del danno in Europa, una discussione riguardo agli ostacoli e ai catalizzatori che incidono sulla creazione e il mantenimento di tali reti e, infine, si focalizza sulle necessità delle reti e sul possibile sostegno di C-EHRN. Le informazioni provengono dalla letteratura disponibile e dai dati in possesso dell’organizzazione. Si veda anche il documento “Policy Recommendations” edito dalla stessa organizzazione.

Czarina N. Behrends … [et al.], Harm reduction and health services provided by syringe services programs in 2019 and subsequent impact of COVID-19 on services in 2020, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 232 (mar. 2022) – on line, pp. 1-8
Questo studio descrive i servizi di riduzione del danno e di salute forniti dai programmi di servizi di siringa (SSP) degli Stati Uniti nel 2019 e i cambiamenti nella fornitura di tali servizi nel 2020. I SSP sono stati invitati a partecipare all’indagine del Dave Purchase Memorial nell’agosto 2020. Gli autori hanno raccolto dati programmatici sui servizi forniti nel 2019 e al momento dell’indagine nel 2020 e hanno condotto analisi descrittive utilizzando i test Chi-quadro e McNemar. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine. Nel medesimo n. della rivista si trova anche l’articolo di Kirsten M.A. Trayner … [et al.], Examining the impact of the first wave of COVID-19 and associated control measures on interventions to prevent blood-borne viruses among people who inject drugs in Scotland: an interrupted time series study (pp. 1-11).

Pietro Casella … [et al.], L’ Unità mobile Fuoristrada (Parsec cooperativa sociale/ASL Roma1) per la prevenzione delle patologie correlate all’uso di sostanze stupefacenti. I contesti della riduzione del danno e le pratiche operative del progetto, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 38-46
Dopo una introduzione sul tema della riduzione del danno, l’articolo descrive il progetto e le azioni dell’Unità mobile “Fuoristrada”, riporta i dati di attività relativi al periodo 2020-2021, prende in esame teoria e prassi del lavoro di strada e ne affronta le problematiche attuali e le prospettive future dopo quanto emerso dalla Conferenza Nazionale sulle Droghe svoltasi a Genova a fine novembre 2021.

as_355Leopoldo Grosso, Servizi di prossimità alla grave emarginazione. Il diritto di non essere lasciati soli, in Animazione Sociale, n. 05/355 (2022), pp. 31-37
Secondo l’autore, psicologo psicoterapeuta, la pratica di prossimità si colloca all’interno di politiche culturali che valorizzano dimensioni quali la relazione, il legame col territorio, la coprogettazione, la capacità di attivazione, la reciprocità responsabile. Le scelte di penalizzazione del welfare prima, la pandemia dopo, hanno messo in difficoltà i servizi senza consentire molte azioni di prossimità. Ma i limiti più profondi non sono economici, bensì culturali.

A cura di Nicholas Medone e Sara Rolando, Consumo di sostanze psicoattive a Nichelino e bisogni scoperti, Studio etnografico, Eclectica, Torino, 2022, 37 pp.
La ricerca, parte integrante dello studio di fattibilità affidato dall’Asl TO5 a Eclectica relativo all’apertura di un drop-in sul territorio di Nichelino, è stata concepita al fine di fornire una lettura etnografica del fenomeno del consumo di sostanze sul territorio e del rapporto dei consumatori con i Servizi esistenti sul territorio. In particolare, nel disegno della metodologia dello studio, ci si è chiesti se un servizio a bassa soglia come il drop-in potrebbe rispondere a bisogni reali attualmente non soddisfatti di persone che utilizzano sostanze. In seconda battuta, sono stati raccolti elementi utili a comprendere quale forma un ipotetico nuovo servizio dovrebbe assumere, cioè quali dovrebbero essere le sue caratteristiche in relazione a target specifici di utenza potenziale. L’osservazione etnografica si è quindi focalizza inizialmente sul consumo di sostanze a Nichelino, sui cambiamenti percepiti rispetto agli stili di consumo e sui luoghi designati per utilizzare sostanze, ma anche su quelli dello spaccio e sulle particolarità di Nichelino per quanto concerne il mercato delle sostanze.

Simona Borazzo … [et al.], Il servizio PIN ai tempi della pandemia, in Dal fare al dire, a. 30, n. 3 (2021), pp. 15-20
Il Progetto Itinerante Notturno (PIN) è un servizio di prossimità del Dipartimento per le Dipendenze dell’Asl Città di Torino, collocato nell’Area Bassa Soglia e attivo dal 2009. Si rivolge ad un’utenza prevalentemente giovanile che frequenta le notti nei luoghi di divertimento e si pone come finalità la promozione della salute, la limitazione dei rischi e la riduzione del danno rispetto all’uso di alcol e di altre sostanze psicotrope. L’articolo riporta le modifiche che gli operatori hanno apportato ai loro interventi durante le uscite in tempo di pandemia adattandosi alla normativa vigente e con l’intento di intercettare i nuovi bisogni dell’utenza. Nel numero precedente si trova l’articolo di  Giuliano Cuntò, Paolo Peretti, Angelo Pulini, Terapia di gruppo con zoom, Un Intervento del centro pre serale “Libera il tempo“, pp. 27 – 35.

Cover-Sostanze-Psicoattive_web-400x575Progetto Neutravel, Sostanze psicoattive. Vademecum per un uso consapevole, Eris, Torino, 2020, 61 p.
Le sostanze psicoattive, legali e illegali, circolano e sono diffusissime; se la cannabis è la più usata, il consumo di cocaina e altre droghe comunemente chiamate “pesanti” è altrettanto diffuso. Le operatrici di Progetto Neutravel, che da anni si occupano costantemente di prevenire i rischi e i danni legati all’utilizzo delle sostanze, attraverso dati scientifici, ci offrono in questo libro le informazioni relative alle sostanze più utilizzate nel nostro Paese, fornendo dati e informazioni con l’obiettivo di informare sui rischi legati al loro utilizzo e aiutare a un utilizzo consapevole. Un libro destinato a chi voglia informarsi in prima persona e prevenire situazioni critiche a chi gli sta intorno. Progetto Neutravel si occupa di ridurre i danni e limitare i rischi nei contesti del divertimento notturno, avvalendosi di un’area informativa, un’area chill-out ed un’area sanitaria di primo soccorso. Il progetto nasce da una partnership tra settore pubblico (Asl TO4) e privato sociale (CNCA Piemonte – Cooperativa Alice).
Collocazione Biblioteca: 18927

A cura di Lorenzo Camoletto, Pino di Pino, Susanna Ronconi, I Servizi ai tempi del Covid19. Monitoraggio del sistema dei servizi di Riduzione del Danno e dei SerD durante il lockdown 2020, Fuoriluogo, 2020, 28 pp
Lo studio indaga sul funzionamento del sistema dei servizi per consumi e dipendenze durante l’emergenza sanitaria generata dalla pandemia di COVID-19, per capire non solo se il sistema ha retto all’emergenza, ma anche cosa ha rivelato del sistema stesso dei servizi. La prospettiva adottata è quella di usare la crisi per riflettere criticamente e per prospettare innovazione. La ricerca ha privilegiato l’ambito di intervento della Riduzione del Danno e Limitazione dei rischi (RdD/LdR), gestita sia dal pubblico che dal terzo settore, e dei SerD. L’indagine ha coinvolto 76 enti fornitori di servizi attraverso un questionario online a risposta aperta, diffuso dal 23 aprile al 10 maggio 2020. Secondo gli autori, la crisi dei sistemi di intervento territoriale del servizio sanitario richiede interventi urgenti non solo per far fronte alle pandemie che verranno, ma anche per governare in maniera adeguata, efficace ed efficiente la gestione ordinaria della salute. A livello europeo si veda l’indagine di Victoria Oberzil, Eberhard Schatz, Voices of Frontline Workers. Harm Reduction Responses in the European Region During the COVID-19 Pandemic, Correlation Network, Amsterdam, 2020, 27 pp.

A cura di Hassan Bassi e Riccardo Poli, Year Book 2020. PAS Principi attivi di salute, Arteventbook, Pisa, 2020, 185 pp.
Questa edizione dello Year Book è dedicata alla conclusione del progetto “PAS: Principi Attivi di Salute. Strategie per la prevenzione, la riduzione del danno e il contrasto ala diffusione nei consumi e abusi di sostanze psicoattive e NPS da parte di giovani e adulti”, finanziato dal Ministero del Lavoro e per le Politiche sociali, realizzato in collaborazione con Arcigay e CICA. Le pratiche di Riduzione del danno, nate soprattutto in relazione alla drammatica diffusione dell’AIDS, hanno presto allargato il proprio ambito di applicazione anche ai consumi problematici di sostanze stupefacenti. Il volume è suddiviso nei seguenti capitoli: Il Punto istituzionale, le Ricerche, le Azioni del Progetto, le Esperienze, l’Impatto sociale.
Collocazione Biblioteca: 18845

Donne, gravidanza e maternità

Bereket Duko … [et al.], The effect of prenatal cannabis exposure on offspring preterm birth A cumulative meta-analysis, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 607 – 619Sono stati riportati risultati contrastanti sull’associazione tra esposizione prenatale alla cannabis e parto pretermine. Questo studio è basato sulla metaanalisi di ricerche estratte da banche dati e mira a esaminare l’entità e la coerenza delle associazioni riportate tra l’esposizione prenatale alla cannabis e la nascita prematura. Sono stati presi in considerazione un totale di 27 studi osservazionali pubblicati tra il 1986 e il 2022. Lo studio rileva che l’ esposizione prenatale alla cannabis è associata a un aumento del rischio di parto pretermine.

90d828191534a5461aaa0e4b88189d1ae2e09e39-700x979Women and Harm Reduction International Network (WHRIN), International Community of Women Living with HIV (ICW), Women who use drugs and HIV. Joint briefing paper, WHRIN, 2023, 12 pp.
Questo documento è frutto di una collaborazione tra il WHRIN e l’ICW per promuovere la discussione sui problemi specifici della popolazione di donne affette da HIV/AIDS e che fanno utilizzo di droghe. Prendendo in esame letteratura sul tema e interviste condotte in comunità di donne affette da HIV e che fanno uso di droghe, si cerca di identificare quali siano gli ostacoli principali che questa specifica categoria deve affrontare per avere i trattamenti di cui necessitano (principalmente dovuti a discriminazione e violenza di genere, criminalizzazione dell’uso e possesso di droghe, servizi non pensati per le necessità specifiche delle donne, e stigmatizzazione) e si stila una lista di raccomandazioni sul da farsi per rimediare alle gravi lacune nel campo della cura in questo campo.

Giorgio Zoccatelli, Sabrina Bassetti, Il fenomeno del consumo al femminile, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 53, n. 1 (2023), pp. 22-25
Secondo gli autori, assistenti sociali, si parla e si scrive molto di droga e dipendenza, ma la tossicodipendenza femminile, costituisce un ambito di indagine ad oggi inesplorato nel contesto nazionale e poco indagato anche sul fronte internazionale. L’approccio generale è prevalentemente neutrale alle differenze di genere e i disturbi da uso di sostanze sono considerati un problema principalmente maschile; di conseguenza le cure sono standardizzate secondo il profilo maschile, mortificando le loro specificità. L’articolo si propone di mettere a fuoco alcuni aspetti della dipendenza tra le donne, riflettendo sulla peculiarità dei loro percorsi e stimolando un pensiero critico al riguardo.

Tammy Chung … [et al.], Person-centered patterns of substance use during the COVID-19 pandemic and their associations with COVID-related impacts on health and personal finances in young Black and White women, in Drug and Alcohol Dependence, vol 240,  (nov. 2022) – on line, pp. 1-7
Questo studio longitudinale ha usato un approccio incentrato sulla persona per individuare sottogruppi riguardo ai modelli di consumo di sostanze prima e durante la pandemia di COVID-19 ed esaminare le correlate del profilo (es. le caratteristiche socio-demografiche), che possono fornire indicazioni per un intervento su misura. Le due coorti di età più giovane del Pittsburgh Girls Study, un campione longitudinale di comunità, hanno fornito dati relativi all’anno precedente su: frequenza del fumo di sigarette/sigarette elettroniche, consumo alcolico binge (>4 bicchieri per occasione) e consumo di cannabis prima e durante la pandemia e sul cambiamento percepito di uso. L’analisi del profilo latente ha individuato sottogruppi. Sono state esaminate le correlate del profilo (es. fattori socio-demografici, stato di infezione da COVID-19 ed esposizione segnalata, impatti del COVID-19 sulla salute psicologica e le finanze). Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine.

ERG2021-Miniguide-womenEMCDDA, Women and drugs: health and social responses, EMCDDA, Lisbona, 2022, 6 pp.
Parte di una serie di guide pubblicate dall’EMCDDA su vari aspetti salienti nella risposta all’uso di droghe. Questa guida si concentra sugli aspetti principali da considerare nella pianificazione e somministrazione di servizi per donne che fanno uso di droghe, con una trattazione sintetica dei problemi principali di cui tenere conto, le categorie a rischio a cui venire incontro, e come è consigliato ai servizi di occuparsene. Include inoltre una breve trattazione della situazione dei servizi per le donne che fanno uso di droghe nei vari paesi europei.

Rosa Giannini, Gaia Cassese, Maternità e dipendenze: una revisione critica della letteratura, in Mission, a. 16, n. 58 (nov. 2022) – on line, pp. 39-43
Lo scopo del lavoro è analizzare gli eterogenei contributi in letteratura che hanno tentato di approcciarsi e di comprendere il fenomeno complesso delle madri nella tossicodipendenza, presentando una revisione critica della letteratura degli ultimi 10 anni sul tema. L’intento è individuare e sistematizzare le caratteristiche di questo particolare tipo di utenza. Nel saggio si accenna, inoltre, ai correlati ambientali e sociali legati all’uso di sostanze e al modo in cui questi possano influire selettivamente su particolari abilità genitoriali, come la capacità di fornire un’assistenza coerente e costante nel tempo.

Shira M Goldenberg … [et al.], Violence, policing, and systemic racism as structural barriers to substance use treatment amongst women sex workers who use drugs: Findings of a community-based cohort in Vancouver, Canada (2010–2019), in Drug and Alcohol Dependence, vol. 237, (ago. 2022) – on line, vol. 237, pp. 1-9
Nonostante l’alta prevalenza del consumo di sostanze fra le lavoratrici del sesso (SW), rimangono limitati dati rigorosi epidemiologici sociali sulle esperienze di trattamento per consumo di sostanze nelle SW. In considerazione di queste lacune e del peso sproporzionato della discriminazione sopportata dalle lavoratrici indigene del sesso, i ricercatori, nel presente studio, hanno valutato: 1) le correlate strutturali dei falliti tentativi di accedere al trattamento per consumo di sostanze; 2) l’interazione fra la polizia e l’ascendenza indigena nei falliti tentativi di accedere al trattamento da parte delle lavoratrici del sesso che usano droghe. I dati prospettici sono stati derivati da una coorte aperta di lavoratrici del sesso (2010-2019) basata su una comunità a Vancouver, Canada. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Sarah C. M. Roberts, Claudia Zaugg, Noelle Martinez, Health care provider decision-making around prenatal substance use reporting, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 237,  (ago. 2022) – on line, pp. 1-13
Recenti ricerche hanno rilevato che i danni collegati al consumo di alcol e/o droga durante la gravidanza non sono limitati a quelli associati all’uso stesso; i danni risultano anche dalle politiche e dalle pratiche di assistenza sanitaria adottate in risposta, fra cui la segnalazione ai Servizi di tutela minorile (CPS). Questo studio ha cercato di comprendere i fattori che influenzano le pratiche di segnalazione degli operatori sanitari. I ricercatori hanno effettuato 37 interviste semi-strutturate con ostetrici/ginecologi ospedalieri, medici di famiglia e medici del pronto soccorso, focalizzate su esperienze di segnalazione di donne in gravidanza/parto con AOD alle autorità governative. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dell’indagine

contInternational Drug Policy Consortium, Contribution from the Civil Society Forum on Drugs to enhance the gender perspective into EU drug policy, IDPC, Londra, 2022, 27 pp.
In questo rapporto, il gruppo di lavoro “Questioni emergenti nella politica sulle droghe” del Forum della società civile sulle droghe (Civil Society Forum on Drugs-CSFD) si propone di descrivere come la prospettiva di genere e gli aspetti legati al genere siano inclusi nelle politiche antidroga dell’Unione Europea e di fare un confronto con le strategie e i piani d’azione precedenti. Fornisce, inoltre, un elenco di raccomandazioni e di informazioni su come migliorare i documenti futuri relativi alle politiche sulle droghe, rispetto alle prospettive di genere.

Elis Haan … [et al.], Prenatal smoking, alcohol and caffeine exposure and maternal-reported attention deficit hyperactivity disorder symptoms in childhood. Triangulation of evidence using negative control and polygenic risk score analyses, in Addiction, vol. 117, n. 5 (mag. 2022) – on line, pp. 1458-1471
Precedenti studi hanno indicato che il consumo materno prenatale di sostanze può essere associato al disturbo di iperattività e deficit di attenzione (offspring attention deficit hyperactivity disorder = ADHD) della prole attraverso effetti intrauterini. In questa ricerca sono stati misurate le associazioni fra fumo prenatale, consumo di alcol e caffeina con i sintomi di ADHD nell’infanzia tenendo in considerazione fattori familiari condivisi. Tuttavia non sembra esserci un effetto causale intrauterino del consumo materno prenatale di queste sostanze sui sintomi del disturbo di iperattività e deficit di attenzione della prole.

Eleonora Buganè … [et al.], Unicità e specificità del servizio Orientadonna, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 47 – 54
Orientadonna è un servizio del Dipartimento Dipendenze dell’ASL Città di Torino ubicato presso l’Ospedale Amedeo di Savoia e si rivolge alla popolazione femminile con problemi di dipendenza cronica e di marginalità; è nato nel 2006 in partnership con l’ Associazione Gruppo Abele a partire dai risultati di una ricerca che indicava maggiori condizioni di disagio e di stigma delle frequentanti il drop-in rispetto ai tossicodipendenti maschi. Successivamente è diventato un’attività strutturata all’interno dell’Area Bassa Soglia del Dipartimento delle Dipendenze. Si connota come una sorta di centro diurno sovrazonale che lavora sulla prevenzione delle patologie droga-correlate e sull’accompagnamento alla cura. L’articolo descrive le caratteristiche dell’utenza di Orientadonna, le finalità e i servizi offerti, la metodologia adottata e il funzionamento del servizio durante la pandemia.

Katie Woodruff, Karen A. Scott, Sarah C.M. Roberts, Pregnant people’s experiences discussing their cannabis use with prenatal care providers in a state with legalized cannabis, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 227,  (ott. 2021) – on line, pp. 1-7
Con il diffondersi della legalizzazione della cannabis, si diffondono anche le preoccupazioni per i danni potenziali del suo uso in gravidanza. La legalizzazione può facilitare migliori interazioni paziente – operatore sanitario circa il consumo di cannabis. Tuttavia si sa poco sui discorsi delle donne in gravidanza con gli operatori sull’uso della cannabis in un ambiente dove la cannabis ricreativa è legale. Tra maggio e agosto 2019 in California sono state effettuate interviste approfondite semi-strutturate con 33 donne in gravidanza o dopo il parto, che hanno usato cannabis durante la gravidanza e sono state audio-registrate e trascritte le loro discussioni con i fornitori di servizi sanitari riguardo al proprio consumo, infine si è effettuata un’analisi tematica usando metodi induttivi e deduttivi. Il ruolo degli operatori quali potenziali informatori dei servizi sociali sembra porre una significativa barriera alla consulenza comprensiva ed empatica e all’educazione all’uso della cannabis in gravidanza.

Emily Jenkins … [et al.], Bereaved mothers’ engagement in drug policy reform: A multisite qualitative analysis, in The International Journal of Drug Policy, vol. 91, art. 103011 (mag. 2021) – on line, pp. 1-11
A livello globale, la fornitura di droga contaminata sta causando la morte di decine di migliaia di persone che ne fanno uso e le misure attuali non riescono a placare questa crisi. In questo contesto, le madri che hanno perso un figlio a causa dell’uso di sostanze stupefacenti sono diventate importanti sostenitrici di cambiamenti nelle politiche sulle droghe. Questo articolo esplora le esperienze delle madri nella difesa delle politiche sulle droghe per indagare come vengono utilizzate le loro storie per promuoverne il loro cambiamento. Metodi critici qualitativi e narrativi hanno fornito indicazioni per le interviste individuali con 43 madri che hanno perso un figlio a causa dell’uso di sostanze, provenienti da tre regioni del Canada: British Columbia, Prairie Province e Eastern Province. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Screenshot 2022-11-30 at 10.45.54Corina Giacomello, Children whose parents use drugs. Promising practices and recommendationsCouncil of Europe, Strasburgo, 2022, 96 pp.
Il documento affronta il tema delle famiglie dove i genitori fanno uso di sostanze o alcool in modo problematico e dei servizi di supporto al riguardo. Descrive un insieme di interventi presenti in diversi paesi e mirati alle famiglie e ai figli: servizi per le madri che usano sostanze; servizi per il trattamento della dipendenza che tengono conto delle responsabilità parentali, dei bisogni dei figli e di situazioni particolari; rifugi per donne vittime di violenza che usano sostanze. Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale che ha lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa. A questo link si trovano altri documenti sull’argomento.

Anna Romanio … [et al.],  “Mamme libere dal fumo” nell’Asl To-4: Un progetto di integrazione tra i servizi.Dalla formazione all’operatività: il contributo del Centro Trattamento Tabagismo del Dipartimento di patologia delle dipendenze Asl To4 (Settimo Torinese – Torino), in Dal fare al dire, a. 30 n. 1 (2021), pp. 43-53
“Mamme libere dal fumo” è un progetto nazionale di prevenzione che si inserisce nella più ampia strategia di riduzione dell’abitudine al fumo, in quanto importante fonte di rischio per numerose patologie croniche. Obiettivo del progetto è favorire la sospensione del fumo almeno durante il periodo della gravidanza e /o rafforzare l’astinenza dopo la nascita del figlio, nell’ambito delle strutture operanti sul territorio, utilizzando lo strumento “tecnico” del counseling breve. Nell’articolo viene descritta l’implementazione del progetto e l’integrazione del lavoro dei molti servizi coinvolti nell’Asl TO4 Piemonte; viene illustrata l’analisi dei dati raccolti nel counselling, elaborati dal Centro Trattamento Tabagismo di San Mauro Torinese; viene spiegato il re-training attuato sugli operatori già precedentemente formati per il counselling antifumo e le modifiche apportate agli strumenti del progetto. In conclusione vengono esposte alcune riflessioni sul progetto e sui suoi esiti.

Luigi Filippo Bardell, Graziano Feliziani, Rosanna Ceglie, Donne migranti nella S.S.D. Ser.T. Asl5 spezzino. Alcuni aspetti epidemiologici, in Dal fare al dire, a. 30 n. 3 (2021), pp.   26-32
Il presente lavoro prende spunto dai dati della Relazione Annuale al Parlamento sullo stato delle Tossicodipendenza in Italia per approfondire alcuni aspetti epidemiologici dell’utenza del servizio negli ultimi dieci anni. Un’analisi più dettagliata viene effettuata su alcune variabili; in particolare viene evidenziata la presenza della percentuale di utenza di sesso femminile nel corso degli anni, sia in rapporto al totale dei pazienti in carico, sia in relazione ad alcune diagnosi (Disturbo da Uso di Alcol, Disturbo da Gioco d’Azzardo, Disturbo da Uso di Tabacco). Vengono inoltre presentati i dati sulla utenza straniera afferente al servizio in rapporto al sesso e alla nazionalità. I risultati sono commentati alla luce della letteratura recente, in particolare rispetto alla comorbilità tra diagnosi tossicologica e correlati psicopatologici. Questo monitoraggio permette di monitorare l’andamento di questi aspetti e dà quindi modo ai servizi di migliorare la comprensione di alcuni aspetti e prospettare soluzioni più mirate alle esigenze di particolari categorie di utenti.

Anna Paola Lacatena, Donne e tossicodipendenza. Quando la patologia è di altro genere…, in Mission, a. 14, n. 53 (apr. 2020), pp. 26-32
Dai dati della Relazione annuale sull’evoluzione del fenomeno della droga nell’Unione europea, pubblicata nel 2018 dall’OEDT (Agenzia europea sulle droghe di Lisbona), emerge che le donne sono soltanto il 20% dei pazienti che si sottopongono a un trattamento della tossicodipendenza. Le possibili ragioni sono varie, a partire da problemi di accessibilità ai servizi e di adeguatezza degli stessi. Per approfondire, il Dipartimento Dipendenze Patologiche della ASL di Taranto ha prodotto due ricerche sulle pazienti donne in carico, di cui qui si presentano modalità e risultati.

I giovani e i contesti del consumo

partyP.A.R.T.Y. Project – Prevention and harm reduction Actions Towards Young people, Methodological guide for online harm reduction, Projectparty.eu, [s. l.] 2022, 68 pp.
Il progetto Interreg-P.A.R.T.Y (Preventive Action and Risk Reduction tow, rds Young people), che riunisce operatori belgi e francesi che lavorano nell’ambito della riduzione del danno (HR), mira a sensibilizzare e responsabilizzare il pubblico transfrontaliero (online e offline), facilitando l’accesso agli strumenti di prevenzione, informazione e riduzione del danno. Il progetto prevede un sostegno agli organizzatori e ai proprietari di club/bar per investire nella creazione di luoghi di vita notturna più sicuri (attraverso i marchi di feste più sicure come: Quality Nights, Quality Events e Quality Bars), una formazione per coloro che sono coinvolti nella scena della vita notturna e una sensibilizzazione riguardo alle loro responsabilità.

Jordan P. Davis … [et al.], Directional associations between cannabis use and depression from late adolescence to young adulthood: the role of adverse childhood experiences, in Addiction, n. 6 (giu. 2023) – on line, vol. 118, pp. 1083-1092
Sebbene la compresenza di cannabis e depressione sia ben nota, meno si sa della sequenza temporale del consumo di cannabis e della depressione. Lo studio proposto ha tre obiettivi principali: valutare un percorso guidato dai sintomi in cui la depressione può portare all’aumento del consumo di cannabis, testare un percorso indotto dalla sostanza in cui il consumo di cannabis può causare l’aumento della depressione e determinare un modello di vulnerabilità condivisa che valuti le associazioni tra individui che hanno (e non hanno) vissuto esperienze infantili avverse (ACE). E’ stato utilizzato un campione di 2234 individui tra i 17 e i 24 anni, dei quali sono stati valutati i giorni di consumo di cannabis nell’ultimo mese e i sintomi di depressione [patient health questionnaire (PHQ)-8]. La scala Adverse Childhood Experiences è stata usata come misura principale di raggruppamento. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Joanna Bright … [et al.], The Benzo Research Project. An evaluation of recreational benzodiazepine use amongst UK young people (18-25), Benzo Research Project, 2022, 86 pp.
The Benzo Research Project è un gruppo di ricerca sull’uso ricreativo delle benzodiazepine, costituito da giovani volontari di diversa formazione, allo scopo di aumentare la consapevolezza al riguardo. Attraverso la raccolta delle esperienze di giovani che consumano benzodiazepine senza una prescrizione medica o sono in contatto con qualcuno che ne fa uso, il documento intende gettare luce sulle motivazioni dei giovani al consumo e su altri aspetti del fenomeno. Le testimonianze raccolte sono stati analizzate riguardo a diversi parametri (età, tipo e provenienza delle sostanze, contesti di consumo, motivazioni, policonsumo, effetti riscontrati, dipendenza, disintossicazione, servizi sociosanitari coinvolti). Vengono discussi i risultati e forniti suggerimenti per la gestione del fenomeno.

Results of the ARAMIS 2 survey on alcohol use at parties among adolescents and young adults. Alcohol at parties: social differences and gender stereotypes shape use, risks and regulation strategies, OFDT, Parigi, 2022, 2 pp.
Breve sintesi dei risultati della seconda indagine ARAMIS, la quale indica come il consumo di alcol tra gli adolescenti e i giovani durante le feste sia influenzato da aspetti di differenziazione sociale e di genere. Mentre i rischi a lungo termine per la salute associati all’uso di alcol siano ancora sconosciuti, i rischi immediati sono soggetti a regole individuali e collettive altamente codificate.
Collocazione Biblioteca: A1401

9788815261526_0_424_0_75Enrico Petrilli, Sonia Stefanizzi, Il controllo della movida: la parola al popolo della notte torinese, in Autonomie locali e servizi sociali, n. 1 (apr. 2022), pp. 177-194
L’articolo indaga come i fruitori della cosiddetta movida (la vita notturna nei centri urbani) giudicano le principali strategie sviluppate dalle amministrazioni locali per controllarla e quali conseguenze esse hanno prodotto. In particolare, viene approfondito il caso della città di Torino, dove la movida è diventata una delle questioni più dibattute. L’indagine è stata svolta tramite interviste semi-strutturate a un campione di giovani frequentatori della movida tra i 19 e i 23 anni e a un campione di avventori adulti tra i 35 e i 50 anni.

Franca Beccaria … [et al.], Tactics of Altered Consumption: Young People’s Drinking Choices in the Italian Movida, in Italian Sociological Review, vol. 12, n. 1 (2022) – on line, pp. 1-23
La vita notturna urbana è spesso raffigurata come una categoria omogenea dominata dall’industria dell’intrattenimento e caratterizzata da pratiche rischiose di consumo alcolico. Assumendo una prospettiva più critica, che riconosce l’eterogeneità degli ambienti fisici e sociali come pure i modi in cui i frequentatori notturni esercitano la loro azione per manipolare e modellare i prodotti e gli spazi definiti dall’ordine economico consumistico, l’articolo ha lo scopo di: 1) esplorare gli ambienti fisici e sociali di due quartieri di Torino (Nord Italia) caratterizzati da un’intensa vita notturna; 2) capire le tattiche giovanili riguardo al consumo alcolico. Lo studio ha adottato un approccio con metodi misti comprendenti l’osservazione non partecipante (40 ore) e interviste di persona (22). Nell’articolo sono riportati e commentati risultati della ricerca.

A cura di Stefano Bertoletti … [et al.], Nightlife and the city 2021. Covid divertimento notturno e spazi urbani, CAT, Firenze, 2021, 12 pp.
La ricerca presentata ha l’obiettivo di restituire l’atteggiamento dei cittadini toscani verso l’epidemia di COVID-19, l’adesione o meno alle norme di comportamento prescritte per frenare il diffondersi del virus, lo stato della loro socialità nei due periodi di lockdown, i loro consumi di alcol e sostanze psicotrope (cannabis, cannabinoidi e psicofarmaci) . Inoltre, sono state raccolte indicazioni sulle percezioni del futuro dei cittadini intervistati e le nuove soluzioni che essi ritengono adeguate per rilanciare la socialità in sicurezza nei contesti del divertimento serale e notturno. Un campione di 1316 questionari online sono stati raccolti tra marzo e aprile 2021. Ne emerge che la maggioranza dei cittadini toscani ha mantenuto comportamenti responsabili e rispettosi delle norme di salute pubblica, senza consumi eccessivi di sostanze e di alcolici, esprimendo un giudizio di sostanziale adesione a quanto dettato dai governi nazionale e locale. Gli autori ritengono tale quadro utile agli amministratori dei diversi territori regionali.

Joseph J. Palamar, Patricia Acosta, Virtual raves and happy hours during COVID-19. New drug use contexts for electronic dance music partygoer, in International Journal of Drug Policy, vol. 92, art.102904 (lug. 2021) – on line, pp. 1-11
La popolarità dei rave virtuali e l’happy hour sono aumentati durante la pandemia di COVID-19. Mentre gli ambienti della vita notturna sono spesso associati all’uso di droghe, non è noto se lo siano anche gli eventi. In questa ricerca sono stati reclutati alcuni frequentatori di feste di musica dance elettronica (EDM) che vivono a New York e che hanno riferito un uso recente di droghe e sono stati intervistati sulla partecipazione a rave virtuali e happy hour durante la pandemia da COVID-19. L’articolo discute i risultati della ricerca. In particolare è emerso che i partecipanti più anziani e i policonsumatori avevano maggiori probabilità di usare droghe illegali durante i rave virtuali e/o gli happy hour e che i frequentatori di feste EDM sono a rischio per l’uso di droghe durante gli eventi virtuali.

9788855192729_0_536_0_75Enrico Petrilli, Notti tossiche. Socialità, droghe e musica elettronica per resistere attraverso il piacere, Meltemi, Milano, 2020, 288 pp.
L’autore esplora il potenziale politico dell’andare in discoteca attraverso una grammatica diversa da quella dell’attivismo tradizionale, concependo il clubbing come una guerriglia micropolitica votata al presente, in cui corpi e piaceri sono il punto d’appoggio del contrattacco. Per riuscirci è necessario: primo, riconoscere come la somatofobia – il rifiuto dell’immanenza della carne a favore della trascendenza del pensiero – abbia modellato la storia dell’Occidente; secondo, mettere in pratica il (contro)sapere edonico elaborato da quegli artisti, intellettuali, soggetti LGBT, femministe e queer che per primi hanno riconosciuto le potenzialità insurrezionali del piacere. Il risultato è un’immersione totalizzante in un microcosmo prodotto dall’incontro tra suoni, sguardi, sostanze ed energie per indagare la capacità del clubbing di configurarsi come spazio di resistenza alla managerializzazione del sé e all’anestetizzazione sociale del regime post-disciplinare contemporaneo.
Collocazione Biblioteca: 18780

UFPT, Trap. Storie distopiche di un futuro assente, Agenzia X, Milano, 2020, 168 pp.
Siamo in crisi: se non altro abbiamo trovato la colonna sonora perfetta. La musica trap è un nuovo linguaggio simile a quello della cultura hip hop, ma esposto con modalità che sembrano lasciare più spazio espressivo, un’arma a doppio taglio che genera un’alternanza di brutture stilistiche e picchi di genio. Questa maggiore libertà, enormemente agevolata da un accesso illimitato al mondo dei social, ha promosso la formazione di un’attitudine mai vista prima che ha grande influenza sulle nuove generazioni. Il giovane autore traccia il contesto di degrado delle metropoli meridionali degli Stati Uniti dove è nata la trap, un viaggio tra le sue manifestazioni più popolari, le produzioni più significative e un’analisi sui perché siamo arrivati in pochi anni all’esplosione di un caso mondiale che ha saputo stravolgere anche la scena italiana.
Collocazione Biblioteca: 18954

Le politiche sulla droga

Giada Girelli, Marcela Jofré, Ajeng Larasati, The Death Penalty for Drug Offences: Global Overview 2022, Harm Reduction International, Londra, 2023, 54 pp.
Questo rapporto dell’HRI si concentra sull’uso della pena di morte in casi di uso di droghe, aggiornato al 2022. Viene registrato un forte aumento rispetto all’anno precedente, più del doppio, in parte dovuto alla ripresa delle esecuzioni per possesso di droga in Arabia Saudita e a Singapore, e della repressione in Iran, ma non solo. Si contano ancora 35 paesi in cui ancora vige la pena di morte per crimini legati alla droga, e nonostante proteste più forti a riguardo (in particolare a Singapore) il trend sembra essere per un aumento di questi numeri. Si nota anche che la risposta delle istituzioni internazionali (Nazioni Unite, Unione Europea, Alto Commissariato per i Diritti Umani) è stata debole, con menzioni ad hoc per alcuni dei casi singoli ma nessuna mossa concreta a riguardo.

Gabriele Santoro, Colombia in cerca di giustizia. Dopo cinquant’anni di guerra interna, il lavoro della commissione per la verità testimonia l’urgenza di spezzare i rapporti tra narcotraffico, politica ed economia. Parola al relatore dell’indagine conclusiva, in lavialibera, n.20 (mar.- apr. 2023), pp. 63-68
In Colombia i tentativi di pacificazione sono sempre stati frammentati. In molte zone la guerriglia è ancora in corso. L’economia ha una relazione organica con il traffico di cocaina e marijuana. il conflitto armato è correlato alla violenza di questi mercati illegali. Leader contadini, sindacalisti e difensori dei diritti umani sono stati trasformati in nemici e uccisi.

Stephanie M. Zellers … [et al.], Impacts of recreational cannabis legalization on cannabis use: a longitudinal discordant twin study, in Addiction, vol. 118, n. 1 (gen. 2023) – on line, pp. 110-118
Obiettivo dello studio proposto è stimare l’effetto della legalizzazione ricreativa sulla frequenza di consumo della cannabis e le fonti di varianza in tutti gli ambienti legali. Lo studio è stato condotto negli Stati Uniti, compresi gli stati con politiche diverse sulla cannabis ricreativa prima e dopo il 2014, quando è stata per la prima volta legalizzata la cannabis ricreativa. I partecipanti allo studio sono stati due campioni longitudinali, valutati prospetticamente, di gemelli americani di età compresa tra i 24 e i 47 anni (n = 1425 in Stati legali, n = 1996 in Stati illegali), comprese 111 coppie monozigoti discordanti per residenza. La frequenza del consumo abituale di cannabis (misurato in modo continuo e ordinale) è stato il risultato principale e il fattore predittivo è stata la condizione ricreativa della cannabis (legale/illegale) nello stato di residenza del partecipante al tempo della valutazione. Le covariabili hanno compreso età, sesso e frequenza del consumo di cannabis prima del 2014. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Transform Drugs Policy Foundation, How to Regulate Cannabis. A practical Guide. Transform Drugs Policy Foundation, Bristol, 2022, 400 pp.
Questa è la terza edizione, aggiornata ed ampliata, della “Guida pratica sulla regolamentazione della cannabis” della Transform Drugs Policy Foundation. Si tratta, come da titolo, di una guida pratica su quali siano le ragioni, i benefici, le sfide principali e i risultati a livello sociale ed economico di una depenalizzazione e regolamentazione statale della coltivazione ed uso di cannabis. L’argomento non è solo presentato come discussione teorica, ma con proposte concrete di attuazione.

downloadCouncil conclusions on human rights-based approach in drug policies, Council of the European Union, Brussels, 2022, 9 pp.
Il documento presenta le conclusioni del Gruppo orizzontale “Droga” (Horizontal Working Group on Drugs – HDG), incaricato di guidare e organizzare le attività del Consiglio in materia di droga, conducendo attività strategiche sia legislative che generali in due settori principali: la riduzione dell’offerta di droga e la riduzione della domanda di droga. Un tema chiave presente nel documento è la dimensione dei diritti umani all’interno della politica sulle droghe. Si invitano gli stati membri dell’Unione Europea a sostenere ulteriormente lo sviluppo e l’implementazione di politiche basate su evidenze scientifiche e interventi che pongano i diritti umani al centro delle risposte, pur contrastando la criminalità e garantendo la sicurezza pubblica. Inoltre, viene posto l’accento sulla rimozione della discriminazione e dello stigma che colpiscono le persone che fanno uso di droghe, per stimolare l’accesso volontario ai servizi sociosanitari, sulla promozione della riduzione del danno, sul trattamento di comorbilità.

David Restrepo, Daring to Regulate Coca and Cocaine. Lessons from Colombia’s Drug War Trenches, Beckley Foundation, Oxford, 2022, 34 pp.
Il documento presenta una revisione critica della proposta legislativa colombiana del 2020 (progetto di legge 236) per regolamentare i mercati della foglia di coca e della cocaina, redatta dal senatore Iván Marulanda e co-sponsorizzata dal senatore Feliciano Valencia. Il saggio fornisce un’analisi qualitativa del regime normativo proposto, dei suoi effetti sul sistema di approvvigionamento e dei relativi benefici e costi per la Colombia. Il saggio si conclude con una riflessione sulle sfide poste dall’adozione di una regolamentazione delle foglie di coca e della cocaina e offre insegnamenti per superare gli ostacoli politici al cambiamento delle politiche.

World Health Organization (WHO), Public health dimension of the world drug problem. Report by the WHO Director-General, WHO, 2022, 5 pp.
Con circa 275 milioni di persone che fanno uso di droghe psicoattive nel 2020 e un aumento previsto dell’11% in tutto il mondo e del 40% nella sola Africa entro il 2030, e con una stima di 36 milioni di persone con disturbi da uso di droghe, la portata dei problemi di salute pubblica legati all’uso di droghe, ai disturbi da uso di droghe e alle condizioni di salute correlate continua a essere molto elevata. Questo breve Report del Direttore Generale del WHO alla 75ma Assemblea Mondiale della Sanità, riporta le ultime stime dell’OMS sull’incremento, negli ultimi anni, di consumo di droghe (prevalentemente oppioidi e cannabis) e alle morti ad esso correlate e sulle infezioni da HIV, epatite virale e infezioni sessualmente trasmissibili. Allo stesso tempo, il Report evidenzia che gli analgesici e gli psicofarmaci oppioidi sotto controllo internazionale sono indispensabili per la fornitura di servizi sanitari essenziali, tra cui le cure palliative, la gestione del dolore e il trattamento dei disturbi mentali, neurologici e da uso di sostanze. Sullo stesso argomento si veda anche il documento “The public health dimension of the world drug problem: how WHO works to prevent drug misuse, reduce harm and improve safe access to medicine”.

9791221418743_0_536_0_75A cura di Stefano Anastasia … [et al.], La sfida democratica. Tredicesimo libro bianco sulle droghe, Youcanprint, 2022, Lecce, 109 pp.
La tredicesima edizione del “Libro bianco sulle droghe” è un rapporto indipendente sui danni collaterali del Testo Unico sulle droghe. Il rapporto, oltre a contenere i dati (2021) relativi agli effetti della “war on drugs” sul sistema penale e penitenziario italiano, pone l’attenzione sulla questione democratica dopo la decisione della Corte Costituzionale sul referendum cannabis e accoglie le riflessioni della Società Civile sulla VI Conferenza Nazionale sulle droghe di Genova 2021. È possibile consultare online tutte le edizioni del Libro Bianco sul sito di Fuoriluogo,
Collocazione Biblioteca: 19457

Brendan Hughes, … [et al.], Regulatory approaches to cannabidiol in the European Union. Are market developments sowing the seeds of confusion?, in Addiction, vol. 117, n. 1 (gen. 2022) – on line, pp. 3-4
La rapida crescita nel mercato dei derivati dalla cannabis rappresenta una sfida agli attuali quadri normativi europei e può avere importanti implicazioni per la sicurezza dei consumatori, la salute pubblica, e i produttori. L’articolo riflette sulla crescente complessità del fenomeno e auspica una maggiore chiarezza concettuale in quest’area per ridurre i rischi per la salute dei consumatori e chiarire la situazione giuridica dei produttori. È importante dunque distinguere, tra l’altro, tra i cannabinoidi predominanti presenti (THC, CBD); prodotto (seme, fibra, fiore, …), uso previsto (ricreativo, alimentare, cosmetico, ecc.); potenza del prodotto; modalità di somministrazione e intensità di utilizzo. Un tale quadro aiuterebbe le discussioni e permetterebbe di cercare un equilibrio tra la necessità di consentire un’attività commerciale legittima con la necessità di proteggere la salute pubblica e chiarire i confini del controllo legislativo su queste sostanze e il loro mercato.

Alberto Arnaudo, Augusto Consoli, Angelo Giglio, L’ ottimismo della ragione, in Dal fare al dire, a. 31, n. speciale (2022), pp. 8-12
L’articolo racconta e commenta la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze – Oltre la fragilità, che si è tenuta a Genova, il 27 e 28 novembre 2021. La conferenza viene indetta dopo 12 anni dalla precedente ed è stata preceduta da sette tavoli preparatori e da una “Fuoriconferenza”, indetta il giorno prima dalla Rete per la Riforma delle Politiche sulle Droghe. Il dibattito è stato molto influenzato dalle sollecitazioni della Fuoriconferenza e dalle esperienze e riflessioni estere, pertanto si è esteso oltre le dipendenze da sostanze illegali e ha toccato anche le dipendenze da comportamento e l’opportunità della legalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis. Si è parlato anche del progressivo impoverimento delle risorse messe a disposizione del pubblico e del privato sociale e l’intervento di Luigi Ciotti ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prevenzione, di qualificazione e potenziamento dei servizi e non tanto di penalizzazione. Il potenziamento dei servizi per le dipendenze e l’adeguamento ai nuovi bisogni dell’utenza è stato un altro tema fondante della conferenza, così come l’importanza di una prevenzione efficace, moderna e a lungo termine e della sinergia tra pubblico e privato sociale. Sono infine state delineate nuove prospettive nel campo della lotta alle dipendenze anche in riferimento ai contesti di reclusione, alle pene alternative, alle questioni di genere, ai minori e ai migranti.

Leonardo Fiorentini, Grazia Zuffa, Marco Rossi, Oltre il proibizionismo. Le politiche di regolamentazione della cannabis, in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 3/4 (lug.-dic. 2021) – on line, pp. 157-211
Nella monografia sono proposti i seguenti contributi: “Cannabis: dal fallimento proibizionista ai successi delle legalizzazioni” di Leonardo Fiorentini; “Cannabis: il referendum, il Parlamento e l’urgenza della riforma” di Grazia Zuffa; “Una (illecita) società di mutuo soccorso: l’offerta sociale di cannabis” di Marco Rossi.

fq

Mario Catania, Lasciate che i malati si coltivino la cannabis, in FQ MillenniuM, a. 5, n. 52 (dic. 2021- gen. 2022) – on line, pp. 86-93
In Italia la cannabis ad uso medico è legale dal 2007, ma è ancora molto difficile da reperire. Se ne produce infatti molto meno di quanto servirebbe e le Regioni adottano politiche diverse che non sempre garantiscono la possibilità di usufruirne ai malati affetti da tutte le patologie che potrebbero beneficiarne. C’è chi dunque coltiva e autoproduce in proprio il farmaco che gli occorre come Walter De Benedetto, affetto da artrite reumatoide, che per questo è stato assolto. Vista la carenza di cannabis terapeutica sarebbe necessario, secondo l’autore, estendere la produzione anche alle aziende private e promulgare una legge che depenalizzi l’autoproduzione come propone un Referendum per l’approvazione del quale si stanno raccogliendo firme.

Tim Rhodes, Kari Lancaster, Futures-oriented drugs policy research. Events, trends, and speculating on what might become, in International Journal of Drug Policy, vol. 94, art.103332 (ago. 2021) – on line, pp. 1-45
Una preoccupazione nel campo della politica in materia di droga è come rendere la ricerca più orientata al futuro. Questa sfida è resa complessa dai mercati della droga in rapida evoluzione, che si intrecciano con le mutevoli relazioni sociali e materiali su scala globale In questo articolo si riflette su come la ricerca speculativa debba basarsi sul recente passato, ma anche essere orientata al futuro, alle possibilità piuttosto che alle probabilità. Si guarda in particolare al “Big Event” e al “Mega Trend” come dispositivi di intervento speculativo nella ricerca politica sulle droghe orientata al futuro. Viene illustrato come il dispositivo dei Mega Trend (tendenze complesse in grado di produrre cambiamenti significativi sul lungo termine), aiuta a tracciare e a speculare su alcuni degli elementi intricati che influenzano il futuro della produzione e consumo di sostanze, anche in relazione a clima, ambiente, sviluppo, popolazione, produzione di droga, digitalizzazione, biotecnologia, politica e discorso.

Jonathan Goodhand … [et al.], Drugs, Conflict and Development. Special Issue, in International Journal of Drug Policy, vol. 89,  (mar. 2021) – on line, pp. 1-149
Le rappresentazioni pubbliche delle droghe illecite nel Sud del mondo hanno avuto la tendenza a focalizzarsi sul ruolo di queste sostanze nel portare a violenza, instabilità e sottosviluppo. Questa narrazione rimane dominante, benché esista un volume crescente di lavori che guarda alla sfida delle droghe illecite dalla prospettiva del Sud del mondo e critica questa comprensione semplicistica del rapporto fra droghe, sviluppo e conflitti. I danni allo sviluppo causati dalla guerra globale alle droghe sono stati ampiamente riconosciuti e si sono riflessi nella richiesta di politiche della droga orientate allo sviluppo e alla costruzione della pace, come indicato negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals = SDGs). La maggioranza degli articoli di questa raccolta, scritti da studiosi di Scienze politiche, Storia, Sociologia, Studi sullo Sviluppo, Antropologia e Salute Pubblica, è una produzione del progetto Drugs and (Dis)order, un progetto collaborativo transnazionale di ricerca della durata di quattro anni, finanziato dal UK Government Global Challenges Research Fund (GCRF). che esamina la relazione fra droghe, sviluppo e conflitti in nove regioni di confine di Afghanistan, Colombia, and Myanmar. Tutti e tre questi Paesi hanno una lunga storia di violenti conflitti e si trovano al momento nel mezzo di vacillanti processi di pace. Essi rappresentano anche oltre il 90% della produzione mondiale illegale di oppio ed eroina e oltre la metà della produzione mondiale di cocaina.

personaGruppo Abele, La persona oltre la sostanza. Nuovo sguardo alle politiche sulle droghe. VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze Genova – 27/28 novembre 2021, Gruppo Abele, Torino, 2021, 19 pp.
Di droga in Italia si continua a soffrire, si continua a morire, eppure il tema è scomparso dall’attenzione pubblica, risospinto nel privato delle case, nelle periferie reali ed esistenziali e dietro le sbarre del carcere. Nei 12 anni trascorsi dall’ ultima Conferenza Nazionale sulle Dipendenze la società italiana è cambiata, sono cambiate le sostanze psicotrope in circolazione e le forme del consumo. Per questo motivo, in occasione della VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, il Gruppo Abele in questo documento ha voluto affrontare i principali nodi critici, riscontrati in questi anni nel quadro dell’ impegno profuso sulla strada e nel quotidiano confronto con gli operatori del pubblico e del privato sociale. Lo scopo è quello di riportare questo tema al centro del dibattito pubblico e politico e presentare proposte concrete di cambiamento sul piano normativo, operativo, educativo e culturale. Serve infatti con urgenza una riforma delle norme in vigore, che vada nel senso della depenalizzazione dell’uso di sostanze, ma anche un capovolgimento del paradigma culturale, per porre al centro dell’attenzione non le droghe, ma le persone e i loro diritti.

Aileen O’Gorman, Eberhard Schatz, Civil society involvement in harm reduction drug policy: reflections on the past, expectations for the future, in Harm Reduction Journal, vol. 18, art. 17 (2021) – on line, pp. 1-8
L’articolo esplora le esperienze vissute dalla cosiddette organizzazioni della società civile (come ONG e gruppi di consumatori) nel tentativo di incidere sullo sviluppo delle politiche sulla droga a livello nazionale e internazionale, sia dalla prospettiva delle stesse organizzazioni, sia da quella delle istituzioni con le quali esse interagiscono. Ne emerge che, dato il panorama variegato di tali organizzazioni, per quelle orientate verso la riduzione del danno può essere difficile influenzare la politica. Tuttavia, la crisi sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19 dimostra i vantaggi della collaborazione tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni nell’affrontare i bisogni delle persone che fanno uso di droghe.

Nabila El-Bassel … [et al], HEALing Communities Study. Special issue, in Drug and alchool dependence, vol. 217, (dic. 2020) – on line, pp. 1-88
La gravità dell’epidemia di overdose sottolinea l’urgente necessità di interventi innovativi e ad alto impatto che promuovano profondamente la rapida penetrazione e l’aumento delle pratiche basate sull’evidenza (EBP) nelle comunità in cui è diffusa l’overdose fatale da oppiacei. Questo numero speciale condivide i progressi scientifici nella ricerca sull’implementazione, la progettazione e la valutazione di un nuovo intervento basato sui dati e sul lavoro nelle comunità. Lo studio a lungo termine sulle comunità che curano (HCS) è uno studio di quattro anni progettato per esaminare l’efficacia dell’intervento nelle comunità (CTH). I nove articoli di questo numero speciale descrivono gli elementi critici che costituiscono la struttura e il disegno della ricerca nelle HCS. Sul prosieguo della ricerca si veda l’articolo 108669 con coll. 2283E e gli articoli correlati nel vol. 222 (mag. 2021).

Rosario Queirolo, Effects of recreational cannabis legalization might depend upon the policy model, in World Psychiatry, vol. 19, n. 28 (giu. 2020) – on line, pp. 195-196
Dal 2012, quando il Colorado e lo Stato di Washington hanno iniziato il percorso per legalizzare la cannabis per scopi ricreativi, la tendenza è in crescita. L’Uruguay è diventato nel 2013 il primo Paese a legalizzare l’intero processo: dalla produzione alla distribuzione, alla commercializzazione e al consumo. Il Canada ha seguito l’esempio nel 2018. A gennaio 2020, undici stati negli Stati Uniti, Uruguay e Canada hanno accesso legale alla cannabis ricreativa per adulti e altri paesi hanno avviato il processo di legalizzazione o la discussione al riguardo, come nel caso del Lussemburgo e della Nuova Zelanda. Ognuna di queste esperienze di legalizzazione della cannabis è diversa dalle altre. Per valutare l’impatto delle attuali esperienze di legalizzazione, è fondamentale misurare i loro effetti sia sulla salute pubblica sia sulla criminalizzazione degli utenti e sui contatti con attività illegali.

Rassegna di studi in tema di dipendenze e sostanze

ADD_118_6_OFC-IFC-IBC_NJD.inddTom P. Freeman, Valentina Lorenzetti, Using the standard THC unit to regulate THC content in legal cannabis markets, in Addiction, vol. 118, n. 6 (giu. 2023) – on line, pp. 1007-1009
L’unità standard di THC (5 mg di tetraidro-cannabinolo, una dose bassa simile a un’unità standard di alcol) potrebbe costituire un sistema semplice e efficace per regolare il contenuto di THC in tutti i prodotti a base di cannabis. Ha il potenziale per essere credibile come dose significativa tra i consumatori abituali, pur essendo abbastanza bassa da minimizzare il rischio di effetti avversi del consumo di una singola unità tra i consumatori inesperti. Gli autori sostengono che una misura standardizzata della dose (l’unità standard di tetraidro-cannabinolo [THC]) possa offrire ai politici uno strumento semplice per influenzare l’acquisto di tutti i prodotti a base di cannabis e ridurre i danni.

Marion Robert … [et al.], The opioid epidemic. A worldwide exploratory study using the WHO pharmacovigilance database, in Addiction, vol. 118, n. 4 (apr. 2023) – on line, pp. 771-775
L’attuale epidemia di oppioidi negli Stati Uniti è iniziata 20 anni fa ed è diventata la principale causa di morte accidentale nel Paese. Questa crisi ha spinto i ricercatori a esplorare le tendenze dell’abuso e della dipendenza da oppiacei in tutto il mondo. Si è cercato di identificare altri Paesi ad alto rischio di disturbi da uso di oppioidi, utilizzando il database di farmacovigilanza dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Sembrano esserci quattro gruppi distinti di paesi con profili di abuso e dipendenza da oppiacei simili agli stati Unitii. Il gruppo con il più alto rischio riportato per gli oppioidi (ossicodone, fentanil, morfina, tramadolo e codeina) comprende Australia, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.

Brienna N. Rutherford … [et al.], #TurntTrending. A systematic review of substance use portrayals on social media platforms, in Addiction, vol. 118, n. 2 (feb. 2023) – on line, pp. 206-217
C’è un corpus crescente di letteratura che esplora i tipi di contenuti relativi alle sostanze e le loro rappresentazioni su varie piattaforme di social media. In questa ricerca su database si è cercato di riassumere come i contenuti relativi alle sostanze siano rappresentati su varie piattaforme di social media. Vengono discussi i risultati. In conclusione si rileva che i contenuti relativi a sostanze che promuovono l’uso di sostanze o lo descrivono attivamente sembrano essere ampiamente disponibili sui social media. La presenza di questo contenuto può avere influenze preoccupanti su atteggiamenti, comportamenti e percezioni relative all’uso di sostanze da parte del grande pubblico e in particolare tra gli utenti più vulnerabili e presenti sui social media: adolescenti e giovani adulti. Per quanto riguarda la rappresentazione mediatica si veda anche l’articolo di Harry R. Sumnall … [et al.], Effects of media representations of drug related deaths on public stigma and support for harm reduction, in International Journal of Drug Policy, vol- 111, art. 103909 (gen. 2023 ) – on line, pp. 1-12

Ebtesam A. Saleh … [et al.], A systematic review of qualitative research on substance use among refugees, in Addiction, vol. 118, n. 2 (feb. 2023) – on line, pp. 218-253
Scopo del presente studio è valutare la ricerca qualitativa sull’uso di sostanze e sui disturbi da uso di sostanze (SUD) tra i rifugiati, in termini di atteggiamenti, credenze ed esperienze dei professionisti e dei consumatori di sostanze. I risultati indicano che esiste una notevole suscettibilità dei rifugiati all’uso di sostanze e ai SUD; le conseguenze dannose dell’uso di sostanze sono complicate dalle insicurezze sociali dei rifugiati; ci sono barriere piuttosto elevate alle cure e alle strutture sanitarie per i rifugiati in molti paesi ospitanti; e vi è una forte necessità di migliorare l’accesso effettivo alle cure, agli interventi e agli approcci di prevenzione.

Alberto Arnaudo, Affido del farmaco e overdose, Una ricerca americana valorizza le policy in uso nei servizi italiani e chiarisce il vero ruolo del metadone, in Dal fare al dire, a. 32, numero speciale (2023), pp. 22-24
L’autore riporta i risultati di una ricerca condotta negli USA in occasione della pandemia da Covid-19, quando si è consentita la pratica di affidare le dosi di metadone al paziente per 28 giorni, indagando sui decessi per overdose eventualmente legati alla domiciliazione delle terapie. I risultati sono stati positivi e anche in Italia si ritiene sia stato positivo l’affido della terapia metadonica, che aumenta la capacità e le competenze di autoregolazione da parte degli utenti.

X03768716Soroush Moallef … [et al.], Day-to-day impact of COVID-19 and other factors associated with risk of nonfatal overdose among people who use unregulated drugs in five cities in the United States and Canada, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 241,  (dic. 2022) – on line, pp. 1-8
La pandemia di COVID-19 ha aggravato la lunga crisi di farmacodipendenza in Canada e negli Stati Uniti (USA). Lo scopo dello studio proposto è quello di comprendere in che misura e come hanno influito la COVID-19 e le successive misure di controllo delle infezioni. I ricercatori hanno stimato la prevalenza e i fattori associati all’overdose non fatale tra i partecipanti a nove coorti prospettiche di persone che fanno uso di droghe non regolamentate (PWUD) in Canada e negli Stati Uniti. I dati sono stati ricavati da nove coorti di PWUD in centri urbani del Canada (Vancouver, BC) e degli Stati Uniti (Baltimora, MD; Miami, FL; Chicago, IL; Los Angeles, CA) tra maggio 2020 e aprile 2021. È stata utilizzata la regressione logistica multivariabile per identificare i fattori associati all’overdose non fatale tra i partecipanti che hanno fatto uso di droghe non regolamentate nell’ultimo mese. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati della ricerca.

Alessandra Magnani, Gabriella Gallo, Elisa Gambetti, Caratteristiche e percorsi in persone in carico al SerDP: l’uso dell’MMPI-2, in Mission, a.16, n. 58 (nov. 2022) – on line, pp. 44-50
Viene proposta una ricerca condotta su 329 soggetti suddivisi in tre gruppi: 109 pazienti in carico al Servizio Dipendenze Patologiche (SerDP) Pianura dell’AUSL di Bologna (gruppo di tossicodipendenti), 110 pazienti seguiti con un trattamento psicologico presso l’AUSL di Bologna nell’ambito della Tutela dei Minori o in psicoterapia presso strutture private (gruppo di pazienti in trattamento) e 110 studenti di psicologia o lavoratori (gruppo non clinico). Tre sono le domande di ricerca a cui lo studio cerca di dare una risposta. La prima prova ad individuare attraverso l’uso del MMPI-2 un profilo di personalità tipico del tossicodipendente che si rivolge al SerDP. La seconda indaga la possibilità di distinguere tra i pazienti del SerDP un profilo di personalità tipico del consumatore di alcol, di cannabinoidi, oppioidi o cocaina, attraverso i risultati che emergono dal MMPI-2. La terza domanda di ricerca mira, a partire dai risultati emersi, a suggerire quali buone prassi possono facilitare la collaborazione tra i diversi servizi nella definizione del trattamento e nel suo percorso in casi con comorbilità tra Disturbo da Uso di Sostanze (DUS) e disturbo mentale. Nell’articolo sono riportati e commentati i risultati dello studio.

Ignacio Borquez-Infante … [et al.], Childhood adversity increases risk of psychotic experiences in patients with substance use disorder, in Psychiatry Research, vol. 316, art. 114733 (ott. 2022) – on line, pp. 1-9
Le esperienze infantili negative (Adverse Childhood Experiences = ACEs) aumentano il rischio di esperienze psicotiche (Psychotic Experiences = PE), ma si sa poco sulle eterogeneità di questa associazione nei diversi stadi di sviluppo, nelle dimensioni e sull’eventuale influenza del disturbo da consumo di sostanze (Substance Use Disorder = SUD). Questo studio esamina l’associazione fra diversi tipi di ACE in vari stadi dello sviluppo e le esperienze psicotiche nel corso della vita di pazienti con SUD in Cile. Nell’articolo sono riportati e commentati risultati dell’indagine.

Christina McAnulty … [et al.], Buprenorphine/naloxone and methadone effectiveness for reducing craving in individuals with prescription opioid use disorder: Exploratory results from an open-label, pragmatic randomized controlled trial, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 239, (ott. 2022) – on line, pp. 1-8
La riduzione di craving è un obiettivo importante nel trattamento del disturbo da consumo di oppiacei da prescrizione (POUD). In questa analisi esplorativa, i ricercatori hanno confrontato l’efficacia del modello flessibile di cura con BUP/NX rispetto al metadone per la riduzione del craving in persone con POUD. I trattamenti sono stati prescritti e somministrati secondo le linee guida locali, in diversi contesti clinici. Nell’articolo sono riportati e commentati risultati della ricerca.

downloadJoanne Neale … [et al.], Substance use and homelessness: A longitudinal interview study conducted during COVID-19 with implications for policy and practice, in The International Journal of Drug Policy, art. 103818 (ott. 2022) – on line, vol. 108, pp. 1-10
Le persone senza fissa dimora che fanno uso di sostanze hanno spesso difficoltà ad accedere ai servizi di sostegno. L’articolo intende influire sulle politiche e le prassi analizzando i cambiamenti nel consumo di tabacco, alcool e droghe delle persone che hanno sperimentato la condizione di senzatetto. È stata condotta un’analisi longitudinale attraverso interviste semistrutturate a 35 persone temporaneamente alloggiate in dimore di emergenza durante la pandemia di COVID-19, nel Regno Unito, tra giugno e settembre 2020. Le interviste si sono svolte in tre stadi: durante la residenza temporanea, subito dopo averla lasciata e nove mesi dopo. Gli argomenti hanno riguardato l’uso delle sostanze e le esperienze di trattamento. Ne emerge che queste persone possono trarre giovamento da diversi modelli di intervento, in particolare dalla combinazione di un rifugio con dotazioni di base, trattamento farmacologico, supporto psicosociale e spazi interdetti alle sostanze.

Giulio Perugi … [et al.], ADHD dell’adulto e disturbo da uso di sostanze, in MDD : Medicina delle Dipendenze, a. 12, n. 47 (set. 2022), pp. 4-76
Questo volume monografico della rivista discute del tema della relazione tra disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività nell’adulto (A-ADHD) e disturbo da uso di sostanze (SUD). Partendo da una trattazione specificamente sull’A-ADHD, fenomeno meno studiato di quella infantile, si segue con vari articoli che studiano la comorbidità con SUD, le differenze dipendenti dalle sostanze usate, se il trattamento per ADHD possa beneficiare sul trattamento del SUD, le strategie farmacoterapeutiche per trattare questa specifica comorbidità e la teoria dell’automedicazione di Khantzian. Si veda anche l’articolo di Martina Novi … [et al.], Effects of substance misuse and current family history of substance use disorder on brain structure in adolescents and young adults with attention-deficit/hyperactivity disorder, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 228,  (nov. 2021) – on line

Alexander Denissoff … [et al.], Is early exposure to cannabis associated with bipolar disorder? Results from a Finnish birth cohort study, in Addiction, vol. 117, n. 8 (ago. 2022) – on line, pp. 2264-2272
Questo studio longitudinale osservazionale ha voluto misurare l’associazione fra esposizione precoce alla cannabis e successivo disturbo bipolare. In particolare viene preso in considerazione un campione della coorte nata nel 1986 nella Finlandia del Nord (n=6325) per esaminare l’associazione dell’esposizione di cannabis nel corso della vita all’età di 15/16 anni e il successivo disturbo bipolare fino all’età di 33 anni (fino alla fine del 2018); 6325 soggetti (48,8% maschi) sono stati inclusi nell’analisi. Da questa ricerca si evince che il consumo adolescente di cannabis è associato al disturbo bipolare.

Anne Berit Bech… [et al.], Organ pathologies detected post-mortem in patients receiving opioid agonist treatment for opioid use disorder. A Nation-wide 2-year cross-sectional study, in Addiction, vol. 117, n. 4 (apr. 2022) – on line, pp. 977-985
L’obiettivo di questa ricerca nazionale norvegese era documentare le patologie degli organi rilevate post-mortem nei pazienti che avevano ricevuto il trattamento con gli agonisti degli oppiacei per il disturbo da consumo di oppiacei e stimare la misura in cui le caratteristiche individuali sono associate a patologie polmonari, cardiovascolari, epatiche o renali. I risultati indicano che tra i norvegesi che sono deceduti durante il trattamento con gli agonisti degli oppiacei e sono stati sottoposti ad autopsia nel 2014 e 2015, due terzi avevano più di due malattie, nonostante la loro età media di 48 anni al momento del decesso. L’età più avanzata era associata in modo indipendente ad almeno una patologia cardiovascolare o renale.

8159A cura di Claudio Cippitelli, Susanna Ronconi, A casa di mia sorella, niente. La vita e i consumi delle persone che usano droghe durante il lockdown. Una ricerca qualitativa, ETS, Lungarno Mediceo, 2022, 267 pp.
Come hanno affrontato la pandemia da covid-19 e il primo lockdown del marzo 2020 le persone che usano droghe? Come hanno gestito i propri consumi di sostanze e che strategie hanno adottato per far fronte a un cambiamento così disorientante? Queste le domande che hanno guidato la ricerca presentata nel libro, condotta secondo l’approccio centrato sul consumo controllato di droghe. Le risposte fornite da un gruppo di consumatori gettano luce sulle capacità, le competenze, le strategie di chi usa nel saper riorientare e adattare il proprio consumo in modo funzionale, anche in una situazione così estrema.
Collocazione Biblioteca: 20113

 Ioan T. Mahu … [et al.], Different drugs come with different motives: Examining motives for substance use among people who engage in polysubstance use undergoing methadone maintenance therapy (MMT), in Drug and Alcohol Dependence, vol. 229, Part. B (dic. 2021) – on line, pp. 1-9
Le ragioni che spingono all’uso di una sostanza sono ritenute la variabile più importante per spiegare la scelta. Queste motivazioni sono state descritte utilizzando vari modelli, il più noto dei quali è il modello delle motivazioni al bere a quattro fattori, che individua le motivazioni in miglioramento, sociali, di coping e di conformità (Cooper, 1994). Sebbene siano stati ampiamente studiati in campioni di comunità adulte, i motivi del consumo sono stati meno comunemente indagati tra le popolazioni che si trovano in una fase più avanzata della dipendenza, dove l’uso di polisostanze è più comune. I ricercatori hanno analizzato la stabilità di sette distinti motivi legati all’uso di sostanze (potenziamento, socialità, espansione, gestione dell’ansia, gestione della depressione, gestione dell’astinenza e conformità) in sei diverse categorie di droghe (tabacco, alcol, cannabis, oppioidi, stimolanti e tranquillanti) per determinare la misura in cui la classe di droga può spingere all’uso di sostanze. Nell’articolo sono riportati commentati i risultati dell’indagine.

Bruno Guarita … [et al.], Monitoring drug trends in the digital environment – New methods, challenges and the opportunities provided by automated approaches, vol. 94, in The International Journal of Drug Policy, art. 103210 (ago. 2021) – on line, pp. 1-6
Gli sviluppi dell’informatica hanno influenzato e facilitato la crescita della globalizzazione nel commercio e nella comunicazione anche per quanto riguarda il mercato della droghe. In risposta a questo si stanno sviluppando nuovi metodi di esplorarazione e monitoraggio dell’ambiente digitale. Nel commento proposto gli autori presentano tre studi di casi con approcci innovativi per l’estrapolazione di dati automatizzati da software dell’ambiente digitale: un e-shop finder per rilevare gli e-shop che offrono nuove sostanze psicoattive; la scrematura dei dati dai forum di discussione online; l’analisi automatizzata delle opinioni nelle discussioni dei forum online. Il lavoro ha lo scopo di elaborazione dei dati per sviluppare una comprensione più tempestiva e dettagliata dei vari aspetti dei fenomeni del consumo di droga nell’ambiente digitale. In particolare, la combinazione di numero di e-shop, post di discussione e opinioni riguardanti sostanze particolari potrebbe essere utilizzata per valutazioni ad hoc del rischio, per il monitoraggio longitudinale della droga e per rilevare la “popolarità online”.

Cerina Lee, … [et al.], Gaps in evidence for the use of medically authorized cannabis. Ontario and Alberta, Canada, in Harm Reduction Journal, art. 61 (2021) – on line, pp. 1-9
Con l’accesso legale alla cannabis medica in Canada dal 2001, è necessario caratterizzare completamente il suo uso sia a livello individuale che di popolazione. In questo studio si è attinto ai dati del più grande studio di coorte del Canada sulla cannabis medica per identificare i motivi principali per l’autorizzazione della cannabis medica in Canada dal 2014 al 2019 in due province principali: Alberta (AB) e Ontario (ON). Gli studi epidemiologici in corso sulla cannabis medica su questi trattamenti sono giustificati per delineare completamente benefici o rischi del trattamento. Tra i tanti altri studi sulla cannabis medica si segnalano l’articolo di John Laurence Arnfinsen & Adnan Kisa, Assessment of Norwegian physicians’ knowledge, experience and attitudes towards medical cannabis, in Drugs : Education, Prevention and Policy, n. 2 (2021) – on line, vol. 28, pp. 165-171 e quello di Kevin F. Boehnke, … [et al.], Medication and substance use increases among people using cannabis medically during the COVID-19 pandemic, in International Journal of Drug Policy, art. 103053 (giu 2021) – on line, vol. 92, pp. 1-13

Jenna van Draanen … [et al.], Socioeconomic marginalization and opioid-related overdose. A systematic review, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 214, (set 2020) – on line, pp. 1-18
L’ emarginazione socioeconomica (SEM) è un fattore determinante ma sotto-esplorato dell’overdose da oppiacei, con importanti implicazioni per l’equità sanitaria e le iniziative di politiche pubbliche associate. Questa rassegna sistematica sintetizza l’evidenza riguardante il ruolo dell’emarginazione socioeconomica nell’overdose letale e non letale delle persone che fanno uso di oppiacei. Attraverso la ricerca su database elettronici, citazioni, e contattando esperti, sono stati individuati studi pubblicati fra l’1 gennaio 2000 e il 31 marzo 2018 e i dati sono stati sintetizzati usando la tecnica di raggruppamento. La maggioranza degli studi hanno riscontrato associazioni nella direzione ipotizzata, secondo cui una maggiore emarginazione socioeconomica era associata a una percentuale maggiore o un aumento di probabilità del risultato di overdose misurato.

Jacqueline M. Vink … [et al.], Illicit drug use and the genetic overlap with Cannabis use, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 213, (ago. 2020) – on line, pp. 1-6
L’intento di questa ricerca era verificare se l’ uso di sostanze illecite è correlato ovvero se le persone che fanno uso di una sostanza illecita hanno maggiori probabilità di usarne anche un’altra. Questa associazione potrebbe (parzialmente) essere spiegata sovrapponendo i fattori genetici. In questa ricerca sono stati generati punteggi poligenici (PGS) per il consumo di cannabis lungo tutta la vita in un campione di partecipanti olandesi (N=8348) ed è stata verificata l’associazione dei PGS per l’uso di cannabis con l’ecstasy, gli stimolanti e una vasta categoria di consumi di droghe illecite. Queste analisi sono state ripetute separatamente nei consumatori e nei non-consumatori di cannabis e sono state confrontate coppie di gemelli monozigotici discordanti rispetto al consumo di cannabis. Sembra che la responsabilità genetica sottostante al consumo di cannabis spieghi in modo significativo la variabilità nel consumo di ecstasy, stimolanti e qualsiasi consumo di droghe illecite. Ulteriori ricerche dovrebbero esplorare ancora il meccanismo soggiacente per capire la natura dell’associazione.

William James Denomme, Matthew S. Shane, History of withdrawal modulates drug- and food-cue reactivity in cocaine dependent participants, in Drug and Alcohol Dependence, vol. 208, (mar. 2020) – on line, pp. 1-9
Mentre la centralità dell’astinenza nella diagnosi di dipendenza è diminuita a ogni successiva edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), l’evidenza psicometrica e neurobiologica dà all’astinenza un ruolo centrale nello sviluppo e mantenimento della dipendenza. L’attuale studio offre un approfondimento di queste posizioni conflittuali per valutare come una storia di astinenza influenzi l’ampiezza della distorsione nella reattività neurale ai segnali di ricompensa legati a droga/cibo. A questo fine, i partecipanti dipendenti dalla cocaina sono stati separati in gruppi diversi: quelli con una storia di astinenza (WD) e quelli senza (N-WD) ed è stata confrontata la reattività ai segnali di cibo e droga fra questi gruppi, e rispetto a un gruppo di controllo di non tossicodipendenti (ND). Le analisi hanno indicato che le distorsioni nella reatttività neurale verso i segnali della droga rispetto a quelli del cibo si verificavano soltanto nei partecipanti WD. L’articolo discute questi risultati.

Sitografia

Siti istituzionali

Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità – RISSC
International Narcotic Control Board
Office of Drug and Crime – United Nation – UNODOC
EMCDDA Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT)
Dipartimento Politiche Antidroga
Istituto Superiore della Sanità
– Centro Nazionale Dipendenze e Doping
– Dipendenze
– Epicentro – Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica
 I SerD in Italia

– SNAP – Sistema Nazionale di Allerta Precoce contro la droga
Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze – Regione Piemonte
CAD – Centro Regionale Antidoping

Master

Alcol, tabacco e nuove dipendenze: un approccio clinico e multidisciplinare per la diagnosi, cura e prevenzione
Clinica delle dipendenze comportamentali e da sostanze
Dipendenze patologiche: strategie di intervento e prevenzione
EMDAS – European Masters in Drug and Alcohol
Le tossicodipendenze in una prospettiva multidisciplinare
Managment per la direzione nel settore delle dipendenze

Associazioni e servizi

ACuDiPa – Associazione Cura Dipendenze Patologiche
Associazione Scientifica Gruppo Tossicologi Forensi Italiani
Baonps – Be aware on night pleasure safety
CNCA – Coordinamento Nazionale comunità di accoglienza
Coop cat
Correlation – European Harm Reduction Network
DrugWatch
Eclectica

FederSerD – Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze
Fuoriluogo: Droghe e diritti
Gruppo Abele
IDPC – International Drug Policy Consortium

Indifference busters
Infoshock – Gabrio
ItaNPUD – Italian Network of People who Use Drugs
LILA – Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS
NewNet – Enjoyng Safer Night Life-FB
Progetto PIT STOP “Viaggio al termine della notte”
Rete Italiana Riduzione del Danno ITARDD
TripSit  – Harm Reduction Through Education

 Informazioni,ricerche sulle sostanze,  banche dati  e biblioteche on line

AAFS- Americn Accademic of Forencis Sciences
Cayman chemical
CeSDoP – Centro Studi e Documentazione Provinciale Dipendenze, emarginazione, intercultura
ESPAD – European School Survey Project on Alcohol and other Drugs – Italy

Forum droghe . Video “Le sostanze legali e ilegali durante il lockdown
Geoverdose
Global Drug Survey
InfoDrug – Centro Nazionale di Coordinamento delle dipendenze (Svizzera) –
Kosmikare
NCB National Center of Biotecnology Information
Psy.Co.Re
Sostanze.info

Thedrugclassroom
Salis – Substance Abuse Librarians & Information Specialists
SSA – Society for the Study of Addiction

SWGDRUG – Scientific working Group for the Analysis of Seized Drugs
Wiley on line librery

Riviste

Addiction Journal
Addiction Research & Theory
Addictive Behaviors
Animazione Sociale
Dal fare al dire
Drug and alcohol Dependance
Drugs and Alcohol Findings
Drug and Alcohol Rewiew

Drugnet Europe (EMCDDA)
Drugs: Education, Prevention and Policy
Finding. Drug and alcohol
Harm Reduction Journal
International Journal of drug Policy
Journal of Drug Issues
Journal of Studies on Alcohol and Drugs
Journal of Substance Abuse Treatment
La via libera
Medicina delle Dipendenze MDD
Mission

NIDA Notes
Sestante
Substance Abuse
Substance Use & Misuse
The American Journal of Addiction 

Altro

Drug combination
The drug wheel

Carcere

Aggiornata a luglio 2023 – a cura di Marina Villone e Paola Moriondo

I materiali (libri, articoli di riviste e risorse on-line), elencati in ordine decrescente per anno di pubblicazione, sono disponibili presso la Biblioteca del Gruppo Abele, negli orari e nelle modalità previste dal regolamento della Biblioteca. L’elenco proposto non esaurisce quanto posseduto in biblioteca sul tema in oggetto. Ulteriori ricerche sono possibili sul nostro  catalogo.

Vengono proposti i seguenti percorsi:

N.B. Ricordiamo inoltre che in diversi istituti di pena si pubblicano riviste: hanno spesso una diffusione limitata, ma sono un’occasione per comunicare con il mondo esterno, per esprimere istanze, emozioni e raccontare storie. Elenchiamo qui alcune testate, chi volesse consultarle può rivolgersi  direttamente alle redazioni.

Condizioni di vita e di salute dei reclusi

Antigone2023_TorturaBA cura di Michele Miravalle, Antonio Scandurra, È vietata la tortura. XIX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, Antigone, Roma, 2023, 502 pp.
Il rapporto di Antigone, che ogni anno fa il punto sullo stato delle carceri italiane, lancia un allarme sul sovraffollamento, un problema ormai endemico del sistema penitenziario, certificato anche dai tribunali di sorveglianza che, solo nel 2022, hanno accolto 4.514 ricorsi di altrettante persone detenute. I diversi capitoli del Rapporto affrontano i seguenti argomenti: stranieri, donne e bambini, minori, 41 bis e Alta sicurezza, suicidi e autolesionismo, isolamento ed eventi critici, lavoro e formazione, istruzione, criminalità. Il focus centrale è invece dedicato alla tortura, esaminando la recente introduzione del reato e i processi in corso. Successivi approfondimenti sono invece centrati su: affettività in carcere, salute mentale, le politiche sulle droghe, i diritti LGBTQI+ in carcere.

Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Rapporto tematico sul regime detentivo speciale ex articolo 41-bis dell’Ordinamento penitenziario, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2023, 46 pp.
Dopo avere visitato tutte le Sezioni a regime detentivo speciale ex articolo 41-bis, il Garante nazionale pubblica il seguente Rapporto che aggiorna quelli precedenti, dando conto della situazione attuale, delle ragioni a fondamento del regime speciale e del dibattito in corso. Alcuni paragrafi sono dedicati alla reiterazione del regime speciale e alle pene temporanee, alle aree riservate e alle condizioni detentive, per concludere con alcune raccomandazioni sulle modalità applicative della misura in oggetto.

Emanuele Cappelli … [et al.], Per un’analisi dei suicidi negli Istituti penitenziari, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2023, 29 pp.
L’analisi dei dati relativi ai suicidi in carcere nel 2022 porta a considerare come nella carcerazione la sottrazione del tempo soltanto in funzione del vuoto non è accettabile per tutta la comunità, in quanto prodromica al proprio annullamento. La tendenziale finalità rieducativa deve essere effettivamente perseguita. Il documento propone anche alcuni suggerimenti operativi in questa direzione.

Immagine donneA cura di Susanna Marietti, Dalla parte di Antigone. Primo rapporto sulle donne detenute in Italia, Antigone, Roma, 2023, 332 pp.
Nei mesi scorsi le autrici hanno visitato con l’Osservatorio i quattro istituti penitenziari femminili che si trovano in Italia, le 44 sezioni femminili collocate in carceri a prevalenza maschile, le tre carceri minorili dove si trovano ragazze, le sei sezioni che ospitano detenute trans pur all’interno di carceri considerate maschili, i cinque Istituti a custodia attenuata per madri. Il Rapporto fornisce un resoconto di queste ispezioni, approfondendo alcune tematiche, quali le donne straniere, i bambini in carcere, donne lgbt+ e differenze di genere, istruzione, formazione e lavoro, suicidi e autolesionismo.

Mauro Palma, Daniela de Robert, Emilia Rossi, Relazione al Parlamento 2022, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Roma, 2023, 422 pp.
Come ogni Relazione precedente, i numeri e le vicende seguono due criteri di organizzazione. Il primo riguarda la consistenza degli eventi, l’immagine attuale della libertà negata – in carcere, in un centro per migranti, in un luogo di cura o in un luogo di assistenza – e le criticità che essa evidenzia sia per chi subisce tale condizione, sia per chi è chiamato a gestirla e organizzarla quotidianamente. Il secondo criterio è lo sguardo prospettico che il Garante deve proporre a chi ha il compito di normare questi particolari settori affinché il proprio contributo sia di supporto per una sempre più coerente coesistenza di valori apparentemente confliggenti: la sicurezza individuale, la capacità collettiva di affrontare le difficoltà, il recupero verso forme riconcilianti anche di chi ha commesso errori, la vicinanza non solo simbolica a chi tali errori ha subito. Questo è il senso del rendere giustizia che mai va confuso con il fare giustizia.

Status report on prison health in the WHO European Region 2022, WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, 2023, 504 pp.
Questo rapporto propone una panoramica delle prestazioni dei sistemi di salute carceraria negli Stati europei. Contiene dati del 2020 ottenuti tramite un sondaggio effettuato in 36 paesi, in cui un totale di 613.497 persone sono private della libertà. Servizi preventivi, come i vaccini, sono stati offerti dappertutto per il Covid-19, mentre persistono ancora deficienze nell’accesso alla vaccinazione per altre malattie come l’epatite B. Soltanto una metà circa degli Stati membri assicurano l’accesso ai comuni servizi sanitari. La condizione più frequente è quella dei disordini di salute mentale, ma l’accesso alle cure e al trattamento psichiatrico è subottimale. Urgente attenzione richiedono anche i problemi di tossicodipendenza, di diffusione dell’epatite C e dell’Hiv, mentre la principale causa di morte in prigione continua ad essere il suicidio. Il sovraffollamento è riscontrato nel 20% degli Stati membri.

01_Mission58_Editoriale_Pagina_11Francesco Maisto, Il diritto alla salute delle persone ristrette tra norme prassi e interventi a tutela, in Mission, a. 16, n. 58 (nov. 2022) – on line, pp. 51-54
L’articolo propone una riflessione sulle conseguenze delle misure di contrasto alla pandemia adottate in tutto il sistema penitenziario e sulle difficoltà emerse per la somministrazione dei programmi terapeutici personalizzati per i detenuti tossicodipendenti. L’articolo riporta l’analisi della Relazione annuale del Garante nazionale delle persone private della libertà personale relativa all’anno 2021.

Domenico Chirico … [et al.], Vivere e morire in carcere, in gli asini, a. 13, n. 102/103 (ago. – set. 2022), pp. 37-50
Il dossier si compone dei seguenti articoli: “Parlare di nuovo di carcere, di persone e raccontarle” di D. Chirico; “I morti della rivolta di Modena” di G. Bondi; “Il mondo di dentro e il mondo di fuori” di P. Cigarini et al..; “Leggere L’Orestea a Rebibbia” di C. Gatti.

Daniela Ronco. Alvise Sbraccia, Valeria Verdolini, Violenze e rivolte nei penitenziari della pandemia, in Studi sulla questione criminale, a. 17, n. 1 (2022), pp. 99-123
Cominciando da un’analisi dell’impatto della pandemia da Covid-19 sul sistema penitenziario italiano, l’articolo parla della stretta relazione tra diritto alla salute e gestione delle carceri. Gli autori dell’articolo analizzano la reazione delle istituzioni sia alla pandemia, con ulteriori chiusure e riduzione dei diritti dei carcerati, sia alle rivolte dei detenuti, delegittimate come irrazionali e represse con la forza, e riflettono sugli effetti a lungo termine di queste ulteriori compressioni dei diritti dei detenuti.

Maddalena Rodelli, Luca Sterchele, Salute attraverso le sbarre. Percorsi di cura tra carcere e territorio, in Salute e società, a. 21, n. 1 (2022), pp. 143-158
L’articolo presenta uno studio sulle conseguenze della riforma della sanità penitenziaria relative alla continuità assistenziale della popolazione detenuta. Dati qualitativi sono stati raccolti attraverso interviste semistrutturate a 25 operatori sanitari, con diverse qualifiche professionali, impiegati in otto carceri del nord Italia. Ne emergono principalmente tre temi: le difficoltà nella gestione degli specifici bisogni dei pazienti detenuti, il ruolo del Servizio sanitario nazionale per i detenuti più fragili, la relazione tra il carcere e i servizi sanitari locali dopo il rilascio del detenuto. Gli autori discutono i dati raccolti.

492931_0Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE), Protecting Human Rights in Prisons while Preventing Radicalization Leading to Terrorism or Violence, Osce, Vienna, 2021, 104 pp.
La prevenzione e il contrasto all’estremismo violento e alla radicalizzazione che portano al terrorismo (VERLT) è un’area di crescente attenzione a livello internazionale, regionale e nazionale. In questo articolo si pone l’attenzione al contesto carcerario, dove le misure preventive e di contrasto alla violenza e terrorismo hanno un profondo impatto sui diritti umani dei detenuti. Il controllo da parte di osservatori indipendenti è, quindi, fondamentale per garantire che tutte queste misure siano basate sullo stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Questa guida ha lo scopo di fornire ai supervisori della detenzione strumenti, conoscenze sull’argomento e metodologie.

Federica Brioschi, Claudio Paterniti Martello, L’isolamento penitenziario: norme, effetti sui detenuti, monitoraggio, Antigone, Roma, 2021, 50 pp.
L’isolamento penitenziario può essere genericamente definito come la separazione di una persona detenuta dal resto della popolazione detenuta, quando si passano da soli e in cella più di 22 ore al giorno. L’obiettivo di questo manuale è rafforzare la capacità di monitoraggio e d’azione dei Meccanismi nazionali di prevenzione della tortura (NPM) dell’Unione Europea (UE), ruolo che in Italia è svolto dal Garante nazionale delle persone private della libertà. Il Manuale si divide in quattro capitoli: nel primo si elencano e analizzano brevemente i vari tipi di isolamento a cui ricorrono i sistemi penitenziari dell’UE. Di essi si mettono in luce le principali criticità, quali l’uso eccessivo, l’eccessiva durata dei provvedimenti e la mancanza di contatti umani significativi che mitighino gli effetti negativi connaturati all’isolamento. Il secondo capitolo consiste in una raccolta di norme e standard internazionali. Il terzo capitolo contiene una guida pratica per il monitoraggio dell’isolamento penitenziario, che si rivolge agli NPM e che presta particolare attenzione al momento della visita in carcere, ma si sofferma anche su ciò che la precede e la segue. Al suo interno, come anche negli altri capitoli, vi è una suddivisione in paragrafi corrispondenti ai temi più rilevanti (studio dei registri, ruolo dei medici, colloqui, condizioni materiali, ecc.). Nell’ultimo capitolo il manuale pone il problema delle raccomandazioni effettuate dagli NPM, del follow-up e di altre possibili azioni che essi possono intraprendere al fine di contrastare l’uso e l’abuso dell’isolamento.

Valentina Grigolin … [et al.], Prison health is a public health: Management of Sars-CoV-2 outbreak in an Italian prison, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 32-35
L’emergenza Covid-19 nelle prigioni è un problema di salute pubblica dovuto al sovraffollamento, alle cattive condizioni strutturali e alla promiscuità della vita. Questo articolo esamina, utilizzando un audit clinico, un focolaio di Covid-19 verificatosi in un carcere italiano durante la primavera 2021. Lo studio ha dimostrato che le migliori misure per mitigare le conseguenze negative del focolaio sia nei detenuti che nel personale sono le azioni preventive: l’igiene e la disinfezione degli spazi comuni di detenzione, la riduzione del sovraffollamento e la sospensione delle attività lavorative durante il periodo di quarantena. Solo un miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle prigioni può ridurre il rischio di infezione tra i detenuti.

scarpFrancesco Chiavarini … [et al.], Chiusi dentro, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 247 (feb. 2021), pp. 24-33
La pandemia ha peggiorato le condizioni in cui una buona parte dei detenuti in Italia sconta la propria pena. Per limitare i contagi, gli istituti di detenzione si sono isolati, chiudendo le porte a parenti, operatori e volontari e revocando le uscite lavorative, con la conseguenza che quasi tutti i detenuti hanno perso il loro lavoro, la maggior parte non può seguire le lezioni scolastiche e molti non hanno vestiti adeguati alla stagione e il necessario per la loro pulizia personale.

Pandemia e sistema penitenziario. Tra salute e sicurezza. (Antigone, Have prisons learnt from Covid-19? How the world has reacted to the pandemic behind bars, Antigone, Roma, 2021), in RPS : La rivista delle politiche sociali, n. 1 (gen. – mar. 2021) – on line, pp. 133-162§
Due gli interventi qui pubblicati nell’ambito del dibattito aperto dalla pubblicazione dell’Associazione Antigone: Pietro Buffa “Covid-19 e carcere. Senso, opportunità e opportunismi di una pandemia all’interno e intorno al sistema penitenziario”; Michele Miravalle “Tra salute e sicurezza. Cosa resta del carcere dopo la pandemia? Analisi comparata delle politiche penitenziarie nel Global North”.

Eliminating Incentives for Torture in the OSCE Region, Eliminating Incentives for Torture in the OSCE Region. Baseline Study and Practical Guidance, OSCE ; Fair Trials, Varsavia, Londra, 2020, 87 pp.
Il Dossier esamina i diversi fattori che incentivano la tortura e altri maltrattamenti o contribuiscono a determinarli. Ogni sezione del documento contiene suggerimenti dettagliati per la politica riguardanti come efficacemente affrontare ed eliminare questi fattori nei paesi aderenti all’OSCE.

71E599HnC-L._AC_UF1000,1000_QL80_A cura di Giada Maslovaric, EMDR di gruppo, Insieme verso il BenEssere. Protocolli di intervento, Roma, ApertaMenteWeb, 2020, 414 pp.
La curatrice, psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice degli interventi clinici per l’Associazione EMDR Italia (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) durante disastri naturali ed emergenze, presenta l’applicazione di gruppo di questa terapia, utile per il trattamento di disturbi causati da eventi stressanti o traumatici. Nella prima parte del volume vengono descritte le fondamenta del protocollo di gruppo, con riflessioni e schede di lavoro per orientare il clinico, a cui si rivolge. La seconda parte è dedicata alle declinazioni dell’EMDR di gruppo nelle diverse fasce d’età, mentre la terza approfondisce l’utilizzo della terapia nel gruppo famiglia su traumi specifici. La quarta parte è dedicata ai contesti emergenziali. Infine, la quinta parte esplora alcune potenzialità di applicazione della terapia con gruppi omogenei di pazienti, ad esempio oncologici, carcerati, colleghi di una persona suicida, o persone con dipendenze patologiche.
Collocazione Biblioteca: 18707

Fiorella Farinelli, Carcere: provvedere è tutela della salute di tutti, in Rocca, n. 7/8 (apr. 2020), pp. 31-33
L’autrice denuncia la pericolosità delle attuali condizioni carcerarie in tempo di epidemia da Covid-19. Il sovraffollamento infatti potrebbe favorire oltremodo il contagio e pregiudicare perciò, oltre alla salute dei detenuti, anche quelle del personale che vi lavora e quindi della popolazione generale. L’autrice ipotizza alcune misure da adottare o incrementare con coraggio per arginare l’emergenza.

Roberta Paleani, Caterina Benelli, Tra dentro e fuori il carcere. Costruire una mappa interna per ri-orientarsi in situazioni ristrette, in Animazione Sociale, n. 5/337 (2020), pp. 44-56
L’articolo ha l’obiettivo di focalizzare gli apprendimenti acquisiti in una breve ma significativa esperienza realizzata presso il carcere maschile di Pistoia, allo scopo di implementare la salute psicologica dei detenuti. Attraverso il lavoro di gruppo e la scelta di un approccio autobiografico, si è cercato di aiutare i detenuti a ritagliarsi uno spazio mentale ed emotivo dove delineare nuove “mappe interne”, capaci di sostenerli nella fase di uscita con un nuovo progetto di vita.

Pietro Buffa, La galera ha i confini dei vostri cervelli, Itaca, Castel Bolognese (RA), 2019, 138 pp.
Nel celebre dipinto “La ronda dei carcerati”, Van Gogh ha rappresentato i detenuti che girano in tondo in un cortile stretto e angusto sotto l’osservanza austera di tre funzionari carcerari. Il loro girare a vuoto a testa china è senza senso e senza tempo. Quand’era direttore di carcere, l’autore (attualmente direttore generale del personale e delle risorse presso il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria in Roma) teneva appesa alla sua parete una riproduzione di questo quadro come monito di ciò che il carcere non dovrebbe mai essere e come invito a ricercare le piccole e grandi cose quotidiane che possono rendere più umana la vita dei detenuti. L’autore raccoglie in questo libro una serie di episodi e di storie sul variegato universo di umanità e personaggi che negli anni hanno popolato il carcere.
Collocazione  Biblioteca: 18628

Carcere e politiche

9788832964967_0_536_0_75Luigi Manconi … [et al.], Abolire il carcere, Chiarelettere, Milano, 2022, 171 pp.
Il testo è un’edizione aggiornata dell’omonimo libro del 2015 (catalogato al 17318). La maggior parte dei contenuti sono rivisti e ampliati, anche in luce degli ulteriori disagi creatisi nelle carceri durante la pandemia da Covid-19, ulteriore dimostrazione della tesi principale del libro: il carcere è una sanzione antiquata e largamente inutile, che va superata e sostituita. Il carcere è per tutti, in teoria. Ma non serve a nessuno, in pratica i numeri parlano chiaro: la percentuale di recidiva è altissima. Il testo illustra una serie di riforme “ragionate e possibili” per cambiare: fra queste, la differenziazione delle pene, la depenalizzazione per i reati meno gravi, l’abolizione dell’ergastolo, l’applicazione di misure alternative a largo raggio, le sanzioni pecuniarie, l’esclusione dei minori dal carcere e la concessione dei domiciliari alle detenute con figli fino ai 10 anni.
Collocazione Biblioteca: 19576

Fair Trials, Pre-Trial Detention Rates and the Rule of Law in the European Union. Briefing to the European Commission, Fair Trials, Bruxelles, 2022, 10 pp.
L’autore fa un’analisi dell’utilizzo della detenzione preventiva, registrata in aumento nel 2020, in tutti gli Stati membri dell’UE, nonostante i gravi rischi per la salute causati dalla detenzione in piena pandemia COVID-19. La carcerazione preventiva dovrebbe essere usata solo come misura di ultima istanza quando, dopo un’accurata valutazione individuale, è ritenuta necessaria, proporzionata e conforme alla presunzione di innocenza e al diritto alla libertà. Gli alti tassi di detenzione preventiva indicano, per l’autore, un declino dello stato di diritto e delle misure di protezione dei cittadini dall’uso eccessivo del potere da parte dello Stato.

Patrizia Pacini Volpe, L’exercice effectif du droit aux études universitaires en milieu carcéral : l’expérience française, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 16, n. 1 (2022) – on line, pp. 50-56
Introdurre dei corsi universitari in carcere permettendo ai detenuti di studiare e di ricevere il diploma, è offrire alle persone che vivono la detenzione una nuova occasione di realizzare il loro potenziale intellettuale e relazionale inesplorato e poter riscattare il loro avvenire in conformità ai loro diritti rompendo numerosi stereotipi. L’articolo mette in luce l’efficacia di questo modello di reintegrazione e gli ostacoli più frequenti che i detenuti incontrano nel loro percorso di studi, descrivendo l’esperienza francese acquisita nel corso degli ultimi 47 anni dall’Università Paris “Diderot”, unico esempio nazionale che dispensa corsi universitari in presenza con numerosi formatori.

9788829012732_0_536_0_75Valeria Verdolini, L’istituzione reietta. Spazi e dinamiche del carcere in Italia, Carocci, Roma, 2022, 247 pp.
Che tipo di istituzione è il carcere? Quali funzioni svolge? Come si caratterizzano i suoi spazi? Come si compone la popolazione che lo abita e quella che lo gestisce? Quali dinamiche si attivano tra questi gruppi? Quali declinazioni specifiche ha assunto in Italia? L’autrice, ricercatrice in Sociologia generale presso l’Università di Milano-Bicocca, attraverso un’analisi dei dati (serie storiche e note osservative) e l’individuazione dei fattori più significativi che caratterizzano il carcere in Italia oggi (migrazioni, crisi economica, pandemia, conflittualità interna) intende rispondere a queste domande, provando a comprendere se possa ancora dirsi istituzione totale o, in alternativa, quali siano gli aggettivi e le funzioni che meglio lo descrivono.
Collocazione Biblioteca: 19259

Valerio Calzolaio, Isole carcere. Geografia e storia, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2022, 220 pp.
Il libro esplora la storia, la funzione sociale e le caratteristiche peculiari della detenzione penitenziaria sulle isole, proponendo una riflessione sul carcere e la libertà. L’autore si chiede inoltre che ruolo abbiano oggi questi penitenziari, da quelli ancora attivi a quelli che ormai fanno parte del patrimonio storico-paesaggistico.
Collocazione Biblioteca: 18849

Angela Davis ; postfazione di Valeria Verdolini ; traduzione di Giuliana Lupi, Aboliamo le prigioni? Contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale, Minimum fax, Roma, 2022, 278 pp.
Angela Davis, nota militante del movimento americano per i diritti civili, è oggi una studiosa che ha focalizzato il suo impegno nella battaglia per l’abolizione del carcere. La Davis analizza il sistema “carcerario industriale” americano e mostra come questo modello fondi le sue basi economiche su una sorta di schiavismo morbido: donne abusate e farmacologizzate, manodopera a costo zero per le corporation, neri e ispanici a cui vengono negate istruzione e assistenza sanitaria. Oggi tutto questo ci riguarda. Le recenti rivolte e i fatti di Santa Maria Capua Vetere rendono impossibile ignorare le condizioni in cui sopravvivono i detenuti nelle carceri italiane e quanto sia urgente ripensare il sistema penale. Il libro si conferma una piccola guida di resistenza, che a partire dalla battaglia contro il carcere diventa denuncia di ogni forma di oppressione.
Collocazione Biblioteca: 19979

9788833395500_0_536_0_75Patrizia Pacini Volpe, Il carcere, un luogo dimenticato. Una ricerca sociologica tra Italia e Francia, Pisa University Press, Pisa, 2021, 398 pp.
Il testo presenta un lavoro di ricerca che si è articolato tra la Francia e l’Italia nel periodo dal 2014 al 2018. La ricerca si inserisce in maniera critica e riflessiva nell’ambito di un quadro teorico di analisi sociologica, legislativa, politica e istituzionale di tipo comparativo, con l’obiettivo di ricostruire un quadro unitario e organico dell’universo carcerario in due paesi europei molto vicini, storicamente e culturalmente. Le osservazioni, svolte sul campo, si focalizzano su quattro aree tematiche: la salute, l’importanza dei differenti percorsi di studio, la formazione professionale e il lavoro in detenzione, i rapporti con le famiglie. L’indagine mette in evidenza modelli coerenti e incoerenti della riabilitazione delle persone detenute ma anche i dispositivi e le prospettive del carcere odierno. L’autrice è ricercatrice in Scienze Politiche sia in Francia che in Italia.
Collocazione Biblioteca: 19969

Livio Ferrari, Giuseppe Mosconi, Perché abolire il carcere. Le ragioni di “No prison”, Apogeo, Adria, 2021, 105 pp.
Secondo gli autori, la prigione umilia, annulla, stigmatizza e impone il dolore, la sofferenza, è crudeltà, crea la mancanza di responsabilità verso il proprio comportamento e aumenta la pericolosità di tutti coloro che vi transitano, che diventano a loro volta moltiplicatori irreversibili e potenziali della violenza ricevuta. Continuare a sostenere il sistema carcerario significa in fondo autorizzare la pratica della vendetta di Stato e della sua violenza, con l’imposizione del dolore e della sofferenza ai ristretti. Non vi è alcun motivo di credere che lo spettro della prigione ridurrà la criminalità, è pertanto assurdo ritardare la ricerca di soluzioni di non carcere.
Collocazione Biblioteca: 19204

Elisa Manunta, Dire la verità ai figli dei detenuti. Perché non si può prescindere dal racconto della verità ai propri figli, in  Lavoro sociale,  n. 2 (apr. 2021), pp. 5-9
L’articolo descrive una ricerca dell’autrice in collaborazione con l’Associazione Loscarcere, che opera nella Casa Circondariale di Lodi e si occupa di assistenza sociale, orientamento lavorativo e tutela dei diritti dei detenuti. L’autrice ha raccolto il vissuto delle famiglie dei detenuti e degli operatori sociali e i loro punti di vista, per comprendere quali siano i reali bisogni dei figli degli autori di reato e individuare quali aiuti e sostegni attuare. Il principale tema emerso riguarda il racconto della verità: sapere dove si trova il proprio genitore è fondamentale per un figlio per poter creare una relazione fondata sull’autenticità e sulla fiducia.

cover_n8Elena Ciccarello, Andrea Giambartolomei, Rosita Rijtano, Ergastolo ostativo. Il diritto alla speranza sia per tutti, in lavialibera, n. 8 (2021), pp. 59-61
La Corte Costituzionale, nell’aprile 2021, ha stabilito che la collaborazione con la giustizia non può essere l’unico modo per recuperare la libertà, neppure per un condannato all’ergastolo per mafia. Ha concesso un anno di tempo al Parlamento per intervenire e modificare l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, il cosiddetto ergastolo ostativo, perché in contrasto con gli articoli della Carta e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel lavoro proposto gli autori ripercorrono la storia di questa pena detentiva.

Daniela Mariotti, Sorvegliare o punire?, in L’altrapagina, n. 5 (mag. 2020), pp. 48-49
L’articolo riporta alcuni dati sul sovraffollamento delle carceri e un’intervista a Ornella Favero, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia sulla situazione dopo i provvedimenti presi in seguito alla pandemia di Covid-19 che limita molto gli scambi con l’esterno, anche per quanto riguarda il volontariato. Favero suggerisce che nella fase 2 bisognerebbe mantenere e incrementare il contatto con i familiari attraverso le videochiamate. Spiega inoltre l’importanza di tener a mente il fine rieducativo, più che punitivo della carcerazione e come, a suo parere, i provvedimenti che tutelano la salute non riguardino in alcun modo i detenuti in regime di 41 bis e non inficino la sicurezza sociale.

Emilio Dolcini … [et al.], Il diritto alla speranza. L’ergastolo nel diritto penale costituzionale, Giappichelli, Torino, 2019, 495 pp.
Se il fine della pena è la risocializzazione del reo, la reclusione in carcere non può essere senza fine: ecco perché, da sempre, l’ergastolo è e resta un nodo giuridico da dibattere e da sciogliere. Il presente volume intende farlo, nella prospettiva di un suo definitivo superamento. Il testo ospita i contributi che, nel tempo, gli autori (magistrati e professori universitari) hanno dedicato al tema, restituendo così un quadro d’insieme delle vicende ordinamentali della pena perpetua, considerata in tutte le sue tipologie. E’ valutata anche la questione di costituzionalità sulla variante del carcere a vita che più delle altre nega la speranza: l’ergastolo ostativo. Il testo suggerisce che il diritto alla speranza, dietro a qualsiasi perpetuità e a qualsiasi automatismo, per la Costituzione e per l’Europa non è mai persa per sempre. Nel libro sono anche riportate in inglese sentenze della Corte Europea dei diritti umani.
Collocazione Biblioteca: 20031

Giustizia riparativa, misure alternative e reinserimento

9788849245240_0_536_0_75A cura di Isabella Mastropasqua, Ninfa Buccellato, 2° Rapporto nazionale sulla giustizia riparativa in area penale, Gangemi, Roma, 2022, 591 pp.
Il “2° Rapporto sulla Giustizia riparativa in area penale”, curato dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, è un lavoro che intende rappresentare e condividere la centralità, oltre che la significativa evoluzione, che si auspica in progressiva crescita, dei programmi di giustizia riparativa tra le attività del Dipartimento. Un cammino che può considerarsi ufficialmente avviato grazie al processo di riforma che dal 2017 ha fissato, tra gli obiettivi dipartimentali, la giustizia riparativa e la prevenzione della devianza. L’istituzione di uno specifico Ufficio dipartimentale dedicato ha favorito il rafforzamento di attività istituzionali orientate all’implementazione di un modello di giustizia penale in grado di configurare scenari complementari ed innovativi: la commissione del reato inteso non solo come violazione di un precetto in una prospettiva statica, ma quale lacerazione di un equilibrio sociale tra “individui” e tra “individuo e comunità”.
Collocazione Biblioteca: 86R02

Elena Ciccarello … [et al.], Senza uscita. Il disastro delle carceri, in lavialibera, n. 13 (2022), pp. 20-42
Il dossier raccoglie diversi contributi sulla situazione delle carceri italiane per proporre una riflessione sulle pene alternative, sulla giustizia riparativa e sul superamento della reclusione. Gli articoli presenti sono: 1) “Da giudice ho conosciuto l’imputato. In carcere ho conosciuto l’uomo” intervista a Bernardo Petralia di Elena Ciccarello; 2) “Prigioni discarica sociale” di Massimo Rezzi; 3) “Tutte le emergenze del carcere” di Andrea Oleandri; 4) “Bambini in carcere, un sistema da cambiare” di Natalie Sclippa; 5) “Salvate il 41 bis” intervista a Francesco Basentini di Rosita Rijtano; 6) “Il sesso non si fa né si vede”; 7) “Anche i mafiosi cambiano” intervista a Paolo Setti Carraro di Rosita Rijtano; 8) “Lo schiaffo del rimorso” di Gabriele Cruciata; 9) “Ciotti ai mafiosi: confessate”. Sullo stesso tema, in questo numero della rivista si segnalano anche gli articoli: “Costruire una nuova cultura della pena” di Luigi Ciotti; “La pena dell’anima prima che del corpo” di Francesco Remotti; “Il cinema delle terre di mezzo” intervista a Leonardo Di Costanzo di Elena Ciccarello.

Roberta Porchetti, Dal sovraffollamento all’emergenza Covid-19: la nuova veste dell’esecuzione presso il domicilio della pena detentiva, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 15, n. 4 (2021) – on line, pp. 344-350
L’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ha improvvisamente stravolto la nostra vita, modificando bruscamente la nostra quotidianità. Il distanziamento sociale, la chiusura al mondo esterno, diventano gli unici strumenti per arginare il nemico invisibile. Cosa accade, invece, in un “mondo”, dove la privazione della libertà è già una distanza con cui si convive ogni giorno? Come favorire il giusto distanziamento in un ambiente, come quello carcerario, dove le presenze superano, spesso, la capienza regolamentare? L’obiettivo del seguente lavoro è quello di voler approfondire le criticità della pandemia in ambito detentivo e gli strumenti per fronteggiarle, avendo particolare riguardo all’esecuzione presso il domicilio della pena detentiva, una misura che si reinventa in questo delicato momento.

i__id1577_mw600__1xGaia Desiderio … [et al.], Le rappresentazioni identitarie e la criticità del fine pena: una ricerca, in Rassegna Italiana di Criminologia, a. 15, n.3 (2021) – on line, pp. 248-256
La clinica e la letteratura dedicata ai cambiamenti della rappresentazione di sé nelle carceri mostrano come i temi dell’entrare e dell’uscire cambino la condotta, l’idea e l’immagine di sé. Le persone quando entrano in carcere ne assumono regole, norme, valori e morale abbandonando i propri e la propria identità. Quando escono al contrario dovrebbero lasciare il ruolo di detenuti per tornare al loro ruolo sociale e familiare. L’obiettivo di questo lavoro consiste nell’esplorare la rappresentazione di sé all’uscita, attraverso un’analisi delle narrative raccolte al termine di colloqui psicologico-clinici con un gruppo di detenuti uscenti a fine pena, reclusi in un Istituto di Pena a trattamento avanzato situato nell’hinterland milanese, e che hanno trascorso l’ultima fase detentiva senza usufruire di misure alternative alla detenzione.

Damiano Aliprandi, Suicidi, poveri e senza fissa dimora: quando il carcere non è la soluzione, in Fuori binario, n. 217 (gen. – feb. 2020), pp. 13-13
A dicembre, 4 degli 8 che si sono tolti la vita in cella non avevano un domicilio. Il 29 dicembre un altro detenuto si è ammazzato, facendo salire a 53 le vittime dell’anno. In galera ci sono circa 5000 persone senza fissa dimora che stanno scontando una pena tra zero e due anni. Se da una parte c’è un problema evidente di disuguaglianze, dall’altra c’è il carcere che rischia di diventare il contenitore di queste problematiche. L’autore auspica un maggiore ricorso alle pene alternative. L’articolo è comparso anche su Il dubbio il 3 Gennaio 2020

A cura di Ariela Casartelli, Il carcere al tempo del coronavirus, Welforum.it, Milano, 2020, 6 pp.
Il 22 maggio 2020 è uscito il XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione, “Il carcere al tempo del coronavirus” dell’Associazione Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale, presentato sui social network. L’uscita del rapporto, frutto dell’attività dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione in Italia, assume una particolare valenza in questi tempi di emergenza, in quanto le carceri sono state ulteriormente avvolte dal silenzio e le porte si sono chiuse a tutti gli accessi. L’autrice ha colto l’occasione, in prossimità dell’uscita del report, per intervistare Perla Allegri, una delle autrici del rapporto e osservatrice del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia per l’associazione Antigone ma anche ricercatrice per il laboratorio dei diritti fondamentali di Vladimiro Zagrebelsky.

giustiziaMaria Cristina Ciambrone, Maria Esposito, Manuale di giustizia riparativa e devianza minorile. Tra interpretazione e prevenzione, Santelli, Cosenza, 2019, 140 pp.
Il testo presenta una disamina sulla devianza in relazione all’età evolutiva, permettendo ai destinatari (soggetti con formazione giuridica, psicologica, sociale e pedagogica) di sviluppare un’analisi psicologica e sociologica del fenomeno e del conseguente, dove accade, passaggio ad atti di criminalità. Una forma di prevenzione alle varie forme di devianza che si sviluppano fra i minori è la mediazione penale, che si sta divulgando capillarmente come strategia di riparazione alle conseguenze che i crimini, perpetrati in età evolutiva, possono generare nella vittima, ma anche nell’autore del reato. La prima parte è dedicata alla mediazione penale ed alla giustizia riparativa con casi reali di laboratori tenuti con soggetti detenuti e non. La seconda parte ha per oggetto la devianza minorile, analizzata non solo da un punto di vista psicologico, ma anche sociale e con un particolare accento posto sulle dipendenze in età evolutiva, spesso segno e sintomo di forme di devianza nascenti.
Collocazione Biblioteca: 19740

Gian Carlo Caselli, Boss ai domiciliari. Una falla nell’antimafia, in Rocca, n. 12 (giu. 2020), pp. 28-30
L’autore, già magistrato e Procuratore della Repubblica commenta le scarcerazioni di appartenenti alle mafie avvenute per motivi sanitari durante il periodo del Covid-19. Il pericolo del contagio è particolarmente forte in carcere a causa del sovraffollamento, tuttavia per i detenuti al 41-bis, le condizioni di vita sono diverse, a causa dell’isolamento imposto da quel regime, non si giustifica dunque la necessità della scarcerazione. E’ necessario garantire il diritto alla salute, ma anche la sicurezza sociale e i diritti delle vittime, oltre a quelle dei detenuti. Si veda anche: Lirio Abbate, Se con il Covid circola anche il boss. I boss al 41 bis possono sfruttare l’emergenza coronavirus per tornare liberi, in L’Espresso, (apr. 2020), pp. 27-27

Prendiamoci la libertà. Cosa fare una volta fuori dal carcere. La Mini guida di Antigone, Antigone, Roma, 2019, 28 pp.
Dedicata a chi esce dal carcere, la mini guida di Antigone fornisce informazioni utili per l’inserimento lavorativo, i servizi sociali di supporto, i Ser.T, i servizi sociosanitari e le procedure per accedervi, il sostegno alla genitorialità (dagli asili nido ai bonus finanziari e fiscali), la casa, quali documenti procurarsi e con quali modalità, eventuali questioni aperte con il carcere e/o con la giustizia, le eventuali spese giudiziarie da sostenere.

Carcere e immigrazione

Cover_AE_258_SitoLuca Rondi, Lorenzo Figoni, Rinchiusi e sedati: l’abuso quotidiano di psicofarmaci nei Cpr italiani, in Altreconomia, n. 258 (apr. 2023), pp. 10-14
Nei Centri di permanenza per il rimpatrio le persone ristrette vengono “tenute buone” tramite un uso dei medicinali arbitrario, eccessivo e non focalizzato sulla presa in carico. Nell’articolo vengono esaminati dati inediti che mostrano la gravità del fenomeno, nei Cpr di Milano, Roma, Torino, Gorizia e altri.

A cura della campagna LasciateCIEntrare ; Yasmine Accardo … [et al.], Dietro le mura. Abusi, violenze e diritti negati nei Cpr d’Italia, LasciateCIEntrare, 2022, 267 pp.
Il Dossier racconta, nella prima parte, i casi drammatici seguiti dalle attiviste e dagli attivisti nei Cpr di tutta Italia, che hanno causato la morte di tanti migranti con la sola colpa di aver raggiunto l’Europa alla ricerca di una vita migliore. La seconda parte è dedicata all’approfondimento giuridico della detenzione amministrativa, che, secondo gli autori, colpevolizza il migrante e favorisce i gestori di questi centri, dove attivisti, giornalisti e parlamentari non possono entrare liberamente per informare l’opinione pubblica di quanto avviene al loro interno. Nell’appendice, tabelle comparative e dati statistici aiutano a comprendere il fenomeno migratorio e la repressione ad esso collegata, al di là della narrazione costruita per favorire paure ed insicurezza care ad una certa politica. Completano il volume interviste a psichiatri e operatori che raccontano il loro vissuto all’interno di queste strutture.

Lorenzo Bernardini, La detenzione degli stranieri tra “restrizione” e “privazione” di libertà: la CEDU alla ricerca di Godot, in Diritto Immigrazione e Cittadinanza, n. 1 (mar. 2022) – on line, pp. 75-139
L’applicazione amministrativa di misure detentive nei confronti degli stranieri è una tecnica legale largamente adoperata dagli Stati europei per gestire i fenomeni migratori, esercitando così il proprio potere sovrano di controllo del territorio. Tali misure comprimono il diritto alla libertà previsto dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Le numerose garanzie CEDU previste a vantaggio del prigioniero vengono attivate solamente quando la persona coinvolta è privata della propria libertà personale e non soltanto ristretta. L’autore discute della questione.

ASGI, Fuggire dalla miseria, cercare rifugio in Italia, essere distrutti dallo Stato: quando l’Europa nega l’umano. Libro nero sul Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Torino – Corso Brunelleschi, ASGI, Torino, 2021, pp. 28
In Italia le autorità possono trattenere uno straniero privo di documenti fino a 120 giorni. Il trattenimento viene disposto quando uno straniero privo dei documenti di soggiorno non può essere immediatamente rimpatriato nel paese di cittadinanza o di provenienza. Il presente documento illustra le condizioni di vita delle persone all’interno del CPR di Torino, il secondo in Italia per capienza. Questo libro nero è stato redatto in seguito al suicidio di Moussa Balde, il ventiduenne guineano prima aggredito a Ventimiglia poi trasferito nel CPR di Torino in attesa di espulsione. Il documento analizza le condizioni di vita dei reclusi nel CPR, il loro isolamento e la carenza di servizi sanitari di base, sottolineando il contesto disumanizzante. Vengono infine avanzate richieste per riportare il CPR al rispetto della legalità.

Ilaria Penzo, Diaspora e devianza: una ricerca etnografica sulla sottocultura delle migrazioni irregolari dal West-Africa, in Studi sulla questione criminale, a. 15, n. 3 (2020), pp. 84-104
L’autrice indaga i legami tra i reati attribuiti agli immigrati provenienti dall’Africa occidentale, secondo le statistiche italiane, e la rinascita globale della lotta politica nelle comunità africane e afrodiscendenti. Attraverso una ricerca etnografica, basata su osservazione partecipante, indagine qualitativa e interviste biografiche, i reati degli africani occidentali sono analizzati come una forma di devianza legata alla sottocultura giovanile di ribellione contro i meccanismi di controllo sociale e di criminalizzazione. Secondo l’autrice, tali manifestazioni devianti persisteranno finché gli obiettivi di questa nuova generazione non saranno riconosciuti come legittimi e portati a compimento.

Carcere e tossicodipendenza, carcere e AIDS/HIV

Giovanni Luca Galimberti, È possibile la salute in carcere? Il disturbo da uso di sostanze e la comorbilità psichiatrica, la complessità della cura, in Mission, a. 16, n. 59 (feb. 2023) – on line, pp. 47-52
L’articolo propone un approfondimento sulla coesistenza di malattie psichiatriche e disturbi dovuti al consumo di sostanze stupefacenti (comorbilità DUS e disturbo psichiatrico), condizione sempre più comune negli ambienti clinici, specialmente all’interno dell’ambiente carcerario. In questo ambito i quadri clinici sono più complessi per le difficoltà insite nella vita del detenuto, le complicazioni legate al corretto utilizzo degli psicofarmaci e le diverse istanze che gravitano attorno ai processi diagnostici e certificativi. È essenziale, secondo gli autori, un percorso diagnostico che determini la temporalità dei due disturbi, chiarendone le reciproche influenze, con il superamento delle rigidità culturali e operative dei due campi, e un rapporto continuativo con i servizi specialistici esterni per creare le condizioni per il continuum assistenziale.

copertina-nuovo-numero-rosso-2-2022-DEF-pag separateMaria Signorini … [et al.], Progetto “Mai da solo”, in Dal fare al dire, a. 31, n. 3 (2022), pp. 47-53
L’articolo descrive il progetto nato all’interno del servizio delle Dipendenze Patologiche di Forlì relativo a un intervento di riduzione del danno rivolto alla popolazione della Casa Circondariale, in seguito all’aumento di morti per overdose da eroina nel 2019-2020, e alcuni casi di decessi di pazienti in altri territori della regione a seguito di scarcerazioni o permessi premio. Il progetto coinvolge i tre Istituti penitenziari presenti sul territorio della Ausl della Romagna, ovvero le Case circondariali di Forlì, di Rimini e di Ravenna.

Attilio Cocchini, La valutazione del funzionamento cognitivo in soggetti tossicodipendenti detenuti. Uno studio esplorativo in contesto carcerario, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 12-17
La partecipazione attiva a un programma di trattamento delle dipendenze richiede ai pazienti scelte complesse e capacità cognitive adeguate. Questo lavoro di ricerca ha avuto lo scopo di analizzare il funzionamento cognitivo in soggetti detenuti dipendenti da sostanze psicoattive illegali e/o alcolici presso la Casa Circondariale di Monza e in carico al Servizio Dipendenze della struttura detentiva. È stato somministrato loro il test neuropsicologico ENB 2, utile per valutare le funzioni esecutive. I risultati di tale indagine evidenziano che la metà dei soggetti presenta un funzionamento cognitivo globale deficitario, che deve essere considerato nella valutazione della conformità al trattamento della patologia. I risultati indicano, inoltre, la necessità di estendere la ricerca ad altri contesti di osservazione, come gli ambulatori e le comunità, e di valutare l’introduzione della riabilitazione cognitiva nei programmi di cura.

Felice Alfonso Nava … [et al.], Infection diseases in the prisons: a public health warming. Priority action to protect general community, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 18-22
Le malattie infettive sono le patologie più diffuse nei detenuti e hanno un peso rilevante per la società. Diversi studi hanno dimostrato che lo screening e il trattamento delle malattie infettive all’interno delle carceri possono essere efficaci nel ridurre il loro carico sulla comunità. Lo scopo principale dello studio è stato quello di determinare tra il 2019-2021 l’incidenza e la prevalenza di HIV, HBV, HCV, TBC e sifilide nelle persone all’interno delle carceri di Padova. Lo studio ha dimostrato che lo screening delle malattie infettive nei detenuti è stato molto alto, arrivando nel 2021 al 100% degli ingressi. La ricerca ha inoltre evidenziato che nel 2021 l’incidenza maggiore di malattie infettive è stata quella della TBC, seguita da HCV, HBV e HIV (1,6%). I dati hanno, inoltre, indicato come nel 2021 rispetto agli anni precedenti la prevalenza delle malattie infettive sia aumentata per HBV, HCV e TBC. Questi dati indicano come diverse condizioni, come l’origine geografica dei detenuti o diversi fattori ambientali come il sovraffollamento, possano influenzare la prevalenza delle malattie infettive all’interno delle carceri.

Andrea Valdevit … [et al.], La camaleonticità delle addictions tra territorio e carcere. L’esperienza presso i Servizi per le Dipendenze della ASL Caserta, in Mission, a. 16, n. 57 (lug. 2022) – on line, pp. 38-48
L’obiettivo di questo lavoro è proporre una visione globale e complessa del fenomeno delle dipendenze, con un occhio riservato a quelle senza sostanze, attingendo all’esperienza viva della pratica clinica quotidiana in un Servizio specificamente progettato per trattare le nuove dipendenze. Gli autori, pur consapevoli della tragedia che sottende le nuove dipendenze, vanno oltre la mera manifestazione fenomenica: esse sono quindi considerate nella loro ampiezza bio-psico-sociale, nel tentativo di non perdere il senso di quello che non è solo un disturbo ma anche una crisi epidemiologica contemporanea, che si diffonde più velocemente di qualsiasi trattamento attuale messo in campo, sia esso operativo o preventivo.

Linda Montanari … [et al.], Prison and drugs in Europe. Current and future challenges, EMCDDA, Lisbon, 2021, 124 pp.
Questa pubblicazione fornisce una panoramica delle conoscenze attuali e degli ultimi sviluppi nel campo del consumo di droga e delle carceri in Europa. Il rapporto esplora in modo approfondito l’epidemiologia del consumo di droga e dei problemi correlati alla droga tra la popolazione carceraria, le risposte disponibili dei servizi sociali e sanitari ai problemi legati alla droga in carcere, comprese le prove più recenti di efficacia, e l’offerta e i mercati di stupefacenti all’interno delle prigioni. Il report discute anche le sfide recenti e future in questo settore ed è rivolto ai responsabili delle politiche e i loro consulenti, a specialisti e professionisti, a ricercatori e scienziati e a tutti coloro che sono interessati a queste questioni.

Daniela Barbini … [et al.], Carcere e trattamento di gruppo di detenuti con dipendenza da sostanze: l’esperienza dello psicodramma analitico abbinato al test proiettivo di personalità e alla musicoterapia, in Mission, a. 15, n. 55 (giu. 2021), pp. 62-68
“Raccontiamo un’altra storia” è il nome di un gruppo formato all’interno dell’istituto penale Casa Circondariale di San Vittore a Milano. Si tratta di un percorso clinico a cui hanno aderito detenuti certificati con Disturbo da Uso di sostanze. Il progetto ha lo scopo di stimolare le persone presenti a sperimentare e raccontare le loro storie, adottando l’integrazione di diverse tecniche terapeutiche come la musicoterapia, l’uso collaborativo del test TEMAS e lo psicodramma analitico. Nell’articolo viene descritto il progetto e vengono analizzati i risultati ottenuti alla sua conclusione.

A cura di Alberto Arnaudo … [et al.], Il sistema dei Servizi e del Privato Sociale alla prova della Covid19, in Dal fare al dire, n. 2 (2020), pp. 5-64
La monografia è dedicata all’emergenza Covid19 in relazione ai mutamenti intercorsi nelle modalità di erogazione dei servizi e ai processi di adattamento degli utenti di fronte a una realtà senza precedenti, partendo dalle testimonianze raccolte dagli operatori del pubblico e del privato sociale. In particolare vengono affrontati temi quali la gestione dei farmaci oppioidi sostitutivi, gli effetti del lockdown sui consumi del gioco d’azzardo e sull’accesso ai servizi per DGA, la situazione nelle carceri, l’uso dei collegamenti da remoto per sostituire gli incontri di gruppo degli Alcolisti Anonimi, le lezioni a distanza pensate per dipendenti da sostanze. Al termine un articolo su alcune iniziative per gestire il lockdown realizzate in Piemonte.

Teo Vignoli … [et al.], Dipendenze patologiche a 30 anni dalla 309/90Vol. 1 Politiche e prospettive, in Sestante, n. 09/1 (giu. 2020) – on line, pp. 1-52
La crisi globale da Covid-19 può fornire opportunità di cambiamento e ci interroga su quali sono i valori fondamentali su cui abbiamo costruito i nostri servizi. Questo numero di Sestante, diviso in due volumi, cerca di rivisitare la legge quadro sulle dipendenze 309/90 a 30 anni dalla sua emanazione Che sia una legge ampiamente superata ed inadeguata ai tempi ce lo sottolinea il prof. Gerra nella sua lettura magistrale, dove spicca il passaggio in cui l’OMS riconosce la Dipendenza Patologica come “un disordine complesso multifattoriale” e non come “una attitudine criminale, un comportamento problematico auto-acquisito” concludendo con la inaccettabilità di “atteggiamenti coercitivi o punitivi da parte delle istituzioni”. Su questo aspetto seguono approfondimenti sul trattamento dei pazienti con dipendenza patologica in carcere, in pena alternativa o segnalate dalle Forze dell’Ordine (art. 121). Proprio dal focus sul carcere, e in particolare dalla criminalizzazione dell’uso di sostanze stupefacenti, partono le riflessioni di Leopoldo Grosso, che arriva a criticare integralmente l’impalcatura della legge attuale e ad identificare i punti fondamentali per sostituirla: tra gli altri, il passaggio da “servizi di attesa” a “servizi di iniziativa”. Seguono alcune esperienze di prevenzione, di servizi di prossimità e riduzione del danno, sul rapporto tra clinica dell’HIV e clinica delle dipendenze e sugli interventi innovativi rivolti ai giovani. Per il vol 2 si veda: Paolo Ugolini … [et al.], Dipendenze patologiche a 30 anni dalla 309/90. Vol. 2 Best Practices e innovazioni, in Sestante, n. 09/2 (giu.2020) – on line, pp. 1-84

The ASAM, National practice guideline. For the Treatment of Opioid Use Disorder. 2020 Focused Update, Rockville, ASAM American Society of Addiction Medicine, 2020, 95 pp.
Queste linee guida dell’American Society of Addiction Medicine (ASAM) sono un importante aggiornamento per i clinici, gli amministratori dei sistemi sanitari, gli amministratori dei sistemi di giustizia penale, soprattutto in questo momento di emergenza COVID-19, che minaccia l’accesso dei pazienti al trattamento. Il documento è infatti un aggiornamento del precedente NPG rilasciato nel 2015 (Coll. Bibl. W1392) e include importanti revisioni a 35 raccomandazioni, insieme all’aggiunta di 13 nuove indicazioni.

Carcere e minori

9788859030485_0_536_0_75Girolamo Monaco, La parola chiave. Nel carcere minorile di Rocca Spaccata, Erickson, Trento, 2022,  138 pp.
Il romanzo svela il percorso interiore dei due protagonisti, il loro dialogo, i loro sogni, la loro lotta, sino a trovare la “parola chiave”. Mario ha 16 anni e si trova rinchiuso in un carcere minorile e Claudio è l’educatore penitenziario. In una relazione reale, fatta di curiosità, ascolto reciproco, senza pregiudizi, schemi, né successivi giudizi, i due protagonisti esplorano percorsi di cambiamento e di riconciliazione.

Susanna Marietti … [et al.], Keep it trill. Sesto Rapporto. Ragazzi dentro. Osservatorio sugli Istituti Penali per minorenni, Antigone, Roma, 2022, 135 pp.
Il sesto rapporto di Antigone sugli Istituti penali per minori si configura come un sito e contiene un’analisi degli Istituti penali per minorenni in Italia, oltre alla presentazione delle 637 comunità residenziali disponibili all’accoglienza di minori o giovani adulti sottoposti a provvedimenti penali. Ci sono poi anche alcuni approfondimenti su tematiche quali le ragazze negli istituti penali, i minori stranieri, la messa alla prova, la giustizia riparativa.

Gianluca Guida, Carcere minorile: il lavoro li salverà, Senzafiltro.it, Montevarchi (AR), 2021, 3 pp.
L’articolo parla del lavoro per i detenuti del carcere minorile, inteso non solo come mezzo di sostentamento, ma come valorizzazione della persona. Dopo aver analizzato il disagio sociale e relazionale che porta i minorenni alla detenzione, esprime la necessità di restituire attraverso il lavoro la dignità all’individuo nel riconoscimento della responsabilità, sociale o penale che sia, affinché questa non si trasformi in una forma di punizione frustrante, ma sia un’occasione risocializzante. L’autore è un dirigente penitenziario ed è a capo dell’Istituto penale per minorenni di Nisida, del Centro Europeo di Studi sulla devianza e sulla criminalità minorile e del Centro Diurno polifunzionale di Napoli.

Mariateresa Veltri, Per un sistema di giustizia child-friendly. L’attuazione dei diritti e delle garanzie procedurali delle persone minorenni indagate o imputate di reato in Italia. Report dati 2021, Defence for Children International – Italia, Roma, 2021, 37 pp.
Il documento presenta il risultato di un’indagine promossa nell’ambito del progetto CREW da Defence for Children International – Italia in collaborazione con il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia. L’obiettivo primario è quello di contribuire ad armonizzare le pratiche di giustizia minorile nei 29 distretti giudiziari italiani sulla base dei principi della giustizia a misura di minorenne previsti dalla Direttiva UE 2016/800 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 maggio 2016. L’obiettivo correlato è quello di contribuire allo sviluppo di una metodologia nazionale per svolgere la valutazione individuale dei minorenni coinvolti nei procedimenti penali in qualità di indagati o imputati così come richiesto dai principi dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (CRC) e dalla normativa europea.

Marta Zanella, Food in carcere: cucinare aiuta ad essere liberi, in Scarp de’ tenis, n. 238 (feb. 2020), pp. 28-30
Quello alimentare è un campo in cui è piuttosto semplice dare una formazione professionale ed è anche un campo in costante espansione, per questo si stanno moltiplicando nelle carceri italiane i laboratori che garantiscono produzioni artigianali. Laboratori diretti soprattutto a persone con una bassa scolarizzazione e nessuna qualifica. Il lavoro in carcere è uno dei pilastri educativi del nostro ordinamento e i risultati, per quanto riguarda la riabilitazione sono davvero incoraggianti, ma purtroppo le disponibilità sono ancora molto limitate. Segue l’articolo “Cotti in fragranza un’occasione per i più giovani”, che parla di un progetto nel carcere minorile Malaspina (pp. 30-31), brevi descrizioni di altre esperienze e l’intervista ad un ex detenuto minorile, ora pizzaiolo.

Roberto Camarlinghi … [et al.], Per una costituente del lavoro sociale, in Animazione Sociale, n. 4/336 (2020), pp. 6-16
Questo numero esce dopo i tre precedenti dedicati alla pandemia e prosegue il percorso di rielaborazione avviato. Il lavoro sociale, educativo, di cura è chiamato a riposizionarsi, a dare il proprio contributo alla costruzione della «nuova normalità». È una grande occasione per ridirsi gli orientamenti di fondo, rilanciare la propria funzione, ridisegnare le strategie e parlare con voce autorevole, un progetto che potrebbe essere chiamato «per una costituente del lavoro sociale ed educativo». Dopo un’intervista a Duccio Demetrio e un articolo di Ivo Lizzola, si trovano alcuni articoli sul rigenerare solidarietà nei territori (con interventi di Franca Olivetti Manoukian) e la descrizione del progetto Anemmu, un progetto di giustizia riparativa diretto a minori di reato. Seguono alcune esperienze e riflessioni di educatori professionali e un focus dal titolo “Spunti per un tempo aperto”, riflessioni sulla pandemia e sul prossimo futuro.

Ettore Cannavera, Non abbandoniamo quei ragazzi, in La Collina, n. 2 (apr.-giu. 2019), pp. 18-19
L’articolo propone un intervento dell’autore, pronunciato nel corso dell’XI Assemblea Nazionale della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, “70 volte 7”, tenutasi a Roma l’8 giugno 2018. L’autore riflette sull’incapacità della società di sapere riconoscere una richiesta di aiuto da parte di giovani che delinquono. E certamente rispondere con il carcere non fa altro che peggiorare la loro situazione, poichè, in mancanza di proposte educative adeguate, spesso cercano una loro identità nelle gang criminali. Occorrono interventi educativi e culturali da parte della società, da educatori e volontari per proporre alternative efficaci al regime carcerario. Un esempio è la comunità La collina, fondata dall’autore, impostata sul lavoro, che garantisce al giovane uno stipendio e un riconoscimento.

Esperienze, progetti e testimonianze

Cosima Buccoliero con Serena Uccello, Senza sbarre. Storia di un carcere aperto, Einaudi, Torino, 2022, 128 pp.
Cosima Buccoliero è stata a lungo vicedirettrice e poi direttrice del carcere di Milano Bollate. Il suo può sembrare un lavoro duro, in cui freddezza e rigore sono i presupposti per avere tutto sotto controllo. Quando ha dichiarato che gli ergastolani nel suo carcere hanno diritto a una camera singola , ha suscitato stupore in chi crede che oltre le sbarre non ci debba essere speranza. Per lei il carcere è un microcosmo brulicante di vitalità. Ci sono i carcerati, il personale di sorveglianza e medico, i tanti volontari. L’Ambrogino d’oro che ha ricevuto nel 2020 l’ha ottenuto grazie a questo modello virtuoso di prigione: per lei la pena detentiva deve mirare a un reinserimento e non ridursi alla sola punizione.
Collocazione Biblioteca: 20011

Laura Petroni, Oltre le sbarre. Il “Metodo CEC” dell’Associaizone Papa Giovanni XXIII nella realtà riminese, in Lavoro sociale, n. 5 (ott. 2022), pp. 11-16
Nel presente articolo l’autrice, a partire dai risultati di una ricerca etnografica, presenta brevemente il metodo CEC (Comunità Educante con i Carcerati). Il metodo è stato ideato da Giorgio Pieri, membro dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Animato dal desiderio di superare la realtà carceraria, dal 2004 Giorgio Pieri accoglie i detenuti proponendo loro un percorso umano, valoriale e religioso, pensato per favorire un cambiamento personale e un progressivo reinserimento nella società.

Armando Loureiro, José Alberto Pinto, Educação nas Prisões. Prison Education. Rumos e Desafios. Paths and Challenges, UTAD, Vila Real, 2022, 106 pp.
Il documento contiene contributi sull’educazione in carcere, provenienti dal convegno “1st International Cycle of Conferences: Prison Education – Paths and Challenges”, tenutosi a Vila Real (Portogallo) nell’aprile 2022, a cui hanno partecipato esperti di diversi paesi, tra cui l’Italia. Esso offre uno sguardo poliedrico sulle pratiche, i progetti e la ricerca riguardanti il mondo carcerario e le persone coinvolte. Alcuni capitoli sono in lingua portoghese e altri in inglese.

Domenico Massano, Fare un giornale tra dentro e fuori il carcere. Se consentire l’espressione culturale rende più degna la detenzione, in Animazione Sociale, n. 07/357 (2022), pp. 49-56
Il tempo della reclusione è colmo di angoscia e inattività. Secondo l’autore, pedagogista e formatore, per incanalarlo verso obiettivi di senso può essere utile fare un giornale che dia voce al “dentro”, cercando di tessere fili comunicativi con il “fuori”. Due mondi che appaiono lontanissimi e sconosciuti, pur stando nello stesso territorio.

Gianfranco Martucci, Valentina Cappi, Marco Tamelli, Formare gli operatori delle carceri alla promozione della salute: ricerca-azione valutativa di un’esperienza in Emilia-Romagna, in Salute e società, a. 21, n. 1 (2022), pp. 159-174
Negli istituti penitenziari della Regione Emilia-Romagna opera in via sperimentale un “promotore della salute in carcere”, un professionista opportunamente formato che propone interventi individuali o di gruppo volti a sostenere l’educazione sanitaria delle persone detenute e l’adozione di stili di vita sani. L’articolo descrive i risultati di una ricerca-azione promossa dalla Regione, consistente in un percorso di formazione per gli operatori sanitari, finalizzato alla promozione della salute della popolazione reclusa. Gli autori discutono il percorso svolto e come migliorare future sessioni di formazione.

Francesco Profumo … [et al.], Contributi per promuovere il lavoro in carcere, in Studi Zancan, a. 22, n. 6 (nov. – dic. 2021) – on line, pp. 13-33
I risultati dello studio “Valutare l’impatto sociale del lavoro in carcere” (v. n. 5/2021 della stessa rivista) sono stati discussi durante un convegno organizzato da Fondazione Zancan e Acri il 19 gennaio 2022. Questa monografia raccoglie i contributi presentati che raccontano come innovare la gestione dell’esperienza carceraria, raccogliendo anche la voce dei protagonisti.

Ettore Sutti … [et al.], Le ali della libertà, in Scarp de’ tenis, a. 26, n. 255 (nov. 2021), pp. 22-31
Si tratta di una raccolta di quattro articoli sul tema della scuola in carcere. Oltre ad un’introduzione dell’argomento, con alcuni dati, viene data voce ad alcuni studenti detenuti e ad alcuni insegnanti che raccontano le loro esperienze. Ne emerge che la scuola e la cultura possono essere strumenti di promozione sociale e personale per chi è rimasto sempre escluso da ogni percorso educativo.

Devis Geron, Tiziano Vecchiato, Valutare l’impatto sociale del lavoro in carcere. Studio multicentrico, in Studi Zancan, a. 22, n. 5 (set. – ott. 2021) – on line, pp. 5-91
La monografia presenta la ricerca che ha approfondito i benefici del lavoro dei detenuti, in termini di esiti per i detenuti stessi e di impatto per la comunità più generale. Ha approfondito il coinvolgimento in attività economiche di enti del terzo settore e anche l’apporto del lavoro gestito dall’ Amministrazione penitenziaria. Lo studio può essere sintetizzato in tre componenti: 1) i benefici per le persone, le famiglie, le comunità di riferimento; 2) la valutazione di esito; 3) la valutazione di impatto sociale. Nelle interviste sono stati coinvolti 337 detenuti.

Eleonora Maglia, Economia carceraria in Italia. Un’analisi qualitativa delle imprese avviate negli istituti di pena, verso un modello generalizzato di azioni, in Prospettive Sociali e Sanitarie, a. 51, n. 3 (estate 2021), pp. 38-41
Nel presente articolo viene trattato il tema dell’economia carceraria, ovvero il lavoro svolto dai detenuti all’interno degli istituti di pena. Nello specifico, l’autrice si focalizza sulla creazione di vere e proprie imprese che, dopo corsi di formazione appositi e grazie all’intervento di Cooperative sociali, consentono ai detenuti di esercitare ed allenare una serie di abilità spendibili in seguito nel mercato del lavoro a fine pena. In proposito si è realizzata una mappatura qualitativa, utilizzando il portale del Ministero delle Giustizia “Vetrina dei prodotti dal carcere”, che pubblicizza le imprese carcerarie sul territorio nazionale e promuove tra il pubblico gli acquisti dei prodotti artigianali realizzati dai detenuti.

Sonia Maria Bracciale ; prefazione di Alba Piolanti, Il canto di Yemaja. Poesie dal carcere, Sensibili alle foglie, Roma, 2020, 88 pp.
La poesia come risorsa per sopravvivere alla reclusione, ma anche per intraprendere un percorso di ricerca dell’identità. Un’identità ferita, in cerca di un suo posto nel mondo, sospesa sull’abisso, tra ciò che è stato e ciò che non è ancora. La stessa sospensione che caratterizza la condizione delle 2663 donne a oggi detenute nelle carceri italiane. Le poesie si susseguono con il passare degli anni, dal 2012 al 2019, e mostrano l’urgenza espressiva di una donna “con le cicatrici indelebili, sfregiata nell’anima”. “Ti ritrovi a essere colpevole perché hai subito violenza” scrive l’Autrice, attualmente detenuta presso il carcere “Rocco D’Amato” di Bologna, sovrapponendosi alle voci di quelle 15300 donne che, nei primi nove mesi dello scorso anno, si sono rivolte al 1522 per chiedere aiuto e sostegno contro le violenze subite in famiglia.
Collocazione Biblioteca:18696

Francesca Dalrì, “Vado in carcere per fare teatro, non la carità”. Intervista ad Armando Punzo, direttore della Compagnia della Fortezza, in La Via Libera, n. 5 (set. – ott. 2020), pp. 71-75
Nell’intervista Armando Punzo racconta la sua esperienza come fondatore e tuttora regista della trentennale Compagnia della Fortezza, prima sperimentazione strutturata di teatro in un istituto penitenziario. Oggi nella Compagnia sono impegnati un’ottantina di detenuti, coinvolti a vario  in tutti i mestieri del teatro, dalla recitazione alla scenotecnica ai costumi e trucchi di scena.

Luca Ansini, Benedetta Fani, Il setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota, in Minorigiustizia, n. 1 (2020), pp. 204-212
Nell’articolo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus “Setting in cammino” nell’ambito di tre progetti di messa alla prova già in corso: tre giovani sono stati accompagnati da due educatori per un cammino lungo la via Francigena di 140 km, per complessivi sette giorni. Infine è stata realizzata una giornata di studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte.

Franco Prina, L’impegno delle Università nelle istituzioni universitarie: diritto dei detenuti agli studi universitari, ricerca e terza missione, in Autonomie locali e servizi sociali, n.1 (apr. 2020), pp. 209-212
Da alcuni anni la presenza delle Università italiane nelle carceri è cresciuta, assumendo notevole rilevanza e costituendo all’interno degli istituti penitenziari delle sezioni dedicate, definite PUP, Poli Universitari Penitenziari. L’articolo riferisce i dati e i contorni dell’esperienza in atto, il coordinamento nato presso la Conferenza dei Rettori e indaga come negli istituti penitenziari possano esprimersi tutte e tre le missioni del sistema universitario: didattica, ricerca e terza missione, cioè impegno sociale, quale iniziative culturali, formazione del personale della polizia penitenziaria, supporto ai progetti di reinserimento lavorativo e sociale per chi ha concluso la pena.

Fabrizia Brocchieri, Elena Galliena, Giacinto Siciliano, L’accoglienza del nuovo giunto come baseline del progetto trattamentale individualizzato, in Rassegna Italiana di Criminologia, n. 2 (2020), pp. 133 – 144
Nell’ambito delle progettualità finanziate da Regione Lombardia riguardo agli “Interventi di accompagnamento all’inclusione socio lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria”, la Coop. Soc. Officina Lavoro Onlus ha progettato e realizzato un’azione volta a favorire l’aggancio precoce dei detenuti condannati con sentenza definitiva, in ingresso nell’Istituto penitenziario di Milano-Opera, a integrazione delle attività di accoglienza già presenti. Viene qui descritto il dispositivo di accoglienza progettato e sperimentato che consente una conoscenza puntuale da parte dell’Amministrazione Penitenziaria del nuovo giunto e la costruzione di una prima ipotesi di progetto trattamentale individualizzato. Tale dispositivo nasce dal vaglio della normativa che regola la fase di accoglienza e dall’osservazione delle prassi e degli strumenti già in uso negli Istituti, in particolare in quello di Milano-Opera.

A cura di Luca Decembrotto, Adultità fragili, fine pena e percorsi inclusivi. Teorie e pratiche di reinserimento sociale, Franco Angeli, Milano, 2020, 190 pp.
Il percorso tracciato in questo testo ha l’intento di descrivere lo stato dell’arte e problematizzare, da diversi punti di vista, il significato odierno dei progetti di reinserimento sociale per le persone detenute, mettendo a confronto la teoria pedagogica, sociologica e giuridica con le prassi sviluppate da enti pubblici e privati in diverse città dell’Emilia-Romagna. L’insieme eterogeneo di prospettive disciplinari e di linguaggi arricchisce il discorso sulle carceri per gli adulti, ponendo al centro della riflessione il loro essere aderenti al mandato costituzionale di creare opportunità, anziché produrre isolamento ed esclusione sociale. L’Emilia-Romagna è stata scelta come sfondo di questi ragionamenti, in quanto territorio ricco di esperienze cui attingere per sviluppare considerazioni più ampie all’interno di una attenta analisi del fenomeno locale e, pertanto, ancorate sia alle progettualità concrete, sia ai vissuti personali e collettivi. L’obiettivo complessivo del testo è quello di fornire una riflessione aggiornata e multidisciplinare per gli operatori del settore, per gli studenti universitari e coloro che si stanno formando per essere futuri specialisti in ambito detentivo, attivi in carcere o sui territori, ma anche per i ricercatori, fornendo loro diverse possibili prospettive di ricerca.

Paola Iannello … [et al.], L’educazione finanziaria per potenziare le competenze di progettazione dei soggetti autori di reato, in Psicologia di Comunità, vol. 16, n. 2 (2020), pp. 123-143
Il presente articolo descrive un percorso di educazione economica e finanziaria, “Nulla osta per una progettazione consapevole”, ideato per la popolazione carceraria che attraverso l’utilizzo di una metodologia interattiva e di un gioco di società (Projetto), ha l’intento di promuovere la consapevolezza dei soggetti autori di reato nella progettazione del loro futuro lavorativo, favorendo l’autovalutazione e l’automonitoraggio delle condizioni di fattibilità di un proprio progetto personale. L’articolo presenta anche una descrizione sintetica della prima realizzazione di tale percorso presso la sezione maschile della casa di reclusione di Bollate e le riflessioni emerse in conclusione.

Sitografia

A buon diritto
Amnesty International
Antigone
Ars Toscana – Salute dei detenuti
Asgi – Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione
CILD – Coalizione Italiana Diritti Civili
Centro Europeo di Studi Nisida
European Prison Education Association
EPEA-European Prison Observatory
Fair Trials
Garante Nazionale delle persone private della libertà personale
Lasciateci entrare – Campagna nazionale contro la detenzione amministrativa dei migranti
Nessuno Tocchi Caino
Ministero della Giustizia – carcere
Ministero della giustizia-minori
MIUR – Scuola in carcere
Pantagruel
Ragazzi Dentro – Osservatorio sugli Istituti Penali per Minorenni
OMCT – Organizzazione Mondiale Contro la Tortura
OSCE – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa
Ristretti
Statewatch

Riviste e portali

Altrecomomia
Animazione Sociale
Aggiornamenti sociali
Antigone
Diritto
Diritto, immigrazione e cittadinanza
Il dubbio
Informazione Senza Filtro
lavialibera
Le Due Città
Minori e Giustizia
Rassegna Italiana di Criminologia
Redattore sociale
Ristretti orizzonti
Sistema Penale
Vita
Welforum

Pagina 5 di 6« Prima...23456